Roma, 16 marzo 2021 – Nel Piano Vaccinale riservato agli oltre 25mila farmacisti titolari e dipendenti delle circa 20mila farmacie private e pubbliche in Italia includere prioritariamente i dipendenti con qualifica di ausiliariato di farmacia, anch’essi chiamati a svolgere un importante ruolo di presidio sanitario sul territorio e di tutela della salute già nella prima fase dell’emergenza pandemica e ora in continuità operativa nelle zone rosse.

E’ l’appello della Fisascat Cisl a pochi mesi dall’avvio della campagna vaccinale anti Sars-Cov-2/Covid-19 decisa dal Governo.

«Si tratta di una decisione discriminatoria nei riguardi dei lavoratori ausiliari che, pur non essendo qualificati operatori sanitari, lavorano nello stesso ambiente dei farmacisti gestendo l’ingresso in farmacia anche con l’applicazione delle normative anti Covid-19, e svolgendo la prestazione a diretto contatto con l’utenza e dunque esposti al rischio contagio» ha dichiarato il segretario generale della federazione cislina Davide Guarini.

Il sindacalista auspica che «l’accelerazione data dal nuovo Commissario per l’emergenza, Generale Figliuolo, preveda l’inclusione di categorie che sin dalla prima ora in prima linea hanno svolto un primario ruolo di presidio sanitario e di cura alla persona per moltissimi cittadini».

Guarini stigmatizza anche «l’esclusione del personale impiegato in farmacia tra i percettori di uno o più bonus per l’acquisto dei servizi di baby sitting» e sollecita «la correzione del provvedimento normativo varato nei giorni scorsi». Sullo sfondo lo stallo delle trattive di rinnovo della contrattazione nazionale di settore scaduta del 2013.

«A quasi 8 anni dalla scadenza della contrattazione è necessario riprendere le fila del confronto con Federfarma per la parte privata e Assofarm per le farmacie speciali ex municipalizzate, superando la posizione delle associazioni datoriali sull’eccesso di flessibilità oraria, sull’abbattimento delle maggiorazioni per il lavoro straordinario come anche sulle dinamiche salariali che devono necessariamente riconoscere la qualità delle prestazioni rese al pubblico».

Il sindacalista accende poi i riflettori sullo stato di salute del settore connotato da trasformazioni radicali, gestito per lo più da multinazionali, ma anche rispetto ai servizi erogati ai cittadini, da ultimo i test sierologici per la rilevazione del contagio da Covid-19 e, quando saranno disponibili, per l’erogazione dei vaccini.

«E’ necessario capire quale sarà il ruolo della nuova farmacia di servizi – ha dichiarato Guarini – e puntare ai profili professionali che vi opereranno».

«E’ evidente la necessità di accrescere la professionalità dei lavoratori farmacisti nelle farmacie con una formazione mirata – ha concluso il sindacalista – anche per fronteggiare la crescente competizione in atto nel comparto».

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