Gioco Legale, domani giornata di mobilitazione nazionale. Presidi in tutta Italia per difesa occupazione e legalità. Le piazze della protesta

Roma, 11 maggio 2021 – Scenderanno in piazza domani, 12 maggio, i lavoratori del gioco pubblico in concessione, comparto che occupa oltre 150.000 addetti della distribuzione specializzata del gioco legale, molti dei quali lavoratori dipendenti nelle sale gioco, sale bingo, case da gioco, tutt’ora in sospensione e in regime di ammortizzatori sociali, dimenticati dalle istituzioni e con una prospettiva incerta sul riavvio delle attività.

La giornata di mobilitazione nazionale #IlLavoroVince, promossa dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e dal coordinamento nazionale unitario delle strutture e dei delegati, si svolgerà con manifestazioni in contemporanea, che si terranno la mattina davanti alla prefettura del capoluogo di Regione o alle sedi dei Consigli-Giunte regionali. Obiettivo, sensibilizzare le istituzioni sul grave problema occupazionale che si profila all’orizzonte a causa del prolungare delle chiusure del settore e delle normative locali che stanno entrando in vigore.

I sindacati sollecitano una uniforme riapertura del settore tenuto anche conto dei protocolli e degli avvisi comuni sottoscritti dalle Parti Sociali che garantiscono la riapertura delle sale gioco in totale sicurezza.

Le tre sigle accendono ancora i riflettori sul sistema occulto di gioco che sta prendendo piede con i luoghi del gioco legale chiusi; ad aggravare la situazione le scelte politiche di alcune Regioni ancor più limitanti che complicano ulteriormente la vita delle imprese e dei lavoratori.

 

Le piazze della mobilitazione del 12 maggio

Bologna - dalle ore 10 alle 12 presidio davanti alla Prefettura piazza Roosevelt

Brindisi - dalle 10 davanti alla Prefettura

Genova - dalle 10 alle 12 presidio sotto la Prefettura in largo Eros Lanfranco 

Milano - dalle ore 9.30 alle ore 12.30 presidio sotto la Prefettura, corso Monforte 31

Palermo – dalle ore 9 alle ore 13 presidio nell’area antistante la Prefettura, in via Cavour 6

Rimini – dalle 9.30 alle 12.30 davanti alla Prefettura, via IV Novembre 

Roma - ore 15, davanti alla Regione Lazio, in Piazza Oderico da Pordenone

Torino - dalle ore 10 presidio davanti alla Prefettura, in piazza Castello

Venezia - dalle ore 10 presidio davanti alla sede della Prefettura, in Campo San Maurizio

Il 13 maggio – Termoli e Campobasso – dalle ore 10 appuntamento in via delle Acacie 21 a Termoli, davanti alla Sala Bingo Admiral; arrivo a Campobasso e presidio davanti alla prefettura di piazza Gabriele Pepe.

 

 

 

 

Sport e lavoro sportivo, riforma ad un binario morto. Sindacati ancora in attesa della convocazione del nuovo sottosegretario Vezzali

Roma, 7 maggio 2021 - Con la proposta di rinvio dell’entrata in vigore della riforma al 2024 si spedisce la Legge sullo Sport e sul Lavoro Sportivo ad un binario morto. L’allarme è delle federazioni di categoria Cgil, Cisl, Uil, Slc, Fisascat, UIcom e Nidil, Felsa e Uiltemp. I sindacati, in una nota unitaria, stigmatizzano la mancata convocazione da parte del nuovo sottosegretario Vezzali e chiedono alle Istituzioni di non perdere un’altra occasione di disciplinare il lavoro sportivo. Il comparto occupa oltre 100mila lavoratori dipendenti e più di 500mila collaboratori sportivi.

“Siamo tutti consapevoli delle conseguenze della pandemia e delle restrizioni, nonché delle difficoltà della fase di ripartenza, con l’auspicio di arrivare a breve alle necessarie riaperture in sicurezza degli impianti e delle attività sportive. Tuttavia le riforme che tanti lavoratori e collaboratori aspettavano da anni vengono cancellate con un rinvio al 2024, in un modo che appare strumentale, approfittando fra l’altro di quel decreto che quei lavoratori dovrebbe supportare” si legge nella nota sindacale unitaria. 

“Il sostegno anche economico che va riconosciuto allo sport, alle associazioni e società dilettantistiche, per la sua funzione sociale, di formazione, aggregazione, benessere e di prevenzione sanitaria – sottolineano i sindacati – non può passare per la negazione di diritti fondamentali in tema di lavoro e welfare”. “Questo – concludono – non è più accettabile, ancor di più per le gravi difficoltà vissute dai lavoratori dello sport in questi mesi di pandemia”. 

Coop Alleanza 3.0, nuovo tassello nel percorso di riorganizzazione avviato dalla cooperativa di consumatori

Siglato un accordo sul piano di incentivazione alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro per 145 fte. 

Roma, 7 maggio 2021 - Raggiunto un altro tassello nel percorso di riorganizzazione avviato da Coop Allenza 3.0, la più grande cooperativa di consumatori d’Europa, con oltre 2,3milioni di soci, più di 400 punti vendita in 11 Regioni d’Italia e circa 22mila dipendenti. I sindacati di categoria Cgil Cisl Uil hanno siglato con la direzione cooperativa un accordo, sul piano di incentivazione alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, nel rispetto delle previsioni normative del Decreto Sostegni, “quale misura di gestione della complessa contrazione delle ore di lavoro necessarie” si legge nell’intesa. L’incentivo all’esodo volontario è quantificato in 40mila euro lordi, al 4 livello, da riproporzionare per gli altri, fino ad un numero massimo di 145 fte. Sono esclusi dal piano di risoluzione consensuale i gruppi guida (direttore, assistente del direttore, capo reparto, assistente capo reparto), farmacisti, ottici, oltre al personale di sede. Fermo restando il numero massimo dei lavoratori dichiarati incentivabili per singola provincia, possono aderire al piano i lavoratori in possesso dei requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2024.

«Con l’accordo sottoscritto in tema di risoluzioni incentivate di rapporti di lavoro – ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice – si è inteso fornire ai lavoratori che volontariamente dovessero decidere di risolvere il proprio rapporto di lavoro una opzione anche legata al requisito pensionistico». «Tuttavia la mappatura dei lavoratori incentivabili – ha sottolineato il sindacalista – evidenzia delle asimmetrie in termini dimensionali». «Detti fenomeni di disallineamento tra i fabbisogni e le disponibilità – ha sottolineato – non si evidenziano solo in alcune aree del Mezzogiorno d’Italia ma anche in un contesto territoriale che da sempre rappresenta il fulcro commerciale della distribuzione cooperativa come è Bologna». «L’intesa – ha concluso – annulla le ricadute sociali negative della riorganizzazione e consente di gestire la rimodulazione oraria degli organici».

Il confronto con la direzione aziendale è aggiornato al 10 maggio. Sul tavolo il Bilancio consuntivo 2020 e la situazione della rete commerciale a gestione diretta presente in Sicilia. 

Turismo, nel 2020 nel mondo persi 62milioni di posti di lavoro. Il G20 vara le Guidelines per la ripartenza, in Italia in arrivo il National Green Pass

Guarini: «Comparto turistico volano per la ripresa economica ed occupazionale. In vista della ripartenza dare priorità ai lavoratori nella campagna vaccinale»

Roma, 5 maggio 2021 – Sessantadue milioni di posti di lavoro persi nel settore dei viaggi e del turismo nel mondo (-18,5%), un calo del 73% a livello globale nel 2020 degli arrivi turistici interazionali e prospettive che restano incerte. Sono i numeri degli effetti della pandemia di Covid-19 sul settore del turismo messi nero su bianco dai ministri del G20 che si sono riuniti per dar vita alle linee guida mondiali per la ripartenza. Sono 7 aree chiave, "che entreranno nella storia come le 'Rome G20 Guidelines: mobilità sicura, gestione delle crisi, resilienza, inclusività, trasformazione verde, transizione digitale, investimenti e infrastrutture.  I ministri del G20 pur riconoscendo "che i governi hanno intrapreso azioni impressionanti fino ad oggi per affrontare gli impatti della crisi sul settore del turismo, sostenere le imprese e le destinazioni turistiche, ridurre al minimo le perdite di posti di lavoro e sostenere la ripresa nel 2021 e oltre" riconoscono "la necessità di ulteriori sforzi".

Per permettere ai turisti di tornare in condizioni di sicurezza l’Unione Europea sta pensando ad un Green Pass operativo all'interno dell'Ue intorno alla seconda metà di giugno. Il attesa della validazione il certificato europeo, il Governo italiano ha introdotto intanto un 'national green pass' per permettere alle persone di muoversi nel Paese dalla seconda metà di maggio per consentire una mobilità in sicurezza e le prenotazioni degli stranieri in Italia.

«Le linee guida del G20 di Roma per il futuro del turismo offrono una strategia chiara per la ripresa del turismo in tutto il mondo e sottolineano il ruolo essenziale che il turismo svolgerà nella ripresa ma affermano anche la necessità di rendere il turismo più inclusivo, sostenibile, che protegga l'ambiente e coinvolga le comunità locali» ha dichiarato il Presidente del Consiglio Draghi nella conferenza stampa a margine del G20 sottolineando che «il settore del turismo è figura prominente nel Pnrr».

«Non possiamo perdere tempo, il turismo è la chiave di volta per una crescita equilibrata» ha dichiarato il ministro Garavaglia. Il ministro ha dettato le priorità per la ripartenza, a cominciare dalla  «ripresa dell'afflusso dei turisti stranieri» che rappresenta «la vera necessità del nostro sistema paese» e per questo si va avanti veloci, come ha chiesto a Thierry Breton il commissario europeo per il mercato interno, «con l'introduzione del certificato verde digitale europeo» e, soprattutto, l'estensione del «lasciapassare europeo ai Paesi terzi che desiderano ripristinare i flussi turistici da e verso l'Europa. Breton ci ha assicurato che il certificato sarà aperto alla adesione dei Paesi terzi». 

Altro focus fondamentale è l'occupazione. A dare una spinta, in questo senso, ha sottolineato Gravaglia, saranno i prossimi decreti che riguarderanno, tra l'altro, anche «le modalità per far ripartire nel modo più semplice e ordinato possibile l'occupazione in un settore che, per definizione, ha bisogno di una certa flessibilità». In particolare, si pensa di estendere la possibilità della decontribuzione per chi riprende in carico personale oggi in cassa integrazione "non solo per un rientro al 100% del personale, ma con un rientro con percentuali diverse".

Dal ministro anche uno spiraglio sul capitolo vaccini per gli operatori del settore. «Una volta vaccinata la popolazione fragile, può essere opportuno fare delle valutazioni nell'ambito delle singole categorie più esposte e più necessarie per tutelare anche le imprese del turismo» ha sottolineato Garavaglia rimarcando però che sarà una scelta da fare «a valle, una volta raggiunti gli obiettivi di vaccinazione di tutta la parte di popolazione fragile». 

«Accogliamo di buon grado le linee guida stilate dal G20 per la ripartenza del turismo mondiale. Bene anche il national green pass disposto dal Governo italiano per permettere alle persone di muoversi in sicurezza nel nostro Paese». Così il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini ha commentato il varo delle guidelines messe nero su bianco dai ministri dei 20 paesi più industrializzati del globo per la ripartenza.

«In vista della imminente riapertura sarebbe opportuno prevedere per le lavoratrici e i lavoratori del turismo, che svolgeranno un ruolo attivo nella ripartenza e nell’accoglienza turistica, l’accesso prioritario al piano vaccinale disposto dal Governo» ha aggiunto il sindacalista commentando positivamente anche le anticipazioni sui prossimi provvedimenti normativi di supporto all’occupazione nel settore, con la possibile estensione della decontribuzione per chi riprende in carico personale oggi in cassa integrazione, non solo per un rientro al 100% del personale, ma con un rientro con percentuali diverse.

«Il turismo – ha dichiarato – se opportunamente sostenuto in questa fase, può rappresentare il volano per la ripresa economica ed occupazionale in Italia ed anche un’opportunità per l’accesso al mercato del lavoro per i giovani e le donne»

«Quando il ministro Garavaglia parla di flessibilità – ha sottolineato Guarini – non bisogna dimenticare la stagionalità, caratteristica strutturale del turismo finora non ben attenzionata, che necessità di politiche ad hoc, che vanno dalla promozione turistica nei diversi periodi dall’anno al sostegno al reddito, con il rafforzamento della struttura degli ammortizzatori universali anche prevedendo uno strumento selettivo che salvaguardi le professionalità esistenti». 

In particolare per Guarini sono necessarie «azioni legislative nazionali e regionali per favorire la destagionalizzazione e l’ampliamento del periodo ricettivo, con la programmazione delle manifestazioni e degli eventi durante tutto l’anno, sostenendo un turismo sociale accessibile nei diversi periodi dell’anno».

Tra le proposte della Fisascat Cisl,  ha sottolineato Guarini, anche la  «costituzione di un Osservatorio nazionale per monitorare il rispetto delle regole e delle norme per la riapertura in sicurezza delle strutture e dal potenziamento delle attività di promozione del turismo italiano nel mondo, prevedendo una maggiore sinergia tra il comparto turistico e l’enogastronomia per stimolare la competitività e la commercializzazione dei prodotti, lo scambio di beni e nuove rotte turistiche nel bacino del mediterraneo». 

«Le risorse del Recovery Plan – ha poi evidenziato il sindacalista – dovranno essere destinate anche alla promozione di iniziative volte allo sviluppo turistico, alla riqualificazione delle infrastrutture ricettive e al potenziamento dei vettori del trasporto aereo a lungo raggio». Senza tralasciare «l’accrescimento della competitività del settore e dei servizi turistici a livello internazionale con l’avvio di percorsi di formazione continua per la riqualificazione degli addetti del settore e la definizione di politiche attive per il settore alberghiero ricettivo e della ristorazione » come pure è necessario »promuovere un canale dedicato all’incontro tra domanda ed offerta di lavoro nel settore anche attraverso il collegamento tra scuola, formazione post-scolastica, master e mondo del lavoro, valorizzando gli strumenti contrattuali finalizzati all’inserimento nel mercato attraverso il sistema della bilateralità di origine contrattuale».

 

Primo Maggio 2021. Cgil Cisl Uil: “L’Italia si cura con il lavoro”

Roma, 29 aprile 2021 - “L’Italia Si Cura con il lavoro”, lo slogan scelto da Cgil Cisl Uil per la Festa dei Lavoratori di quest’anno per ribadire con forza che la ripartenza in sicurezza per il nostro Paese è possibile. Si tratta della seconda edizione che cade nel contesto dell’emergenza pandemica, purtroppo non ancora risolta e che ha prodotto ricadute negative sia sul piano economico che sociale. 

“In una fase difficile della vita del Paese, in cui c'è bisogno di ripartire nel segno dell'unità, della responsabilità e della coesione sociale, Cgil, Cisl, Uil – si legge in una nota unitaria – vogliono ribadire unitariamente il valore della centralità del lavoro, per ricostruire su basi nuove il nostro Paese ed affrontare con equità e solidarietà le gravi conseguenze economiche e sociali della pandemia. Il 2021 continua ad essere colpito dalla emergenza sanitaria che già lo scorso anno ha messo tutti a dura prova. Qualcosa però sta cambiando con la campagna vaccinale che rappresenta anche il simbolo della speranza che ci permetterà di poter uscire da questa calamità. Ripartire in totale sicurezza, consapevoli che il lavoro e il vaccino sono l’unica medicina possibile per poter garantire un futuro migliore”.

Non potendo organizzare le celebrazioni in modalità tradizionale,  Cgil Cisl Uil hanno scelto di celebrare il Primo Maggio organizzando, unitariamente, tre distinti eventi sindacali che si svolgeranno presso alcuni luoghi simbolici del mondo del lavoro del nostro Paese.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sarà all'acciaieria AST di Terni; il segretario generale della CISL, Luigi Sbarra, sarà all'Ospedale dei Castelli in località Fontana di Papa in provincia di Roma; il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sarà davanti alla sede Amazon di Passo Corese, in provincia di Rieti.

"Il tutto – sottolineano i sindacati nella nota unitaria  – si svolgerà nel pieno rispetto delle regole anti Covid e con una presenza limitata di delegate e delegati". 

Per la stessa giornata come è nella tradizione, in accordo con la RAI le tre confederazioni hanno definito all’interno del palinsesto di RAI 3 due appuntamenti:

– a partire dalle 12,15 alle 13,00 una edizione straordinaria del TG3 dedicata alla Festa dei Lavoratori, con l’intervento dei nostri Segretari Generali: Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri;

– dalle 16,35 alle 19 e dalle 20,00 alle 24,00, in diretta l’edizione straordinaria del Concertone del Primo Maggio condotto da Ambra Angiolini e Stefano Fresi. L’evento ospiterà le riflessioni dei Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil, le testimonianze di nove tra lavoratrici, lavoratori (tra cui un delegato della Fisascat Cisl), pensionati e il contributo musicale e performativo di un cast di artisti di altissimo livello.

 

 

Covid-19 e luoghi di lavoro, Inail: l’incidenza della “seconda ondata” è più del doppio della prima. Nas, nei supermercati tracce del virus su pos, carrelli, casse, bilance e scaffali

Guarini: «Attenersi alla scrupolosa osservanza dei Protocolli aziendali, rendere i punti vendita luoghi sicuri per chi vi lavora e per chi vi accede per fare compere».

Roma, 29 aprile 2021 – L’incidenza della “seconda ondata” della pandemia da Covid-19 è più del doppio della prima anche in ambito lavorativo. A segnalarlo il 15esimo Report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail. Secondo il Report i contagi sul lavoro da Covid-19 denunciati all’Inail dall’inizio della pandemia alla data del 31 marzo sono 165.528, pari a circa un quarto del complesso delle denunce di infortunio sul lavoro pervenute dal gennaio 2020 e al 4,6% del totale dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Con 109.487 contagi denunciati, il periodo ottobre 2020-marzo 2021 incide per il 66,1% sul totale delle denunce di infortunio da Covid-19, più del doppio rispetto alle 50.699 del trimestre marzo-maggio 2020 (30,6%).

Dal Report emergono anche i primi effetti della campagna vaccinale disposta dal Governo e che ha coinvolto in via prioritaria il personale sanitario; le denunce di contagio nei comparti sanità e assistenza sociale scendono sotto la soglia del 50% dei casi codificati. Altri settori produttivi – come i trasporti, i servizi di alloggio e ristorazione, il commercio e i servizi di informazione e comunicazione, che nel bimestre febbraio-marzo 2021 raccolgono complessivamente circa il 20% delle denunce – hanno registrato invece un incremento delle infezioni lavoro-correlate.

Tra i settori più colpiti dai decessi, dopo la sanità e l’assistenza sociale – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – l’amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e amministratori regionali, provinciali e comunali), il noleggio e servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare), le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, il trasporto e magazzinaggio, al secondo posto per numero di decessi con il 13,2% del totale, le altre attività di servizi, le attività professionali, scientifiche e tecniche (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale) e il commercio all’ingrosso e al dettaglio.

Dati, questi ultimi, che trovano un riscontro anche dall’esito dei controlli a tappeto effettuati dai Nas, d’intesa con il Ministero della Salute, nei supermercati in tutta Italia per valutare eventuali rischi di contagio e per accertare la corretta esecuzione delle operazioni di sanificazione degli ambienti e delle attrezzature per limitare la diffusione del coronavirus. Dai controlli è emerso che ben nel 18% de casi – sono 981 gli esercizi commerciali individuati tra quelli di maggiore afflusso – sono risultate presenti tracce di Covid-19 sui Pos, sui carrelli, alle casse e su diverse superfici, persino su bilance e scaffali.

Molte delle irregolarità contestate sono riconducibili a carenze igieniche per mancata esecuzione delle operazioni di pulizia e sanificazione dei locali e delle attrezzature ad uso comune, omessa indicazione delle informazioni agli utenti sulle norme di comportamento e sul rispetto del numero massimo di presenze contemporanee all’interno dei locali, mancato rispetto della distanza interpersonale durante gli acquisti e alle casse e malfunzionamento o assenza dei dispenser per la disinfezione delle mani.

«Il clamore suscitato dalle visite ispettive dei Nas in alcuni supermercati conferma la denuncia da sempre fatta dalla Fisascat Cisl rispetto alla necessità di non abbassare la guardia nei settori della distribuzione commerciale di generi alimentari e nei servizi che, sin dalla prima fase emergenziale, sono stati considerati alla stregua dei servizi essenziali» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini sottolineando «l’urgenza di prevedere per il lavoratori del terziario e dei servizi la priorità di accesso al piano vaccinale disposto dal Governo».

«Nel commercio dei generi alimentari in particolare – ha sottolineato – si è vissuta una condizione estrema durante l’intero periodo in cui la pandemia ha dispiegato i suoi effetti sull’intera comunità nazionale ed è indubbio che vi siano dei soggetti imprenditoriali disinvolti, fortunatamente pochi, che non hanno rispettato le misure per il contenimento del contagio».

Il sindacalista ha rilanciato anche sulla necessità di «non abbassare la guardia, procedendo con interventi di controllo e monitoraggio costante, utilizzando gli stessi metri e gli stessi trattamenti anche per altre attività dove vi è un importante afflusso di pubblico e di utenza».

Per Guarini «nella fase di progressiva riapertura inaugurata dal 26 aprile è di fondamentale importanza attenersi alla scrupolosa osservanza dei Protocolli aziendali contro il Covid-19, in molte realtà condivisi anche come organizzazioni sindacali, come è ugualmente importante proseguire nelle attività di controllo, verifica e monitoraggio operate dai Comitati Aziendali laddove costituiti».

«Il fine a cui bisogna tendere, sia da parte dei lavoratori che dei datori di lavoro, soprattutto nell’ambito della grande distribuzione organizzata – ha concluso il sindacalista – è di rendere i punti vendita luoghi più sicuri sia per chi vi lavora sia per chi vi accede per fare compere».

 

Gioco Legale, il 12 maggio giornata di mobilitazione nazionale, presidi in tutta Italia

Oltre 150mila addetti senza prospettive sulla riapertura delle attività del Gioco Pubblico in concessione

Roma, 27 aprile 2021Scenderanno in piazza il 12 maggio i lavoratori del gioco pubblico in concessione, comparto che occupa oltre 150.000 addetti della distribuzione specializzata del gioco legale, molti dei quali lavoratori dipendenti nelle sale gioco, sale bingo, case da gioco, oltre a migliaia di addetti dell’indotto commerciale. La giornata di mobilitazione nazionale, promossa dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e dal coordinamento nazionale unitario delle strutture e dei delegati nella convinzione che i lavoratori debbano avere pari dignità e trattamento dalle Istituzioni rispetto all’intero mondo del lavoro, si svolgerà con manifestazioni in contemporanea, che si terranno dalle 09.30 alle 12.30 presso la Prefettura del capoluogo di Regione o davanti alle sedi del Consiglio/Giunta Regionale nei territori laddove ne sussistano le ragioni politiche (Leggi regionali).

Le norme emanate dal Governo Conte e ora dal Governo Draghi, che stanno definitivamente compromettendo l’occupazione di un intero settore produttivo, sembrano più di tipo etico-morale che sanitario” hanno sottolineato i sindacati in una nota unitaria. “I protocolli, importanti strumenti sanitari e di sicurezza per i lavoratori e per i fruitori di gioco legale, che le parti sindacali a livello nazionale hanno sottoscritto con le controparti, nonché gli avvisi comuni sottoscritti tra le Parti Sociali e inviati al Governo – hanno evidenziato – richiamano l’attenzione della politica e delle Istituzioni sul comparto, che al pari di altri settori, come ad esempio la ristorazione, deve vedere la riapertura in totale sicurezza”.

Con i luoghi di gioco legale chiusi – stigmatizzano – si sta sviluppando un sistema occulto di gioco che è difficilmente rintracciabile e sta spostando l’attenzione dei fruitori fuori dalle sale”. “A questa situazione di drammaticità – concludono – si sommano scelte politiche di alcune Regioni ancor più limitanti che complicano ulteriormente la vita delle imprese e dei lavoratori occupati”.

Le federazioni nazionali saranno presenti ai presidi organizzati nell’ambito delle iniziative programmate a livello territoriale al fine di sensibilizzare le Istituzioni sul grave problema occupazionale che si profila all’orizzonte in assenza di una programmazione sulla riapertura del settore.

 

 

Farmacie, Piano Vaccinale e Contratto Nazionale. Le criticità di un settore strategico per il Paese

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs avviano una campagna di mobilitazione. Dal 26 aprile al 14 maggio le assemblee dei lavoratori

Roma, 26 aprile 2021 – Prosegue il confronto tra le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federfarma sui temi del coinvolgimento delle farmacie e dei collaboratori di farmacia nel piano vaccinale nazionale, della salute e sicurezza e degli aspetti economici e normativi connessi e del rinnovo del Contratto Nazionale di settore ormai scaduto da 8 anni.

“Pur avendo ottenuto una disponibilità alla ripresa del confronto negoziale” affermano in una nota i sindacati “la discussione è stata particolarmente complessa perché sono mancati e restano irrisolti alcuni temi di fondamentale importanza. Basti pensare alla campagna vaccinale che, come già avvenuto in occasione dei tamponi e test sierologici, ha preso avvio senza che sia stata data applicazione al Protocollo per il contrasto e il contenimento della diffusione Covid 19 negli ambienti di lavoro” del 24 aprile 2020, recentemente rinnovato dal Governo con le Parti Sociali. Tutto ciò per la responsabilità di Federfarma che si ostina ad eludere le previsioni del DLg. 81/08 in tema di rappresentanza dei lavoratori per la sicurezza.”

“Peraltro – specificano – ancora non è dato conoscere nemmeno le regole di accesso – volontarietà, coperture normative e assicurative – alla partecipazione al piano vaccinale da parte dei singoli operatori di farmacia.”

La richiesta delle organizzazioni sindacali di corrispondere almeno un importo economico una tantum quale riconoscimento per l’impegno profuso dai lavoratori e dalle lavoratrici da oltre un anno per garantire ai cittadini il servizio, in una condizione di rischio e di grande difficoltà, è stata respinta da Federfarma.

Per queste ragioni, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – pur concordando alcuni incontri con Federfarma per la discussione per il rinnovo del Contratto Nazionale – avvieranno un’importante campagna di mobilitazione che partirà con le assemblee regionali che verranno effettuate a partire dalla fine del mese di aprile fino al 14 maggio.

 

 

“Turismo e ricettività. Quando la crisi si accanisce contro un settore”, il confronto a più voci promosso dalla Fisascat Cisl Veneto

Guarini: «Puntare sulla formazione professionale per accrescere la qualità e la competitività del turismo italiano. Utilizzare le risorse del Recovery Plan per la promozione di iniziative volte allo sviluppo turistico»

Rizzo: «Serve un nuovo patto sociale per la ripartenza: per una buona e regolare occupazione, per la (ri)qualificazione professionale continua dei lavoratori, per un turismo innovato e sostenibile».

Roma, 23 aprile 2021 - “Turismo e ricettività. Quando la crisi si accanisce contro un settore” è il leitmotiv del Convegno promosso dalla Fisascat Cisl Veneto in modalità telematica. Un confronto a più voci proposto dalla federazione cislina sull’impatto della crisi pandemica sul comparto turistico e sull’intera filiera nella Regione che ha registrato un calo del 60% dei flussi turistici e la drastica riduzione delle presenze passati da 71 milioni circa a poco meno di 32milioni e 500mila. Ad illustrare la conta dei danni due ricercatori della Fondazione Corazzin, il Centro Studi della Cisl del Veneto. 

La crisi, stima la Fondazione, si traduce con una perdita dei consumi pari a 3miliardi e 160milioni di euro e con il crollo delle assunzioni nei settori della ristorazione e del settore ricettivo alberghiero.

Tra i relatori del convegno, moderato da Marta Giacometti della Ikon Comunicazione, oltre alla segretaria generale della Fisascat Cisl Veneto Maurizia Rizzo, gli assessori regionali alla Formazione e al Lavoro e dei Progetti Territoriali e Governance del Turismo Elena Donazzin e Stefan Marchioro, e i presidenti delle associazioni imprenditoriali regionali Federalberghi, Federturismo e Assoturismo Massimiliano Schiavon, Antonello Dè Medici e Francesco Mattiazzo. Conclusioni affidate al segretario generale della Fisascat Cisl Nazionale Davide Guarini.

Sono state condivise alcune proposte del sindacato per una piattaforma di impegno comune. «Tra le vulnerabilità del settore oggi emerse con urgenza vi è la sua ciclicità stagionale, tratto distintivo del sistema – ha evidenziato Maurizia Rizzo, segretaria generale regionale di Fisascat Cisl Veneto –: una ciclicità bruscamente interrotta dall’emergenza in termini di produttività per le imprese come di occupazione, per la cui tutela serve pensare a specifiche protezioni e a nuove forme di lavoro. Perché la crisi ha reso ancora più deboli le numerose lavoratrici e i lavoratori che nel settore hanno contratti spesso precari e fragili. È necessario perciò recuperare le sacche di lavoro grigio e nero ancora resistenti: per farlo siamo chiamati a saldare un rinnovato patto contrattuale, perché gli ammortizzatori sociali “tradizionali” hanno dimostrato di essere strumenti spuntati e inefficaci».

Un fronte d’impegno fondamentale se si pensa che ben 110mila delle nuove assunzioni per la stagione turistica estiva 2019 erano state formalizzate con contratti di lavoro a termine (compresi apprendistato, lavoro somministrato e intermittente, collaborazione con partita iva,…), lavoratori che sono per lo più giovani (circa il 75 per cento) e donne (circa 66 per cento), ossia le due categorie più deboli e ora più toccate dalla crisi.

«La pandemia ha reso ancor più evidente come un sistema del turismo imperniato sulla stagionalità non regga in termini globali – ha sottolineato Rizzo –. Urge lavorare per la destagionalizzazione e per una riformulazione della proposta turistica complessiva, promuovendo sinergie con altri settori (a partire dall’agroalimentare, in primis la produzione di prodotti tipici del territorio, fino alla cultura), potenziando il marketing territoriale, rafforzando il turismo sanitario e magari anche quello sociale, con iniziative nuove che possano concorrere all’ampliamento del periodo ricettivo. E serve far crescere, con creatività oltre che con nuove competenze, il cosiddetto “turismo di prossimità” per una ri-scoperta del territorio che chiede una narrazione nuova e diversa di tanta ricchezza culturale e artistica, naturalistica e paesaggistica, oltre che enogastronomica». 

E ancora, restano leve fondamentali per il sindacato la formazione continua per la (ri)qualificazione degli addetti e un dialogo più saldo con il mondo della scuola: «Formazione per l’innovazione digitale, certo, ma anche per promuovere un turismo più sostenibile e saper rispondere a una diversa, e da tempo mutata, domanda di fruizione da parte degli utenti, che chiedono in primis di vivere “un’esperienza”» ha detto sempre Rizzo.

Le ha fatto eco Davide Guarini, segretario generale nazionale di Fisascat Cisl, che ha rilanciato sulla destagionalizzazione e sulla formazione professionale per accrescere la qualità del turismo italiano  e la competitività del settore che vale il 13% del Pil e occupa oltre 4milioni di addetti, «quasi il 60% ha meno di 40 anni, il 37% ha meno di 30 anni e il 55% dell’occupazione è femminile. Questo – ha sottolineato Guarini – per dare l’idea di un settore che in prospettiva può favorire l’occupazione strutturata e stabile  e un lavoro di qualità svolto da personale che abbia le adeguate competenze per l’accoglienza».

Il sindacalista ha poi proposto una serie di altre azioni per rilanciare il comparto turistico nel suo complesso, a cominciare «dalla costituzione di un Osservatorio nazionale per monitorare il rispetto delle regole e delle norme per la riapertura in sicurezza delle strutture e dal potenziamento delle attività di promozione del turismo italiano nel mondo». «Al Governo – ha concluso – abbiamo anche proposto l’utilizzo delle risorse del Recovery Plan per la promozione di iniziative volte allo sviluppo turistico, alla riqualificazione delle infrastrutture ricettive e al potenziamento dei vettori del trasporto aereo a lungo raggio».

 

Douglas Italia, prosegue il confronto sul piano commerciale prospettato dalla catena tedesca di profumerie

Blanca: «La riorganizzazione accompagni i lavoratori verso nuove opportunità, dalla ricollocazione alla certificazione delle competenze»

Roma, 22 aprile 2021 – Prosegue il confronto tra la direzione aziendale di Douglas Italia e i sindacati sul piano commerciale prospettato dalla catena tedesca di profumerie. La richiesta di parte sindacale verte sulla definizione dell’accordo di proroga degli ammortizzatori sociali e sulla possibilità di ricollocazione del personale dei 128 negozi oggetto della riorganizzazione – dove complessivamente sono occupati 457 lavoratrici e lavoratori – considerata la parziale e possibile cessione dei punti vendita ad altri player del mercato. In esame anche il trend di mercato e la performance aziendale, l’analisi dell’età anagrafica del personale e l’opportunità di accesso al Fondo Nuove Competenze. Le parti torneranno ad incontrarsi il 30 aprile e il 14 maggio.

«Stiamo combattendo una battaglia contro il tempo, è necessario attuare una molteplicità di azioni per attutire l’impatto della riorganizzazione Ribadiamo la nostra contrarietà alle chiusure dei 128 punti vendita annunciate a mezzo stampa e confermate nelle scorse settimane» ha dichiarato la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca. Per la sindacalista «è necessario individuare un percorso congiunto per realizzare e concretizzare un piano di riorganizzazione che accompagni i lavoratori verso nuove opportunità, che siano di ricollocazione e riallocazione della posizione lavorativa, di incentivo all’esodo su base volontaria ma anche di professionalizzazione e di certificazione delle competenze dei lavoratori».

«La formazione – ha aggiunto – è per noi sempre un valore aggiunto per i lavoratori e consente anche all’azienda di riposizionarsi sul mercato. Sollecitiamo Douglas ad individuare possibili soggetti che possano garantire una tempistica certa per l’accesso alle risorse del Fondo Nuove Competenze, considerati i tempi di approvazione di Anpal Servizi, e di pianificare l’avvio di un percorso formativo teso a riequilibrare e a certificare le competenze della forza lavoro».

Per Blanca «è necessario anche convergere sulla definizione di accordi condivisi sui percorsi relativi agli spostamenti dei lavoratori e anche per quanto attiene i criteri per la ricollocazione del personale tra da un negozio all’altro nonché definire un sistema condiviso di regole sancite fra le parti sull’incentivo all’esodo che potrà essere opzionato dai lavoratori su base volontaria».