Vertenza Kidiliz: a tutela dei lavoratori, Fisascat Cisl e Uiltucs sottoscrivono un accordo per limitare le conseguenze negative di una “procedura concorsuale” totalmente gestita in Francia

Il perché della crisi di Kidiliz Italia e della sua anomala gestione.

Kidiliz è una multinazionale commerciale che vende abbigliamento per bambini. La casa-madre è in Francia, cui la filiale italiana è strettamente legata.

L’azienda francese, in difficoltà da anni, è stata, non molto tempo fa, acquisita da un gruppo cinese operante nello stesso settore. Senonchè, all’acuirsi della crisi, provocata anche dall’ “effetto pandemia” sul settore commercio, la società cinese si è rifiutata di continuare ad investire nell’azienda, che è stata abbandonata alla propria sorte.

Come succede in questi casi, quando i ricavi non permettono di pagare i debiti accumulati, Kidiliz Francia ha portato “i libri contabili” al Tribunale del commercio di Parigi.

Mentre è normale che questo avvenga avvenuto per una società francese, lo stesso non si può dire per la decisione di Kidiliz Italia, che ha coinvolto lo stesso tribunale francese.

Questo fatto -avvenuto sostanzialmente per la prima volta in Italia, almeno nel settore del commercio- ha meravigliato e sconcertato.

Ora, a prescindere dalla indubbia legalità di questa scelta, in quanto consentita dalle norme di diritto comunitario in merito, le conseguenze sociali negative si sono viste subito: pesanti ritardi nelle informazioni, mancanza di interlocutori, non utilizzo delle “risorse istituzionali” italiane, a partire dal Ministero dello sviluppo economico (Mise).

Le organizzazioni sindacali non hanno potuto quindi potuto esprimere direttamente al giudice i loro pareri e le loro preoccupazioni in rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici di Kidiliz. Tra questi pareri assumeva una particolare importanza la richiesta di aprire una procedura concorsuale “secondaria” in Italia, cosa assolutamente possibile.

La procedura è andata avanti rapidamente: chiusa la fase delle manifestazioni di interesse, il giudice francese ha constatato l’assenza di una proposta per l’acquisizione di tutta la rete di vendita italiana ed è passato a valutare le proposte di acquisizione parziale.

L’offerta più convincente è stata giudicata quella di Zucchi combinata con quella di Id Valeurs.

A questo punto finalmente la vertenza è approdata in Italia, anche perché l’acquisizione di una sola parte della rete vendita e non della sua totalità comportava una deroga all’art. 2112 del codice civile, cosa resa possibile dall’art.47 comma 5 della legge comunitaria 428/90.

Quest’articolo, in sostanza, toglie ogni automatismo al passaggio di tutti i lavoratori alla nuova società, in quanto siamo in presenza di un’azienda di cui non è prevista la continuità produttiva e che va verso una chiusura con cessione di tutti i propri beni.

Nel caso specifico è impossibile individuare un ramo d’azienda omogeneo all’interno di una rete di vendita, di cui vengono acquisiti negozi sparsi su tutto il territorio nazionale.

Il comma 5 dell’art. 47 della 428 indica però che è possibile fare accordi tra le parti per garantire e migliorare le condizioni per il passaggio dei lavoratori alla nuova azienda.

Ci siamo soffermati su questo passaggio decisivo in quanto, nel corso della trattativa, quando è  stato chiaro che non era possibile utilizzare altri strumenti per definire il passaggio dei lavoratori alle società che avevano fatte le offerte al Tribunale di Parigi, la Filcams Cgil, ritenendo che, invece, dovesse essere seguita la strada dell’art.2112 cc senza deroghe, cosa che avrebbe comportato l’immediato abbandono del tavolo di trattativa e dell’offerta da parte sia di Zucchi che di ID Valeurs, ha deciso di abbandonare il tavolo delle trattative.

La Fisascat-Cisl e la Uiltucs hanno invece deciso di continuare a trattare per cercare di ottenere le migliori garanzie possibili per le lavoratrici e per i lavoratori.

Alla fine è stato raggiunto un accordo e-nel tardo pomeriggio di sabato 28 novembre- si è proceduto alla firma.

I contenuti dell’accordo.

L’accordo è sostanzialmente diviso in due: Fisascat e Uiltucs, infatti, hanno cercato di dare risposte non solo a chi passava alle società che avevano fatto le offerte di acquisto, ma anche per chi rimaneva in forza a Kidiliz.

C’è quindi un accordo che riguarda le lavoratrici e i lavoratori che passano a Zucchi e a Id Valeur e uno per chi non passa. In quest’ultimo caso viene utilizzata una norma prevista per questo periodo emergenziale, l’art. 14 del dpcm “agosto”, che prevede  che -a fronte dell’accettazione di un incentivo all’uscita dal lavoro, previsto da un’azienda, i lavoratori, oltre ad ottenere il pagamento delle proprie competenze, potranno accedere alla Naspi.  Norma di legge correttamente interpretata in questo senso dall’Inps (vedi messaggio 4464 del 26 novembre 2020).

Per chi passa a Zucchi e a Id Valeur

Innanzitutto tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nel passaggio ex art.47 transitano in Zucchi e in ID Valeurs senza alcuna interruzione del rapporto di lavoro.

L’accordo è subordinato all’avvallo del giudice del Tribunale di Parigi, che comunque avverrà in concomitanza con tutte le operazioni relative al passaggio delle lavoratrici (lunedì 30 novembre).

Le condizioni del passaggio a Zucchi

  1. Zucchi acquisirà 43 punti vendita (quelli previsti inizialmente) ai quali se ne aggiungeranno altri 3, che trasferirà ad una sua società costituita ex novo, Zuckids; l’insegna continuerà ad essere Z per circa 1 anno e poi sarà sostituita;
  2. i lavoratori trasferiti sono 160, anche se è stato fatto rilevare che ci sono problemi per il rinnovo dell’affitto per il negozio di Rimini (5 dipendenti); questo numero rimarrà invariato e, in caso di dimissioni o rinunce, subentreranno altre lavoratrici;
  3. il contratto applicato sarà l’attuale, ccnl TDS (confcommercio); dopo un anno l’azienda valuterà se mantenerlo o sostituirlo con quello dell’industria tessile-abbigliamento, che è quello applicato per tutto il gruppo;
  4. la lavoratrice deve sottoscrivere l’accettazione del passaggio e le clausole contenute nell’accordo;
  5. Kidiliz, al fine di facilitare il passaggio, corrisponderà alle dipendenti:
  • il TFR accantonato presso la società (e non versato alla Tesoreria Inps), cioè quello maturato in corso di procedura;
  • il pro quota maturato degli stipendi e premi contrattuali;
  • i ratei di 13^ e 14^ ferie e permessi maturati e non goduti; da tenere presente che le ferie che stanno maturando in corso d’anno saranno trasferite a Zucchi;
  • alle lavoratrici sarà chiesto di sottoscrivere una rinuncia ad ogni contenzioso nei confronti di Kidiliz;
  • i criteri per il “recupero” del personale che non passa immediatamente nella rete Zucchi sono individuati nell’anzianità di servizio e nel carico famigliare.

Le condizioni del passaggio a ID Valeurs

  1. I negozi rilevati da ID Valeurs sono 3 e passeranno alla società con sede italiana Jacadì insieme con le loro 12 lavoratrici; i negozi sono quelli di Bolzano centro, Carugate e Porta di Roma;
  1. questo numero rimarrà invariato e, in caso di dimissioni o rinunce, subentreranno altre lavoratrici;
  2. il contratto applicato rimane l’attuale ccnl TDS (confcommercio);
  3. la lavoratrice deve sottoscrivere l’accettazione del passaggio e le clausole contenute nell’accordo (sono, comunque, tutte clausole migliorative);
  4. Kidiliz, al fine di facilitare il passaggio, corrisponderà alle dipendenti:
  • il TFR accantonato presso la società (e non versato alla Tesoreria Inps), cioè quello maturato in corso di procedura;
  • il pro quota maturato degli stipendi e premi contrattuali;
  • i ratei di 13^ e 14^ ferie e permessi maturati e non goduti; da tenere presente che le ferie che stanno maturando in corso d’anno saranno trasferite a ID Valeurs;
  • i 10 giorni non pagati di settembre
  • alle lavoratrici sarà chiesto di sottoscrivere una rinuncia ad ogni contenzioso nei confronti di Kidiliz.

     Un impegno comune a Zucchi e a ID Valeurs

Per le lavoratrici e i lavoratori non trasferiti, Zucchi e ID Valeurs si impegnano a dare loro il diritto di precedenza sia per quanto riguarda Zuckids che per i marchi di ID Valeurs, Jakadì-Okaidi-Obaibi e Oxybull  EJ.

 

La seconda parte dell’accordo

Per chi rimane in Kidiliz: possibilità di uscire dall’azienda con il pagamento delle competenze maturate e un incentivo.

Nel decreto del presidente del consiglio dei ministri denominato “agosto” è presente, nell’ambito delle norme emergenziali una che prevede la possibilità di uscire da una azienda nel caso in cui sia stipulato un accordo sindacale che preveda un incentivo per chi, del tutto volontariamente, vi aderisca, mantenendo il diritto ad accedere alla Naspi.

Per questo Fisascat Cisl e Uiltucs hanno contrattato con la procedura di Kidiliz un accordo che prevede:

  1. un incentivo così costruito: a) pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso non lavorato calcolata su mensilità comprensive dei ratei di 13^ e 14^; b) pagamento di “mensilità extra” secondo la seguente tabella:
    • oltre 10 anni di servizio (“affollamento” maggiore):
      • 5,5 mensilità (normali)
    •  tra 6 e 10 anni di servizio:
      • 3,5 mensilità (normali)
    • tra 1 e 5 anni di servizio:
      • 2,5 mensilità (normali)
    • entro 1 anno
      • 1,5 mensilità (normali)
  1. il pagamento delle spettanze 

Kididiliz, al fine di facilitare il passaggio, corrisponderà alle dipendenti:

  • i 10 giorni non pagati di settembre;
  • il TFR accantonato presso la società (e non versato alla Tesoreria Inps), cioè quello maturato in corso di procedura;
  • il pro quota maturato degli stipendi e premi contrattuali;
  • i ratei di 13^ e 14^ ferie e permessi maturati e non goduti; da tenere presente che le ferie che stanno maturando in corso d’anno saranno trasferite a Zucchi;
  • alle lavoratrici sarà chiesto di sottoscrivere una rinuncia ad ogni contenzioso nei confronti di Kidiliz.

 

Il consenso alle varie opzioni dovranno essere sottoscritto entro il 2 dicembre.

Tutti i pagamenti cui si impegna Kidiliz saranno effettuati entro il 10 dicembre.

 

In conclusione Fisascat Cisl e Uiltucs, consapevoli di aver agito al meglio di quanto consentito dalla difficile situazione, continueranno in ogni caso ad adoperarsi  affinchè, nella fase, che scatterà a dicembre, di liquidazione giudiziaria dell’azienda, venga favorita la presentazione e la conclusione positiva di ulteriori offerte di acquisto di punti vendita con relativo salvataggio di lavoratrici.

Questo con riferimento anche a quelle aziende che avevano fatto offerte, sia pure limitate, nelle fasi preliminari di questa vicenda e che, successivamente, le avevano ritirate o riproposte a tempo scaduto.

Rinnovo del contratto dei farmacisti, lettera dei Sindacati ai Ministeri: «Restituire diritti e tutele adeguate al difficile momento»

Roma, 27 novembre 2020 – Si sono dati appuntamento online per discutere del rinnovo del contratto scaduto da quasi otto anni. All’appello di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno risposto in circa 500.

I farmacisti non titolari di farmacie private e speciali (le ex municipalizzate) concordano con i loro rappresentanti sindacali che la trattativa debba sbloccarsi per arrivare quanto prima alla firma del rinnovo contrattuale, e per questo hanno scritto ai Ministeri della Salute e del Lavoro chiedendo di intervenire.

Nel corso dell’assemblea nazionale unitaria delle lavoratrici e lavoratori, lo scorso 19 novembre, si è fatto il punto della situazione sulla trattativa di rinnovo dei due Contratti Collettivi di Lavoro e della possibile stesura di un protocollo condiviso sulle norme di protezione dalla diffusione del Covid nelle farmacie.

L'assemblea ha preso atto di una trattativa bloccata sulle pretese di Federfarma che chiede ulteriore flessibilità negli orari di lavoro e nelle forme di impiego, la diminuzione delle indennità per il lavoro straordinario e, addirittura, subordina l’aumento salariale alla soppressione dei permessi retribuiti.

Filcams Cgil, Fisascat e Uiltucs ribadiscono i temi centrali per il rinnovo contrattuale, a partire da una rimodulazione dei diritti sindacali per le grandi aziende del settore e per le farmacie con pochi dipendenti, da una classificazione del personale che dia risalto alla figura del farmacista e valorizzi la sua professionalità, dall’introduzione della sanità integrativa per il settore che ad oggi ne è privo.

Occorre un riconoscimento salariale congruo, in relazione al tempo trascorso dall’ultimo aumento e all’impegno ed alla professionalità espresse anche in occasione dell’attuale emergenza sanitaria.

Anche nel rapporto con Assofarm e le farmacie "speciali" (le ex municipalizzate) la trattativa è ferma, con l’associazione datoriale intenzionata a stare alla finestra, in attesa che si sblocchi, prima, la negoziazione con Federfarma. Importante, nel confronto con le associazioni di categoria, il tema della salute sui luoghi di lavoro, rappresentando le farmacie, in molte realtà cittadine, il primissimo presidio sanitario per moltissimi cittadini.

Nella discussione è entrata così la questione dei tamponi e test anti-Covid che oggi si fa strada in assenza di specifici protocolli che certifichino le regole sulla sicurezza anche per aspetti molto meno complessi. Per questi motivi, i sindacati di categoria hanno deciso di rivolgersi con una lettera ai Ministeri dalla Salute e del Lavoro per arrivare quanto prima a restituire a tutti i farmacisti italiani diritti e tutele adeguate al momento attuale.

Settore ortofrutticolo ed agrumario, c’è intesa sul rinnovo del contratto nazionale applicato ai 60mila addetti

Dell’Orefice: «Ampliate le tutele per i lavoratori anche rispetto a temi salute, sicurezza,e formazione professionale»

Roma, 27 novembre 2020 – Rinnovo contrattuale per i 60mila addetti del settore ortofrutticolo ed agrumario. L’ipotesi di accordo, siglata dai sindacati categoria Flai Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e l’associazione imprenditoriale di settore Fruitimprese, sottoposta alla consultazione dei lavoratori, ha vigenza retroattiva con decorrenza dal 1 gennaio 2020 fino al 31 dicembre 2023. Il rinnovo definisce un incremento salariale d € 68 al 6 livello a regime – pari al +4.77% rispetto l’aumento previsto dal precedente contratto – erogato in quattro tranche dal mese di dicembre 2020.

Molte le novità introdotte con il nuovo contratto, a cominciare dall’inserimento di un articolato volto a debellare la violenza e le molestie perpetrate nei luoghi di lavoro – condotta che costituisce espressa violazione degli obblighi contrattuali – con il ruolo affidato alle Pari Opportunità di individuare un codice di comportamento ad hoc, mentre iniziative di informazione, formazione e prevenzione saranno concordate tra le parti a livello aziendale e regionale.

Attenzionato anche il tema della tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori con un chiaro richiamo alla normativa vigente su salute e sicurezza. Il rinnovo aggiorna il sistema di classificazione; passeranno al 6° livello i lavoratori stagionali che abbiano prestato servizio per almeno 40 mesi, anche frazionati, in 5 anni civili.

I lavoratori a tempo determinato che effettuano presso la stessa azienda più di 190 giornate di effettiva presenza avranno diritto all'instaurazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato con prestazione ridotta annuale (part time verticale ciclico). Introdotto il diritto alla riassunzione per i lavoratori stagionali che abbiano maturato ed esercitato il diritto di precedenza; nel contratto di assunzione sarà inserita l’informativa con le modalità telematiche riscontrabili.

L’orario normale di lavoro effettivo è stabilito in 40 ore settimanali, cinque giorni su sette; eventuali eccezioni saranno concordate a livello aziendale con il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali o dei sindacati territoriali. Il rinnovo demanda alla contrattazione di secondo livello la regolamentazione di forme di convertibilità degli straordinari, indennità e premi di produzione in ore di permesso per assistere familiari non autosufficienti.

Riconosciuto anche il ruolo strategico della formazione professionale; le ore di formazione continua possono essere definite anche a livello aziendale con il coinvolgimento delle rappresentanze sindacale e dei sindacati territoriali. Il nuovo contratto introduce anche l’obbligatorietà del refettorio nei luoghi di lavoro e istituisce la banca delle ore solidali, con la possibilità di cedere ai lavoratori bisognosi fino a 10 giorni di ferie e permessi.

Soddisfazione in casa Fisascat Cisl. «L’ipotesi di rinnovo è soddisfacente sia per l’incremento salariale che per le novità normative che ampliano le tutele per le lavoratrici ed i lavoratori anche rispetto ai temi della salute e della sicurezza e della formazione professionale» ha dichiarato il segretario nazionale Vincenzo Dell’Orefice.

E’ il segretario generale della federazione Davide Guarini a sottolineare «la valenza di un rinnovo contrattuale definito nell’attuale congiuntura economica e sociale in un settore che riflette inevitabilmente degli effetti della crisi economica generata dalla pandemia».

Coop Alleanza 3.0, il confronto sulla riorganizzazione e sul Piano di Rilancio prosegue sullo Smart Working

Dell’Orefice: «Abbiamo proposto contenuti volti a rendere più equilibrato un impianto di regole che, seppur calato in un contesto del tutto eccezionale, potrebbe in un prossimo futuro rappresentare una parte strutturale dell’organizzazione del lavoro nell’ambito di talune funzioni aziendali».

Roma, 27 novembre 2020 – Il confronto con la direzione di Coop Alleanza 3.0 sul Piano di Rilancio 2020-2023 avviato dalla cooperativa di consumatori è proseguito sui temi dello smart working per i dipendenti delle sedi e sull’andamento del piano di riorganizzazione.

Il confronto sullo smart working 

Sul lavoro agile la discussione si è concentrata sull’individuazione dei destinatari, sulle modalità di attivazione, sull’organizzazione del lavoro, sul diritto alla disconnessione, sulla formazione, sugli strumenti di lavoro, sulla prevenzione e sulla sicurezza sul lavoro.

La Fisascat Cisl ha chiesto di condividere il modello di accordo individuale che ogni lavoratore dovrà sottoscrivere; nell’intesa collettiva dovranno essere esplicitate le funzioni, le aree ed i ruoli che saranno interessati dallo smart working, al fine di rendere maggiormente chiari ai lavoratori i termini di funzionamento dello stesso, compresi i criteri da osservarsi per l’accoglimento (o il non accoglimento) delle manifestazioni di interesse. Tra le richieste della categoria cislina anche quella di prevedere che, qualora la manifestazione di volontà formulata dal lavoratore di effettuare la propria prestazione in modalità smart working non fosse accolta dalla Cooperativa, la direzione delle risorse umane di quest’ultima debba fornire le motivazioni del diniego al diretto interessato. Così come il diritto di recesso possa essere esercitato da ambo le parti dando motivazione del recesso all’altra parte. La Fisascat ha chiesto anche di articolare la modalità di lavoro agile (per esempio in giornaliero, settimanale, ecc.), anche al fine di evitare, in condizioni di contesto normali, un eccessivo disequilibrio fra giornate in smart working e in presenza e di incrementare la quota di contribuzione aziendale per gli oneri connessi al lavoro da casa (una tantum di 100 €). Il confronto sul tema dello smart working è aggiornato al 7 dicembre.

L’andamento del piano di riorganizzazione

Sul tema dell’attuazione del piano di riorganizzazione, i rappresentanti di Coop Alleanza 3.0 hanno richiamato le misure principali finora poste in essere. In primis la cooperativa di consumatori ha illustrato ai sindacati i risultati positivi – ed in controtendenza – fatti registrare dalla gestione caratteristica, che, sia pure attribuibili al sostenuto incremento delle vendite dei generi alimentari, soprattutto per i format commerciali di prossimità, ingenerato dall’emergenza pandemica in atto, risultano certamente incoraggianti e testimoniano l’efficacia di quanto la Cooperativa sta realizzando in termini di riorganizzazione. Coop Allenza 3.0 ha anticipato anche che prossimamente partiranno due “cantieri” riguardanti i freschissimi e gli ipermercati; su tali importanti campi, nei quali si dispiegheranno le misure riorganizzative, le parti torneranno ad incontrarsi. 

La rete siciliana

Rispetto al futuro della rete siciliana la Cooperativa di Consumatori ha confermato la determinazione di dismetterla e di volerla cedere agli interlocutori coi quali – da tempo – sta intrattenendo un confronto teso a verificarne il possesso dei requisiti di affidabilità finanziaria e patrimoniale. La Fisascat Cisl, oltre a ribadire la preoccupazione per il destino delle lavoratrici e dei lavoratori siciliani, ha stigmatizzato l’estrema confusione nella quale, almeno apparentemente, si starebbe gestendo questa importante fase di verifica (sull’affidabilità dei potenziali cessionari). I dirigenti delle Federazioni sindacali della Sicilia hanno testimoniato lo sconforto ed il disorientamento dei lavoratori chiedendo alla Cooperativa di accordare un incontro per riprendere le fila del confronto sul futuro dei negozi.

La posizione della Fisascat Cisl

 Al tavolo ha preso parte il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice. Sullo smart working il sindacalista sottolinea che «la categoria cislina ha tentato di proporre alcuni contenuti volti a rendere più equilibrato un impianto di regole che, seppur calato in un contesto del tutto eccezionale, potrebbe, in un futuro anche prossimo, rappresentare una parte strutturale dell’organizzazione del lavoro nell’ambito di talune funzioni aziendali».

Sulla riorganizzazione, e in particolare sulla riorganizzazione dei reparti freschi e freschissimi, il sindacalista ha evidenziato che «l’intervento sui reparti freschissimi, tra le altre cose, potrebbe prevedere anche il superamento di qualche banco servito, laddove non vi fossero condizioni di sostenibilità, con la collocazione presso i punti vendita delle pareti attrezzate con murali take away, mentre per gli ipermercati si potrebbe profilare una collaborazione con operatori commerciali specializzati per la gestione dei reparti no food, oltre ad un “aggiornamento” di alcune superfici di vendita».

Coop Alleanza 3.0, il confronto sulla riorganizzazione e sul Piano di Rilancio prosegue sullo Smart Working

Dell’Orefice: «Abbiamo proposto contenuti volti a rendere più equilibrato un impianto di regole che, seppur calato in un contesto del tutto eccezionale, potrebbe in un prossimo futuro rappresentare una parte strutturale dell’organizzazione del lavoro nell’ambito di talune funzioni aziendali».

Roma, 27 novembre 2020 – Il confronto con la direzione di Coop Alleanza 3.0 sul Piano di Rilancio 2020-2023 avviato dalla cooperativa di consumatori è proseguito sui temi dello smart working per i dipendenti delle sedi e sull’andamento del piano di riorganizzazione.

Il confronto sullo smart working 

Sul lavoro agile la discussione si è concentrata sull’individuazione dei destinatari, sulle modalità di attivazione, sull’organizzazione del lavoro, sul diritto alla disconnessione, sulla formazione, sugli strumenti di lavoro, sulla prevenzione e sulla sicurezza sul lavoro.

La Fisascat Cisl ha chiesto di condividere il modello di accordo individuale che ogni lavoratore dovrà sottoscrivere; nell’intesa collettiva dovranno essere esplicitate le funzioni, le aree ed i ruoli che saranno interessati dallo smart working, al fine di rendere maggiormente chiari ai lavoratori i termini di funzionamento dello stesso, compresi i criteri da osservarsi per l’accoglimento (o il non accoglimento) delle manifestazioni di interesse. Tra le richieste della categoria cislina anche quella di prevedere che, qualora la manifestazione di volontà formulata dal lavoratore di effettuare la propria prestazione in modalità smart working non fosse accolta dalla Cooperativa, la direzione delle risorse umane di quest’ultima debba fornire le motivazioni del diniego al diretto interessato. Così come il diritto di recesso possa essere esercitato da ambo le parti dando motivazione del recesso all’altra parte. La Fisascat ha chiesto anche di articolare la modalità di lavoro agile (per esempio in giornaliero, settimanale, ecc.), anche al fine di evitare, in condizioni di contesto normali, un eccessivo disequilibrio fra giornate in smart working e in presenza e di incrementare la quota di contribuzione aziendale per gli oneri connessi al lavoro da casa (una tantum di 100 €). Il confronto sul tema dello smart working è aggiornato al 7 dicembre.

L’andamento del piano di riorganizzazione

Sul tema dell’attuazione del piano di riorganizzazione, i rappresentanti di Coop Alleanza 3.0 hanno richiamato le misure principali finora poste in essere. In primis la cooperativa di consumatori ha illustrato ai sindacati i risultati positivi – ed in controtendenza – fatti registrare dalla gestione caratteristica, che, sia pure attribuibili al sostenuto incremento delle vendite dei generi alimentari, soprattutto per i format commerciali di prossimità, ingenerato dall’emergenza pandemica in atto, risultano certamente incoraggianti e testimoniano l’efficacia di quanto la Cooperativa sta realizzando in termini di riorganizzazione. Coop Allenza 3.0 ha anticipato anche che prossimamente partiranno due “cantieri” riguardanti i freschissimi e gli ipermercati; su tali importanti campi, nei quali si dispiegheranno le misure riorganizzative, le parti torneranno ad incontrarsi. 

La rete siciliana

Rispetto al futuro della rete siciliana la Cooperativa di Consumatori ha confermato la determinazione di dismetterla e di volerla cedere agli interlocutori coi quali – da tempo – sta intrattenendo un confronto teso a verificarne il possesso dei requisiti di affidabilità finanziaria e patrimoniale. La Fisascat Cisl, oltre a ribadire la preoccupazione per il destino delle lavoratrici e dei lavoratori siciliani, ha stigmatizzato l’estrema confusione nella quale, almeno apparentemente, si starebbe gestendo questa importante fase di verifica (sull’affidabilità dei potenziali cessionari). I dirigenti delle Federazioni sindacali della Sicilia hanno testimoniato lo sconforto ed il disorientamento dei lavoratori chiedendo alla Cooperativa di accordare un incontro per riprendere le fila del confronto sul futuro dei negozi.

La posizione della Fisascat Cisl

 Al tavolo ha preso parte il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice. Sullo smart working il sindacalista sottolinea che «la categoria cislina ha tentato di proporre alcuni contenuti volti a rendere più equilibrato un impianto di regole che, seppur calato in un contesto del tutto eccezionale, potrebbe, in un futuro anche prossimo, rappresentare una parte strutturale dell’organizzazione del lavoro nell’ambito di talune funzioni aziendali».

Sulla riorganizzazione, e in particolare sulla riorganizzazione dei reparti freschi e freschissimi, il sindacalista ha evidenziato che «l’intervento sui reparti freschissimi, tra le altre cose, potrebbe prevedere anche il superamento di qualche banco servito, laddove non vi fossero condizioni di sostenibilità, con la collocazione presso i punti vendita delle pareti attrezzate con murali take away, mentre per gli ipermercati si potrebbe profilare una collaborazione con operatori commerciali specializzati per la gestione dei reparti no food, oltre ad un “aggiornamento” di alcune superfici di vendita».

Unicoop Tirreno, l’86% dei lavoratori approva l’ipotesi di accordo per il nuovo contratto integrativo

Dell’Orefice: «Riconosciuto il valore di una intesa che preserva la contrattazione aziendale in una delle cooperativa di consumo fra le più importanti del nostro Paese». 

 

Roma, 27 novembre 2020 – Via libera dei lavoratori Unicoop Tirreno sul rinnovo del contratto integrativo aziendale. L’intesa raggiunta tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UIltucs e la direzione della cooperativa di consumatori, siglata il 30 ottobre scorso, ha ricevuto oltre l’86% dei consensi ed entrerà in vigore dal 1° dicembre 2020 fino al 30 novembre 2023. Il contratto è applicato ai circa 3.500 dipendenti della cooperativa di consumatori presente sul territorio nazionale con 176 punti vendita in Toscana, Umbria e Lazio. 

 

I contenuti del rinnovo

Il sistema di relazioni sindacali viene implementato a livello regionale/provinciale e di singolo punto vendita o unità operativa; il confronto potrà essere finalizzato anche alla definizione di intese su una pluralità di istituti. Sui diritti di informazione si introduce l’obbligo in capo all’azienda di dare informazioni a carattere organizzativo con cadenza mensile.

Confermate le agibilità sindacali per RSU/RSA; sulla salute e sicurezza l’intesa prevede la possibilità di eleggere 30 RLS.

Sull’organizzazione del lavoro il nuovo contratto uniforma il regime orario e garantisce una articolazione con minimo di 3 mezze giornate di riposo distribuite a rotazione. I part-time potranno incrementare le ore di lavoro prestate fino a 38 ore settimanali; in alternativa all’incremento orario verrà riconosciuto un ad personam assorbibile.

Sul mercato del lavoro l’integrativo prevede la stabilizzazione, entro la vigenza contrattuale, di 100 part- time per i quali la cooperativa si impegna ad incrementare a titolo definitivo l’orario di lavoro mentre 50 lavoratori che hanno già avuto un rapporto di lavoro a tempo determinato o somministrato saranno assunti a tempo indeterminato.

Unicoop Tirreno si impegna inoltre ad includere nei nuovi contratti di appalto una clausola che obbliga le imprese appaltatrici ad applicare integralmente la contrattazione nazionale di categoria. Maggiorazioni ad hoc per il lavoro domenicale e festivo retribuito con il 40% per le prime 10 domeniche lavorate, con il 55% dalla 11^ alla 20^ domenica e con il 65% dalla 21^ domenica. Nel mese di dicembre 2020 il lavoro domenicale sarà valorizzato con la maggiorazione del 70%.

Sul capitolo trasferte e trasferimenti, fatte salve le garanzie già previste, l’intesa introduce ulteriori garanzie per i trasferimenti oltre i 50 km.

Il sistema premiante prevede l’erogazione di un premio aziendale di 92,96€ su base mensile oltre ad una retribuzione variabile annuale – legato all’incremento di redditività, produttività, qualità e competitività – fino ad un massimo di 1.300€ al IV livello riproporzionato per ciascun lavoratore in relazione al parametro ed all’orario di lavoro settimanale. Ai lavoratori che non hanno maturato il diritto al premio aziendale l’intesa riconosce un importo di salario variabile legato agli obiettivi di singola unità produttiva.

Unicoop Tirreno, con un protocollo sottoscritto con i sindacati a margine dell’ipotesi di rinnovo, si è impegna a preservare l’invarianza della superfice di vendita attualmente detenuta e a fare ricorso, in caso di crisi, a strumenti conservativi dell’occupazione. 

 

Soddisfazione in casa sindacale. «I lavoratori – ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice – hanno riconosciuto il valore di una intesa che preserva la contrattazione aziendale in una delle cooperativa di consumo fra le più importanti del nostro Paese, introducendo un unico regime sia d’orario che di trattamento retributivo per la totalità dei dipendenti, realizzando così quella solidarietà fra generazioni che molti teorizzano e pochi praticano». 

 

Sport, nuova missiva dei sindacati al ministro Vincenzo Spadafora: avviare al più presto il confronto sulla Riforma

Roma, 26 novembre 2020 – I sindacati di categoria Slc Cgil, Fisascat Cisl e Uilcom e le federazioni del lavoro atipico Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uiltemp hanno inviato una nuova lettera al ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili Vincenzo Spadafora.

La richiesta unanime dei sindacati verte sull’avvio di un confronto sulla Riforma dello Sport paventata nei mesi scorsi e approdata in Parlamento nelle ultime settimane.

Nella missiva i sindacati hanno esposto le disfunzioni segnalate dai lavoratori in relazione alla procedura prevista per la richiesta delle indennità, bonus e ristori attraverso il sito dedicato, a cominciare dalle problematiche di contatto e di accesso, fino alle difficoltà sulla presentazione delle dichiarazioni dei redditi e alla incompatibilità con altri bonus erogati dallo Stato per l’accesso ai quali – con riferimento ai nuovi Codici Ateco inseriti nel Decreto Ristori – si chiede di conoscere le modalità di invio della richiesta e l’importo erogato.

Nel riconfermare l’opportunità condivisa di realizzare una Riforma strutturata del Settore, che riconosca a pieno titolo il Lavoro nel mondo dello Sport, che preveda per tutti i lavoratori diritti e tutele, i sindacati ribadiscono la necessità di riavviare il confronto, anche a seguito dell’invio dell’ultima bozza del Testo Unico dello Sport, sulla quale sono state poste osservazioni ed avanzate proposte specifiche a tutt’oggi senza alcun riscontro.

#25novembre Giornata Internazionale Contro La Violenza Sulle Donne

Guarini: «La pandemia ha acuito il fenomeno, nei luoghi lavoro la contrattazione vuole e deve svolgere un importante ruolo di presidio e di prevenzione»

Roma, 25 novembre 2020 – Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne la Fisascat Cisl ribadisce la ferma condanna ad una piaga difficile da debellare: la violenza di genere. La pandemia ha esasperato il fenomeno che purtroppo ha registrato un aumento, soprattutto delle forme sommerse di violenza domestica, anche a causa delle maggiori difficoltà delle donne a denunciare durante il lockdown. Gli ultimi dati Istat registrano una crescita esponenziale del fenomeno. Le chiamate al numero anti violenza e stalking 1522 promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Dipartimento per le Pari Opportunità hanno raggiunto incrementi elevati in corrispondenza dei mesi di lockdown, con 5.031 telefonate valide dal 1° marzo a metà aprile, pari al 73% in più rispetto allo steso periodo nel 2019.

La Commissione parlamentare di Inchiesta sul femminicidio, istituita nel 2017, nel documento sulle misure per rispondere alle problematiche delle donne vittime di violenza nella situazione di emergenza epidemiologica (consultabile al link istituzionale http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/SommComm/0/1157238/index.html?part=doc_dc), ha attribuito l’intensificazione del fenomeno alla prolungata condivisione dello spazio abitativo, che ha costretto le donne a rimanere in isolamento con i loro principali maltrattatori; nel 2018, il 55% dei femminicidi è stato commesso da partner attuali o precedenti, ed il 24,8% da un familiare. Nel nostro Paese, evidenzia il documento, con oltre 1600 vittime, il decennio 2008-2018 è stato caratterizzato da una vera e propria strage di donne.

Il fenomeno della violenza di genere si verifica anche nei luoghi di lavoro. L’ultimo Report Istat sulle “Molestie e i ricatti sessuali sul lavoro” riferito al biennio 2015 – 2016 stima che siano 8 milioni 816mila (43,6%) le donne fra i 14 e i 65 anni che nel corso della vita hanno subito qualche forma di molestia sessuale e si stima che siano 3 milioni 118mila le donne (15,4%) che le hanno subite nei tre anni precedenti l’indagine. Il Report segnala anche quanto siano diffuse anche le molestie attraverso il web: nel corso della propria vita il 6,8% delle donne ha avuto proposte inappropriate o commenti osceni sul proprio conto attraverso i social network e all’1,5% è capitato che qualcuno si sia sostituito per inviare messaggi imbarazzanti, minacciosi od offensivi verso altre persone.

La contrattazione nel terziario privato, dove si concentra oltre il 70% dell’occupazione in Italia a carattere prevalentemente femminile, negli ultimi anni si è concentrata sul contrasto alla violenza di genere, anche nei luoghi di lavoro, ampliando le tutele previste dalla Legge con l’inserimento di specifici codici di condotta o intese nell'ambito degli istituti di welfare sociale. In particolare la contrattazione integrativa ha ampliato in misura crescente il sostegno alle vittime di violenza con azioni di contrasto nei luoghi di lavoro e prevedendo l'estensione dei periodi di congedo per le vittime di violenza (Leggi le previsioni normative della contrattazione integrativa al link https://www.fisascat.it/site/news/giornata-internazionale-vs-la-violenza-sulle-donne). Anche i più recenti rinnovi degli integrativi Eataly (dicembre 2019) e del Gruppo Feltrinelli (febbraio 2020), come il nuovo contratto Irideos (febbraio 2020) contemplano misure ad hoc per contrastare il fenomeno della violenza di genere, impegnando le aziende ad adottare misure adeguate nei confronti di coloro che la pongono in essere e a concordare con le organizzazioni sindacali misure e iniziative di informazione e formazione dedicate.

La Fisascat Cisl  conferma il proprio impegno per garantire tutele contro le discriminazioni, le molestie sessuali e la violenza dentro e fuori i luoghi di lavoro. «Il tema del contrasto alla violenza e alle molestie sarà posto anche con l’avvio della stagione dei rinnovi dei contratti nazionali di lavoro che nel terziario privato riconducibile al commercio, turismo e servizi interessano oltre 4milioni di lavoratori» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini che con convinzione condanna un fenomeno «che affonda le sue radici nella disuguaglianza di genere e si afferma purtroppo come una fra le più importanti violazioni dei diritti umani in tutte le società, non a caso l’Onu ha definito questa piaga un “flagello mondiale”».

«La pandemia ha acuito il fenomeno e ha messo in luce l’incompletezza dei sistemi di prevenzione e di sostegno generando l’impoverimento dei tessuti socio-economici, condizione che ha reso ancora più fragili le fasce di popolazione già deboli» ha aggiunto il sindacalista. Guarini ha sottolineato quanto sia «importante promuovere campagne di sensibilizzazione e di informazione volte ad approntare una vera e propria rivoluzione culturale, a partire dall’educazione e dalla formazione rivolte ai giovani, che  devono porre una crescente attenzione al linguaggio, spesso frutto di retaggi culturali che non riconoscono il prezioso apporto della donna nella società».

«In questo senso – ha chiosato il sindacalista – proprio la contrattazione vuole e deve svolgere un importante ruolo di presidio e di prevenzione, puntando non solo a debellare la piaga nei luoghi di lavoro ma anche a supportare, con periodi di congedo dedicati oltre a quelli previsti per Legge e la possibilità di accedere all’anticipo del Tfr, le lavoratrici che subiscono violenza». «Oggi più che mai i luoghi di lavoro – ha aggiunto – devono rappresentare una opportunità di riscatto sociale per chi ha subìto molestie ma anche opportunità di riscatto economico, con il superamento del gap salariale uomo donna che attanaglia prevalentemente i comparti privati».

Il sindacalista ha poi rivolto un appello rivolto al Governo. «Occorre dedicare una buona parte delle risorse del Recovery Fund alle politiche attive di genere con interventi strutturali» ha dichiarato. «Il Parlamento italiano – ha concluso - deve infine ratificare al più presto la Convenzione 190 dell’ILO contro la violenza sulle donne ed ampliare la legislazione per il contrasto alle molestie sessuali sul lavoro».


 

Farmacie: lavoratori in prima linea durante l’emergenza sanitaria, con il contratto nazionale scaduto nel 2013. Circa 500 farmacisti online in assemblea chiedono l’intervento dei ministeri competenti

Roma, 20 novembre 2020. Non si sono tirati indietro in questi mesi di emergenza pandemica e sono tutt’ora in prima linea per offrire un presidio sanitario operativo e supportare i cittadini e il territorio.

Il mondo delle farmacie è sempre stato, e lo è ancor di più ora, un punto di riferimento importante per la nostra società, ma le condizioni di lavoro degli addetti del settore sono difficili: dai problemi legati alla sicurezza nelle farmacie allo scarso riconoscimento professionale, dal mancato rinnovo del contratto nazionale al conseguente adeguamento salariale.

Proprio per questo nella serata del 19 novembre si sono confrontati circa 500 farmacisti della Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, tutti online in un’unica assemblea nazionale, per condividere le difficoltà del momento ma, soprattutto, definire le azioni necessarie per contestare il mancato rinnovo dei contratti di settore delle farmacie private e speciali – Assofarm e Federfarma – fermi ormai da diversi anni.

Federfarma, controparte datoriale, sta rallentando la trattativa con proposte inaccettabili che non tutelano adeguatamente l’occupazione e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori: da un eccesso di flessibilità oraria all’abbattimento delle maggiorazioni per il lavoro straordinario, fino alla proposta di condizionare l’aumento salariale al riassorbimento dei permessi individuali. Non è possibile continuare la discussione in questi termini, ed è il momento di farsi sentire.

Per questo i farmacisti in assemblea considerano fondamentale il coinvolgimento dei ministeri del lavoro e della sanità di fronte allo stallo contrattuale in atto. Nelle prossime ore verrà inviata loro una lettera che descrive la situazione per richiedere un incontro questo è il primo passo di una serie di iniziative cadenziate nel tempo per riavviare il confronto.

Mercatone Uno, dal 24 novembre dichiarata la cessazione dell’Attività di Impresa. In Cgis per 12 mesi i 1.333 lavoratori dello storico marchio di arredamento

Blanca: «Una brutta pagina di storia, riassorbire i lavoratori nel tessuto produttivo»

Roma, 20 novembre 2020 – Si conclude con l’amaro in bocca la vicenda Mercatone Uno. Il Tribunale di Bologna, ritenendo non sussistenti i presupposti per la prosecuzione dell’esercizio di impresa ha dichiarato la cessazione dell’attività di impresa in capo all’Amministrazione Straordinaria di M. Business. con decorrenza dal 24 novembre.

I 1.333 lavoratori dello storico marchio in forza all’amministrazione straordinaria, per 12 mesi, sempre a far data dal 24 novembre, accederanno al percorso di Cigs per cessazione di attività prevista dal cosiddetto Decreto Genova.

E’ quanto previsto dal verbale di accordo redatto al termine del previsto tavolo al ministero del Lavoro convocato in modalità videoconferenza con i rappresentati del dicastero e del ministero dello Sviluppo Economico, i tre Commissari Straordinari, i rappresentanti delle Regioni coinvolte (e i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uitucs.

La vertenza, era nel frattempo approdata anche al ministero dello Sviluppo Economico con la partecipazione di Anpal Servizi. Nel corso della Cigs, si precisa nell’intesa, potranno concretizzarsi ulteriori cessioni degli immobili di proprietà della Procedura di amministrazione straordinaria con obbligo di assunzione del personale come potranno essere attuati progetti di autoimprenditorialità. Le Regioni hanno nel frattempo individuato le azioni di politica attiva in favore dei lavoratori coinvolti.

I sindacati hanno chiesto un provvedimento normativo ad hoc in continuità con le previsioni del DL Milleproroghe, affinchè il trattamento straordinario di integrazione salariale sia effettivamente rapportato al trattamento economico ante cessione alla Shernon Holding, ed hanno sollecitato momenti di verifica e monitoraggio dell’accordo.

Anche per gli altri 261 lavoratori del marchio, per i quali sono state formalizzate le cessioni autorizzate per 13 punti vendita, 9 passati alla Rica Gest e 4 alla A&V, è stato definito l’accesso alla Cigs per ristrutturazione e in attesa della riapertura degli esercizi, sempre a partire dal 24 novembre La vertenza, era nel frattempo approdata al ministero dello Sviluppo Economico.

Al tavolo, oltre ai rappresentanti del dicastero e al Sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico e del ministero del Lavoro, i Commissari Straordinari, i sindacati di categoria Cgil, Cisl, Uil e Ugl, le Regioni coinvolte Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia e Anpal Servizi.

La segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca ha enfatizzato “l’urgenza di dare prospettive ai lavoratori” sottolineando che “la Naspi e il sostegno al reddito non sono bastevoli per i lavoratori di un brand storico che molto ha rappresentato nelle economie territoriali, lavoratori competenti desiderosi di tornare in attività”.

Blanca ha anche evidenziato che “le politiche attive sono un sostegno importante” auspicando “il riassorbimento dei lavoratori nel tessuto produttivo”.

La sindacalista ha definito la vertenza Mercatone Uno “una brutta pagina di storia anche per quanto attiene i rapporti con le istituzioni” e, pur considerando “importante l’approdo di Anpal Servizi sulle politiche attive” ritiene “non bastevole l’intervento”. “La vicenda – ha concluso la sindacalista – sia di esempio affinchè non si ripetano episodi di questa natura”.