Roma, 18 maggio 2020 – Sono in stato di agitazione i lavoratori della catena di punti vendita Scarpe&Scarpe. Alla base della mobilitazione, indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs al termine di un coordinamento unitario dei lavoratori, la mancata definizione di Protocollo di sicurezza “chiaro e calzante per quelle che sono le reali difficoltà e rischi per le lavoratrici e ai lavoratori” nella fase di riapertura dei negozi, si legge nella comunicazione trasmessa alla direzione aziendale. Per i sindacati è necessario "definire un'organizzazione del lavoro atta a salvaguardare la sicurezza e l'applicazione della normativa sui dispositivi di protezione individuali, le azioni di sanificazione e non di meno il rapporto da tenersi con clienti, fornitori e ditte di appalto che dovranno o potranno transitare nel luogo di lavoro". “Pertanto – prosegue la nota congiunta – laddove manchino le condizioni di sicurezza previste dalla normativa ordinaria e straordinaria sopra richiamata, nonché dalle disposizioni dell’autorità sanitaria, le nostre organizzazioni Territoriali, gli Rls e le Rsa ed in loro assenza direttamente le lavoratrici e i lavoratori, hanno il diritto e il dovere di segnalarlo alle Autorità ed al sistema di prevenzione e protezione aziendale, e di astenersi dal lavoro fino a successive indicazioni delle autorità competenti”. Durante la riunione di coordinamento i dipendenti hanno fatto emergere diverse difficoltà ancora non superate gestione del contingentamento in entrata ed uscita; attività lavorativa ed organizzazione del lavoro in fase 2; gestione ferie 2019 e 2020; monitoraggio sanificazioni, igienizzazioni e pulimento ambienti di lavoro; DPI da protocollo; numerose anomalie sui cedolini paga in riferimento anche al trattamento economico della malattia. A fronte delle disomogenee scelte aziendali posti in essere a seconda del territorio o dei punti vendita, delle tutele necessarie alle riaperture e gestione organizzativa, alle informative unilaterali che non tengono conto delle osservazioni sindacali in riferimento alle norme Legislative sui protocolli, alla mancanza di un testo definitivo alla data odierna del protocollo di sicurezza aziendale e alla mancanza della definizione dei comitati aziendali le Organizzazioni Sindacali, unanimemente condiviso con il coordinamento, hanno dunque comunicato all'azienda lo stato di agitazione di tutto il personale.
Fase 2, Guarini: «La contrattazione definisca nuovi modelli organizzativi finalizzati a preservare l’occupazione e ad assicurare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro»
Roma, 15 maggio 2020 – «La contrattazione accompagni le riaperture con la definizione di nuovi modelli organizzativi, condivisi e sostenibili, finalizzati al mantenimento dell’occupazione e a garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli aspetti connessi all’organizzazione del lavoro e allo svolgimento delle prestazioni anche da remoto sono quanto mai centrali nella gestione dei rapporti di lavoro e dovranno essere oggetto di confronto anche nei tavoli di rinnovo dei contratti nazionali scaduti nel terziario privato che interessano oltre 4milioni di addetti». E’ questo l’auspicio espresso dal segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini alla vigilia dell’avvio della Fase 2 dal 18 maggio, ad oltre tre mesi dall’apertura dello stato di emergenza epidemiologica Covid-19. «Sono stati mesi difficili per i lavoratori del commercio, turismo e servizi, tra i settori del terziario privato a vario titolo maggiormente coinvolti dai provvedimenti del Governo finalizzati a fronteggiare la pandemia» ha aggiunto il sindacalista sottolineando che «nella Fase 1 il lockdown varato dal decisore politico ha sancito da una parte la chiusura di buona parte delle attività commerciali dei generi non alimentari e praticamente di tutti gli esercizi pubblici, delle attività di ristorazione, e, dall’altra, alcuni comparti, considerati alla stregua dei servizi essenziali, sono stati sottoposti ad uno stress aggiuntivo, con aperture nei settori della distribuzione commerciale dei generi alimentari e farmaceutica come nei servizi di pulizia e in quelli dell’assistenza e della cura alla persona, che hanno visto in prima linea complessivamente oltre 2milioni di lavoratrici e lavoratori svolgere, nelle prime fasi del fenomeno, quando vi erano seri problemi di approvvigionamento delle mascherine, le proprie prestazioni anche in carenza di Dpi e dunque esposti pericolosamente al rischio contagio». «Altri 5 milioni di addetti del commercio, turismo e servizi sono stati interessati dall’ammortizzatore sociale tra Fis e Cigd, e molti di questi da circa due mesi sono ancora in attesa di ricevere il sostegno al reddito» ha stigmatizzato Guarini evidenziando «quanto, in questa fase, la bilateralità contrattuale abbia contribuito a dare risposte all’emergenza nell’erogazione di prestazioni sanitarie attraverso i fondi di assistenza sanitaria integrativa che hanno implementato l’offerta dei piani sanitari con una copertura ad hoc per Covid-19 attiva per i sinistri dal 1° gennaio al 30 giugno 2020, dimostrando la validità delle relazioni sindacali partecipative e degli strumenti bilaterali messi in campo attraverso la contrattazione».
Fase 2, prosegue la costituzione dei comitati aziendali covid-19 nel commercio, turismo e servizi. Guarini: «Le buone prassi diventino patrimonio comune affinché i luoghi di lavoro siano più sicuri per chi vi opera»
Roma, 15 maggio 2020– Prosegue la costituzione dei Comitati Aziendali Covid-19 nel commercio, turismo e servizi in supporto alle misure normative adottate dal Governo per garantire la sicurezza nei luoghi lavoro, alle quali è seguito il protocollo Governo Parti Sociali del 14 marzo poi aggiornato nelle scorse settimane. La buona prassi aziendale consiste nella costituzione di un Comitato Nazionale e di Comitati Regionali e/o di Aree Metropolitane finalizzati alla necessaria concertazione e condivisione della fase di implementazione delle norme e delle intese e delle successive fasi di monitoraggio e verifica. Nel merito – confermando le prerogative, le funzioni e le agibilità dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza – i sei componenti dei Comitati Nazionali (3 di parte sindacale e 3 di parte aziendale) saranno affiancati da un medico competente nella definizione di linee guida ad hoc “che tengano espressamente conto delle specificità organizzative delle Società e delle peculiari esigenze dei lavoratori del settore anche in considerazione della funzione che le aziende della distribuzione alimentare sono chiamate a rendere per la collettività in questo grave momento”; gli esiti delle riunione saranno verbalizzati, il documento sarà affisso in bacheca nei punti vendita, i depositi e le sedi. Al livello territoriale i Comitati Regionali e/o di Aree Metropolitane (composti da 3 componenti effettivi e sostituti di parte sindacale e da 2 componenti aziendali per ogni regione o area metropolitana) verificheranno la corretta applicazione del Protocollo elaborato a livello aziendale. Il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini ha sottolineato che «il Sindacato ha fattivamente operato affinchè le previsioni del protocollo Governo Parti Sociali trovassero piena realizzazione, soprattutto nella integrazione dei Comitati Aziendali previsti dall’intesa con un ruolo di primo piano affidato ai lavoratori e agli Rls». «Non ci siamo limitati a costituire i Comitati Aziendali in maniera burocratica – ha spiegato il sindacalista – piuttosto abbiamo preteso che prevalessero gli aspetti di merito e di contenuto per il tramite del contributo prezioso dei rappresentanti dei lavoratori, sottoponendo alle aziende degli obiettivi di miglioramento degli standard di sicurezza presso i punti vendita e gli esercizi interessati dalle aperture». «Riteniamo che l’immenso lavoro svolto nell’ambito dei Comitati Aziendali non debba essere disperso – ha concluso il sindacalista – le buone prassi che in chiave partecipativa i rappresentanti dei lavoratori e delle aziende hanno realizzato devono divenire patrimonio comune da custodire e implementare affinchè i luoghi di lavoro siano, anche dopo questa pandemia, più sicuri per chi vi opera».
Enasarco: graduatoria provvisoria per le erogazioni straordinarie Covid-19
Da oggi, accedendo alla propria area riservata InEnasarco, sarà possibile visualizzare la collocazione provvisoria della propria richiesta rispetto al numero di domande pervenute. E’ stata ultimata, infatti, la graduatoria provvisoria delle domande di erogazioni straordinarie.La Fondazione Enasarco ha avviato tutte le attività necessarie per la verifica dei requisiti richiesti. All’esito di tali verifiche, la collocazione in graduatoria di ciascuna domanda potrà subire modifiche qualora dovessero risultare domande invalide o il reddito dichiarato non risultasse confermato dai documenti presentati. Concluse le verifiche, sarà comunicato l’esito della domanda in base alla graduatoria definitiva e nel caso delle richieste risultate conformi si provvederà al pagamento nel limite del budget di spesa previsto per il bando del 1° quadrimestre.Le domande risultate conformi che non potranno essere soddisfatte a causa del superamento del limite di budget previsto per il 1° quadrimestre, parteciperanno di diritto alla graduatoria dei successivi bandi di erogazioni straordinarie per il 2° quadrimestre e per il 3° quadrimestre.Le domande non ammesse per carenze documentali, potranno essere invece ripresentate complete per partecipare ai bandi successivi del 2° quadrimestre e del 3° quadrimestre.
Dl Rilancio, Parti Sociali Ccnl domestico: bene indennità per colf e badanti, ora tempi certi per erogazione
Roma, 14 mag. – "Arriva l'indennità per i lavoratori domestici danneggiati dal coronavirus. Il Governo ha finalmente dato il via libera ad un provvedimento molto atteso da lavoratori e famiglie che in questi due mesi hanno dovuto fronteggiare in totale autonomia le criticita' economiche ed assistenziali legate all'emergenza sanitaria in atto. Un'indennita' che come parti sociali abbiamo fin dal principio chiesto unitariamente e che oggi finalmente viene accolta". È quanto dichiarano congiuntamente i firmatari del Ccnl del settore domestico, quelle che rappresentano le famiglie datrici, Domina e Fidaldo (costituita da Assindatcolf, Nuova Collaborazione, Adlc, Adld), insieme a quelle dei lavoratori, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e Federcolf. "Riconosciamo al Governo lo sforzo fatto per garantire, sia pure in modo parziale, il reddito anche alle lavoratrici domestiche. Tuttavia, dobbiamo pero'- proseguono- evidenziare come questo provvedimento escluda dalla tutela la maggior parte delle badanti che svolgono il proprio rapporto di lavoro in convivenza con la famiglia datrice, cosi' come vengono esclusi tutti i domestici che hanno un rapporto di lavoro fino a 10 ore settimanali. Al contempo chiediamo tempi certi per l'erogazione delle somme". Continua la nota: "Complessivamente auspicavamo fosse riconosciuta una maggiore attenzione al settore, sia sul fronte dei lavoratori, che delle famiglie. Abbiamo apprezzato molto la possibilita' di poter procedere alla regolarizzazione di chi non e' in possesso del permesso di soggiorno. Anche i congedi genitoriali ed il bonus baby sitter vanno nella direzione indicata, ma siamo convinti che senza un vero e proprio intervento economico strutturale rischiamo che il risultato ottenuto sia vanificato in breve tempo. Continuiamo, quindi- conclude- ad insistere affinche' incentivi contributivi e fiscali quali la deducibilita' della retribuzione erogata per il lavoro domestico e la deduzione dell'intera contribuzione versata siano inseriti nell'iter di conversione in legge del Dl Rilancio o nella prossima Legge di Bilancio".
Bingo e Gaming Hall, siglato il protocollo anti Covid-19 per i 12mila lavoratori delle sale gioco. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: «Uno strumento per ripartire»
Roma, 14 maggio 2020 – Anche le Gaming Hall, le sale specializzate per l’offerta del Bingo e degli altri giochi pubblici regolamentati, si attrezzano per contrastare la diffusione del Covid-19 e per ripartire in sicurezza. Lo fanno con il protocollo sottoscritto oggi, 14 maggio, dai sindacati di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, con Fipe Confcommercio e le società Gruppo Milleuno spa, Gruppo Operbingo Italia, Hbg Entertainment srl, Federazione Italiana Concessionari Bingo, Novomatic Italia e Cirsa Retail srl. Un accordo quadro che riguarda migliaia di lavoratori, a livello nazionale, sia dipendenti diretti che dell’indotto delle oltre 200 sale da gioco in Italia: circa 12.000 lavoratori del settore, composto da figure professionali che garantiscono i servizi di intrattenimento che potranno tornare a lavorare in sicurezza. “L'intesa – commentano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – si pone l'obiettivo di azzeramento dei profili di rischio connessi all’aggregazione sociale, ossia i rischi di assembramento, alla prossimità (per la vicinanza eccessiva delle persone) e all'esposizione (possibilità di contagio del soggetto), già ampiamente limitati dall’applicazione delle sole disposizioni previste nell’ultimo Dpcm". "L'accordo sottoscritto – concludono le organizzazioni sindacali – rappresenta un importante apripista per realizzare intese, a livello aziendale, che mettano le singole società del settore nella condizione per essere già pronte alla ripartenza in sicurezza". Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto «sono due documenti molto importanti per una Fase 2 che deve vedere i lavoratori operare in sicurezza in tutte le sale». «Il Protocollo Quadro – ha aggiunto – indica le linee condivise per il lavoro in sicurezza, la loro applicazione e regola la costituzione dei comitati di verifica in tutte le aziende del settore, mentre nel documento tecnico abbiamo analizzato i cicli di lavoro nelle varie fasi del gioco, dagli accessi alle sale al gioco con le Videolottery e il bingo, fino al ciclo del food». «Questo lavoro comune – ha concluso il sindacalista – può essere propedeutico alla veloce riapertura integrale di un settore, che è stato chiuso a febbraio e rischia di pagare più di altri, sia in termini di mercato che nel lavoro, le conseguenza della fase emergenziale».
Carrefour, c’è l’accordo sulla cassa integrazione in deroga per 4.422 addetti degli ipermercati. Dell’Orefice: «Intesa dai contenuti significativi che segna il riavvio del confronto sul piano strategico della multinazionale francese in Italia»
Roma, 13 maggio 2020 – Raggiunta l’intesa tra i sindacati di categoria Cgil Cisl Uil e la direzione di Carrefour Italia sul ricorso alla Cigd per la causale emergenza Covid-19. L’ammortizzatore sociale in deroga coinvolgerà complessivamente 4.422 dipendenti del canale iper in Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Sardegna fino ad un massimo di 13 settimane (per le sole regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) ed osserverà il principio della rotazione del personale, in considerazione del criterio della fungibilità di mansioni e competenze e delle specifiche necessità familiari connesse alla custodia dei figli minori e di altre situazioni familiari di particolare disagio. La riduzione oraria non potrà essere superiore al 50% dell’orario contrattuale individuale su base settimanale ed avverrà per giornata intera anche se potranno essere previste diverse modalità organizzative a livello di singolo iper. Carrefour integrerà il trattamento di cassa integrazione fino alla concorrenza del 100% della retribuzione lorda mensile e riconoscerà l’integrale maturazione dei ratei di 13°, 14°, ferie, Pir e Tfr durante l’intero periodo di sospensione; la retribuzione e la relativa copertura contributiva per il periodo di sospensione saranno garantiti anche in caso di mancato accoglimento dell’istanza di Cigd. Ad ogni lavoratore entro il 20 giugno 2020 verrà concessa, previa richiesta, un’anticipazione della tredicesima mensilità equivalente ad un numero di ratei sufficiente a coprire totalmente la ritardata corresponsione dell’indennità Cigd; l’azienda si è resa disponibile ad erogare un prestito non oneroso a chi ne dovesse fare richiesta sulla base di particolari situazioni di disagio e di incapienza della tredicesima. A livello territoriale e di singolo punto vendita saranno attivati confronti con i sindacati locali e le rappresentante Rsa/Rsu sulla verifica dell’applicazione dell’intesa. A livello nazionale ci si incontrerà entro la fine del mese di giugno 2020 al fine di valutare l’andamento della Cigd. Entro il mese di settembre si aprirà il confronto in ordine a piano e strategie commerciali ed investimenti della multinazionale francese in Italia. «L’intesa – ha sottolineato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice – ribadisce il valore e la rilevanza della contrattazione integrativa aziendale anche per far fronte alla situazione di emergenza sanitaria e sociale e considera prioritaria la definizione di un modello organizzativo condiviso e sostenibile, volto alla salvaguardia occupazionale e al mantenimento dell’attuale rete di vendita e alla piena garanzia di condizioni di salute e sicurezza». «Affermazioni queste – conclude il sindacalista – certamente significative in una congiuntura particolarissima come quella che i grandi format commerciali stanno attualmente vivendo e che sono fondamentalmente tese a recuperare un confronto esteso al piano strategico che la multinazionale francese Carrefour si è data per il nostro Paese».
Sport, il Ministero disponibile all’apertura di un tavolo permanente sulla riforma del settore. Ceotto: «Il contratto nazionale diventi il benchmark per tutte le figure dello sport dilettantistico»
Roma, 7 maggio 2020 – La Fisascat Cisl commenta positivamente l’apertura del Ministero dello Sport sulla definizione di un tavolo permanente di confronto sulla riforma del settore, a partire dal lavoro e dal sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche. In particolare la federazione sindacale cislina ha proposto al Capo Ufficio per lo Sport, Dott. Pierro, che ieri ha presenziato all’incontro, di ricondurre alla contrattazione di settore, stipulata dalle associazioni comparativamente maggiormente rappresentative tra cui i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Slc Cgil e Uilcom, la discussione sulle figure professionali che operano nel comparto. «E’ necessario che il contratto collettivo nazionale diventi punto di riferimento e il benchmark per tutte le figure professionali dello sport dilettantistico» ha dichiarato Mirco Ceotto, il segretario nazionale della Fisascat Cisl che ha preso parte al confronto. «Il settore occupa centinaia di migliaia di figure lavorative, tra cui i circa 500mila collaboratori sportivi, che oggi non hanno alcuna tutela previdenziale e assistenziale e non vedono l’applicazione delle norme concordate nella contrattazione collettiva nazionale» ha stigmatizzato il sindacalista sottolineando che «proprio i collaboratori sportivi rischiano di rimanere per un tempo indefinito nelle “zone grigie” del lavoro sommerso, senza alcuna tutela e con un futuro di vecchiaia assolutamente incerto». «Riteniamo sia urgente affrontare questo spinoso tema ridimensionando i cosiddetti rimborsi spese e, piuttosto, riconducendo tali figure professionali ai sistemi di classificazione del personale definiti attraverso la contrattazione nazionale di settore» ha poi suggerito il sindacalista sottolineando che «la proposta di definire in modo compiuto le figure dei lavoratori dello sport, dai lavoratori dipendenti alla figura del collaboratore sportivo opportunamente modificata dalla riforma, è stata puntualmente illustrata dai sindacati al tavolo di rinnovo del contratto avviato diversi mesi fa con la Confederazione dello Sport, l’associazione datoriale di settore aderente a Confcommercio». Ceotto ha poi commentando positivamente «il contributo statale di 600,00 euro erogato ai 150.000 collaboratori sportivi che nella fase di emergenza ne hanno fatto richiesta» auspicando che «tale misura di sostegno al reddito venga confermata anche per i mesi di aprile e maggio quando presumibilmente si registrerà un incremento delle domande».
Covid-19. Vigilanza privata, la bilateralità contrattuale scende in campo. Ebinvip destina 2 milioni di euro per aiutare i lavoratori monoreddito colpiti dalla crisi. I sindacati: decisione responsabile fondata sul principio solidaristico
Roma, 7 maggio 2020 – Scende in campo la bilateralità contrattuale nel comparto della vigilanza privata, uno dei settori colpiti dalla crisi sanitaria ed economica e dagli effetti del lockdown. Le Parti Sociali firmatarie del contratto collettivo nazionale di settore hanno deciso di destinare le somme accantonate sul bilancio dell'Ebinvip, circa 2 milioni di euro, ad aiutare i lavoratori del settore – complessivamente circa 50mila addetti – maggiormente interessati dall'ammortizzatore sociale in deroga a fronte dell'emergenza pandemica Covid-19 con conseguente perdita di salario. Accederanno al sostegno straordinario i lavoratori monoreddito del settore posti in ammortizzatore sociale in misura pari ad almeno 75% delle ore ordinarie lavorabili nei mesi di Febbraio, Marzo, Aprile, Maggio, Giugno, Luglio ed Agosto 2020, ai quali l'Ente Bilaterale erogherà un contributo solidale pari a 130 euro lordi per ciascun mese.Il contributo di solidarietà potrà esser richiesto da ciascun lavoratore per massimo tre mesi attraverso la modulistica disponibile sul sito web www.ebinvip.it. I sindacati di categoria Cgil Cisl Uil, con il consenso delle Associazioni datoriali, sottolineano in particolare di «aver assunto responsabilmente una decisione fondata sul principio solidaristico, convenendo di utilizzare le risorse economiche accantonate a bilancio per andare incontro alle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie, più bisognosi ed esposti alla crisi, fornendo risposte concrete ed uniformi su tutto il territorio nazionale».
Covid-19. Turismo, Guarini: «Urgente rafforzare struttura ammortizzatori sociali, salvaguardare professionalità stagionali e puntare a riqualificazione dei lavoratori»
Roma, 6 maggio 2020 – «Il turismo, settore ad alta intensità occupazionale con 3,5 milioni di addetti compreso l’indotto che rappresentano il 15% degli occupati in Italia, è uno dei settori più colpiti dalla pandemia e sarà anche uno degli ultimi a ripartire. Nel comparto turistico è necessario ragionare su nuovi modelli di aggregazione ma anche sull’impatto sul piano economico e sui riflessi sui posti di lavoro. Il dilemma oggi è come coniugare salute e sicurezza e l’economia anche in questo settore». Lo ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini intervenendo al free webinar promosso dalla Fondazione Adapt dedicato all’impatto del Covid-19 sul settore alberghiero, comparto che ha registrato il crollo vertiginoso del 70% del fatturato e dove le prospettive sulla ripresa non sono certo rosee con previsioni al ribasso e un calo di presenze annunciato anche nei prossimi mesi. «Abbiamo la responsabilità di salvaguardare la salute e la sicurezza e al contempo dare seguito all’economia anche quella del turismo» ha aggiunto il sindacalista sottolineando che «i lavoratori sono prevalentemente sotto ammortizzatore sociale, senza dimenticare il notevole impatto della pandemia sui lavoratori stagionali che difficilmente quest’anno vedranno riattivarsi il rapporto di lavoro». Il sindacalista, pur valutando positivamente le misure varate dal Governo, ha dichiarato che «l’assistenzialismo non è sufficiente» e ha sollecitato il «rafforzamento della struttura degli ammortizzatori sociali anche prevedendo uno strumento che salvaguardi la stagionalità, caratteristica strutturale del comparto ma oggi nodo scoperto, e le professionalità che vi operano» puntando anche alla definizione di «politiche attive di formazione e riqualificazione ad hoc per il settore». «Anche le Parti Sociali dovranno essere pronte a ragionare, ad esempio, sulla costituzione dei Fondi di Solidarietà Bilaterali» ha poi evidenziato Guarini sottolineando il ruolo della contrattazione e della bilateralità di settore per sostenere occupazione e imprese. «Abbiamo sicuramente la necessità come Parti Sociali di valutare quello che avviene e cogliere spunti e le opportunità della crisi» ha dichiarato il sindacalista evidenziando che «la buona contrattazione esistente può essere certo migliorata attraverso la bilateralità». Per Guarini occorre «focalizzarsi sulla formazione professionale e puntare ad una professionalità che sia all’altezza della vocazione turistica dell’Italia» ma anche «sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro perché nel turismo c’è contatto diretto e il sistema della sicurezza va dunque rivisto nel suo insieme perchè la sicurezza riguarda il lavoratore ma anche l’utente dell’offerta turistica». «Dovremmo agire con la bilateralità, i fondi interprofessionali e i fondi sanitari integrativi e serve centrare nuovamente la contrattazione come anche serve una discussione sulle nuove condizioni di lavoro che sono mutate, a partire dai temi dell’organizzazione e dell’orario di lavoro fino alla declinazione operativa del lavoro agile da proporre laddove si può» ha poi evidenziato sottolineando che «è fondamentale agire, appena i tempi lo consentiranno, senza pregiudizi rispetto ai temi che verranno sottoposti dai sindacati». Infine un monito rivolto ai furbetti che operano nel settore dell’ospitalità. «Nel turismo si gioca molto sul rapporto fiduciario e sui flussi di clientela. Le regole sono importanti e il tema della salute e della sicurezza rimarrà in auge per molto tempo. Gli imprenditori che tenteranno di recuperare la produttività attraverso l’elusione delle regole non avranno lunga vita» ha chiosato il sindacalista sottolineando che «i lavoratori hanno alzato le antenne e sono molto attenti a quanto accade». «Dobbiamo evitare che i furbetti alberghino facilmente in un settore già fortemente provato. Sistemi di concorrenza tra imprese basati sul non rispetto delle regole – ha concluso – non li potremo tollerare».