Ex Mercatone Uno, vertenza dimenticata. I sindacati sollecitano il tavolo al Mise: la grave condizione reddituale dei lavoratori merita attenzione

Roma, 20 settembre 2019 – Futuro incerto quello dei 1860 lavoratori ex Mercatone Uno. Mentre si avvicina la scadenza per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisto dell’intero o di parte del perimetro del compendio aziendale prevista per il 31 ottobre e dopo il rinvio dell’incontro al ministero dello Sviluppo Economico previsto per il 16 settembre, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sollecitano ancora una volta il Mise a convocare il tavolo finalizzato ad assicurare una supervisione istituzionale e maggiori garanzie di trasparenza e ripristinare corrette relazioni sindacali.I sindacati segnalano anche lo stallo sull’attivazione delle politiche attive a livello regionale ed esortano a definire la revisione delle modalità di coinvolgimento degli attori coinvolti, allo stato impossibilitati a procedere. Sullo sfondo anche la situazione dei 10mila dipendenti delle aziende fornitrici in attesa di essere pagate e l’utenza che non ha ricevuto la merce già saldataLe tre sigle stigmatizzano l’ennesima comunicazione avvenuta a mezzo stampa sullo stato di avanzamento della ricerca di potenziali acquirenti, stavolta trasmessa anche ai sindacati, nella quale l’organo collegiale sorteggiato tre mesi fa definisce gli stessi sindacati “interlocutori essenziali, al pari di tutti gli stakeholder” e ancora che “intende aggiornare i sindacati sulle attività in corso, con particolare riferimento al processo di cessione dei rami aziendali”.Un metodo questo che insieme ai contenuti e al tono della missiva, sottolineano le tre sigle nella nota trasmessa al dicastero, “evidenzia l’assoluta anomalia che caratterizza l’operato del Collegio commissariale nelle relazioni sindacali e con i lavoratori”. Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs i dati segnalati nella nota stampa appaiono “assolutamente generici e fuorvianti e, a poco più di un mese dalla conclusione ipotizzata per la ricerca di possibili acquirenti, aumentano le preoccupazioni già espresse”.“La vertenza dei lavoratori Ex Mercatone uno non cada nel dimenticatoio – affondano i sindacati – La grave condizione reddituale degli addetti di un settore altamente frammentato merita attenzione al pari dei lavoratori di altri comparti”.

Dumping Contrattuale, le confederazioni Cgil, Cisl e Uil e la Confindustria hanno firmato con l’Inps la convenzione per la misurazione della rappresentanza sindacale

Roma, 19 settembre 2019 – Le confederazioni Cgil, Cisl e Uil e la Confindustria hanno firmato con l’Inps la convenzione per misurare la reale rappresentatività dei sindacati e sconfiggere la piaga dei contratti pirata.A sottoscrivere il documento che chiude oltre otto anni di discussioni e tentativi di accordo i leader sindacali Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo alla presenza del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo e del presidente Inps, Pasquale Tridico.«Finalmente si rende operativa l’intesa siglata otto anni fa» ha commentato la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. «L’intesa rilancia la contrattazione ed il ruolo libero ed autonomo delle associazioni sindacali nei luoghi di lavoro e nel paese».La Fisascat Cisl, che con le associazioni di Confindustria sigla contratti per oltre un milione di addetti dei servizi e del turismo, commenta positivamente la definizione di nuovi meccanismi per misurare il grado di rappresentanza e sancire lo stop ai contratti pirata firmati da sindacati non rappresentativi, sistema adottato anche nel comparto del terziario dove nel 2015 i sindacati confederali Cgil Cisl Uil hanno siglato con la Confcommercio Imprese per l’Italia le regole della contrattazione nazionale e di secondo livello oltre ai nuovi criteri di misurazione e certificazione della rappresentanza e della rappresentatività.«E’ prioritario contrastare la proliferazione dei contratti in dumping ed allo stesso tempo consolidare gli interventi di welfare contrattuale previsti dalla contrattazione siglata dalle associazioni sindacali maggiormente rappresentative» ha dichiarato il segretario generale della categoria Davide Guarini sottolineando «che la sottoscrizione della convenzione tra l’Inps, Inl, Confindustria e Cgil Cisl Uil rappresenta un ulteriore passo avanti in questa direzione che si muove verso un sistema di rappresentanza certificata che dovrà necessariamente essere esteso alla compagine imprenditoriale e a tutti i comparti produttivi dove si concentra l’occupazione in Italia».

Carrefour, prorogata la validità del Contratto Integrativo al 20 giugno 2020

Roma, 19 settembre 2019 – I sindacati di categoria Cgil Cisl Uil hanno siglato con la direzione del gruppo francese della grande distribuzione organizzata Carrefour Italia l’accordo di proroga della validità del Contratto Integrativo Aziendale applicato ai 20mila dipendenti della multinazionale.Nel mese di giugno scorso è stato raggiunto l’accordo sulla procedura di licenziamento collettivo avviata dalla multinazionale per 580 lavoratrici e lavoratori impiegati in 32 dei 50 ipermercati in Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Lazio e Sardegna.La risoluzione dei rapporti di lavoro è avvenuta esclusivamente su base volontaria, con un importante incentivo all’esodo volto a garantire il potere di acquisto ai lavoratori che hanno percepito la differenza tra l’indennità naspi e la retribuzione lorda – circa 33mila euro lordi per un IV livello medio full time – al quale si è aggiunto un ulteriore incentivo fino a 8mila euro.Il segretario nazionale Vincenzo Dell’Orefice si è detto «convinto della proroga della contrattazione integrativa per garantire alle lavoratrici ed ai lavoratori in una fase di ristrutturazione aziendale i punti fermi del trattamento economico normativo».«A differenza di altre realtà che in situazione analoghe hanno ritenuto opportuno disdettare in la contrattazione senza peraltro risolvere lo stato di crisi – ha sottolineato il sindacalista – Carrefour ha rappresentato in questa specifica situazione una positiva controtendenza di cui non si può non tener conto».«Per Fisascat Cisl – ha chiosato Dell’Orefice – resta di fondamentale importanza contribuire, all’interno di questa importante realtà commerciale in Italia, ad un ulteriore rafforzamento delle relazioni sindacali per dare alle scelte che vengono compiute in maniera condivisa fra azienda e sindacati una impronta di tipo sociale».«Da una crisi aziendale – ha concluso – si esce più forti se non si lascia indietro nessuno».

Manovra. Al via confronto Governo Parti Sociali, il premier Conte apre alle proposte dei sindacati. Furlan: «Buon punto partenza, serve scossa a economia»

Roma, 19 settembre 2019 – Prende il via il confronto Governo Parti Sociali. Il premier Conte apre ai sindacati confederali Cgil Cisl Uil e conferma che in manovra si punterà ad alleggerire «la pressione fiscale a partire dalla riduzione delle tasse sul lavoro». Il premier ha annunciato una nuova agenda di investimenti “verdi” e un piano strutturale di interventi per il Sud.Sul tavolo anche la questione del salario minimo; i sindacati hanno ribadito la propria posizione e cioè «che occorre dare valore ’erga omnes’ ai contratti nazionali, in modo da risolvere non solo la questione della paga oraria, ma anche quella delle tutele e dei diritti». Cgil Cisl Uil hanno espresso apprezzamento per l’avvio del confronto.La segretaria generale Cisl, Annamaria Furlan, ha parlato di «un buon punto di partenza» a cui deve seguire «un percorso comune con il Governo per dare una scossa all’economia».E ancora ha valutato positivamente la volontà di alzare le buste paga dei lavoratori sollecitando la riduzione delle tasse ai pensionati. Bene anche «il completamento della sperimentazione di Quota 100», e «l’avvio delle politiche attive del lavoro».Tra gli altri punti, Furlan ha rimarcato «la centralità della crescita e del lavoro» ma anche «della salute e della sicurezza sul lavoro» tema oggetto di confronto Governo Parti Sociali già dalla prossima settimana.

Contrasto alle molestie sessuali, La UITA sigla l’intesa con la direzione di Accorhotels.

Il Gruppo Accor è presente in Italia con 19 strutture alberghiere e circa 800 dipendentiRoma, 19 settembre 2019 – La UITA – l’Unione internazionale lavoratori dell'alimentazione, dell'agricoltura, del tabacco e del turismo e del tabacco e delle industrie connesse – ha siglato con la catena alberghiera francese AccorInvest un accordo sulle misure per la lotta alle molestie sessuali al lavoro.L’accordo stabilisce la politica di tolleranza zero sulle molestie sessuali e riconosce il ruolo indispensabile dei sindacati e della negoziazione collettiva per la loro eliminazione dai luoghi di lavoro. Una procedura dettagliata che tiene conto delle questioni di genere forma la base della sua implementazione, dalla prevenzione alle sanzioni.È il primo accordo firmato dalla UITA in questo ambito dopo l’adozione nel giugno di quest’anno della Convenzione Oil 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro. Riguarda tutte le persone impiegate dal Gruppo o che operano per conto di AccorInvest.AccorInvest è il più grande operatore di hotel a marchio Accor con circa 900 hotel in tutto il mondo, derivante da un accordo di esclusività. Accorhotels è presente in Italia con 19 strutture e circa 800 dipendenti; opera con alberghi a marchio Novotel, Ibis, Mercure, Sofitel, Pullman, Movenpick e Gallery Hotel Collection.Per la funzionaria sindacale della Fisascat Cisl Elena Maria Vanelli «l’impegno europeo dei sindacati del turismo sta dimostrando, attraverso la sottoscrizione di accordi sindacale come questo, di aver capito quanto sia urgente intervenire per contrastare queste aberranti azioni». «La Fisascat – ha concluso la sindacalista – partecipa attivamente a questa azione e chiede alle imprese, in questo caso ad Accor di trasformare questi accordi internazionale in azioni concrete e concordate sul territorio nazionale».

Consorzio Manital, in 10mila senza stipendio dal mese di maggio. i sindacati scrivono alle istituzioni

Roma, 19 settembre 2019 – Sono senza retribuzione dal mese di maggio i 10mila addetti del Consorzio Manitalidea – Manitalidea e società consorziate, in crisi conclamata e irreversibile.I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno sollecitato un incontro urgente ai ministri dell’Istruzione, del Lavoro e dello Sviluppo Economico denunciando il mancato rispetto degli impegni presi al ministero dello Sviluppo Economico nei mesi scorsi.Le tre sigle lanciano l’allarme sulle conseguenze gravissime e sulla condizione personale e familiare dei lavorati giunti allo stremo ma anche sul clima di tensione sociale, sempre più difficile da governare che, per quanto riguarda gli appalti scuole, rischiano di avere conseguenze gravi sull’avvio dell’anno scolastico.Per le tre sigle “c’è la necessità di una assunzione di responsabilità dei ministeri interessati, a partire dal Miur, affinchè si attivino per il pagamento in surroga delle competenze dei lavoratori e per dare avvio alle procedure per l’affidamento ad altre imprese degli appalti come previsto dal Codice degli Appalti”.Filcams Fisascat e UItrasporti esortano anche “le committenze pubbliche e private ad attivarsi per il pagamento in surroga delle competenze dei lavoratori”.

Conad/Auchan, avviato l’esame congiunto sul passaggio dei primi 109 punti vendita che transiteranno tra ottobre 2019 e marzo 2020

Roma, 19 settembre 2019 – Continua il confronto in sede sindacale sulla maxi operazione di acquisizione Conad/Auchan che complessivamente coinvolge circa 18mila lavoratori e più di 250 vendita. Avviato l’esame congiunto sul passaggio dei primi 109 punti vendita, e dei 5700 lavoratori coinvolti, che transiteranno al sistema Conad fra ottobre 2019 e marzo 2020.La Fisascat Cisl ha richiesto che venga esplicitato univocamente il campo applicativo di un eventuale intesa raggiunta rispetto ai trasferimenti considerato che la pluralità di imprese coinvolte anche di piccole dimensioni indurrebbe a ritenere che la portata delle soluzioni eventualmente pattuite potrebbe non interessare l’intera platea dei soggetti coinvolti.Nel merito la categoria cislina ritiene necessario non operare in maniera disgiunta nel confronto con la società Bdc, alla cui direzione e coordinamento sono sottoposte le imprese Auchan, Sma, Scd.Il prossimo incontro programmato per il 23 settembre oltre che proseguire l’esame dell’esame congiunto sulle motivazioni e gli esiti dei processi di trasferimento dei 109 negozi servirà per approfondire i temi connessi ad una soluzione complessiva della vertenza conseguente all’acquisizione del gruppo Auchan.«Contestualmente al trasferimento dei 109 punti vendita – ha sottolineato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice – va affrontata la questione del destino occupazionale dei dipendenti impiegati sia nella logistica che nelle attività amministrative e commerciale delle sedi di Rozzano, Ancona, Brescia e Roma».«In particolare – ha aggiunto il sindacalista – ci aspettiamo di avere dalla controparte informazioni di maggior dettaglio in ordine al destino degli ipermercati non ricompresi dal passaggio, al futuro del personale della logistica e delle sedi amministrativo/ e commerciali come anche sul ricorso agli ammortizzatori sociali e a forme di incentivazione all’esodo volontario che, per la Fisascat Cisl, non può comunque prescindere da una ponderata valutazione degli effetti che si potrebbero avere sull’efficienza dei servizi soprattutto in relazione al rischio di trasferimenti unilaterali».

Contratti terziario turismo e servizi, nel 2019 scadranno per oltre 3milioni e mezzo di addetti. Vertenze aperte per oltre 40mila addetti

Guarini: «Prioritario contrastare la contrattazione in dumping e definire il taglio del cuneo fiscale»Roma, 18 settembre 2019 – Rinnovare i contratti di lavoro resta la mission principale di un sindacato rappresentativo. Lo ribadisce la Fisascat Cisl, in assise a Roma con i componenti del Comitato Esecutivo chiamati a raccolta per fare il punto sullo scenario contrattuale nel commercio, turismo e servizi. Sono oltre 3milioni e mezzo i lavoratori coinvolti entro fine 2019 dalla scadenza dei contratti nazionali; si tratta dei lavoratori del terziario distribuzione e servizi, dei lavoratori del lavoro domestico, del comparto ortofrutticolo e del settore dei servizi socio sanitario assistenziale educativo per i quali già nelle prossime settimane verranno definite le piattaforme unitarie di rinnovo.Per altre centinaia di migliaia di addetti del comparto dei servizi – multiservizi e vigilanza privata in primis ma anche di alcuni segmenti del settore socio sanitario assistenziale educativo – le trattative di rinnovo contrattuale sono in stallo ormai da diversi anni mentre nel settore proliferano i contratti pirata che riducono drasticamente salari, diritti e tutele garantiti invece dai contratti nazionali siglate dalle associazioni maggiormente rappresentative.Sullo sfondo le principali vertenze nel settore che coinvolgono complessivamente oltre 40mila addetti, di cui 18mila interessati dalla maxi operazione di acquisizione Conad/Auchan che cambierà radicalmente la struttura della distribuzione commerciale in Italia, più di 16mila Ex Lsu e Appalti Storici in attesa dei dettagli del processo di internalizzazione del servizio di pulizia ausiliariato e decoro nelle scuole previsto dal 1° gennaio 2020 senza retribuzione da diversi mesi – come nel caso dei lavoratori del Consorzio Manital – e circa 1.860 lavoratori ex Mercatone Uno in attesa di sviluppi al tavolo avviato nei mesi scorsi al Mise.Una riflessione a tutto campo quella promossa dalla Fisascat Cisl alla vigilia della sottoscrizione del rinnovo dello storico accordo sulla rappresentanza siglato da Cgil Cisl Uil e Confindustria il 10 gennaio 2014 e dell’ampliamento della convenzione tra Inps, Inl, Confindustria, Cgil, Cisl Uil.La Fisascat Cisl, che con le associazioni di Confindustria sigla contratti per oltre un milione di addetti dei servizi e del turismo, commenta positivamente la definizione di nuovi meccanismi per misurare il grado di rappresentanza e sancire lo stop ai contratti pirata firmati da sindacati non rappresentativi, sistema adottato anche nel comparto del terziario dove nel 2015 i sindacati confederali Cgil Cisl Uil hanno siglato con la Confcommercio Imprese per l’Italia le regole della contrattazione nazionale e di secondo livello oltre ai nuovi criteri di misurazione e certificazione della rappresentanza e della rappresentatività in un comparto altamente polverizzato dove il ruolo delle Rsa/Rsu è essenziale per l’esigibilità della contrattazione.«E’ prioritario contrastare la proliferazione dei contratti in dumping ed allo stesso tempo consolidare gli interventi di welfare contrattuale previsti dalla contrattazione siglata dalle associazioni sindacali maggiormente rappresentative» ha dichiarato il segretario generale della categoria Davide Guarini sottolineando «che la sottoscrizione della convenzione tra l’Inps, Inl, Confindustria e Cgil Cisl Uil rappresenta un ulteriore passo avanti in questa direzione che si muove verso un sistema di rappresentanza certificata che dovrà necessariamente essere esteso alla compagine imprenditoriale e a tutti i comparti produttivi dove si concentra l’occupazione in Italia».Il sindacalista ha commentato positivamente l’avvio del confronto Governo Parti Sociali con la riproposizione della piattaforma unitaria Cgil Cisl Uil dal titolo “Le priorità di Cgil Cisl Uil per il futuro del Paese” sostenuta nei mesi scorsi con diverse mobilitazioni sindacali. «Condividiamo in pieno la proposta confederale sulla riduzione del cuneo fiscale, per alzare le buste paga dei lavoratori e le pensioni e sostenere le imprese che producono il 75% per i consumi interni» ha dichiarato Guarini esprimendo apprezzamento «per l’avvio del confronto istituzionale previsto già dalla prossima settimana in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro dove il quotidiano bollettino sulle morti bianche continua a riempire purtroppo le pagine di cronaca».«Come categoria – ha concluso il sindacalista – abbiamo anche bisogno di ragionare sui nuovi scenari economici e del mercato dei servizi, come anche sulle prospettive della distribuzione commerciale in Italia dove appare evidente il cambio di paradigma con la radicale trasformazione del format distributivo che si orienterà sempre più verso un formato glocal anche correlato alla nuove dinamiche di acquisto che si evolvono rapidamente verso l’e-commerce».

Fist Cisl. Il Comitato Esecutivo a confronto sui temi economici e sociali e sul mercato del lavoro italiano.

Nel 2020 la conferenza under 35, momento di approfondimento e confronto sui temi sviluppati dai giovani quadri, delegati e operatori di Fisascat Cisl e Felsa Cisl.Roma, 18 settembre 2019 – Scenario globale, commercio mondiale e guerra dei dazi, situazione politica economica e sociale italiana al centro del dibattito del Comitato Esecutivo Fist Cisl, la federazione dei sindacati del terziario a cui hanno dato vita nel 2013 le federazioni di seconda affiliazione Fisascat Cisl e Felsa Cisl, impegnate sul campo per contrastare la crescente precarietà dell’occupazione nel settore dei servizi.Una riflessione a tutto tondo quella avviata dalla categoria cislina che in particolare ha esaminato lo scenario occupazionale di riferimento del comparto prevalente dell’economia italiana con oltre 7milioni e 800mila ore lavorate su complessive 11milioni di ore e più di 18milioni e 770mila addetti su oltre 25milioni e 500mila occupati, ma dove tuttavia crescono i rapporti di lavoro a tempo parziale, a quota 18,7%, e l’occupazione indipendente e atipica si attesta al 23% secondo i più recenti dati Istat. In esame anche la bassa crescita registrata in Italia, condizione che coinvolge in realtà tutti i Paesi dell’Eurozona e determinata anche dal persistere delle tensioni commerciali in atto; le aziende italiane manterrebbero le quote di mercato, soprattutto grazie alla spesa delle famiglie e alle esportazioni, ma si attendono le ripercussioni sui mercati degli orientamenti della politica di Bilancio che il neo Governo Conte Bis varerà nelle prossime settimane.La Fist Cisl osserva con attenzione l’andamento del confronto Governo Parti Sociali avviato proprio oggi con la convocazione dei sindacati confederali Cgil Cisl Uil che rilanciano a gran voce le previsioni della piattaforma unitaria dal titolo “Le priorità di Cgil Cisl Uil per il futuro del Paese” sostenuta nei mesi scorsi con diverse iniziative di mobilitazione.«Crediamo sia necessario ricercare la massima condivisione degli obiettivi strategici che il Governo intende raggiungere ma anche individuare gli strumenti per rilanciare l’economia e combattere le diseguaglianze e dare risposte agli oltre 3milioni di lavoratori poveri e alle centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti dalle crisi aziendali» ha dichiarato il segretario generale della Fist Cisl Davide Guarini nell’intervento introduttivo ai lavori.Per il sindacalista «non è più rinviabile riformare il sistema fiscale con il taglio del cuneo fiscale a favore delle buste paga dei lavoratori e dei pensionati» ma anche «il contrasto all’evasione fiscale». «Gli interventi sulle tasse sul lavoro – ha sottolineato Guarini – devono essere considerati non solo sui salari bassi ma anche su quelli medi che riguardano la stragrande maggioranza dei lavoratori italiani» e ancora «occorre parlare di riforma fiscale non in termini di flax tax ma rimodulando le aliquote con il criterio della progressività».Per Guarini inoltre «la salute complessiva del mercato del lavoro resta preoccupante, con l’impennata del part-time involontario e l’aumento degli inattivi mentre rimane sempre aperto e attuale il problema della parità di genere sulle retribuzioni, sulle qualifiche e sulla necessità di promuovere interventi a favore dei giovani anche attraverso welfare e previdenza». Per il sindacalista «servono investimenti veri che qualifichino il lavoro» e ancora «va sbloccata la partita delle infrastrutture materiali e immateriali, promossa l’innovazione e la giusta transizione dell’economia digitale, valorizzando la contrattazione, ma anche rilanciare formazione competenze e riqualificazione professionale».Guarini ha poi annunciato lo svolgimento della Conferenza Under 35, programmata a fine gennaio 2020, iniziativa dedicata ai giovani quadri, delegati e operatori di Fisascat Cisl e Felsa Cisl, occasione di approfondimento tecnico politico organizzativo e di confronto sui temi sviluppati dagli stessi giovani che saranno argomento di proposte e riflessione ai livelli più alti del sindacato. E’ Mattia Pirulli, componente della segreteria nazionale Fist Cisl ad illustrare i dettagli dell’iniziativa specificando che «è importante conoscere le aspettative e la visione dei nostri giovani sindacalisti e operatori che operano sul campo rispetto ai temi della contrattazione e della rappresentanza ma anche sul welfare e sulla comunicazione sindacale» ha sottolineato il sindacalista per il quale è essenziale anche «sviluppare proprio tra i giovani il concetto di appartenenza alla Cisl».Proseguono intanto le attività condivise dalle due federazioni di seconda affiliazione alla Fist Cisl, a cominciare dalle iniziative regionali comuni su welfare e previdenza e dalle iniziative di formazione congiunta riservata ai quadri ed agli operatori sui temi del mercato del lavoro e sulle previsioni del contratto nazionale del terziario distribuzione e servizi che interessa oltre 3milioni e mezzo di addetti, la più vasta platea di lavoratori per settore in Italia, di cui oltre il 25% da ricondurre alla tipologia del lavoro atipico, autonomo e somministrato.

Lavoro domestico, riprende il tavolo per il contratto. Le parti si impegnano a definire il rinnovo entro il 31 dicembre 2019

Roma, 13 settembre 2019 – E’ ripresa la trattativa tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf e le associazioni imprenditoriali di settore Fildaldo, Domina per il nuovo contratto nazionale di lavoro scaduto nel 2016.Calendarizzato un fitto calendario di incontri a cominciare dal 16 e dal 29 ottobre a Roma con l’obiettivo di definire il rinnovo entro il 31 dicembre 2019.Per la Fisascat Cisl è urgente definire un quadro di regole per la maggiore dignità dei lavoratori del comparto ai quali garantire pari diritti e pari doveri e che solo il contratto nazionale di lavoro può fornire un valido strumento per superare l’alta vertenzialità e contrastare il lavoro nero e sommerso, fenomeno purtroppo presente nel settore dove i rapporti di lavoro regolari, certifica l’Inps, sono circa 900mila su un totale di 2milioni di addetti stimati.E’ in questo scenario che trovano spazio le richieste di parte sindacale sul riconoscimento di permessi retribuiti per il rinnovo del permesso di soggiorno o per disbrigare le pratiche di ricongiungimento familiare ma anche il divieto di licenziamento fino al compimento di un anno del figlio per le lavoratrici madri oltre al riconoscimento della copertura economica per i giorni di malattia nonché il diritto a sospendere le ferie in caso di sopraggiunta e certificata malattia.Particolare attenzione dei sindacati anche sulla bilateralità e sul riconoscimento di una indennità in caso di mutamento delle condizioni di lavoro per nuove esigenze della persona.