Nel documento conclusivo le proposte per la tenuta delle attività produttive e dei livelli occupazionali.

Guarini: «Necessario un nuovo processo concertativo, rimettere al centro la persona e il lavoro e al primo posto la salute e la sicurezza».

Roma, 10 giugno 2020 – Scenario economico e sociale globale, europeo e italiano post Covid-19, mercato del lavoro, contratti di lavoro nel commercio, turismo e servizi e principali vertenze nel terziario privato sono i temi al centro del Comitato Esecutivo Fisascat Cisl riunito in modalità videoconferenza per l’approvazione del Bilancio Consuntivo 2019. L’assise, avviata con la relazione introduttiva del segretario generale Davide Guarini, ha preso in esame l’impatto della pandemia e delle misure di contrasto alla diffusione del contagio sulle attività economiche direttamente riconducibile alle attività di impresa e al mercato del lavoro nel terziario privato.

Di fronte allo scenario evocato, con il drastico calo del commercio mondiale e delle attività produttive in Europa e in Italia e con il duro colpo alle catene di approvvigionamento in tutto il mondo, il calo dei consumi e il crollo della fiducia delle famiglie e delle imprese, l’organo Esecutivo della Fisascat Cisl ha valutato “insufficienti le risorse messe in atto nei singoli Paesi” sollecitando “un intervento internazionale, combinato e coordinato”. Il dibattito interno alla categoria cislina ha messo in luce la necessità di riorganizzare interi settori in termini innovativi, per migliorare la produttività e salvaguardare i perimetri occupazionali.

La categoria cislina, nel documento conclusivo dei lavori approvato dal Comitato Esecutivo, propone delle “direttrici da seguire nella riorganizzazione della grande distribuzione organizzata per evitare dispersioni occupazionali”, a cominciare dalla “promozione dell’e-commerce nelle attività di impresa già attive dell’ambito delle reti fisiche” fino alla “riconversione del format ipermercato in strutture commerciali più contenute in termini di superfici fisiche” ma anche rispetto all’assortimento dell’offerta commerciale con “l’integrazione di specifici servizi alla clientela e all’utenza”.

La Fisascat Cisl individua anche le misure necessarie per il conseguimento dell’obiettivo riorganizzazione della distribuzione commerciali: dall’ammissibilità delle spese sostenute per le attività formative nell’anno 2020/2021 nel credito di imposta riconosciuto alle imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo, all’estensione dello strumento dei contratti di sviluppo per sostenere investimenti di grande dimensione riconducibili a piani condivisi con le organizzazioni sindacali fino alla proroga del trattamento straordinario di integrazione salariale per le imprese in crisi.

Anche nel comparto turistico, tra i settore più esposti alla crisi pandemica, gli effetti Covid-19 rischiano di compromettere la tenuta di un comparto strategico per l’economia italiana che rappresenta il 13% del Pil e il 6% dell’occupazione in Italia. Per la Fisascat Cisl “non è possibile restare spettatori passivi” ma “occorre reagire e dotare il sistema Paese di una strategia organica di rilancio settoriale” a cominciare dalla definizione di un Piano Strategico che consenta di pianificare interventi strutturali e “assorbire in maniera più contenuta la crisi economico finanziaria generata dal Covid-19”. La categoria rilancia sul rafforzamento del Brand e dell’”immagine” del turismo nel mondo ma anche sulla necessità di “incentivare le imprese del settore agendo sulle leve fiscali” fino alla “riqualificazione delle imprese ricettive attraverso piani di qualità e la ristrutturazione degli immobili”.

Senza dimenticare il comparto dei servizi che tanto ha dato durante il lockdown, garantendo la prosecuzione delle attività considerate essenziali (dalle operazioni di pulizia e sanificazione, alle attività socio sanitarie assistenziali). La Fisascat Cisl dedica una menzione speciale anche ai settori della “ristorazione collettiva e dei multiservizi” con centinaia di migliaia di addetti – spesso trascurati dal legislatore nella definizione degli ammortizzatori sociali in deroga, con le evidenti criticità strettamente connesse all’espandersi del coronavirus e del lockdown – proponendo l’elaborazione di “un piano finalizzato alla difesa del perimetro occupazionale complessivo a cui dedicare risorse pubbliche e private, intensificando le azioni tese ad eliminare il massimo ribasso, al fine di annullare gli effetti negativi del dumping contrattuale”. Per la Fisascat Cisl anche i settori “dei giochi, dello sport, della vigilanza privata, dei servizi fiduciari della cura alla persona, del socio assistenziale e del portierato meritano risposte concrete”.

“La Fisascat Cisl ritiene che allo shock creatosi a seguito della pandemia da Covid-19 e alla conseguente trasformazione di sistema che l’intera economia italiana subirà nel medio e lungo periodo – conclude il documento finale – si possa rispondere con più solidarietà fra generazioni e lavoratori. Fisascat Cisl sarà come sempre compartecipe sollecito del patto solidale che ha già permesso al nostro Paese di uscire dalle crisi sociali ed economiche che nel corso dei decenni trascorsi lo hanno interessato. L’Italia può contare sul sindacato per tornare a crescere ed essere un punto di riferimento per quanti nel mondo hanno a cuore le sorti della democrazia, della civiltà e del benessere diffuso”.

«Dalla crisi pandemica può certamente nascere una grande opportunità e come Federazione abbiamo un compito difficile ma non impossibile» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini. «La pandemia ha cambiato gli equilibri economici e sociali e richiede ripensamenti e aggiustamenti nel nostro agire quotidiano» ha aggiunto il sindacalista sottolineando quanto saranno «fondamentali in questo percorso di trasformazione culturale e di ripensamento della logica produttiva la contrattazione, la bilateralità e la formazione».

«La contrattazione – ha evidenziato – va messa al centro delle relazioni industriali affinché si possa definire un nuovo modello di organizzazione del lavoro e di rimodulazione del sistema delle qualifiche per le nuove figure professionali». «La bilateralità dovrà avere il compito di sostenere i lavoratori e le aziende in difficoltà, dotandosi di regole non solo per affrontare la pandemia, ma anche per rilanciare e sostenere le problematiche ad essa connesse» ha poi rimarcato Guarini sottolineando il ruolo fondamentale della formazione individuale e della formazione continua erogata attraverso i Fondi Interprofessionali che «dovrà adeguare le competenze dei lavoratori alle nuove esigenze del contesto produttivo, anche per effetto della necessaria innovazione tecnologica ed essere funzionale alle politiche attive del lavoro».

«La bilateralità contrattuale, in questa fase – ha chiosato – ha contribuito a dare risposte all’emergenza nell’erogazione di prestazioni sanitarie attraverso i fondi di assistenza sanitaria integrativa e, più recentemente, nel sostegno al reddito dei lavoratori del terziario distribuzione e servizi coinvolti dall’emergenza nonché per l’acquisto dei mezzi e dei dispositivi di protezione individuali, dimostrando la validità delle relazioni sindacali partecipative e degli strumenti bilaterali messi in campo attraverso la contrattazione».

«Le incertezze che si stanno manifestando nel primo periodo di riapertura delle attività ed i colpevoli ritardi nell’erogazione del sostegno al reddito ai lavoratori ci chiamano ad una rinnovata assunzione di responsabilità contrattuale a supporto delle lavoratrici e dei lavoratori» ha sottolineato Guarini. «E in questa logica, come Sindacato, abbiamo un’altra grande responsabilità: dare priorità al valore della persona e della sua salute, sapendo però conciliare questi inalienabili valori con lo sviluppo economico» ha rimarcato. «Dovremo spingere per coinvolgere tutti gli attori preposti in un nuovo processo concertativo – ha concluso – dove al primo posto dovrà esserci la sicurezza e la salute individuale e collettiva, senza che però venga meno l’attenzione alle esigenze del sistema produttivo».

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