Terzo settore, avviso comune sindacati Uneba: valorizzare il comparto socio sanitario assistenziale educativo, garantire la continuità dei servizi

Roma, 2 aprile 2020 – Terzo settore socio sanitario assistenziale educativo. I sindacati di categoria Fp Cgil, Fisascat Cisl, Cisl Fp, Uil Fpl e Uiltucs hanno siglato con l’associazione imprenditoriale di settore Uneba un Avviso Comune rivolto al Governo, con l’invito a considerare adeguatamente l’intero comparto dei servizi erogati da Uneba e i 50mila lavoratori in esso impiegati che, stante l’emergenza, continuano a fornire assistenza e servizi essenziali alle fasce deboli della popolazione in condizioni di fragilità, anziani, auto e non autosufficienti, persone con disabilità, persone emarginate, minori, tossicodipendenti. L'appello è stato condiviso a pochi giorni dalla sottoscrizione dell’accordo quadro per l’applicazione degli ammortizzatori sociali, FIS assegno ordinario e Cassa Integrazione in Deroga alla luce delle sospensioni o riduzioni dei servizi per fronteggiare l’emergenza COVID19, volto anche a sancire una declinazione degli strumenti straordinari di flessibilità e nel rispetto degli adempimenti sanitari. Le Parti, firmatarie del contratto collettivo nazionale di lavoro di settore, ribadiscono espressamente che “le strutture pubbliche deputate, in primis la Protezione Civile, devono mettere in condizione gli Enti Uneba di dotare le lavoratrici e i lavoratori dei corretti dispositivi di protezione individuale e invitano il ministero della Salute le Regioni e le istituzioni a considerare il settore socio sanitario assistenziale – si legge nel documento congiunto – come settore essenziale per il superamento dello stato emergenziale”. Le Parti si impegnano inoltre a fornire agli Enti ed alle lavoratrici Uneba “ogni assistenza utile a stipulare accordi al fine di permettere l’accesso agli ammortizzatori sociali e comunque ad ogni altra forma di sostegno al reddito al fine di salvaguardare l’occupazione nei servizi oggetto di sospensione o riduzione e si impegnano ad adottare ogni modalità di accordo al fine rendere agibili, nel rispetto dei provvedimenti normativi, tutte quelle forme di flessibilità lavorativa che permettano il mantenimento dell’erogazione dei servizi alle persone assistite”. Essenziale anche che “le risorse assicurate per il settore sanitario – sottolineano nell’Avviso Comune – vengano rese fruibili ed agibili anche per il settore socio sanitario assistenziale in un grande piano di sostegno e di rilancio del comparto dei servizi una volta terminata la fase di emergenza”. Il documento congiunto conclude sulla necessità di “considerare il settore socio sanitario assimilato al settore sanitario”, garantendo “la continuità dei servizi con l’applicabilità delle norme e dei provvedimenti in materia di risorse, prevenzione e sicurezza già previsti per il sistema sanitario pubblico”.

Covid-19. Dl Cura Italia, una circolare Inps fa chiarezza sulle modalità di accesso all’indennità per gli agenti e rappresentanti di commercio

Ceotto: «Con le altre organizzazioni di rappresentanza siamo già in campo per confermare il sostegno al reddito nel mese di aprile»Roma, 31 marzo 2020 – Dal 1° aprile 2020 anche gli Agenti e i Rappresentanti di Commercio, circa 250mila in Italia, potranno presentare richiesta di accesso all’indennità per i lavoratori autonomi introdotta dal Dl Cura Italia varato dal Governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus in atto. Una circolare Inps ha fatto chiarezza sulle modalità di accesso allo strumento di sostegno al reddito per la categoria di lavoratori autonomi fortemente provata dall’impatto delle misure di contenimento del contagio Covid-19 e dal calo degli ordinativi di vendita. La richiesta dell'indennizzo di 600 € potrà essere inoltrata dagli Agenti e dai Rappresentanti di Commercio – senza limite di reddito o dimostrazione del calo di fatturato ad esclusione dei titolari di pensioni dirette Inps ed Enasarco nonché i possessori della cosiddetta Ape Sociale – in via telematica direttamente dal sito Inps al quale si accede con apposite credenziali nel rispetto dei metodi di autenticazione al portale indicati. Gli Agenti e i Rappresentanti di Commercio sprovvisti di credenziali potranno accedere ai servizi del portale Inps anche in modalità semplificata sempre sul sito dell’Istituto di Previdenza Sociale oppure tramite il servizio di Contact Center integrato telefonando al numero verde dedicato 803164 da rete fissa o al numero 06/164164 da rete mobile. «Finalmente si è fatta chiarezza e anche gli Agenti di Commercio e i Consulenti finanziari potranno accedere al contributo di 600 € per il mese di marzo» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto sottolineando che «la categoria cislina insieme alle altre organizzazioni di rappresentanza di questa importante categoria del tessuto produttivo italiano, è già all’opera per poter confermare e, se possibile, prevedere un incremento dell’indennizzo per il mese di aprile».

Indennizzo di € 600 agli agenti di commercio

Nella giornata di ieri è uscita la circolare dell'Inps che ha messo fine alla questione dell'indennizzo. I 600,00 euro sono previsti anche per gli agenti di commercio e sono state quindi accolte le nostre osservazioni (http://osservatorioagentidicommercio.it/decreto-cura-italia-serve-chiarire-posizione-agenti-di-commercio/) Al link leggete la circolare dove l'Ente di Previdenza Nazionale chiarisce una volta per tutte la questione. Gli articoli che vi interessano maggiormente della circolare allegata sono il n° 2 e il n° 6.Riassumiamo qui di seguito le cose principali da sapere:- La richiesta dell'indennizzo va fatta in via telematica dal sito dell'Inps a partire dal 1° aprile 2020; – Non è previsto nessun limite di reddito o dimostrazione di calo di fatturato;- Per poter presentare la domanda occorrerà essere in possesso di uno dei seguenti metodi di autenticazione al portale:* PIN rilasciato dall’INPS (ordinario o dispositivo);(https://serviziweb2.inps.it/RichiestaPin/jsp/menu.jsp )* SPID di livello 2 o superiore; ( https://www.spid.gov.it/#registrati )* Carta di identità elettronica 3.0 (CIE);* Carta nazionale dei servizi (CNS)Nel caso in cui non siate in possesso di una delle predette credenziali, è possibile accedere ai servizi del portale Inps in modalità semplificata, per compilare e inviare la domanda on line, previo inserimento della sola prima parte del PIN dell’Inps, ricevuto via SMS o e-mail subito dopo la relativa richiesta del PIN ( https://serviziweb2.inps.it/RichiestaPin/jsp/menu.jsp ).In alternativa al portale web, l'indennità può essere richiesta tramite il servizio di Contact Center integrato telefonando al numero verde 803164 da rete fissa (gratuitamente), oppure al numero 06/164164 da rete mobile (a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori). Anche in questo caso, comunque, dovrete comunicare all'operatore del Contact Center la sola prima parte del PIN.Sono esclusi dall'indennizzo i titolari di pensioni dirette Inps ed Enasarco nonché i possessori della cosiddetta "Ape sociale".Per qualsiasi chiarimento, scrivete a info@cislagenti.it.

Covid-19 e sostegno al reddito, c’è accordo tra Governo, Parti sociali e Abi sull’anticipazione delle forme di integrazione salariale ai lavoratori

31 marzo 2020– C’è intesa tra Governo, Parti Sociali e Abi sull’anticipazione bancaria di tutte le forme di integrazione salariale (Cigo, Cigd, Fis e Fondi Bilaterali) previste dal Dl 18/20 emanato dal Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.La convenzione  per l’anticipazione bancaria di tutte le forme di integrazione salariale, su espressa richiesta dei sindacati, prevede l’esclusione di costi a carico dei lavoratori per l’ottenimento delle anticipazioni. La scadenza della convenzione è stata fissata al 31/12/2020, salvo valutazione da svolgere tra le parti entro il prossimo mese di novembre. La misura dell’anticipazione è inizialmente fissata in 1.400 euro, riparametrati a 9 settimane e riproporzionati in caso di sospensione inferiore a zero ore, reiterabili in caso di proroga degli art. 19 e 22 del suddetto DL 18/2020. La banca presso cui il lavoratore darà indicazione di anticipare gli importi mensili, provvederà ad anticipare l’importo esentando il lavoratore  dal pagamento di oneri e interessi. L’anticipazione, così costituita, sarà rimborsata  con le effettive erogazioni  dei trattamenti da parte dell’INPS, che si è impegnato a dare corso alle stesse con i  tempi più celeri possibili, ma non oltre i 7 mesi. «Con questa intesa sottoscritta da  tutte le associazioni di impresa – ha dichiarato la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan – si concretizza e si accelera il  percorso avviato con gli accordi che hanno portato, nelle scorse settimane, allo stanziamento di ammortizzatori sociali straordinari, atti a sostenere la liquidità dei lavoratori colpiti dalle restrizioni di attività imposte dai provvedimenti assunti per il contrasto alla diffusione del virus Covid-19». 

Emergenza Covid-19. Intesa Governo-Sindacati: operative soltanto le attività essenziali. Guarini: «Assicurare la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro»

Roma, 26 marzo 2020 Emergenza Coronavirus. Intesa raggiunta tra governo e sindacati sull’integrazione all’elenco delle aziende essenziali che operano in deroga allo stop previsto con il Dpcm del 22 marzo per fronteggiare l'emergenza Coronavirus. L'accordo, che sancisce la condivisione del perimetro individuato per concedere le deroghe, è arrivato al termine di un lungo confronto tra i leader di Cgil Cisl e Uil, il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli e il ministro dell’Economia Gualtieri. Per la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan «sono state ridefinite meglio le attività produttive davvero indispensabili, in questo momento così particolare per la vita del Paese per garantire la continuità del nostro sistema sanitario e del settore dell’agro alimentare». «I Prefetti – sottolinea la sindacalista – dovranno ora coinvolgere le organizzazioni sindacali nei territori per le autocertificazioni delle imprese ed anche nel settore della difesa il ministro della difesa si è impegnato a ridurre le produzioni, salvaguardando sole le attività produttive essenziali». «La tutela della salute – ha concluso Furlan – resta per noi oggi l’obiettivo principale nel quadro della salvaguardia delle produzioni essenziali e del reddito di tutti i lavoratori». Pensiero pienamente condiviso dalla Fisascat, vicina agli addetti del commercio, turismo e servizi che con grande senso di responsabilità sono chiamati ad un ruolo di prima linea al pari dei servizi pubblici essenziali, mettendo anche a repentaglio la propria salute e la propria vita, nel garantire a tutta la comunità il mantenimento delle condizioni normali di vita, per quanto sia possibile, in una situazione inedita e di emergenza. In una lettera aperta alle lavoratrici ed ai lavoratori dei settori del terziario privato la categoria cislina sottolinea che “le condizioni nelle quali operano centinaia di migliaia di addetti nei settori del terziario, turismo e servizi, dal commercio al dettaglio di generi alimentari al settore dei servizi di pulizia, sovente contraddistinte dalla pressoché totale mancanza di ogni minima precauzione di contrasto all’espandersi del contagio”. Nel ricordare il principio assoluto e incondizionato della salvaguardia della persona umana e della sua integrità psico-fisica previsto dalla Costituzione italiana la Fisascat Cisl ribadisce “il sacrosanto diritto in capo a ciascun lavoratore di astenersi dal lavoro laddove si riscontrasse l’assenza delle garanzie di sicurezza e d'igiene, nonché delle specifiche tutele dal rischio agente biologico virale per tutti i lavoratori e per tutte le persone presenti negli ambienti di lavoro” previste dalla normativa vigenze e dai Dpcm emanati dal Governo. Nella lettera aperta la Fisascat richiama le casistiche in cui è giusto astenersi dal lavoro con il diritto a mantenere la continuità occupazionale e della retribuzione. «In una congiuntura fra le più complicate a cui l’intero Pianeta abbia dovuto far fronte in epoca recente – ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini – le lavoratrici e i lavoratori delle attività commerciali e dei settori dei servizi sono chiamati ad uno sforzo aggiuntivo per assicurare le aperture ed operano con diligenza e coraggio per non far spegnere del tutto l'ultimo e flebile scampolo di normalità». «A questi lavoratori non servono ringraziamenti retorici e di circostanza – ha concluso il sindacalista – ma per loro bisogna riaffermare le ragioni della civiltà e del rispetto dei princìpi costituzionali e assicurare la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro».

Diritto all’indennizzo Covid 19 anche per gli agenti di commercio

Le proteste della Fisascat Cisl hanno avuto un primo effetto! Dopo le rimostranze presentate dal nostro sindacato, insieme ad altre sigle sindacali, al Governo, al Ministro del Lavoro e al Ministro dell’Economia e delle Finanze, è intervenuta la Sottosegretaria Prof.ssa Cecilia Guerra del MEF, in un video di Articolo Uno, con queste parole: “Gli agenti di commercio potranno comunque accedere all’indennizzo di 600 euro”Un chiarimento dovuto in merito in all’applicazione dell’art.28 del Decreto “Cura Italia”.Vi terremo aggiornati sugli sviluppi e soprattutto sulla procedura di inoltro della domanda all’INPS. Nel frattempo, invitiamo tutti gli Agenti di Commercio che ne fossero sprovvisti, a chiedere il PIN INPS ossia il codice identificativo personale che consente l'accesso ai servizi online dell'INPS. E’ molto probabile che servirà questo PIN per chiedere l’indennizzo previsto per gli Agenti di Commercio.A questo link, trovate le istruzioni per ottenerlo: https://bit.ly/33CortSQui sotto trovate il video dell’intervento della Sottosegretaria Prof.ssa Cecilia Guerra https://youtu.be/-2vc_RGtu4I http://osservatorioagentidicommercio.it/600-euro-anche-per-gli-agenti/

Emergenza Covid-19. Lettera aperta della Fisascat Cisl alle lavoratrici e ai lavoratori del commercio, turismo e servizi

Le condizioni nelle quali operano centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori addetti nei settori del terziario, turismo e servizi, dal commercio al dettaglio di generi alimentari al settore dei servizi di pulizia, sono sovente contraddistinte dalla pressoché  totale mancanza di ogni minima precauzione di contrasto all’espandersi del contagio da pandemia da COVID-19.In molti casi nessun dispositivo di protezione individuale viene messo a disposizione dal datore di lavoro per chi quotidianamente opera a stretto contatto con clientela ed utenti e turni di lavoro massacranti, a cui spesso si aggiungono richieste di prestazioni flessibili per far fronte ai limiti ormai palesi di modelli di organizzazione del lavoro stressati, sono messi in crisi da un sovraccarico di attività che si traducono in profitto per le imprese e in una accresciuta esposizione al rischio contagio per chi lavora.La segregazione del lavoro nei comparti delle attività commerciali e nei settori dei servizi, ritenuti anche dal Governo “essenziali” per la società italiana in una congiuntura fra le più complicate a cui l’intero Pianeta abbia dovuto far fronte in epoca recente, la stanno pagando i lavoratori di quei comparti che operano con diligenza e coraggio per non far spegnere del tutto l'ultimo e flebile scampolo di normalità.A questa gente non servono ringraziamenti retorici e di circostanza, ma per loro bisogna riaffermare, qui e subito, le ragioni della civiltà e del rispetto contro il bieco desiderio di profitto.In materia di igiene e sicurezza del lavoro, la Costituzione (artt. 2, 32, 35 e 41) afferma la salvaguardia della persona umana e della sua integrità psico-fisica come principio assoluto e incondizionato, senza ammettere condizionamenti quali quelli derivanti dalla ineluttabilità, dalla fatalità, oppure dalla fattibilità economica e dalla convenienza produttiva circa la scelta e la predisposizione di condizioni ambientali e di lavoro sicure e salubri.Quando in una situazione come quella che stiamo vivendo proprio nei luoghi di lavoro si deroga sistematicamente a quelli che dovrebbero essere principi scolpiti nella coscienza di ciascuno di noi, vuol dire che c’è bisogno di riaffermare con forza una scelta di campo. Tale scelta di campo si sostanzia col diritto ad astenersi da una prestazione lavorativa insicura e che espone la lavoratrice ed il lavoratore al rischio.Per il rispetto profondo che nutriamo nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che vivono queste condizioni indicibili, diffidiamo di reazioni generiche e volte a colpire indistintamente nel mucchio.Siamo, pertanto, a ribadire il sacrosanto diritto in capo a ciascun lavoratore di astenersi dal lavoro laddove si riscontrasse l’assenza delle garanzie di sicurezza e d'igiene, nonché delle specifiche tutele dal rischio agente biologico virale – per tutti i lavoratori e per tutte le persone presenti negli ambienti di lavoro – ai sensi degli articoli 15, 17, 28, 29, 44, 74 e 266-286 del Decreto Legislativo 81/2008.Riteniamo che l’astensione dal lavoro sia legittima e che resti immutato l’obbligo alla retribuzione ed alla contribuzione in tutti i casi in cui:-       non sia stato valutato, in collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, nel documento di valutazione dei rischi presenti nell'ambiente di lavoro,  il rischio da agenti biologici virali mansione per mansione (considerando i fattori trasferte, rischi locali, contatti interpersonali, misure preventive e protettive disponibili ecc.) e/o  di non aver adottato tutte le conseguenti, necessarie ed adeguate misure di prevenzione e protezione, le istruzioni, i dispositivi di protezione individuale;-       di non aver adottato in azienda misure di contenimento del rischio contagio virale, ed in particolare il mantenimento di distanze di sicurezza tra i lavoratori, la sanificazione dei locali e non avere definito esattamente quali mansioni a rischio necessitano dell'utilizzo di mascherine ffp2 o ffp3 o N95, e/o di guanti e/o occhiali e/o gel disinfettante per le mani, e di non aver dato indicazioni sul comportamento igienico durante le trasferte e nei tragitti casa lavoro e viceversa ecc;-       ai dipendenti con sintomatologia da infezione respiratoria con febbre (maggiore di 37,5° C) non sia stato intimato di rimanere presso il proprio domicilio; –       ai soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus non sia stato fatto divieto assoluto di accedere al luogo di lavoro (art. 1 c. 1 lett. b DPCM 8.3.2020). In tutti questi casi, lavoratrici e lavoratori devono proteggere loro, le loro famiglie e la nostra collettività; in questi casi è giusto astenersi dal lavoro con il diritto a mantenere la continuità occupazionale e della retribuzione. Roma, 24 marzo 2020 La Segreteria Nazionale Fisascat Cisl

Conad/Auchan, sottoscritti due protocolli funzionali al piano di ricollocazione e riqualificazione. Dell’Orefice: «Non va disperso ciò che il negoziato ha prodotto per velleitarismi e posizioni strumentali»

Roma, 24 marzo 2020 – Ricorso al piano di uscite esclusivamente su base volontaria ed incentivata, attivazione del ricorso alla Cigs e realizzazione del piano di riqualificazione e/o ricollocazione professionale a carico di Margherita Distribuzione con 5.000 € di bonus per ogni lavoratore interessato alla riduzione di orario in Cigs ed assunto a tempo indeterminato da terzi. Sono i punti salienti del protocollo di intesa siglato dai vertici della direzione aziendale Ex Auchan e dalla Fisascat Cisl a più di 25 giorni dalla richiesta di esame congiunto per la concessione dello strumento di sostegno al reddito per il personale della rete di vendita ed all’approssimarsi della conclusione della fase amministrativa della procedura di licenziamento collettivo avviato per i dipendenti delle sedi da Margherita Distribuzione, dichiaratasi indisponibile a proseguire ulteriormente il negoziato e, in assenza di accordo con i sindacati, ad operare unilateralmente. Nel merito l’intesa contempla l’esclusivo criterio della non opposizione al licenziamento che avverrà su base volontaria e incentivata entro il mese di ottobre 2020 e il ricorso alla Cigs. Con apposito Protocollo Preliminare siglato con i vertici di Ancd Conad, l’Associazione nazionale di dettaglianti si è impegnata formalmente a partecipare alle verifiche sull’andamento sia del piano di uscite volontarie su base incentivata, che del piano di ricollocazione/riqualificazione professionale diretto a favorire la ricollocazione del personale interessato dalla Cigs anche presso le strutture di sede e della rete commerciale Conad oltre che presso primari operatori di mercato. «Come Fisascat Cisl – ha spiegato Vincenzo Dell’Orefice, il segretario nazionale della categoria cislina che ha preso parte agli incontri con la direzione di Margherita Distribuzione in modalità videoconferenza – ci siamo dichiarati indisponibili sia a subire scelte unilaterali dell’azienda che a vanificare i risultati prodotti dalla contrattazione, pertanto abbiamo convenuto sulla proposta di sottoscrivere i due Protocolli, che danno il quadro degli istituti da attivare per far fronte alla fase di crisi in cui versa il perimetro ex Auchan e ci consegnano delle garanzie in più rispetto alla gestione delle ricollocazioni». «Non va tralasciato il fatto che Margherita Distribuzione sarebbe già nella condizione di operare le sospensioni e le riduzioni di orario senza alcuna intesa sindacale e che, invece, con la sottoscrizione del Protocollo preliminare, si è comunque impegnata a trattare la materia della Cigs con il sindacato» ha poi aggiunto il sindacalista. «Quanto sottoscritto con Ancd Conad – ha concluso Dell’Orefice – ci sembra rispondere alle numerose sollecitazioni da noi costantemente formulate volte ad ottenere l’assunzione di una posizione diretta del sistema Conad rispetto al tema delle ricollocazioni del personale di Margherita Distribuzione SpA. Quest’ulteriore avanzamento ci fa sperare nel fatto che si possa non disperdere ciò che il lungo negoziato di questi mesi ha prodotto, che non va assolutissimamente disperso con scelte avventuriste e facendo prevalere le posizioni più strumentali».

Covid-19. Indennità straordinaria agli iscritti dei fondi di assistenza sanitaria integrativa dei settori terziario, turismo, servizi. La copertura attiva per i sinistri dal 1° gennaio al 30 giugno 2020

Roma, 23 marzo 2020– Con decisione unanime delle Parti Sociali (tra cui i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs) in tutti i fondi di assistenza sanitaria integrativa dei settori terziario, turismo e servizi: Aster, Cadiprof, Fondo Est, Cassa Portieri, Cas.sa.colf, Coopersalute, Fasiv, Fast, Fontur, Sanimpresa, Quas (che contano circa 2 milioni di iscritti) è stata inserita, nei piani sanitari, una copertura per Covid-19 attiva per i sinistri dal 1° gennaio al 30 giugno 2020. Ai lavoratori iscritti ai fondi che a seguito dell’effettuazione del tampone sono risultati positivi al virus COVID-19, con certificazione rilasciata dalle Autorità competenti su conferma del Ministero della Salute e/o dell’Istituto Superiore di Sanità, si prevede: · in caso di ricovero presso strutture pubbliche individuate per il trattamento del virus dal Ministero, l’Assicurato avrà diritto a un’indennità di €. 40,00 per ogni notte di ricovero per un periodo non superiore a 50 giorni all’anno. · qualora, secondo le prescrizioni dei sanitari e con attuazione delle disposizioni in esso contenute, si renda necessario un periodo di isolamento domiciliare, a seguito di positività al virus, l’Assicurato avrà diritto a un’indennità di € 40,00 al giorno per ogni giorno di permanenza presso il proprio domicilio per un periodo non superiore a 14 giorni all’anno. La diaria giornaliera per isolamento domiciliare verrà corrisposta anche qualora l’Assicurato non abbia preventivamente subito un ricovero. La garanzia è retroattiva, valida per i sinistri certificati dal 1° gennaio e fino al 30 giugno 2020. Le parti sociali degli enti interessati hanno concordato, per i primi di giugno, di confrontarsi per valutare la situazione e decidere l’eventuale continuazione o valutare altre iniziative.

Covid-19. Cooperative sociali, sindacati e imprese: tutelare i 350mila lavoratori che svolgono un ruolo prezioso in una fase drammatica del Paese

Roma, 23 marzo 2020 – Cooperative e sindacati chiedono che i 350.000 cooperatori sociali che in questo momento "svolgono un lavoro prezioso in una fase drammatica del paese" siano sostenuti dalle strutture pubbliche deputate, in primis la Protezione Civile, affinche' siano agevolmente dotati dei necessari dispositivi di protezione.In uncomunicato stampa unitario, FP CGIL, CISL FP, FISASCAT CISL, UIL FPL, UILTuCS, CONFCOOPERATIVE FEDERSOLIDARIETA', LEGACOOPSOCIALI, AGCI SOLIDARIETA' firmatarie del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore dei servizi sociali, sociosanitari, educativi e di inserimento lavorativo della cooperazione sociale ringraziano tutti i lavoratori e tutte le cooperative sociali impegnati congiuntamente a tutelare l'occupazione nel rispetto del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Sindacati e cooperative sottolineano inoltre che va sostenuta e garantita la continuita' dei servizi e dei redditi valorizzando, anche attraverso una necessaria azione congiunta con il sistema delle autonomie, quanto previsto dal Decreto Cura Italia. "Va, ora, sostenuto e strutturato – affermano – un Piano Nazionale a sostegno dei servizi sociali, sociosanitari ed educativi per il contenimento del coronavirus".