Roma, 18 luglio 2019 – Resta alta l’allerta dei sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs nella vertenza dei 1860 lavoratori dei 55 punti vendita ex Mercatone Uno che il 24 luglio prossimo torneranno a Roma con una nuova protesta sotto le finestre del ministero dello Sviluppo Economico. Son trascorse tre settimane dall’incontro con i nuovi Commissari Straordinari del Gruppo Mercatone, settimane scandite dal lento trascorrere del tempo in cui le tre sigle hanno sollecitato il ministero del Lavoro e il sottosegretario Claudio Durigon, oltre che le competenti direzioni dei Rapporti di Lavoro e delle Relazioni Industriali e degli Ammortizzatori Sociali, ad attivare il tavolo di crisi “per dare risposte alle lavoratrici ed ai lavoratori” recita il volantino unitario diffuso tra i lavoratori.I sindacati stigmatizzano i ritardi dell’intervento istituzionale sottolineando che in occasione dell’incontro sono state esplicitate “tutte le evidenti criticità dovute alla retrocessione dei lavoratori in Amministrazione Straordinaria alle condizioni contrattuali individuali che avevano maturato con la cessione a Shernon”. “Infatti, per salvaguardare i posti di lavoro – spiega la nota congiunta – i lavoratori avevano subito riduzione delle ore, di alcuni istituti contrattuali e di parte delle retribuzioni”. I sindacati hanno sollecitato in più riprese “con insistenza, di avviare un tavolo di confronto costante e trasparente sulle prospettive per i 1860 lavoratori e sullo specifico dell’emergenza reddituale” senza ricevere ad oggi nessuna risposta.“L’emergenza reddituale è già realtà concreta e quotidiana – stigmatizzano i sindacati – molti lavoratori, per effetto della riduzione contrattuale subita, a fronte dell’impegno disatteso da parte di Shernon a garantire l’occupazione, hanno importi di Cassa Integrazione che non superano i 200€”.Per le tre sigle “per quanto riguarda il futuro c’è poco tempo e la proroga dell’Amministrazione Straordinaria durerà ancora pochi mesi”. “E’ poco il tempo a disposizione per ricercare investitori che possano dare garanzia di continuità e di prospettive durature – concludono Filcams, Fisascat, Uiltucs evidenziando che “per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori sarebbe inaccettabile replicare quanto è avvenuto con Shernon anche nel metodo utilizzato nel percorso di aggiudicazione”.Per la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca «al clamore mediatico dei primi giorni ad oggi si sono spenti i riflettori su una vertenza che coinvolge 1860 lavoratori percettori di un ammortizzatore sociale ai limiti della sostenibilità e al di sotto del reddito di cittadinanza». «I sei mesi previsi per la cessione dei negozi non sono un tempo congruo per un processo che richiede un impegno concreto di tutte le parti coinvolte e delle Istituzioni» ha affondato la sindacalista.«Le passerelle non servono a nessuno» ha stigmatizzato Blanca auspicando «una seria assunzione di responsabilità da parte di tutti, atto non solo doveroso, ma che denoterebbe quantomeno la volontà di risolvere una vertenza complicata che rischia di avere pesanti ripercussioni sociali, dove a farne le spese sono coloro i quali auspicano fiduciosi, ancor oggi, un intervento delle istituzioni».«Non sta a noi ricercare le responsabilità, sebbene appare evidente che possono essere ascrivibili, ma qualcuno deve fornire soluzioni atte a non veder dispersi i sacrifici, i soldi pubblici e a non svendere i locali. La situazione surreale che si è palesata griderebbe vendetta. Mercoledì – ha concluso la sindacalista – saremo in piazza per chiedere risposte, per poter fronteggiare l’emergenza e pianificare il futuro, chiedendo soluzioni durature in grado di sanare il mal tolto».
Vigilanza privata e servizi fiduciari, è di nuovo sciopero il 1 e il 2 agosto. Posticipato al 6 settembre per i soli addetti alla vigilanza dei siti aeroportuali. Il 22 luglio a Roma l’attivo nazionale unitario delle strutture e dei delegati.
Roma, 18 luglio 2019 – Incroceranno le braccia l’1 e il 2 agosto i 70mila addetti della vigilanza privata e dei servizi fiduciari in attesa del nuovo contratto nazionale del settore scaduto nel 2015. Per i soli addetti alla vigilanza dei siti aeroportuali lo sciopero è differito per l’intero turno del 6 settembre.La mobilitazione è stata indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs per sollecitare un avanzamento dei negoziati, allo stato al palo nonostante le proteste degli ultimi mesi e le sollecitazioni alle associazioni imprenditoriali di settore Univ, Anivip, Assiv e delle imprese cooperative Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Federlavoro e Servizi e Agci Servizi sul necessario rinnovo contrattuale nel comparto dei servizi in appalto particolarmente esposto al dumping contrattuale.Il negoziato avviato ormai da più di 3 anni non ha ancora sciolto i nodi in ordine a incremento salariale, cambio di appalto, bilateralità, contrattazione di secondo livello, classificazione del personale e salute e sicurezza, temi sui quali i sindacati hanno presentato una concreta proposta di riforma. Ulteriori distanze si sono registrate negli ultimi incontri sul tema dell’orario di lavoro. I sindacati hanno respinto fermamente le proposte articolate dalle imprese volte per lo più alla definizione di un sistema orario flessibile, privo di regole, ad appannaggio esclusivo imprenditoriale.I sindacati si sono comunque resi disponibili a trattare ed a individuare la flessibilità contrattata per i servizi di sicurezza finalizzando l’intervento all‘omogeneità dell’orario di lavoro riferito ad una unica classificazione del personale. A nulla sono valsi i tentativi di raffreddamento; nonostante le distanze le parti torneranno al tavolo il 22 luglio mentre le associazioni imprenditoriali del settore hanno dichiarato l’indisponibilità per il tavolo già calendarizzato del 23 e 24 luglio.Il 22 luglio a Roma l’attivo nazionale unitario delle strutture e dei delegati farà il punto sullo stato delle trattative e sui dettagli della nuova mobilitazione.
Amazon, Guarini (Fist Cisl): «Solidarietà ai lavoratori in sciopero in tutto il mondo nelle giornate del prime day, necessario definire accordo globale su organizzazione del lavoro e crescita dei salari»
Roma, 16 luglio 2019 – La Fist Cisl esprime piena solidarietà ai lavoratori di Amazon che in tutto il mondo manifestano, in concomitanza del prime day, per condizioni di lavoro dignitose e rispettose dell’essere umano.La protesta è finalizzata ad avviare un negoziato globale con il colosso dell’e-commerce e del web services che nel mondo conta oltre 600mila dipendenti, di cui circa 100mila in Europa e 9mila in Italia anche considerato l’apporto dei lavoratori in somministrazione. I sindacati di tutto il globo chiedono salari più alti anche connessi alla produttività ed alla redditività aziendale considerato che solo nel primo semestre del 2019 Amazon ha raggiunto un utile record di 3,2 miliardi di euro.La categoria cislina negli ultimi mesi ha preso parte a Londra con le federazioni di seconda affiliazione Fisascat Cisl e Felsa Cisl alla settimana di studio e analisi di Uni Amazon Alliance, la rete dei sindacati che nel mondo rappresentano i lavoratori della multinazionale; in esame il mercato della distribuzione commerciale nel prossimo futuro e le ripercussioni dell’organizzazione del lavoro sull'occupazione, ma anche l'impatto ambientale e sociale. «In forza dell’esperienza fatta in Italia – ha dichiarato il segretario generale della Fist Cisl Davide Guarini – siamo convinti che la contrattazione a tutti i livelli, compreso il livello transnazionale, sia la strada maestra per rispondere alle reciproche esigenze in considerazione del fatto che la responsabilità sociale di impresa si riflette sulla comunità in cui opera».«Per evitare che ci sia una regressione e favorire un miglioramento delle condizioni salariali, di vita e di lavoro, serve una sinergia tra le Parti Sociali» ha aggiunto il sindacalista sottolineando che «Uni Amazon Alliance, al quale aderiscono oggi i sindacati di 17 Paesi nel mondo, intende essere un punto fermo per sviluppare questa grande alleanza». «Nelle giornate del prime day – ha concluso il sindacalista – rilanciamo sulla necessità di definire un accordo globale sull’organizzazione del lavoro e sulla crescita dei salari. Il benessere fisico e morale, al tempo in cui innovazione robot e velocità stanno dettando nuove regole nel mercato, passa per la definizione di criteri di sicurezza, salute e retribuzioni dignitose».In Italia intanto, nello stabilimento piacentino di Castel San Giovanni, procede un confronto che, anche se molto difficile, ha consentito nelle scorse settimane di siglare una nuova intesa e di confermare l'impianto di tutele formalizzate nell'accordo sottoscritto nel 2018 con alcune variazioni~favorevoli agli addetti, dalla formalizzazione della prestazione settimanale su 5 gg per tutto l'anno, non solo per i lavoratori diurni ma anche per il terzo turno notturno – spezzato in due sub-turni che consentiranno il riposo di domenica per 6 mesi consecutivi – fino alla introduzione della maggiorazione del 50% per il lavoro prestato di domenica con decorrenza dalla 64° ora.«E’ una strada ancora lunga e tortuosa, difficile da percorrere» ha dichiarato la segretaria generale della Fisascat Cisl Parma e Piacenza Francesca Benedetti sottolineando che «la forza del sindacato è la perseveranza che a piccoli passi trasformerà le relazioni industriali, in uno strumento capace di tradurre le esigenze di business in benessere per i lavoratori». Sono già calendarizzati due incontri, uno a settembre volto all'inserimento di un premio di risultato, richiesta da anni sul tavolo in attesa di definizione, e l’altro a gennaio 2020, per rivedere i turni di lavoro e renderli più rispondenti alle richieste dei lavoratori. «La serietà e l'impegno dei rappresentanti sindacali protagonisti in tutte le trattative – ha concluso la sindacalista – ha visto il riconoscimento e il favore dei lavoratori Amazon, confermando la fiducia che occorre per andare avanti nel solco di quanto fin qui raggiunto».
Mercatone Uno, i sindacati sollecitano l’attivazione del tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo economico
Roma, 15 luglio 2019 – Resta alta l’alta l’allerta dei sindacati nella vertenza che ha coinvolto i 1860 lavoratori dei 55 punti vendita ex Mercatone Uno acquisiti da Shernon Holding. A tre settimane dall’incontro al ministero dello Sviluppo Economico con i nuovi Commissari del Gruppo Mercatone Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sollecitato il ministero del Lavoro e il sottosegretario Durigon, oltre che le competenti direzioni dei Rapporti di Lavoro e delle Relazioni Industriali e degli Ammortizzatori Sociali, ad attivare il tavolo di crisi “per dare risposte alle lavoratrici ed ai lavoratori” recita un comunicato sindacale diffuso tra i lavoratori.I sindacati stigmatizzano i ritardi dell’intervento istituzionale sottolineando che in occasione dell’incontro sono state esplicitate “tutte le contrarietà alla retrocessione dei lavoratori in Amministrazione Straordinaria” con la richiesta di mantenere “le condizioni contrattuali individuali acquisite con Shernon”. “Infatti, per salvaguardare i posti di lavoro – spiega la nota congiunta – i lavoratori avevano subito riduzione delle ore e di parte delle retribuzioni”.I sindacati da tempo hanno chiesto “con insistenza, di avviare un tavolo di confronto costante e trasparente sulle prospettive per i 1860 lavoratori”, richiesta sollecitata lo scorso 28 giugno con la trasmissione di “una richiesta formale di convocazione al Mise ed il 02 giugno al Ministero del Lavoro sullo specifico dell’emergenza reddituale” senza ricevere ad oggi nessuna risposta. “L’emergenza reddituale è già realtà concreta e quotidiana – stigmatizzano i sindacati – molti lavoratori, per effetto della riduzione contrattuale subita, a fronte dell’impegno di Shernon a garantire l’occupazione, hanno importi di Cassa Integrazione che non superano i 200€”.Per le tre sigle “per quanto riguarda il futuro c’è poco tempo e la proroga dell’Amministrazione Straordinaria durerà ancora pochi mesi”. “E’ poco il tempo a disposizione per ricercare investitori che possano dare garanzia di continuità e di prospettive durature – concludono Filcams, Fisascat, Uiltucs evidenziando che “per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori sarebbe inaccettabile replicare quanto è avvenuto con Shernon anche nel metodo utilizzato nel percorso di aggiudicazione”.
Ex Ilva Arcelor Mittal, in sciopero i lavoratori dell’indotto
Roma, 12 luglio 2019 – A Taranto i sindacati territoriali di categoria Filcams Cgil Fisascat Cisl, fist Cisl, Uitlrasporti e UIltucs hanno indetto per il 12 luglio una giornata di sciopero dei lavoratori dell’indotto dei servizi di pulizia, multiservizi, ristorazione e terziario dello stabilimento Ex Ilvaora Arcelor Mittal.La protesta segue la tragedia sullo sporgente portuale costato la vita ad un operaio di 42 anni, gruista allo stato disperso, trascinato in mare da una fortissima raffica di vento. Un’altra gru sarebbe a rischio crollo nel quarto sporgente del porto di Taranto.In un comunicato congiunto i sindacati rivendicano il «diritto al lavoro uguale per tutti, sicuro e senza rischi» e stigmatizzano «l’inaccettabile silenzio assordante delle aziende e istituzioni a tutti i livelli». «Non possiamo permettere che siano sempre i più deboli e le periferie del lavoro a pagare il prezzo più alto in un settore ove l’unica discriminante è l’offerta economica più bassa» prosegue la nota congiunta. «La sicurezza – conclude – è un diritto, non può essere in discussione e non è in vendita».
Amazon, il tribunale di Piacenza respinge il ricorso dei lavoratori in somministrazione.
Guarini (Fist Cisl): «Solo un primo orientamento, tutte le carte in regola per fare appello e per superare la contraddizione di legge che non consente ai lavoratori di esercitare il diritto alla assunzione a tempo indeterminato».Roma, 12 luglio 2019 – «E’ solo un primo orientamento ma ci sono tutte le carte in regola per ricorrere in appello e per restituire dignità ai lavoratori in somministrazione utilizzati da Amazon oltre il contingentamento stabilito dalle norme di legge e della contrattazione nazionale di settore». Così il segretario generale della Fist Cisl Davide Guarini ha commentato la sentenza del Giudice del Tribunale di Piacenza che ad oggi ha respinto il ricorso presentato da una ventina di lavoratori, mentre sono attese le sentenze che complessivamente riguardano i ricorsi presentati da 180 lavoratori, dei 245 coinvolti, tra Milano e la provincia emiliana.«La sentenza del Giudice del Tribunale di Piacenza – sottolinea il sindacalista – tiene conto della previsione normativa del termine di 60 giorni per impugnare il contratto e 180 per ricorrere in Tribunale dalla data di cessazione del rapporto di lavoro – avvenuta nel dicembre 2017 – però considerare che solo nel mese di giugno 2018, ossia a sei mesi dal termine del rapporto di lavoro, l’Ispettorato del Lavoro ha accertato il numero dei lavoratori effettivamente coinvolti dall’abuso operato dal colosso dell’e-commerce».«Tale interpretazione potrebbe rappresentare un precedente grave e pericoloso – ha concluso Guarini – basandosi di fatto su una contraddizione di Legge che non consente ai lavoratori di esercitare un diritto di tutela stabilito dal contratto nazionale e dalle norme vigenti con il riconoscimento del rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato».«E’ solo un primo orientamento ma ci sono tutte le carte in regola per ricorrere in appello e per restituire dignità ai lavoratori in somministrazione utilizzati da Amazon oltre il contingentamento stabilito dalle norme di legge e della contrattazione nazionale di settore». Così il segretario generale della Fist Cisl Davide Guarini ha commentato la sentenza del Giudice del Tribunale di Piacenza che ad oggi ha respinto il ricorso presentato da una ventina di lavoratori, mentre sono attese le sentenze che complessivamente riguardano i ricorsi presentati da 180 lavoratori, dei 245 coinvolti, tra Milano e la provincia emiliana.
Sindacato, la Cisl riparte dalle periferie urbane, sociali e del lavoro
Roma, 11 luglio 2019 – Riparte dalle periferie urbane, sociali e del lavoro l’attività di rappresentanza e tutela della Cisl che a gran voce, dalla Conferenza Nazionale Organizzativa promossa a Roma, ha rilanciato sul potenziamento delle prime linee e sul maggior coinvolgimento dei delegati e dei giovani, ma anche sulla contrattazione sociale, sulla formazione dei quadri, sulla certificazione, sulla trasparenza nell'utilizzo delle risorse e sulla rivisitazione delle modalità della comunicazione: sono questi alcuni dei nuovi obiettivi strategici sanciti dalla kermesse, una occasione anche di verifica sulle importanti decisioni di ristrutturazione organizzativa avviata nel 2015.Sono tanti i progetti ampiamente realizzati dalla Cisl e dalle sue strutture in questi ultimi anni, a cominciare dal nuovo regolamento del personale, dal codice etico, dalle procedure di trasparenza, dall’introduzione di procedure amministrative e contabili omogenee fino all’istituzione di nuove banche dati.Realizzati anche lo sportello lavoro, l'associazione Vivace per le giovani start up, il progetto per l’adeguamento alle nuove normative sulla privacy, il sistema di videoconferenza, l’archivio storico, oltre al completamento, in continuo aggiornamento, dei processi di riassetto orizzontale e verticale delle strutture.Positivi poi i dati del tesseramento: la Cisl nel 2018 conta oltre 4milioni di iscritti, più di 1.750 sedi, dove operano 67 unioni sindacali territoriali, 16 federazioni di categoria di prima affiliazione, 20 unioni sindacali regionali e interregionali. Sono 36.000 gli operatori e i componenti dei consigli generali delle strutture, per il 30,4% è composto donne e il 54,4% da persone con una età compresa tra 36 e 55 anni, 100mila tra delegate e delegati sui luoghi di lavoro e rappresentanti sindacali locali dei pensionati, numero che raggiunge quota 250mila militanti se si contano tutte le candidate e i candidati nelle elezioni di Rsu e i volontari.I prossimi anni saranno decisivi e l’impegno organizzativo Cisl sarà declinato in 5 direttrici: centralità della formazione sindacale, maggiore integrazione organizzativa, rilancio del sistema di servizi Cisl, rendicontazione trasparente e condivisione delle conoscenze e delle competenze.La segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan parla di «una nuova grande stagione di risindacalizzazione» partendo proprio dalle periferie «con l’obiettivo ambizioso di offrire alle persone in difficoltà il diritto alla speranza e alla cittadinanza», sottolinea la sindacalista, attraverso consulenza e servizi inclusivi nelle tante periferie geografiche del nostro paese, per la cittadinanza e per la tutela del lavoro nelle tante periferiE della discontinuità, della precarietà, dei senza contratto, dello sfruttamento economico e dell’insicurezza».Un progetto pienamente condiviso dalla Fist Cisl e dalle federazioni di seconda affiliazione Fisascat Cisl e Felsa Cisl; il segretario generale Davide Guarini, intervenuto alla kermesse, parla di «una nuova strategia verso un cambio di rotta dell’azione del sindacato che sempre più dovrà divenire un punto di riferimento sociale per le persone, le lavoratrici e i lavoratori ed i giovani» ma anche rispetto alle sfide del 21° secolo: l’invecchiamento demografico e l’innovazione tecnologica che richiederanno un impegno nel rafforzamento della contrattazione, sempre più orientata a contrastare il dumping contrattuale e valorizzare il welfare e favorire così un sistema partecipativo ed inclusivo in un’ottica di crescita produttiva, culturale e sociale realizzando appieno la mission del sindacato.
Gca Generalmarket a confronto con i sindacati
Roma, 11 luglio 2019 – I sindacati hanno incontrato i rappresentanti della società Gca Generalmarket depositaria lo scorso 3 aprile della domanda di ammissione al concordato preventivo presso il Tribunale di Monza. Dalla rete vendita sono fuoriusciti 20 negozi, 10 rilevati da Italmark, 5 dal Gruppo Famila e 5 dal Gigante, tutti conferiti con contratto di fitto di durata annuale finalizzato all’acquisto definitivo dei punti vendita che il Gruppo Famila e Italmark chiedono di anticipare.I commissari della Gca Generalmarket hanno presentato istanza per la vendita di ulteriori 4 negozi a Milano, Cesate, Barbaiana di Lainate e Bollate, dove sono impiegati 29 dipendenti, mentre per i 22 negozi allo stato inoptati da richieste di acquisizione, è stata avviata la procedura di licenziamento collettivo per 337 dipendenti, di fatto provocando un disallineamento fra i tempi certi dei licenziamenti e della cessione dei negozi che presumibilmente avverrà senza personale.Auspicando che si perfezioni l'ammissione alla procedura concordataria e che non si assista ad un deterioramento del già complesso percorso aziendale verso forme liquidatorie più impattanti, il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «ritiene fondamentale definire soluzioni tese a introdurre, nei disciplinari delle procedure competitive per la cessione dei negozi, una clausola sociale di salvaguardia vincolante per gli acquirenti che permetta ai lavoratori licenziati di esercitare un diritto di prelazione nelle assunzioni tesa ad offrire dunque un'occasione di rioccupazione».
Consorzio Manital, lavoratori da mesi senza stipendio: il 26 luglio e’ sciopero
Roma, 11 luglio 2019 – Incroceranno le braccia il 26 luglio i 10 mila addetti ai servizi di pulizia civile e industriale dipendenti del Consorzio Manital, il provider specializzato nel settore dei servizi di pulizia civile e industriale, impiegati in appalti pubblici e privati anche per committenze importanti per ministeri e società partecipate dallo Stato.La protesta, indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti per rivendicare il pagamento degli stipendi e delle competenze, segue la manifestazione nazionale e il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori organizzati a Roma davanti la sede del Ministero dello Sviluppo Economico per dire basta e chiedere soluzioni e interventi strutturali per la risoluzione della vertenza. Prosegue intanto a livello locale la mobilitazione.«Ad oggi molte migliaia di lavoratrici e lavoratori non hanno ricevuto lo stipendio del mese maggio – spiegano i sindacati in un comunicato congiunto dove stigmatizzano anche che «le soluzioni proposte dalla Direzione di Manital e dalle società consorziate nel corso dei mesi trascorsi, a livello territoriale e a livello nazionale, non sono in grado di dare una soluzione positiva e definitiva alle mancate retribuzioni, segno di una crisi complessiva oramai conclamata e strutturale».I sindacati hanno sollecitato «l’intervento di tutti i soggetti coinvolti nella vertenza, a partire dalle Committenze per dare seguito a quanto previsto dalle leggi e dai contratti, ma ad oggi non ci sono state prese di posizione ed interventi risolutivi».
Pam Panorama, prosegue il confronto sulla crisi dei negozi nel Lazio e in Toscana
Roma, 10 luglio 2019 – prosegue il confronto tra i sindacati di categoria Cgil Cisl Uil e la direzione della società del Gruppo Pam sullo stato di crisi annunciato per 42 negozi della rete vendita Pam Panorama presenti nel Lazio e in Toscana che produrrebbero un Ebit negativo per complessivi 12,4 milioni di euro e perdite medie stimate da 209mila a 380mila euro.La direzione aziendale, dichiarando problemi di sostenibilità del costo medio del lavoro in 8 ulteriori negozi in Toscana e in Umbria, ha proposto ai sindacati la sospensione dei trattamenti economici integrativi, stigmatizzata dai sindacati, da concretizzarsi attraverso la sottoscrizione di una conciliazione individuale, misura contemplata da una eventuale intesa sulle linee guida per la gestione delle situazioni di crisi.Le criticità riguarderebbero anche i 5 ipermercati romani interessati dal ricorso al contratto di solidarietà fino a novembre 2019 oltre ai 4 della rete vendita del sud del Lazio a Cassino, Formia, Latina e Alatri, dove complessivamente l’azienda dichiara 119 esuberi Fte. Per fare fronte alla crisi la società propone l’ampliamento delle prestazioni domenicali e festive, dichiarando una maggiore performance nei negozi dove si registra maggiore partecipazione.Il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice, rendendosi disponibile a proseguire il confronto, ha tuttavia sottolineato che «in ogni caso occorrerà condividere la conservazione del perimetro e dell’occupazione escludendo il ricorso alla soluzioni unilaterali dei licenziamenti» come anche ripristinare corrette relazioni sindacali e superare così l’empasse seguita alla disdetta della contrattazione integrativa.