Le associazioni datoriali e le imprese per rinnovare il contratto hanno pretese che mettono in discussione diritti e retribuzione. Sarà sciopero nazionale il 13 novembre per l'intera giornata!
#OraBasta #OraSciopero #ContrattoAdesso
Fisascat
Le associazioni datoriali e le imprese per rinnovare il contratto hanno pretese che mettono in discussione diritti e retribuzione. Sarà sciopero nazionale il 13 novembre per l'intera giornata!
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Roma, 7 novembre 2020- In questi giorni si sono svolte udienze e incontri del Tribunale del commercio di Parigi in merito alla vicenda Kidiliz Group, impegnata in una procedura di concordato in Francia che coinvolge anche la filiale italiana del Gruppo; da quanto abbiamo appreso la maggior offerta tra quelle presentate che riguardavano anche l'Italia, è stata ritirata.
Anche l’offerta complementare, principalmente interessata ai punti vendita francesi ma che includeva un ridotto numero di punti vendita italiani, sarà molto ridimensionata. Sembra che un nuovo investitore, il Gruppo Zucchi, sia subentrato in extremis con un’offerta che salvaguarderebbe però solo una cinquantina di negozi e circa 150 dipendenti. Questo significa che almeno 450 persone in tutta Italia sono a forte rischio di perdere il proprio posto di lavoro, sulle oltre 600 attualmente alle dipendenze di questa azienda di abbigliamento per bambini.
Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno unitariamente chiesto all’azienda l’attivazione immediata della Cassa integrazione con causale Covid-19, viste anche le restrizioni di orario imposte dal recente Dpcm o comunque di altro ammortizzatore in grado di salvaguardare la continuità occupazionale e di reddito dei dipendenti. Al momento nessuna risposta è pervenuta dall’azienda e sembra peraltro che gli amministratori giudiziali, nominati dal Tribunale del Commercio di Parigi, non siano intenzionati ad aprire alcuna procedura parallela in Italia, se non alla conclusione di fatto della procedura francese.
Tutto questo si sta volgendo nella più completa mancanza di informazioni e relazioni con le parti sindacali e le istituzioni italiane competenti: troviamo inaccettabile l’arroganza con cui il destino occupazionale di oltre 600 persone viene gestito a Parigi senza nessuna condivisione reale. Con la decisione di non aprire procedure parallele e di non coinvolgere il Ministero dello Sviluppo economico, si è di fatto deliberatamente limitata la possibilità di trovare, in tempi utili, altri potenziali investitori nel nostro Paese.
Filcams, Fisascat e Uiltucs, che hanno proclamato lo stato di agitazione su tutto il territorio nazionale lo scorso 13 ottobre, chiedono la convocazione urgente di un tavolo ai Ministeri competenti, Mise e Lavoro, e dichiarano fin da ora che in assenza di risposte sull’utilizzo degli ammortizzatori e in mancanza di un confronto per trovare tutti gli strumenti utili alla salvaguardia dei diritti e dell’occupazione delle lavoratrici Kidiliz, a rischio di licenziamento nel giro di poche settimane, procederanno all’indizione di uno sciopero nazionale già la prossima settimana.
Roma, 6 novembre 2020 – L’ondata pandemica da Covid-19, e ciò che ha rappresentato il coronavirus nella distribuzione commerciale e nei settori del non food, non smorza il dialogo tra Parti Sociali sul rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Terziario, Distribuzione e Servizi scaduto il 31 dicembre 2019, applicato alla più vasta platea di lavoratori in Italia con oltre 3milioni e mezzo di addetti impiegati nelle attività commerciali e nelle imprese di servizi, uno spaccato economico che ricomprende anche i lavoratori dell’Ict e figure dell’e-commerce oltre alle figure più tradizionali, come gli addetti alle vendite, cassieri e magazzinieri.
Le segreterie generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl Uiltucs e la vice presidenza dell’associazione imprenditoriale Confcommercio hanno infatti avviato una interlocuzione convenendo di riattivare il confronto entro la fine del mese di novembre, per rinnovare il contratto collettivo nazionale ai settori di riferimento, nella “consapevolezza comune – si legge in un comunicato congiunto – che la risposta più virtuosa al periodo drammatico che stiamo vivendo, i cui temi di carattere sociale risultano oggettivamente predominanti, è quella di non restare fermi e di agire, rimettendo in moto le relazioni sindacali”.
Le Parti sottolineano che proprio il sistema di relazioni sindacali, anche nei mesi più acuti della crisi sanitaria ed economica, non si sono mai interrotte, a riprova dei “numerosi accordi sottoscritti sulla gestione della pandemia” nella direzione “di messa in sicurezza” dei lavoratori e dei luoghi di lavoro, arrivando a stabilire lo stanziamento di significative risorse economiche che la bilateralità settoriale ha messo a disposizione dei lavoratori e delle imprese.
La condivisione anche sul percorso negoziale da intraprendere, fortemente “condizionato dall’andamento dell’epidemia e dalle dinamiche/andamenti macro economici del settore”, che “dovrà collocarsi nella cornice dei contenuti degli accordi Interconfederali sulla rappresentanza del 2015 e sul nuovo sistema di relazioni sindacali e modello contrattuale del 2016, poiché in essi – sottolineano le Parti – è stato tracciato un perimetro relazionale che conferma il ruolo del Contratto Nazionale, da proiettare nella dimensione delle trasformazioni digitali in atto – e che la pandemia ha velocizzato in modo esponenziale – ma anche “in relazione all’innovazione dell’organizzazione del lavoro e alla individuazione di nuove figure professionali al passo con i tempi”. Parallelamente, sottolineano le Parti, sarà necessario adeguare i “sistemi di welfare contrattuale”.
In casa Fisascat Cisl il confronto interno sulla prossima stagione dei rinnovi – che dovrà riguardare oltre al Ccnl Terziario Distribuzione Servizi Confcommercio anche le cornici contrattuali condivise con le altre associazioni imprenditoriali del settore Confesercenti, Federdistribuzione e le associazioni nazionali della Distribuzione Cooperativa – è in corso da tempo.
«La categoria cislina – ha dichiarato il segretario generale Davide Guarini - è da sempre attenta oltre che ai contenuti economico retributivi dei rinnovi contrattuali anche alle garanzie e alle tutele volte a dare risposte alle lavoratrici e ai lavoratori portatori di specifici bisogni». «La Fisascat Cisl – ha concluso – opererà per sottolineare e valorizzare il ruolo solidaristico del contratto collettivo e per riaffermare le ragioni della partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese».

Roma, 5 novembre 2020 – Anche nella seconda ondata della pandemia prosegue l’intervento del Fondo Est, l’Ente di assistenza sanitaria integrativa del commercio, del turismo, dei servizi e dei settori affini. Il Consiglio Direttivo ha deliberato la proroga al 31 dicembre 2020 della copertura delle prestazioni di assistenza sanitaria integrativa connesse all’emergenza in atto, anche nel caso di ricorso agli ammortizzatori sociali Covid-19; una misura ancor più significativa anche considerata la distribuzione territoriale degli iscritti a Fondo Est, concentrati in zone ad alto e medio impatto del virus: il 28% in Lombardia, il 12% in Veneto, il 10,3% in Emilia Romagna e il 9% in Piemonte.
Fondo Est ha predisposto anche apposito pacchetto emergenza Covid-19 per tutti i contagiati dal virus, garantendo un'indennità giornaliera per ricovero, una diaria da isolamento domiciliare e un contributo per le prestazioni sanitarie relative alla riabilitazione respiratoria.
Tra le altre misure previsto poi il supporto alle aziende in caso di ritardato pagamento della contribuzione oltre alla proroga della presentazione delle richieste di rimborso delle prestazioni e procedure ad hoc per agevolare l'assistenza medica, diagnostica ed infermieristica in via domiciliare.
Considerata la sospensione di gran parte delle visite specialistiche presso le unità sanitarie locali e la chiusura di molti poliambulatori sul territorio, il Fondo ha anche attivato il nuovo servizio video consulto specialistico nelle varie discipline mediche. Fino al mese di giugno 2021 sarà consentita la prosecuzione volontaria e individuale della contribuzione anche nei casi in cui il datore di lavoro interrompa il rapporto di lavoro a prescindere dalla fruizione dei trattamenti di disoccupazione.
Il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini sottolinea «l’apporto della bilateralità settoriale che, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, fornisce un supporto concreto ai lavoratori e alle aziende colpite, direttamente o indirettamente, dall'emergenza realizzando appieno la mission del fondo di natura contrattuale».
«Fondo Est ha accolto l'appello delle Parti Sociali – ha concluso il sindacalista – prorogando la validità delle misure straordinarie in linea con l'emergenza che stiamo vivendo e che, come Parti Sociali, ci impone di fare tutto il possibile per non lasciare sole le categorie di lavoratori più vulnerabili».
Roma, 5 novembre 2020 – Conclusa la procedura di licenziamento collettivo avviata da Margherita Distribuzione. La direzione ex Auchan ha siglato con i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs le intese sulla mobilità non oppositiva ed incentivata del personale della rete commerciale e sulla proroga del termine temporale per la risoluzione dei rapporti di lavoro del personale di sede.
Due le finestre per accedere agli incentivi: 30 novembre e dall’1 al 31 dicembre 2020. Gli importi, gli stessi pattuiti nel verbale di accordo sul piano di uscite su base volontaria ed incentivata per la rete commerciale ratificato dalla Fisascat Cisl già dal 6 aprile 2020, variano da 19.500 euro a 66.500 euro a seconda del livello di inquadramento. L’intesa sottoscritta dalla categoria cislina ha consentito di prenotare l’incentivo a 1.354 lavoratori che potranno vedersi riconosciuto l’importo economico senza un’ulteriore manifestazione di interesse.
L’intesa introduce uno speciale regime per i part- time sino al 55% dell’orario di lavoro che si vedranno riconoscere, in caso di esodo volontario incentivato, un importo economico di 16mila euro nel caso in cui la prenotazione venga formalizzata entro il mese di novembre e di 12mila euro nel caso in cui la prenotazione sia effettuata dall’1 al 31 dicembre 2020.
Con le intese si è condiviso inoltre di prorogare al 31 dicembre il termine in cui il personale di sede potrà effettuare la risoluzione dei rapporti di lavoro con il solo criterio della non opposizione al licenziamento. «Con la sottoscrizione unitaria da parte di tutte le sigle sindacali presenti all’interno dell’ex mondo Auchan si compie una passaggio importante nell’ambito del piano di dismissioni portato avanti da Margherita istribuzione» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice sottolineando che «le intese sottoscritte sia nel corso del mese di aprile che quest’ultima hanno offerto ai lavoratori delle opzioni concrete, in special modo a coloro i quali hanno voluto usufruire dei percorsi di fuoriuscita economicamente incentivati».
Archiviata la procedura di mobilità per la rete commerciale restano da collocare ancora 22 negozi per i quali ad oggi Margherita Distribuzione ha comunicato di non aver ricevuto alcuna offerta. Dell’Orefice evidenzia «le criticità sia rispetto al destino dei 22 negozi, tra cui 5 ipermercati che non hanno sinora fatto registrare nemmeno una manifestazione di interesse, così come restano sospesi nel limbo i lavoratori che non sono stati ricompresi nei rami aziendali trasferiti da Margherita Distribuzione sia a consorziati Conad che a terzi imprenditori a seguito del frazionamento degli spazi di vendita e delle licenze di format maggiori».
«La Fisascat Cisl – ha aggiunto – è consapevole da sempre che questo complesso programma di dismissione non può e non deve realizzarsi esclusivamente per il tramite di licenziamenti, se pur volontari». «Per la nostra organizzazione – ha rimarcato – il sistema Conad e chi subentrerà nelle superfici liberate dalla riduzione degli ipermercati deve coerentemente alle intese da noi sottoscritte, implementare la parte negoziata in tema di politiche attive per la ricollocazione». «Le professionalità espresse dai dipendenti di quello che fu il gruppo Auchan in Italia – ha concluso – sono preziose per l’intero settore, proprio per questo non vanno disperse ma custodite».
Le imprese private e cooperative con la pandemia aumentano i fatturati ma continuano a non voler rinnovare il contratto nazionale per riconoscere aumenti del salario alle lavoratrici e ai lavoratori.


Blanca: «Vera forza intesa percorsi di formazione e riqualificazione delle risorse umane»
Roma, 3 novembre 2020 – Dieci nuove assunzioni in misura proporzionale al numero dei dipendenti che entro il 30 novembre 2021, trovandosi a non più di 60 mesi dal conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata, aderiranno al percorso di accompagnamento allo scivolo pensionistico finanziato da Bricocenter Italia SrL.
E’ questo il punto focale del Contratto di Espansione siglato dalla direzione dell’azienda del fai da te e i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs in collegamento telematico con il ministero del Lavoro.
L'azienda italiana della grande distribuzione conta sul territorio nazionale 51 punti vendita e 1.423 lavoratori, di cui 1.230 a tempo indeterminato e 193 a tempo determinato.
Il Contratto di Espansione, introdotto in via sperimentale dal Dl Crescita nel 2019, contempla anche l’avvio di un progetto di formazione e riqualificazione del personale, sviluppato sia mediante affiancamento con il sistema training on the job che attraverso attività e-learning e formazioni in presenza e distanza, ampiamente dettagliati nell’intesa siglata.
L’andamento dei percorsi formativi sarà monitorato con la verifica documentale e con momenti di verifica trimestrale a livello nazionale tra le parti. Il numero massimo di lavoratori che potranno aderire al percorso di accompagnamento entro il 30 novembre 2020 è stabilito in 20 unità, ovvero nel minor numero compatibile con le risorse economiche stanziate allo scopo dalla società pari a 750mila euro per finanziare l’intera operazione.
In caso di pensione anticipata Bricocenter, per tutto il periodo e fino al raggiungimento del primo diritto alla pensione, riconoscerà ai lavoratori una indennità mensile, comprensiva del trattamento Naspi, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal dipendente all’atto della risoluzione del rapporto di lavoro. Con un accordo a latere la direzione societaria si è dichiarata disponibile ad accogliere la richiesta dei sindacati al verificarsi di determinate condizioni economiche che attestino il conseguimento di una cifra di affari stabilmente pari o maggiore del 4% nel raffronto tra il 1° semestre 2021 e il 1° semestre 2019, non essendo comparabile quella registrata nel 2020 a fronte dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Soddisfazione in casa Fisascat Cisl.
La segretaria nazionale della Fisascat Aurora Blanca sottolinea «la valenza del Contratto di Espansione siglato con Bricocenter Italia, il primo nell’ambito delle attività di impresa nei settori del terziario privato, che consente di incrementare le assunzioni in misura proporzionale a chi accederà allo scivolo pensionistico».
«La vera forza dell’intesa – ha chiosato la sindacalista – è legata ai percorsi di formazione e riqualificazione delle risorse umane che consentiranno di accrescere le competenze del personale e di mantenere il posizionamento dell’azienda sul mercato in linea con il piano di riorganizzazione avviato dalla società italiana del fai da te».
«Il Contratto di Espansione – ha concluso – assume una rilevanza ancora maggiore anche perché sottoscritto in un periodo di grave crisi economica e sanitaria dettata dalla pandemia in atto nel nostro Paese».
Roma, 3 novembre 2020 – Fornire un adeguato ristoro anche alle imprese del settore sportivo, impianti e attività connesse, piscine, palestre e centri sportivi dilettantistici. E’ la richiesta congiunta dei sindacati nazionali di categoria Slc Cgil, Fisascat Cisl e Uilcom Uil a pochi giorni dall’approvazione del Decreto Ristori e a poche ore dall’emanazione di un nuovo Dpcm, con ulteriori misure restrittive finalizzate al contenimento del contagio che impatteranno ulteriormente sul comparto messo a dura prova dalle misure fin qui attuate e dal lockdown dei mesi scorsi.
Le tre sigle ricordano che nel comparto sportivo, che concorre al Pil con 4 punti percentuali, sono impiegati complessivamente oltre 100.000 lavoratori dipendenti e più di 500 mila collaboratori sportivi, molti dei quali da ricondurre a rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e al lavoro dipendente.
La richiesta dei sindacati si inserisce nell’ambito della più ampia riforma del settore, presentata nei mesi scorsi dal ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili Vincenzo Spadafora. Al dibattito sul percorso di riforma hanno preso attivamente parte anche le federazioni di categoria Slc Cgil, Fisascat Cisl e Uilcom Uil, con la richiesta del riconoscimento dei diritti e delle tutele piene per i lavoratori del settore, a partire dalle garanzie su pensioni e previdenza, malattia, infortunio, maternità e genitorialità, oggi negate alla stragrande maggioranza dei collaboratori.
I sindacati avevano espresso forti perplessità sulle deroghe allo Statuto dei Lavoratori previste dalla bozza di Decreto, ritenendo invece dirimente salvaguardare le specificità professionali da ricondurre nell’alveo del sistema di classificazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Per i sindacati occorre dare una prospettiva anche di medio termine, per superare la pandemia in atto, perché il comparto sportivo possa continuare a dare il suo essenziale contributo al benessere e alla salute di tutti, mantenendo il prezioso ruolo di presidio sociale e di prevenzione sanitaria. Nei giorni scorsi le tre federazioni, insieme alla Confederazione dello Sport, hanno
espresso forti perplessità sul testo dell’ultimo Dpcm in vigore dal 26 ottobre. In una nota congiunta trasmessa al ministro Spadafora hanno stigmatizzato la “sospensione delle attività di palestre e piscine che, unita alle restrizioni che coinvolgono l’intero mondo dell’attività sportiva, provocherà impatti devastanti su un settore già fortemente piegato dal precedente lockdown, con conseguente emorragia di posti di lavoro e di professionalità, nonchè distruzione di un’importante fetta del tessuto socio economico di tutte le Regioni”.
Le Parti Sociali hanno invitato il ministro dello Sport piuttosto a “considerare la possibilità di utilizzare i tecnici sportivi per diffondere istruzioni e messaggi sulle corrette condotte da seguire nelle~entità sportive presenti sul territorio che possono, anche con le limitazioni imposte da misure di contenimento, giocare una carta fondamentale nella gestione dello stato di crisi, fino a sostenere il morale della popolazione”.