Roma, 3 dicembre 2019 – Prosegue in casa Fist Cisl il dibattito interno sulle proposte e sui contenuti da portare al confronto dei sindacati di categoria sulla definizione della piattaforma unitaria di rinnovo dei contratti nazionali del terziario distribuzione e servizi, della distribuzione moderna organizzata e della distribuzione cooperativa, che interessano complessivamente circa 2milioni e mezzo di lavoratori, di cui circa 100mila riconducibili al lavoro in somministrazione. Fisascat Cisl e Felsa Cisl, in un confronto intercategoriale, hanno socializzato sulle previsioni della contrattazione nazionale di settore e del recente rinnovo del contratto nazionale di lavoro in somministrazione, ragionando sulle possibili sinergie e sugli incastri realizzabili con particolare riferimento al ricorso al lavoro flessibile, al rafforzamento del welfare e alla rappresentanza nella distribuzione commerciale, temi sempre più stringenti soprattutto a livello decentrato e territoriale. A cominciare dalle norme del contratto nazionale del terziario, distribuzione e servizi – rinnovato nel 2015 la cui stesura è stata completata il 30 luglio di quest’anno – sapientemente illustrate dal segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice, è emersa la necessità di ampliare il sistema di relazioni sindacali esistenti e di favorire l’effettiva esigibilità della contrattazione di secondo livello dove valorizzare l’apporto del lavoro in somministrazione e delle forme atipiche di occupazione presenti nel settore anche utilizzate nei servizi esternalizzati e nel sistema degli appalto – attraverso intese territoriali ed aziendali sulla stagionalità nelle località a vocazione prevalentemente turistica – come anche di valorizzare il tema della rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro dove affermare la validità della contrattazione siglata dalle associazioni comparativamente maggiormente rappresentative. E’ il segretario nazionale della Felsa Cisl Daniel Zanda ad illustrare con estrema chiarezza le novità introdotte con il recente rinnovo del contratto di lavoro in somministrazione applicato a circa 800mila lavoratori. L’intesa – siglata da Assolavoro, l’Associazione nazionale delle agenzie per il lavoro, con Cgil,Cisl e Uil e i sindacati di categoria Nidil Cgil, Felsa Cisl e UilTemp – contempla nuove tutele, un diritto mirato alla formazione, incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato, alle stabilizzazioni e alla ricollocazione – attraverso la bilateralità di settore – e un welfare rafforzato. Aumenta il sostegno alla maternità e alla genitorialità, così come l'aiuto ai lavoratori disoccupati (portato fino a mille euro) e vengono introdotte le ferie solidali, che i lavoratori possono scambiare tra loro in caso di bisogno, e la clausola sociale di solidarietà, che garantisce la continuità occupazionale in caso di cambio di appalto. Il contratto ha inoltre introdotto un regime transitorio per i rinnovi dei contratti a termine, che scongiura la fuoriuscita di oltre 50mila persone dal lavoro in somministrazione; in virtù dell’intesa tutti i contratti sottoscritti tra le parti nel periodo 2014-2018 vengono conteggiati per un massimo di dodici mesi allentando così la stretta del decreto, che prevede un tetto massimo di 24 mesi, scongiurando così il turn over conseguente all’entrata in vigore del Decreto Dignità. Il dibattito, partecipato dai segretari generali regionali di Fisascat Cisl e Felsa Cisl, ha messo in luce l’urgenza di accrescere i diritti sindacali per i lavoratori in somministrazione come anche di ampliare gli strumenti di informazione e comunicazione. Sul mercato del lavoro emerge poi la necessità di garantire il diritto di precedenza nelle assunzioni nei percorsi di stabilizzazione come anche di affrontare l’annosa questione irrisolta dei lavoratori in part-time verticale ciclico che vedrà la Fist Cisl rilanciare il tema dell’equiparazione dei trattamenti previdenziali per le lavoratrici ed i lavoratori dei servizi dove si opera prevalentemente in regime di appalto e per periodi limitati. Essenziale poi la promozione del secondo pilastro previdenziale e dei fondi di previdenza complementare di origine contrattuale da divulgare a ritmo battente, anche dando seguito ai recenti accordi di collaborazione siglati con il Patronato Inas. E’ il segretario generale della Fist Cisl Davide Guarini, nell’intervento conclusivo dell’iniziativa congiunta delle federazioni di seconda affiliazione Fisascat Cisl e Felsa Cisl, a sottolineare che «il lavoro in somministrazione sconta il pregiudizio di diversi attori negoziali e sinora non si è riusciti a valorizzarlo come invece meriterebbe». «Il lavoro somministrato è lavoro garantito sia dal punto di vista economico che normativo» ha dichiarato il sindacalista evidenziando che «questa particolare fattispecie di occupazione potrebbe finanche agevolare l’accesso dei giovani nel mercato del lavoro e contribuire in maniera significativa al reinserimento delle categorie più vulnerabili». Il sindacalista ha poi rilanciato la posizione della Cisl sul tema della rappresentanza, sottolineando la necessità di «procedere con i sistemi di misurazione certificata anche nel settore della distribuzione commerciale, un passo essenziale per contrastare il dumping e valorizzare la contrattazione siglata dalle associazioni comparativamente maggiormente rappresentative». «Nel percorso dei rinnovi contrattuali – ha concluso il sindacalista – occorre accrescere diritti e tutele per i lavoratori dipendenti valorizzando l’apporto dei lavoratori in somministrazione e di altre forme atipiche che svolgono attività nel terziario privato».