Consorzio Manital, ancora senza stipendio i 10mila addetti. I sindacati denunciano il mancato rispetto degli impegni presi al Mise, la crisi di Governo non allontani le soluzioni

Roma, 27 agosto 2019 – Sono ancora senza retribuzione i 10mila addetti di Manitalidea e delle società consorziate in crisi conclamata e irreversibile. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, nel denunciare il mancato rispetto de gli impegni presi al ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 29 luglio, lanciano l’allarme sulle conseguenze gravissime e sulla condizione personale e familiare dei lavorati giunti allo stremo.“Lavoratori esasperati che nonostante i forti disagi causati dal comportamento delle imprese e delle committenze stanno continuando a garantire servizi e prestazioni” recita il volantino sindacale unitario nel quale si punta il dito anche sul ruolo delle istituzioni chiamate a sciogliere i nodi della districata vertenza. “Il Mise, il Miur, il Ministero del Lavoro e la Consip – prosegue il volantino – si erano impegnati a verificare se fosse concreta l’affermazione di Manital circa i crediti vantati dalle committenze pubbliche e, se del caso, ad eseguire e sollecitarne i pagamenti”. I sindacati nel documento congiunto stigmatizzano anche la mancanza di risposte e affondano rispetto lo stallo determinato dalla crisi di Governo “che non può far mancare l’impegno e la responsabilità dei ministeri interessati”.Le tre sigle sollecitano “le committenze pubbliche e private ad attivarsi per il pagamento in surroga delle competenze dei lavoratori e che si dia avvio alle procedure per l’affidamento ad altre imprese degli appalti.

Controlli GdF località turistiche, Guarini: «Sindacato in campo per contrastare illegalità e favorire l’emersione lavoro nero e sommerso»

Roma, 13 agosto 2019 – «La stagionalità è una caratteristica strutturale del settore turismo e spesso purtroppo fa rima con irregolarità e con il mancato rispetto delle norme di legge e dei contratti nazionali di lavoro. L’azione del sindacato è finalizzata a contrastare un fenomeno cronico e l’illegalità diffusa nel comparto turistico e favorire l’emersione del lavoro nero e sommerso.L'attività svolta in campo dalla Guardia di Finanza è fondamentale e può agire da deterrente» lo ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini ai microfoni di Radio InBlu commentando l’esito degli oltre 22mila controlli della GdF nelle cinque Regioni a più forte vocazione turistica Sardegna, Puglia, Toscana, Emilia Romagna e Lazio, dai quali emergono l’irregolarità dei rapporti di lavoro che ha coinvolto circa 6.500 lavoratori, oltre ai fenomeni di abusivismo, contraffazione, affitti in nero e truffe di carburante.Il sindacalista, a margine dell’intervista, accende poi i riflettori sulle condizioni di lavoro delle migliaia di addetti stagionali, «un esercito di oltre 400mila lavoratrici e lavoratori per i quali occorre definire un intervento sinergico e condiviso da tutti i soggetti coinvolti finalizzato da un lato all’ampliamento del periodo ricettivo e dall’altro all’allungamento dei rapporti di lavoro esposti ad una crescente precarizzazione».Guarini sottolinea in particolare il ruolo della contrattazione per ricondurre alla legalità i rapporti di lavoro nel comparto turistico. «I contenuti dei più recenti accordi territoriali sulla stagionalità nel terziario, recependo l’opportunità offerta dalla legislazione vigente sulla possibilità di assumere personale a tempo determinato per ragioni di stagionalità senza limiti numerici per tutte le attività del terziario nei Comuni turistici fortemente condizionate da un’intensificazione dell’attività in alcuni periodi dell’anno, dimostrano che è possibile abbinare alla legalità delle attività di impresa la regolarità dell’occupazione».«Le intese laddove sottoscritte, frutto della concertazione e della contrattazione a livello locale – evidenzia Guarini – consentono di utilizzare in maniera stagionale la formula del contratto a termine, invece di ricorrere ad altre forme atipiche e flessibili, permettendo così di offrire lavoro di qualità e professionalità tra l’altro ad una platea molto più ampia di lavoratori, e definiscono gli stagionali nelle località turistiche nei periodi di maggiore attrattività garantendo trattamenti contrattuali sicuri e garantiti, grazie anche all’intervento della bilateralità, garantendo anche l’accesso ai percorsi di formazione professionale, elemento strategico per assicurare competitività al comparto turistico».«Senza dimenticare poi la necessità di definire ammortizzatori sociali dedicati che valorizzino proprio la caratteristica strutturale della stagionalità» sottolinea infine il sindacalista suggerendo «la radicale trasformazione della Naspi che allo stato attuale, così come concepita, soprattutto per i lavoratori con una durata dei rapporti di lavoro inferiore al semestre, non assicura dignità e sostenibilità economica».

Lavoro festivo, Guarini: «Anche a Ferragosto il riposo è un diritto dei lavoratori, affidare alla contrattazione il compito di definire norme sulla flessibilità contrattata e retribuita»

Roma, 13 agosto 2019 – Riposare nel giorno di festa è un diritto dei lavoratori del terziario, commercio, turismo e servizi. Lo ricordano i sindacati di categoria alla vigilia della Festa religiosa dell’Assunzione di Maria coincidente con il Ferragosto, invitando i cittadini a non andare a fare shopping in una giornata tradizionalmente dedicata alle relazioni familiari ed alle gite fuori porta con amici e parenti ed i lavoratori ad astenersi dalla prestazione, ricordando che non esiste l’obbligatorietà al lavoro festivo e che nessuna riduzione o trattenuta, secondo quanto previsto dalla contrattazione nazionale di settore, potrà essere operata sulla retribuzione come conseguenza della mancata prestazione.Il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini, con l’auspicio la revisione del quadro legislativo in materia di aperture commerciali rimanga tra gli obiettivi del Governo, rilancia sulla «necessità di intervenire sulle misure varate negli ultimi anni dagli Esecutivi che si sono succeduti negli anni che hanno introdotto un sistema di liberalizzazioni che non ha prodotto i risultati sperati ma piuttosto si è tradotto con una maggiore precarizzazione dell’occupazione e dei rapporti di lavoro, scardinando la contrattazione sull’organizzazione del lavoro costruita con le aziende, peggiorando le condizioni di lavoro e minando il faticoso equilibrio nella vita privata delle lavoratrici e dei lavoratori in comparti ad occupazione prevalentemente femminile».Il sindacalista sottolinea il ruolo della contrattazione di secondo livello ricordando che «proprio il livello decentrato può stabilire norme sulla flessibilità contrattata e retribuita ad hoc come anche sulla volontarietà della prestazione, introducendo ad esempio un sistema turnistico concordato che risponda efficacemente alle esigenze dei lavoratori ed a quelle delle imprese in un’ottica partecipativa».

Appalti Pulizie Scuole, sindacati al Miur sul processo di internalizzazione del servizio dal 1° gennaio 2020 sollecitano la stabilità occupazionale e reddituale per tutti i 16mila ex Lsu e Appalti Storici.

Urgente l’attivazione della Cabina di Regia Interministeriale c/o la Presidenza del Consiglio dei Ministri Roma, 5 agosto 2019– Nessun lavoratore sia escluso dal processo di internazionalizzazione del servizio di pulizia, ausiliariato e mantenimento del decoro nelle scuole italiane svolto dai circa 16mila ex Lsu e dei cosiddetti appalti storici per i quali è urgente garantire continuità occupazionale e di reddito. E’ questa la posizione condivisa dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti convocate dopo diverse sollecitazioni dal Miur il 1° agosto insieme alle tre confederazioni Cgil Cisl Uil e alle federazioni del comparto scuola. Per il dicastero ha preso parte il Capo di Gabinetto Giuseppe Chinè. Per la Cisl hanno preso parte il segretario confederale Ignazio Ganga insieme al segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari e alla segretaria nazionale della Cisl Scuola Concettina Cupani.A meno di 5 mesi dal 1 gennaio 2020, data individuata per la realizzazione di quanto previsto dall’emendamento alla Legge di Bilancio 2019, ancora nulla di ufficiale emerge sugli atti necessari a realizzare il processo; la bozza di Decreto Interministeriale sulle modalità, sui criteri e sui titoli della Procedura Selettiva concertato dai quattro dicasteri coinvolti (Istruzione, Economia, Lavoro e Funzione Pubblica) ed illustrato ai sindacati fisserebbe le procedure di assunzione a tempo indeterminato sui 11.263 posti accantonati in organico di diritto. I sindacati, riservandosi di trasmettere le osservazioni al testo proposto, chiedono di avviare immediatamente le procedure per poter rispettare i tempi previsti dalla Legge.Pur condividendo la scelta di internalizzare il servizio, che metterebbe fine alle tante difficoltà affrontate negli ultimi anni, il fronte sindacale esorta a definire una soluzione che coinvolga tutta la platea dei lavoratori coinvolti, agendo nella massima trasparenza a livello territoriale per evitare che si creino sovrapposizioni con i precari Ata della Scuola. I sindacati sollecitano l’attivazione di una cabina di regia interministeriale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri finalizzata individuare ulteriori risorse per assicurare la continuità occupazionale e del reddito dei lavoratori e ad individuare soluzioni condivise e a dare risposte certe alle migliaia di lavoratori e lavoratrici oggi occupati nelle scuole di ogni ordine e grado, realizzando una vera tutela dei livelli reddituali e occupazionali.Sullo sfondo la situazione dei lavoratori allo stato sospesi con le richieste di attivazione del Fis avanzate dalle imprese del settore; i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, rivendicando l’utilizzo delle risorse accantonate fino a tutto il mese di agosto 2019 dalla finanziaria, nelle scorse settimane hanno sollecitato i competenti ministeri dell’Istruzione e del Lavoro e le associazioni imprenditoriali ad attivare celermente il tavolo di monitoraggio previsto dalle intese governative.Riflettori accesi anche sulle problematiche che stanno emergendo in alcuni Lotti della Convenzione Consip, dove i lavoratori sono attanagliati dal costante ritardo del pagamento delle retribuzioni nella migliore delle ipotesi; i sindacati hanno invitato i dicasteri coinvolti ad avviare il necessario confronto anche sulla II Rata 2019 a copertura del periodo 1° settembre/31 dicembre 2019 e a definire una soluzione per la continuità occupazionale e reddituale dei lavoratori.Il provvedimento assunto dal Governo è sicuramente positivo e condiviso, precisano i sindacati favorevoli dunque al processo di internalizzazione del servizio, che tuttavia stigmatizzano il ritardo nei provvedimenti da adottare e l’assenza di un confronto preventivo tra tutti i soggetti interessati nella vicenda che, in assenza di garanzie occupazionali e reddituali, rischierebbe di trasformarsi in una vertenza dura e socialmente non sostenibile se non si daranno risposte a tutte le lavoratrici e lavoratori Ex Lsu e Appalti Storici.

Vigilanza privata e servizi fiduciari, pienamente riuscito lo sciopero di due giorni per il contratto nazionale scaduto da più di 43 mesi. I sindacati pronti a nuove mobilitazioni, il 6 settembre incroceranno le braccia gli addetti alla sicurezza privata

#DirittiInSicurezza Roma, 2 agosto 2019 – Pienamente riuscito lo sciopero indetto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs per il rinnovo del contratto nazionale della Vigilanza Privata e dei Servizi Fiduciari scaduto nel 2015 e atteso dai 70mila addetti del settore. La protesta, articolata su due giorni a livello territoriale con manifestazioni e sit-in davanti le Prefetture, ha registrato a livello nazionale una media superiore al 70%, con punte del 100% nel comparto del trasporto valori e del 90% in quello della vigilanza fissa.Nonostante le numerose precettazioni operate dalle imprese del settore i lavoratori hanno aderito in massa alla mobilitazione finalizzata ad accendere i riflettori sulle condizioni di lavoro in uno dei settori dei servizi che opera prevalentemente in appalto, dove le logiche del massimo ribasso e del subappalto si riflettono pesantemente sull’orario di lavoro e anche sulle retribuzioni esposte al dumping contrattuale.L’elusione delle norme contrattuali e di Legge fa il paio con la proliferazione dei contratti pirata che irrimediabilmente riducono diritti e tutele e abbassano drasticamente il corrispettivo economico ai limiti della sostenibilità. Sullo sfondo la radicale trasformazione del comparto dei servizi in seguito alle recente evoluzione della compagine imprenditoriale (Sicuritalia-Ivri), alle recenti acquisizioni nonché dal lungo elenco di aziende cessate per mala gestiono, che evidenziano una mancanza di controlli puntuali e costanti da parte delle autorità competenti.La Fisascat Cisl rilancia sulla necessità di rinnovare la contrattazione nazionale siglata dalle associazioni maggiormente rappresentative e invita le associazioni imprenditoriali di settore Univ, Anivip, Assiv, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Federlavoro e Servizi e Agci Servizi a fare un passo indietro rispetto alle posizioni assunte al tavolo di trattativa, al palo nonostante le numerose sollecitazioni dei sindacati. Salario, cambio di appalto, bilateralità, contrattazione di secondo livello, classificazione del personale, salute e sicurezza e welfare contrattuale sono solo alcune delle rivendicazioni dei sindacati che hanno respinto fermamente le proposte imprenditoriali sul mercato del lavoro, sull’orario del lavoro e sul trattamento economico della malattia e dell’infortunio, tese per lo più a ridurre i diritti dei lavoratori e ad introdurre una flessibilità senza regole gestita ad appannaggio esclusivo delle imprese.Per la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca «necessita un intervento decisivo da parte dei due Ministeri competenti, Lavoro e Interno, per riportare in auge il settore della sicurezza. Si è tanto parlato di sicurezza nell’ultimo periodo ma nulla ancora si è fatto per ridare dignità a chi, mediante la propria opera quotidiana, è chiamato a garantire la sicurezza di beni e persone».«Questo – ha aggiunto – è un comparto dove i rinnovi contrattuali avvengono con tempi biblici e ciò non è più tollerabile». «Rinnovare un contratto – ha concluso – significa adeguare le norme e la retribuzione ma soprattutto riconoscere il ruolo fondamentale che gli addetti del comparto della sicurezza privata svolgono per la cittadinanza tutta». Lo sciopero è differito al 6 settembre per gli addetti alla vigilanza nei siti aeroportuali; entro il mese di settembre i sindacati convocheranno un Attivo nazionale delle Rappresentanze Sindacali per definire i passi successivi della vertenza.

Ex Mercatone Uno, incontro informativo al Mise tra i sindacati e i commissari straordinari. A breve la data room sulla cessione dei 55 punti vendita

Roma, 1 agosto 2019 – Resta alta l’attenzione dei sindacati nella complessa vertenza dei lavoratori ex Mercatone Uno. Si è svolto al Mise l’incontro che ha avuto solo carattere informativo tra le federazioni di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e i Commissari straordinari. Delusione per l'assenza del Mise, che i sindacati continuano a ritenere indispensabile, ed a cui più volte è stata richiesta la convocazione del tavolo di crisi.Sul tavolo la necessaria attività di ricognizione effettuata dall’organo collegiale sorteggiato un mese fa e il bando per la cessione pubblicato. C’è tempo fino al 31 ottobre per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisto dell’intero o di parte del perimetro del compendio aziendale mentre le operazioni di cessione dovranno chiudersi perentoriamente entro il 31 dicembre 2019. Nei prossimi giorni verrà definita la data room dove saranno inseriti tutti i dati finanziari del complesso aziendale in vendita.I Commissari hanno informato i sindacati della sottoscrizione di due accordi quadro con la curatela fallimentare Shernon Holding rispetto alle figure professionali dedicate alle attività di ricognizione amministrativa e sugli assets aziendali del perimetro oggetto dell’operazione. Emblematico il passaggio in cui la triade incaricata dal Mise ha riferito che per i mesi di maggio e giugno, ha dovuto pagare 400mila euro di stipendi per coloro i quali sono stati comandati dalla curatela a prestare servizio; una cifra esagerata se si tiene presente che i lavoratori comandati sono 20 circa.I sindacati hanno chiesto massima trasparenza anche su questo. I sindacati hanno anche espresso tutta la preoccupazione per quello che potrà essere l'esito del bando di vendita, ed hanno ribadito la necessità di affrontare il percorso con la massima trasparenza. Per questo motivo Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno sollecitato i Commissari ad avviare una interlocuzione diretta e una giusta e corretta relazione tra le parti, stigmatizzando le recenti fughe di notizie relativamente al bando di vendita. A fronte delle ripetute richieste di incontro rivolte dai sindacati anche al Ministero del Lavoro, per affrontare la grave condizione reddituale dei lavoratori, i Commissari hanno informato le organizzazioni sindacali che stanno valutando di inviare un interpello all'Inps.È stata intanto avviata una procedura di mobilità che potrà prevedere esclusivamente la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con la non opposizione al licenziamento. È perciò rivolta esclusivamente ai lavoratori che manifesteranno tale volontà, perché in vista della pensione o di altra occupazione. Il tavolo è aggiornato al 16 settembre a Roma; i sindacati chiedono che la sede del confronto sia istituzionale per assicurare maggiori garanzie di trasparenza, confidando nella supervisione del ministero dello Sviluppo Economico che finora non risponde a pieno a quanto auspicato.I sindacati sollecitano inoltre la convocazione di più tavoli di confronto con la volontà di individuare entro la scadenza dei termini le soluzioni più idonee a salvaguardare tutta la platea occupazionale.

Conad/Auchan, conclusa l’operazione di acquisizione.

Dell’Orefice: «Ora si passi al confronto con i sindacati su destino strutture commerciali/amministrative e 18mila lavoratori coinvolti».Roma, 1 agosto 2019 – Conclusa la maxi operazione di acquisizione Conad/Auchan la Fisascat Cisl rilancia sulla necessità di inaugurare un serrato confronto di merito sul destino delle strutture commerciali e delle sedi dedicate alle funzioni amministrative e tecnico-operative nonché sul futuro occupazionale dei circa 18.000 lavoratori coinvolti. La federazione cislina, che sin da subito ha condiviso l'obiettivo di giungere prima dei termini originariamente previsti (ottobre 2019), al subentro della società veicolo dell’acquisizione BDC Italia SpA nella proprietà della Società che detiene le attività Auchan e Sma in Italia, «ritiene di fondamentale importanza chiarire portata e condizioni degli interventi e degli investimenti che si vorranno mettere in campo per rivitalizzare una rete commerciale in serie difficoltà e che, soprattutto in anni recenti, ha subito passivamente il deteriorarsi dei propri fondamentali economici-patrimoniali» ha commentato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice. Per il sindacalista «serve una svolta, una crescita sensibile e sostenuta in termini di ricavi e, in periodi congrui, la riattivazione della creazione di valore, che naturalmente anche noi auspichiamo, devono necessariamente accompagnarsi ad investimenti mirati anche alla valorizzazione del personale dipendente». «Bisogna darsi obiettivi realistici e, non di meno, – ha concluso il sindacalista – operare con estrema attenzione nei tempi che questa operazione inevitabilmente comporterà».

Consorzio Manital, parziali e insufficienti per i sindacati le soluzioni proposte al tavolo ministeriale

Roma, 31 luglio 2019 – Parziali e insufficienti per i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti le soluzioni avanzate al tavolo ministeriale dagli esponenti di Manitalidea e delle società consorziate nella complessa vertenza che coinvolge i 10mila addetti del Consorzio Manital senza stipendio da diversi mesi. L’incontro, sollecitato dalle tre sigle, si è svolto in presenza dei rappresentanti del ministero del Lavoro, del Mise, del Miur e della Consip. Dopo 7 ore di confronto Manitalidea e le società Consorziate hanno dato disponibilità a pagare entro il 2 agosto la retribuzione di giugno ai lavoratori occupati negli appalti delle scuole; entro il 10 agosto verranno pagate le retribuzioni ai lavoratori occupati negli altri appalti. I sindacati hanno preso atto della dichiarazione aziendale che, pur rispondendo alla priorità posta, viene giudicata parziale e insufficiente e, soprattutto, non risolutiva di una condizione di difficoltà che, da troppo tempo, coinvolge 10mila lavoratori, confermando che sui territori e nei singoli appalti potranno continuare tutte le iniziative di contrasto, anche legali, utili a vedere riconosciuti i salari e le competenze mancanti, richiedendo il coinvolgimento delle committenze per l'attivazione dei pagamenti in surroga e per l'affidamento ad altre imprese degli appalti oggi in capo alle imprese del Consorzio Manital, nella convinzione che le committenze pubbliche e private si debbano assumere la responsabilità, prevista anche dalla Legge, finalizzata al rispetto delle norme e dei contratti. Il lungo incontro ha visto il presidente di ManitalIdea portare giustificazioni alle mancate erogazioni dei salari che ascrivono alla responsabilità degli Enti pubblici, che non pagano regolarmente le fatture, le cause delle proprie difficoltà. Le organizzazioni sindacali, pur comprendendo la gravità della situazione denunciata che richiede di essere approfondita e risolta, hanno giudicato, parziali e non esaustive le giustificazioni dell'impresa, sottolineando che dal Bilancio 2017 (ultimo disponibile) emergono anche altre ragioni che attengono ad investimenti poco sostenibili, alla diversificazioni delle attività, ad aumento di emolumenti per il CdA, che rendono lo stato economico dell'impresa oramai da crisi conclamata e difficilmente reversibile. Filcams, Fisascat e Uiltrasporti hanno sottolineato inoltre che le difficoltà delle imprese, a qualsiasi ragione dovute, non si possono scaricare sui dipendenti e pregiudicare il pagamento delle retribuzione e delle competenze dei lavoratori che continuano regolarmente a prestare la propria attività. In merito alle ragioni addotte dalle imprese riguardo ai crediti vantati verso gli Enti pubblici, i ministeri presenti hanno preso l'impegno ad approfondire e, se del caso, a sollecitarne il pagamento, invitando le imprese a dare comunque e nell'immediato una risposta concreta con il pagamento delle retribuzioni.

Vigilanza privata e servizi fiduciari, senza contratto da oltre 3 anni i 70mila lavoratori del comparto dei servizi. E’ sciopero l’1 e il 2 agosto, tutte le piazze della mobilitazione

#DirittiInSicurezza Roma, 31 luglio 2019 – Non mollano la presa i 70mila lavoratori della vigilanza armata e dei servizi fiduciari pronti allo sciopero nazionale per il nuovo contratto nazionale proclamato dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uitucs per l’1 e il 2 agosto, differito al 6 settembre per gli addetti alla vigilanza nei siti aeroportuali. La protesta è articolata a livello territoriale con presìdi e sit-in davanti le Prefetture. Le ultime sessioni di trattativa con le associazioni imprenditoriali di settore Univ, Anivip, Assiv, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Federlavoro e Servizi e Agci Servizi non hanno sciolto i nodi del negoziato per il rinnovo contrattuale atteso ormai da 42 mesi dagli addetti del comparto dei servizi, prevalentemente in appalto e pertanto particolarmente esposto al dumping contrattuale. I sindacati considerano inaccettabili le proposte imprenditoriali sul mercato del lavoro, sull’orario del lavoro e sul trattamento economico della malattia e dell’infortunio, tese per lo più a ridurre i diritti dei lavoratori e ad introdurre una flessibilità senza regole gestita ad appannaggio esclusivo imprenditoriale. Le tre sigle Cgil Cisl Uil stigmatizzano anche lo stallo delle trattative sui temi dell’incremento salariale, del cambio di appalto, della bilateralità, della contrattazione di secondo livello come anche della classificazione del personale, salute e sicurezza e welfare contrattuale temi sui quali i sindacati hanno presentato una concreta proposta di riforma senza ricevere riscontro formale. Per i sindacati “continua a prevalere un atteggiamento strisciante contrario a realizzare la riforma contrattuale necessaria per un settore che quotidianamente dimostra i mali di cui soffre e che purtroppo si scaricano continuamente sulle spalle dei lavoratori, come dimostrato anche dalle numerose e conclamate situazioni di crisi aziendali nonché di sistematica violazione delle regole contrattuali esistenti.” Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs “non può passare sotto traccia tale fenomeno” e ancora “è necessario un intervento decisivo da parte dei Ministeri del Lavoro e dell’Interno, anche nelle loro articolazioni territoriali. Non ci si può ricordare della funzione esercitata dagli addetti del comparto in tema di sicurezza solo in occasione degli scioperi mediante le precettazioni. Quotidianamente, il loro lavoro deve essere valorizzato e ciò non può certamente avvenire se non si garantisce un aumento salariale, migliori condizioni di lavoro nel rispetto anche della vita extra lavorativa, di salute e sicurezza sul lavoro, turni di lavoro idonei al recupero delle energie psicofisiche”.

Manitalidea, martedì 30 luglio si torna al tavolo di confronto con MiSE e Ministero del Lavoro

Roma, 29 luglio 2019 – È ancora aperto il confronto nella ricerca di soluzioni immediatamente praticabili per fronteggiare la crisi del consorzio Manital. Dall’incontro di venerdì scorso, cui hanno partecipato funzionari dei ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro, è emersa la volontà di coinvolgere quanto prima Manitalidea e tutte le Società consorziate, con la convocazione di un nuovo incontro, fissato a domani, martedì 30 luglio. In occasione dello Sciopero Generale dei lavoratori Manitalidea e delle Società Consorziate e del Presidio davanti al Ministero del Lavoro, le Organizzazioni Sindacali sono state ricevute con una delegazione composta da funzionari e delegati di lavoratrici e lavoratori. Filcams, Fisascat e Uiltrasporti, ribadendo le ragioni della protesta ai funzionari ministeriali, hanno presentato ( per l’ennesima volta ) l’analisi della situazione economica di Manital che, a parere dei sindacati, è oramai in crisi conclamata e difficilmente reversibile. È stata sottolineata la necessità di un confronto con tutti i soggetti coinvolti: Ministeri interessati, Manitalidea, Società Consorziate e Organizzazioni Sindacali per fare definitiva chiarezza sullo stato dell’impresa e trovare soluzioni strutturali – senza escluderne alcuna – che devono garantire i pagamenti degli stipendi e delle competenze dovute alle scadenze previste. È stato inoltre chiesto che il Mise e il Ministero del Lavoro si prendano in carico la vertenza Manital, al pari di molte altre crisi che, purtroppo, stanno caratterizzando questi mesi e anni, adoperandosi fattivamente per dare risposte positive ai 10mila lavoratrici e lavoratori oramai esasperati, rimarcando il rischio di ricadute sociali gravi e difficilmente controllabili. Nella convinzione che la conquista di un tavolo istituzionale, frutto delle iniziative di lotta messe in campo dai lavoratori e dai sindacati in questi mesi, debba necessariamente fornire risposte immediate e positive alle giuste rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori, Filcams, Fisascat e Uiltrasporti ritengono sia necessario continuare ad agire con tutti gli strumenti e azioni per sostenere la vertenza dei dipendenti di Manital e Società Consorziate.