Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari, il Fondo Fasiv proroga le prestazioni sanitarie Covid-19 al 31 marzo 2021

Roma, 5 febbraio 2021 – Prosegue l’intervento della bilateralità contrattuale nel comparto della vigilanza privata e dei servizi fiduciari per contrastare la diffusione del coronavirus e per supportare i lavoratori nella fase emergenziale.

Il Fondo Sanitario Integrativo dei dipendenti del comparto sicurezza Fasiv ha prorogato al 31 marzo 2021 le prestazioni connesse alla situazione pandemica che saranno erogate ai lavoratori iscritti, inclusi, in via straordinaria, i beneficiari del trattamento di integrazione al reddito.

La convenzione con Unisalute interviene nei casi di accertata diagnosi di COVID-19, confermata e documentata da referto del tampone molecolare effettuato presso i laboratori di riferimento regionali. In caso di ricovero in Istituto di Cura, l’Assicurato avrà diritto a un’indennità di € 100,00 per ogni notte di ricovero per un periodo non superiore a 50 giorni all’anno (la giornata di ingresso e dimissione costituiscono un’unica giornata ai fini della diaria).

Esclusivamente per la pandemia COVID 19, qualora, secondo le prescrizioni dei sanitari e con attuazione delle disposizioni in esso contenute, si renda necessario un periodo di isolamento domiciliare a seguito di positività al virus, l’iscritto avrà diritto a un’indennità di € 30,00 al giorno per 10 giorni all’anno.

La diaria giornaliera verrà corrisposta anche qualora l’iscritto non abbia preventivamente subito un ricovero. Esclusivamente per la pandemia COVID 19, successivamente alla dimissione, l’assicurato potrà richiedere un’indennità forfettaria di € 1.000, 00.

Questa garanzia è aggiuntiva all’ “Indennità giornaliera per ricovero in caso di positività al covid-19”. Esclusivamente per la pandemia COVID 19, successivamente alla dimissione e soltanto nel caso in cui durante il ricovero sia stato necessario il ricorso alla Terapia Intensiva, è prevista un’indennità forfettaria pari ad € 2.000, 00.

Questa garanzia è aggiuntiva all’ “Indennità giornaliera per ricovero in caso di positività al covid-19”. Inoltre, sono state implementate le prestazioni dirette con l’introduzione del rimborso dei tamponi antigenici/molecolari per la rilevazione del COVID-19, effettuati nel periodo 01/01/2021 – 30/06/2021. L’importo massimo rimborsabile è pari a € 40,00 per iscritto.

Per la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca «con la proroga delle prestazioni Covid, estese anche ai lavoratori percettori di ammortizzatori sociali, si conferma l’assunzione di responsabilità della bilateralità contrattuale in un settore che ha apportato un contributo significativo nel contrasto alla diffusione della pandemia».

Douglas Italia annuncia la riorganizzazione della rete vendita e la chiusura di 17 negozi entro il 31 marzo. I sindacati proclamano lo stato di agitazione: individuare soluzione condivisa

Roma, 5 febbraio 2021 – La direzione della catena di profumerie Douglas Italia ha comunicato ai sindacati l’avvio di un immediato piano di riorganizzazione della rete di negozi con relative chiusure in seguito alle ingenti perdite di fatturato e redditività registrate a causa degli effetti della pandemia da Covid-19 motivando questa scelta con la necessità di salvaguardare la liquidità del Gruppo. L’operazione coinvolgerà tutta la rete dei negozi in Europa.

L’impatto del piano sulla country italiana, ha annunciato la direzione aziendale, sarà rilevante per il numero di chiusure, ancora da definire, effettuate nel giro di 12-24 mesi. La valutazione, sottolinea Douglas Italia, anche sul perimetro dei negozi in perdita prima della pandemia e considerati non profittevoli.

La direzione ha già annunciato la chiusura di 17 punti vendita entro il 31 marzo 2021 in Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna. Immediata la reazione dei sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori.

Le tre sigle hanno sollecitato un incontro urgente per l’8 febbraio, confermato dalla direzione aziendale, diffidando la messa in atto azioni unilaterali e trasferimenti che celano in realtà veri e propri licenziamenti. I sindacati hanno stigmatizzato “la mancata attivazione di un confronto preventivo, situazione che ha determinato un atto di oggettiva lesione di normali e positive relazioni sindacali”.

Le tre sigle puntano il dito contro “l’ennesimo atto volto a destrutturare ulteriormente la rete di negozi in Italia” ricordando che “ad inizio del 2019 Douglas Italia aveva già annunciato la chiusura di 35 negozi in Italia, in parte per effetto di contratti d’affitto non rinnovati, in parte per redditività negativa”.

“Proprio in occasione dell’ultima proroga del contratto di solidarietà – aggiungono i sindacati – era stato firmato un verbale d’accordo in cui si dichiaravano superati i problemi di carattere occupazionale anche in seguito al processo di acquisizione dei marchi Limoni e La Gardenia, con il mantenimento del perimetro esistente”.

“L’Auspicio – concludono i sindacati – è quello di individuare soluzioni condivise in alternativa ad un processo di riorganizzazione che mette a rischio centinaia di posti di lavoro e che potrebbe tradursi con pesanti ripercussioni sociali nel corso di congiuntura economica che già risente fortemente degli effetti della crisi pandemica in atto”.

Avviso Comune per la tutela dei lavoratori e delle imprese del settore commercio

Roma, 1 febbraio 2021 – I lavoratori del settore del commercio meritano una particolare attenzione nell’attuazione del Piano di Vaccinazione anti-COVID-19 nell’ambito del piano strategico definito dal Ministero della Salute. In particolare i lavoratori meritano che – ultimata la prima fase mirata alla tutela degli operatori sanitari, forze pubbliche e soggetti fragili – venga ad essi assicurata priorità di vaccinazione contro SARS-COV-2/COVID-19, considerando in primo luogo la necessità di tutela delle attività che continuano a garantire il servizio senza soluzione di continuità dall’inizio della pandemia.

E’ la richiesta delle Parti Sociali firmatarie dei contratti nazionali di settore – le associazioni imprenditoriali Federdistribuzione, Confcommercio, Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori, Confesercenti, Associazione Nazionale Cooperative Dettaglianti e i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil – contenuta in un Avviso Comune rivolto alle Istituzioni. Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria – sottolineano – le imprese e i lavoratori del commercio hanno dovuto fronteggiare, più che in altri settori, le pesanti ricadute della pandemia. Il settore alimentare è stato chiamato dal legislatore a garantire in sicurezza la continuità di un servizio fondamentale per il Paese, mentre il settore non alimentare ha pesantemente subìto le restrizioni del lockdown e ha dovuto affrontare i drammatici effetti del crollo dei ricavi.

La normativa emergenziale ha richiesto, e richiede tuttora, elevati standard di sicurezza a tutti gli operatori del settore per garantire l’apertura delle attività commerciali e per tutelare, allo stesso tempo, lavoratori e clienti. Imprese e lavoratori, ognuno per la propria parte, hanno collaborato in tutti questi mesi con sacrificio e senso di responsabilità, investendo risorse e assicurando impegno e professionalità.

Le Parti Sociali ritengono che a questo straordinario impegno dei lavoratori e delle aziende debba ora affiancarsi un concreto e fattivo riconoscimento del ruolo strategico del settore da parte delle istituzioni, un riconoscimento che contribuisca a generare fiducia e concrete prospettive di ripresa e ritorno alla normalità. Siamo convinti che ciò debba avvenire attraverso la valorizzazione dei lavoratori che quotidianamente svolgono la propria attività all’interno di tutti i punti di vendita e negozi del Paese nonostante le preoccupazioni legate ad una possibile esposizione al rischio. Riteniamo che il segno più concreto di riconoscimento possa essere individuato nella regolamentazione del Piano.

Questa azione, nel quadro della lotta alla pandemia, contribuirà al contenimento del contagio e permetterà a tutto il settore del commercio, già pesantemente colpito dal lockdown, di iniziare un percorso di resilienza e ripresa a favore di tutta la comunità in condizioni di piena tutela della salute di tutti. Infatti riteniamo la vaccinazione, unitamente alle misure di prevenzione da continuare ad osservare in seno ai punti vendita, uno strumento utile a garantire l’esercizio in piena sicurezza delle attività sia con riferimento agli addetti coinvolti sia riguardo alla generalità della popolazione, anche a tutela dei soggetti che non possono essere vaccinati.

Siamo certi che la nostra richiesta riceverà la giusta attenzione e accoglienza auspicando, al contempo, la più alta adesione dei lavoratori del settore alla campagna vaccinale in corso. A tal fine, da parte nostra ci impegneremo a promuovere campagne intense informative e di sensibilizzazione in favore dei lavoratori occupati finalizzate alla vaccinazione contro SARS-COV-2/COVID-19 auspicando la più alta adesione possibile.

Il Turismo riparta dalle vaccinazioni: da imprese e sindacati un appello comune

Roma, 30 gennaio 2021 – Al fine di programmare il rilancio dell’attività turistica in condizioni di piena tutela della salute, il 26 gennaio 2020 le organizzazioni datoriali* e sindacali** stipulanti CCNL che trovano applicazione alle imprese del settore turismo hanno sottoscritto un accordo per richiedere alle autorità competenti l’accesso tempestivo al programma vaccinale anti Covid-19 per i lavoratori del settore turismo.

L’accordo è accolto con soddisfazione dalle parti stipulanti, perché individua nella vaccinazione contro SARS-CoV-2/Covid-19 uno strumento utile a garantire l’esercizio in piena sicurezza dell’attività turistica sia con riferimento agli addetti, sia riguardo alla generalità della popolazione.

In considerazione della necessità di riservare ai lavoratori del settore turismo particolare attenzione nell’attuazione del piano vaccinale, le parti richiedono alle autorità centrali e locali l’inserimento degli stessi tra le categorie prioritariamente destinatarie della vaccinazione, alla luce dell’esigenza di tutela delle attività che continuano ad assicurare il servizio nonostante l’esposizione al rischio.

Per garantire il successo della campagna vaccinale, le parti hanno infine concordato di attivarsi per promuovere, tra i lavoratori occupati, campagne di informazione e sensibilizzazione finalizzate alla vaccinazione contro SARS-CoV-2/Covid-19.

 

(*) le organizzazioni datoriali stipulanti CCNL che trovano applicazione nel settore turismo sono: Federalberghi, Fipe, Faita e Fiavet (aderenti a Confcommercio); Assocamping, Assohotel, Assoviaggi, Fiba e Fiepet (aderenti a Confesercenti)

(**) le organizzazioni sindacali stipulanti CCNL che trovano applicazione nel settore turismo sono: Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs

Covid-19. Prorogata al 30 giugno la copertura sanitaria integrativa per i 4mila civili delle basi Usa in Italia

Blanca: «Il contratto nazionale continua a tendere la mano a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie»

Roma, 29 gennaio 2021 – Prorogata al 30 giugno 2021 la copertura sanitaria integrativa Covid-19 per i 4mila civili occupati nelle Basi Usa in Italia. E’ quanto riferito dai sindacati di categoria Fisascat Cisl e Uiltucs e dalla Commissione Statunitense Jcpc dopo aver rinegoziato le condizioni con la compagnia assicurativa Unisalute. In caso di Ricovero in Istituto di Cura l’Assicurato avrà diritto a un’indennità di €. 40,00 per ogni notte di ricovero per un periodo non superiore a 50 giorni all’anno.

Esclusivamente per la pandemia COVID 19 successivamente alle dimissioni e soltanto nel caso in cui durante il Ricovero sia stato necessario il ricorso alla Terapia Intensiva dell’Assicurato, è prevista inoltre un’indennità forfettaria pari ad € 800,00. La compagnia al momento ha coperto con oltre 40.000 euro i sinistri occorsi per Covid.

«L’accesso alle prestazioni connesse alla pandemia andava necessariamente prorogato al fine di dar risposte ai lavoratori civili delle Basi visto il protrarsi dell’emergenza sanitaria» ha dichiarato la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca.

«Il contratto nazionale di lavoro delle Basi Usa – ha aggiunto – continua a tendere ancora una volta la una mano a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie». «Resta prioritario il tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro» ha chiosato la sindacalista sottolineando che «finita l’emergenza sarà necessario avviare una discussione con la Jcpc, finalizzata alla condivisione di un protocollo sulla sicurezza più cogente, da applicare in modo uniforme in tutte le installazioni americane in Italia».

Terziario Distribuzione Servizi, avviato il negoziato per il rinnovo del contratto nazionale applicato ad oltre 3 milioni e mezzo di addetti

Sindacati: «Necessario ribadire la valenza del contratto leader per preservare ed accrescere la qualità del lavoro»

Roma, 27 gennaio 2021 – Ha preso il via in modalità videoconferenza il confronto per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro del Terziario Distribuzione Servizi per i dipendenti da aziende associate alla Confcommercio, scaduto il 31 dicembre 2019, applicato alla più vasta platea di lavoratori del settore privato in Italia, con oltre 3milioni e mezzo di addetti impiegati nelle attività commerciali e nelle imprese di servizi, uno spaccato economico che ricomprende anche i lavoratori dell’Ict e figure dell’e-commerce oltre alle figure più tradizionali, come gli addetti alle vendite, cassieri e magazzinieri.

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno rappresentato all’associazione imprenditoriale i contenuti del documento unitario per l’avvio del tavolo negoziale, in uno scenario economico che riflette inevitabilmente gli effetti della crisi pandemica.

Al centro dell’impegno della delegazione sindacale i temi legati a salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, alla introduzione di nuove tutele e garanzie per la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro, al salario, al welfare, alla formazione ed alla rivisitazione delle professionalità nei sistemi di classificazione come al contrasto al divario e alla violenza di genere.

La proposta di parte sindacale dedica poi un’attenzione particolare al lavoro del futuro, con l'espressa richiesta di rendere più strutturato l’articolato contrattuale in tema di lavoro agile, oltre ad un focus sulle attività terziarizzate, anche alla luce delle riorganizzazioni che le imprese dei servizi e del commercio stanno realizzando su vasta scala.

Per i sindacati «è necessario, sia pure nelle condizioni complesse che il macrosettore del terziario sta attraversando, ribadire la valenza del contratto leader di settore per preservare ed accrescere la qualità del lavoro all’interno delle aziende che lo applicano e per rispondere in maniera congrua alle aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori, anche preservando il potere di acquisto delle retribuzioni».

«Le attività di vendita dei generi di largo consumo, al pari di altri pochi servizi di tipo essenziale – hanno evidenziato le tre federazioni di categoria – in questi difficili mesi hanno garantito un continuo presidio, ragion per cui i lavoratori in esse impiegati, chiamati in talune attività ad uno sforzo eccezionale nel corso della pandemia da Covid-19, hanno diritto ad una conclusione negoziale in tempi ragionevoli e che dia loro delle risposte apprezzabili».

Settore Ortofrutticolo ed Agrumario, conclusa positivamente la consultazione dell’ipotesi di accordo di rinnovo del contratto nazionale. Dell’Orefice: «Confermata la validità di una intesa soddisfacente sia dal punto di vista salariale che normativo»

Roma, 26 gennaio 2021 – Si è conclusa positivamente la consultazione dei lavoratori sull’ipotesi di accordo di rinnovo del contratto nazionale di lavoro applicato ai 60mila addetti del settore ortofrutticolo ed agrumario sottoscritta il 20 novembre 2020 dai sindacati di categoria Fisascat Cisl, Flai Cgil e Uiltucs e dall’associazione imprenditoriale a Fruitimprese-Confcommercio.

L’intesa, con vigenza retroattiva con decorrenza dal 1° gennaio 2020 fino al 31 dicembre 2023, ha definito un incremento salariale d € 68 al 6 livello a regime – pari al +4.77% rispetto l’aumento previsto dal precedente contratto – erogato in quattro tranche a partire dal mese di dicembre 2020. Molte le novità introdotte con il rinnovo, a cominciare dell’aggiornamento del sistema di classificazione; i lavoratori stagionali che abbiano prestato servizio per almeno 40 mesi, anche frazionati, in 5 anni civili, passeranno al 6° livello.

Sul mercato del lavoro i lavoratori a tempo determinato che effettuano presso la stessa azienda più di 190 giornate di effettiva presenza avranno diritto all'instaurazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato con prestazione ridotta annuale (part time verticale ciclico).

L’intesa da introdotto il diritto alla riassunzione per i lavoratori stagionali che abbiano maturato ed esercitato il diritto di precedenza; nel contratto di assunzione sarà inserita l’informativa con le modalità telematiche riscontrabili. Il rinnovo demanda alla contrattazione di secondo livello la regolamentazione di forme di convertibilità degli straordinari, indennità e premi di produzione in ore di permesso per assistere familiari non autosufficienti.

L’orario normale di lavoro effettivo è stabilito in 40 ore settimanali, cinque giorni su sette; eventuali eccezioni saranno concordate a livello aziendale con il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali o dei sindacati territoriali. Il nuovo contratto riconosce anche il ruolo strategico della formazione professionale; le ore di formazione continua possono essere definite anche a livello aziendale con il coinvolgimento delle rappresentanze sindacale e dei sindacati territoriali.

Il nuovo contratto introduce anche l’obbligatorietà del refettorio nei luoghi di lavoro e istituisce la banca delle ore solidali, con la possibilità di cedere ai lavoratori bisognosi fino a 10 giorni di ferie e permessi. Il rinnovo contrattuale ha introdotto un articolato volto a debellare la violenza e le molestie perpetrate nei luoghi di lavoro – condotta che costituisce espressa violazione degli obblighi contrattuali – con il ruolo affidato alle Pari Opportunità di individuare un codice di comportamento ad hoc, mentre iniziative di informazione, formazione e prevenzione saranno concordate tra le parti a livello aziendale e regionale. In primo piano anche il tema della tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori con un espresso richiamo alla normativa vigente su salute e sicurezza.

La Fisascat Cisl ha accolto positivamente l’esito della consultazione.

«La conclusione favorevole delle operazioni di consultazione sul negoziato conferma la validità di un rinnovo soddisfacente sia per l’incremento salariale che per le novità normative che ampliano le tutele per le lavoratrici ed i lavoratori anche rispetto ai temi della salute e della sicurezza e della formazione professionale» ha dichiarato il segretario nazionale Vincenzo Dell’Orefice.

E’ il segretario generale della federazione Davide Guarini a ribadire «la valenza di un rinnovo contrattuale definito nell’attuale congiuntura economica e sociale in un settore che riflette inevitabilmente degli effetti della crisi economica generata dalla pandemia».

Recovery Fund. Sindacati al tavolo con il Premier Conte. Le 10 azioni strategiche della Cisl per ricostruire il Paese

Roma, 22 gennaio 2021 – Si è svolto il primo incontro Governo e Sindacati confederali Cgil Cisl Uil sul Recovery Plan, il “piano nazionale di ripresa e resilienza” che l’Esecutivo ha messo a punto per utilizzare le risorse del Recovery Fund e del Next Generation Eu.

Il premier Giuseppe Conte lo aveva promesso durante l'intervento in Parlamento sulla fiducia sottolineando come "i sindacati rafforzino la tenuta sociale del paese" .

Al tavolo, che Conte ha auspicato sia “inteso e costruttivo per realizzare una svolta risolutiva per il Paese”, anche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri insieme alle ministre del Lavoro e delle Infrastrutture Nunzia Catalfo e Paola De Micheli con il ministro del Sud Giuseppe Provenzano e il sottosegretario al Lavoro Francesca Puglisi.

La Cisl ha illustrato le sue proposte; un piano strategico in 10 punti per l’utilizzo delle risorse europee. A cominciare da lavoro, istruzione e formazione con la riforma delle politiche attive ben saldate ad ammortizzatori sociali rinnovati, semplificati, mutualistici, universali e l’integrazione delle attività dei centri per l’impiego e con l’innovazione del modello formativo anche per accrescere le competenze digitali anche con l’ausilio del fondo Sure e del Fondo Nuove Competenze.

La Confederazione chiede l’incremento dei fondi destinati alla sanità ma anche una svolta sullo stato sociale, sulla disabilità e sulla non autosufficienza come sulla promozione di una terza età attiva, con la rivalutazione dei trattamenti pensionistici, il rafforzamento della quattordicesima mensilità per le realtà più deboli e la valorizzazione della contrattazione sociale. La confederazione chiede poi di sbloccare e portare a termine le reti di trasporto strategiche incompiute e di investire in infrastrutture al Sud come poi chiede una nuova politica industriale in grado di preservare gli asset strategici dalla manifattura al turismo, settore che più di altri ha subito il tracollo più grave.

Al centro delle proposte Cisl anche l’innovazione, la transizione alla Green Economy, il divario Nord Sud da colmare con interventi dedicati, parità di genere e conciliazione vita lavoro, pubblica amministrazione. E poi Giovani e futuro, con un nuovo patto generazionale per garantire equità e solidarietà, e Lavoro Agile, la nuova modalità di svolgimento della prestazione da accompagnare con una nuova regolamentazione e nuove modalità contrattuali. Sul tavolo Governo Sindacati non solo il piano di rilancio finanziato dall'Ue.

Le parti sociali chiedono che il piano venga discusso in modo trasparente recependo i loro suggerimenti e le loro richieste Cgil Cisl e Uil chiedono "un patto sociale per la crescita e lo sviluppo", patto che abbia al centro "il lavoro e l'economia reale". Ampi gli interventi richiesti sul lavoro. Il principale riguarda la proroga del blocco dei licenziamenti che scade a fine marzo e la riforma degli ammortizzatori sociali per garantire una copertura anche per il 2021, perché, affermano i sindacati, «gli strumenti attuali non sono adeguati a gestire una situazione di crisi», oltre ad un intervento sulla Naspi.

Misure che dovrebbero essere previste nel prossimo Decreto Ristori sul quale il ministro Gualtieri ha preannunciato un tavolo ad hoc con i Sindacati. Mentre il ministro del Lavoro Catalfo ha parlato di «investimenti sulle politiche attive di 3 miliardi e 100 milioni a cui si aggiungono i 500 milioni stanziati nella Legge di Bilancio» con l’obiettivo di definire una «rete unica per la formazione, rafforzando i centri per l’impiego con la collaborazione delle regioni e delle agenzie private».

«La via maestra – ha dichiarato la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan – è un Patto Sociale per gestire il cambiamento». «Vogliamo in sostanza condividere gli obiettivi, progettare assieme gli interventi e monitorarne gli sviluppi» ha aggiunto la sindacalista sottolineando il ruolo che le Parti Sociali dovranno rivestire anche nella «governance del Recovery soprattutto di monitoraggio e attuazione per l’esecuzione dei Progetti e degli investimenti».

Furlan ha chiesto la disponibilità del Governo ad approfondimenti sulle singole questioni anche per valutare i dettagli ed i risultati economici ed occupazionali attesi. «Il Recovery Plan – ha evidenziato è una occasione di sviluppo straordinaria ma anche una responsabilità straordinaria per tutti”.

“Non possiamo immaginare che alla paura dei contagi si sommi anche la paura di non avere i necessari sussidi economici e peggio ancora i licenziamenti. Nessuno – ha concluso deve essere lasciato da solo a fronteggiare la pandemia che sappiamo non è affatto finita».

Emergenza Covid-19. L’emergenza chiama, Fondo Est risponde. Prestazioni straordinarie prorogate al 30 giugno 2021

Roma, 22 gennaio 2021 – Prosegue l’intervento del Fondo Est, l’Ente di assistenza sanitaria integrativa del commercio, del turismo, dei servizi e dei settori affini. Il Consiglio Direttivo ha deliberato ha prorogato al 30 giugno 2021 la copertura delle prestazioni di assistenza sanitaria integrativa connesse all’emergenza in atto, anche nel caso di ricorso agli ammortizzatori sociali Covid-19.

Fino al 31 marzo 2021 tutti i contagiati dal virus potranno accedere al pacchetto emergenza Covid-19 che garantisce un'indennità giornaliera di €100,00 per ogni notte di ricovero per un periodo non superiore a 50 giorni all’anno oltre ad una diaria da isolamento domiciliare pari a € 30,00 al giorno per 10 giorni all’anno.

Per gli iscritti che sono stati affetti da polmonite interstiziale conseguente a infezione da Covid-19, Fondo Est garantisce inoltre un contributo per le prestazioni sanitarie relative alla riabilitazione respiratoria. Successivamente alla dimissione da ricovero esclusivamente per la pandemia Covid-19, l’Iscritto potrà richiedere un’indennità forfettaria pari ad € 1.000,00; nel caso in cui durante il Ricovero sia stato necessario il ricorso alla Terapia Intensiva dell’Iscritto, è prevista un’indennità forfettaria pari ad € 2.000,00. Fondo Est rimborsa inoltre i tamponi antigenici/molecolari, effettuati dall’1 ottobre 2020 fino al 31 gennaio 2021 esclusivamente presso strutture sanitarie (centri diagnostici, case di cura, centri ospedalieri). Il rimborso sarà pari al 50% di ciascuna fattura con un importo massimo rimborsabile di 50 euro per fattura e con un limite massimo di tre tamponi per ciascun iscritto.

Fondo Est rimborsa le prestazioni mediche, diagnostiche ed infermieristiche effettuate in forma domiciliare al fine di contribuire alle misure di contrasto al nuovo Coronavirus, in materia di spostamenti o contatti ravvicinati.

Allo scopo di disincentivare l’utilizzo del Pronto Soccorso degli ospedali in caso di emergenze sanitarie non gravi, per l’accesso alla fisioterapia per infortunio il Fondo accetterà, come probante il trauma, anche la certificazione di infortunio del medico di base o dello specialista.

Tra le altre misure previsto poi il supporto alle aziende in caso di ritardato pagamento della contribuzione oltre alla proroga della presentazione delle richieste di rimborso delle prestazioni e procedure ad hoc per agevolare l'assistenza medica, diagnostica ed infermieristica in via domiciliare.

Fino al mese di giugno 2021 sarà inoltre consentita la prosecuzione volontaria e individuale della contribuzione anche nei casi in cui il datore di lavoro interrompa il rapporto di lavoro a prescindere dalla fruizione dei trattamenti di disoccupazione. Fondo Est fornisce trattamenti di assistenza sanitaria integrativa ad oltre 1 milione e 800 mila lavoratori, di cui, secondo le stime, il 62% del settore dei servizi, attività commerciali, turismo e sport è percettore degli ammortizzatori sociali Covid.

Per il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini «Fondo Est, realizzando appieno la mission del fondo di natura contrattuale, continua a supportare concretamente lavoratori e aziende colpite, direttamente o indirettamente, dall'emergenza Covid».

«La bilateralità settoriale ancora una volta ha accolto l'appello delle Parti Sociali» ha aggiunto il sindacalista.

«L’emergenza Covid – ha concluso – ci impone di fare tutto il possibile per non lasciare sole le categorie di lavoratori più vulnerabili».

Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari, in stallo la trattativa per il contratto scaduto nel 2015

Roma, 21 gennaio 2021 – E’ ripreso il tavolo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro della Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari scaduto nel 2015. Sul tavolo i testi su orario di lavoro, mercato del lavoro e classificazione. Le proposte di parte datoriale ricalcano quanto già presentato nel 2019.

In particolare, sul mercato del lavoro, è stata prospettata l’introduzione del lavoro intermittente (in prima battuta, per tutto il personale; successivamente, solo per i servizi di sicurezza, stewards e buttafuori), un aumento delle percentuali per il ricorso al contratto a termine e di somministrazione, una rivisitazione delle norme sul part time (limiti minimi di orario contrattuale).

Per l’orario di lavoro, è stato prospettato un modello di distribuzione oraria flessibile, da stabilirsi a livello nazionale, che potrebbe portare al superamento dell’orario giornaliero e alla rideterminazione del numero di riposi annuali.

I sindacati, giudicando negativamente questa impostazione, hanno ribadito la disponibilità a ricercare elementi di mediazione, partendo dall’esigenza di assegnare al livello decentrato il ruolo di negoziazione, quale unica istanza in grado di valutare realisticamente le necessità di ulteriori flessibilità rispetto al quadro nazionale.

Le Associazioni Datoriali hanno respinto fermamente questa offerta, ritenendo che il secondo livello di contrattazione rappresenti un vincolo inaccettabile. Sulla classificazione i sindacati hanno constatato un drastico arretramento delle posizioni datoriali. Di fatto, è stata rigettata la classificazione unica, riproponendo l’assetto esistente con il mantenimento di tutte le differenze (economiche e normative) tra personale decretato e non decretato.

Una posizione che invalida la premessa fondamentale, convenuta all’inizio del negoziato di cinque anni fa, circa l’obiettivo del “contratto nazionale della filiera della sicurezza”. Amaro il commento dei sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs.

“Difficile comprendere se questo atteggiamento sia l’ennesimo espediente dilatorio o se, peggio ancora, rappresenti la reale volontà delle aziende di peggiorare le condizioni vigenti” dichiarano le tre organizzazioni in una nota unitari sottolineando che “la seconda ipotesi renderebbe impossibile la definizione di un contratto unico per il settore.

Le Associazioni Datoriali si sono riservate di formulare una nuova proposta entro due settimane. I sindacati confermano tutte le iniziative vertenziali programmate.

Il 24 dicembre 2020, la vigilia di Natale, la categoria ha aderito in massa allo sciopero proclamato dai sindacati. In ogni angolo d’Italia lavoratori e lavoratrici del settore hanno fatto sentire la loro voce nonostante le forti pressioni arrivate da parte di alcune Prefetture italiane, anche in spregio alle norme del settore che consentono legittimamente ai lavoratori di esprimere il loro dissenso attraverso lo sciopero.

I sindacati si dichiarano pronti a sollecitare nuovamente la convocazione, attesa, e a più riprese chiesta, dalle ministre Nunzia Catalfo e Luciana Lamorgese, chiamate in causa insieme al premier Giuseppe Conte da una lettera in cui si è manifestata tutta la gravità di una situazione di incertezza, sfruttamento e umiliazione che colpisce oltre 100.000 lavoratori in Italia.

Una situazione gravissima, oltre ad essere umanamente inaccettabile.