Roma, 26 febbraio 2020 – È stato ancora interlocutorio l’incontro di ieri – 25 febbraio – al Ministero del Lavoro sulla vertenza dei 16mila Ex Lsu e Appalti storici coinvolti dalle procedure di licenziamento collettivo in attesa dell’avvio del processo di internalizzazione del servizio di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole italiane previsto dal 1° marzo 2020. Il processo di internalizzazione allo stato attuale escluderà 4mila addetti – in carenza dei requisiti previsti dalla procedura selettiva per titoli previsti dal Decreto Ministeriale – mentre per altri 4.500 si prospetta l’assunzione a contratto part-time, con il dimezzamento dell’orario di lavoro e delle retribuzioni. Sul tavolo, si legge nel verbale siglato al ministero dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, dai rappresentanti delle imprese e del dicastero, “l’avvio di un confronto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la definizione di un percorso che garantisca la tutela occupazionale e reddituale di tutti i lavoratori interessati dalle procedure di licenziamento collettivo”. Sullo sfondo la grave situazione dei quasi 4mila addetti del Consorzio Manital del Lotto 6 in Campania senza retribuzione dal mese di settembre dello scorso anno. A più riprese, nel corso degli ultimi mesi, i sindacati hanno sollecitato la definizione di “una soluzione complessiva che consenta di realizzare la continuità occupazionale e di reddito a tutte le lavoratrici e i lavoratori oggi occupati negli appalti dei servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole italiane, a cominciare dall’ampliamento della platea dei lavoratori coinvolti (abbassando da 10 a 5 anni il requisito di anzianità lavorativa), dal coinvolgimento delle Regioni, delle pubbliche amministrazioni e delle imprese per ricollocare i lavoratori che non hanno i requisiti, dall’attivazione di meccanismi di accompagnamento alla pensione, con l’urgente necessità di definire, tramite un Decreto ad hoc o veicolo normativo coerente, un ammortizzatore sociale dedicato per gestire le varie fasi dell’internalizzazione e utile per l’individuazione degli strumenti sopra elencati per evitare che i lavoratori si ritrovino fuori dal mercato del lavoro”. Le tre sigle richiamano il Governo ad una ferma assunzione di responsabilità per affrontare complessivamente la vertenza degli appalti scuole, nonchè sulle modalità, sulle dinamiche e sui tempi delle fasi del processo di internalizzazione del servizio e dei lavoratori Ex Lsu e Appalti storici negli organici delle scuole sotto l’egida del Ministero dell’Istruzione. Filcams, Fisascat e Uiltrasporti sottolineano, per l’ennesima volta, come non sia accettabile che un percorso che vede la stabilizzazione di tante lavoratrici e lavoratori abbia come epilogo il licenziamento e il peggioramento delle condizioni economiche di migliaia e migliaia di lavoratori, tra l’altro, per la maggioranza donne, con una forte presenza di famiglie monoreddito, in larga parte collocati nelle regioni del centro e soprattutto del sud Italia già fortemente disagiate, in cui ad oggi le possibilità di ricollocazione sarebbero pressoché nulle con un serio problema sociale imminente. Le tre sigle rimarcano come il nuovo incontro programmato per domani, 27 febbraio 2020 debba vedere la Presidenza del Consiglio e i Ministeri coinvolti, presenti e impegnati a trovare risorse e soluzioni per evitare quelli che rischiano di essere licenziamenti di stato.
Conad/Auchan, prosegue la fase amministrativa sui licenziamenti del personale di sede ridotto a 798 unità. Dell’Orefice: «L’incentivo all’esodo volontario risponda al gradimento dei lavoratori, sia ben delineato anche il ricorso alle politiche attive»
Roma, 25 febbraio 2020 – E’ proseguita a Bologna la fase amministrativa sulla procedura di licenziamento collettivo avviata da Margherita Distribuzione S.p.A. per l’intero organico – ridotto a 798 unità -delle strutture operative ed organizzative della sede centrale di Rozzano e delle sedi periferiche di Ancona, Roncadelle, Vicenza, Offagna, Roma e Catania. La proposta aziendale illustrata ai sindacati prevede un percorso articolato a cominciare dalla sottoscrizione di un verbale di accordo per la definizione della procedura di licenziamento collettivo (con il criterio della risoluzione non oppositiva ed incentivata del rapporto di lavoro), fino alla definizione di un ulteriore verbale di intesa dedicato esclusivamente agli aspetti di natura economica ed alle modalità e condizioni di riconoscimento dell’incentivo all’esodo, oltre ad un terzo testo finalizzato ad individuare gli altri temi del negoziato, dal ricorso alla Cigs per sedi e rete commerciale fino alla ricollocazione ed alla riqualificazione dei lavoratori. L’ammontare dell’incentivo all’esodo proposto da Margherita Distribuzione S.p.A. è pari a 12 mensilità lorde per chi manifesterà la volontà di fuoriuscire entro il 30 aprile 2020, comprensive dei ratei di 13^ e 14^ mensilità, importo che andrà a decrescere fino a 1.500 euro a seconda del periodo di fuoriuscita fino il 30 novembre 2020. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice che ha preso parte al negoziato «l’incontro ha rappresentato uno snodo significato sulla complessa vertenza, Margherita Distribuzione ha finalmente ha elaborato delle proposte concrete». Per il sindacalista «tuttavia si registra una sostanziale indisponibilità aziendale a dare vita ad una serie di misure volte non solo a facilitare ed agevolare l’esodo volontario, con incentivazioni che possano riscontrare effettivamente il gradimento dei lavoratori convolti ma si fa fatica a condurre gli interlocutori di parte aziendale anche ad addivenire ad una composita modalità di ricollocazione e di politiche attive da formalizzare nell’intesa». «Già in occasione del prossimo incontro per la Fisascat Cisl – ha sottolineato Dell’Orefice – sarà necessario approfondire i temi connessi alle politiche attive ed alla dote sulla ricollocazione rispetto ai quali l’azienda sinora si è genericamente dichiarata disponibile a trattare». «Il tempo stringe – ha poi stigmatizzato il sindacalista – 10 mesi di ricorso ad un ammortizzatore conservativo sono un periodo di tempo limitato per dare corpo e nervo ad un sistema di ricollocazione fuori e dentro il perimetro rappresentato da Conad, pertanto non ci si può fare illusioni. E’ necessario che questa che è la parte qualificante ed importante di un accordo, ovverosia quella che guarda ad istituti contrattuali innovativi in termini di politiche attive, sia ben delineata e soprattutto sostenuta con risorse congrue». Resta infine il tema dell’incentivazione all’esodo. «Siccome con ogni probabilità le regole che varranno per la fuoriuscita da Margherita Distribuzione degli impiegati addetti alle funzioni centrali di sede costituiranno un precedente dal quale non si potrà prescindere nella fase successiva, che riguarderà gli interventi finalizzati a riportare ad un livello di equilibrio la rete commerciale ed accompagnarne l’integrazione sia presso la rete Conad o presso terzi eventualmente interessati – ha sottolineato il sindacalista – si rende necessario pattuire una forma di incentivazione economica che serva effettivamente a dotare quanti dovessero volontariamente decidere di aderire alle risoluzioni non oppositive del rapporto di lavoro una riserva economica utile a riprogettare piani professionali e di vita fuori da Margherita Distribuzione». «In tal senso – ha chiosato – riteniamo che le 12 mensilità comprensive dei soli ratei di dodicesima e tredicesima mensilità non rappresentino una incentivazione economica proporzionata allo scopo che tale misura nell’intenzione dell’impresa dovrebbe avere». «L’incentivo all’esodo – ha concluso il sindacalista – deve rispondere a criteri di alto gradimento dei lavoratori ed essere, per una impresa che si dibatte nella non facile situazione di dover rispondere ad un problema di sovrastruttura di non di poco conto, un investimento vero».
Coronavirus, nel turismo stimata una contrazione dell’incoming per 4,5 miliardi di euro. I sindacati di categoria Cgil Cisl Uil siglano con Confindustria un avviso comune per fronteggiare l’impatto sull’occupazione
Guarini: «Sostenere un comparto strategico dell’economia italiana».Roma, 23 febbraio 2020 – La Fisascat condivide l’appello delle confederazioni Cgil Cisl Uil al tavolo con le Parti Sociali al ministero del Lavoro per definire e condividere il piano di gestione dell’emergenza sul Coronavirus e sui possibili effetti sull’occupazione in Italia. La categoria della Cisl ha siglato insieme alle federazioni sindacali di Cgil e Uil ed alle associazioni di Confindustria Federturturismo e Aica – tutte firmatarie del contratto nazionale dell’industria turistica – un avviso comune finalizzato al monitoraggio in ordine agli impatti sul settore turistico italiano, con una contrazione dell’incoming stimata per 4,5 miliardi di euro secondo una recente ricerca dell’istituto Demoskopika, dove già si registra un tasso di cancellazione più che raddoppiato rispetto l’analogo periodo dello scorso anno e si prospetta un importante blocco della domanda di viaggi in generale per tutte le destinazioni del mondo. Le parti “chiedono al Governo – si legge dell’Avviso Comune – la convocazione di un tavolo o di un incontro congiunto per condividere i problemi del settore ed individuare misure specifiche ed urgenti a sostegno delle imprese e dei lavoratori, atte a fronteggiare la situazione“. «La presumibile contrazione della domanda turistica in Italia impone l’adozione di misure condivise volte a tutelare l’occupazione, anche prevedendo ammortizzatori sociali dedicati» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini sottolineando che «il turismo in Italia occupa complessivamente circa 2milioni di addetti, oltre il 14% dell’occupazione totale, di cui una buona parte stagionali e rappresenta il 13% del Pil». Per il sindacalista «occorrono misure adeguate volte a fronteggiare i possibili scenari e gli effetti sull’occupazione e a sostenere un comparto strategico dell’economia italiana».
Appalti pulizie scuole, la vertenza dimenticata con 4mila addetti esclusi dalla internalizzazione dei servizi dal 1° marzo 2020 e 4.500 con orario e salario dimezzato. Fronte sindacale compatto: si individui una soluzione al dramma sociale
Roma, 21 febbraio 2020 – Si individui con urgenza una soluzione che consenta di realizzare la continuità occupazionale e di reddito a tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti dalla internalizzazione dei servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole italiane a cominciare dall’ampliamento della platea dei lavoratori coinvolti (abbassando da 10 a 5 anni il requisito di anzianità lavorativa), dal coinvolgimento delle Regioni, delle pubbliche amministrazioni e delle imprese per ricollocare i lavoratori che non hanno i requisiti ma anche attraverso meccanismi di accompagnamento alla pensione e la definizione, tramite un Decreto ad hoc, di un ammortizzatore sociale dedicato per gestire le varie fasi dell’internalizzazione destinato a chi sarà escluso dalla stabilizzazione e rischia di trovarsi comunque fuori dal mercato del lavoro.Sono queste le proposte dei sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, rilanciate a meno di dieci giorni dall’avvio del processo di internalizzazione atteso dal 1° marzo 2020, da portare al tavolo interministeriale presieduto autorevolmente dal Presidente del Consiglio Conte, da convocare con urgenza per affrontare complessivamente la vertenza degli appalti scuole nonchè sulle modalità, sulle dinamiche e sui tempi delle fasi del processo di internalizzazione del servizio e dei lavoratori Ex Lsu e Appalti storici negli organici delle scuole sotto l’egida del Ministero dell’Istruzione.Le tre sigle richiamano il Governo ad una ferma assunzione di responsabilità che allo stato dei fatti risulta non più rinviabile. La richiesta segue i solleciti trasmessi nelle scorse settimane dai sindacati, prima al Miur poi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla convocazione del tavolo previsto dalle intese governative. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti accendono nuovamente i riflettori su una vertenza complessa che rischia di trasformarsi in un vero dramma sociale con 4mila lavoratori attualmente occupati che saranno esclusi dal processo di internalizzazione – in carenza dei requisiti previsti dalla procedura selettiva per titoli contenuta nel decreto Ministeriale 1074 del 20 novembre 2019 – mentre per altri 4.500 addetti si prospetta l’assunzione a Part Time, con il dimezzamento dell’orario di lavoro e delle retribuzioni.Le tre sigle ricordano, semmai ce ne fosse bisogno, che la quasi totalità dei lavoratori coinvolti sono donne, spesso lavoratori in famiglie monoreddito e collocati in larga parte nelle aree del centro e soprattutto del sud Italia già fortemente disagiate, in cui ad oggi le possibilità di ricollocazione sarebbero pressoché nulle con un serio problema sociale domani. ~
Contratti Tds – Dmo – Distribuzione cooperativa. Prosegue il confronto interno alla Fisascat Cisl sulla stagione dei rinnovi contrattuali nella distribuzione commerciale
Guarini: «Auspichiamo la definizione di una piattaforma unitaria capace di rappresentare un saldo elemento unificatore». Roma, 20 febbraio 2020 – Prosegue il confronto tutto interno alla Fisascat Cisl sulla prossima stagione dei rinnovi contrattuali nei settori del terziario distribuzione e servizi, della moderna distribuzione organizzata e della distribuzione cooperativa. La categoria cislina proporrà al confronto unitario con le federazioni sindacali Filcams Cgil e Uiltucs di approfondire tre macro temi riguardanti: il potenziamento della formazione professionale in un’ottica di valorizzazione delle potenzialità occupazionali dei lavoratori e delle lavoratrici; la creazione di un nucleo di tutele per determinati stati di bisogno soggettivo; la difesa del potere di acquisto delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori del macro comparto della distribuzione commerciale per il quale dovrà provvedersi da aprile ad avviare il confronto negoziale. «La Fisascat Cisl – ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini – sta sviluppando un dibattito molto partecipato per isolare quelle che sono le priorità da portare al confronto congiunto». «Auspichiamo si possa giungere alla definizione di una piattaforma unitaria che sia capace di rappresentare, nella variegata articolazione contrattuale che interessa il settore del terziario e della distribuzione commerciale, un saldo elemento unificatore affinché i quattro diversi contratti nazionali di lavoro condividano regole e trattamenti comuni costituenti un riferimento inscalfibile ed inderogabile per lavoratrici e lavoratori che fanno lo stesso mestiere».
Iper Montebello terziarizza i reparti tecnologici a Unieuro. Garanzie occupazionali per i 199 dipendenti coinvolti
Dell’Orefice: «L’introduzione di clausole sociali consentirà di non disperdere il patrimonio professionale dei lavoratori» Roma, 20 febbraio 2020 – Si è svolto il previsto incontro informativo annuale tra i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs e la direzione di Iper Montebello, società del Gruppo Finiper presente sul mercato con 21 ipermercati e un superstore ed oltre 6mila dipendenti.La direzione societaria ha comunicato ai sindacati l’intenzione di valorizzare l’asset tecnologico per il tramite dell’affido di reparto ad Unieuro, operatore specializzato nella vendita di elettronica di consumo con il quale una società controllata dal Gruppo Finiper, Universo S.R.L., ha intrattenuto nel recente passato rapporti di partnership commerciale.Le parti hanno siglato un verbale che prevede la salvaguardia dell’intera platea di dipendenti coinvolti dall’operazione, complessivamente 199 lavoratori in 19 punti vendita di cui 129 transiteranno alle dipendenze di Unieuro mentre 70 lavoratori saranno reimpiegati nelle attività core business di Iper Montebello spa nel commercio al dettaglio di prodotti alimentari.Soddisfazione in casa Fisascat Cisl. «L’intesa raggiunta – ha dichiarato il segretario nazionale della categoria cislina Vincenzo Dell’Orefice – consente alle organizzazioni sindacali di introdurre delle clausole sociali volte a non disperdere il patrimonio professionale dei lavoratori in una fase di radicale trasformazione sia della offerta commerciale che della stessa organizzazione di impresa che il Gruppo Finiper ha deciso di darsi».
Auchan/Conad, Margherita Distribuzione presenta ai sindacati il piano di gestione dell’esubero del personale di sede. Si prospetta la Cigs per i dipendenti di 113 negozi della rete vendita
Dell’Orefice: «Non ci rassegniamo a credere che non sia un obiettivo alla portata del primo operatore della gdo in Italia garantire la continuità occupazionale».Roma, 14 febbraio 2020 – Sono complessivamente 9.671 i lavoratori di Margherita Distribuzione (ex Auchan) per i quali è aperto il confronto in sede sindacale tra la direzione societaria e le federazioni di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Mentre per 8.873 lavoratori di 113 negozi della rete vendita si prospetta il ricorso alla Cigs – con la espressa richiesta di parte aziendale di avvio del confronto al ministero del Lavoro finalizzato alla concessione dello strumento di sostegno al reddito conservativo fino al 31 dicembre 2020 – nella misura media massima del 60% dell’organico impiegato (salvo le figure non fungibili), prosegue la fase amministrativa sulla procedura di licenziamento collettivo avviata da Margherita Distribuzione S.p.A. per il personale delle strutture operative ed organizzative della sede centrale di Rozzano e delle sedi periferiche di Ancona, Roncadelle, Vicenza, Offagna, Roma e Catania.Margherita Distribuzione ha proposto ai sindacati di sviluppare un confronto su un pacchetto articolato di interventi utili a gestire l’esubero, nel frattempo ridotto a 798 unità, dislocato presso le direzioni franchising, logistica, presidio regioni, amministrazione del personale, ufficio efficacia, finanza e patrimonio, innovazione marketing, performance, staff presidenza, prodotti, risorse umane e progetti speciali. La proposta societaria contempla un piano di riqualificazione e ricollocazione, un piano di mobilità su base volontaria ed incentivata (da 17mila a 37 mila euro), oltre a strumenti di sostegno al reddito e all’occupazione, un piano di pensionamento e prepensionamento, percorsi di outplacement, percorsi correlati all’attivazione di politiche attive per il lavoro e percorsi di imprenditorialità individuale.La Fisascat Cisl, presente al tavolo con il segretario nazionale Vincenzo Dell’Orefice, ritiene di fondamentale importanza finalizzare la trattativa già in occasione del prossimo incontro – calendarizzato per il 22 febbraio a Bologna – su quelle parti del percorso che sono rimaste in ombra. «Nel corso del confronto – ha dichiarato Dell’Orefice – l’attenzione di chi rappresenta l’azienda si è focalizzata sulla sola incentivazione all’esodo e sul ricorso alla Cigs e poco o nulla è stato riferito alle organizzazioni sindacali in relazione agli altri strumenti contemplati dal piano di gestione esuberi».Per il sindacalista «sarà fondamentale dare corpo ai generici impegni e alle non meglio specificate disponibilità da parte dell’azienda a dare vita ad un serio percorso finalizzato alla ricollocazione del personale». Per Dell’Orefice «è indubbio che il successo dell’intera acquisizione del gruppo Auchan oltre che del piano di gestione degli esuberi dipenda da un coerente insieme di soluzioni che consenta di salvaguardare il lavoro per coloro i quali non dovessero accedere all’incentivo all’esodo». Per il sindacalista «l’offerta economica formulata dall’azienda, per essere effettivamente un congruo strumento gestionale, dovrà essere debitamente ripresa ed incrementata». «Infatti – ha aggiunto – se si vuole effettivamente offrire in particolar modo ai lavoratori che difficilmente potrebbero essere ricollocati in Conad o in terzi soggetti interessati ad acquisire parte della rete vendita, occorrerà rendere l’incentivo economico effettivamente allettante per chi dovrà cambiare radicalmente i propri progetti professionali e di vita».«Per la Fisascat Cisl – ha poi chiosato Dell’Orefice – ci sono tutte le condizioni affinchè un serio e serrato confronto sul merito dia le risposte che i lavoratori si aspettano. Per la categoria cislina resta da chiarire un elemento non secondario rispetto al potenziale esito della vertenza: il tempo». «Infatti se un serio piano di gestione degli esuberi può dispiegarsi in un arco temporale ragionevole è fuor di dubbio che occorrerà comprendere come le parti impegnate in questa complessa trattativa riusciranno ad individuare degli elementi di continuità successivi al 31 gennaio 2020 per disporre di strumenti utili a ricollocare i dipendenti di Margherita Distribuzione».Dell’Orefice si è poi espresso sulla richiesta formalizzata da Margherita Distribuzione sull’avvio del confronto in sede ministeriale sull’accesso alla Cigs. «In attesa della convocazione presso il Mise ha dichiarato – valgono le stesse valutazioni che riguardano il personale di sede: ogni piano di gestione degli esuberi, se prevede il ricorso agli ammortizzatori sociali conservativi, è un piano destinato a fallire in quanto nella ratio della norma di riferimento la gestione dell’esubero dovrebbe avere quale primario ed imprescindibile scopo la ricollocazione e in maniera accessoria la risoluzione incentivata del rapporto».«Per la Fisascat Cisl pertanto – ha evidenziato il sindacalista – occorrerà stabilire criteri omogenei per stabilire condizioni trasparenti finalizzati alla ricollocazione soprattutto presso la rete Conad del personale della rete commerciale che, prevalentemente a seguito della riduzione di superfice degli ipermercati e dei superstore dovessero essere considerati in esubero».«La presenza capillare di Conad per il tramite dei suoi consorziati e delle cooperative di sistema – ha concluso il sindacalista – dovrebbe essere il valore aggiunto capace di ricomporre in un quadro di continuità la filiera delle professionalità espresse dai lavoratori ex Auchan e Sma. Non ci rassegniamo a credere che non sia un obiettivo alla portata del primo operatore della grande distribuzione organizzata in Italia garantire la continuità occupazionale a chi rischia il posto di lavoro».
Appalti scuole statali, i sindacati sollecitano il tavolo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Al ministero del Lavoro a Roma prosegue il confronto sui licenziamenti, presidio estemporaneo dei lavoratori campani
Roma, 13 febbraio 2020 – A meno di venti giorni dall’avvio del processo di internalizzazione dei servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole statali italiane previsto dal 1° marzo 2020 i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Ultrasporti hanno sollecitato la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i dicasteri interessati dell’Istruzione e del Lavoro a convocare con urgenza il tavolo interministeriale per affrontare complessivamente la vertenza degli appalti scuole. La richiesta segue il sollecito trasmesso dai sindacati al Miur sulla convocazione del confronto sulle modalità, dinamiche e tempi delle fasi del processo di internalizzazione. Prosegue intanto oggi a Roma il confronto al ministero del Lavoro sulla fase amministrativa della procedura di licenziamento collettivo avviata dalle imprese per oltre 16.000 lavoratrici e lavoratori addetti ai servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole.Una folta delegazione di lavoratrici e lavoratori del comparto provenienti da Napoli e dalla Campania ha preso parte a Roma ad un presidio estemporaneo promosso sotto la sede del dicastero, manifestando tutto il dissenso, il disagio e la preoccupazione del caso. “Senza gli interventi che le organizzazioni sindacali stanno chiedendo da mesi – si legge nella missiva dei sindacati trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – la realizzazione del processo di internalizzazione porterà sì alla stabilizzazione di oltre 12.000 lavoratori, ma 4.500 di questi saranno assunti a Part Time, vedendo quindi dimezzato il proprio salario e soprattutto ci sarà il licenziamento di quasi 4mila lavoratrici e Lavoratori”. Per i sindacati si tratta di una “condizione inaccettabile, provocata dal mancato ascolto e confronto con le Organizzazioni Sindacali, che conoscevano e conoscono la platea di riferimento, da parte di chi ha deciso i contenuti della Legge e dei Decreti”. “Pertanto – conclude la lettera congiunta – siamo nuovamente e con forza a sollecitare l’apertura di un tavolo di confronto con tutti i soggetti individuati, Presidenza del Consiglio, MdLPS, MIUR, MEF, Regioni e Imprese, al fine di trovare le soluzioni, i percorsi e le risorse economiche utili a dare risposte occupazionali e reddituali a tutti i lavoratori coinvolti”.
Contratti Terziario, sindacati in audizione al ministero del Lavoro sullo stallo nel settore imprese di pulizia/multiservizi e nella vigilanza privata. Dal dicastero l’impegno a valutare con le associazioni imprenditoriali eventuali spazi di confronto
Roma, 13 febbraio 2002 – L’11 febbraio si sono svolti al ministero del Lavoro i previsti incontri sollecitatI dalle segreterie generali dei sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sullo stallo delle trattative di rinnovo dei contratti nazionali Pulizie, Servizi Integrati e Multiservizi e della Vigilanza Privata e dei Servizi Fiduciari. Per il dicastero hanno presenziato il Vice Capo di Gabinetto del dicastero Michele Forlivesi oltre al dirigente generale Romolo De Camillis e ad altri rappresentanti esperti. Per la Fisascat Cisl hanno preso parte con il segretario generale Davide Guarini i segretari nazionali Aurora Blanca e Fabrizio Ferrari. I sindacati hanno proposto una analisi della situazione nei due settori che assumono una rilevanza in termini di fatturato – con 139 miliardi di euro pari al 7% del Pil italiano nel solo comparto delle imprese di pulizia/multiservizi – e circa 700mila addetti complessivamente occupati, prevalentemente donne, tra quelli a più basso reddito e spesso soggetti all’elusione delle norme contrattuali in un sistema che opera prevalentemente in regime di appalto e particolarmente esposto al dumping. Nel comparto delle imprese di pulizia, servizi integrati e multiservizi, dove lo stallo perdura da 7 anni con il contratto scaduto dal 2013, i sindacati stigmatizzano anche le più recenti modifiche al Codice degli Appalti Pubblici che vede nella liberalizzazione del subappalto la modifica più dannosa così come nelle cooperative cosiddette spurie la competizione al ribasso tra imprese viene realizzata sulla riduzione del costo del lavoro e dei diritti. A complicare la situazione nel settore le tabelle degli aumenti economici ferme al 2013, condizione che impatta sia sul valore degli appalti sia sulla condizione economica dei lavoratori, già fortemente caratterizzata da part time involontari a poche ore settimanali, con bassi salari e un’alta mobilità. Situazione analoga nel settore della vigilanza privata e dei servizi fiduciari dove al mancato rinnovo del contratto, atteso dal 2015, i sindacati stigmatizzano le procedure di assegnazione delle gare di appalto indette da committenze centrali, regionali e locali, spesso determinando un prezzo del servizio persino inferiore ai salari. Il contenimento dei costi, denunciano i sindacati, si realizza anche con la riduzione delle guardie giurate – con decreto e porto d’arma – a fronte di un aumento del numero degli addetti generici, senza decreto e disarmati ma anche con l’applicazione della contrattazione in dumping sottoscritta da organizzazioni sindacali non rappresentative falsando le regole di una corretta concorrenza. I rappresentanti del dicastero, condividendo parte delle analisi e mettendole in relazione ai temi del confronto in atto con le confederazioni Cgil Cisl Uil sui temi della contrattazione, della rappresentanza e del salario minimo, si sono impegnati, nel rispetto dell’autonomia contrattuale delle parti, ad effettuare un passaggio con le associazioni imprenditoriali nei due settori per valutare eventuali spazi di confronto assumendo un ruolo di facilitatori sulla ripresa delle trattative di rinnovo contrattuale. Il ministero del Lavoro si è infine impegnato a riconvocare i sindacati per un ulteriore aggiornamento.
Contratto Studi professionali, prosegue la trattativa di rinnovo del contratto nazionale scaduto nel 2018
Roma, 12 febbraio 2020 – Prosegue oggi a Roma la trattativa tra sindacati di categoria Cgil Cisl Uil e l’Associazione Imprenditoriale Confprofessioni la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale scaduto il 31 marzo 2018 e applicato ad oltre 1milione e mezzo di addetti per il 90% donne. Sul tavolo la definizione dell’ambito di applicazione contrattuale. Per la Fisascat Cisl, presente al negoziato con la segretaria nazionale Aurora Blanca e il funzionario sindacale Dario Campeotto, sarà necessario definire un congruo aumento salariale e rafforzare la normativa su secondo livello di contrattazione, mercato del lavoro, bilateralità, formazione, welfare contrattuale e tutele sociali, salute e sicurezza. In particolare per Blanca «sarà necessario definire adeguati percorsi di formazione professionale e nuove tutele per le lavoratrici ed i lavoratori di questo comparto in espansione, rendendole effettivamente fruibili». «La contrattazione – ha concluso la sindacalista – dovrà svilupparsi nell’ambito dei continui processi di trasformazione e digitalizzazione anche in riferimento al mutato quadro legislativo in materia di professioni».