Roma, 29 ottobre 2020 – Oltre 6 miliardi di risorse, con interventi per 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto, per sostenere le attività economiche danneggiate dall’ultimo Dpcm.

A tanto ammontano le risorse stanziate con il Decreto Ristori approvato dal Consiglio dei Ministri e pubblicato il 29 ottobre in Gazzetta Ufficiale. Soldi a fondo perduto che, ha assicurato il premier Conte durante il question timealla Camera, arriveranno su conto corrente con bonifico dell'Agenzia delle Entrate. Gli indennizzi arriveranno a metà novembre.

Chi ha beneficiato degli aiuti del Decreto Rilancio, potrà ricevere le risorse immediatamente; subito dopo gli altri. Il contributo a fondo perduto sarà erogato automaticamente a oltre 300mila aziende che già lo hanno già avuto. Per i ristoranti è stato deciso di applicare il coefficiente del 200%.

Il 150% andrà a bar pasticcerie, gelaterie. L'importo medio per i ristoranti con fatturato fino a 400mila euro, ha spiegato il ministro dell’Economia, Gualtieri, è di 5.173 euro; per quelli fino a un milione di fatturato, 13.920 euro, e per quelli fino a cinque milioni di fatturato 25mila euro.

Per sale da concerto e teatri l'importo, per la fascia più bassa, ”sarà circa 5mila euro, per quella media di circa 13.900 euro”. Si arriva a 30mila euro medi per i fatturati maggiori. I settori chiusi completamente – come palestre, piscine, teatri, cinema – riceveranno un importo doppio rispetto a quello già avuto a giugno.

E’ inoltre prevista, ha spiegato la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, “una indennità da 1.000 euro per i lavoratori stagionali del turismo (inclusi quelli con contratto di somministrazione o a tempo determinato) nonché gli stagionali degli altri settori, i lavoratori dello spettacolo, gli intermittenti, i venditori porta a porta e i prestatori d'opera, tra quelle categorie a cui la pandemia finora ha imposto i sacrifici più grandi”.

Sono state finanziate, poi, due nuove mensilità del Reddito di emergenza.S ul versante scuola, il decreto stanzia ulteriori 85 milioni per la didattica digitale integrata, con cui si acquisteranno dispositivi e strumenti per le connessioni.

Per le aziende interessate dal Dpcm è prevista la sospensione dei versamenti contributivi relativi ai lavoratori per il mese di novembre. Per tutte le imprese sono, inoltre, garantite altre 6 settimane di cassa integrazione Covid-19 utilizzabili dal 16 novembre fino al 31 gennaio 2021 o, in alternativa, ulteriori 4 settimane di esonero contributivo.

Al contempo, è stato prorogato il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio.

La richiesta dei sindacati confederali Cgil Cisl Uil, al tavolo con il premier Conte e i ministri dell’Economia, dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Gualtieri, Patuanelli e Catalfo, già ribadita nell’incontro del 22 ottobre, è quella di estendere il blocco dei licenziamenti per tutta la durata della cassa Covid per evitare una crisi sociale.

“Sarebbe terribile che le persone sommino al timore di ammalarsi quello di essere licenziati”, ha dichiarato la segretaria generale della Cisl Furlan. La sindacalista, intervistata da Agorà, ha anche sottolineato “che la situazione pandemica impone la rigidità delle misure decise dal Governo” ma che tuttavia “bisogna dare subito i sostegni economici alle imprese e ai lavoratori” e che se “il Decreto Ristori va in questa direzione, su alcune tipologie di lavoro, ad esempio per i lavoratori stagionali, il provvedimento è stato avaro” .

Al premier i sindacati hanno inoltre chiesto quali saranno i necessari investimenti in sanità, scuola, innovazione. Il tavolo è servito anche ad aprire un confronto sulle politiche attive e sulla formazione mentre, sul Recovery plan – il piano di utilizzo delle risorse del Recovery Fund in fase di elaborazione e di definizione – Conte ha dichiarato che si farà un incontro ad hoc con i sindacati sul Next generation eu insieme al ministro Amendola con precise indicazioni progettuali, ferme restando le linee guida e gli obiettivi già approvati dal Parlamento'. Intanto l’impatto della nuova ondata di Covid sull'economia, con la curva dei contagi che ha superato quota 26 mila, torna a spaventare i mercati finanziari, allarmati anche dagli annunci di nuovi lockdown, totali o parziali.

I listini europei sono andati tutti in terreno negativo. Piazza Affari ha perso il 4%, lo spread ha rialzato la testa intorno a quota 140. Secondo il Censis, a fine anno, a causa della seconda ondata di restrizioni in aggiunta al primo lockdown, si stima un crollo dei consumi per un valore complessivo di 229 miliardi di euro. Il solo retail subirà una sforbiciata di 95 miliardi di euro di fatturato.

Nel periodo delle feste natalizie, stima il Centro Studi Investimenti Sociali, restrizioni paragonabili al lockdown di primavera farebbero sfumare 25 miliardi di euro di spesa delle famiglie. Nella prima ondata, quasi 4 milioni di famiglie hanno già fatto ricorso a prestiti e aiuti da parte di familiari e amici, soprattutto quelle con redditi bassi.

Ecco perché blindare la proroga del divieto licenziamenti potrebbe scongiurare una crisi sociale.

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