Roma, 6 febbraio 2020 – Si è concluso con una sentenza di assoluzione il processo di primo grado sull’inchiesta del crac dello storico marchio dell'arredamento e della grande distribuzione Mercatone Uno.La Procura bolognese, che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza, contestava ai sei imputati la bancarotta per distrazione e, nello specifico, diverse operazioni societarie fatte tra il 2005 e il 2013, per depauperare l'azienda, arrivando a sottrarre nel tempo 300 milioni di euro alla società, che poi entrò in amministrazione straordinaria. Ad agosto 2018, il gruppo sembrò poter rinascere quando i 55 punti vendita furono acquistati dalla società Shernon Holding, dichiarata in fallimento il 25 maggio 2019. Secondo la Procura di Milano, dove è in corso la nuova indagine, lasciò un buco da 80-90 milioni e nei guai i lavoratori: per i 1689 lavoratori a inizio gennaio è stata prorogata la Cassa integrazione straordinaria, fino al mese di maggio, dopo un accordo al ministero del Lavoro mentre proseguirà il confronto tra le Parti con l'obiettivo finale di garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali. I Commissari si sono impegnati a effettuare una ricognizione dei lavoratori coinvolti nel trattamento Cigs che potrebbero essere interessati all'utilizzo dell'assegno di ricollocazione. Il nuovo direttore della IV divisione del Mercato del Lavoro al ministero del Lavoro sta intanto procedendo alla sottoscrizione delle autorizzazioni per l’erogazione degli ammortizzatori sociali bloccati da luglio. Qualcosa si è mosso anche rispetto il riadeguamento del trattamento di sostegno al reddito più volte sollecitato dai sindacati; il “decreto milleproroghe”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel mese di dicembre dello scorso anno, contiene infatti una disposizione normativa ad hoc per gli ex dipendenti della fallita Shernon prevedendo che il trattamento di sostegno al reddito per l’anno 2019 sia riadeguato si precedenti parametri orari, ovvero quelli in godimento a luglio 2018 prima della cessione alla Shernon Holding. Rispetto l'andamento delle trattative in corso per la cessione dei compendi aziendali risultano esser pervenute 14 manifestazioni di interesse mentre si riducono ulteriormente i punti vendita interessati; allo stato non sono più nel perimetro della cessione i negozi in Puglia e nelle Marche. Sulla sentenza di assoluzione si è espressa la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca. «Questa sentenza che leggeremo entro 90 giorno seppur di I grado – ha dichiarato – potrebbe delineare nuovi scenari rispetto al perimetro di cessione». La sindacalista ha espresso l’auspicio «per una celere convocazione del Mise per verificare lo stato dell’arte sulla cessione della rete vendita».

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