Roma, 15 marzo 2020 – «In vista di possibili picchi di contagio da Covid-19 è urgente intensificare le misure di contrasto al diffondersi dell'epidemia ed intervenire con operazioni di pulimento e sanificazione programmata nelle cinque basi Usa in Italia Jcpc di Sigonella, Vicenza, Aviano, Camp Darby e Napoli Capodichino, dove complessivamente operano più di 4mila civili italiani, oltre alle migliaia di militari statunitensi e delle loro famiglie, ai lavoratori al dettaglio ed alla ristorazione per cui sono autorizzate le aperture e ai lavoratori degli appalti di pulizia e vigilanza, tutti esposti al rischio salute». E’ l’appello della segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca alla notizia di misure di quarantena disposte negli spazi delle strutture militari statunitensi in Italia. La sindacalista sottolinea «il ruolo fondamentale rivestito dai coordinatori e dai rappresentanti sindacali della sicurezza nella verifica del rispetto delle norme igienico-sanitarie indicate dall’Iss, dalla prossimità tra una persona e l’altra, all’utilizzo dei dispositivi di sicurezza». «Oggettive difficoltà – evidenzia la sindacalista – si sono riscontrate in ordine al diverso approccio delle Istituzioni dei due Paesi che insieme collaborano nelle installazioni militari, Usa e Italia, nella gestione della pandemia che solo in queste ore sembrerebbe essere ricondotta al contenimento della diffusione del contagio anche con l’attivazione del lavoro agile». «Monitoreremo con attenzione sulle operazioni di pulimento e sanificazione nella fase di implementazione del servizio avviate dalla direzione Jcpc» ha chiosato la sindacalista sottolineando che «non è certamente facile, mettere in atto azioni atte al contenimento del contagio in tempi rapidi e uniformi a fronte delle numerose evoluzioni normative intervenute e a maggior ragione non lo è all’interno delle Basi Usa, ove insistono lavoratori italiani, americani e spesso anche le famiglie di quest’ultimi». «Si tratta di governare congiuntamente, sinergicamente e in modo costruttivo intere città, dove la percezione del rischio non è solo soggettiva – ha aggiunto – poiché su questa interviene anche la percezione dello stato di appartenenza e provenienza, cambiando le abitudini dei singoli, dei gruppi, riconoscendo che i confini delle Basi non riescono a porre limiti alla pandemia». «Importantissimo il ruolo esercitato responsabilmente dai vertici militari e dai rappresentanti della sicurezza sul lavoro e dal coordinamento Fisascat e Uiltucs che, mettendo al centro la persona, la salute e la sicurezza, mediante il dialogo, i sopralluoghi e il monitoraggio hanno posto in campo di ora in ora misure idonee al recepimento della normativa italiana. Un processo che è ancora in evoluzione e che continuerà a vedere impegnato ciascuno per il proprio ruolo nell’interesse della collettività» ha evidenziato. «Nelle prossime ore, il linea con il protocollo d’intesa sulla sicurezza sul lavoro siglato ieri dal Governo e Cgil, Cisl, Uil – ha concluso – chiederemo alla commissione americana Jcpc di predisporre la misurazione della temperatura anche all’interno delle Basi».

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