Lavoro domestico, la Fisascat Cisl condivide l’appello del sindacato europeo Effat: disporre utilizzo corretto dpi e assicurare salari dignitosi

Roma, 16 giugno 2020 – Nella Giornata Internazionale del Lavoro Domestico la Fisascat Cisl condivide l’appello del sindacato europeo Effat – aderente al sindacato mondiale Iuf Uita Iul – sulla necessità di garantire salari dignitosi, assicurare un ambiente di lavoro sicuro attraverso l’utilizzo corretto dei DPI e libero dalle molestie. L'Effat stima che in Europa ci siano circa 26 milioni di lavoratori domestici, più della metà dei quali lavorano sommersi. La natura della prestazione, svolta a stretto contatto con le famiglie e gli anziani, ha reso i lavoratori domestici incredibilmente vulnerabili sia ai rischi diretti per la salute di COVID-19, sia agli effetti collaterali finanziari del blocco e del distanziamento sociale imposti dai diversi Paesi esponendoli pericolosamente al contagio. Milioni di famiglie e di lavoratori domestici in Europa non sono stati dotati degli adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI) mentre l’alta presenza di lavoro irregolare nel settore ha lasciato molti lavoratori domestici al di fuori della copertura della retribuzione o dei programmi di sostegno al reddito definiti in risposta alla pandemia. In Italia sono circa 860mila lavoratori Colf e Badanti regolari a fronte di oltre oltre un milione e 200mila di irregolari stimati, al servizio delle famiglie italiane svolgendo un prezioso ruolo di supporto domestico nella fase di emergenza Covid-19.

Contributo a Fondo Perduto (Decreto Rilancio) – indicazioni operative

Come anticipato, di seguito una guida semplificata rispetto alla numerosa documentazione con le indicazioni per chiedere il contributo a fondo perduto.
Anticipiamo che, molto probabilmente, pochi agenti di commercio potranno chiederlo perchè il calcolo da fare si basa sulle fatture emesse ad aprile 2019 ed aprile 2020, indipendentemente dal periodo di competenza delle provvigioni liquidate.
Una regola troppo generica, che non tiene conto delle specificità della Categoria degli Agenti di Commercio. Non escludiamo un intervento per una revisione della regola o per chiedere qualcosa di più specifico per gli Agenti di Commercio, troppo spesso messi nel calderone delle partite IVA.

Ad ogni modo, le istanze per il contributo devono essere inviate all’Agenzia delle Entrate a partire dal giorno 15 giugno 2020 e non oltre il giorno 13 agosto 2020.

Consigliamo di redisporre la domanda, e l'invio della stessa, attraverso un commercialista che, oltre ad essere abilitato ad accedere al rispettivo Cassetto Fiscale o al servizio di consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche o dei loro duplicati informatici del portale “Fatture e Corrispettivi”, è in possesso di tutti i documenti e informazioni necessarie.

Diversamente, potete inviarla autonomamente, seguendo le indicazioni riportate nella guida. 

Covid-19. Terziario Distribuzione e Servizi, l’Ebinter approva il regolamento per cofinanziamento delle iniziative volte a fronteggiare la pandemia. Guarini: «Bilateralità scelta vincente a sostegno di lavoratori e imprese»

Roma, 12 giugno 2020 – Entra nel vivo la fase attuativa dell’intesa raggiunta nelle scorse settimane tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e l’associazione imprenditoriale Confcommercio sul sostegno al reddito dei lavoratori del terziario, distribuzione e servizi attraverso la bilateralità di settore e sull’erogazione prestazioni sanitarie integrative attraverso i Fondi e le Casse di Assistenza Sanitaria Integrativa di origine contrattuale.

Il Comitato Esecutivo e l’Assemblea straordinaria di Ebinter, l’Ente Bilaterale Nazionale del Terziario, approvando il Regolamento per il cofinanziamento delle diverse iniziative messe in campo a livello territoriale per fronteggiare l’emergenza sanitaria Covid-19 e autorizzando l’impiego delle risorse destinate ad attività istituzionali, hanno decretato l’avvio del più importante intervento messo in campo dalla bilateralità contrattuale nel nostro Paese finalizzato a sostenere le lavoratrici ed i lavoratori dipendenti ed i datori di lavoro alle prese con l’emergenza Coronavirus.

Nel merito Ebinter ha deliberato lo stanziamento di risorse da corrispondere a titolo di cofinanziamento per complessivi 8,5 milioni di euro da destinare alle attività messe in campo dagli Enti bilaterali territoriali del Terziario Distribuzione e Servizi per sostenere interventi straordinari volti al riconoscimento di Contributi di Solidarietà per i lavoratori beneficiari dei trattamenti di integrazione salariale in deroga ed interessati da sospensione della propria attività lavorativa a causa dell’emergenza Covid-19, per l’erogazione di Contributi atti a fronteggiare esigenze di conciliazione vita privata-lavoro determinatesi dall’emergenza in atto (congedi parentali e sostegno alla genitorialità), nonché Contributi volti a sostenere interventi aziendali destinati a rafforzare la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro (per esempio da realizzarsi per il tramite dell’acquisto di mezzi e di dispositivi di protezione individuali).

Si stima che l’ammontare complessivo degli interventi che beneficeranno del cofinanziamento dell’Ebinter potrà raggiungere 17 milioni di euro. In tema di Assistenza Sanitaria Integrativa sono già riconosciute prestazioni aggiuntive per i lavoratori affetti da Covid-19, nonché l’applicazione della copertura sanitaria anche al personale interessato da ammortizzatori sociali.

«Si concretizzano le intese raggiunte dal sistema delle relazioni sindacali del terziario, distribuzione e servizi valorizzando l’intervento della bilateralità settoriale che ancora una volta si conferma una scelta vincente a sostegno di lavoratori e imprese del settore su cui ha notevolmente impattato la crisi pandemica» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini.

«Dopo gli accordi tra le Parti sulla costituzione dei Comitati Territoriali e Aziendali e sulla definizione dei Protocolli da osservarsi nella fase successiva al lockdown – ha concluso il sindacalista – crediamo di aver contribuito alla riapertura in sicurezza dei luoghi di lavoro, pienamente consapevoli dei possibili rischi e altrettanto della necessità dei lavoratori e degli utenti di transitare in ambienti sicuri».

Fondazione Enasarco, l’appello delle parti sociali: il CdA deliberi la tornata elettorale nelle prime due settimane di ottobre. Ceotto: «Fisascat Cisl in prima linea per favorire esercizio democratico del voto»

Roma, 12 giugno 2020 – Le procedure elettorali per l’elezione dell’Assemblea dei Delegati della Fondazione Enasarco si programmino nelle prime due settimane di ottobre. E’ l’appello delle organizzazioni di rappresentanza degli agenti di commercio Fnaarc, Usarci, Fisascat Cisl, Uiltucs e Ugl Terziario e delle case mandanti Confcommercio, Confindustria, Confcooperative, Confartigianato, Confapi, CNA, Casartigiani, CLAAI firmatarie degli AEC, in vista della riunione del CdA Enasarco calendarizzata ai primi di agosto.

Gli aventi diritto al voto, tra agenti e imprese preponenti, sono quasi 300.000. Nei mesi scorsi le organizzazioni di rappresentanza e delle aziende mandanti avevano chiesto per senso di responsabilità, nel corso della prima fase emergenziale della crisi pandamenica, la sospensione delle procedure elettorali della Fondazione Enasarco considerata la drammatica situazione del Paese e il lockdown imposto dal Governo per contrastare la diffusione del virus che, di fatto, hanno impeditto lo svolgimento delle attività essenziali di informazione, incontro e confronto tra elettori ed eleggibili, presupposto imprescindibile di qualsiasi libera competizione elettorale e del diritto di esprimere un voto consapevole ed informato.

“Con la medesima responsabilità e anche nel ruolo di presentatori delle liste elettorali – dichiarano – riteniamo che le procedure elettorali debbano essere riprese per consentire il voto prima possibile già nella stagione autunnale”. “Per questa ragione, come del resto già previsto dalla delibera di rinvio delle elezioni della Fondazione – sottolineano – invitiamo gli organismi di Enasarco a fissare la data delle elezioni alla prima scadenza utile che a nostro giudizio, nel rispetto dello Statuto, potrebbero svolgersi nelle prime due settimane di ottobre, consentendo così di garantire il diritto di voto di agenti e rappresentanti di commercio, agenti in attività finanziaria, consulenti finanziari e case mandanti e, contestualmente, la regolarità di una fase elettorale effettivamente partecipata e democratica”.

«La Fisascat Cisl – ha dichiarato il segretario nazionale della categoria cislina Mirco Ceotto – è sempre stata in prima linea per favorire l’esercizio democratico del voto». «Crediamo che, passata l’emergenza Covid-19 – ha concluso il sindacalista – sia urgente ridare la parola agli Agenti di commercio e alle case mandanti affinché scelgano senza condizionamenti ambientali i futuri componenti dell’assemblea della Fondazione».

Dl Rilancio. Ristorazione collettiva e mense scolastiche e aziendali, la proposta emendativa delle parti sociali: l’accesso alle 9 settimane di ammortizzatore sociale sia consentito anche ai 100mila occupati

Ferrari: «Urgente tutelare l’occupazione e scongiurare la perdita dei posti di lavoro».

Roma, 11 giugno 2020 – Si formalizza la richiesta di intervento delle Parti Sociali per estendere l’accesso al trattamento di sostegno al reddito Covid-19 ai 100mila occupati del comparto della ristorazione collettiva – con 6,5 miliardi di euro di fatturato e 1,5 miliardi di pasti all’anno – dove a pieno titolo rientrano anche i 39mila addetti alle mense scolastiche e i circa 13mila addetti delle mense aziendali prevalentemente gestite in appalto.

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs insieme alle associazioni imprenditoriali Angem e Alleanza delle Cooperative Italiane, firmatarie della contrattazione nazionale di settore, hanno presentato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri del Lavoro e dell’Istruzione Nunzia Catalfo e Lucia Azzolina una proposta emendativa di modifica al provvedimento normativo varato dal Governo in corso di conversione in Legge.

La richiesta congiunta verte sull’estensione del numero delle settimane previste dall’articolato normativo prevedendo la copertura dell’ammortizzatore sociale “per una durata massima di 27 settimane per periodi decorrenti dal 23 febbraio 2020 al 31 ottobre 2020….”.

La proposta, sottolineano le Parti Sociali nella missiva trasmessa alle Istituzioni “si rende ancor più necessaria per le mense aziendali che non dispongono di un ammortizzatore ordinario se l’azienda committente non attiva la Cassa integrazione per il personale diretto, prevedendo una condizionalità tra il ricorso agli ammortizzatori sociali dell’appaltatore e del committente che lascia senza tutele i circa 13 mila lavoratrici e lavoratori delle mense aziendali”.

La proposta di modifica delle Parti Sociali suggerisce di ricondurre l’inquadramento del comparto mense e ristorazione collettiva e commerciale nella filiera del turismo – così come definito nella contrattazione nazionale di settore siglata dalle associazioni comparativamente maggiormente rappresentative – in modo tale da estendere i benefici previsti dal provvedimento in termini di utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga con le ulteriori 9 settimane previste, in aggiunta alle 9 settimane contemplate dal Decreto Cura Italia.

Le richieste erano già state avanzate dai sindacati nelle scorse settimane al tavolo convocato in modalità videoconferenza prima con i ministri dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole e Forestali Patuanelli e Bellanova per poi approdare al ministero del Lavoro con il ministro Catalfo.

«Abbiamo anche sollecitato l’attivazione da parte dei ministeri dell’Istruzione e dell’Università e Ricerca di un tavolo di confronto per la definizione del programma di attività didattica per l’anno 2020/21 nonchè sulle modalità organizzative per la ripresa in sicurezza e in presenza» ha sottolineato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari.

«Il settore della ristorazione ha pesantemente subìto gli effetti della crisi pandemica con il drastico calo del 50% delle attività nelle sole aziende industriali e del terziario e un notevole danno economico determinato dalla contrazione delle attività in ambito pubblico nelle scuole e privato con la chiusura temporanea, lo smartworking e l’accesso agli ammortizzatori sociali e, anche quando si è dovuta garantire la continuità del servizio, questo si è tradotto con minori volumi e aggravi organizzativi» ha aggiunto Ferrari.

Per il sindacalista «solo l’adozione di un intervento tempestivo può consentire di tutelare l’occupazione e scongiurare la perdita di posti di lavoro nel settore della ristorazione caratterizzata anche da contratti di lavoro a tempo parziale ciclico per nove mesi l’anno, con l’evidente discriminazione previdenziale rispetto il mancato riconoscimento dell’anzianità contributiva per tutte le 52 settimane dell’anno».

«Terminata l’emergenza – ha concluso – sarà necessario ricondurre la discussione sulla ristorazione collettiva ad una riforma complessiva e strutturale da individuare nell’ambito della Legge di Bilancio dove orientare capitoli e risorse ad hoc a sostegno del comparto».

Agenzia delle Entrate – provvedimento per richiesta contributo a fondo perduto

Pubblicato nella tarda giornata del 10/6/2020 da parte dell'Agenizia delle Entrate, il provvedimento per la richiesta del contributo a fondo perduto. Appena possibile, vi forniremo una guida per capire chi puo' chiederlo e come chiederlo.

Fisascat Cisl. Il Comitato Esecutivo a confronto sullo scenario economico e sociale post Covid-19 e sugli effetti della pandemia nei settori del Commercio, Turismo e Servizi

Nel documento conclusivo le proposte per la tenuta delle attività produttive e dei livelli occupazionali.

Guarini: «Necessario un nuovo processo concertativo, rimettere al centro la persona e il lavoro e al primo posto la salute e la sicurezza».

Roma, 10 giugno 2020 – Scenario economico e sociale globale, europeo e italiano post Covid-19, mercato del lavoro, contratti di lavoro nel commercio, turismo e servizi e principali vertenze nel terziario privato sono i temi al centro del Comitato Esecutivo Fisascat Cisl riunito in modalità videoconferenza per l’approvazione del Bilancio Consuntivo 2019. L’assise, avviata con la relazione introduttiva del segretario generale Davide Guarini, ha preso in esame l’impatto della pandemia e delle misure di contrasto alla diffusione del contagio sulle attività economiche direttamente riconducibile alle attività di impresa e al mercato del lavoro nel terziario privato.

Di fronte allo scenario evocato, con il drastico calo del commercio mondiale e delle attività produttive in Europa e in Italia e con il duro colpo alle catene di approvvigionamento in tutto il mondo, il calo dei consumi e il crollo della fiducia delle famiglie e delle imprese, l’organo Esecutivo della Fisascat Cisl ha valutato “insufficienti le risorse messe in atto nei singoli Paesi” sollecitando “un intervento internazionale, combinato e coordinato”. Il dibattito interno alla categoria cislina ha messo in luce la necessità di riorganizzare interi settori in termini innovativi, per migliorare la produttività e salvaguardare i perimetri occupazionali.

La categoria cislina, nel documento conclusivo dei lavori approvato dal Comitato Esecutivo, propone delle “direttrici da seguire nella riorganizzazione della grande distribuzione organizzata per evitare dispersioni occupazionali”, a cominciare dalla “promozione dell’e-commerce nelle attività di impresa già attive dell’ambito delle reti fisiche” fino alla “riconversione del format ipermercato in strutture commerciali più contenute in termini di superfici fisiche” ma anche rispetto all’assortimento dell’offerta commerciale con “l’integrazione di specifici servizi alla clientela e all’utenza”.

La Fisascat Cisl individua anche le misure necessarie per il conseguimento dell’obiettivo riorganizzazione della distribuzione commerciali: dall’ammissibilità delle spese sostenute per le attività formative nell’anno 2020/2021 nel credito di imposta riconosciuto alle imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo, all’estensione dello strumento dei contratti di sviluppo per sostenere investimenti di grande dimensione riconducibili a piani condivisi con le organizzazioni sindacali fino alla proroga del trattamento straordinario di integrazione salariale per le imprese in crisi.

Anche nel comparto turistico, tra i settore più esposti alla crisi pandemica, gli effetti Covid-19 rischiano di compromettere la tenuta di un comparto strategico per l’economia italiana che rappresenta il 13% del Pil e il 6% dell’occupazione in Italia. Per la Fisascat Cisl “non è possibile restare spettatori passivi” ma “occorre reagire e dotare il sistema Paese di una strategia organica di rilancio settoriale” a cominciare dalla definizione di un Piano Strategico che consenta di pianificare interventi strutturali e “assorbire in maniera più contenuta la crisi economico finanziaria generata dal Covid-19”. La categoria rilancia sul rafforzamento del Brand e dell’”immagine” del turismo nel mondo ma anche sulla necessità di “incentivare le imprese del settore agendo sulle leve fiscali” fino alla “riqualificazione delle imprese ricettive attraverso piani di qualità e la ristrutturazione degli immobili”.

Senza dimenticare il comparto dei servizi che tanto ha dato durante il lockdown, garantendo la prosecuzione delle attività considerate essenziali (dalle operazioni di pulizia e sanificazione, alle attività socio sanitarie assistenziali). La Fisascat Cisl dedica una menzione speciale anche ai settori della “ristorazione collettiva e dei multiservizi” con centinaia di migliaia di addetti – spesso trascurati dal legislatore nella definizione degli ammortizzatori sociali in deroga, con le evidenti criticità strettamente connesse all’espandersi del coronavirus e del lockdown – proponendo l’elaborazione di “un piano finalizzato alla difesa del perimetro occupazionale complessivo a cui dedicare risorse pubbliche e private, intensificando le azioni tese ad eliminare il massimo ribasso, al fine di annullare gli effetti negativi del dumping contrattuale”. Per la Fisascat Cisl anche i settori “dei giochi, dello sport, della vigilanza privata, dei servizi fiduciari della cura alla persona, del socio assistenziale e del portierato meritano risposte concrete”.

“La Fisascat Cisl ritiene che allo shock creatosi a seguito della pandemia da Covid-19 e alla conseguente trasformazione di sistema che l’intera economia italiana subirà nel medio e lungo periodo – conclude il documento finale – si possa rispondere con più solidarietà fra generazioni e lavoratori. Fisascat Cisl sarà come sempre compartecipe sollecito del patto solidale che ha già permesso al nostro Paese di uscire dalle crisi sociali ed economiche che nel corso dei decenni trascorsi lo hanno interessato. L’Italia può contare sul sindacato per tornare a crescere ed essere un punto di riferimento per quanti nel mondo hanno a cuore le sorti della democrazia, della civiltà e del benessere diffuso”.

«Dalla crisi pandemica può certamente nascere una grande opportunità e come Federazione abbiamo un compito difficile ma non impossibile» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini. «La pandemia ha cambiato gli equilibri economici e sociali e richiede ripensamenti e aggiustamenti nel nostro agire quotidiano» ha aggiunto il sindacalista sottolineando quanto saranno «fondamentali in questo percorso di trasformazione culturale e di ripensamento della logica produttiva la contrattazione, la bilateralità e la formazione».

«La contrattazione – ha evidenziato – va messa al centro delle relazioni industriali affinché si possa definire un nuovo modello di organizzazione del lavoro e di rimodulazione del sistema delle qualifiche per le nuove figure professionali». «La bilateralità dovrà avere il compito di sostenere i lavoratori e le aziende in difficoltà, dotandosi di regole non solo per affrontare la pandemia, ma anche per rilanciare e sostenere le problematiche ad essa connesse» ha poi rimarcato Guarini sottolineando il ruolo fondamentale della formazione individuale e della formazione continua erogata attraverso i Fondi Interprofessionali che «dovrà adeguare le competenze dei lavoratori alle nuove esigenze del contesto produttivo, anche per effetto della necessaria innovazione tecnologica ed essere funzionale alle politiche attive del lavoro».

«La bilateralità contrattuale, in questa fase – ha chiosato – ha contribuito a dare risposte all’emergenza nell’erogazione di prestazioni sanitarie attraverso i fondi di assistenza sanitaria integrativa e, più recentemente, nel sostegno al reddito dei lavoratori del terziario distribuzione e servizi coinvolti dall’emergenza nonché per l’acquisto dei mezzi e dei dispositivi di protezione individuali, dimostrando la validità delle relazioni sindacali partecipative e degli strumenti bilaterali messi in campo attraverso la contrattazione».

«Le incertezze che si stanno manifestando nel primo periodo di riapertura delle attività ed i colpevoli ritardi nell’erogazione del sostegno al reddito ai lavoratori ci chiamano ad una rinnovata assunzione di responsabilità contrattuale a supporto delle lavoratrici e dei lavoratori» ha sottolineato Guarini. «E in questa logica, come Sindacato, abbiamo un’altra grande responsabilità: dare priorità al valore della persona e della sua salute, sapendo però conciliare questi inalienabili valori con lo sviluppo economico» ha rimarcato. «Dovremo spingere per coinvolgere tutti gli attori preposti in un nuovo processo concertativo – ha concluso – dove al primo posto dovrà esserci la sicurezza e la salute individuale e collettiva, senza che però venga meno l’attenzione alle esigenze del sistema produttivo».

Agenti e rappresentanti di commercio. Il CdA di Enasarco delibera di sbloccare 450mln di euro a sostegno della categoria in crisi. Grande vittoria delle parti sociali firmatarie degli accordi economici collettivi

Per far fronte al difficilissimo momento congiunturale nel quale versa la categoria degli Agenti di commercio, dei Consulenti finanziari e degli Agenti creditizi, le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative degli Agenti: Fnaarc, Usarci, Fisascat Cisl, Uiltucs e Ugl Terziario e delle Mandanti: Confcommercio, Confindustria, Confcooperative, Confartigianato, Confapi, CNA, Casartigiani, CLAAI hanno sottoscritto – con grande senso di responsabilità – uno specifico accordo finalizzato allo sblocco, fino ad un massimo del 30%, del Firr accantonato presso l’Enasarco, erogabile in tre trances, a chi riterrà di fare richiesta. Alla sottoscrizione dello storico accordo non hanno partecipato Confesercenti, Fiarc, Anasf e Federagenti, Associazioni componenti la lista “Fare Presto”.

L’importantissimo accordo è stato recepito dal Consiglio di Amministrazione Enasarco nella riunione del 9 giugno 2020 con il voto contrario dei Consiglieri Mei, Triolo, Gaburro, Ricci e Marcianò, quest’ultimo Presidente dell’Associazione Fiarc che nonostante il voto contrario al provvedimento aveva mandato comunicazione alla Fondazione richiedendo anche per l’Organizzazione dallo stesso presieduta di aderire all’accordo Firr.

La delibera del Consiglio di Amministrazione Enasarco recepisce integralmente l’accordo delle Parti Sociali dando il via ad un primo stanziamento del 10% del Firr accantonato sui singoli conti degli Agenti di commercio per un controvalore di circa 150 milioni di euro, mentre il restante 20% potrà essere liquidato, con ulteriori future delibere del CdA, in rate successive coerentemente con la sostenibilità economica e finanziaria della Fondazione.

Nel medesimo Consiglio di Amministrazione sono state esaminate e successivamente cassate dagli Uffici e dagli Attuari della Fondazione tutte le proposte presentate dai Consiglieri Mei, Triolo, Gaburro, Ricci e Marcianò, rispettivamente rappresentanti di Anasf, Confesercenti, Federagenti e Fiarc, in quanto dette proposte se approvate avrebbero creato un serio pregiudizio sia al futuro delle pensioni che dell’Enasarco stesso.

Dal sito Enasarco:  http://www.enasarco.it/Notizie/approvate_modalit_e_condizioni_per_riscos…

Agenti e rappresentanti di commercio. Il CdA di Enasarco delibera di sbloccare 450mln di euro a sostegno della categoria in crisi. Grande vittoria delle parti sociali firmatarie degli accordi economici collettivi

Roma, 10 giugno 2020 – Per far fronte al difficilissimo momento congiunturale nel quale versa la categoria degli Agenti di commercio, dei Consulenti finanziari e degli Agenti creditizi, le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative degli Agenti: Fnaarc, Usarci, Fisascat Cisl, Uiltucs e Ugl Terziario e delle Mandanti: Confcommercio, Confindustria, Confcooperative, Confartigianato, Confapi, CNA, Casartigiani, CLAAI hanno sottoscritto – con grande senso di responsabilità – uno specifico accordo finalizzato allo sblocco, fino ad un massimo del 30%, del Firr accantonato presso l’Enasarco, erogabile in tre trances, a chi riterrà di fare richiesta.

Alla sottoscrizione dello storico accordo non hanno partecipato Confesercenti, Fiarc, Anasf e Federagenti, Associazioni componenti la lista “Fare Presto”.

L’importantissimo accordo è stato recepito dal Consiglio di Amministrazione Enasarco nella riunione del 9 giugno 2020 con il voto contrario dei Consiglieri Mei, Triolo, Gaburro, Ricci e Marcianò, quest’ultimo Presidente dell’Associazione Fiarc che nonostante il voto contrario al provvedimento aveva mandato comunicazione alla Fondazione richiedendo anche per l’Organizzazione dallo stesso presieduta di aderire all’accordo Firr.

La delibera del Consiglio di Amministrazione Enasarco recepisce integralmente l’accordo delle Parti Sociali dando il via ad un primo stanziamento del 10% del Firr accantonato sui singoli conti degli Agenti di commercio per un controvalore di circa 150 milioni di euro, mentre il restante 20% potrà essere liquidato, con ulteriori future delibere del CdA, in rate successive coerentemente con la sostenibilità economica e finanziaria della Fondazione.

Nel medesimo Consiglio di Amministrazione sono state esaminate e successivamente cassate dagli Uffici e dagli Attuari della Fondazione tutte le proposte presentate dai Consiglieri Mei, Triolo, Gaburro, Ricci e Marcianò, rispettivamente rappresentanti di Anasf, Confesercenti, Federagenti e Fiarc, in quanto dette proposte se approvate avrebbero creato un serio pregiudizio sia al futuro delle pensioni che dell’Enasarco stesso.

Dentix Italia: 400 lavoratori rischiano il posto. Abbandonati migliaia di pazienti in cura negli oltre 60 laboratori dentistici in Italia. L’allarme dei sindacati: “fortissima preoccupazione, il 21 giugno scade la cassa in deroga. Intervenire subito”

Roma, 9 giugno 2020 – È fortissima la preoccupazione per il futuro dei lavoratori e dei pazienti di Dentix Italia, società controllata dal colosso Dentix Spagna di proprietà del dentista Angel Lorenzo Muriel. A lanciare l’allarme, sulla mancata ripartenza dell’azienda, che conta oltre 60 studi dentistici in Italia e che, da marzo, ha chiuso i battenti, sono i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

I numeri parlano chiaro, e raccontano di una crisi davvero imponente: migliaia di pazienti abbandonati, curati a metà per lo stop dell’attività aziendale, e 400 posti di lavoro a rischio. “I lavoratori, preoccupati sia per il loro impiego che per la salute dei clienti – fanno sapere i sindacati – sono stati lasciati da settimane senza notizie certe su una possibile riapertura, nonostante la ripartenza di alcune aziende concorrenti.

Anche dalla sede amministrativa di Milano tutto tace, ed è certo che non aiutano a rasserenare gli animi le voci delle difficoltà economiche e di un problema di liquidità che metterebbe a rischio la sopravvivenza stessa di Dentix Italia”.

“I dentisti – continuano Filcams, Fisascat e Uiltucs – estranei alla gestione organizzativa, si sono trovati, in questi mesi a dover sopperire alla mancanza di comunicazione da parte della società nei confronti della clientela, che in alcuni casi ha scelto in alcuni casi di rivolgersi alle associazioni di difesa dei consumatori per essere tutelata”.

Ma c’è di più. A preoccupare lavoratori e sindacati è la data del 21 giugno, “quando – spiegano le tre Sigle – scadranno le ulteriori 5 settimane di cassa integrazione in deroga, terminate le quali si dovranno verificare le possibilità per poter accedere ad ulteriori ammortizzatori sociali. Questo, fermo restando la volontà di riaprire quanto prima, anche per dare risposte ai pazienti che necessitano di interventi in alcuni casi di natura sanitaria; interventi, che in molti casi sono già stati pagati in anticipo”.

Anche per questo, le organizzazioni sindacali “chiedono certezze sulla continuità aziendale – concludono – oltre a garanzie sui pagamenti delle retribuzioni, e in particolare sugli accantonamenti dei trattamenti di fine rapporto dei dipendenti”.