Ristorazione Collettiva, l’appello delle Parti Sociali: inserire prioritariamente nel piano vaccinale anti Covid-19 i 96mila addetti al servizio di preparazione e somministrazione pasti negli ospedali, nelle strutture socio assistenziali e nelle scuole

Roma, 15 febbraio 2021 – Inserire prioritariamente nel piano vaccinale anti Covid-19 definito dal Ministero della Salute i lavoratori operanti nel settore della Ristorazione collettiva che quotidianamente assicurano il servizio di preparazione e somministrazione dei pasti nonostante le evidenti condizioni di rischio in particolare negli ospedali nelle strutture socio-assistenziali e nelle scuole. È la richiesta congiunta che le Parti Sociali firmatarie della contrattazione nazionale di settore, le associazioni imprenditoriali Angem, Alleanza delle Cooperative Italiane (Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, AGCI-Servizi) e le Organizzazioni Sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, hanno rivolto alle istituzioni e agli organi competenti e che sono contenute in un Protocollo di Intesa.

Nel comparto operano circa mille imprese, per un totale di 96mila lavoratrici e lavoratori; a regime il settore distribuisce annualmente oltre 1 miliardo e mezzo di pasti nelle scuole, negli ospedali, nelle strutture socio assistenziali, nelle aziende, nelle caserme, nelle università, nelle amministrazioni pubbliche per un mercato del valore di circa 6 miliardi di euro. L’emergenza epidemiologica ha comportato una perdita dei ricavi di circa 1/3 rispetto al 2019.

Nel prendere atto del “perdurare della gravissima situazione causata dall’emergenza epidemiologica e delle ripercussioni della crisi sul tessuto imprenditoriale e per evitare l’innescarsi di un fenomeno depressivo dovuto alla perdita di decine di migliaia di posti di lavoro”, le Parti Sociali ritengono che “la vaccinazione contro il Sars-Cov2/Covid-19 sia lo strumento utile a garantire l’esercizio delle attività di ristorazione collettiva in piena sicurezza sia con riferimento agli addetti coinvolti, sia riguardo alla generalità della popolazione, anche a tutela dei soggetti che non possono essere ancora vaccinati”.

Le Parti Sociali sottolineano inoltre che “in ragione della natura delle attività, il ricorso al lavoro agile è possibile solo per alcune attività amministrative e gestionali ed un numero limitato di casi”. A questo proposito nella fase emergenziale le Parti Sociali hanno sottoscritto intese in materia di regolamentazione delle misure per il contrasto e definito Avvisi Comuni per il contenimento dell’epidemia negli ambienti di lavoro e per il sostegno alle imprese anche finalizzate alla riapertura in sicurezza delle attività, per garantire spazi di accesso idonei ad accogliere utenti e consumatori.

Fondamentale in fase emergenziale anche il supporto della bilateralità settoriale con lo stanziamento di risorse dedicate al sostegno delle imprese e delle lavoratrici e dei lavoratori del settore attraverso i fondi di assistenza sanitaria integrativa sono state inserite misure per la diagnosi del Covid e per assicurare assistenza durante la quarantena e il ricovero ospedaliero nonché per il rimborso del vaccino antinfluenzale.

Al fine di mitigare gli effetti dell’emergenza e, visto il perdurare della grave situazione epidemiologica causata da Covid-19, le Parti Sociali, auspicano la più alta partecipazione possibile di tutti i lavoratori operanti nel settore al piano vaccinale in corso, attivandosi all’interno delle Aziende e tra gli stessi operatori nella promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione finalizzate alla vaccinazione contro Covid19.

Governo. Fisascat Cisl: «Bene rinascita ministero del Turismo con Portafoglio, massima disponibilità del Sindacato al confronto sulle strategie di rilancio»

Roma, 12 febbraio 2021– «Accogliamo con favore la rinascita del ministero del Turismo, una scelta quanto mai necessaria data l’urgenza di intervenire in questo settore strategico dell’economia italiana messo in ginocchio dalla pandemia da Covid». Così il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini commenta l’istituzione del ministero del Turismo con Portafoglio decisa dal Presidente del Consiglio Mario Draghi. 

Il sindacalista, nell’augurare buon lavoro al neo eletto ministro Massimo Garavaglia, conferma «la disponibilità del Sindacato ad un confronto per contribuire a definire  le strategie di rilancio del comparto turistico che vale il 13% del Pil ed occupa a regime oltre 2milioni di addetti». «Tra le nostre priorità – conclude Guarini – c’è quella della valorizzazione del lavoro stagionale, componente strutturale del comparto turistico che ha bisogno di interventi mirati e di politiche di sostegno adeguate».

Smart Working Unieuro, Sindacati: le questioni legate all’organizzazione e alla sicurezza del lavoro siano ricondotte nell’alveo della contrattazione decentrata esistente

Roma, 12 febbraio 2021 – Le questioni legate all’organizzazione e alla sicurezza del lavoro siano ricondotte nell’alveo della contrattazione decentrata esistente dove tali materie sono demandate dalla contrattazione nazionale di settore. E’ la posizione dei sindacati di categoria Fisascat Cisl e Uiltucs rispetto la decisione unilaterale assunta dalla direzione aziendale della catena italiana di elettronica di consumo ed elettrodomestici leader del mercato Unieuro di approntare un progetto di Smart Working denominato Futura per i 300 dipendenti delle funzioni centrali.

I sindacati, nel condividere la necessità di definire nuovi modelli organizzazioni di svolgimento della prestazione lavorativa, sollecitano un acceleramento delle trattative di rinnovo del contratto integrativo scaduto lo scorso anno e in ultra vigenza, applicato ai circa 4.500 dipendenti, ferme al mese di gennaio 2020.

In tale occasione i sindacati avevano illustrato i contenuti della piattaforma unitaria; la proposta congiunta contempla un intervento sulle relazioni sindacali territoriali in particolare sul tema dell’organizzazione del lavoro, la richiesta di incrementare le maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo e la revisione del il premio di risultato in un approccio più equo nonché l’ampliamento delle tutele ed il rafforzamento del welfare aziendale oltre alla definizione di un protocollo sulle tutele di genere, conciliazione vita lavoro, permessi solidali e abbigliamento aziendale.

 

Douglas Italia aggiorna i numeri della riorganizzazione in Italia: entro il 2022 la chiusura di 128 negozi.

Lavoratori in cassa Covid-19 fino al 30 giugno 2021, i sindacati hanno chiesto l’attivazione del Tavolo di Crisi al Mise

Roma, 12 febbraio 2021 – A confronto con le organizzazioni sindacali la direzione della catena di profumerie Douglas Italia ha aggiornato i numeri del Piano di Riorganizzazione in Italia annunciato a mezzo stampa nelle scorse settimane; entro il 2022 chiuderanno 128 negozi. L’analisi aziendale ne ha già individuati 77 con 271 lavoratori coinvolti. 

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che hanno attivato lo stato di agitazione nazionale, hanno stigmatizzato il comportamento unilaterale ed inaccettabile della multinazionale tedesca che fino ad oggi si è sviluppata anche attraverso il ricorso a cospicui contributi e aiuti economici in Italia, con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali Covid e non, attraverso i sacrifici economici imposti alle lavoratrici e ai lavoratori e con il taglio dei posti di lavoro. 

I sindacati hanno  sollecitato un piano industriale di ristrutturazione  che faccia comprendere l’indirizzo della multinazionale in Italia ed in Europa. Tale progetto deve tener  conto delle prerogative delle lavoratrici e dei lavoratori con il mantenimento massimo possibile del livello occupazionale. Hanno poi chiesto ed ottenuto  dalla direzione aziendale l’attivazione della Cassa Covid per ulteriori 12 settimane dal 1 febbraio al 30 giugno 2021 con l’integrazione al 100% del salario; inoltre, hanno ottenuto la copertura salariale a carico di  Douglas dei giorni di non lavoro subiti dalle lavoratrici e dai lavoratori nel mese di gennaio 2021.

Tra le richieste sindacali il proseguimento del confronto basato su strumenti condivisi che di fatto impediscano che il prezzo dell’attuale situazione di incertezza venga scaricata sulla componente lavoro, A tale proposito  hanno inviato una missiva al ministero dello Sviluppo Economico sollecitando l’attivazione di un Tavolo di Crisi con l’intento di valutare tutte le possibilità e gli strumenti utili alla tutela dell’occupazione, sottolineando l’attuale assenza di un piano industriale comprensivo degli aspetti di ristrutturazione e riorganizzazione e di collocazione sul mercato. 

L’operazione di ristrutturazione annunciata da Douglas coinvolgerà oltre all’Italia tutta la rete dei negozi in Europa. Sulla vertenza si è attivato anche il sindacato europeo del Commercio Uni Europa Commerce che ha chiesto supporto ai sindacati affiliati, tra i quali la Fisascat Cisl,  al fine di avviare un’azione immediata di mobilitazione europea coordinata.

Decathlon sottoscrive un verbale di accordo per la richiesta della cassa integrazione con un sindacato compiacente. Dopo un anno di confronto e stipula di accordi, Filcams, Fisascat e Uiltucs escluse dalla trattativa

Roma 12 febbraio 2021 – È passato quasi un anno dall’inizio della pandemia COVID19, col susseguirsi dei provvedimenti governativi finalizzati a ridurre l’impatto della crisi generata sulle attività lavorative del Paese; e nel tempo trascorso si sono svolte numerose trattative tra le Federazioni Nazionali e Decathlon per consentire ai lavoratori di accedere allo strumento della Cassa Integrazione straordinaria, consentendo all’azienda di ridurre l’impatto economico causato dai provvedimenti di chiusura totale o parziale delle attività decise di volta in volta dal Governo o dalle Autonomie Locali per contrastare la diffusione del virus.

Decathlon, catena di abbigliamento sportivo, ha in Italia più di 7mila, 125 punti vendita su tutto il territorio nazionale si all’interno che all’esterno dei centri commerciali; ricavi miliardari e utile netto di circa 34 milioni di euro registrati a bilancio nel 2019. Da Aprile 2020, Filcams, Fisascat e Uiltucs, insieme all’azienda, hanno stipulato diversi accordi per la fruizione delle Cassa Integrazione Covid che hanno portato fino al 31 dicembre 2021.

Mentre era in pieno svolgimento l’esame congiunto per definire la proroga della CIG Covid, dal 1 gennaio 2021 al 31 marzo 2021, come previsto dalla Legge di Bilancio per il 2021, l’azienda ha trovato un sindacato compiacente, che non ha mai partecipato ad alcuna trattativa, che senza alcuno scrupolo o tantomeno verifica, ha sottoscritto un verbale di accordo per la richiesta della CIGD all’Istituto.

Un atto gravissimo, di cui le segreterie nazionali sono venute a conoscenza solo attraverso messaggi arrivati “clandestinamente” tramite whatsapp che, con grande enfasi e entusiasmo da parte di alcuni capi-negozio o capi area, comunicavano la notizia della firma del verbale di accordo senza specificare che i verbali erano sottoscritti solo dal sindacato compiacente, generando confusione tra i lavoratori iscritti e non iscritti e sicuramente sconcerto nelle segreterie di Filcams Fisascat e Uiltucs.

Dopo un anno di confronto e con un’emergenza sanitaria ancora in corso, l’azienda ha scelto la strada della rottura della trattativa, senza avere, tutt’oggi, ancora il coraggio e la correttezza di comunicare ufficialmente alle Federazioni Nazionali la scelta adottata.

“È una prova di forza nel momento sbagliato” affermano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs “che segna una frattura grave delle relazioni sindacali in un momento decisamente difficile per tutti; e scopre completamente la strategia negativa pronta a scaricare il peso del momento sulle spalle dei lavoratori e lavoratrici.”

Pur raggiungendo accordi, il confronto non è sempre facile in questi mesi secondo Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: “ci siamo trovati di fronte ad un’azienda che anche in un momento difficile per lavoratori e lavoratrici ha preferito gestire gli aspetti finanziari piuttosto che le oggettive difficoltà umane affrontate dal proprio personale – lo stesso che definisce capitale umano – in gran parte part – time e sottoposto nei punti vendita alle flessibilità unilaterali più spinte.”

Nel primo periodo di 9 settimane, infatti, l’azienda non ha accolto la richiesta sindacale di anticipare l’assegno di CIGD – finalizzato a evitare il grave disagio scaricato sulle spalle dei lavoratori della lunga attesa dell’assegno erogato dall’INPS; ed ha acconsentito a un prestito non oneroso da restituire entro Dicembre, ovvero all’anticipazione di ratei di 13^ e 14^ (comunque soldi dei lavoratori).

La trattativa si è successivamente incentrata sulla richiesta di integrare l’assegno di CIGD fino al 100% della retribuzione riuscendo a concordare l’integrazione nella misura di 1/26° della retribuzione mensile (pari al 20% dell’integrazione richiesta). Il dispositivo di integrazione è stato poi rivisto al ribasso per scendere al valore pari al 15%, condizionato dal raggiungimento di obiettivi di fatturato, poi non raggiunti.

Filcams Fisascat e Uiltucs daranno il massimo risalto alla gravità della vicenda, informeranno anche il CAE e non mancheranno certo di evidenziare le contraddizioni e la lontananza di Decathlon Italia dai principi della responsabilità sociale dell’impresa.

Distribuzione Moderna Organizzata, l’ente bilaterale Ebidim approva il contributo straordinario per i soggetti fragili colpiti dal Covid-19. Guarini: «Bilateralità si afferma come punto di riferimento certo per i lavoratori»

Roma, 12 febbraio 2021 – Il Consiglio Direttivo di E.Bi.Di.M., l’Ente Bilaterale del settore della Distribuzione Moderna Organizzata, ha approvato una misura straordinaria per fronteggiare l’emergenza da diffusione epidemiologica COVID19.

Con la prestazione Soggetti Fragili Covid19 verrà riconosciuto un contributo “una tantum” di euro 400 a tutti i lavoratori del settore in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3 della legge 104 del 1992 o in presenza di condizioni di rischio determinate da immunodepressione, esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, debitamente certificate mediante riconoscimento di disabilità ai sensi dell'articolo 3, comma 1 della medesima legge n. 104 del 1992.

La prestazione potrà essere richiesta dal 15 febbraio al 30 giugno 2021 salvo esaurimento delle risorse disponibili. Possono richiedere la prestazione i lavoratori a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti, e i lavoratori a tempo determinato con un contratto non inferiore a 6 mesi continuativi, purchè svolgano la propria attività presso datori di lavoro in regola con il versamento delle quote contributive e che applicano integralmente il Ccnl Distribuzione Moderna Organizzata sottoscritto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e l’associazione imprenditoriale Federdistribuzione.

Per il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini «con questa ulteriore prestazione, la Bilateralità nel settore della Distribuzione Moderna Organizzata, nonostante la sua recente costituzione, si afferma come un punto di riferimento certo e affidabile per lavoratrici e lavoratori che, quotidianamente, oltre al disagio generale che il Covid ha prodotto, debbono far fronte ai rischi ed ai problemi propri di una condizione di seria fragilità».

«La Fisascat Cisl – ha concluso il sindacalista – ritiene che la bilateralità debba farsi carico delle specifiche condizioni di bisogno che possono riguardare lavoratrici e lavoratori anche per fasi limitate temporalmente della propria vita per integrare quelle garanzie e tutele rivolte alla generalità degli occupati nel settore privato dal Ccnl».

Franco Marini, oggi a Roma l’ultimo saluto. Tutta la Cisl si è stretta nel cordoglio

Roma, 11 febbraio 2021 – Tutta la Cisl si è stretta nell’ultimo saluto a Franco Marini, scomparso a 87 anni, dopo una difficile battaglia contro il Covid.

Abruzzese di San Pio delle Camere, classe 1933, dal 1985 al 1991 è stato Segretario Generale della Cisl, poi ministro del Lavoro, Presidente del Senato, segretario del Partito popolare italiano ed europarlamentare approdando nel Partito Democratico diventandone un autorevole esponente.

Numerose le testimonianze di amicizia e stima da tanti esponenti del mondo politico e sindacale. La segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan ha definisto Franco Marini "uno dei ' padri nobili' del nostro paese", ripercorrendo gli anni di militanza nel Sindacato “dove ha trascorso gran parte della sua vita, rappresentando un esempio di specchiata moralità, un baluardo dei valori democratici ed un fiero sostenitore del ruolo autonomo e riformista del Sindacato e della sua necessaria unità, per guidare le trasformazioni della società”. 

Furlan ha sottolineato il contributo importantissimo reso da Franco Marini "alla vita del movimento dei lavoratori ed alla vita del Paese, in anni difficili, come quelli dell'attacco del terrorismo alle istituzioni e successivamente come ' servitore' dello Stato". "La democrazia, l'antifascismo, il valore della dignità del lavoro, la centralità della persona, l'unità del paese – ha aggiunto – sono stati questi i principi ideali interpretati, vissuti e difesi sempre da Franco Marini con grande determinazione e coerenza nel corso della sua lunga esperienza sindacale e politica. Valori ideali che gli aveva trasmesso Giulio Pastore, il fondatore della Cisl, del cui pensiero Marini è stato uno dei più fedeli interpreti".

Anche la Fisascat Cisl ha espresso profondo cordoglio per la perdita di "un grande protagonista della storia Repubblicana con la pipa in mano in un costante cammino nell'interesse del Paese, con responsabilità, passione, competenza e un alto senso etico e morale".

Ciao Franco, la terra di sia lieve! 

 

Ebincolf, al via la formazione finanziata e certificata per gli assistenti familiari

Roma, 11 febbraio 2021 – Incrementare le professionalità e attestare le competenze acquisite è l’obiettivo delle Parti Sociali firmatarie della contrattazione collettiva con l’implementazione dei servizi offerti dall’Ente Bilaterale di settore Ebincolf.

La formazione finanziata dall’Ente Bilaterale per gli assistenti familiari (Colf/ badanti/baby sitter), per il tramite della Federazione nazionale ed erogata dalle strutture territoriali Fisascat, potrà essere certificata previo esame a conclusione del percorso formativo che prevede un modulo di 40 ore per colf generico polifunzionale e di ulteriore 24 ore per il corso di specializzazione per badante e baby sitter.

L’ente bilaterale, si è dotato di un nuovo assetto organizzativo con la costituzione della Commissione di certificazione con il compito di attuare tutte le misure necessarie per gestire l’attività di certificazione della formazione e relative commissioni di esami.

Le sessioni di esami si terranno nei mesi di marzo, giugno e novembre 2021; i partecipanti dovranno essere in possesso di un regolare permesso di soggiorno, aver maturato un’esperienza lavorativa di almeno dodici mesi negli ultimi trentasei anche non continuativi con regolare contratto di assunzione, dimostrabile da estratto conto previdenziale; aver partecipato negli ultimi trentasei mesi ad un corso di formazione finanziato da Ebincolf relativo alla qualifica per quale si intende richiedere la certificazione.

Le richieste di partecipazione all’esame di certificazione saranno valutate da Ebincolf in base ai requisiti previsti e sottoposte alla convalida della Commissione di certificazione che ne valuterà l’ammissibilità. L’iter di accreditamento – avviato con Accredia, l’Ente italiano per la certificazione della formazione – prevede un processo di adeguamento dal punto contenutistico delle abilità, delle conoscenze e delle competenze secondo le previsioni normativa e la definizione di percorsi formativi, strettamente collegati a determinati criteri per ottenere la certificazione della formazione.

«Un percorso lungimirante – ha dichiarato la segretaria nazionale Fisascat Cisl Aurora Blanca – che servirà anche a gettare le basi per migliorare la percezione della qualità del servizio erogato dagli assistenti familiari e fruito da ciascuna famiglia, ponendo l’accento sulla persona e sul lavoro dignitoso».

«Il recente rinnovo contrattuale, definendo la figura dell’assistente familiare – ha concluso la sindacalista – ha il merito di aver contribuito ad un notevole cambio di paradigma puntando sulla centralità della persona e delle opportunità insite nell’avvalersi di un collaboratore fidato e qualificato che coadiuva tutta la famiglia nel menage quotidiano, offrendo a questa la possibilità anche di avere tempo da investire diversamente».

Contratti, Istat: a fine 2020 10milioni di lavoratori in attesa di rinnovo. 5milioni gli addetti del Terziario coinvolti

Roma, 5 febbraio 2021 – Alla fine di dicembre 2020 i contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica (24 contratti) riguardano il 19,1% dei dipendenti, circa 2,4 milioni, con un monte retributivo pari al 19,8% del totale. I contratti in attesa di rinnovo a fine dicembre 2020 sono 49 e coinvolgono circa 10,0 milioni di dipendenti (l'80,9% del totale).

A rilevarlo l’Istat. L’istituto di statistica registra anche un aumento tendenziale dell'indice mensile delle retribuzioni contrattuali dello 0,6% rispetto a dicembre 2019 per i dipendenti dell’industria, del settore credito e assicurazioni e per l’edilizia, energia e petroli mentre nessun incremento retributivo si rileva per l'agricoltura, il commercio, le farmacie private, alcuni comparti dei servizi privati, le telecomunicazioni e la pubblica amministrazione.

Dei lavoratori in attesa di rinnovo circa 7milioni sono riconducibili ai settori del commercio, turismo e servizi; per 5milioni di questi sono state avviate le trattative di rinnovo; al palo nei settori del settore delle Imprese di Pulizia, Servizi Integrati, Multiservizi e nel comparto della vigilanza privata, dove complessivamente circa 700mila addetti sono in attesa del nuovo contratto rispettivamente da quasi 8 anni e da più di 5 anni.

Ha preso intanto il via la stagione dei rinnovi dei contratti applicati agli oltre 3,5 milioni di lavoratori dipendenti nel settore del terziario, distribuzione e servizi scaduti nel 2019; il confronto, avviato finora con l’associazione imprenditoriale Confcommercio, riflette inevitabilmente le ripercussioni della crisi economica generata dalla pandemia, con pesanti effetti soprattutto nel comparto non food.

Una congiuntura complessa che richiede un approccio non ordinario ai negoziati, avviati responsabilmente dalle Parti Sociali sulla base di un documento unitario che sintetizza le priorità dei sindacati: a cominciare dai temi legati a salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, alla introduzione di nuove tutele e garanzie per la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro, al salario, al welfare, alla formazione fino alla rivisitazione delle professionalità nei sistemi di classificazione e al contrasto al divario e alla violenza di genere. La proposta di parte sindacale dedica poi un’attenzione particolare al lavoro del futuro, con la espressa richiesta di rendere più strutturato l’articolato contrattuale in tema di lavoro agile, oltre ad un focus sulle attività terziarizzate, anche alla luce delle riorganizzazioni che le imprese dei servizi e del commercio stanno realizzando su vasta scala.

I sindacati hanno chiesto alla Confcommercio di proseguire il confronto per aree tematiche, con commissioni ad hoc per approfondire i contenuti della piattaforma unitaria che auspicabilmente dovranno trovare una sintesi nel rinnovo. Il 16 febbraio prenderà il via il confronto con l’associazione imprenditoriale Confesercenti. Per la Fisascat Cisl sono centrali i temi della tenuta occupazione anche dopo il venir meno dell’obbligo del divieto di licenziamento, fissato al 31 marzo 2021, e dell’introduzione di diritti e garanzie volti a dare un sostegno alle condizioni soggettive di chi ha bisogno. Il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice in particolare sottolinea il cambio di paradigma che caratterizza il settore.

«Il comparto della distribuzione commerciale – ha dichiarato il sindacalista – sta vivendo un periodo di profonda trasformazione sia per quanto riguarda i format di vendita che per l’espansione dei canali e-commerce e quindi – ha sottolineato – è opportuno porre al centro del confronto il tema di una armonica valorizzazione dell’apporto professionale richiesta ai lavoratori nell’ambito di un servizio di vendita che muta repentinamente».

Per il sindacalista «è necessario attenzionare anche la filiera dei servizi e delle attività rese da terzi presso le strutture aziendali commerciali che devono emanciparsi dal gioco del lavoro non sempre regolare ed essere ricondotte nell’ambito applicativo di contratti sottoscritti da organizzazioni non comparativamente più rappresentative a livello nazionale».

«Abbiamo una priorità – ha aggiunto il segretario generale della categoria cislina Davide Guarini – consolidare un lavoro di qualità nell’ambito del settore distributivo e più in generale nel terziario di mercato, anche rilanciando delle soluzioni in seno al mercato del lavoro settoriale, che da sempre hanno visto in tali settori dei laboratori nei quali si sono sperimentate formule innovative estese successivamente al mondo del lavoro subordinato».

«Il nostro obiettivo – ha evidenziato il sindacalista – resta quello di rinnovare i contratti, ampliare ed estendere tutele, diritti e garanzie, preservare i livelli occupazionali e il potere di acquisto delle retribuzioni». Il sindacalista non ha dubbi.

«I contratti nazionali – ha dichiarato – in uno scenario contraddistinto dal perdurare della crisi economica e dall’incertezza sulle prospettive future, se ulteriormente qualificati e arricchiti da istituti al passo con i tempi, possono rappresentare dei veri e propri patti per l’innovazione, la produttività e l’occupazione, contribuendo al consolidamento delle imprese nella fase post pandemica, al mantenimento dei posti di lavoro e alla crescita occupazionale».

Nuovo Piano Vaccini, 14 milioni di dosi entro aprile. Parti Sociali Ccnl Commercio, Turismo e Servizi: assicurare priorità lavoratori in prima linea

Roma, 5 febbraio 2021 – Nelle fasi 2 e 3 la campagna di vaccinazione in Italia cerca un rilancio con una rimodulazione del piano vaccinale: obiettivo somministrare 2 milioni di dosi a febbraio, 4 milioni a marzo e 8 milioni ad aprile, per un totale di 14 milioni di dosi in un trimestre.

E’ quanto condiviso dai Governatori regionali, dai ministri uscenti per gli Affari Regionali e della Salute Francesco Boccia e Roberto Speranza e il commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid-19 Domenico Arcuri. In base alle linee di rimodulazione del piano vaccinale i vaccini Pfizer e Moderna saranno somministrati a over 80 e ai più fragili, quello di AstraZeneca al di sotto dei 55 anni a personale scolastico docente e non docente, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti; le Regioni si muoveranno per coinvolgere anche i medici di famiglia nella campagna vaccinale.

E’ in questa fase che le Parti Sociali firmatarie dei contratti collettivi nazionali del commercio, turismo e multiservizi hanno sollecitato le istituzioni sulla necessità di assicurare ai lavoratori la priorità di vaccinazione. Una responsabilità fortemente sentita per le centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori dei servizi in appalto di pulizie e sanificazione che operano nelle strutture sanitarie, socio sanitarie e nelle Rsa, che insieme al personale diretto hanno assicurato, fin dall’inizio dell’emergenza pandemica, la prosecuzione del servizio pur trovandosi di fronte al rischio contagio.

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, in una missiva trasmessa alle istituzioni e agli organi competenti, hanno sottolineato che “vaccinare prioritariamente questi lavoratori al pari del personale sanitario aiuterà certamente a mantenere la resilienza del servizio sanitario stesso”.

Come pure per i lavoratori della distribuzione commerciale, per i quali tutte le Parti Sociali – i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e le associazioni imprenditoriali Federdistribuzione, Confcommercio, Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori, Confesercenti, Associazione Nazionale Cooperative Dettaglianti – in un Avviso Comune rivolto alle Istituzioni hanno sollecitato una “particolare attenzione nell’attuazione del Piano di Vaccinazione, considerata in primo luogo la necessità di tutela delle attività che continuano a garantire il servizio senza soluzione di continuità dall’inizio della pandemia”.

“Una azione – hanno sollecitato le Parti Sociali impegnate nella promozione di campagne informative e di sensibilizzazione – che, nel quadro della lotta alla pandemia, contribuirà al contenimento del contagio e permetterà a tutto il settore del commercio, già pesantemente colpito dal lockdown, di iniziare un percorso di resilienza e ripresa a favore di tutta la comunità in condizioni di piena tutela della salute di tutti”.

L’appello è giunto anche dal sindacato internazionale dei servizi Uni Global Union. In un tweet la segretaria generale Christy Hoffman ha sottolineato che “i lavoratori essenziali nella vendita al dettaglio sono in costante pericolo e devono essere prioritari quando si tratta di ottenere un vaccino contro il Covid-19.

Il loro ruolo nella nostra vita non può essere trascurato e la società non può sopravvivere senza di loro. Prima hanno accesso al vaccino, meglio è”. Un tema fortemente sentito anche nel comparto turistico-ricettivo dove i sindacati di categoria e le associazioni imprenditoriali del settore turistico ricettivo – Federalberghi, Fipe, Faita e Fiavet, Assocamping, Assohotel, Assoviaggi, Fiba e Fiept – in un appello congiunto rivolto alle istituzioni hanno sottolineato “l’utilità di uno strumento per “garantire l’esercizio dell’attività turistica in piena sicurezza sia con riferimento agli addetti e alla generalità della popolazione”.

«Il consiglio che possiamo dare ai lavoratori e alle lavoratrici è quello di aderire convintamente alla campagna vaccinale disposta dal Governo» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl anche considerati gli ultimi dati Inail del 12esimo report nazionale sui contagi sul lavoro da Covid-19 elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’ente pubblico, che confermano la recrudescenza della pandemia.

L'analisi territoriale conferma che le denunce di contagi Covid sul lavoro ricadono soprattutto nel Nord del Paese: il 47,5% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 28,4%), il 23,0% nel Nord-Est (Veneto 9,7%), il 13,8% al Centro (Lazio 5,6%), l'11,5% al Sud (Campania 5,4%) e il 4,2% nelle Isole (Sicilia 2,7%).

«E’ evidente che nei luoghi di lavoro – ha concluso Guarini – non bisogna abbassare la guardia ed è bene che i Protocolli e i Comitati Aziendali, laddove definiti e costituiti, implementino le misure per contrastare la diffusione della pandemia e delle varianti del coronavirus che si stanno purtroppo rapidamente diffondendo anche in Italia».