Mense e pulizie scolastiche e aziendali, massiccia l’adesione alla giornata di mobilitazione nazionale del 24 giugno

Roma, 25 giugno 2020 – Massiccia l’adesione alla mobilitazione nazionale del 24 giugno indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti per accendere i riflettori sulla situazione di circa 80mila addetti delle mense e delle pulizie scolastiche e aziendali.

Centinaia di lavoratrici e lavoratori hanno preso parte ai diversi presidi e manifestazioni organizzati in oltre 60 città in tutta Italia.

Alla base della protesta l’imminente scadenza della copertura dell’ammortizzatore sociale Covid-19 e l’incertezza sulle prospettive future correlate alla ripresa dell’attività economica e scolastica. In piazza molte lavoratrici del comparto delle mense scolastiche, dove si concentra il 50% dell’occupazione con circa 39mila addetti, hanno manifestato tutto il dissenso e lo sconcerto anche a fronte del grave ritardo nella liquidazione dell’indennità da parte dell’INPS, peraltro soggetta a tassazione, riducendo ulteriormente importi già bassi.

Molti lavoratori e lavoratrici e sono senza reddito da 3 mesi per responsabilità delle numerose imprese che non hanno anticipato l’Assegno Ordinario.

Come ogni anno queste lavoratrici e i lavoratori, vedranno sospesi i loro contratti a giugno, rimanendo senza retribuzione, senza ammortizzatori e senza possibilità di ricercare una nuova temporanea occupazione preclusa dagli effetti della crisi in atto peraltro anche senza una prospettiva certa rispetto ai tempi e alle modalità di ripresa dei servizi per l’anno scolastico 2020/2021.

A più riprese i sindacati hanno sollecitato le istituzioni sulla proroga per almeno 27 settimane degli ammortizzatori con causale “COVID-19” per tutti i lavoratori, e celerità nei pagamenti delle indennità da parte dell’INPS; sulla ripresa dell’anno scolastico a settembre, in presenza e in sicurezza per tutti dove i servizi in appalto riprendano contestualmente alla didattica; l’accesso agli ammortizzatori sociali ordinari senza condizionalità rispetto al committente per le imprese e i lavoratori delle mense, pulizie e vigilanza c.d. “aziendali”; la riforma complessiva degli ammortizzatori sociali per non discriminare i lavoratori in appalto e risposte strutturali per i lavoratori part time ciclici e infine misure di sostegno economico straordinarie per affrontare l’emergenza.

Ancora nessun riscontro alla missiva trasmessa nelle scorse settimane al ministro del Lavoro Catalfo e al Presidente dell’Inps Pasquale Tridico; i sindacati hanno nuovamente sollecitato l’attivazione di un confronto istituzionale finalizzato a definire un intervento risolutivo in tempi rapidi.

Turismo, Guarini: «Urgente rafforzare la struttura degli ammortizzatori sociali, Salvaguardare le professionalità’ stagionali e puntare a strategie di lungo termine sostenute da politiche legislative»

Roma, 23 giugno 2020 – «Condividiamo fermamente le dichiarazioni del ministro Franceschini sulla necessità di rivedere il sistema degli ammortizzatori sociali in un settore dove la caratteristica della stagionalità richiede uno strumento di sostegno al reddito specifico, come anche sull’urgenza di definire strategie di lungo termine per il post pandemia sostenute da adeguate politiche legislative orientate a riqualificare le strutture ricettive, le infrastrutture e a valorizzare la promozione dell’offerta turistica italiana nel mondo».

Così il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini ha commentato le dichiarazioni del ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini in audizione oggi alla X Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati sulle iniziative del Governo per sostenere il settore del turismo gravemente danneggiato dall’emergenza epidemiologica.

Il sindacalista, pur valutando positivamente le misure varate fin qui dal Governo, ha dichiarato che «l’assistenzialismo non è sufficiente» e ha sollecitato il «rafforzamento della struttura degli ammortizzatori sociali in un settore labour intensive anche prevedendo uno strumento che salvaguardi la stagionalità e le professionalità che vi operano, caratteristica strutturale del comparto ma oggi nodo scoperto» puntando anche alla definizione di «politiche attive di formazione e riqualificazione ad hoc per il settore».

«Il nostro auspicio – ha concluso il sindacalista – è che si dia seguito al confronto avviato con le Parti Sociali firmatarie della contrattazione nazionale di settore per sostenere un comparto strategico dell’economia italiana che vale il 13% del Pil e il 14% dell’occupazione in Italia con oltre 3,5 milioni di addetti compreso l’indotto da esso generato».

Mense e pulizie scolastiche e aziendali, domani 24 giugno mobilitazioni in almeno 60 città per chiedere lavoro, dignità, risorse. In piazza ci saranno centinaia di addetti, senza stipendio da oltre tre mesi e senza alcuna prospettiva per il futuro

#DirittiSospesi

Roma, 23 giugno 2020 – Scenderanno in piazza in almeno 60 città in tutta Italia. Sono gli oltre 80mila lavoratori e lavoratrici dei servizi di mensa e pulizie scolastiche e aziendali, a casa per l’emergenza Covid-19 dalla dichiarazione del lockdown e più tornati al lavoro. Dai presidi nelle piazze delle principali città, chiamati alla mobilitazione da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti, faranno sentire la loro voce, per chiedere che venga estesa la copertura degli ammortizzatori sociali, erogate le indennità e, soprattutto, garanzie per una rapida ripresa delle attività.

Sono circa 80mila gli addetti – la metà, circa 39mila, solo nelle mense scolastiche – che dall’inizio di marzo, con il Decreto che imponeva il lockdown per emergenza sanitaria, sono di fatto senza lavoro e molti senza reddito. Tre mesi senza stipendio per le responsabilità incrociate di aziende e Inps, numerose delle prime per non aver anticipato, in molti casi, gli assegni ordinari ai dipendenti, l’ente di previdenza per non aver ancora corrisposto le indennità che spettano loro.

A questi tre mesi di inattività forzata, per molti di loro, si sommerà un periodo altrettanto lungo di sospensione delle assunzioni, che coincide da sempre con la fine dell’anno scolastico. Altri tre mesi senza stipendio e, soprattutto, senza la garanzia di riprendere a lavorare, a settembre, per la riapertura delle scuole.

La manifestazione nazionale unitaria è articolata su base territoriale, si è detto, in circa 60 città. In alcune grandi città (Torino, Firenze, Genova) i presidi sono stati anticipati al 22 e 23 giugno per la coincidenza della festa del santo patrono, San Giovanni, il 24 giugno. Pur avendo già più volte sollecitato, senza successo, le istituzioni, le Organizzazioni Sindacali chiedono a Governo, Regioni, Comuni e Imprese, confronti per individuare percorsi condivisi e soluzioni per prorogare, di almeno 27 settimane gli ammortizzatori con causale “COVID-19”; la ripresa dell’anno scolastico a settembre, in presenza e in sicurezza per tutti, prevedendo il mantenimento del servizio mensa; prevedere l’accesso agli ammortizzatori sociali ordinari senza condizionalità rispetto al committente per le imprese e i lavoratori delle mense e delle pulizie c.d. “aziendali”; una riforma degli ammortizzatori sociali per non discriminare i lavoratori in appalto e dare risposte strutturali per i lavoratori part time ciclici; misure di sostegno economico straordinarie per affrontare l’emergenza.

Non c’è tempo da perdere: servono certezze oggi, per il lavoro e per il futuro.

Le città della mobilitazione del 24 giugno: Piemonte: Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania, Vercelli h 10.00; Lombardia: Pavia, h 9.30; Milano, Brescia, Como, Lecco, Mantova, h. 10.00; Trentino-Alto Adige: Bolzano, h 10.00; Trento, h 9.30; Friuli Venezia Giulia: Udine, h 10.00; Veneto: Padova (Rovigo), Treviso (Belluno), Venezia, Verona, Vicenza h 10.00; Liguria: Imperia, La Spezia, h 10.00; Lazio: Roma, h 15.00; Emilia Romagna: Bologna, Ferrara, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia h 10.00; Forlì, h 10.30; Modena h 11.00; Cesena, Rimini, h 16.30; Toscana: Firenze, Pistoia, h 9.30; Arezzo, Prato, Pisa, Massa Carrara, Grosseto, Siena h 10.00; Lucca, h 10.30; Livorno, h 17.00; Umbria: Perugia, Terni, h 11.00; Abruzzo: Pescara, h 10.00; Molise: Campobasso, h 12.00; Marche: Ancona, h 10.00; Campania: Napoli, h 9.30; Sardegna: Cagliari, Sassari (Olbia), h 10.00; Puglia: Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Bat e Taranto, h 10.00. Calabria: Cosenza, h 11.00; Sicilia: Catania, h 9.30; Agrigento, Enna, Floridia, Lampedusa, Messina, Palermo, h 10.00; Caltanissetta, h 11.00; Niscemi (CL), h 16.00.

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Mense e pulizie scolastiche e aziendali: vogliamo risposte concrete e tempestive. Il 24 giugno manifestazione nazionale Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti con iniziative territoriali

Roma, 19 giugno 2020 – Estensione della copertura degli ammortizzatori sociali, erogazione immediata delle indennità, riapertura dei servizi mensa a settembre, sono queste le richieste alla base della giornata di mobilitazione nazionale indetta dalle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti per il prossimo 24 giugno con presidi e manifestazioni organizzati nelle città, province e regioni. Mense e pulizie scolastiche e aziendali, sono oltre 80mila le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, di cui 39mila delle mense scolastiche e 13mila delle mense aziendali.

Un presente difficile e un futuro ancora più incerto, per il quale è indispensabile trovare una soluzione al più presto. Le lavoratrici e i lavoratori delle mense delle pulizie scolastiche hanno terminato la copertura dell’ammortizzatore sociale (FIS) con causale emergenza COVID-19, in molti sono senza reddito da 3 mesi per responsabilità delle numerose imprese che non hanno anticipato l’Assegno Ordinario e per il grave ritardo nella liquidazione dell’indennità da parte dell’INPS.

Come ogni anno, lavoratrici e lavoratori vedranno sospesi i loro contratti a giugno, con la fine dell’anno scolastico, rimanendo per questi mesi senza retribuzione, senza ammortizzatori e senza possibilità di ricercare una nuova temporanea occupazione preclusa dagli effetti della crisi in atto. Senza una prospettiva certa rispetto ai tempi e alle modalità di ripresa dei servizi per l’anno scolastico 2020/2021.

Le lavoratrici e i lavoratori delle mense e pulizie del settore privato c.d. “aziendali” stanno esaurendo la fruizione delle settimane di Cassa in Deroga previste dal DL Rilancio, al termine delle quali non ci sono ammortizzatori ordinari perché l’azienda committente non ha, a sua volta, dipendenti diretti in cassa integrazione. Quello che è avvenuto durante l’emergenza sanitaria e che proseguirà in larga misura nei prossimi mesi è infatti la non riattivazione o la ripresa solo parziale dei servizi in appalto per effetto dei cambiamenti nell’organizzazione del lavoro da parte delle imprese committenti a partire dal ricorso allo smart-working.

Pur avendo già più volte sollecitato, senza successo, le istituzioni, le Organizzazioni Sindacali chiedono a Governo, Regioni, Comuni e Imprese, confronti per individuare percorsi condivisi e soluzioni per prorogare, di almeno 27 settimane gli ammortizzatori con causale “COVID-19”; la ripresa dell’anno scolastico a settembre, in presenza e in sicurezza per tutti, prevedendo il mantenimento del servizio mensa; prevedere l’accesso agli ammortizzatori sociali ordinari senza condizionalità rispetto al committente per le imprese e i lavoratori delle mense e delle pulizie c.d. “aziendali”; una riforma degli ammortizzatori sociali per non discriminare i lavoratori in appalto e dare risposte strutturali per i lavoratori part time ciclici; misure di sostegno economico straordinarie per affrontare l’emergenza.

Non c’è tempo da perdere: servono certezze oggi, per il lavoro e per il futuro.

Arval Service Lease Italia, rinnovato il contratto integrativo aziendale applicato ai 1.300 dipendenti. Carofratello: «Welfare, diritti sociali e partecipazione i punti cardine di una intesa innovativa siglata nell’era Covid-19»

Roma, 19 giugno 2020 – Welfare, diritti sociali e partecipazione sono le chiavi di lettura del nuovo contratto aziendale applicato ai circa 1.300 dipendenti di Arval Service Lease Italia, la società interamente di proprietà del Gruppo BNP Paribas, leader nel mercato italiano nel settore del noleggio a lungo termine e gestione di flotte aziendali. I sindacati di categoria Fisascat Cisl e Filcams Cgil, con le rispettive delegazioni, hanno sottoscritto con la Direzione societaria il rinnovo dell’integrativo scaduto nel 2018.

Tra le novità introdotte con l’intesa, in vigore dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2023: l’avvio in via sperimentale del Centro di Ascolto finalizzato ad una prima analisi delle tematiche connesse allo stress da lavoro correlato, burnout e sindromi derivanti; un ampio articolato normativo sulla disciplina della prestazione lavorativa in regime di Smart Working quale agevolazione della conciliazione vita lavoro~ del work-life balance, in un’ottica di incremento della produttività aziendali, riconosciuto in virtù di accordi individuali a tutto il personale in forza – su base volontaria – fino alla totalità delle giornate lavorative settimanali, con facoltà di recesso senza preavviso e nel rispetto delle norme sulla salute e la sicurezza; la Banca delle Ore Solidali, valorizzando nelle Linee Guida le espressioni di solidarietà sociale, alla quale la direzione societaria contribuirà in misura pari al valore donato; il Volontariato Aziendale con l’avvio di un progetto finalizzato a supportare la partecipazione attiva dei lavoratori in tema di clima, iniziative per i giovani, per gli imprenditori e per i territori; le Pari Opportunità, la Diversità e l’Inclusione in attuazione dell’Accordo sui Diritti Fondamentali e base sociale firmato nel 2018 dal Gruppo BNP Paribas.

Sul sistema premiante l’intesa definisce i nuovi obiettivi di produttività e redditività e la nuova griglia degli indicatori confermando l’erogazione del Premio di Risultato annuale (da 1.516 euro fino a 2.705 euro lordi) mediante due distinti programmi (Piano Cash Arval e Piano Welfare Arval) con facoltà di scelta dei lavoratori sulle modalità di ripartizione fermo restando la possibilità di richiedere fino al 100% di una delle due modalità. Il contratto incrementa inoltre l’importo del buono pasto a 7 euro a decorrere dal mese di settembre 2020, introduce l’aspettativa non retribuita, consolida la prestazione lavorativa part-time su base volontaria e contempla congedi per malattia dei figli e per l’inserimento dei figli a sciola oltre a permessi per visite mediche con 32 ore in aggiunta alle previsioni di Legge in caso di patologie gravi e continuative.

Nuove tutele anche sulla conservazione del posto di lavoro con l’inserimento del preavviso aziendale di almeno 15 giorni di calendario sull’imminente esaurimento del periodo di comporto. In un’ottica di responsabilità sociale sulle future prospettive pensionistiche dei lavoratori le Parti hanno inoltre condiviso sull’opportunità di incentivare le adesioni al Fondo di Previdenza Complementare di settore Fon.Te..

Il rinnovo contrattuale aggiorna inoltre gli articolati riferiti al sistema di classificazione del personale, tutele di genere, flessibilità oraria di ingresso e franchigia ritardi, part-time post maternità, congedo parentale, ferie, chiusure aziendali, polizza sanitaria, contributo bebè e per matrimonio/convivenza, e il capitolato delle anticipazioni del Tfr. Completano l’intesa le norme sul sistema di relazioni sindacali, diritti di informazione e agibilità sindacali, tutela della salute e della sicurezza, orario e turni di lavoro, malattia e polizza infortuni, sostegno famiglia e genitorialità, permessi Rol, appalti e buona occupazione.

A latere della sottoscrizione dell’accordo di rinnovo la Fisascat Cisl ha siglato con la direzione societaria una intesa sul contributo a titolo di “quota di servizio contrattuale”, riservata ai lavoratori non iscritti al sindacato, una formula di sostegno alla contrattazione per l’intera vigenza dell’accordo. Soddisfazione in casa sindacale. «Si tratta di una intesa innovativa, sottoscritta nell’era Covid-19, dai grandi risvolti sociali» ha dichiarato il funzionario sindacale della Fisascat Cisl Nazionale Salvo Carofratello.

«Il nuovo integrativo risponde alla necessità di regolamentare le nuove prestazioni lavorative e la flessibilità organizzativa confermando al contempo la partecipazione dei lavoratori ai risultati aziendali e rafforzando il welfare» ha aggiunto il sindacalista. «Nel nuovo scenario post pandemia – ha concluso Carofratello – anche aver confermato il sistema di relazioni sindacali ai vari livelli, il sostegno alla buona occupazione e le tutele sociali e di genere rappresenta l’affermazione di un modello sociale condiviso e partecipato».

Studi professionali, ampliata l’offerta sanitaria integrativa di Cadiprof: test sierologico e tampone per la diagnosi Covid-19

Blanca: «Screenng per le lavoratrici e i lavoratori degli studi professionali e strumento a tutela dei beneficiari dei servizi»

Roma, 19 giugno 2020 – Si amplia il piano sanitario Cadriprof collegato all’emergenza Covid-19. La Cassa di Assistenza Sanitaria Integrativa del settore degli Studi Professionali, in collaborazione con Unisalute, ha arricchito l’offerta riservata alle lavoratrici e i lavoratori del comparto dei servizi, con due nuove coperture per la diagnosi del coronavirus: test sierologico quantitativo per la ricerca di anticorpi anti Sars-Cov-2 e, il caso di positività, un tampone naso faringeo per la ricerca Rna virale post sierologico. Si potrà usufruire della nuova prestazione sia in forma diretta presso le strutture sanitarie convenzionate indicate e abilitate dalla compagnia assicurativa oppure, prenotando in autonomia presso altro centri non convenzionati, si potrà presentare richiesta di rimborso a Cadiprof www2.cadriprof.it .

L’ampliamento del pacchetto Covid-19 segue l’inserimento del servizio di consulenza psicologica – deliberato circa un mese fa – riservato ai lavoratori in seguito al verificarsi di stati di stress, ansia o malattia connessi all’emergenza Covid-19 come in ambito lavorativo nella prevenzione del burnout e dello stress da lavoro correlato e nel sostegno alla genitorialità, dalla fase di fecondazione e nascita del bambino sino alla gestione dei problemi connessi allo sviluppo e all’andamento scolastico dei figli come anche in supporto dei lavoratori in particolari momenti di criticità della vita. In questo caso ciascun iscritto alla Cassa potrà richiedere a Cadiprof, nell’ambito della vigenza del progetto, da 1° maggio 2020 – 30 aprile 2021, un rimborso massimo pari al 50% della prestazione fatturata e comunque per un importo non superiore a 350,00 euro.

Per maggiori dettagli, è possibile consultare il sito www2.cadriprof.it nella sezione pacchetto famiglia. Confermata anche la copertura per Covid-19 per i sinistri dal 1° gennaio al 23 agosto 2020: in caso di ricovero presso strutture pubbliche individuate per il trattamento del virus dal Ministero, l’Assicurato avrà diritto a un’indennità di €. 40,00 per ogni notte di ricovero per un periodo non superiore a 50 giorni. Qualora, secondo le prescrizioni dei sanitari e con attuazione delle disposizioni in esso contenute, si renda necessario un periodo di isolamento domiciliare, a seguito di positività al virus, l’Assicurato avrà diritto a un’indennità di € 40,00 al giorno per ogni giorno di permanenza presso il proprio domicilio per un periodo non superiore a 14 giorni all’anno.

Per la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca «con l’inserimento tra le prestazioni del test e del tampone si conferma l’assunzione di responsabilità della bilateralità di settore che mette in campo un servizio di screening dell’intera popolazione lavorativa degli studi professionali che si connota anche come strumento a tutela dei beneficiari dei servizi da questi resi ed elemento di garanzia in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro in grado di dissipare le resistenze legate alle paure».

«Riteniamo che tali prestazioni – ha concluso la sindacalista – possano rappresentare una modalità per affievolire le resistenze dei fruitori, in particolar modo nell’ambito medico, e contrastare la rinuncia paventata di cure specialistiche, consolidando l’occupazione nel settore».

Covid-19. Turismo, scende in campo la bilateralità contrattuale: l’Ebnt destina 7milioni di euro per il cofinanziamento delle iniziative degli Enti Bilaterali Territoriali

Guarini: «Sostegno al reddito e salute e sicurezza per i lavoratori coinvolti dalla crisi pandemica»

Roma, 16 giugno 2020 – Prende forma l’intervento della bilateralità contrattuale nel comparto turistico, tra i settori che hanno pesantemente subìto la crisi pandemica e sanitaria e l’impatto delle misure disposte dal Governo per contrastare la diffusione del virus. L’Assemblea nazionale dell’Ebnt – l’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo – ha infatti approvato lo stanziamento di complessivi 7milioni di euro finalizzati alla realizzazione delle attività poste in essere dagli Enti Bilaterali Territoriali.

La delibera dell’Ebnt da seguito all’Accordo sull’Intervento Straordinario Bilateralità Turismo siglato dalle Parti Sociali firmatarie della contrattazione collettiva nazionale dei Pubblici Esercizi, Ristorazione Commerciale, Collettiva e del Turismo, delle Agenzie di Viaggio e del comparto alberghiero, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e le associazioni imprenditoriali di settore Fipe, Federalberghi, Fiavet, Faita con l’assistenza di Confcommercio Imprese per l’Italia.

L’intesa tra le Parti segue l’Avviso Comune – sottoscritto il 28 febbraio nella prima fase emergenziale – sulle politiche attive da mettere in campo per affrontare la crisi economica e sanitaria.

Nel merito l’Accordo prevede l’istituzione del Fondo Straordinario volto a cofinanziare nella misura del 50% il costo degli interventi realizzati dal sistema della bilateralità territoriale a titolo di:
Contributo di Solidarietà in favore dei dipendenti collocati in Cassa Integrazione Guadagni in Deroga o in Fondo di Integrazione

Salariale nell’arco temporale compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 agosto 2020, ammesso anche per le cause di forza maggiore connesse a ordinanze della Pubblica Autorità nonchè per situazioni di crisi derivanti da eventi che determino periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa;

Salute e Sicurezza con il rafforzamento delle misure di prevenzione della sicurezza nei luoghi di lavoro come previsto dal Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 sottoscritto tra Governo e Parti Sociali;

Stagionalità deliberando interventi in favore dei lavoratori stagionali del comparto turistico penalizzati dalla sospensione delle attività e dal calo pronunciato delle presenze in Italia; Altri Interventi volti alla realizzazione di iniziative finalizzate a favorire il lavoro agile, permessi e congedi o sussidi rivolti a lavoratrici e lavoratori per ragioni di genitorialità o per assistenza a familiari affetti da Covid-19.

«L’intesa raggiunta dalle Parti Sociali e la delibera dell’Assemblea nazionale dell’Ebnt sanciscono un primo importante passo orientato all’utilizzo delle risorse della bilateralità settoriale rivolte al sostegno al reddito dei lavoratori del comparto turistico, tra i settori ad alta intensità occupazionale, con 3,5milioni di addetti compreso l’indotto, che più di altri hanno pesantemente risentito della crisi pandemica e del lockdown, con il drastico calo del 70% del fatturato e degli arrivi internazionali che da soli rappresentano il 50% delle presenze turistiche in Italia» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini «Come Parti Sociali abbiamo anche la responsabilità di salvaguardare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e al contempo dare seguito all’economia anche quella del turismo» ha aggiunto il sindacalista sottolineando che «i lavoratori del settore sono prevalentemente sotto ammortizzatore sociale, senza dimenticare il notevole impatto della pandemia sui lavoratori stagionali che difficilmente quest’anno vedranno riattivarsi il rapporto di lavoro».

Il sindacalista, pur valutando positivamente le misure varate dal Governo, ha dichiarato che «l’assistenzialismo non è sufficiente» e ha sollecitato il «rafforzamento della struttura degli ammortizzatori sociali anche prevedendo uno strumento che salvaguardi la stagionalità, caratteristica strutturale del comparto ma nodo scoperto, e le professionalità che vi operano» puntando anche alla definizione di «politiche attive di formazione e riqualificazione ad hoc per il settore».

Per Guarini occorre «focalizzarsi sulla formazione professionale anche attraverso i Fondi Interprofessionali e puntare ad una professionalità che sia realmente all’altezza della vocazione turistica dell’Italia» ma anche «sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro».

Regolarizzazione ed emersione irregolari, il 91% delle domande riconducibili al settore del lavoro domestico e di assistenza alla persona

Guarini: «Si disponga la proroga della scadenza del 15 luglio, urgente supportare il welfare informale sostenuto dalle famiglie»

Roma, 16 giugno 2020 – «L’intervento volto alla regolarizzazione può offrire una possibilità per le lavoratrici e i lavoratori del settore domestico sprovvisti di permesso di soggiorno di uscire da una condizione di clandestinità e di ricattabilità oltre che di poter usufruire delle protezioni sociali e delle tutele previste dalla contrattazione collettiva» ha dichiarato segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini all’indomani della pubblicazione sul sito del ministero dell’Interno dei dati riferiti alle domande di emersione e regolarizzazione dei rapporti di lavoro, allo stato poco meno di 32mila di cui oltre il 91% (circa 27.600 mila di cui 21.695 già perfezionate) riconducibili al settore del lavoro domestico e di assistenza alla persona dove complessivamente sono occupati circa 860mila lavoratori Colf e Badanti regolari a fronte di oltre un milione e 200mila lavoratori irregolari stimati.

Il sindacalista accende i riflettori sul nodo dei costi sostenuti per regolarizzazione dei rapporti di lavoro domestico «ancora una volta ad esclusivo carico delle famiglie datrici di lavoro, già fortemente provate dall’emergenza economica e sanitaria».

«Il nostro auspicio – ha aggiunto – è che in sede di conversione in Legge del Decreto Rilancio non solo venga riconosciuta la tutela del reddito a tutti i lavoratori domestici che sono stati sospesi dal lavoro per effetto della emergenza Covid-19 ed esclusi dagli ammortizzatori sociali in deroga, ma che sia anche disposta la proroga della scadenza del 15 luglio per favorire la regolarizzazione e l’emersione del lavoro irregolare altamente presente nel comparto e che prevalentemente coinvolge lavoratori immigrati».

«Nel contempo – ha concluso Guarini – è necessario indirizzare l’intervento del decisore politico verso un concreto sostegno al welfare informale sostenuto dalle famiglie italiane e che consente allo Stato di risparmiare oltre 7 miliardi di euro per la cura e il ricovero degli anziani in struttura, intervento che potrebbe ulteriormente favorire la regolarizzione dei rapporti di lavoro»

Lavoro domestico, la Fisascat Cisl condivide l’appello del sindacato europeo Effat: disporre utilizzo corretto Dpi e assicurare salari dignitosi

Roma, 16 giugno 2020 – Nella Giornata Internazionale del Lavoro Domestico la Fisascat Cisl condivide l’appello del sindacato europeo Effat – aderente al sindacato mondiale Iuf Uita Iul – sulla necessità di garantire salari dignitosi, assicurare un ambiente di lavoro sicuro attraverso l’utilizzo corretto dei DPI e libero dalle molestie.

L'Effat stima che in Europa ci siano circa 26 milioni di lavoratori domestici, più della metà dei quali lavorano sommersi.

La natura della prestazione, svolta a stretto contatto con le famiglie e gli anziani, ha reso i lavoratori domestici incredibilmente vulnerabili sia ai rischi diretti per la salute di COVID-19, sia agli effetti collaterali finanziari del blocco e del distanziamento sociale imposti dai diversi Paesi esponendoli pericolosamente al contagio. Milioni di famiglie e di lavoratori domestici in Europa non sono stati dotati degli adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI) mentre l’alta presenza di lavoro irregolare nel settore ha lasciato molti lavoratori domestici al di fuori della copertura della retribuzione o dei programmi di sostegno al reddito definiti in risposta alla pandemia.

In Italia sono circa 860mila lavoratori Colf e Badanti regolari a fronte di oltre oltre un milione e 200mila di irregolari stimati, al servizio delle famiglie italiane svolgendo un prezioso ruolo di supporto domestico nella fase di emergenza Covid-19.