Guarini: «La pandemia ha acuito il fenomeno, nei luoghi lavoro la contrattazione vuole e deve svolgere un importante ruolo di presidio e di prevenzione»
Roma, 25 novembre 2020 – Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne la Fisascat Cisl ribadisce la ferma condanna ad una piaga difficile da debellare: la violenza di genere. La pandemia ha esasperato il fenomeno che purtroppo ha registrato un aumento, soprattutto delle forme sommerse di violenza domestica, anche a causa delle maggiori difficoltà delle donne a denunciare durante il lockdown. Gli ultimi dati Istat registrano una crescita esponenziale del fenomeno. Le chiamate al numero anti violenza e stalking 1522 promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Dipartimento per le Pari Opportunità hanno raggiunto incrementi elevati in corrispondenza dei mesi di lockdown, con 5.031 telefonate valide dal 1° marzo a metà aprile, pari al 73% in più rispetto allo steso periodo nel 2019.
La Commissione parlamentare di Inchiesta sul femminicidio, istituita nel 2017, nel documento sulle misure per rispondere alle problematiche delle donne vittime di violenza nella situazione di emergenza epidemiologica (consultabile al link istituzionale http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/SommComm/0/1157238/index.html?part=doc_dc), ha attribuito l’intensificazione del fenomeno alla prolungata condivisione dello spazio abitativo, che ha costretto le donne a rimanere in isolamento con i loro principali maltrattatori; nel 2018, il 55% dei femminicidi è stato commesso da partner attuali o precedenti, ed il 24,8% da un familiare. Nel nostro Paese, evidenzia il documento, con oltre 1600 vittime, il decennio 2008-2018 è stato caratterizzato da una vera e propria strage di donne.
Il fenomeno della violenza di genere si verifica anche nei luoghi di lavoro. L’ultimo Report Istat sulle “Molestie e i ricatti sessuali sul lavoro” riferito al biennio 2015 – 2016 stima che siano 8 milioni 816mila (43,6%) le donne fra i 14 e i 65 anni che nel corso della vita hanno subito qualche forma di molestia sessuale e si stima che siano 3 milioni 118mila le donne (15,4%) che le hanno subite nei tre anni precedenti l’indagine. Il Report segnala anche quanto siano diffuse anche le molestie attraverso il web: nel corso della propria vita il 6,8% delle donne ha avuto proposte inappropriate o commenti osceni sul proprio conto attraverso i social network e all’1,5% è capitato che qualcuno si sia sostituito per inviare messaggi imbarazzanti, minacciosi od offensivi verso altre persone.
La contrattazione nel terziario privato, dove si concentra oltre il 70% dell’occupazione in Italia a carattere prevalentemente femminile, negli ultimi anni si è concentrata sul contrasto alla violenza di genere, anche nei luoghi di lavoro, ampliando le tutele previste dalla Legge con l’inserimento di specifici codici di condotta o intese nell'ambito degli istituti di welfare sociale. In particolare la contrattazione integrativa ha ampliato in misura crescente il sostegno alle vittime di violenza con azioni di contrasto nei luoghi di lavoro e prevedendo l'estensione dei periodi di congedo per le vittime di violenza (Leggi le previsioni normative della contrattazione integrativa al link https://www.fisascat.it/site/news/giornata-internazionale-vs-la-violenza-sulle-donne). Anche i più recenti rinnovi degli integrativi Eataly (dicembre 2019) e del Gruppo Feltrinelli (febbraio 2020), come il nuovo contratto Irideos (febbraio 2020) contemplano misure ad hoc per contrastare il fenomeno della violenza di genere, impegnando le aziende ad adottare misure adeguate nei confronti di coloro che la pongono in essere e a concordare con le organizzazioni sindacali misure e iniziative di informazione e formazione dedicate.
La Fisascat Cisl conferma il proprio impegno per garantire tutele contro le discriminazioni, le molestie sessuali e la violenza dentro e fuori i luoghi di lavoro. «Il tema del contrasto alla violenza e alle molestie sarà posto anche con l’avvio della stagione dei rinnovi dei contratti nazionali di lavoro che nel terziario privato riconducibile al commercio, turismo e servizi interessano oltre 4milioni di lavoratori» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini che con convinzione condanna un fenomeno «che affonda le sue radici nella disuguaglianza di genere e si afferma purtroppo come una fra le più importanti violazioni dei diritti umani in tutte le società, non a caso l’Onu ha definito questa piaga un “flagello mondiale”».
«La pandemia ha acuito il fenomeno e ha messo in luce l’incompletezza dei sistemi di prevenzione e di sostegno generando l’impoverimento dei tessuti socio-economici, condizione che ha reso ancora più fragili le fasce di popolazione già deboli» ha aggiunto il sindacalista. Guarini ha sottolineato quanto sia «importante promuovere campagne di sensibilizzazione e di informazione volte ad approntare una vera e propria rivoluzione culturale, a partire dall’educazione e dalla formazione rivolte ai giovani, che devono porre una crescente attenzione al linguaggio, spesso frutto di retaggi culturali che non riconoscono il prezioso apporto della donna nella società».
«In questo senso – ha chiosato il sindacalista – proprio la contrattazione vuole e deve svolgere un importante ruolo di presidio e di prevenzione, puntando non solo a debellare la piaga nei luoghi di lavoro ma anche a supportare, con periodi di congedo dedicati oltre a quelli previsti per Legge e la possibilità di accedere all’anticipo del Tfr, le lavoratrici che subiscono violenza». «Oggi più che mai i luoghi di lavoro – ha aggiunto – devono rappresentare una opportunità di riscatto sociale per chi ha subìto molestie ma anche opportunità di riscatto economico, con il superamento del gap salariale uomo donna che attanaglia prevalentemente i comparti privati».
Il sindacalista ha poi rivolto un appello rivolto al Governo. «Occorre dedicare una buona parte delle risorse del Recovery Fund alle politiche attive di genere con interventi strutturali» ha dichiarato. «Il Parlamento italiano – ha concluso - deve infine ratificare al più presto la Convenzione 190 dell’ILO contro la violenza sulle donne ed ampliare la legislazione per il contrasto alle molestie sessuali sul lavoro».