Documentazione atti processuali. In stato di agitazione i 1.500 fonici, trascrittori e stenotipisti addetti ai servizi in appalto al ministero della Giustizia. Domani 4 agosto l’assemblea sindacale, lavoratori pronti alla mobilitazione

Roma, 3 agosto 2020 – Il Bando di gara per l’affidamento dei servizi di documentazione degli atti processuali al ministero della Giustizia contiene la clausola sociale e il riferimento alla contrattazione nazionale del settore imprese pulizie, servizi integrati e multiservizi ma ignora completamente il riferimento all’Accordo Integrativo Aziendale, fondamentale per il corretto inquadramento del personale, circa 1.500 addetti al servizio delle istituzioni.

E’ questo il motivo alla base dello stato di agitazione proclamato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti. Le tre sigle temono “un ritorno a contratti di lavoro governati dalle irregolarità e dalla precarietà”, sottolineano in una missiva trasmessa al Guardasigilli Alfonso Bonafede, al Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria e al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.

In particolare l’AIA, siglato nel 2018 dai sindacati e dalle cooperative sociali Ricina, Nuovi Orizzonti e Verbatim consorziate alla Ciclat, affidataria del servizio da parte della Consip per conto del ministero della Giustizia, aveva definito il sistema di classificazione del personale, oltre che la tabella delle retribuzioni e delle indennità, disciplinando sostanzialmente l’organizzazione e il mercato del lavoro di riferimento qualificando l’occupazione del comparto dei servizi e le professionalità coinvolte.

A più riprese i sindacati – con tre missive trasmesse il 10 ottobre 2018, il 29 ottobre 2019 e il 26 giugno 2020 – hanno sollecitato un incontro invitando i ministeri della Giustizia e del Lavoro ad attenersi alle previsioni della contrattazione di 1° e 2° livello nella predisposizione del Bando di Gara senza però ricevere alcun riscontro dai due dicasteri che si sono limitati a trasmettere “per competenza” la richiesta alla Direzione Generale Risorse Materiali e Tecnologiche del ministero della Giustizia.

Domani 4 agosto l’Assemblea sindacale unitaria dei lavoratori convocata dalle 14.00 alle 16.00 valuterà ulteriori iniziative di mobilitazione a supporto della vertenza.

Lavoro sportivo, Sindacati a Palazzo Chigi a confronto con il Dipartimento dello Sport: necessarie tutele per tutti. Previdenza, investimenti, contribuzione e fiscalità per la sostenibilità del sistema

Roma, 31 luglio 2020 – Regolamentare la figura del lavoratore sportivo superando l‘esclusiva distinzione fra dilettantismo e professionismo applicata dalla Legge 81/1991 e ricondurre tutto il lavoro sportivo al sistema giuslavoristico ordinario ed al diritto del lavoro, con diritti e tutele valide per tutti.

Valorizzare le professionalità esistenti, rendendo coerenti compensi e formazione, applicare i sistemi di classificazione definiti dalla contrattazione nazionale di settore, lo status e le professionalità dei lavoratori degli impianti e delle attività sportive di base, di istruttori, preparatori, tecnici, manutentori e personale amministrativo, organizzativo e gestionale. Sono circa 40mila i lavoratori dipendenti, oltre 500mila i collaboratori sportivi e centinaia i volontari – da ricondurre ai rapporti di lavoro ordinari di collaborazione coordinata e continuativa e autonomi che ruotano nel comparto sportivo e che concorrono al 4% del Pil nazionale.

E’ la richiesta unanime dei sindacati di categoria Slc Cgil, Fisascat Cisl, Uilcom, Felsa Cisl, Nidil Cgil, Uiltemp al tavolo convocato a Palazzo Chigi in presenza del Capo del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri Giuseppe Pierro, del Capo di Gabinetto Giovanni Panebianco, del Vice Capo di Gabinetto Mattia Mari, sulla riforma complessiva del settore sport. I sindacati chiedono con forza che la Riforma venga realizzata in tempi brevi e che finalmente i lavoratori e le lavoratrici del settore vedano riconosciuti diritti e tutele piene, a partire dalle garanzie su pensione, malattia, infortunio, maternità e genitorialità, che oggi sono negate a larga parte di questo mondo.

I sindacati ritengono inopportune le deroghe allo Statuto dei Lavoratori previste dalla bozza, ma ritengono invece che tutte le specificità professionali vadano ricondotte al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

Va inoltre ben delimitata la figura del volontario sportivo, specificando che non si tratta di un rapporto di lavoro ma di attività di volontarietà senza retribuzione.

Per i sindacati, ai fini della sostenibilità complessiva del sistema, è necessario assicurare l‘accesso al sistema previdenziale con una contribuzione progressiva a cui fare corrispondere l'erogazione delle prestazioni pensionistiche future e di welfare riconducibili a malattia, disoccupazione e maternità nonché alla copertura degli infortuni professionali per dipendenti, collaboratori e lavoratori autonomi che operano nell’ambito delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche.

Parallelamente per i sindacati va sostenuto lo sviluppo delle imprese sportive attraverso investimenti dedicati nell‘impiantistica sportiva e interventi normativi ad hoc per la detrazione delle spese sportive parimenti alle spese sanitarie e per l‘esenzione temporanea dei contributi previdenziali, garantendo le prestazioni, da estendere a tutto il comparto garantendo così una corretta gestione della flessibilità che caratterizza il mercato del lavoro di riferimento.

Per i sindacati è possibile anche consentire agevolazioni fiscali, non indiscriminatamente, alle associazioni o società sportive dilettantistiche – facendo chiarezza circa la natura di ciascuna – motivate dalla funzione sociale delle attività sportive di base evitando la compressione dei diritti e dei compensi dei lavoratori del settore e forme di concorrenza impropria.

Covid-19. Terziario e turismo, c’è intesa tra i sindacati e Confesercenti sull’intervento della bilateralità settoriale: 700mila euro per il cofinanziamento delle iniziative degli enti territoriali

Guarini: «Scelta vincente per lavoratori e imprese coinvolti dall’emergenza pandemica»

Roma, 30 luglio 2020 – Si rafforza l’intervento della bilateralità contrattuale a supporto di lavoratori e imprese nei settori del terziario distribuzione e servizi e del turismo coinvolti dall’emergenza pandemica da Covid-19.

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs hanno siglato con l’associazione imprenditoriale Confesercenti un accordo sull’attivazione dei meccanismi bilaterali di origine contrattuale, nel rispetto delle peculiarità dei singoli fondi, finalizzati alla promozione di interventi straordinari realizzati dagli Enti Bilaterali Territoriali.

L’intesa destina complessivamente 700mila euro per il cofinanziamento al 50% delle iniziative degli EBT volte all’erogazione di contributi solidaristici a lavoratori particolarmente colpiti dalla crisi che abbiano subito una sospensione dell’attività lavorativa già percettori del sistema istituzionale degli ammortizzatori sociali nonché per sostenere interventi aziendali destinati a rafforzare la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro in attuazione del Protocollo Governo Parti Sociali ed anche finalizzate al potenziamento delle prestazioni di assistenza sanitaria integrativa mirate a contrastare la diffusione del virus almeno fino al 31 ottobre 2020.

Nel mese di ottobre le parti si incontreranno per monitorare l’applicazione dei contenuti dell’intesa e per una valutazione dell’evoluzione dell’emergenza e dei provvedimenti legislativi varati dal Governo.

«La bilateralità contrattuale del terziario, distribuzione e servizi e nel turismo, settori che hanno risentito pesantemente degli effetti del lockdown e delle misure per contrastare la diffusione del virus, ha dato prova in questi mesi della validità degli strumenti partecipativi definiti dalla contrattazione nazionale siglata dalle associazioni comparativamente maggiormente rappresentative» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini.

«L’intesa siglata con la Confesercenti – ha concluso il sindacalista – completa l’intervento della bilateralità settoriale che ancora una volta si conferma scelta vincente per sostenere lavoratori e imprese coinvolti dall’emergenza pandemica e per accompagnare la ripresa delle attività avendo cura della sicurezza nei luoghi di lavoro e dello stato di salute delle lavoratrici e dei lavoratori».

Terzo settore, un Avviso Comune delle parti sociali e linee guida ad hoc per la transizione e la ripartenza dei servizi socio sanitari assistenziali educativi e di inserimento lavorativo

Ferrari: «Necessario sostenere il comparto delle cooperative sociali e riqualificare servizi e infrastrutture»

Roma, 30 luglio 2020 – Sostenere la transizione e la ripartenza in sicurezza dei servizi socio sanitari assistenziali educativi e di inserimento lavorativo gestiti dal sistema delle imprese e delle cooperative sociali attraverso la valorizzazione della rete di infrastrutture, la promozione di iniziative, percorsi comuni di riconversione e potenziamento dell’offerta erogata, la riqualificazione professionale dei lavoratori coinvolti dagli ammortizzatori sociali nell’emergenza pandemica e la costituzione di Comitati Aziendali territoriali paritetici previsti dal protocollo Governo Parti Sociali per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19.

E’ questa la posizione unanime delle Parti Sociali firmatarie della contrattazione nazionale del settore della cooperazione sociale, i sindacati di categoria Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl, UIltucs e le associazioni imprenditoriali Agci Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà e LegaCoopSociali, contenuta in un Avviso Comune condiviso al tavolo nazionale di confronto attivato in piena fase emergenziale. In particolare le Parti Sociali ritengono necessario avviare specifiche contrattazioni aziendali/territoriali sull’attivazione di percorsi di formazione dedicati per cogliere le opportunità del Dl Rilancio al fine di qualificare ulteriormente i servizi di welfare e di salvaguardare occupazione e retribuzioni, quale concreta alternativa agli ammortizzatori sociali, anche attraverso le opportunità formative disposte dai Fondi Interprofessionali, sia per l’accrescimento delle competenze, sia per sviluppare percorsi di prevenzione in materia di sicurezza.

Le Parti Sociali hanno anche condiviso le Linee Guida sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, per una transizione ed una ripartenza dei servizi socio sanitari assistenziali educativi e di inserimento lavorativo erogati dal sistema delle imprese e delle cooperative sociali. Entrambi i documenti saranno trasmessi, unitamente ad una richiesta di incontro, ai ministeri del Lavoro e della Salute, alla Conferenza Unificata, alla Conferenza delle Regioni e All’Anci al fine di affrontare le problematiche e le criticità del comparto dei servizi.

«Il settore delle Cooperative Sociali, con oltre 350mila addetti occupati, ha contribuito fortemente alla tenuta del sistema sanitario pubblico nella fase dell’emergenza pandemica, garantendo in quota parte il welfare italiano e la tenuta economica e sociale del nostro Paese» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari. «Il sistema della cooperazione sociale – ha concluso il sindacalista – va sostenuto in questa fase di transizione e di ripartenza dei servizi assicurando la sicurezza nei luoghi di lavoro e la riqualificazione della professionalità degli operatori del settore ma anche con un opportuno potenziamento delle infrastrutture e la riconversione dei servizi prestati».

Covid-19. Eurospin, nessuna garanzia di sicurezza nei 1.200 punti vendita: in stato di agitazione i 15mila dipendenti del gruppo discount italiano, proclamata una giornata di sciopero a livello territoriale

Roma, 30 luglio 2020 – Sono in stato di agitazione i 15mila dipendenti di Eurospin, il più grande Gruppo discount italiano presente in Italia e in Slovenia con 1.200 punti vendita.

Alla base della protesta e della giornata di sciopero in tutte le società del gruppo da organizzare a livello territoriale – indette dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs insieme al coordinamento unitario delle strutture e dei delegati – l’indisponibilità aziendale sulla realizzazione dei contenuti del Protocollo Governo Parti Sociali finalizzati a garantire adeguate condizioni di sicurezza sui posti di lavoro, nel contesto dell’emergenza pandemica da Covid-19, attraverso la condivisione di specifici protocolli aziendali i e la costituzione di comitati per la sicurezza, con la partecipazione attiva di RSA e RLS e delle organizzazioni sindacali. Ad alimentare il dissenso anche la diffusa l’indisponibilità delle 5 Società del Gruppo a praticare efficaci e strutturate relazioni sindacali.

I sindacati hanno anche proposto delle soluzioni concrete al fine di agevolare una soluzione del confronto e consentire finalmente la costituzione di un Comitato di Gruppo e di 5 distinti Comitati (uno per ognuna delle 5 società operative), riscontrando la chiusura del Gruppo rispetto le istanze presentate.

“La divergenza con il Gruppo Eurospin e l’impossibilità di giungere ad un accordo – spiegano i sindacati in un comunicato congiunto – sono derivate dall’indisponibilità aziendale a riconoscere una fattiva partecipazione delle RSA e degli RLS”.

Per le tre federazioni di categoria “è essenziale un effettivo coinvolgimento delle rappresentanze sindacali, che tenga conto del grandissimo numero di filiali che fanno capo a 5 diverse società, presenti su tutto il territorio nazionale”.

I sindacati stigmatizzano la condotta “antisindacale” adottata dal Gruppo Eurospin e giudicano “inaccettabile la situazione aggravata anche dalle numerosissime segnalazioni giunte dai territori, fin dall’inizio dell’emergenza Covid” rispetto la mancata osservanza del “distanziamento sociale” imposto dalle norme in vigore e sulle inadempienze rispetto “il contingentamento della clientela all’interno dei negozi, e della messa a disposizione del personale dei Dispositivi di Protezione Individuale e della pulizia e sanificazione dei negozi che dovrebbero essere affidate con frequenza e continuità a ditte esterne, piuttosto che essere svolte dal personale dipendente”.

Per i sindacati sono tutti ~“aspetti che attengono alla responsabilità dell’impresa che hanno dato luogo a diffuse e persistenti criticità” che non consentono di garantire il contingentamento “sacrificato dal prevalente interesse per i fatturati a discapito della sicurezza”. In materia di salute e sicurezza Filcams Fisascat e Uiltucs stigmatizzano anche il “mancato coinvolgimento preventivo degli RLS e ritardi nella realizzazione della prevista formazione.

La situazione di criticità e i gravi problemi emersi sugli aspetti della tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro saranno anche esposte in delle missive che saranno trasmesse alle ASL e alle Prefetture di tutta Italia.

Turismo, sindacati e associazioni imprenditoriali al tavolo con i ministri Catalfo e Franceschini. Guarini: «Necessario prorogare gli ammortizzatori sociali e sostenere la stagionalità e l’indotto generato dal comparto»

Roma, 28 luglio 2020 – «Condividiamo l’ulteriore proroga dei licenziamenti come anche crediamo sia necessario intervenire sulla prosecuzione degli ammortizzatori sociali in deroga nel comparto turistico anche prevedendo una maggiore flessibilità dell’intervento di sostegno al reddito, più affine alle necessità aziendali rispetto la sospensione effettiva delle attività la cui riapertura va sostenuta con incentivi dedicati».

Così il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini, al tavolo attivato dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo di concerto con il ministro dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, ha commentato le misure di sostegno annunciate per i lavoratori del settore turistico, tra cui la proroga degli ammortizzatori sociali e del divieto dei licenziamenti mentre sarebbe allo studio dei due dicasteri la scelta di un sistema di decontribuzione per accompagnare le assunzioni e indennità stagionali ad hoc. Il sindacalista ha sottolineato «l’urgenza di definire misure a sostegno della stagionalità, caratteristica strutturale del comparto».

«Se tutto dovesse andare per il meglio – ha evidenziato Guarini – nel 2020 verranno riattivati solo il 50% dei contratti di lavoro stagionali, comunque con una forte riduzione del periodo di attività prestata con tutte le ripercussioni sul trattamento Naspi per i lavoratori che vedranno riattivarsi il rapporto di lavoro ma anche con il danno del mancato reddito e della relativa contribuzione per coloro che non vedranno attivarsi il rapporto di lavoro».

Per il sindacalista «quando si ragiona di turismo si deve ragionare pure di attività ricondotte alle località a prevalente vocazione turistica ed è necessario quindi dare risposte e non disperdere le professionalità esistenti anche dell’indotto del terziario e dei servizi generato dal settore turistico dove a pieno titolo devono essere compresi i settori della ristorazione collettiva, commerciale e del turismo e il comparto termale».

Settore ippodromi, comparto da salvaguardare. Il 29 luglio al Mipaaf il presidio congiunto sindacati e associazioni datoriali

Roma, 28 luglio 2020 – Scenderanno in piazza domani 29 luglio dalle ore 9.00 alle ore 13.00 a Roma sotto il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in via XX Settembre i lavoratori del settore ippodromi insieme alle associazioni datoriali di comparto.

La mobilitazione è stata indetta congiuntamente dai sindacati di categoria Slc Cgil, Fisascat Cisl, Uilcom e dal Gruppo Ippodromi Associati per accendere i riflettori sulla situazione di un comparto in crisi, in attesa della conclusione del complicato iter amministrativo sull’emanazione di un Decreto direttoriale di attuazione per la determinazione delle sovvenzioni specifiche per le società di corse per l’anno 2020.

Nel corso dell’ultimo incontro al dicastero il Mipaaf ha rassicurato sui tempi per la celere conclusione dell’iter amministrativo da parte dei competenti organi di controllo del contratto, già approvato, che consentirà l’erogazione di una prima tranche di acconto della sovvenzione 2020 a partire dalla fine del mese di luglio, come previsto dal DM 4701/2020.

I sindacati, congiuntamente alle associazioni datoriali, sollecitano una riforma generale del settore, già paventata dal ministero, e soluzioni gestionali attuabili fin da prossimo anno, per una drastica riduzione dei tempi, al fine di dare certezze operative alle società di corse sia in termini di contratti vigenti ed efficaci all’inizio dell’anno sia dei tempi di erogazione che devono poter essere anticipati per far fronte alle esigenze della necessità di liquidità per il pagamento delle proprie maestranze.

H&M conferma chiusure e licenziamenti dettati dall’algoritmo. I sindacati rivendicano un incontro al Mise e al Ministero del Lavoro: Il comportamento della multinazionale svedese è inaccettabile

Roma, 28 luglio 2020– E’ rottura con H&M, la multinazionale svedese presente in Italia con 180 negozi con 5500 addetti diretti e circa 2000 precari. La direzione aziendale, al tavolo con i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs, ha confermato le chiusure annunciate nelle scorse settimane degli 8 punti vendita a Gorizia, Bassano, Udine, Vicenza, Bari, Grosseto e 2 punti vendita al centro di Milano, dove la multinazionale ha già inviato 57 lettere di trasferimento coatto ai lavoratori a ben oltre 100 km di distanza.

I sindacati, che nel frattempo hanno sollecitato un incontro al ministero del Lavoro e al ministero dello Sviluppo Economico per un esame di carattere più politico, hanno stigmatizzato la "inaccettabile" decisione aziendale sulla chiusura dei negozi che passerebbe attraverso la pratica del licenziamento o dimissioni indotte dalla “non soluzione” del trasferimento presso sedi improponibili per le distanze dal punto vendita in chiusura, peraltro in evidente contrasto con il divieto di licenziamento in vigore.

“A poco sono serviti i richiami al rispetto delle norme emergenziali che a fronte delle chiusure hanno previsto gli ammortizzatori sociali per 9/13 settimane, col fine di garantire la continuità aziendale e contestualmente il reddito per i lavoratori e lavoratrici” sottolineano i sindacati in un comunicato congiunto stigmatizzando la posizione aziendale che ha affermato che “la scelta dei tagli rispetta l’obiettivo della sostenibilità aziendale su una proiezione nel futuro di 71 anni”, legando sostanzialmente il destino dei lavoratori ad un improbabile quanto assurdo e disumano algoritmo.

“A niente sono serviti gli appelli ai principi di responsabilità sociale dell’impresa, spesso richiamati con enfasi dall’azienda anche nella sua dimensione internazionale” prosegue la nota sindacale.

“Si è andati oltremodo fuori misura quando è pervenuta ai sindacati la proposta di confronto sulla richiesta di un periodo di Cassa Integrazione Straordinaria per far fronte al calo delle vendite nel recente periodo, in evidente contrasto col programma di chiusura di punti vendita anche alla luce dei provvedimenti annunciati dal Governo in merito alla possibilità di estensione delle norme per il sostegno al reddito, contestuale alla proroga del divieto di licenziamento”.

A livello territoriale sono in corso verifiche nei territori per organizzare iniziative di mobilitazione a sostegno della vertenza supportata anche da una campagna di sensibilizzazione social.

Turismo, sindacati e associazioni imprenditoriali al tavolo con i ministri Catalfo e Franceschini. Guarini: «Necessario prorogare gli ammortizzatori sociali e sostenere la stagionalità e l’indotto generato dal comparto»

Roma, 28 luglio 2020 – «Condividiamo l’ulteriore proroga dei licenziamenti come anche crediamo sia necessario intervenire sulla prosecuzione degli ammortizzatori sociali in deroga nel comparto turistico anche prevedendo una maggiore flessibilità dell’intervento di sostegno al reddito, più affine alle necessità aziendali rispetto la sospensione effettiva delle attività la cui riapertura va sostenuta con incentivi dedicati».

Così il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini, al tavolo attivato dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo di concerto con il ministro dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, ha commentato le misure di sostegno annunciate per i lavoratori del settore turistico, tra cui la proroga degli ammortizzatori sociali e del divieto dei licenziamenti mentre sarebbe allo studio dei due dicasteri la scelta di un sistema di decontribuzione per accompagnare le assunzioni e indennità stagionali ad hoc. Il sindacalista ha sottolineato «l’urgenza di definire misure a sostegno della stagionalità, caratteristica strutturale del comparto».

«Se tutto dovesse andare per il meglio – ha evidenziato Guarini – nel 2020 verranno riattivati solo il 50% dei contratti di lavoro stagionali, comunque con una forte riduzione del periodo di attività prestata con tutte le ripercussioni sul trattamento Naspi per i lavoratori che vedranno riattivarsi il rapporto di lavoro ma anche con il danno del mancato reddito e della relativa contribuzione per coloro che non vedranno attivarsi il rapporto di lavoro».

Per il sindacalista «quando si ragiona di turismo si deve ragionare pure di attività ricondotte alle località a prevalente vocazione turistica ed è necessario quindi dare risposte e non disperdere le professionalità esistenti anche dell’indotto del terziario e dei servizi generato dal settore turistico dove a pieno titolo devono essere compresi i settori della ristorazione collettiva, commerciale e del turismo e il comparto termale».

H&M conferma chiusure e licenziamenti dettati dall’algoritmo. I sindacati rivendicano un incontro al Mise e al Ministero del Lavoro: Il comportamento della multinazionale svedese è inaccettabile

Roma, 28 luglio 2020– E’ rottura con H&M, la multinazionale svedese presente in Italia con 180 negozi con 5500 addetti diretti e circa 2000 precari. La direzione aziendale, al tavolo con i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs, ha confermato le chiusure annunciate nelle scorse settimane degli 8 punti vendita a Gorizia, Bassano, Udine, Vicenza, Bari, Grosseto con centinaia di lavoratrici e lavoratori a rischio e dei 2 punti vendita 2 al centro di Milano, dove la multinazionale ha già inviato 70 lettere di trasferimento coatto ai lavoratori a ben oltre 100 km di distanza.

I sindacati, che nel frattempo hanno sollecitato un incontro al ministero del Lavoro e al ministero dello Sviluppo Economico per un esame di carattere più politico, hanno stigmatizzato la "inaccettabile" decisione aziendale sulla chiusura dei negozi che passerebbe attraverso la pratica del licenziamento o dimissioni indotte dalla “non soluzione” del trasferimento presso sedi improponibili per le distanze dal punto vendita in chiusura, peraltro in evidente contrasto con il divieto di licenziamento in vigore.

“A poco sono serviti i richiami al rispetto delle norme emergenziali che a fronte delle chiusure hanno previsto gli ammortizzatori sociali per 18 settimane, col fine di garantire la continuità aziendale e contestualmente il reddito per i lavoratori e lavoratrici” sottolineano i sindacati in un comunicato congiunto stigmatizzando la posizione aziendale che ha affermato che “la scelta dei tagli rispetta l’obiettivo della sostenibilità aziendale su una proiezione nel futuro di 71 anni”, legando sostanzialmente il destino dei lavoratori ad un improbabile quanto assurdo e disumano algoritmo.

“A niente sono serviti gli appelli ai principi di responsabilità sociale dell’impresa, spesso richiamati con enfasi dall’azienda anche nella sua dimensione internazionale” prosegue la nota sindacale.

“Si è andati oltremodo fuori misura quando è pervenuta ai sindacati la proposta di confronto sulla richiesta di un periodo di Cassa Integrazione Straordinaria per far fronte al calo delle vendite nel recente periodo, in evidente contrasto col programma di chiusura di punti vendita anche alla luce dei provvedimenti annunciati dal Governo in merito alla possibilità di estensione delle norme per il sostegno al reddito, contestuale alla proroga del divieto di licenziamento”.

A livello territoriale sono in corso verifiche nei territori per organizzare iniziative di mobilitazione a sostegno della vertenza supportata anche da una campagna di sensibilizzazione social.