Roma, 26 luglio 2019 – Dopo tre anni di trattativa la direzione del Gruppo Lagardère – leader mondiale del Travel Retail presente in 35 paesi nel mondo con oltre 4.600 negozi Travel Essentials, Duty Free & Luxury e Foodservice negli aeroporti, stazioni ferroviarie e altre strutture – ha siglato con i sindacati il rinnovo del contratto integrativo aziendale.Salute e sicurezza, diritti individuali per maternità, ferie solidali, contrasto alle molestie sessuali sul luogo di lavoro, trattamento economico della malattia e relazioni sindacali i punti cardine dell’intesa che contempla anche il salario variabile fino a 500 euro, convertibili volontariamente in prestazioni welfare; in tal caso l’Azienda aggiungerà il 10% della cifra maturata.Un importante compromesso è stato raggiunto sul salario integrativo aziendale: l’integrativo definisce un meccanismo di consolidamento per gli assunti fino al 31 luglio 2019 per il canale autostradale, con un ulteriore pacchetto di welfare che per la durata dell'accordo incrementerà le retribuzioni fino a 120 euro annui.Per i nuovi assunti nei canali non autostradali il pacchetto welfare partirà dopo un anno dall'assunzione con importi che potranno raggiungere i 600 euro dopo 4 anni di lavoro.I sindacati hanno espresso soddisfazione per il risultato contrattuale, maturato in un contesto di grande concorrenza e mutabilità di mercato, è particolarmente rilevante considerando anche le trattative aperte con gli altri operatori della ristorazione in concessione.La funzionaria sindacale della Fisascat Cisl Elena Maria Vanelli sottolinea «il buon equilibrio del nuovo contratto basato su norme del passato trasformate in risorse innovative». Per la sindacalista «l’intesa introduce importanti norme sociali e di tutela come il contrasto alle molestie sessuali in linea con la recente raccomandazione ILO».
Mercatone Uno, il 31 luglio incontro al Mise tra sindacati e amministratori straordinari sulla cessione dei negozi. Urgente l’attivazione del tavolo di crisi, c’è tempo fino al 31 ottobre per la presentazione delle offerte vincolanti
Roma, 25 luglio 2019 – Attivare un tavolo di crisi permanente e costante al ministero dello Sviluppo Economico e contestualmente avviare il confronto con il ministero del Lavoro sull’ammortizzatore sociale ai limiti della sostenibilità economica. Sono queste le richieste avanzate dai sindacati di categoria e da una delegazione di lavoratori ex Mercatone Uno ricevuti ieri al Mise dalla Responsabile della Struttura per la Crisi di Impresa Chiara Cherubini nel corso del presidio organizzato davanti il ministero per continuare a tenere accesi i riflettori sulla vertenza che rischia di trasformarsi in un vero e proprio dramma sociale in assenza di soluzioni certe e tempestive sulle prospettive occupazionali e sull’emergenza reddituale dei 1860 lavoratori coinvolti che ricevonoimporti di sostegno al reddito al di sotto del reddito di cittadinanza.C’è tempo fino al 31 ottobre per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisto dell’intero o di parte del perimetro di vendita mentre le operazioni di cessione dovranno chiudersi perentoriamente entro il 31 dicembre 2019.Già il 31 luglio il dicastero ha dato disponibilità a convocare sindacati e Amministratori Straordinari; sul tavolo le previsioni e le criticità del bando pubblicato nei giorni scorsi sul sito e a mezzo stampasenza alcuna comunicazione ai sindacati e alcuna analisi circa le opportunità occupazionali della cessione.Alcuni lavoratori sono prossimi al pensionamento; tale dato andrebbe analizzato e avviato un percorso di mobilità volontaria finalizzato a rendere più appetibile l’intero perimetro aziendale. Per le tre federazioni sarà anche necessario che il Mise si faccia carico di ricercare soluzioni alternative e/o di politiche attive, qualora non vi fossero offerte per tutto o parte del compendio aziendale.La mancanza di attenzione sulla vicenda, riscontrata anche ieri per mancanza di decisori politici, lascia presagire infausti destini ai quali i sindacati si opporranno fermamente.
Agenzie di viaggio e turismo, siglato con Fiavet il rinnovo del contratto nazionale di lavoro applicato ai 40mila addetti.
Roma, 24 luglio 2019 – Rinnovo contrattuale per i 40mila addetti delle agenzie di viaggio e turismo associate a Fiavet Confcommercio. L’ipotesi di accordo, siglata dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e l’associazione imprenditoriale, è stata raggiunta ad oltre sei anni dalla scadenza del precedente contratto ed avrà vigenza retroattiva a partire dal 1° gennaio 2019 fino al 30 settembre 2020.Immediatamente tangibili gli effetti economici del rinnovo che sancisce un aumento salariale a regime di 88 euro al IV livello comprensivo della quota destinata al finanziamento dell’assistenza sanitaria integrativa; già con la busta paga del mese di luglio verrà erogata la prima tranche di 44 euro mentre la seconda di pari importo verrà erogata nel mese di novembre. Prevista anche la corresponsione di un Una Tantum di 270 euro al 4 livello suddivisa in 3 tranche da 90€ erogate nei mesi di ottobre 2019, marzo e settembre 2020.Tra i punti cardine del rinnovo l’aggiornamento della sfera di applicazione, estesa alle imprese che si occupano di organizzazione di eventi, e l’introduzione di nuovi profili professionali che rispecchiano l’evoluzione della professionalità anche rispetto alla digitalizzazione; su questa materia viene prevista una commissione paritetica di analisi.L’intesa valorizza la contrattazione decentrata – aziendale o regionale – con l’introduzione di un elemento economico di garanzia di 140 € al IV livello qualora non si perfezioni un accordo entro il mese di aprile 2020. Sul mercato del lavoro il nuovo contratto aggiorna alle previsioni di Legge la normativa sui contratti a tempo determinato, sull’apprendistato e sul part time; è prevista la costituzione di una Commissione Paritetica per valutare congiuntamente le forme di flessibilità previste dal quadro normativo vigente.Sull’organizzazione del lavoro, ferma restando la normale durata del lavoro settimanale effettivo in 40 ore, il nuovo contratto, in linea con gli altri rinnovi di settore, contempla la distribuzione multi periodale dell’orario di lavoro con il superamento dell’orario contrattuale in particolari periodi dell’anno fino a 48 ore settimanali per un massimo di 20 settimane e con la pari riduzione dell’orario di lavoro per altrettante settimane.Il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari sottolinea «la positiva conclusione di un faticoso percorso di rinnovo atteso da tanti anni e che consente il riallineamento dei minimi tabellari rispetto ai rinnovi contrattuali già definiti nel comparto turistico». Per il sindacalista «l’aggiornamento dei sistemi classificazione del personale risponde alla evoluzione del settore che negli ultimi anni è stato notevolmente impattato dalla digitalizzazione dell’offerta turistica, favorendo così anche l’esigibilità della contrattazione per le nuove figure professionali che operano nel comparto».Il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini esprime grande soddisfazione per «la sostanziale armonizzazione dei trattamenti economici e normativi in uno dei settori che negli ultimi anni ha fortemente risentito della crisi economica e della concorrenza dell’offerta sul web». «La crescente digitalizzazione dell’offerta turistica – ha concluso il sindacalista – impone da un lato alle imprese di investire sulla omnicanalità dei canali di vendita e dall’altro la necessaria evoluzione della contrattazione di settore che sempre più dovrà saper intercettare i nuovi lavori e le nuove professionalità del mercato di riferimento».
Mercatone Uno, domani 300 lavoratori in presidio al Ministero dello Sviluppo Economico. I sindacati sollecitano l’attivazione del tavolo di crisi
Roma, 23 luglio 2019 – Oltre 300 lavoratori ex Mercatone Uno provenienti da tutta Italia prenderanno parte domani alle ore 15.00 al presidio organizzato a Roma al ministero dello Sviluppo Economico.La nuova mobilitazione è stata indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs a tre settimane dall’incontro con i nuovi Commissari Straordinari del Gruppo Mercatone e a pochi giorni dalla pubblicazione del bando per la cessione dei 55 punti vendita avvenuta a mezzo stampa senza comunicazione ai sindacati.C’è tempo fino al 31 ottobre per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisto dell’intero o di parte del perimetro di vendita mentre le operazioni di cessione dovranno chiudersi perentoriamente entro il 31 dicembre 2019.“Sono cambiati i commissari ma la condotta è rimasta inalterata e ciò è inaccettabile. Si sottovaluta il dramma esistenziale, calpestando la dignità umana” stigmatizzano i sindacati che sottolineano di aver “chiesto trasparenza, comunicazione e coinvolgimento” e ancora che “è poco il tempo a disposizione per ricercare investitori che possano dare garanzia di continuità e di prospettive durature”.Le tre federazioni rinnovano dunque la richiesta di attivazione al tavolo di crisi istituzionale al sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ed alle competenti direzioni dei Rapporti di Lavoro e delle Relazioni Industriali e degli Ammortizzatori Sociali, ad oggi senza alcuna risposta,sulle prospettive occupazionali e sull’emergenza reddituale dei 1860 lavoratori coinvolti allo stato percettori di un ammortizzatore sociale ai limiti della sostenibilità e al di sotto del reddito di cittadinanza.In un volantino unitario diffuso tra i lavoratori i sindacati stigmatizzano i ritardi dell’intervento istituzionale sottolineando che in occasione dell’incontro sono state esplicitate “tutte le evidenti criticità dovute alla retrocessione dei lavoratori in Amministrazione Straordinaria alle condizioni contrattuali individuali che avevano maturato con la cessione a Shernon”. “Infatti, per salvaguardare i posti di lavoro – spiega la nota congiunta – i lavoratori avevano subito riduzione delle ore, di alcuni istituti contrattuali e di parte delle retribuzioni”. I sindacati hanno sollecitato in più riprese “con insistenza, di avviare un tavolo di confronto costante e trasparente sulle prospettive per i 1860 lavoratori e sullo specifico dell’emergenza reddituale” senza ricevere ad oggi nessuna risposta.“L’emergenza reddituale è già realtà concreta e quotidiana – stigmatizzano i sindacati – molti lavoratori, per effetto della riduzione contrattuale subita, a fronte dell’impegno disatteso da parte di Shernon a garantire l’occupazione, hanno importi di Cassa Integrazione che non superano i 200€”.“Per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori – concludono Filcams, Fisascat, Uiltucs – sarebbe inaccettabile replicare quanto è avvenuto con Shernon anche nel metodo utilizzato nel percorso di aggiudicazione”.
Vigilanza privata e servizi fiduciari, si allungano le distanze al tavolo per il nuovo contratto scaduto nel 2015. I dettagli della mobilitazione e dello sciopero dell’1 e del 2 agosto.
Roma, 23 luglio 2019 – Si allungano le distanze al tavolo per il nuovo contratto della vigilanza privata e dei servizi fiduciari scaduto nel 2015. La trattativa del 23 luglio, originariamente prevista come sessione di tre giorni per tentare di giungere ad un avvicinamento sostanziale e decisivo in funzione del rinnovo contrattuale atteso da ormai 42 mesi dai 70mila addetti del comparto, non ha sciolto i nodi sul tavolo. Resta dunque confermata la mobilitazione e lo sciopero nazionale del comparto proclamato dai sindacati per il primo e il 2 agosto, differito al 6 settembre per gli addetti alla vigilanza dei siti aeroportuali; l'attivo nazionale delle strutture e dei delegati ha intanto definito i dettagli della mobilitazione organizzata a livello territoriale con presidi e sit-in davanti le Prefetture.I sindacati, stigmatizzando il carattere di strumentalità della posizione assunta dalle associazioni imprenditoriali di settore rispetto alla proclamazione dello sciopero ed alle risposte fornite dai sindacati sulle proposte datoriali in ordine a mercato del lavoro, malattia e flessibilità, in un comunicato sindacale congiunto ripercorrono il reale andamento del confronto che ha visto in extremis i sindacati tentare la procedura di raffreddamento dichiarando che sarebbe sfociata in un’iniziativa di sciopero solo a fronte di un risultato negativo del calendario di incontri allora definiti (12 luglio, data disdetta dalle Associazioni Datoriali; 22, 23 e 24 luglio, date parzialmente annullate unilaaterlamente dalle Associazioni Datoriali).I NODI DEL NEGOZIATO1. Mercato del lavoro: le associazioni imprenditoriali hanno richiesto di introdurre il lavoro intermittente anche per la mansione di GPG; di aumentare a livello nazionale le percentuali di ricorso al contratto a termine (oggi per legge al 20%) e alla somministrazione (oggi per legge al 30%); di prevedere deroghe al contratto a termine adducendo l’assimilazione al lavoro stagionale. Le OO.SS. hanno dichiarato contrarietà verso il lavoro intermittente e disponibilità a ricercare specifiche soluzioni per le attività di stewarding, buttafuori e nei casi di manifestazioni fieristiche o eventi specifici; disponibilità a prevedere per le attività svolte in porti e aeroporti che risentono dei flussi turistici una derogabilità nel ricorso al contratto a termine, secondo limiti quantitativi e temporali da definirsi a livello territoriale.2. Orario di lavoro: le associazioni imprenditoriali hanno proposto l’introduzione di un nuovo (!) sistema di distribuzione dell’orario di lavoro (6 giorni di lavoro + 1 giorno di riposo), con la facoltà per il datore di lavoro di variare la prestazione giornaliera fino ad un massimo di 13 ore giornaliere e con periodi di superamento dell’orario settimanale nel corso dell’anno. Le OO.SS. hanno dichiarato disponibilità a prevedere tale sistema esclusivamente per i Servizi di Sicurezza Integrata, a condizione che l’azienda possa ricorrere – previo confronto a livello territoriale – solo ad uno di essi e con precisi limiti quantitativi (min-max giornaliero, min-max settimanale). Inoltre, è stato richiesto che l’organizzazione del lavoro diventi materia della contrattazione di secondo livello, sulla scorta di quanto previsto da anni dai CCNL per altri settori, superando una volta per tutte la politica discrezionale dei responsabili aziendali.3. Malattia e infortunio: la richiesta imprenditoriale verte sulla revisione del trattamento economico per la carenza (primi 3 giorni di malattia) e il periodo di comporto. Le OO.SS. hanno espresso un giudizio di contrarietà in via di principio, anche sulla base delle condizioni di rischio e di stress tipiche dell’attività di sicurezza; hanno altresì evidenziato come le scelte operate in altri CCNL non abbiano prodotto il contenimento del fenomeno auspicato dalle imprese e, per contro, alimentato una serie di problematicità connesse agli aspetti sanitari.Occorre inoltre avere presente anche gli altri punti qualificanti del negoziato, su cui le Associazioni Datoriali non hanno manifestato nessun avanzamento:a) Cambio appalto: dopo un lungo confronto che sembrava prefigurare una positiva soluzione già a dicembre 2018, il testo è stato rimesso radicalmente in discussione dalle Associazioni Datoriali che, ad oggi, ammettono di non avere una posizione comune sul tema. Si palesa la volontà di non modificare la norma attuale, pur riconoscendone i forti limiti e il mancato rispetto da parte di molte imprese.b) Classificazione: l’avvicinamento sinora realizzato che prefigura un inquadramento unitario delle diverse figure professionali, suddivise in tre distinte aree, viene sottoposto ripetutamente ad osservazioni strumentali con il velato intendimento di vanificare l’impostazione stessa. In pratica, molti pensano che si potrebbe lasciare inalterato l’assetto oggi esistente.c) Salario: il tema è stato solamente sfiorato perché non è mai stata avanzata una proposta vera e propria. In un’occasione è stato prospettato un aumento di 40 euro a valere per il prossimo triennio, ritenendo economicamente coperto il periodo pregresso con l’erogazione dell’acconto sui futuri aumenti di 20€ previsto dal CCNL 2013.d) Altre materie: per quanto attiene Previdenza Integrativa, Assistenza Sanitaria Integrativa, Diritti sindacali, Permessi e congedi, le OO.SS. hanno presentato proposte scritte per le quali si è ricevuto una generica dichiarazione di assenso, mai confermata formalmente.Le Associazioni Datoriali hanno aggiunto che ritengono necessaria una propria fase di riflessione interna, anche in considerazione dei processi societari in atto e di ritenere possibile una ripresa del negoziato nella seconda metà di settembre. Al contempo, hanno auspicato un mutamento delle posizioni sindacali che consenta di risolvere le questioni poste. Abbiamo preso negativamente atto di questa esposizione che non si condivide nella ricostruzione della discussione svolta, né nel merito.Più probabilmente, continua a prevalere un atteggiamento strisciante contrario a realizzare la riforma contrattuale necessaria per un settore che quotidianamente dimostra i mali di cui soffre e che purtroppo si scaricano continuamente sulle spalle dei lavoratori, come dimostrato anche dalle numerose situazioni di crisi e di sistematica violazione delle regole contrattuali esistenti.Per queste ragioni, i sindacati rinnovano l’invito a sviluppare ogni iniziativa di informazione tra i lavoratori e di contrasto ai tentativi in atto in questi giorni tesi a limitare l’esercizio del diritto di sciopero. Entro il mese di settembre i sindacati convocheranno un Attivo nazionale delle Rappresentanze Sindacali per definire i passi successivi della vertenza.
Conad/Auchan-Sma, prosegue al Mise il tavolo sulla maxi operazione di acquisizione che coinvolge 18mila addetti.
Dell’Orefice: «Necessario chiarire i risvolti occupazionali del piano industriale e la misura degli investimenti per garantire la continuità dei negozi».Roma, 23 luglio 2019 – Prosegue al ministero dello Sviluppo Economico il tavolo tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, le direzioni di Auchan e di Sma ed i rappresentanti di Conad sulla maxi operazione di acquisizione che coinvolge circa 18mila addetti. Conad ha illustrato ai sindacati le linee guida e gli indirizzi generali del piano industriale e i tempi di realizzazione dell’operazione, avviata il 13 maggio scorso e il cui closing sarà anticipato al 31 luglio 2019.Mentre procedono le verifiche e gli approfondimenti sul perimetro oggetto di acquisizione (tra cui l’analisi dei dati economici e degli andamenti, il focus su salute, sicurezza e ambiente, l’organizzazione sull’andamento della rete di vendita, indotto e logistica), nei giorni scorsi è stata depositata all’Antitrust la notifica dell’operazione; l’ultimazione dell’istruttoria ed il provvedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dovrebbero arrivare per settembre 2019.I rappresentanti del Consorzio nazionale di dettaglianti ha illustrato ai sindacati le priorità del Piano industriale a cominciare dalla integrazione e valorizzazione della rete vendita, alla razionalizzazione dei costi di gestione ed allo sviluppo delle strategie commerciali nonché sulla continuità dei contratti franchising e sulla razionalizzazione della logistica con la ricerca di soluzioni alternative dirette alla massima valorizzazione degli asset aziendali.Le parti si incontreranno già entro fine luglio; tra i temi che Conad ha proposto ai sindacati di approfondire lo sviluppo nel prossimo triennio del piano industriale, i tempi e le modalità del nuovo modello di business e del remodeling della rete vendita oltre alle regole generali per gestione dell’impatto dell’operazione nel medio-lungo termine e sulla filiera Italia e, rispetto all’occupazione, le regole utilizzo degli strumenti di sostegno al reddito e per la gestione delle crisi aziendali nonchè della mobilità, esclusivamente su base volontaria e con requisiti di prepensionamento.La Fisascat Cisl, presente al tavolo con il segretario nazionale Vincenzo Dell’Orefice, ha richiesto ai rappresentanti di Conad delucidazioni in ordine agli investimenti ed alle risorse che, per il tramite della società veicolo dell’acquisizione Bdc Italia SpA, intenderà mettere a disposizione del piano industriale «per garantire effettivamente la continuità ai negozi, peraltro connotati da andamenti gestionali non positivi, che resteranno sotto il controllo diretto».Il sindacalista ha sottolineato la necessità di fornire «garanzie sul futuro consolidamento occupazionale» ponendo poi l’accento sulla valutazione di un aspetto squisitamente industriale «visto che Conad gestisce ipermercati di una dimensione media assai inferiore rispetto a quelli di Auchan». Per il sindacalista «in seno alle misure relative alle modifiche del layout, sarà necessario chiarire quanto peseranno le riduzioni delle superfici di vendita e quali saranno gli effetti occupazionali attesi».
Manitalidea e società consorziate: 10mila lavoratori senza retribuzione. Il 26 luglio sarà sciopero e presidio davanti al Mise. Intervenga il Governo
Roma, 22 luglio 2019 – Sono oramai troppi mesi che Manitalidea e le società del consorzio non rispettano le scadenze di pagamento degli stipendi e delle altre competenze, causando conseguenze gravissime per i lavoratori esasperati da una situazione inaccettabile che sta causando forti disagi sociali.Gli stessi lavoratori che, nonostante la colpevole inadempienza, stanno garantendo servizi e prestazioni.~ “La crisi di Manitalidea e del consorzio è conclamata” affermano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, “dal bilancio emerge una situazione economica critica, che non può ricadere sui lavoratori.Il Mise intervenga: convochi un tavolo di crisi con le imprese, il sindacato, i ministeri e gli enti interessati.“Le committenze pubbliche e private” sostengono i sindacati “sono responsabili allo stesso modo, e devono intervenire per sostenere direttamente le retribuzioni dei lavoratori.”Per queste ragioni e in continuità con le tante iniziative di lotta messe in campo in questi mesi a livello territoriale, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno dichiarato una giornata di sciopero per venerdì 26 luglio con manifestazione e presidio davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo Economico a partire dalle ore 10:30.
Turismo, Guarini : «Tra gli stakeholders che prenderanno parte alla agorà annunciata dal Ministro del Mipaaft Centinaio, necessario sostenere l’occupazione in un settore labour intensive»
Roma, 22 luglio 2019 – «Il nostro auspicio è di essere tra gli stakeholders che prenderanno parte alla agorà del turismo italiano finalizzato ad analizzare e disegnare agenda e strategie politiche ed alla crescita, alla qualità, agli obiettivi e alla promozione di uno dei settori strategici dell’economia nazionale con un importante apporto al Pil del nostro Paese» così il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini ha commentato le dichiarazioni del ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio sullo svolgimento del primo meeting nazionale sul turismo previsto a Ferrara nel mese di settembre con la partecipazione di tutti gli attori del settore: ministero, Enit, Regioni ed enti locali,associazioni di categoria e professionisti. «Accanto alle politiche di sviluppo del comparto – ha aggiunto Guarini – andranno prese in considerazione le politiche per l’occupazione in un settore labour intensive dove investire in formazione e sviluppo delle competenze può solamente avere un importante ritorno in termini di qualità dei servizi turistici offerti e di tenuta rispetto agli altri competitors del Mediterraneo». Per il sindacalista «Sarà anche necessario prendere finalmente atto di una delle caratteristiche strutturali dell’occupazione nel settore, ossia la stagionalità, che deve essere valorizzata con strategie promozionali e adeguate politiche di sostegno al reddito». «Del milione e mezzo di occupati – sottolinea Guarini – circa 300mila addetti sono stagionali e la durata del rapporto di lavoro non supera nella maggior parte dei casi il semestre esponendo i lavoratori professionalizzati ad una incertezza reddituale ai limiti della sostenibilità spesso orientandoli alla scelta di abbandonare il nostro Paese e lavorare all’estero». «La promozione di un turismo accessibile tutto l’anno potrebbe favorire l’allungamento dei rapporti di lavoro e la stabilità dell’occupazionale nel settore – ha concluso il sindacalista – Come sindacato siamo disponibili a lavorare in sinergia per strutturare un brand del turismo competitivo nel mondo».
AGENTI E RAPPRESENTANTI DI COMMERCIO, SU QUOTA 100 PRIMA IMPORTANTE RISPOSTA DAL GOVERNO. IL SOTTOSEGRETARIO AL LAVORO CLAUDIO DURIGON ANNUNCIA L’EMANAZIONE DI UNA APPOSITA CIRCOLARE INPS
Roma, 18 luglio 2019 – Risoluzione in dirittura d’arrivo sulla questione posta dai sindacati di categoria Fnaarc, Fiarc, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Ugl e Usarci al ministero del Lavoro ed alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle difficoltà operative di accesso anticipato al pensionamento con “quota 100” riscontrate da migliaia di agenti e rappresentati di commercio. E’ il Sottosegretario Claudio Durigon, in una nota di riscontro ai sindacati, ad annunciare “l’emanazione di una apposita circolare da parte dell’Inps” che dovrebbe dunque fornire chiarimenti e soluzioni al contrasto normativo. Nella missiva i sindacati sottolineavano che «sono molti gli agenti di commercio che si vedono penalizzati dal poter beneficiare del trattamento pensionistico introdotto quest’anno e che attendono una risposta» evidenziando che «la disciplina introdotta non ha tenuto conto delle specifiche modalità di svolgimento e cessazione dell’attività di intermediazione commerciale previste dalle norme di Legge e dagli Accordi Economici Collettivi che regolano il rapporto d’agenzia». Le organizzazioni sindacali di categoria degli agenti e rappresentanti di commercio hanno acceso i riflettori sulle contraddizioni fra le nuove norme e quanto previsto dal Codice Civile e dagli Aec. «In particolare, nella fase di chiusura dei rapporti contrattuali con le aziende rappresentate dagli agenti – spiegano i sindacati – la prevista impossibilità di cumulare la pensione “quota 100” con i redditi derivanti dall’attività – pena la sospensione dell’erogazione della stessa pensione – impedisce all’agente di commercio di poter incassare quelle provvigioni, relative a ordini conclusi prima della conclusione del rapporto contrattuale e maturate a seguito del rapporto stesso, ma pagate successivamente a rapporto d’agenzia concluso». I sindacati attendono l'annunciata circolare Inps per una valutazione nel merito della soluzione individuata dall'Istituto di Previdenza Sociale.
Agenti e rappresentanti di commercio, su “quota 100” prima importante risposta dal Governo. Il Sottosegretario al lavoro Claudio Duringon annuncia l’emanazione di una apposita circolare Inps
Roma, 18 luglio 2019 – Risoluzione in dirittura d’arrivo sulla questione posta dai sindacati di categoria Fnaarc, Fiarc, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Ugl e Usarci al ministero del Lavoro ed alle competenti Commissioni parlamentari in merito alle difficoltà operative di accesso anticipato al pensionamento con “quota 100” riscontrate da migliaia di agenti e rappresentati di commercio.E’ il Sottosegretario Claudio Durigon, in una nota di riscontro ai sindacati, ad annunciare “l’emanazione di una apposita circolare da parte dell’Inps” che dovrebbe dunque fornire chiarimenti e soluzioni al contrasto normativo. Nella missiva i sindacati sottolineavano che «sono molti gli agenti di commercio che si vedono penalizzati dal poter beneficiare del trattamento pensionistico introdotto quest’anno e che attendono una risposta» evidenziando che «la disciplina introdotta non ha tenuto conto delle specifiche modalità di svolgimento e cessazione dell’attività di intermediazione commerciale previste dalle norme di Legge e dagli Accordi Economici Collettivi che regolano il rapporto d’agenzia».Le organizzazioni sindacali di categoria degli agenti e rappresentanti di commercio hanno acceso i riflettori sulle contraddizioni fra le nuove norme e quanto previsto dal Codice Civile e dagli Aec. «In particolare, nella fase di chiusura dei rapporti contrattuali con le aziende rappresentate dagli agenti – spiegano i sindacati – la prevista impossibilità di cumulare la pensione “quota 100” con i redditi derivanti dall’attività – pena la sospensione dell’erogazione della stessa pensione – impedisce all’agente di commercio di poter incassare quelle provvigioni, relative a ordini conclusi prima della conclusione del rapporto contrattuale e maturate a seguito del rapporto stesso, ma pagate successivamente a rapporto d’agenzia concluso».I sindacati attendono l'annunciata circolare Inps per una valutazione nel merito della soluzione individuata dall'Istituto di Previdenza Sociale.