Guarini: «Lo scenario prospettico deve indurci ad elaborare ed allestire per tempo garanzie e tutele di nuova generazione per i lavoratori del futuro»

Roma, 9 aprile 2021 – Nel panorama delle relazioni sindacali nel commercio, turismo e servizi nel 2020, complice anche la pandemia, la contrattazione di secondo livello si è incentrata prevalentemente sulle crisi aziendali, con il 51% degli accordi riferiti al ricorso agli ammortizzatori sociali Covid.

Il dato, rilevato dalla consultazione dell’Osservatorio Ocsel Cisl sulla contrattazione di secondo livello, è stato illustrato in occasione dell’ultimo Comitato Esecutivo Fisascat Cisl dell’8 aprile 2021. Degli oltre 15mila accordi presenti nella Banca Dati Ocsel emerge che oltre il 45% delle intese è riconducibile ai settori del terziario privato (commercio, turismo e servizi).

Tra le materie oggetto di contrattazione la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, il welfare, pari opportunità e i servizi ai lavoratori, la formazione professionale, le tutele sociali (maternità, paternità, conciliazione vita lavoro), diritti di informazione. In materia di organizzazione del lavoro, il 44% delle intese ha riguardato lo svolgimento della prestazione lavorativa in part-time, il 27% il ricorso all’apprendistato, il 30% il ricorso allo smart working.

«La fotografia scattata dall’Osservatorio Ocsel Cisl testimonia una netta prevalenza dei temi oggetto di contrattazione collettiva riferibili alle nuove esigenze riconducibili al drammatico periodo che stiamo vivendo» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini. «Il significativo lavoro contrattuale operato sul lavoro agile – ha aggiunto il sindacalista – è un indicatore che da solo apre uno scenario prospettico che deve indurci ad elaborare ed allestire per tempo garanzie tutele di nuova generazione per i lavoratori del futuro». «Un lavoro reso affrancandosi dai tradizionali luoghi fisici e dai nastri orari, che per molti profili professionali a breve rischieranno di essere uno sbiadito ricordo del passato – ha concluso il sindacalista – impone al sindacato una radicale riprogrammazione delle priorità».

 

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