Una vera sanità integrativa

Solo Agenti in Enasarco intende strutturare una vera sanità integrativa a favore degli Agenti, sostituendo e migliorando l’attuale polizza che non è sufficiente a coprire i fabbisogni reali degli Agenti e delle loro famiglie.Solo Agenti in Enasarco ha come obiettivo concreto la promozione di azioni di welfare per migliorare concretamente la vita degli Agenti.Siamo la Categoria più preziosa dell’economia italiana, è giusto che Enasarco combatta per una miglior assistenza sanitaria e si impegni ad attivare convenzioni e partnership con strutture cliniche di eccellenza.

Coronavirus. Amazon Piacenza, Guarini: «Il colosso dell’e-commerce rispetti le misure di contenimento e le previsioni dell’intesa Governo Parti Sociali sulla sicurezza nei luoghi di lavoro»

Roma, 17 marzo 2020 – La Fisascat Cisl esprime piena solidarietà ai lavoratori dello stabilimento Amazon di Castel San Giovanni a Piacenza che rivendicano il rispetto delle misure di prevenzione alla diffusione dell’epidemia Covid-19. «Amazon rispetti l’applicazione delle misure di contenimento del coronavirus e dia seguito anche all’intesa siglata tra Governo e Parti Sociali sul contrasto alla diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro sulla protezione dei lavoratori» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini sottolineando che «è necessario in questa fase di emergenza che tutte le imprese, a maggior ragione il colosso statunitense e le imprese che operano nel settore dell’e-commerce, comparto in crescita esponenziale a fronte della sospensione temporanea delle attività commerciali, assumano un ruolo più responsabile nel contenimento della diffusione del coronavirus, soprattutto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che vi operano esposti al rischio contagio». «Le logiche del profitto – ha concluso il sindacalista – non possono eludere le norme e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini».

Garantire sicurezza in farmacia: Filcams, Fisascat e Uiltucs scrivono al Governo

Roma, 16 marzo 2020 – Con una lettera inviata oggi al Presidente del Consiglio dei Ministri, i segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs chiedono che si intervenga con indicazioni chiare e applicabili in tutta Italia per garantire la sicurezza in farmacia, tanto per gli operatori quanto per i clienti. Molte Regioni hanno già provveduto a regolamentare le aperture anche in deroga alle normative vigenti, consentendo in molti casi la continuità del servizio ma a battenti chiusi, ove non siano garantite le misure di prevenzione del contagio da Coronavirus. Purtroppo, non tutte le Regioni si stanno attivando con eguale solerzia e per questo i sindacati di categoria hanno investito del problema il governo, nella figura del Presidente del Consiglio, inviando la richiesta di intervento anche al Ministro della Salute, al Commissario Straordinario e al capo della Protezione Civile. In attesa di un riscontro dal Governo, le segreterie nazionali hanno invitato i propri responsabili territoriali a inoltrare intanto alle rispettive regioni una comunicazione urgente, che le spinga ad adottare provvedimenti in tal senso. Ad oggi le regioni che si sono attivate con provvedimenti propri sono: Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Umbria. Un intervento urgente si rende necessario per tutelare i tantissimi lavoratori e lavoratrici che in questi giorni fanno fronte a un aumento degli accessi e dei carichi di lavoro, professionisti che consigliano, informano e rassicurano, ma da cui pervengono ancora numerose segnalazioni riguardo alla disomogenea applicazione di guanti e mascherine e precauzioni per la loro salute e sicurezza riguardo al possibile contagio. Già nelle settimane scorse i sindacati avevano chiesto alle associazioni datoriali nazionali Assofarm e Federfarma un’urgente rivalutazione del rischio biologico; molti interventi sono stati fatti in questa settimana anche con il coinvolgimento dei rappresentanti sindacali ove presenti, ma ad oggi permane la preoccupazione per l’inerzia di molte realtà, come viene segnalata dai lavoratori. Al governo i sindacati chiedono un intervento tempestivo, che razionalizzi su tutto il territorio nazionale il regolare svolgimento dei servizi farmaceutici, garantendo allo stesso tempo la sicurezza di operatori e clienti, molti dei quali anziani e per questo particolarmente esposti al rischio contagio. Ove non si riesca a garantire ai lavoratori adeguate misure di protezione, a detta dei sindacati, il servizio deve essere svolto necessariamente o obbligatoriamente a battenti chiusi. Al presidente Conte, al ministro Speranza, e ai commissari Arcuri e Borrelli, i segretari generali di Filcams, Fisascat e Uiltucs segnalano anche il malaugurato caso che se i farmacisti venissero contagiati in numero significativo si potrebbero verificare ben più preoccupanti discontinuità nell’assistenza farmaceutica territoriale, con i lavoratori che potrebbero diventare, in assenza di strumenti di prevenzione nel periodo di incubazione, anche un formidabile veicolo di contagio verso la cittadinanza, proprio in considerazione del numero di accessi dentro le farmacie.

Emergenza Covid-19. Le difficoltà di chi lavora in appalto nel settore pulizie, sanificazione e multiservizi. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti scrivono al Presidente del Consiglio

Roma, 16 marzo 2020 – È molto difficile in questa fase la situazione nella quale si trovano migliaia di lavoratrici e lavoratori degli appalti di pulizie, sanificazione e multiservizi che operano in tante strutture pubbliche e private e, in special modo, nelle strutture ospedaliere e sociosanitarie. Sono lavoratori in prima linea nell’interesse dell’intera collettività, ma senza le dovute precauzione e informazioni. “I Dispositivi di Protezione Individuali sono scarsi e inadeguati” affermano le tre sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti in una nota inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri “una situazione che rischia di avere conseguenze drammatiche nel settore ospedaliero e sanitario, dove la mancanza di mascherine, guanti e camici per gli addetti alle pulizie e alla sanificazione può mettere in pericolo, non solo la sicurezza dei singoli addetti, ma anche gli standard di sicurezza e protezione dal contagio nelle stesse strutture sanitarie.” Le richieste che in questi giorni le organizzazioni sindacali territoriali hanno fatto alle singole imprese titolari degli appalti sia pubblici che privati, in molti casi, non hanno ricevuto risposte positive a causa della difficoltà di reperibilità dei DPI necessari, in particolar modo di mascherine a norma. Così come inascoltate sono rimaste le richieste sindacali di mettere in campo le necessarie azioni per standardizzare i comportamenti di prevenzione (distanziamento, accesso controllato, organizzazione del lavoro e degli orari utili per attuare la rarefazione delle presenze ecc.). “Non è mai accettabile” proseguono i sindacati “una difformità di trattamento tra lavoratori diretti e lavoratori in appalto ed è necessaria un’adeguata informazione e formazione delle lavoratrici e lavoratori degli appalti sulle misure e i protocolli atti ad evitare la diffusione e il contagio da COVID-19, che le imprese devono favorire e le aziende sanitarie prevedere.” Per questo e in considerazione del Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto il 14 marzo scorso che prevede in premessa che “la prosecuzione delle attività produttive può infatti avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione, i segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno chiesto un intervento immediato volto alla vigilanza e al controllo. L’obiettivo è che le committenze e le imprese siano messe nelle condizioni di dotare tutti i lavoratori dei DPI previsti e adottino tutte le iniziative necessarie per mettere in sicurezza i lavoratori degli appalti di servizi di pulizie, sanificazione e multiservizi, anche attraverso trattamenti omogenei tra dipendenti diretti e indiretti.

Più trasparenza in Enasarco con Solo Agenti

Il nostro impegno a sostenere l’economia italiana merita di esser premiato con un anticipo sugli anni della pensione. Solo Agenti in Enasarco vuole costruire un Enasarco chiaro, semplice, trasparente, che possa giocare un ruolo di concreta assistenza in favore di noi Agenti e Consulenti. Gli Agenti non devono essere costretti a informarsi, è l’Enasarco che deve impegnarsi a informare noi professionisti della Categoria, avvertirci di eventuali anomalie sull’accredito dei contributi, dirci quando è il momento di andare in pensione, spiegarci di quante e quali prestazioni abbiamo diritto.

Emergenza Coronavirus. Costituito l’osservatorio per gli oltre 250mila agenti e rappresentanti di commercio

Ceotto: «In calo ordinativi e volumi di vendita, sostegno ad una categoria fortemente provata dalla crisi sanitaria ed economica»Roma, 16 marzo 2020- La drammaticità della situazione e le misure urgenti impiegate per contenere la diffusione dell’epidemia COVID-19, coinvolgono anche i 250 mila Agenti, Rappresentanti di commercio e Consulenti, intermediatori di circa il 70% del Pil nazionale, alle prese con in drastico calo degli ordinativi e dei volumi di vendita. La gravissima crisi impone di affrontare nuove condizioni di vita e di lavoro, oltre a valutare tutte le iniziative immediate a salvaguardia della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, anche di quelli come gli Agenti e Consulenti che svolgono il loro lavoro "on the road", in giro per tutto il Paese. Pur restando la salute la priorità, le preoccupazioni per le pesantissime ricadute della pandemia sono costantemente monitorate dalla Fisascat Cisl che assieme agli altri rappresentanti la coalizione delle liste “Solo Agenti in Enasarco”, “Consulenti finanziari uniti in Enasarco” e “Prima gli agenti in attività finanziaria” è in lizza nelle prossime elezioni dei componenti l’Assemblea e il CdA della Fondazione Enasarco, ha istituito uno specifico osservatorio dedicato alla registrazione degli effetti del Coronavirus sulla categoria degli Agenti e dei Rappresentanti di Commercio di cui al link http://osservatorioagentidicommercio.it/. «L’emergenza sanitaria è diventata in poche settimane una emergenza economica per tutto il mondo produttivo e anche per gli agenti di commercio e i Consulenti finanziari. Con la sospensione delle attività economiche si arresta anche l’attività di questa importante categoria di lavoratori che movimenta oltre il 70% del Pil del nostro Paese» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto. «L’Osservatorio è finalizzato a meglio comprendere l’impatto dell’emergenza e della crisi e per sostenere una categoria messa a dura prova da questa crisi sanitaria ed economica» ha aggiunto il sindacalista . «Tutte le organizzazioni di rappresentanza – ha aggiunto il segretario generale della categoria cislina Davide Guarini – in questo momento sono mobilitate verso il sostegno dei lavoratori e delle imprese e la Fisascat Cisl è in prima linea per sostenere gli agentidi commercio e i Consulenti finanziari e le loro famiglie in questa fase complessa per l'economia italiana». «Stringiamo i denti. Invitiamo tutti alla responsabilità e al buon senso, al rispetto delle norme igienico-sanitarie e raccomandiamo di non correre rischi – ha aggiunto Dario Zanatta, responsabile del settore Agenti di Commercio di Fisascat Cisl Veneto e Friuli V.G. e membro dell’Assemblea dei delegati dell’Enasarco – Ma al contempo sollecitiamo da giorni e con forza l’intervento tempestivo del Governo. Gli Agenti si trovano ad affrontare una situazione inedita, dove in molti chiedono risposte e soluzioni rapide in un contesto complicato che investe tutta l’economia nazionale». Come molti altri liberi professionisti, gli Agenti di Commercio sono una delle Categorie che attende in questi giorni i provvedimenti che l’Esecutivo dovrebbe adottare a sostegno anche ed in particolare dei lavoratori con partita Iva. «Ribadiamo la necessità di sospendere imposte e contributi – ha sottolineato Zanatta -Se gli agenti di Commercio in questo momento non hanno entrate, almeno cerchiamo di ridurre le uscite. Ci aspettiamo una presenza dello Stato anche a fine emergenza, quando le cose si saranno sistemate, con interventi rapidi e mirati al rilancio dell’economia italiana». Chi può si è organizzato per lavorare in regime di "smart working", cioè da casa, supportato dalle associazioni di Categoria, utilizzando tutte le moderne tecnologie disponibili. «Chi vende prodotti stagionali, come abbigliamento e calzature – ha concluso Zanatta – ben sa che proprio in questo periodo si raccolgono gli ordini per la prossima stagione e che è impossibile effettuare un ordine senza la presenza fisica di un campionario e dei consigli dell’Agente stesso».

Commercio ed emergenza Coronavirus: razionalizzare gli orari di apertura dei punti vendita. I sindacati di settore richiedono un intervento urgente del Governo

Roma, 15 marzo 2020 – In vista dell’emanazione di un nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno nuovamente richiesto un intervento urgente per il settore del commercio. La nota del 13 marzo scorso in cui veniva chiesta la razionalizzazione dell’orario di apertura dei punti vendita di generi alimentari e non di tutte le dimensioni. è rimasta inascoltata. “Riteniamo non più procrastinabile un intervento governativo per decretare la chiusura obbligatoria domenicale e al contempo contenere l’apertura dal lunedì al sabato all’interno di un nastro orario di massimo 12 ore giornaliere” ribadiscono nella nota i sindacati, “e crediamo che tale contenimento orario vada adottato anche per le attività dei servizi di ristorazione.” Un provvedimento indispensabile per garantire una migliore gestione dei turni e dei carichi di lavoro, i tempi per il rifornimento e gli approvvigionamenti dei punti vendita stessi, il giusto riposo per tutti gli addetti e un tempo utile anche per procedere ad una accurata sanificazione degli ambienti di lavoro difficile da garantire con le attuali aperture. Una rimodulazione che può, ugualmente, offrire il servizio di approvvigionamento ai cittadini.

Coronavirus. Basi Usa, Blanca: «Urgente procedere alla sanificazione delle installazioni militari americane in Italia, in migliaia esposti al rischio contagio»

Roma, 15 marzo 2020 – «In vista di possibili picchi di contagio da Covid-19 è urgente intensificare le misure di contrasto al diffondersi dell'epidemia ed intervenire con operazioni di pulimento e sanificazione programmata nelle cinque basi Usa in Italia Jcpc di Sigonella, Vicenza, Aviano, Camp Darby e Napoli Capodichino, dove complessivamente operano più di 4mila civili italiani, oltre alle migliaia di militari statunitensi e delle loro famiglie, ai lavoratori al dettaglio ed alla ristorazione per cui sono autorizzate le aperture e ai lavoratori degli appalti di pulizia e vigilanza, tutti esposti al rischio salute». E’ l’appello della segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca alla notizia di misure di quarantena disposte negli spazi delle strutture militari statunitensi in Italia. La sindacalista sottolinea «il ruolo fondamentale rivestito dai coordinatori e dai rappresentanti sindacali della sicurezza nella verifica del rispetto delle norme igienico-sanitarie indicate dall’Iss, dalla prossimità tra una persona e l’altra, all’utilizzo dei dispositivi di sicurezza». «Oggettive difficoltà – evidenzia la sindacalista – si sono riscontrate in ordine al diverso approccio delle Istituzioni dei due Paesi che insieme collaborano nelle installazioni militari, Usa e Italia, nella gestione della pandemia che solo in queste ore sembrerebbe essere ricondotta al contenimento della diffusione del contagio anche con l’attivazione del lavoro agile». «Monitoreremo con attenzione sulle operazioni di pulimento e sanificazione nella fase di implementazione del servizio avviate dalla direzione Jcpc» ha chiosato la sindacalista sottolineando che «non è certamente facile, mettere in atto azioni atte al contenimento del contagio in tempi rapidi e uniformi a fronte delle numerose evoluzioni normative intervenute e a maggior ragione non lo è all’interno delle Basi Usa, ove insistono lavoratori italiani, americani e spesso anche le famiglie di quest’ultimi». «Si tratta di governare congiuntamente, sinergicamente e in modo costruttivo intere città, dove la percezione del rischio non è solo soggettiva – ha aggiunto – poiché su questa interviene anche la percezione dello stato di appartenenza e provenienza, cambiando le abitudini dei singoli, dei gruppi, riconoscendo che i confini delle Basi non riescono a porre limiti alla pandemia». «Importantissimo il ruolo esercitato responsabilmente dai vertici militari e dai rappresentanti della sicurezza sul lavoro e dal coordinamento Fisascat e Uiltucs che, mettendo al centro la persona, la salute e la sicurezza, mediante il dialogo, i sopralluoghi e il monitoraggio hanno posto in campo di ora in ora misure idonee al recepimento della normativa italiana. Un processo che è ancora in evoluzione e che continuerà a vedere impegnato ciascuno per il proprio ruolo nell’interesse della collettività» ha evidenziato. «Nelle prossime ore, il linea con il protocollo d’intesa sulla sicurezza sul lavoro siglato ieri dal Governo e Cgil, Cisl, Uil – ha concluso – chiederemo alla commissione americana Jcpc di predisporre la misurazione della temperatura anche all’interno delle Basi».

Emergenza COVID-19. Firmato il protocollo sicurezza nel lavoro

Roma, 14 marzo 2020 – Dopo 18 ore di confronto è stato sottoscritto il "protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro"."È un protocollo molto chiaro e dettagliato che ora va attuato in tutte le aziende ed in tutti i luoghi di lavoro – sottolinea la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan – Definisce con chiarezza tutto quello che le imprese sono obbligate a fare, coinvolgendo i rappresentanti sindacali, per contenere la diffusione del virus e tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori in questa fase di grave emergenza sanitaria, anche utilizzando un periodo di sospensione della produzione e delle attività". "Si potranno usare gli ammortizzatori sociali, il lavoro agile, una diversa organizzazione aziendale, una nuova gestione degli orari e gli altri strumenti concordati, sino a quando gli interventi di messa in sicurezza del luogo di lavoro non saranno ultimati. E’ stata una lunga notte di discussione, ma alla fine è prevalso un senso di comune responsabilità e di positiva unità che ci porterà ad adottare tutte quelle soluzioni straordinarie ed urgenti che potranno favorire il contrasto nei luoghi di lavoro alla diffusione del virus in ragione delle specificità di ogni singola realtà produttiva e delle situazioni territoriali. La nostra priorità rimane quella di tutelare la salute ed il reddito di tutti i lavoratori italiani”"È un risultato molto importante  in una fase che impone a tutti massima responsabilità nel garantire, prima di ogni altra cosa, la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici" – sottolineano Cgil, Cisl, Uil in una nota congiunta. ribadendo che la salute di chi lavora è per le tre confederazioni "un’assoluta priorità che deve precedere qualunque altra considerazione economica o produttiva. L’accordo che questa mattina abbiamo sottoscritto – spiegano – consentirà alle imprese di tutti i settori, attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali e la riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro. Nell’accordo è stato previsto il coinvolgimento dei lavoratori e delle loro rappresentanze a livello aziendale o territoriale per garantire una piena ed effettiva tutela della loro salute. Per questo è importante che in tutti i luoghi di lavoro si chieda una piena effettività dell’intesa che è stata raggiunta. Sappiamo che il momento è difficile e sappiamo che i lavoratori e le lavoratrici italiane sapranno agire e contribuire, con la responsabilità che hanno sempre saputo dimostrare, nell’adeguare l’organizzazione aziendale e i ritmi produttivi per garantire la massima sicurezza possibile e la continuazione produttiva essenziale per non fermare il Paese. Importante è la sottoscrizione del testo da parte del Governo che, per quanto di sua competenza, favorirà la piena attuazione del protocollo" concludono.

Emergenza Coronavirus. Negozi alimentari e al dettaglio, i sindacati scrivono al Presidente del Consiglio Conte: lavoratori del commercio sottoposti a turni massacranti, limitare aperture attività a 12 ore con chiusura domenicale

Roma, 13 marzo 2020 – Prevedere un’ulteriore razionalizzazione degli orari di apertura dei negozi alimentari e commerciali, con 12 ore massime di apertura al giorno e la chiusura domenicale. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, in una lettera congiunta trasmessa al Presidente del Consiglio Conte, esortano il Governo ad aumentare ulteriormente le misure previste dall’ultimo DPCM. “Le lavoratrici ed i lavoratori del commercio – scrivono nella nota unitaria – sono chiamati in questa fase di emergenza ad uno sforzo suppletivo per assicurare le aperture con turni di lavoro massacranti che mettono a dura prova anche le stesse imprese che hanno il dovere di assicurare l’incolumità dei propri collaboratori, notevolmente esposti al rischio contagio con i flussi di clientela che si susseguono”. Per i sindacati “Identici correttivi devono essere adottati anche per le attività dei servizi di ristorazione sempre previsti nell'art 1 c. 2 del DPCM dell’11 marzo”. “Anche nella fase di emergenza come nella normale congiuntura – sottolineano – è necessario dotare il comparto della distribuzione commerciale e le attività di servizi di un giusto equilibrio tra fornitura di servizi di vendita e tempi di vita-lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori, garantendo loro il recupero delle ore di riposo e la conciliazione con la vita sociale e personale”.