ArcelorMittal annuncia lo scioglimento del contratto e 5mila licenziamenti. In sciopero anche l’indotto dei servizi di pulizia e ristorazione e i lavoratori in somministrazione

Roma, 8 novembre 2019 – Si complica la vertenza dei 10777 dipendenti della più grande acciaieria d’Europa Ex Ilva che coinvolge anche i 5mila addetti dell’indotto dei servizi in appalto di pulizia civile e industriale e della ristorazione oltre ai lavoratori edili. ArcelorMittal, l’azienda multinazionale franco-indiana – vincolata all’ILVA da un contratto di affitto siglato nel 2018 dopo una lunga trattativa – ha avviato le procedure per retrocedere alla gestione commissariale. Pena lo scioglimento del contratto che la obbliga ad acquistare l’ex Ilva e che impegnava la multinazionale ad un investimento complessivo di circa 4 miliardi di euro nell’impianto, tra interventi di bonifica messa in regola degli impianti, nuovi investimenti, e mantenimento di tutti i dipendenti della società – la multinazionale per proseguire ha posto quattro condizioni: il ripristino dello scudo penale, l’autorizzazione a licenziare circa 5 mila dipendenti di ILVA, la riduzione della produzione-obiettivo da sei a quattro milioni di tonnellate oltre all’approvazione di una legge che permetta di tenere aperti gli altoforni sotto esame della magistratura per ancora 14-16 mesi. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha provato a persuadere la società a tornare sui suoi passi e ha offerto il ripristino dello “scudo penale”, la norma che protegge proprietari e dirigenti dell’azienda dal rischio di essere coinvolti in cause per i problemi ambientali e di sicurezza creati dalle gestioni precedenti dell’impianto. Se le trattative con ArcelorMittal dovessero fallire e il tribunale dovesse riconoscere le buone ragioni dell’azienda a disimpegnarsi, non sarà facile trovare un sostituto. Senza un investitore, la società tornerà sotto gestione commissariale al Mise e sarà necessario trovare gli svariati miliardi di euro che servono per proseguire il piano ambientale e mettere in sicurezza la città di Taranto. Il Governo è pronto al ricorso e are sulla cassa integrazione per 2500 addetti. Prende intanto quota l’ipotesi nazionalizzazione e nella cordata – ha anticipato Conte nella trasmissione Rai Porta a Porta – ci potrebbe essere anche cassa depositi e prestiti, a patto che – ha sottolineato – si realizzi il piano ambientale e si garantisca la salvaguardia dell’occupazione». Gli fa eco il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli «è una questione di sovranità nazionale – ha dichiarato – l’Italia deve continua re a produrre acciaio». Con o senza ArcelorMittal. I sindacati Cgil Cisl Uil, che puntano il dito contro i continui cambi di posizione sullo scudo penale, chiedono di mantenere la posizione escludendo la via giudiziaria ritenuta «troppo lunga» e, se necessario, andare allo scontro con la multinazionale per difendere i posti di lavoro. La prima a prendere l’iniziativa è stata la Fim Cisl con la proclamazione di uno sciopero immediato di 24 ore e il blocco dell’acciaieria 1 al quale è seguita la presa di posizione unitaria con Fiom Cgil e Uilm con la proclamazione dello sciopero unitario l’8 novembre e la mobilitazione estesa in tutti gli stabilimenti. In campo anche le rappresentanze sindacali dell’indotto dei servizi di pulizia civile e industriale, con le federazioni di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Ultrasporti che hanno aderito alla giornata di sciopero e alla mobilitazione insieme alle sigle degli appalti edili. A prendere parte alla mobilitazione anche i lavoratori in somministrazione rappresentati dalle federazioni di categoria Nidil Cgil, Felsa Cisl e UIltemp. “Bisogna avere rispetto per i lavoratori e per quelle comunità dove ci sono gli stabilimenti della ex Ilva. In questa vicenda sono in gioco non solo il futuro della produzione di acciaio nel nostro paese, ma anche investimenti importanti per la tutela dell'ambiente, della sicurezza e della salute dei cittadini". Lo sottolinea la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. "Lo sciopero dei lavoratori della ex Ilva è stato oggi un segnale forte, chiaro, unitario che non può essere ignorato da Arcelor Mittal ed anche dal Governo: non si può abbandonare il sito industriale a meno di un anno dalla firma dell’accordo che rilanciava la capacità produttiva, la difesa dell’occupazione e soprattutto gli investimenti per l’ambientalizzazione e la messa in sicurezza degli impianti. Sarebbe una vera catastrafofe nazionale. Un sconfitta grave per tutti“. È evidente che l'atteggiamento di Arcelor Mittal è del tutto inaccettabile, irresponsabile, quasi un ricatto. Ma l'unica strada è quella di ritornare al tavolo di confronto, far prevalere la responsabilità nella ricerca di una soluzione finalizzata a scongiurare i cinquemila esuberi e la chiusura degli impianti. La via legale sarebbe troppo lunga, farraginosa ed alla fine ci ritroveremmo solo la fabbrica chiusa. Dobbiamo invece privilegiare un percorso che mantenga in vita il sito e la produzione di acciaio così fondamentale per tutto il sistema produttivo nazionale. Proprio per questo il Governo deve sgombrare subito il campo dalla questione dello scudo penale. Il decreto legge è la strada più breve per togliere definitivamente dal tavolo quella questione che ha animato per tanto tempo il dibattito politico. Questo anche per impedire speculazioni da parte di Arcelor ed anche nella eventualità che altri soggetti si ritrovino nelle stesse condizioni. La certezza delle regole è una condizione imprescindibile per l’attuazione degli investimenti, soprattutto da soggetti internazionali. Non esiste oggi un piano B. Chi parla di altre soluzioni fa solo propaganda. La scelta, adesso, è tra salvare lo stabilimento ed il baratro. Speriamo che la dirigenza di Arcelor Mittal abbia un sussulto di responsabilità di fronte all'appello di migliaia di lavoratori e cittadini di Taranto e degli altri siti industriali".

Fist Cisl, si riunisce a Roma il Consiglio Generale della federazione del terziario della Cisl. In esame la situazione economica e sociale italiana, lo scenario contrattuale e le vertenze aperte nel settore dei servizi

Roma, 14 novembre 2019– Contesto internazionale e commercio globale, situazione economica e sociale italiana, mercato del lavoro e vertenze nel terziario al centro del Consiglio Generale della Fist Cisl convocato a Roma per esaminare lo scenario contrattuale di riferimento. In esame le ultime stime della Commissione Europea che collocano l’Italia in 28^ posizione rispetto agli altri Stati membri – con un Pil che sale dello 0,1% nel 2019 e dello 0,4% nel 2020 – fanalino di coda di una Unione Europea che risente delle tensioni protezionistiche e della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ma anche dell’incertezza sulla Brexit e della bassa inflazione. A gravare sulle prospettive del Bel Paese secondo la Commissione, è il suo debito elevato – un allarme lanciato anche da Bankitalia che stima la crescita dell’indebitamento netto in media di 0,7 punti percentuali del Pil all’anno nel triennio 2020- 2022 – ma anche la scarsa propensione agli investimenti pubblici – ridotti drasticamente intorno al 2% nonostante la flessibilità concessa dalle istituzioni europee sulla voce di bilancio – e il calo della produttività che collocano l’Italia in quartultima posizione. Anche sul mercato del lavoro il numero degli occupati in Italia è cresciuto dello 0,9%, in misura inferiore rispetto alla media della zona euro dell’1,3%, sebbene sia da considerare che l’Italia parte da un livello occupazionale più basso rispetto alla media europea, del 58,5% italiano vs il 68,5% dell’Europa a 28. I riflettori della categoria sono puntati in particolare sulla crescita della forza lavoro in Italia trainata prevalentemente dalle assunzioni nel settore dei servizi – dove si concentra oltre il 70% dell’occupazione con più di 16milioni e 600mila addetti e circa 8milioni di ore lavorate – sebbene il tasso di partecipazione sia lievemente diminuito tra i più giovani. Mentre crescono le tutele per gli ex interinali, con il recente rinnovo del contratto nazionale, nelle prossime settimane si aprirà la stagione dei rinnovi contrattuali per oltre 3milioni e mezzo i lavoratori del commercio, turismo e servizi. Molteplici le vertenze che vedono impegnate congiuntamente le due federazioni di seconda affiliazione alla Fist Cisl – Fisascat e Felsa – a cominciare dalla maxi operazione di acquisizione Conad/Auchan, con 3105 esuberi e altrettanti da ricollocare nella rete vendita del consorzio di dettaglianti, fino alla vertenza che ha coinvolto i 10.777 lavoratori Ex Ilva oltre ai 5mila addetti dell’indotto dei servizi, con l’ArcelorMittal che ha depositato al Tribunale di Milano l'atto di citazione sul recesso del contratto e le aspettative sull’evoluzione del confronto aperto anche alla nazionalizzazione. Senza dimenticare il limbo dei 16mila Ex Lsu e Appalti Storici coinvolti dal processo di internalizzazione dal 1° gennaio 2020 in attesa del Decreto Ministeriale che chiarisca i dettagli della stabilizzazione. Il dibattito nella categoria è acceso anche sul tema della rappresentanza sindacale, dopo le recenti sottoscrizioni delle convenzioni con l’Inps per l’attuazione degli accordi siglati negli anni scorsi; per la Fist Cisl è necessario contrastare la proliferazione della contrattazione in dumping ed estendere il sistema della rappresentanza certificata in tutti i comparti produttivi ed anche alle associazioni imprenditoriali. Tra i temi oggetto del confronto in casa sindacale anche quello connesso al salario minimo, da collegare all’efficacia erga omnesdei contratti collettivi siglati dalle associazioni comparativamente maggiormente rappresentative, come anche la revisione della normativa sulle liberalizzazioni e sugli orari di apertura degli esercizi commerciali da ricondurre al confronto tra Parti Sociali. Sempre aperto poi il dibattito sul ruolo della previdenza complementare, soprattutto nei settori del terziario privato dove i frequenti rapporti di lavoro discontinui incidono sul percorso previdenziale da integrare appunto con un sistema complementare, meglio se di origine contrattuale. Come anche sulla questione irrisolta dei lavoratori in part-time verticale ciclico che vedrà la Fist Cisl rilanciare il tema dell’equiparazione dei trattamenti previdenziali per le lavoratrici ed i lavoratori dei servizi dove si opera prevalentemente in regime di appalto e per periodi limitati. Sulle iniziative congiunte Fisascat e Felsa Cisl si comincerà il 3 dicembre prossimo con una sessione di approfondimento sui temi del lavoro flessibile nel comparto della distribuzione commerciale, sul rafforzamento del sistema di welfare bilaterale esistente e sulla sfida della rappresentanza, riservata ai segretari regionali delle due federazioni. Confermata nel 2020 la programmazione della Conferenza Under 35 Fist Cisl con oltre 200 giovani che prenderanno parte tra gennaio e febbraio alla kermesse finalizzata ad implementare l’azione del sindacato con le istanze promosse dai giovani. «Per affrontare le nuove sfide globali e del mercato dobbiamo lavorare in sinergia per assicurare, attraverso la contrattazione, una occupazione di qualità, nuove e tutele, salari adeguati e l’accrescimento del welfare» ha dichiarato il segretario generale della Fist Cisl Davide Guarini sottolineando l’urgenza di «contrastare la contrattazione in dumping e di definire un sistema di rappresentanza sindacale certificata in tutti i comparti produttivi da estendere anche alla compagine imprenditoriale». Il sindacalista ha dato risalto alle previsioni del nuovo contratto della somministrazione lavoro sottoscritto nelle scorse settimane con particolare riferimento alle «nuove tutele per i lavoratori somministrati ai quali è riconosciuto anche il diritto alla formazione oltre ad un rafforzamento del welfare e garanzie di continuità occupazionale nei cambi di appalto e al nuovo regime transitorio che ha scongiurato di fatto gli effetti del Decreto Dignità e la fuoriuscita dal mercato di oltre 50mila lavoratori con il contratto di somministrazione». Guarini ha poi evidenziato che nelle prossime settimane «si aprirà la stagione dei rinnovi contrattuali nel commercio, turismo e servizi con la definizione delle piattaforme di rinnovo che interessano oltre 3milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori». Il sindacalista ha commentato positivamente la sottoscrizione dei protocolli di intesa tra le federazioni di seconda affiliazione della Fist, la Fisascat Cisl e la Felsa Cisl, con il Patronato Inas Cisl funzionali alla promozione del secondo pilastro pensionistico e dei fondi pensione di origine contrattuale «anche considerati i bassi tassi di adesione alla previdenza complementare». Ha concluso i lavori del Consiglio Generale Fist Cisl il segretario confederale Cisl Andrea Cuccello. «Lo scenario italiano è complesso e anticipa la stagnazione che investirà anche il nostro Paese – ha dichiarato il sindacalista – Emerge chiaramente la necessità di politiche di Governo volte alla crescita e allo sviluppo sostenibile a cominciare dal taglio del cuneo fiscale». «Il nostro Paese – ha aggiunto – si deve dotare di una politica industriale capace di sostenere le imprese e l’occupazione e di creare un tessuto sociale forte». Il sindacalista ha infine espresso un plauso sull’iniziativa congiunta Fisascat Cisl e Felsa Cisl dedicata agli Under 35 che la Fist Cisl promuoverà nel 2020. «Non solo condividiamo pienamente l’urgenza di riportare i giovani al centro dell’azione sindacale – ha concluso Cuccello – ma siamo convinti sia necessario oggi più che mai rilanciare il ruolo del sindacato e dell’attività sindacale proprio tra le nuove generazioni, un obiettivo che la Cisl ha ben chiaro».

Conad/Auchan, mossa a sorpresa dell’azienda: si torna al tavolo per discutere del protocollo di crisi previsto dalla contrattazione nazionale di settore

Guarini: «L’impresa si renda disponibile ad individuare con i sindacati una soluzione equa,sostenibile e condivisa per sbloccare la vertenza» Roma, 14 novembre 2019 – Riprenderà domattina il confronto sulla maxi operazione di acquisizione Conad/Auchan. I vertici di Distribuzione Margherita, la nuova denominazionne societaria di Auchan Retail, con una comunicazione trasmessa ai sindacati di categoria Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs nella notte del 13 novembre hanno richiesto l’attivazione di un tavolo sul protocollo di crisi previsto dall’art 24 del contratto nazionale della distribuzione moderna organizzata siglato con Federdistribuzione. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «la società che detiene quello che resta del gruppo Auchan in Italia cerca di attivare un canale con le organizzazioni sindacali per uscire dall’angolo». «Per quanto le modalità di convocazione dell’incontro siano state oltremodo sbrigative – ha aggiunto – è necessario riannodare le fila di un confronto serrato per dare risposte alle lavoratrici ed ai lavoratori che nel corso di questo lungo blackout delle relazioni sindacali hanno visto accrescersi sensibilmente il loro carico di stress e di preoccupazioni». I temi che le organizzazioni sindacali riproporranno già in occasione di questo primo incontro, precisa il sindacalista, «saranno quelli rispetto ai quali la controparte non ha dato finora risposte convincenti, a cominciare dal destino occupazionale del personale di sede e dei punti vendita non ricompresi nei passaggi al sistema Conad». «I dati forniti in occasione dell’ultimo incontro al Mise che collocano gli esuberi attorno a un numero assai significativo tra i 3105 e le 6.200 unità – ha aggiunto – obbligano le parti a ricercare le ragioni del dialogo e del confronto responsabile in quanto ogni altra soluzione comporterebbe la deflagrazione di una bomba sociale». Per il sindacalista «sarà pure importante avere informazioni sull’andamento dei confronti con i soggetti interessati a rilevare una parte dei punti vendita». «Soprattutto – ha poi evidenziato – occorrerà chiedere agli interlocutori di parte aziendale se siano effettivamente nella condizione di impegnare il mondo Conad ed in prima istanza le 6 cooperative di sistema a farsi carico di un serio progetto di recupero occupazionale». «Il primo operatore della grande distribuzione organizzata in Italia ancorchè articolato in una struttura vasta e connotata da una significativa quantità di ragioni sociali e di imprese – ha aggiunto il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini – non può non raccogliere la sfida di operare socialmente in termini di soluzioni occupazionali concrete e reali per i tanti lavoratori attivi nell’ambito del gruppo che ha rilevato». «Questa peculiare esperienza di impresa che si dichiara attenta alle esigenze e ai bisogni delle comunità – ha concluso Guarini– si renda disponibile ad individuare con i sindacati una soluzione equa, sostenibile e condivisa per sbloccare una vertenza che altrimenti rischia di tradursi in un danno reputazionale senza precedenti».

Appalti Pulizie Scuole, dal 19 al 22 novembre presidi e mobilitazioni in tutta Italia. Il 19 a Roma la conferenza stampa indetta dai sindacati di categoria alle ore 12.00 presso la Cgil in Corso d’Italia, 25

Roma, 15 novembre 2019 – Ad un mese e mezzo dall’avvio dell'internalizzazione del servizio di pulizia e decoro scolastico, previsto dal 1° gennaio 2020, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltrasporti accendono nuovamente i riflettori sulla vertenza dei 16mila ex lsu e appalti storici che rischia di trasformarsi in una vera emergenza sociale. Le tre sigle dal 19 al 22 novembre hanno indetto la mobilitazione, organizzata a livello territoriale, con presidi e mobilitazioni in tutta Italia. Martedì 19 novembre alle ore 12.00 presso la sede Cgil Nazionale in Corso D’Italia 25 a Roma, i sindacati hanno organizzato una conferenza stampa che registrerà la partecipazione di una rappresentanza di lavoratori che racconterà le difficoltà di questa fase. A fronte di 16mila addetti ex Lsu e Appalti Storici attualmente impiegati nel servizio, il Decreto Ministeriale, non ancora pubblicato, dovrebbe portare alla stabilizzazione di circa 11mila addetti, ma anche al licenziamento di oltre 5mila lavoratrici e lavoratori! Il risparmio vantato di 170 milioni comporterebbe il taglio di posti lavoro e reddito. Per i sindacati il processo di internalizzazione deve essere realizzato nei tempi previsti. In ogni caso, sin da subito, è necessario attivare un tavolo di confronto con il coinvolgimento della Presidenza del Consiglio e degli altri ministeri interessati finalizzato ad individuare una soluzione per la continuità occupazionale di tutti i suddetti lavoratori coinvolti a partire dalla possibilità di utilizzare i 170milioni attualmente stanziati nel progetto Scuole Belle. I sindacati ritengono fondamentale detto intervento per trovare soluzioni idonee a dare continuità al servizio scuole e ad assicurare la tutela dell’occupazione e del reddito delle lavoratrici e dei lavoratori, perchè nessuno deve rimanere escluso!

Terziario, il Patronato Inas Cisl e la Fisascat Cisl siglano il protocollo di intesa sulla promozione del secondo pilastro previdenziale e sulla prevenzione delle malattie professionali

Roma, 13 novembre 2019 – Si consolida la collaborazione tra il Patronato della Cisl e la federazione sindacale del commercio, turismo e servizi. L’Inas e la Fisascat Cisl hanno siglato a Roma il protocollo sulla prevenzione delle malattie professionali e sulla promozione del secondo pilastro previdenziale nonchè in materia di assistenza sanitaria integrativa. Con l’intesa, che segue l’accordo nazionale siglato nei mesi scorsi dalla federazione di prima affiliazione Fist Cisl, la Fisascat Cisl si impegna a coinvolgere il Patronato nelle attività assembleari, di formazione e di informazione riservate agli operatori e ai delegati sulle prestazioni previdenziali ed assistenziali e di assistenza sanitaria integrativa di interesse per le lavoratrici ed i lavoratori dei settori rappresentanti, compresi gli agenti e i rappresentanti di commercio – ai quali sarà offerto un servizio di verifica ad hoc dei requisiti per l’accesso alle prestazioni erogate dalla Fondazione Enasarco – i promotori finanziari e le guide turistiche con servizi dedicati. A tutto tondo il convolgimento della categoria cislina che si impegna anche nella progettazione e nella realizzazione di nuovi strumenti informatici finalizzati alla interazione con il Patronato nella gestione dei processi condivisi, dal caricamento delle domande Naspi al riconoscimento dell’infortunio fino alla verifica della posizione contributiva ma anche sul sostegno al reddito e sui trattamenti riservati alla famiglia, dal congedo di maternità all’erogazione degli Anf. L’Inas si impegna a indirizzare i lavoratori presso gli oltre 60 sportelli #Opendoors organizzati a livello territoriale dalla Fisascat Cisl funzionali alla divulgazione dei contenuti della contrattazione nazionale e integrativa di settore e degli strumenti di welfare erogati dal sistema della bilateralità su sostegno al reddito, previdenza complementare e assistenza sanitaria integrativa. Il Patronato orienterà inoltre le lavoratrici ed i lavoratori di commercio, turismo e servizi colpiti da infortunio o malattia professionale presso centri medici ad alta specializzazione per effettuare gli accertamenti necessari al riconoscimento del nesso di causalità tra l’attività lavorativa e la patologia. La Fisascat Cisl commenta positivamente il rinnovato rapporto di collaborazione con il Patronato Inas. «Il potenziamento delle sinergie – ha dichiarato il segretario generale Davide Guarini -~consentirà una maggiore divulgazione della cultura previdenziale e di promuovere al meglio il secondo pilastro pensionistico e i fondi di previdenza complementare per i lavoratori del terziario privato, settore prevalente dell’economia italiana». «La collaborazione – ha sottolineato il sindacalista – sarà volta anche ad assicurare un sistema di tutele per infortuni e malattie professionali progettando inoltre servizi ad hoc e consulenze personalizzate sulle molteplici opportunità di welfare offerte dalla contrattazione di settore ai vari livelli». Per il Presidente Inas Cisl Gigi Petteni «questo nuovo passaggio – a distanza di meno di un anno dalla firma dell’accordo quadro tra Inas e Fist Cisl – esprime bene la volontà di confermare un percorso condiviso che unisce la tutela collettiva garantita dalla categoria e quella individuale fornita dal patronato: oggi confermiamo un impegno importante, riflettendo sulla strada fatta insieme e affinando gli strumenti necessari a rafforzare l’assistenza globale che stiamo costruendo per tutti i lavoratori iscritti alla Fisascat». «La sinergia a cui abbiamo dato vita ruota attorno a temi fondamentali come la diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro, la certezza della giusta pensione, la verifica dei contributi, l’importanza di ricorrere alla previdenza complementare e ai servizi previsti dalla bilateralità: per questo, con il nuovo accordo – ha concluso Petteni – ci impegniamo a stare sempre più sul territorio, vicino ai lavoratori, anche in azienda, in modo da mettere sempre la persona al centro del nostro lavoro congiunto».

Conad/Auchan-Sma. Il 30 ottobre il tavolo al Mise, in sciopero i 18mila lavoratori coinvolti dalla maxi operazione di acquisizione. Dell’Orefice: «Tutti gli attori al confronto istituzionale assumano un ruolo responsabile e costruttivo»

Roma, 28 ottobre 2019 – Incroceranno le braccia mercoledì 30 ottobre i 18mila lavoratori della rete Auchan/Sma coinvolti dalla maxi operazione di acquisizione avviata dal Consorzio Nazionale Dettaglianti Conad. Lo sciopero, proclamato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, sarà supportato da un presidio organizzato davanti al ministero dello Sviluppo Economico in concomitanza del tavolo convocato al dicastero. Alla manifestazione romana sono attesi circa 600 lavoratori dell’intera rete, comprese le sedi e la logistica, provenienti da tutta Italia. Dopo lo strappo consumato nelle scorse settimane al tavolo sul passaggio dei primi 109 negozi e dei 5700 lavoratori coinvolti, i sindacati puntano il dito contro la mancanza di garanzie sulle tutele occupazionali rivendicando un vero piano di rilancio della rete vendita e certezze sul futuro dei lavoratori. «Con la mobilitazione dei lavoratori Auchan/Sma – ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice – intendiamo rafforzare la posizione negoziale espressa al tavolo di confronto con i rappresentanti delle imprese e far comprendere che non solo le sigle sindacali, ma tutte le lavoratrici ed i lavoratori, richiedono garanzie rispetto alla continuità operativa, commerciale e occupazionale del compendio di gruppo rappresentato non solo dai negozi ma anche dalla rete logistica e dagli uffici amministrativi e commerciali di Rozzano, Brescia, Ancona, Roma e Vicenza». «Una buona riuscita della mobilitazione – ha aggiunto il sindacalista – farà comprendere a tutti i soggetti coinvolti l’importanza che questa vertenza ricopre non solo per una parte significativa del territorio nazionale ma anche per il settore della Grande Distribuzione Organizzata nel suo complesso». Per Dell’Orefice «è fondamentale che l’approccio fin qui avuto dalla Bdc si modifichi radicalmente ed evitare che Auchan/Sma si trasformi in una bad company dove resteranno gestioni passive ed esuberi». «E’ prioritario richiedere ed ottenere dalla società che controlla Auchan precise linee di investimento e un quadro chiaro della cessione dei punti vendita che saranno operate da qui in futuro oltre che le necessarie garanzie occupazionali per tutti i lavoratori» ha chiosato il sindacalista sottolineando che «I sindacati insieme ai lavoratori non possono limitarsi ad essere passivi spettatori dello smantellamento dell’impresa e della parte più performante della rete vendita». «Il salvataggio del perimetro di impresa, commerciale e occupazionale – ha concluso il sindacalista – è una corsa contro il tempo che deve vedere tutti gli attori coinvolti interpretare un ruolo responsabile e costruttivo».

Conad/Auchan, si riduce a 154 il numero dei negozi acquisiti dal consorzio di dettaglianti. Massiccia l’adesione allo sciopero su tutto il territorio nazionale

I sindacati richiamano al senso di responsabilità sociale: «Si preservi il patrimonio delle risorse umane»Roma, 30 ottobre 2019 – Sofferto e articolato il tavolo riaperto al Mise tra il gruppo dirigente di Auchan Sma, la direzione della Bdc Srl e i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs, in presenza del Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial e del sottosegretario Alessandra Todde, sul destino della rete commerciale della multinazionale francese della grande distribuzione organizzata acquisita dal Consorzio di Dettaglianti Conad. Va in soffitta il piano quinquennale declinato dalla Bdc in occasione dei precedenti incontri con i sindacati; l’operazione dovrebbe avere un timing molto più ristretto e concludersi entro il mese di giugno 2020. Oltre ai 109 negozi oggetto di trasferimento e dei 5700 addetti occupati – operazione che avverrà da ottobre 2019 a marzo 2020 – Conad procederà all’acquisizione di soli 45 altri punti vendita mentre sarebbero già in corso le trattative con un primario gruppo della Gdo per altri 31 negozi. Secondo quanto comunicato al tavolo dalla Bcd le trattive sulla cessione di ulteriori 52 negozi, con 1735 dipendenti, sarebbero giunte ad un livello avanzato; nulla è dato sapere sui restanti 32 negozi della rete sui quali sono attivi 2207 dipendenti. L’esubero presentato dal gruppo Auchan – quantificato originariamente in circa 6200 unità ricavati dalla maggiore incidenza del costo del lavoro rispetto al sistema Conad – si ridurrebbe a 3105 lavoratori; circa 3100 lavoratori saranno ricollocati per il tramite dei trasferimenti nella rete commerciale. Nell’ambito dei 154 punti vendita che transiteranno al sistema Conad 29 negozi saranno oggetto della riduzione delle superfici – dal 30 al 50% in media da realizzarsi entro la fine del 2020 – per conformarsi al livello organizzativo del Consorzio di Dettaglianti. Per quanto riguarda la logistica dovrebbe concretizzarsi l’assorbimento del sistema Conad dei centri logistici di Chiari, Melfi e Grantorto e, in prospettiva, si potrebbe aprire la strada dell’integrazione per i centri logistici di Fiumicino, Santa Palomba e Osimo. A complicare la situazione il pronunciamento dell’Antitrust sui 33 punti vendita Sma confluiti al Gruppo Arena; almeno in 20 mercati territoriali l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sollevato delle obiezioni con l’apertura dell’istruttoria. Per i sindacati «il confronto con Bdc e Conad deve conoscere un innalzamento in termini qualitativi». Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs richiamano ad «un’assunzione di responsabilità corale che non si limiti solo a impresa e organizzazioni sindacali, ma veda la partecipazione attiva degli Enti Locali, in particolare delle Regioni per la ricollocazione dei lavoratori». «E’ fondamentale che la vertenza non lasci nessuno indietro perchè Conad – affondano i sindacati – non ha acquisito solo il retail, ma anche le funzioni e i dipendenti che non operano esclusivamente nelle rete commerciale». A fare da corollario alla giornata di mobilitazione la massiccia adesione allo sciopero, in media superiore all’85% su tutto il territorio nazionale, per i sindacati «concreta e visibile condivisione delle lavoratrici e dei lavoratori alla posizione dei sindacati e che dimostra chiaramente anche l’attaccamento all’impresa e al lavoro». Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs infine «Conad deve rispettare gli impegni presi sulla continuità dell’impresa acquisita e non tentare di fare forzature» e ancora «bisogna agire con senso di responsabilità per salvaguardare non solo il patrimonio aziendale ma anche il patrimonio delle risorse umane qualificate che rappresenta il valore aggiunto dell’impresa».

Appalti pulizia scuole, dal 1° gennaio 2020 al via l’internalizzazione del servizio. Fronte sindacale compatto. Necessarie risposte per tutti, la bozza di decreto interministeriale mette a rischio 5mila lavoratrici e lavoratori

Roma, 18 ottobre 2019 – Nessuno resti escluso. È quanto sostenuto dalle rganizzazioni sindacali rispetto al giusto e importante processo di internalizzazione dei servizi di pulizia, ausiliariato e mantenimento del decoro nelle scuole statali italiane previsto dal 1° gennaio 2020. A pochi giorni dalla mobilitazione e da un partecipato sciopero nazionale, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti rilanciano sulla necessità di definire una soluzione per la continuità occupazionale di tutti i 16mila addetti ex Lsu e Appalti Storici coinvolti. La bozza di Decreto Interministeriale, che ad oggi prevede 11.236 assunzioni dirette, paventa una perdita occupazionale di 4.783 lavoratori. Una situazione inaccettabile per i sindacati, che rivendicano una gestione coordinata della vertenza attraverso l’attivazione di una cabina di regia che coinvolga perlomeno i ministeri dell’Istruzione, del Lavoro e dell’Economia, al fine di garantire la contestualità degli interventi utili alla piena occupazione di tutti i lavoratori coinvolti. Dire che con questa manovra si risparmiano 170 milioni di Euro, fino ad oggi utilizzati per dare un lavoro e un salario ai 16mila lavoratori impiegati, significa avallare quasi 5mila licenziamenti. Situazione che Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti contrasteranno con tutte le iniziative necessarie I sindacati, infine, sollecitano l 'attivazione del tavolo di confronto e interventi integrativi finalizzati ad una gestione flessibile del processo di internalizzazione, che dovrà avere i caratteri dell’inclusività e dell’adeguatezza degli strumenti e delle risorse per confermare a tutte le lavoratrici e lavoratori un posto di lavoro e un reddito anche dopo il 1 gennaio 2020.

Sanità integrativa terziario, i sindacati commentano positivamente l’intesa di Confcommercio e Federdistribuzione

Roma, 23 ottobre 2019 – "La notizia della definizione di un percorso condiviso tra Confcommercio e Federdistribuzione in merito all'assistenza sanitaria integrativa è positiva e va sostenuta come parti sociali firmatarie dei contratti".Questa la dichiarazione di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs che ritengono una scelta giusta quella volta alla possibilità di utilizzare le competenze, le dimensioni e le performance oggi garantite dai Fondi Est e Quas per erogare prestazioni sanitarie integrative alle lavoratrici e ai lavoratori del settore appartenenti alle piccole, medie e grandi imprese. L'intesa mostra, come sostenuto dalle organizzazioni sindacali, che è possibile, pur nel rispetto delle autonomie associative, prevedere una razionalizzazione e mettere in condivisione strumenti di derivazione contrattuale a supporto del Welfare. "Anche il tavolo tecnico di confronto tra le due Associazioni datoriali – proseguono i segretari generali delle tre organizzazioni sindacali, Maria Grazia Gabrielli, Davide Guarini e Brunetto Boco – finalizzato da quanto si è appreso, a costruire approfondimenti e analisi comuni in merito al settore distributivo può essere considerato un buon viatico al confronto". Il settore distributivo vive una fase di ulteriori trasformazioni legate alla crisi e all'evoluzione dei formati distributivi, all'innovazione tecnologica, alla concorrenza ancora condizionata da competizione sui costi che vede alimentare il rischio di dumping nel mercato a partire dal dumping contrattuale. Siamo anche alla soglia di un'importante scadenza come quella dei rinnovi dei Contratti Nazionali di Lavoro applicati a oltre 2,5 milioni di addetti. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs auspicano che il confronto tra Confcommercio e Federdistribuzione sia di supporto alla costruzione di un dialogo più inclusivo tra tutti gli attori del settore perché il futuro negoziato sul contratto nazionale di lavoro non sconti divisioni e ritardi che impatterebbero negativamente sulle lavoratrici e i lavoratori del terziario.

Sanità: Cgil Cisl Uil, tutelare lavoratori e servizi Sereni Orizzonti spa società coinvolta in indagine per frode

Roma, 25 ottobre 2019 – «Apprendiamo dalla stampa di un’operazione che ha fatto emergere un complesso sistema di frode ai danni delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia, in cui sarebbe coinvolta la società Sereni Orizzonti Spa, che gestisce delicati e importanti servizi rivolti ad anziani minori e adolescenti. Società che abbiamo più volte segnalato nel tempo per scorrette applicazioni contrattuali. La nostra attenzione va, oltre che all’utenza e al servizio, a lavoratrici e lavoratori che non possono in alcun modo ritrovarsi a pagare il conto di una situazione su cui non hanno alcuna responsabilità». Questo il commento di Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs sull’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Udine, coordinata dalla Procura della Repubblica, e che vede coinvolta la società Sereni Orizzonti Spa. «Abbiamo più volte segnalato, nel corso del tempo, le scorrette applicazioni contrattuali operate dall’azienda ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori. Se le accuse di frode fossero confermate, verrebbe dimostrata la giustezza delle nostre denunce – sottolineano i sindacati -. Ciò nonostante, in questa fase così drammatica, la nostra attenzione va ai lavoratori e all’utenza, vere vittime di una situazione che può avere risvolti gravi. Attenderemo l’evolversi delle indagini. Intanto opereremo in ogni modo per tutelare servizi e lavoratori. Lo faremo mantenendo con loro uno stretto rapporto, struttura per struttura, a partire dai prossimi giorni» concludono.