DL RILANCIO – interventi a sostegno degli agenti e rappresentanti

Con la pubblicazione del DL Rilancio, di seguito una panoramica sugli interventi previsti dal Decreto che possono interessare gli Agenti di Commercio, ad esclusione di quelli dedicati alla famiglia, per i quali faremo un'analisi a parte.
In allegato inviamo un vademecum predisposto dall'Agenzia delle Entrate su vari interventi previsti dal Decreto.
Per quanto riguarda alcuni articoli, vedasi il contributo a Fondo Perduto, non escludiamo un intervento per avere dei chiarimenti, visto che il testo di quell'articolo presenta delle criticità, se applicato al mondo degli Agenti di Commercio.

PROVVEDIMENTI DI SOSTEGNO AL REDDITO:
Contributo a fondo perduto (art.25)
– Contributo a favore di soggetti titolari di reddito d’impresa e di lavoro autonomo e ai titolari di partita Iva con ricavi o compensi non superiori ai 5 milioni di euro, che non hanno cessato l’attività prima del 31 marzo 2020. Il contributo spetterà a condizione che l’ammontare del fatturato di aprile 2020 sia sceso di 2/3 rispetto a quello di aprile 2019. Il contributo spetta inoltre anche a chi ha iniziato l’attività a partire dal primo gennaio 2019. L’ammontare del contributo sarà calcolato applicando una percentuale alla differenza tra l'ammontare del fatturato di aprile 2020 e l'ammontare del fatturato di aprile 2019, come segue:
• 20% per soggetti con ricavi o compensi non superiori a 400.000 euro nel periodo di imposta precedente a quello in corso;
• 15% per soggetti con ricavi o compensi compresi fra 400.000 e 1 milioni di euro nel periodo di imposta precedente a quello in corso;
• 10% per i soggetti con ricavi o compensi fra 1 e 5 milioni di euro nel periodo di imposta precedente a quello in corso. Indennità lavoratori autonomi (art.84 comma 4) –
– Per il mese di aprile verrà erogato dall’INPS in automatico (senza necessità di presentare una ulteriore domanda) un contributo di € 600 a tutti coloro che hanno già beneficiato della medesima indennità per il mese di marzo.
Cumulabilità (art. 75) – Le indennità previste dal decreto Cura Italia diventano cumulabili con l’assegno di invalidità Inps;

PROVVEDIMENTI FISCALI:
– Disposizioni in materia di IRAP (art.24) (per gli agenti, rappresentanti e consulenti obbligati all’imposta). Alle imprese che hanno un fatturato compreso fra 0 e 250 milioni di euro viene cancellata la rata di saldo 2019 e del primo acconto 2020 dell’Irap dovuta a Giugno 2020
– Credito d’imposta sugli affitti commerciali (art.28) Ai soggetti con ricavi inferiori ai 5 milioni di euro spetta un credito d’imposta pari al 60% dell’ammontare mensile del canone di locazione, leasing o concessione di immobili ad uso non abitativo. Il credito d’imposta è parametrato all'importo versato a marzo, aprile e maggio a condizione che i locatari abbiano subito un calo di almeno il 50% del fatturato nel mese di riferimento 2020 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
– Sconto sulle bollette elettriche per 3 mesi (art.30) Per i soli clienti non domestici alimentati in bassa tensione con potenza disponibile superiore a 3,3KW le tariffe saranno rideterminate per ridurre ulteriormente la spesa applicando una potenza «virtuale» fissata convenzionalmente (3 kw ), senza limitazione ai prelievi dei clienti.
– Credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro (art.120) È previsto un credito di imposta dell’60% delle spese sostenute nel 2020 per la riapertura in sicurezza degli esercizi aperti al pubblico (p.e. show-room), nei limiti di 80.000 euro per beneficiario. Il credito d'imposta è utilizzabile in compensazione ed è cedibile ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successiva cessione del credito.
– Soppressione delle clausole di salvaguardia in materia di IVA e accise (art.123) Vengono soppresse definitivamente, a partire dal 1° gennaio del 2021, le cosiddette “clausole di salvaguardia” che prevedono aumenti automatici delle aliquote dell’imposta sul valore aggiunto e di quelle in materia di accisa su taluni prodotti carburanti.
– Credito d’imposta per la sanificazione degli ambienti di lavoro (art.125) Ai soggetti esercenti attività d'impresa, arte o professione viene riconosciuto un credito d’imposta in misura pari al 60% delle spese sostenute nel 2020 per la sanificazione degli ambienti di lavoro e degli strumenti utilizzati nell’ambito dell’attività lavorativa, nonché per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale e di altri dispositivi rivolti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti. Il credito d’imposta spetta fino a un massimo di 60.000 euro per ciascun beneficiario. Il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’Irap.
– Versamenti sospesi fino a settembre (art.126) Prorogato dal 30 giugno 2020 al 16 settembre 2020 il termine per i versamenti di imposte e contributi, già sospesi per i mesi di marzo, aprile e maggio. I versamenti potranno essere effettuati in unica soluzione o in 4 rate mensili a partire dal 16 settembre 2020.

Concludiamo segnalandovi che da oggi (22 maggio 2020), alle 17.30, iniziano le trasmissioni di RADIO MERCURIO, un nuovo servizio di informazione del nostro Osservatorio degli Agenti di Commercio (Tutti i lunedì, il mercoledì e il venerdì alle 17:00 su ElectoRadio, in diretta FM canale 87.82). Questo il link per saperne di piu': https://bit.ly/36nbRjw Nella prima puntata di Radio Mercurio tratteremo dei dati raccolti in questi ultimi periodi con il sondaggio che vi abbiamo chiesto di fare qualche settimana fa. A spaventare è il palese calo a picco delle provvigioni che restituisce un'istantanea sull'andamento generale dell’economia italiana. 

Decreto Rilancio e lavoro domestico, sindacati: «Bene regolarizzazione colf e badanti, in fase di conversione in legge estendere il riconoscimento degli ammortizzatori sociali Covid-19»

Roma, 22 maggio 2020 – A poche ore dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge Rilancio le organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf, salutano con favore il provvedimento normativo che in parte coglie quanto richiesto nelle scorse settimane al Governo dalle Parti Sociali firmatarie della contrattazione nazionale di settore. Le quattro organizzazioni sindacali sottolineano che “il Governo finalmente si accorge del lavoro domestico e della grave piaga del lavoro irregolare che lo affligge con solo il 42% di lavoratori italiani e stranieri regolarmente assunti.”

I sindacati ritengono che “tale misura, seppur contingentata nel tempo, possa offrire una possibilità per le lavoratrici e i lavoratori del settore domestico sprovvisti di permesso di soggiorno, di poter essere regolarizzati e dunque di uscire dalla clandestinità e da una condizione di ricattabilità oltre che di poter usufruire delle protezioni sociali e delle tutele previste dalla contrattazione collettiva” sebbene “il costo di regolarizzazione è ancora una volta ad esclusivo carico delle famiglie datrici di lavoro, già fortemente provate dall’emergenza economica in atto”.

Rispetto alla tutela del reddito i sindacati stigmatizzano l’esclusione della platea dei lavoratori domestici dagli ammortizzatori sociali in deroga per causale Covid-19, in sostituzione dei quali è stato riconosciuto un bonus, sotto forma di indennità, pari a 500 € mensili a copertura dei mesi di aprile e maggio, destinata solo a chi è titolare di uno o più rapporti di lavoro, aventi una durata complessiva superiore alle 10 ore settimanali.

Questo provvedimento esclude di fatto i rapporti di lavoro pari o inferiori alle 10 ore settimanali e tutte le lavoratrici conviventi per la maggior parte badanti” che, da sole, rappresentano più del 50% dell’intera platea di lavoratori regolarizzati stimati dall’Inps in 860.000 addetti.

“Così come definito il provvedimento è discriminatorio rispetto a quanto previsto per gli altri lavoratori subordinati che hanno rapporto di lavoro in corso al 23 di febbraio e non va nella direzione da noi avanzata nell’Avviso Comune” dichiarano i sindacati sottolineando che “la norma taglia fuori dalla tutela del reddito più della metà delle lavoratrici e lavoratori potenzialmente aventi diritto” rimarcando anche “la disparità di trattamento tra quanto stabilito per le lavoratrici e lavoratori domestici e l’importo delle indennità finora riconosciute dal decreto Cura Italia pari 600€, peraltro confermato anche nel Decreto Rilancio”.

I sindacati auspicano che, in sede di conversione in Legge del Decreto Rilancio, “venga riconosciuta la tutela del reddito a tutti i lavoratori domestici che sono stati sospesi dal lavoro per effetto della emergenza Covid-19” e rilanciano infine “sul valore della contrattazione nazionale di settore, unico vero strumento in grado di dare dignità e riconoscimento al lavoro prestato tra le mura domestiche”.

Decreto Rilancio, in vigore il provvedimento da 55 miliardi di euro. Guarini: «Il Parlamento manifesti maggiore attenzione nella fase di conversione in legge»

Roma, 21 maggio 2020 – E’ entrato in vigore il Decreto Rilancio. Il provvedimento da 55 miliardi di euro, bollinato dalla Ragioneria Generale dello Stato e firmato dal Presidente della Repubblica Mattarella è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La parola ora passa alle Camere che avranno a disposizione una dote di circa 800 milioni per le modifiche mentre si preannuncia un iter di approvazione in salita, considerato che anche nella maggioranza di Governo c’è chi promette battaglia su alcune misure.

Il Decreto Rilancio – sostenuto nel 2020 con 148,33 miliardi di euro con l’emissione di titoli pubblici in Italia e all’Estero oltre ai 3 miliardi nel 2021 del “Bonus Befana” introdotto con la finanziaria per incentivare l'uso della moneta elettronica – rifinanzia la cassa integrazione Covid-19 per altre 9 settimane, oltre alle 9 settimane già previste dal dl Cura Italia: 5 si potranno utilizzare fino alla fine di agosto, per chi ne ha già usufruito, e le altre 4, se necessario, tra settembre e ottobre. Semplificata la procedura per accelerare i pagamenti, in particolare per la cassa in deroga.

Scende a 2,7 miliardi l'ulteriore stanziamento per il 2020 previsto per finanziare i trattamenti di integrazione salariale qualora fosse necessario per il prolungarsi degli effetti sul piano occupazionale dell'emergenza. Lo stop ai licenziamenti viene esteso di altri 3 mesi oltre ai 60 giorni già previsti dal decreto Cura Italia.

Il divieto riguarda l'avvio delle procedure di licenziamento collettivo, di quelle pendenti avviate successivamente alla data del 23 febbraio 2020 e di recesso dal contratto di lavoro per giustificato motivo oggettivo. Concessi due mesi in più per la Naspi e la Discoll, in scadenza tra il primo febbraio e il 30 aprile 2020. Inoltre, i percettori di ammortizzatori sociali a sostegno del reddito possono essere impiegati in agricoltura per un massimo di 60 giorni. La retribuzione massima, in tal caso, è di 2.000 euro.

Per le famiglie in difficoltà arriva il Reddito di emergenza con una dote complessiva di circa 1 miliardo: non sarà compatibile con altri sussidi e sarà erogato per due mesi: il beneficio previsto andrà dai 400 euro agli 800 euro mensili, in base al numero dei componenti familiari. Per le imprese in arrivo10 miliardi per le pmi fino a 5 milioni di fatturato.

Per le imprese tra 5 e 50 milioni che hanno subito una riduzione dei ricavi non inferiore al 33% arriverà un sostegno alla ricapitalizzazione e una detassazione degli aumenti di capitale. Per le imprese oltre i 50 milioni di fatturato entra in campo Cdp con un “Patrimonio destinato” separato dalla Cassa, per il sostegno e il rilancio del sistema economico produttivo italiano. Inoltre, stop del saldo e dell'acconto del 40% Irap dovuto a giugno per tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato. E ancora: incentivi fiscali per favorire gli investimenti nelle imprese medie con fatturato anno tra 5 e 50 milioni di euro che hanno subito una riduzione del fatturato derivante dalla diffusione del Covid-19.

Rinviata al 2021 l'entrata in vigore della tassa sullo zucchero e sulla plastica. Per il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini «Il Decreto Rilancio, che ha avuto una gestazione molto complessa, interviene su una pluralità di ambiti economico-produttivi depotenziati dall’epidemia da Covid-19. Portata ed impatto di tale intervento si potranno valutare esclusivamente alla prova dei fatti» ha dichiarato il sindacalista sottolineando che «sin da subito è possibile esprimere non pochi dubbi in ordine alla previsione di una pletora di decreti attuativi fa ben comprendere che quanto disposto dal DL avrà un effetto differito» come anche sul «frazionamento della fruizione delle ulteriori 9 settimane di utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga rischia di impattare negativamente sui redditi di quanti non potranno tornare a lavoro per periodi lunghi di tempo fra giugno e fine agosto».

Il sindacalista stigmatizza anche «la non lineare formulazione di talune previsioni, come quella riferita al lavoro agile che rischia di ingenerare contenziosi interpretativi fra datori di lavoro e dipendenti».

«Auspichiamo che, in sede di conversione in legge – ha concluso il sindacalista – il Parlamento manifesti una maggiore attenzione in ordine a questioni che possono apparire marginali, ma che marginali non sono, in quanto riguardano la vita ed il lavoro di centinaia di migliaia di persone».

Decreto Rilancio – Bonus 600 euro di aprile

Pubblicato nella GU del 19 maggo 2020 il Decreto Rilancio, (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/19/20G00052/sg) che ha previsto il riconoscimento automatico, per chi l'ha già percepito nel mese di aprile, del nuovo bonus di 600 euro che, a quanto dicono, è già stato messo in pagamento nei prossimi giorni.
Per verificare l'effettiva erogazione, ognuno potrà verificarlo nel proprio "Fascicolo previdenziale del cittadino" (https://bit.ly/2LMY3oR) inserendo codice fiscale ed il proprio PIN.
Una volta entrati, nel menù di sinistra, cliccate su “Prestazioni” e successivamente su “Pagamenti”.
Se la pratica è stata operata da un commercialista per vostro conto, chiedete direttamente a lui di verificare.
Per quanto riguarda il resto dei provvedimenti, come spesso è accaduto negli ultimi due mesi, stiamo cercando di interpretare il testo del Decreto e capire se gli agenti di commercio possono rientrare in altre forme di sostegno e, se necessario, faremo gli opportuni interventi presso i Ministeri competenti, come già era avvenuto per il primo bonus di € 600,00.
La Fisascat sta predisponendo un riepilogo di tutti gli interventi a favore della famiglia che, in qualche modo, potrebbero interessare a molti di voi.

Decreto Rilancio. Mercatone Uno, Blanca: «Bene proroga programmi esecuzione procedure in A.S., ora definire norma ad hoc per procrastinare la validità delle licenze»

Roma, 20 maggio 2020 – «La proroga di 6 mesi dei programmi di esecuzione delle procedure di amministrazione straordinaria prevista dal Decreto Rilancio va nella direzione da noi auspicata nella vertenza dei lavoratori di Mercatone Uno e apre la strada ai Commissari per avanzare l’istanza di Cigs per cessazione di attività, assicurando la migliore tutela della posizione degli oltre 1.600 dipendenti».

Così la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca ha commentato la norma del Dl Rilancio pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

«Ora – ha concluso la sindacalista – è indispensabile definire una norma ad hoc tesa a procrastinare la validità delle licenze per realizzare ogni azione volta a offrire una prospettiva occupazionale ai dipendenti tuttora in forza all’Amministrazione Straordinaria scongiurando così una deriva dall’esito assolutamente nefasto in contrasto con la fiducia manifestata dai lavoratori nelle istituzioni anche in questa drammatica situazione che il Paese sta attraversando».

Statuto dei Lavoratori, Guarini: «A 50 anni dalla riforma necessario ridefinire il perimetro di garanzie e nuove tutele per il lavoro che cambia»

Roma, 20 maggio 2020- «Lo Statuto dei Lavoratori ha rappresentato un punto di riferimento costante e significativo per 50 anni, ora è necessario in via prospettica ridefinire il perimetro di garanzie e nuove tutele per il lavoro che cambia» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini nella giornata in cui si celebra il 50° anniversario dall’approvazione della Legge 300.

«Lo Statuto dei Lavoratori che per 50 anni ha governato il mercato del lavoro è frutto di una stagione riformista tra le più importanti che il Paese abbia conosciuto al culmine di lotte operaie per il rispetto della dignità del lavoro e per l’affermazione dei diritti fondamentali» ha aggiunto il sindacalista sottolineando che «dopo questa importante riforma altri tentativi di rimodellare le norme del mercato del lavoro hanno conosciuto anche esiti tragici con la morte dei giuslavoristi Biagi e D’Antona che in questa giornata è giusto ricordare».

«Oggi, nel tentativo di mettere in sicurezza il mercato del lavoro, sarebbe necessario concentrarsi sulla ridefinizione di un perimetro di garanzie e tutele di medio termine per il prossimo decennio, a cominciare dalla non più rinviabile riforma degli ammortizzatori sociali fino all’introduzione di un diritto individuale alla formazione e alla creazione di forme obbligatorie di risparmio previdenziale complementare per i giovani» ha evidenziato Guarini rilanciando i temi della stagione dei rinnovi contrattuali che nel commercio, turismo e servizi interessano oltre 4 milioni di lavoratrici e lavoratori.

«Salario, 2° livello di contrattazione, formazione professionale, sistemi di classificazione, welfare e bilateralità, mercato del lavoro, diritti sindacali, conciliazione vita lavoro, salute e sicurezza ma anche contrasto alle molestie, sostegno alla disabilità, long term caree dread desease e previdenza complementare sono i capitoli rispetto ai quali vogliamo portare il nostro contributo nell’elaborazione delle piattaforme unitarie».

«Per la Fisascat Cisl, anche sulla base dell’esperienza maturata nel corso della pandemia da Covid-19 – ha concluso il sindacalista – uno degli istituti sui quali l’autonomia collettiva dovrà esercitarsi e raggiungere un equilibrio regolamentare al passo con i tempi è senz’altro lo smartworking».

Commercio. Fase 2, c’è intesa sulla costituzione dei comitati territoriali per contenere la pandemia. Guarini: «Imprese e lavoratori potranno contare sull’apporto qualificato della bilateralità»

Roma, 19 maggio 2020 – Nel commercio al dettaglio si rafforza il sistema di controllo e verifica sull’applicazione dei protocolli e le misure di contrasto alla pandemia da Covid-19. Le parti firmatarie del contratto nazionale del terziari, distribuzione e servizi – i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e l’associazione imprenditoriale Confcommercio – hanno sottoscritto una intesa sulla costituzione dei Comitati Territoriali previsti dal Protocollo Governo Parti Sociali del 24 aprile, “nel comune intento di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei terzi, pubblico e fornitori, che dovessero interagire nei locali aziendali”. Il Comitato Territoriale, operativo presso la sede dell’Ente Bilaterale Territoriale, avrà il compito di fornire indicazioni volte al contenimento della pandemia e a prevenire il rischio di infezione nonché di indicare percorsi di formazione in favore delle aziende e dei lavoratori coinvolti dalle procedure di contrasto al contagio da Covid-19. Ne faranno parte componenti dell’Organismo Paritetico Territoriale per la salute e la sicurezza, con il coinvolgimento dei rappresentanti delle Parti Sociali e degli Rlst e la collaborazione di esperti. Nell’ambito di un modello di intesa da sottoscriversi a livello decentrato fra i sindacati comparativamente più rappresentativi e le associazioni territoriali dei commercianti si è inoltre convenuto su un insieme di regole e precetti che i datori di lavoro che aderiranno al Comitato Territoriale dovranno far rispettare. «La condivisione di un Comitato Territoriale previsto dal protocollo del 24 aprile 2020 può rappresentare nei vari contesti provinciali e regionali, nei quali il sistema di relazioni sindacali nel terziario ha sempre giocato un ruolo da protagonista, un ulteriore occasione di consolidamento delle relazioni al servizio di imprese e lavoratori» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini sottolineando che «le parti firmatarie hanno colto l’opportunità offerta dal Protocollo Governo Parti Sociali, stante la particolarità del settore, connotato dalla presenza di aziende medio piccole e forti di una bilateralità estesa presente su tutto il territorio nazionale attenta a necessità e bisogni della categoria». «Dare la possibilità ai piccoli esercenti di aderire ai vari Comitati Territoriali costituiti presso la bilateralità territoriale, e così facendo di dotarsi di regole per fronteggiare la pandemia nella fase della riapertura generalizzata delle attività, è un indubbio vantaggio» ha aggiunto il sindacalista. «Imprese e lavoratori potranno contare su dei riferimenti chiari ed essenziali e sull’apporto qualificato e professionale della bilateralità di settore nella complicata fase 2 avviata dal 18 maggio con la riapertura delle attività» ha poi evidenziato Guarini. «Le parti economico sociali del terziario distribuzione e servizi hanno dimostrato non solo un senso di responsabilità proporzionato allo stato critico che il paese vive – ha concluso il sindacalista – ma anche la capacità di operare fattivamente per rimodulare, sulla base delle previsioni normative che valgono su tutto il territorio nazionale, regole e schemi comportamentali da osservarsi nei luoghi di lavoro che più di ogni altro soggetto conoscono e rappresentano quotidianamente».

Cgil Cisl Uil: coperture assicurative e tutele per tutti i lavoratori sportivi. Slc Fisascat Uilcom Felsa Nidil Uiltemp lanciano l’allarme in vista della riapertura delle attività

Roma, 19 maggio 2020 – Sta per scattare “l’ora x” anche per centri sportivi e palestre, ma non mancano le preoccupazioni in vista della riapertura prevista per il 25 maggio. A lanciare il grido di allarme sono Slc Cgil, Fisascat Cisl, Uilcom, Felsa Cisl, Nidil Cgil, Uiltemp, i sindacati rappresentativi del variegato mondo dello sport. “Resta ancora irrisolto – denunciano le organizzazioni sindacali – il problema delle coperture assicurative per centinaia di migliaia di lavoratori, a partire dai rischi connessi all’emergenza epidemiologica. L’attuale sistema prevede infatti coperture solo in favore dei lavoratori dipendenti, mentre la miriade dei cosiddetti collaboratori è ancora oggi priva delle necessarie tutele”. “Riteniamo indispensabile – aggiungono – assicurare tutti i collaboratori sportivi, garantendo la giusta attenzione a questo mondo sprovvisto di diritti, in attesa di regolamentare finalmente, attraverso un disegno più ampio, i rapporti di lavoro nel settore. Si tratterebbe di una misura concreta ed immediata in vista dell’estensione delle tutele del lavoro a tutto il comparto, da traguardare attraverso l’ormai improcrastinabile riforma del lavoro sportivo”. Sono circa 40 mila i dipendenti del settore, cui si affiancano oltre 150 mila addetti impegnati in federazioni sportive e società dilettantistiche, stando alle domande per il contributo di 600 euro pervenute al Ministero dello Sport lo scorso mese di marzo. Ma si stima che la platea possa superare le 500 mila unità. “Il riconoscimento dell’indennità anche a questi lavoratori – affermano i sindacati – rappresenta una prima attenzione verso un mondo di invisibili. Siamo soddisfatti che il Ministero abbia accolto le nostre istanze e deciso di confermarla anche per i mesi di aprile e maggio. Ora è fondamentale riavviare quanto prima il tavolo di confronto istituzionale – incalzano i rappresentanti delle sigle – per giungere ad una corretta regolamentazione della figura del lavoratore sportivo, che non si basi più solo sulla semplice distinzione tra dilettantismo e professionismo”. Slc, Fisascat, Uilcom, Felsa, Nidil, Uiltemp, lanciano un appello affinché istituzioni, politica, addetti ai lavori, sostengano e concorrano, ognuno per le proprie competenze, alla realizzazione di un sistema di diritti e tutele per il mondo del lavoro nello sport che includa tutti e tutte, attesa la funzione sociale, sanitaria ed educativa dello sport a tutti i livelli. L’obiettivo primario è riuscire a garantire a tutti retribuzioni adeguate e costruire un sistema di tutele oggi assenti, ad esempio in caso di disoccupazione, malattia, infortuni e gravidanza, oltre che in materia previdenziale. Allo stesso tempo servono interventi concreti ed immediati da parte del Governo per garantire la sostenibilità dell’intero sistema, con particolare attenzione alle società ed associazioni dilettantistiche”.

Mercatone Uno, c’è intesa sul ricorso alla Cigd Covid-19 per i 1.643 dipendenti dello storico marchio. Ceduti 5 punti vendita alla Riva Gest. Blanca: «Indispensabile disporre la proroga del programma dei Commissari straordinari»

Roma, 18 maggio 2020 – C’è intesa sul ricorso alla Cigd per causale Covid-19 per 9 settimane per i 1.643 dipendenti ex Mercatone Uno in Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Trentino, Umbria e Veneto. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno formalizzato con la direzione di M. Business S.r.L. l’accordo sull’accesso all’ammortizzatore sociale in deroga per i lavoratori attualmente sospesi in Cigs a zero ore fino al 23 maggio, data prevista di cessazione del Programma di esercizio di impresa avanzato dai Commissari. La triade commissariale, già da tempo, ha avanzato istanza per ottenere una proroga del termine di esecuzione del suddetto Programma, proponendo in alternativa l’introduzione di una norma ad hoc in attesa che l’emendamento proposto venga recepito nella fase di conversione in Legge del Decreto Liquidità. Tale variazione consentirebbe di prorogare il Programma dei Commissari e di accedere alla Cigs per cessazione di attività della durata di 12 mesi, assicurando la migliore tutela della posizione dei dipendenti. Si formalizzano intanto le cessioni autorizzate dal Mise nelle scorse settimane. I sindacati hanno siglato con la direzione aziendale e i Commissari l’accordo sulla cessione alla società Rica Gest S.r.L. dei 5 punti vendita di Calenzano, Monterosi, Roma, San Giuseppe di Comacchio e Villanova d’Albenga che prevede la piena salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, con l’assorbimento di tutti i 155 lavoratori. «La cessione di questi primi negozi risentirà comunque nei tempi di attuazione dei riflessi negativi della crisi pur rappresentando un positivo sbocco per i 155 dipendenti interessati sui quali si è abbattuta anche l’emergenza sanitaria, affievolendo il lume di speranza legato alla cessione del compendio aziendale» ha dichiarato la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca sottolineando ancora una volta la drammatica situazione in cui versano i dipendenti M. Business. «Le difficoltà emerse nella procedura di cessione per l’individuazione di acquirenti in possesso dei necessari requisiti atti ad assicurare la continuità dell’attività aziendale e dell’occupazione sono sicuramente oggi aggravate dal contesto emergenziale» ha dichiarato la sindacalista evidenziando anche che «l’imminente scadenza del programma di cessione rischia di compromettere pesantemente un’azione già in sé difficile». La sindacalista stigmatizza anche «la mancata attuazione da parte dell’Inps delle disposizioni faticosamente ottenute in tema di base di calcolo per l’integrazione salariale» come previsto dal Decreto Milleproroghe varato nei mesi scorsi. Per Blanca «è indispensabile, in questo momento, che venga disposta una proroga finalizzata a consentire la prosecuzione dell’attività dei Commissari e l’individuazione di una norma ad hoc tesa a procrastinare la validità delle licenze per realizzare ogni azione volta a offrire una prospettiva occupazionale ai dipendenti tuttora in forza all’Amministrazione Straordinaria». «Diversamente – ha concluso la sindacalista – si rischierebbe una deriva dall’esito assolutamente nefasto in contrasto con la fiducia manifestata dai lavoratori nelle istituzioni anche in questa drammatica situazione che il Paese sta attraversando».

Agenti e Rappresentanti – spostamenti dal 18 maggio 2020

Il 17 maggio scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto che mette fine a molti vincoli per gli spostamenti o almeno per quelli che avvengono nella stessa regione.L’autodichiarazione, infatti, resterà obbligatoria solo per andare da una regione ad un'altra e questo tipo di spostamenti potranno avvenire solo per «compravate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute».In relazione all'andamento della situazione epidemiologica sul territorio, ogni regione potrà introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle previste.Vi invitiamo, pertanto, a verificare le varie ordinanze nei siti delle regioni di vostro interesse.Nonostante quanto riportato nel nuovo decreto, sotto l'aspetto della salute, vostra e di chi vi circonda, vi invitiamo a seguire i suggerimenti che vi avevamo fatto nelle settimane scorse e che trovate nella seconda parte di questo nostro articolo:https://www.fisascatcislagenti.it/site/news/agenti-di-commercio-ed-opera…