Roma, 9 gennaio 2010- Prosegue lo stato di agitazione dei 1300 lavoratori di Conforama/Emmezeta Moda, società operative sul territorio nazionale con 40 negozi. Dal 7 gennaio sarebbe subentrata la nuova governanceaziendale, se pur senza alcuna comunicazione trasmessa ai sindacati di categoria Cgil Cisl Uil. Filcams, Fisascat e Uiltucs esprimono sconcerto rispetto la mancanza di continuità di gestione e soprattutto sulla carenza di informazioni sullo scenario futuro. Le tre sigle hanno nuovamente sollecitato l’attivazione del tavolo al Mise – già richiesto a fine dicembre ma ad oggi senza riscontro – finalizzato a districare i nodi della vertenza e a indurre le direzioni societarie ad un comportamento corretto e trasparente. In un comunicato congiunto diramato nelle scorse settimane le tre sigle stigmatizzano «la politica del risparmio che ha comportato enormi sacrifici sia per coloro che si sono visti risolvere il contratto di lavoro, sia per i lavoratori in contratto di solidarietà in regime orario ridotto». I sindacati puntano il dito contro la mancanza di dettagli in merito agli altri indici di costo oggetto di revisione ed esprimono forti perplessità sulla carenza di un piano industriale anche in vista dell’approssimarsi della scadenza dell’ammortizzatore sociale conservativo prevista al mese di marzo 2020. Inopportune e non esaustive le rassicurazioni aziendali in merito agli intervenuti affidamenti sulla continuità occupazionale, con la piena consapevolezza che il Gruppo è finanziato solo ed unicamente da Fondi.
Appalti scuole statali: ancora non ci sono soluzioni per tutti. Sciopero nazionale il 21 gennaio
Roma, 7 gennaio 2019 – Scade l’8 gennaio alle ore 14 il termine per la presentazione delle domande on-line per la procedura selettiva che porterà all’immissione in ruolo delle lavoratrici e lavoratori oggi occupati negli appalti di pulizie delle scuole statali. L’azione messa in campo in questi mesi dalle Organizzazioni Sindacali Confederali e di Categoria, con mobilitazioni, scioperi e incontri, ha portato ad alcune modifiche che sono state introdotte nel Decreto Scuola a partire dalle modalità e dai criteri necessari per l’internalizzazione e dall’introduzione di una seconda fase che “recupera” posti disponibili e abbassa i requisiti richiesti oggi, ma ancora non è sufficiente!Molte lavoratrici e lavoratori rischiano comunque di non vedere alternative al licenziamento e troppi vedranno proporsi assunzioni a Part Time, peggiorando il proprio reddito!È INACCETTABILE!Il Miur e il Governo non hanno avuto abbastanza coraggio per fare tutte le modifiche richieste dalle Organizzazioni Sindacali, utilizzando altresì tutte le risorse necessarie per dare continuità di occupazione e di reddito alla totalità dei 16mila lavoratrici e lavoratori impiegati oggi negli appalti scuole statali.SONO NECESSARI ULTERIORI INTERVENTI!Ci sono 2 mesi di tempo per trovare soluzioni, risorse economiche e per individuare percorsi di sostegno, formazione e ricollocazione che non lascino fuori nessuno.Il Governo, il Miur, Il MLPS e gli altri Ministeri coinvolti devono convocare CGIL, CISL e UIL per affrontare complessivamente la vertenza!Un impegno che deve essere assunto subito perché le imprese hanno già attivato le procedure di licenziamento collettivo per tutto il personale presente attualmente negli appalti e dopo l’incontro al Ministero del Lavoro convocato per il 9 gennaio 2020 i licenziamenti rischiano di diventare effettivi.Il Governo, il Miur, il MLPS, le Imprese devono assumersi la responsabilità di trovare le soluzioni necessarie a dare continuità occupazionale e di reddito a tutti e scongiurare quello che sarebbe un inaccettabile epilogo del percorso di internalizzazione.
Contratti e vertenze terziario, Guarini: «2020 anno di grandi sfide, sindacato in campo per garantire nuove tutele e un’occupazione dignitosa»
Roma, 30 dicembre 2019 – Il 2020 sarà un anno di grandi sfide nei settori del terziario privato. Circa 5milioni di lavoratori sono interessati dalla scadenza dei contratti nazionali di lavoro mentre altre decine di migliaia sono coinvolti da vertenze complesse che inevitabilmente influiranno sugli assetti e sulle relazioni sindacali future. Con questa consapevolezza la Fisascat Cisl si appresta ad affrontare la stagione dei rinnovi contrattuali che vedrà impegnati i sindacati, già nelle prossime settimane, nella definizione delle piattaforme unitarie per i nuovi contratti del terziario, distribuzione e servizi e della distribuzione moderna organizzata applicata ai 2,4 milioni di lavoratrici ed i lavoratori occupati nella distribuzione commerciale, in uno scenario contraddistinto da trasformazioni radicali con un ruolo sempre più marcato dell’ambito della vendita al dettaglio e della distribuzione di tipo associativo. In calendario anche la prosecuzione delle trattative nel settore del lavoro domestico e nel comparto ortofrutticolo ed agrumario e la stesura dei contratti nel terzo settore socio sanitario assistenziale educativo. Nel comparto dei servizi – multiservizi e vigilanza privata in primis – prevale, ormai da diversi anni, lo stallo dei negoziati mentre nel settore proliferano i contratti pirata che riducono drasticamente salari, diritti e tutele. In questo contesto si inserisce la complessa vertenza dei 13.291 lavoratori coinvolti dalla maxi operazione di acquisizione Conad/Auchan che, in assenza di garanzie occupazionali e di dettagli sul passaggio dei punti vendita ai singoli consorziati alla cooperativa di dettaglianti, rischia di trasformarsi in un vero dramma sociale con un numero di esuberi che oscilla tra le 3.105 unità ai 6.197 lavoratori a rischio occupazionale. Non meno articolata la situazione dei 16mila ex Lsu e Appalti Storici addetti ai servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole statali italiane per i quali dal 1° marzo si concretizzerà l’atteso processo di internalizzazione annunciato con la Legge di Bilancio 2019 e definito nel recente Decreto ministeriale che tuttavia conferma l’esclusione di circa 5mila addetti prevedendo 11.236 assunzioni dirette. Ancora senza una soluzione di prospettiva la vertenza dei 1.700 lavoratori ex Mercatone Uno con 14 manifestazioni di interesse per soli 44 punti vendita del Gruppo e il riassorbimento parziale degli attuali livelli occupazionali. Sullo sfondo anche la vertenza dei 6mila addetti dell’indotto dei servizi di pulizia industriale, della ristorazione e della vigilanza privata e delle attività funzionali all’impresa che in tutta Italia ruota intorno agli stabilimenti Ex Ilva Arcelor Mittal coinvolti, loro malgrado, dal taglio della produzione e dei posti di lavoro diretti in attesa di una soluzione da individuare a livello istituzionale. In salita anche le trattive di rinnovo del contratto integrativo applicato ai 5mila dipendenti della cooperativa di consumatori Unicoop Tirreno pur con un fitto calendario di incontri richiesto ed ottenuto dai sindacati a cominciare dal prossimo 30 gennaio mentre sono in stato di agitazione nazionale da metà dicembre i 1.300 dipendenti di Conforama/Emmezeta Moda – per i quali si avvicina la scadenza del contratto di solidarietà prevista al mese di marzo 2020 – considerata l’imminente sostituzione dell’Amministratore Delegato e del responsabile delle risorse umane e la mancanza di informazioni sullo scenario futuro. Se gli esiti delle vertenze aperte non sono del tutto prevedibili e scontati ad essere chiara è invece la posizione del sindacato che conferma anche per il nuovo anno la mission e le priorità. «Il 2020 sarà un anno di grandi sfide da affrontare con rinnovato vigore e senso di responsabilità» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini affermando che «sarà questo lo spirito con cui approcceremo la stagione dei rinnovi contrattuali e accompagneremo la inarrestabile trasformazione nel settore della distribuzione commerciale e nel comparto dei servizi, dove la priorità resta debellare la crescente precarietà, assicurare una occupazione dignitosa, contrastare l’avanzamento del dumping e gli effetti della polverizzazione che vive il settore e garantire nuovi diritti e nuove tutele». Per il sindacalista «nella tornata dei rinnovi contrattuali sarà necessario garantire non solo un congruo incremento salariale ma anche assicurare il consolidamento e l’effettiva esigibilità del 2° livello di contrattazione come pure assicurare adeguati percorsi di formazione professionale e ridefinire i sistemi di classificazione adeguandoli alle nuove professionalità». «Prioritaria per la Fisascat – sottolinea Guarini – anche la definizione di istituti normativi volti ad agevolare i regimi lavorativi e a favorire una reale conciliazione vita lavoro in settori dove la totale liberalizzazione degli orari di apertura si traduce con regimi intensivi di flessibilità prestazionale». Senza dimenticare il potenziamento del «welfare e della bilateralità, ed in particolare il consolidamento della previdenza complementare indispensabile soprattutto per le giovani generazioni soggette a prestazioni discontinue». Per il sindacalista è poi prioritario «il sostegno alla disabilità e la definizione di un intervento normativo volto a garantire la possibilità di accesso ai percorsi di cura e di assistenza in età avanzata con la long term care e la dread desease come anche il tema della salute e della sicurezza». Essenziale poi per Guarini «la costruzione di sistemi partecipativi di sostegno al reddito in settori tradizionalmente esclusi dal sistema ordinario degli ammortizzatori sociali». Guarini evidenzia anche «la necessità di promuovere nuove politiche contrattuali e adeguate politiche di genere finalizzate a superare il gap salariale uomo donna, e di contrasto alle molestie in settori nei quali la componente femminile è prevalente». Altrettanto preminente «favorire il coinvolgimento attivo dei giovani nell’Organizzazione nell’attività sindacale». In ultimo ma non meno importante per il sindacalista «contribuire a costruire sistemi partecipativi in grado di rendere le lavoratrici ed i lavoratori veri protagonisti del lavoro e del successo delle imprese».
Conad/Auchan, massiccia adesione allo sciopero nazionale indetto dai sindacati. Disagi al servizio vendita, negozi costretti ad abbassare le saracinesca.
Dell’Orefice: «Non è uno sciopero contro Conad ma per chiedere di aprire un negoziato vero»Roma, 23 dicembre 2019 – Massiccia l’adesione alla giornata di sciopero nazionale dei lavoratori ex Gruppo Auchan oggi dipendenti da Margherita Distribuzione, Sma, Sgd ed Erregest senza garanzie sul passaggio dei punti vendita al Consorzio di Dettaglianti Conad. La mobilitazione, indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs con presidi e sit-in davanti i punti vendita e tre manifestazioni nazionali organizzate a Milano, Ascoli Piceno e Napoli, si è resa necessaria per rafforzare la posizione dei sindacati sulla complessa operazione di acquisizione – che coinvolge complessivamente 13.291 dipendenti compresi gli addetti delle sedi e della logistica dei centri di distribuzione – ha registrato punte del 100% in alcune provincie in Lombardia, Sardegna, Puglia e Campania tanto che svariati ipermercati – a Brescia, a Modugno nella provincia di Bari, in Campania a Nola, Pompei e Mugnano e in Sardegna a Cagliari Città Mercato e a Sassari – dove hanno dovuto abbassare le saracinesche gli ipermercati e i supermercati carenti di personale. Alte comunque le soglie di adesione anche nel resto d’Italia dove si è sfiorata una media dell’80% nel canale ipermercati e fino al 75% nei format minori con l’inevitabile corollario della riduzione delle vendite e degli incassi.A Milano la delegazione dei sindacati è stata ricevuta dalla Regione Lombardia mentre ad Ascoli Piceno nella Marche, dove hanno confluito anche i partecipanti alla mobilitazione provenienti dall’Abruzzo con la partecipazione del segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice, i sindacati sono stati ricevuti dalla direzione di Conad Adriatico.I nodi cruciali della vertenza sono la riduzione delle superfici, da adattare alla realtà organizzativa del sistema Conad, le cessioni di ramo d’azienda in capo ai singoli consorziati della cooperativa di consumatori poco disposti a fornire assicurazioni sul proseguimento occupazionale e in generale sulla riorganizzazione dei negozi e, sostanzialmente, la mancanza di un piano di riorganizzazione delle sedi e della logistica.I sindacati chiedono un impegno finalizzato a ricollocare le lavoratrici ed i lavoratori impiegati nei punti vendita che subiranno riduzioni di superficie da parte della rete Conad; la messa a disposizione delle 6 Cooperative di sistema per il personale delle sedi e delle unità logistiche di posizioni lavorative, per profili professionali compatibili; e infine il confronto sulle ineludibili riorganizzazioni dei punti vendita oggetto di passaggio con chi dovrà gestire i negozi e renderli performanti.Per il segretario nazionale della Fisascat Vincenzo Dell’Orefice «lo sciopero non è contro un’operazione, sia pure complessa e dall’epilogo tutto da costruire, semmai lo sciopero è per chiedere a Conad di essere se stessa e di aprire un confronto vero con i sindacati».«Al diffondersi della notizia che l’acquisizione del Gruppo Auchan era stata fatta dal Consorzio Nazionale Dettaglianti – ha aggiunto il sindacalista – come Fisascat Cisl abbiamo tirato un sospiro di sollievo in quanto un’operazione tanto onerosa articolata e complessa non si sarebbe potuta gestire con operatori diversi».Per Dell’Orefice «la mobilitazione chiede in estrema sintesi a Conad di essere se stessa anche nella gestione di questa vertenza, mettendo a valore la sua ramificata presenta sul territorio, in cui insistono sedi amministrative e logistiche e negozi del Gruppo Auchan, e di creare per mezzo di tale presenza progetti di ricollocazione per le lavoratrici ed i lavoratori, sia per quelli che dovessero risultare eccedenti per via delle riduzioni delle superfici dei format maggiori una volta trasferiti ai singoli dettaglianti consorziati, sia del personale amministrativo delle sedi e della logistica».«I lavoratori di Margherita Distribuzione, Sma, Sgd ed Errregest – ha poi chiosato Dell’Orefice – non debbono attendere alcuna integrazione perchè sono già oggi dei dipendenti Conad, in quanto la società che controlla la situazione del compendio aziendale è già detenuta dal Consorzio Nazionale Dettaglianti». «Le medesime attenzioni che Conad riserva ai propri collaboratori – ha concluso il sindacalista – debbono essere rivendicate anche dalle lavoratrici e dai lavoratori coinvolti».In un volantino unitario diramato tra i lavoratori e i manifestanti i sindacati sollecitano “il dettaglio della riorganizzazione degli ipermercati, il modello organizzativo e le ripercussioni occupazionali su ogni territorio, escludendo che i passaggi di ramo d’azienda isolino una parte dei lavoratori destinandoli al licenziamento”. Prioritaria per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs la definizione di “un piano di riorganizzazione delle sedi e della logistica, che specifichi i tempi di attuazione e le possibilità di ricollocazione, nonché le possibili sinergie con le sedi e la logistica di Conad”.Le tre sigle chiedono “chiarimenti sul resto della rete vendita che non sarà oggetto di passaggio a Conad, respingendo l’assurda richiesta di intervenire sul costo del lavoro su una platea di addetti che ad oggi non sa neanche se lavorerà” senza dimenticare gli addetti al sistema dell’indotto in appalto per i quali i sindacati chiedono di conoscere “quante lavoratrici e lavoratori ci sono e quanti di loro hanno la possibilità di continuare a lavorare”. E ancora, affondano le tre sigle, è urgente raggiungere “un accordo quadro che verifichi l’andamento occupazionale e le condizioni di lavoro dei punti vendita che passano a Conad” dove l’impresa dichiara in sospeso altri 2500 esuberi.
Eataly, rinnovato il contratto integrativo aziendale applicato ai 1800 dipendenti della catena di vendita e somministrazione di generi alimentari di alta qualità
Vanelli: «Raggiunto un ottimo risultato negoziale che valorizza l’apporto delle lavoratrici e dei lavoratori in un’ottica solidaristica e partecipativa»Roma, 18 dicembre 2019 – Sarà un buon Natale per i 1800 dipendenti di Eataly, la catena di punti vendita e somministrazione di generi alimentari italiani di alta qualità presente nel Bel Paese con 15 punti vendita e nel mondo con 10 negozi. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno siglato con la direzione aziendale l’intesa per il rinnovo del contratto integrativo. L’ipotesi di accordo, che verrà sottoposta alla consultazione dei lavoratori, introduce importanti novità normative in tema di diritti e salario. Nel merito l’intesa consolida il sistema di relazioni industriali esistente a livello di unità produttiva – a cui viene demandato, tra gli altri temi, il monitoraggio delle progressioni di carriera, la definizione di intese sulla flessibilità oraria e organizzativa e la regolazione delle domeniche libere dal lavoro – e valorizza i percorsi di carriera realizzati attraverso l’accrescimento delle competenze individuali nei diversi settori della vendita e della ristorazione e prevede un importante impegno congiunto di confronto sui mestieri e sulle qualifiche mirato a definire il sistema di classificazione e degli inquadramenti del personale anche prevedendo un sistema indennitario per chi svolge mansioni aggiuntive rispetto a quelle indicati all’atto dell’assunzione. Particolare attenzione viene dedicata alle lavoratrici madri e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, con la sperimentazione dello smart working/lavoro agile, attraverso il miglioramento delle condizioni economiche nel periodo di astensione obbligatoria di maternità e il riconoscimento di 16 ore di permessi retribuiti per l’inserimento dei figli all’asilo nido e alla scuola materna. L’intesa valorizza inoltre il sostegno alla genitorialità con il riconoscimento di tre giorni di permessi extra che andranno ad aggiungersi a quelli previsti dalla legge e dal contratto nazionale. Sull’organizzazione del lavoro l’azienda si impegna a ridurre il numero delle fasce orarie per i contratti part-time; a livello di punto vendita potranno inoltre essere raggiunte delle intese sulla flessibilità anche con riferimento ai turni di lavoro e al lavoro domenicale su base mensile o annua. L’accordo estende ai lavoratori che operano in regime di appalto le tutele in tema di salute e sicurezza e di contrasto alle molestie sessuali. Sul contrasto alla violenza di genere l’intesa impegna le parti ad agire in caso di segnalazione o denuncia; Eataly si impegna inoltre ad adottare misure adeguate nei confronti di chi pone in essere la violenza nei luoghi di lavoro. E ancora l’accordo introduce il meccanismo della banca delle ore solidali – cui l’azienda concorrerà garantendo la copertura contributiva delle ore fruite – e amplia la scontistica sui prodotti rivolta ai dipendenti. Anche la formazione diventa a pieno titolo materia negoziale finalizzata a sostenere lo sviluppo professionale e individuale e di gruppo in un’ottica specialistica di “mestieri” o polifunzionale. Sul trattamento economico l’intesa conferma l’impianto del premio di risultato in toto salvaguardato e mantenuto – dell’importo di circa una mensilità aggiuntiva – e rafforza il welfare aziendale con uno stanziamento fino a 600mila euro nel triennio di validità contrattuale 2020-2022 da destinare al finanziamento di forme di assistenza sanitaria integrativa – sulla base della preferenza espressa dai lavoratori – che integrino il pacchetto già previsto da Fondo Est, il fondo sanitario dei lavoratori del contratto nazionale dei Pubblici Esercizi, la cui iscrizione viene estesa ai contratti a termine. Soddisfazione in casa Fisascat Cisl. Per la funzionaria sindacale Elena Maria Vanelli che ha preso attivamente parte alle trattative «con l’intesa è stato raggiunto un ottimo risultato negoziale che valorizza l’apporto dei giovani lavoratori e lavoratrici in un’ottica solidaristica e partecipativa, più aderente alla realtà organizzativa aziendale e alle esigenze dei dipendenti». La sindacalista sottolinea in particolare «il consolidamento delle relazioni sindacali a livello di unità produttiva» oltre che «l’importante impegno congiunto di confronto sui mestieri e sulle qualifiche» e il «corposo sistema di welfare aziendale che vede raddoppiato il proprio valore» e «il potenziamento dei congedi genitoriali», senza dimenticare «l’impegno concreto assunto dalla direzione aziendale sul contrasto alle molestie sessuali e alla violenza nei luoghi di lavoro anche richiamando la raccomandazione ILO 190 del 21 giugno 2019».
Conad/Auchan, fumata nera al tavolo al Mise: nessun impegno di Margherita distribuzione sulla ricollocazione dei lavoratori
Dell’Orefice: «Non si può ripristinare la gestione profittevole e rendere collettivo solo il piano esuberi»Roma, 17 dicembre 2019 – Fumata nera al tavolo al ministero dello Sviluppo Economico sulla maxi operazione di acquisizione avviata dal consorzio di dettaglianti Conad. Il confronto fra i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs ed i rappresentanti di Margherita Distribuzione SpA, in presenza della sottosegretaria Alessandra Todde e del Vice Capo di Gabinetto del Ministro dello Sviluppo Economico Giorgio Sorial, non ha registrato avanzamenti significativi sulla complessa vertenza dei 13.291 lavoratori ex Gruppo Auchan. La direzione aziendale non è stata in grado di declinare in maniera chiara il livello e la portata dell'impegno richiesto dai sindacati al sistema Conad per affrontare l'esubero occupazionale derivante dalla progressiva dismissione della rete commerciale ex Auchan. Alla vaghezza delle asserzioni esplicitate da Margherita Distribuzione SpA, i rappresentati sindacali hanno ribadito i tre punti sui quali è necessario giungere ad una convergenza: in primis il formale e sostanziale impegno della rete Conad a farsi carico della ricollocazione dei profili professionali fungibili con la propria struttura organizzativa nei casi di riduzione delle superfici di vendita; la perimetrazione dei grandi format per i sindacati deve avvenire non prima del trasferimento ma per mezzo di confronti dedicati da realizzare con i soggetti che gestiranno direttamente i punti vendita; e infine l’impegno delle 6 cooperative del sistema Conad – presso le quali si svolgono funzioni sovrapponibili alle attività attualmente garantite dai lavoratori delle sedi di Rozzano, Osimo, Chiari, Vicenza e Roma e presso gli 11 centri logistici che compongono l’articolazione distributiva del gruppo francese in Italia – per offrire delle opportunità occupazionali ai lavoratori. Per la Fisascat Cisl, presente al tavolo con il segretario nazionale Vincenzo Dell’Orefice e con una nutrita delegazione di rappresentanti sindacali aziendali, «è soprattutto mancato, nel corso del confronto sindacale, che ha avuto quale esito la rottura e la proclamazione dello sciopero un chiaro mandato a chi al tavolo ha rappresentato Margherita Distribuzione da parte del mondo Conad». E ancora per il sindacalista «non è casuale che il tentativo perseguito da parte degli interlocutori aziendali è stato finalizzato a porre al centro del confronto con i sindacati la sola questione degli esuberi e non i contenuti del piano di rilancio dei punti vendita». «In estrema sintesi si è chiesto ai sindacati di sottoscrivere una cambiale in bianco – ha stigmatizzato il sindacalista – indicando al livello nazionale la quantificazione degli esuberi e la loro gestione per cedere in condizioni ottimali ai singoli esercenti appartenenti al sistema Conad dei punti vendita già conformati ad un modello organizzato che peraltro non è stato mai dettagliato alle organizzazioni sindacali». «I sindacati hanno respinto sin da subito tale tentativo – ha precisato il sindacalista – in quanto ci si proponeva di fatto di trasformare Margherita Distribuzione in una bad company nella quale sarebbero rimasti soltanto lavoratrici e lavoratori in esubero del tutto espunti rispetto allee vicende gestionali dei loro punti vendita di appartenenza e delle evoluzioni che questi conosceranno nell’era Conad». Per Dell’Orefice «non si può ripristinare la gestione profittevole a danno dei lavoratori rendendo collettivo il solo esubero, con il conseguente ricorso a forme di integrazione al reddito per lavoratrici e lavoratori che un posto di lavoro ce l’hanno e lo vorrebbero e lo potrebbero mantenere». Resta confermata dunque la mobilitazione indetta dai sindacati con il pacchetto di 16 ore di sciopero, di cui 8 ore indette a livello nazionale il 23 dicembre con presidi e sit-in organizzati nei contesti territoriali nei quali la presenza Conad è significativa, ed altre 8 ore di astensione dal lavoro da stabilirsi al livello territoriale.
Conad/Auchan, domani il tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico. I lavoratori in piazza Santi apostoli a Roma con Cgil Cisl Uil
Dell’Orefice: «Individuare una soluzione affinché la riduzione e la dismissione del perimetro commerciale non producano sacche di esuberi irrecuperabili»Roma, 16 dicembre 2019 – Anche le lavoratrici e i lavoratori dell’ex Gruppo Auchan – ora Margherita Distribuzione Spa – scenderanno in piazza domani a Roma con Cgil Cgil Uil, in concomitanza del previsto incontro convocato al ministero dello Sviluppo Economico per dirimere i nodi della maxi operazione di acquisizione avviata dal Consorzio di Dettaglianti Conad. La mobilitazione, indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, culminerà il 23 dicembre con 8 ore di sciopero proclamate al livello nazionale ed altrettante 8 ore al livello territoriale anche con lo svolgimento di presidi davanti i punti vendita Conad. La complicata vertenza conta circa 6mila esuberi in assenza di un piano di salvaguardia occupazionale, 1.300 esuberi causati dalla riduzione di superficie e 4.700 motivati dall'incidenza del costo del lavoro. Alla base della protesta indetta dai sindacati la disdetta della contrattazione integrativa di Sgd SpA e la mancanza di una assunzione di responsabilità delle sei Cooperative del sistema Conad sulla ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori addetti alle funzioni centrali e delle sedi logistiche di Rozzano, Calcinate, Grantorto, Truccazzano, Osimo, Offagna, Santa Palomba, Melfi, Cagliari e Fiumicino. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «la svolta positiva per questa vertenza è alla portata delle parti coinvolte se non si tenterà per l'ennesima volta di eludere le tre richieste che potrebbero consentirci di raggiungere un apprezzabile equilibrio negoziale». Il sindacalista sollecita «un impegno finalizzato a ricollocare le lavoratrici ed i lavoratori impiegati nei punti vendita che subiranno riduzioni di superficie da parte della rete Conad; la messa a disposizione delle 6 Cooperative di sistema per il personale delle sedi e delle unità logistiche di posizioni lavorative, che oggi si stringono direttamente dal mercato del lavoro esterno, per profili professionali compatibili; e infine il confronto sulle ineludibili riorganizzazioni dei punti vendita oggetto di passaggio non ex ante e con chi quei negozi cederà, ma con chi li dovrà gestire e rendere davvero performanti». La partita è tutt’altro che scontata e le variabili in campo sono molte, senza dimenticare pronunciamento dell’Antitrust, con le sovrapposizioni rilevate in ben 147 mercati locali; l’Agcom dovrebbe giungere ad emettere un provvedimento finale entro il 20 gennaio 2020. Sono nel frattempo intercorsi già due incontri tra i rappresentanti di Margherita Distribuzione SpA e la stessa Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nei quali il management di BDC Italia SpA avrebbe reso informazioni di dettaglio sulla complessa operazione di acquisizione e sulla cessione dei singoli negozi a imprese del sistema Conad od a altri soggetti commerciali. Inizia a intanto a prendere forma il piano di dismissioni a terzi: sarà Carrefour Italia ad acquisire – entro i primi mesi del 2020 – 28 punti vendita in Lombardia del formato di prossimità con superficie compresa tra 150 e 600 metri quadrati mentre altri 9 negozi sarebbero stati acquisiti da Esselunga. «La notizia che il piano di cessione a terzi si stia avviando, sia pure con un notevole ritardo rispetto alle iniziali prospettazioni della BDC Italia SpA è senz'altro positiva – ha dichiarato Dell’Orefice – ma ancor di più ripropone nella sua drammatica attualità una delle questioni centrali di questa particolarissima e delicata vertenza da sempre denunciata dalle organizzazioni sindacali: operare per tempo affinché la progressiva riduzione del perimetro commerciale di Margherita Distribuzione e, a regime, vale a dire per la metà dell'anno prossimo, la sua totale dismissione non producano sacche di esuberi irrecuperabili». «É evidente, infatti, che se, contestualmente alla comprensione della rete di vendita e, a maggior ragione, preventivamente alla sua totale ricollocazione presso soggetti diversi da Margherita Distribuzione non si riuscirà a trovare soluzioni occupazionali per il personale eccedente dei pdv, nonché per quello delle sedi amministrative e dei depositi logistici – ha stigmatizzato Dell’Orefice – l'epilogo di questa importantissima operazione societaria sarà drammatico per svariate migliaia di lavoratrici e lavoratori, oltre che per le loro famiglie». «All'incontro di domani presso il MiSE – ha concluso il sindacalista – auspichiamo che i nostri interlocutori di parte aziendale portino risposte convincenti e, soprattutto, che abbiano l'umiltà quantomeno di non far cadere inascoltate le richieste sindacali».
Medici Senza Frontiere, più garanzie occupazionali per gli operatori delle missioni umanitarie. La onlus rinnova con la Fisascat Cisl l’intesa sulla disciplina dei contratti a termine
Roma, 13 dicembre 2019 – Più garanzie occupazionali per gli operatori impiegati in ciascun ambito organizzativo e nelle missioni umanitarie nazionali ed internazionali realizzate dalla più grande associazione medico-umanitaria del mondo Medici Senza Frontiere. A diversi anni dalla sottoscrizione dell’intesa che ha sancito l’applicazione del contratto collettivo nazionale del terziario distribuzione e servizi e dalle intese siglate lo scorso anno, la Fisascat Cisl nazionale, insieme alla Fisascat Cisl Roma Capitale Rieti, ha rinnovato con la direzione della onlus non governativa l’intesa sulla disciplina delle assunzioni a tempo determinato a titolo temporaneo e per non più di 24 mesi. Ai lavoratori che nell'esecuzione di uno o più contratti a tempo determinato presteranno la propria attività lavorativa per un periodo superiore a 3 mesi, sarà riconosciuto il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato effettuate nei successivi 24 mesi. L’accordo contempla anche specifiche sessioni di confronto per monitorare in fase applicativa le dinamiche assunzionali che ne scaturiranno, anche considerato l’impatto occupazionale delle intese raggiunte ad oggi con circa 600 assunzioni dal 2017. Positivo il commento del segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice. Il sindacalista ha in particolare sottolineato il valore dell’accordo che «contribuisce da una parte al rafforzamento delle relazioni sindacali fra la Fisascat Cisl e questa importante associazione umanitaria e dall'altra opera il definitivo superamento di forme contrattuali parasubordinate ed autonome portando nell'alveo della subordinazione la generalità dei rapporti di lavoro in corso ed attivabili in futuro». «La soluzione individuata dalle parti – ha aggiunto – dimostra che l'autonomia collettiva, per le proprie peculiari potenzialità e intrinseche caratteristiche di flessibilità, che non possono, peraltro, essere replicate dagli interventi normativi, è un'opzione in grado di adattare flessibilmente le regole prodotte da un legislatore non sempre attento o più spesso del tutto disinteressato a cogliere le indubbie differenze esistenti fra i vari datori di lavoro». «L'accordo, che contribuisce significativamente alla continuità occupazionale deli operatori impegnati in missioni umanitarie ed impiegati in ciascun ambito organizzativo della Onlus – ha concluso Dell’Orefice – supera un'ipocrisia e spezza una visione omologata che pretende di imporre le stesse regole ad ambiti lavorativi assai diversi, a chi opera nel mercato e a chi è attivo in contesti a questo del tutto estranei».
Gucci, siglato il nuovo contratto integrativo applicato ai 600 dipendenti del retail del marchio del lusso
Roma, 12 dicembre 2019 – Nuovo contratto integrativo aziendale per i circa 600 dipendenti del retail del marchio del lusso Gucci, addetti alla vendita e al supporto logistico. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno siglato con la direzione aziendale l’ipotesi di accordo, ora al vaglio delle assemblee dei lavoratori e delle lavoratrici, frutto di quasi un anno di negoziazione che ha visto le rappresentanze sindacali impegnate in un percorso finalizzato a veder riconosciuti risultati immediati per i dipendenti del retail che si sono spesi nel raggiungimento dei risultati eccezionali degli ultimi anni.Il retail di Gucci dal 2017, data dell’ultimo accordo aziendale, è cambiato radicalmente in seguito alla nuova fase apertasi con i cambiamenti nel management e nella direzione artistica: i negozi hanno retto la fase espansiva dell’azienda, aumentando le performance, la produttività e i risultati. L’occupazione è aumentata, ma è cresciuto anche lo stress e la sempre maggiore attenzione al cliente si traduce in una richiesta di maggiore professionalità per tutti, venditori e addetti alle mansioni di back office. Tutto ciò non si è tradotto in una ridistribuzione dei risultati proporzionale per tutti.L’ipotesi di accordo sottoscritta il 5 dicembre è il primo passo per una reale ridistribuzione.In primis, per effetto della nuova classificazione delle professionalità, le retribuzioni annuali degli assunti negli ultimi anni verranno adeguate ai livelli di mercato.Secondo, il nuovo sistema di valutazione consentirà a tutti, anche a chi aveva raggiunto il massimo della retribuzione con il vecchio sistema, di aumentare la propria retribuzione annua in maniera permanente in caso di raggiungimento dei risultati annuali.La nuova classificazione e il nuovo sistema di classificazioni sono novità importanti, che dovranno essere monitorate e seguite con attenzione: per questo chiediamo a tutti i lavoratori e le lavoratrici di rivolgersi alle RSU/RSA in ogni fase dell’attuazione.Dopo l’assegnazione delle professionalità secondo le nuove descrizioni, già nel prossimo mese verranno effettuate le valutazioni sul 2019, che terranno conto solo dei criteri valutativi legati ai comportamenti, in quanto quest’anno non sono stati dati obiettivi individuali.Questa valutazione produrrà effetti anche per il 2018: chi verrà valutato positivamente riceverà quindi un una tantum corrispondente alla differenza tra la RAL percepita nel 2018 e quella alla quale si ha diritto in caso di valutazione positiva.Gli obiettivi per il 2020 verranno assegnati a gennaio: per la prima volta agli obiettivi comportamentali, che saranno sempre valutati dai manager, ci saranno obiettivi individuali riscontrabili, che, negli anni successivi al prossimo, potranno anche essere proposti dal lavoratore.Il sistema andrà monitorato da subito, per verificare la congruenza degli obiettivi assegnati. Al termine della valutazione, in caso di esito negativo, sarà possibile attivare una commissione paritetica, con il fine di ottenere chiarimenti e richiedere all’azienda valutazioni aggiuntive.L’ipotesi di accordo migliora nettamente il pacchetto welfare, che arriverà a 500 euro nel 2021, mentre per i prossimi due anni sarà di 400 euro. Verrà inoltre accreditato un importo di 300 euro per il 2018. Il wallet potrà essere speso anche per nuovi servizi, come il pagamento dei mezzi pubblici, i viaggi, il rimborso delle rate del mutuo.Novità anche sulla parte normativa: vengono ampliate le possibilità di utilizzo delle 25 ore di permesso “welfare” anche per l’inserimento all’asilo e per assistenza a figli fino agli 8 anni.Abbiamo anche introdotto un meccanismo di ferie “solidali” per aiutare colleghi in difficoltà.Verrà aperta una nuova finestra nei mesi di febbraio e marzo per l’iscrizione al fondo sanitario integrativo per coloro che non lo hanno ancora fatto.Ultima novità, non meno importante, è l’inserimento nell’integrativo del Gucci Garden: tutta la parte normativa, la classificazione e la valutazione verranno estesi ai lavoratori di questa realtà, ad esclusione del sistema di salario variabile, che sarà oggetto di un confronto specifico.La delegazione sindacale di Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTUCS ritiene che l’ipotesi di accordo rappresenti un punto positivo, ma che il confronto debba continuare su alcuni punti fondamentali: La revisione del sistema di salario variabile: dopo la proposta aziendale avanzata nel maggio 2019, e da noi giudicata irricevibile, serve riprendere il confronto per rendere il sistema più redistributivo e più equo, con particolare attenzione ai lavoratori e alle lavoratrici dei servizi; Il miglioramento del clima aziendale, con impegni concreti dell’azienda in questo senso su turnazioni, carichi di lavoro, organizzazione delle iniziative di formazione.Andranno inoltre affrontate questioni che non dipendono dal tavolo sindacale di Gucci, ma i cui effetti andranno governati: la revisione sulla tassazione dei ticket e l’implementazione del programma di Kering in favore della paternità.
Terzo Settore socio sanitario assistenziale educativo, rinnovato il contratto nazionale Uneba
Guarini: «Armonizzata la contrattazione esistente in un settore in crescita dove è prioritario debellare il dumping»Roma, 11 dicembre 2019 – Svolta contrattuale per i 45mila dipendenti degli oltre 900 enti associati ad Uneba, una delle organizzazioni imprenditoriali rappresentative del settore socio sanitario assistenziale educativo privato. Al termine di due giorni di trattativa non stop ad Abano Terme, i sindacati di categoria Fp Cgil, Fp Cisl, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uil Fpl hanno siglato con la direzione imprenditoriale il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto nel 2012, con vigenza retroattiva per il triennio giuridico 2017/2019. L’ipotesi di accordo, che verrà sottoposta alla consultazione dei lavoratori, contempla un aumento economico a regime di 80,00€ al 4S livello, di cui 70,00€ di incremento tabellare per 14 mensilità, riparametrati per tutte le altre categorie e posizioni economiche; 50€ saranno erogati nel 2020 (20€ con la retribuzione di gennaio 2020, 30€ con la retribuzione del mese di dicembre 2020) mentre 30€, a garanzia dell’effettivo decollo della contrattazione integrativa, di cui 20€ erogati in busta paga nel 2021 in assenza di accordo di secondo livello. Ai lavoratori verrà erogato in un’unica rata il 1° febbraio 2021un importo una-tantum per il periodo pregresso di vacanza contrattuale pari a 100,00€ per tutti i lavoratori. Sul welfare è previsto il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa dal 1/07/2020 con 2€ in più, 1€ a carico del lavoratore e 1€ a carico aziendale in aggiunta agli attuali 5€ già destinati con il precedente rinnovo contrattuale. Una commissione paritetica nazionale all’uopo costituita che si riunirà entro sei mesi dalla firma del contratto nazionale avrà il compito di strutturare definitivamente e di avviare la previdenza integrativa, nonché di riorganizzare il sistema dell’assistenza sanitaria integrativa entro il 31 dicembre 2020. Oggetto di confronto in commissione paritetica sarà anche la ridefinizione e rimodulazione dell’istituto degli scatti di anzianità, dal 1° giugno 2020 al 31 dicembre 2022, per collegarlo all’effettiva crescita professionale, misurata in modo concreto e oggettivo. Tra le novità normative introdotte con l’intesa il rafforzamento della contrattazione decentrata, il riconoscimento dei tempi di vestizione in orario di lavoro, l’introduzione della banca etica solidale – alla cui costituzione è destinata inizialmente una giornata di Rol – e, sul mercato del lavoro, la previsione di una percentuale di stabilizzazione per i rapporti di lavoro a tempo determinato, la perimetrazione dei limiti dei contratti precari oltre allo sviluppo della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e della regolamentazione dell’assistenza domiciliare con il riconoscimento dei tempi di spostamento come orario di lavoro. Soddisfazione in casa Fisascat Cisl. Il segretario nazionale della categoria cislina Fabrizio Ferrari che ha preso parte attivamente alle trattative, sottolinea «il lavoro di sintesi operato dalle parti al tavolo che ha definito un rinnovo atteso dalle lavoratrici e di lavoratori da 7 anni che contribuisce a consolidare ulteriormente le previsioni contrattuali, anche con l’istituzione di specifiche commissioni che di fatto danno il via ad un confronto bilaterale permanente, che si orientano verso un modello solidaristico e partecipativo e che incentiva lo sviluppo della contrattazione di secondo livello». E’ il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini ad evidenziare «l’importanza di una intesa che contribuisce ad armonizzare la contrattazione esistente in un settore in crescita anche considerate le previsioni di invecchiamento demografico che collocano proprio l’Italia tra i paesi più vecchi al mondo dove presumibilmente crescerà la richiesta di servizi socio sanitari assistenziali e alla persona e dunque anche l’occupazione». «Anche in questo comparto dei servizi – ha concluso il sindacalista – è prioritario debellare il dumping contrattuale e favorire l’affermazione di una professionalità emergente degna di salari adeguati e di un trattamento normativo che risponda alle esigenze delle imprese e ai bisogni delle migliaia di lavoratrici e lavoratori occupati».