Aperture commerciali a Pasqua, Guarini: «Paradossali in tempi di lotta alla pandemia, le Ordinanze regionali dispongano la chiusura delle attività di vendita anche di generi alimentari»

Roma, 1 aprile 2021 - «In tempi di lotta alla pandemia da Covid-19 si apprende, non senza stupore, che alcune insegne commerciali, in ragione di una legislazione permissiva e senza alcun limite, intendano operare l’attività di vendita anche nelle giornate della Santa Pasqua, del Lunedì dell’Angelo, del 25 Aprile e del 1° Maggio». Così il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini commenta le aperture commerciali decise da alcune insegne della grande distribuzione organizzata nelle prossime festività. «Alla luce di tali determinazioni – ha aggiunto il sindacalista – non si possono tacere alcuni conseguenti paradossi, il primo dei quali risiede nel fatto che, essendo la totalità del Paese in zona rossa, nelle giornate festive di questo periodo pasquale sarà più facile andare a fare la spesa che visitare parenti e congiunti».

«Il secondo paradosso, che ugualmente risalta dalla avventata scelta di tenere aperti gli esercizi commerciali nelle festività – ha sottolineato – è che molte amministrazioni comunicali stanno vietando finanche la fruizione di aree verdi, parchi e spazi pubblici, mentre gli unici luoghi di aggregazione rischiano di essere i supermercati e gli ipermercati, nei quali le festività si potranno trascorrere in fila, in una sorta di processione post moderna alternativa a quella ben più significativa ed importante del Venerdì Santo che, proprio in ragione della pandemia, non vedrà l’abituale partecipazione dei fedeli in pressoché tutta Italia. In questa particolarissima Pasqua, le funzioni religiose si adeguano alla lotta al Covid, ma non le attività commerciali».

«Battute a parte i paradossi diventano insopportabili se ad essi si aggiunge la considerazione che sono praticamente caduti nel vuoto e inascoltati i vari appelli fatti sia a questo Governo che a quello precedente dalle associazioni imprenditoriali e dalle federazioni sindacali di categoria relativamente al fatto che nella strategia vaccinale gli operatori del commercio, soprattutto di generi alimentari, potessero contare su una precedenza nella somministrazione dei vaccini» ha stigmatizzato il sindacalista sottolineando che «per le lavoratrici e i lavoratori del commercio e della grande distribuzione organizzata perdura un trattamento tanto disomogeneo da rasentare la schizofrenia».

Il sindacalista rilancia anche sulla necessità includere prioritariamente nella campagna vaccinale gli addetti della distribuzione commerciale. «Il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio e della grande distribuzione organizzata è talmente indispensabile da suggerire a taluni gruppi commerciali di tenere aperti negozi, supermercati, ipermercati e punti vendita durante le festività ma tale contributo viene sminuito nel riconoscimento di una priorità nell’ambito del Piano vaccinale anti Covid-19 disposto dal Governo».

«Chiedere a chi lavora nel commercio di assicurare un presidio anche quando non tutti i servizi pubblici essenziali garantiscono la loro operatività – ha chiosato Guarini – non è solo paradossale ma, nella specifica fase che stiamo vivendo, addirittura offensivo per chi lavora». «Il nostro auspicio – ha concluso – è che i Presidenti delle Regioni vogliano non avallare tali paradossi e fermare lo scempio di tollerare che ipermercati e supermercati diventino nelle festività pasquali luoghi di assembramenti e potenziali focolai del contagio, in tal senso ci aspettiamo delle loro ordinanze che dispongano la chiusura di tutte le attività commerciali, anche quelle di vendita di generi alimentari».

 

Studi Professionali, il negoziato per il nuovo Contratto nazionale prosegue sul Lavoro Agile

Blanca: «Decisivo verificare le nuove professioni e professionalità sviluppatesi con l’incremento dei processi di digitalizzazione e delle attività da remoto, l’istituto va contrattato tra le Parti anche al fine di meglio conciliare i tempi di vita e di lavoro»

Roma, 1 aprile 2021 – Proseguono le trattative tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e l’Associazione Imprenditoriale Confprofessioni per il rinnovo del contratto nazionale di settore scaduto il 31 marzo 2018 e applicato ad oltre 1milione e mezzo di addetti per il 90% donne. In questa fase del negoziato le Parti si stanno confrontando su un tema di grande attualità: il Lavoro Agile, ovvero sulla possibilità di rendere la prestazione lavorativa in luogo diverso da quello abituale, favorendo la conciliazione dei tempi di vita, con un’attenzione anche all’ambiente. «Sarà decisivo verificare le nuove professioni e professionalità sviluppatesi con l’incremento dei processi di digitalizzazione e delle attività da remoto, includendo nel rinnovo contrattuale lo Smart Working quale nuova modalità operativa per lo svolgimento della prestazione» ha dichiarato la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca sottolineando che «l’istituto del Lavoro Agile va contrattato tra le Parti anche al fine di meglio conciliare i tempi di vita e di lavoro». «Questo – ha aggiunto – permetterebbe dei vantaggi ineludibili sia per lavoratrici e lavoratori e per gli studi stessi che potrebbero beneficiare della maggiore soddisfazione da parte dei dipendenti, con una positiva rispondenza sulla produttività».

Le parti si sono aggiornate al 12 aprile. Per la Fisascat, che rilancia le tematiche sviluppate nella piattaforma sindacale unitaria presentata nel 2019, sarà inoltre necessario puntare su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, completare il lavoro sulle diverse aree contrattuali e sui sistemi di classificazione, come anche introdurre nuove tutele e definire un sistema di relazioni sindacali più capillare, capace pertanto di sostenere i processi di trasformazione in atto nel settore». In particolare per la federazione cislina è prioritario «rafforzare la contrattazione al livello decentrato e migliorare l’attuale normativa contrattuale prevista per il lavoro dipendente e per gli addetti con un rapporto di lavoro non subordinato con l’obiettivo di determinare stabilità e qualità occupazionale, favorendo la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro».

Tra gli aspetti a cui dedicare particolare attenzione per la sindcalista «la formazione e la riqualificazione anche nell’ambito delle politiche attive del lavoro, con un espresso richiamo al ruolo del fondo interprofessionale e della bilateralità settoriale, che molto ha dato nell’emergenza pandemica a supporto delle lavoratrici, dei lavoratori e delle imprese». Altrettanto preminente anche l’implementazione del welfare e delle tutele sociali, con l’inclusione dei lavoratori autonomi e parasubordinati, ovviamente. Senza dimenticare l’adeguamento del salario per incrementare il potere di acquisto delle retribuzioni. Per la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca «la contrattazione dovrà essere in grado di intercettare i mutamenti, favorendoli affinchè questi possano servire da volano per una rapida ripresa post pandemica e, in un quadro di norme condivise, accrescere le professionalità e favorire la buona occupazione».

 

 

Carrefour, prorogato il Contratto integrativo fino al mese di giugno 2022

Dell’Orefice: «Istituti e regole contrattuali saldo ancoraggio per business aziende e lavoratori in esse occupati»

Roma, 31 marzo 2021 – Prorogata fino alla fine del mese di giugno 2022 la validità del Contratto aziendale applicato agli oltre 16mila dipendenti di Carrefour Italia. I sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e UIltucs, nell’ambito dell’ultimo incontro con il nuovo Ceo della multinazionale francese della grande distribuzione organizzata Christophe Rabatel, hanno siglato con le direzioni societarie di Carrefour Italia l’intesa che prolunga ulteriormente la validità della contrattazione integrativa giunta a naturale scadenza il 31 maggio 2019.

Per la Fisascat Cisl si tratta di un risultato significativo ed importante. Per il segretario nazionale Vincenzo Dell’Orefice «è apprezzabile il fatto che il management di Carrefour abbia sottoscritto con le organizzazioni sindacali una ulteriore proroga del Cia in una fase quanto mai complessa per l’intera economia nazionale a causa della pandemia da Covid-19 e alla vigilia del negoziato per il rinnovo del Contratto nazionale della distribuzione moderna organizzata».

«Questa firma che in tempi normali apparirebbe come una soluzione di ordinaria amministrazione – ha concluso il sindacalista – ha un valore politico essenziale in quanto dimostra che, proprio di fronte alle incertezze e all’impossibilità di programmare attività nel medio e lungo periodo sulla base di un quadro lineare e non condizionato da incognite, istituti e regole previste dai contratti collettivi rappresentano un saldo ancoraggio per il business, la vita stessa delle aziende e per le lavoratrici ed i lavoratori in esse occupati».

 

Vaccini anti Covid-19. Via libera in Farmacia, firmato il Protocollo. Sindacati: «Ora confronto con Federfarma e Assofarm per tutelare i lavoratori»

Roma, 30 marzo 2021 – È di queste ore l’annuncio della firma del protocollo tra Regioni e associazioni di rappresentanza imprenditoriale delle farmacie e ordine professionale, per l’effettuazione dei vaccini in farmacia.

È un annuncio apparentemente positivo che però necessita di ulteriori importanti approfondimenti. Dopo l’emanazione del decreto sostegni, in cui è contenuta la possibilità di effettuare i vaccini in farmacia, ad opera dei farmacisti, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno chiesto l’apertura del confronto con Federfarma e Assofarm (le associazioni di rappresentanza imprenditoriale delle farmacie).

«Il confronto per noi – affermano le organizzazioni sindacali – deve sviluppare contenuti utili ai lavoratori che rappresentiamo e agli utenti e cittadini che riceveranno il servizio di vaccinazione». «In particolare – proseguono – per i lavoratori i quesiti riguardano la tutela della professionalità con coperture legali e assicurative adeguate e parificate agli altri operatori sanitari, l’opportuna formazione e la giusta remunerazione per un servizio di grande delicatezza e responsabilità». «Per gli utenti e cittadini – sottolineano – le caratteristiche delle strutture farmaceutiche che potranno ospitare le vaccinazioni e le procedure mediche che sovraintendano le operazioni di vaccinazione. Sono questioni ineludibili che stanno alla garanzia delle persone, siano esse cittadini o lavoratori delle farmacie e su queste questioni ci aspettiamo risposte chiare e precise».

«Nel protocollo sottoscritto – concludono i sindacati – sono assegnate grandi responsabilità ai farmacisti, per poter avviare la campagna vaccinale in vera sicurezza e con il pieno riconoscimento di ogni interesse in gioco, è indispensabile integrare tale protocollo con il confronto con i rappresentanti dei lavoratori dipendenti delle farmacie e i farmacisti non titolari, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, così come da noi richiesto con le lettere inviate a Federfarma e Assofarm nei giorni scorsi».

 

 

Gioco Legale, oltre mille delegati hanno preso parte all’assemblea unitaria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: restituire dignità al gioco pubblico in concessione. La mobilitazione va avanti

Roma, 26 marzo 2021 – Restituire dignità al settore del Gioco pubblico in concessione, chiuso dal 2020, mentre i 150mila addetti sono tutt’ora in sospensione e in regime di ammortizzatori sociali e non vi sono prospettive di riapertura a breve termine anche considerata la recrudescenza della pandemia da Covid-19.

E’ quanto emerso dall’Assemblea nazionale unitaria indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs trasmessa on line e ampiamente partecipata da oltre mille tra lavoratrici e lavoratori del settore in rappresentanza della vasta platea di addetti della distribuzione specializzata del gioco, delle Sale Bingo, delle sale scommesse e Gaming Halls.

Il dibattito ha confermato tutte le criticità del comparto retail del gioco legale, che apporta alle casse dello Stato oltre 10miliardi di euro, e dei lavoratori, molti dei quali devono ancora percepire gli ammortizzatori sociali e il cui reddito è stato pesantemente falcidiato dal prolungato periodo di chiusura delle attività con le difficoltà connesse anche all’accesso al credito bancario. A fare il paio con le chiusure il pregiudizio che si abbatte sul Gioco Legale mentre nel settore proliferano attività illecite riconducibili al malaffare e al gioco d’azzardo illegale gestito dalle mafie, esponendo i giocatori a sistemi del tutto privi di regole.

A pesare anche le normative regionali di limitazione dei luoghi del gioco nate in periodo pre-covid e che nel frattempo sono entrate in vigore, in un contesto del tutto mutato che richiede pragmatismo e senso di responsabilità sociale. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs nell'ultimo anno hanno tenuto alto il livello di confronto con le aziende e con le associazioni di rappresentanza del settore per individuare soluzioni condivise, producendo, tra l'altro, protocolli per il contrasto alla diffusione del coronavirus tra i più avanzati del terziario. Gli avvisi comuni sottoscritti con le controparti non hanno però portato alla giusta attenzione sul settore da parte dei decisori politici.

L’iniziativa di oggi conferma che sussistono tutte le condizioni per una ampia mobilitazione, hanno sottolineato Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs nel corso della Conferenza Stampa convocata al termine dell’Assemblea unitaria, che verrà programmata appena le prescrizioni contro la diffusione del contagio lo consentiranno. Nel frattempo saranno valutate campagne informative finalizzate alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica circa le problematiche dei lavoratori del settore.

I sindacati rilanciano le finalità della mobilitazione:

  • Far partire un confronto con tutte le istituzioni sulla riorganizzazione del settore scevra di pregiudizi ideologici che unisca i temi della salute pubblica con la tutela occupazionale e il contrasto più netto alle attività illegali;
  • Interrompere la discriminazione dei lavoratori del settore nel contesto delle misure contro la pandemia: i luoghi del gioco devono essere considerati per la loro effettiva rischiosità e devono poter riaprire nella stessa misura in cui lo possono fare altre attività a rischio equivalente, adottando tutte le misure per la difesa della salute dei lavoratori e delle lavoratrici, oltre che dei clienti;
  • Continuare il confronto con le imprese in ordine ai cambiamenti organizzativi conseguenti alla pandemia (smartworking, dimensionamento delle sale) con l'obiettivo di preservare i livelli occupazionali e per la costruzione di un sistema stabile di relazioni sindacali che punti alla qualità del lavoro e al riconoscimento delle professionalità nell'ambito della contrattazione sottoscritta dai sindacati confederali.

Gioco Legale, oltre mille lavoratori hanno preso parte all’Assemblea unitaria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: restituire dignità al settore del gioco pubblico in concessione. La mobilitazione va avanti

Roma, 26 marzo 2021 – Restituire dignità al settore del Gioco pubblico in concessione, chiuso dal 2020, mentre i 150mila addetti sono tutt’ora in sospensione e in regime di ammortizzatori sociali e non vi sono prospettive di riapertura a breve termine anche considerata la recrudescenza della pandemia da Covid-19.

E’ quanto emerso dall’Assemblea nazionale unitaria indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs trasmessa on line e ampiamente partecipata da oltre mille tra lavoratrici e lavoratori del settore in rappresentanza della vasta platea di addetti della distribuzione specializzata del gioco, delle Sale Bingo, delle sale scommesse e Gaming Halls.

Il dibattito ha confermato tutte le criticità del comparto retail del gioco legale, che apporta alle casse dello Stato oltre 10miliardi di euro, e dei lavoratori, molti dei quali devono ancora percepire gli ammortizzatori sociali e il cui reddito è stato pesantemente falcidiato dal prolungato periodo di chiusura delle attività con le difficoltà connesse anche all’accesso al credito bancario. A fare il paio con le chiusure il pregiudizio che si abbatte sul Gioco Legale mentre nel settore proliferano attività illecite riconducibili al malaffare e al gioco d’azzardo illegale gestito dalle mafie, esponendo i giocatori a sistemi del tutto privi di regole.

A pesare anche le normative regionali di limitazione dei luoghi del gioco nate in periodo pre-covid e che nel frattempo sono entrate in vigore, in un contesto del tutto mutato che richiede pragmatismo e senso di responsabilità sociale.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs nell'ultimo anno hanno tenuto alto il livello di confronto con le aziende e con le associazioni di rappresentanza del settore per individuare soluzioni condivise, producendo, tra l'altro, protocolli per il contrasto alla diffusione del coronavirus tra i più avanzati del terziario. Gli avvisi comuni sottoscritti con le controparti non hanno però portato alla giusta attenzione sul settore da parte dei decisori politici.

L’iniziativa di oggi conferma che sussistono tutte le condizioni per una ampia mobilitazione, hanno sottolineato Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs nel corso della Conferenza Stampa convocata al termine dell’Assemblea unitaria, che verrà programmata appena le prescrizioni contro la diffusione del contagio lo consentiranno. Nel frattempo saranno valutate campagne informative finalizzate alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica circa le problematiche dei lavoratori del settore.

I sindacati rilanciano le finalità della mobilitazione:

  • Far partire un confronto con tutte le istituzioni sulla riorganizzazione del settore scevra di pregiudizi ideologici che unisca i temi della salute pubblica con la tutela occupazionale e il contrasto più netto alle attività illegali;
  • Interrompere la discriminazione dei lavoratori del settore nel contesto delle misure contro la pandemia: i luoghi del gioco devono essere considerati per la loro effettiva rischiosità e devono poter riaprire nella stessa misura in cui lo possono fare altre attività a rischio equivalente, adottando tutte le misure per la difesa della salute dei lavoratori e delle lavoratrici, oltre che dei clienti;
  • Continuare il confronto con le imprese in ordine ai cambiamenti organizzativi conseguenti alla pandemia (smartworking, dimensionamento delle sale) con l'obiettivo di preservare i livelli occupazionali e per la costruzione di un sistema stabile di relazioni sindacali che punti alla qualità del lavoro e al riconoscimento delle professionalità nell'ambito della contrattazione sottoscritta dai sindacati confederali.

 

Douglas Italia formalizza la lista dei 128 negozi in chiusura e disdetta i contratti di locazione. 457 i posti di lavoro a rischio

Blanca: «Scelta inaccettabile, indifferibile il tavolo di crisi al Mise».

Roma, 25 marzo 2021 – La direzione della catena di profumerie Douglas Italia ha formalizzato ai sindacati la lista completa dei 128 punti vendita oggetto della riorganizzazione annunciata a mezzo stampa che coinvolge 457 lavoratori.

La catena tedesca ha già disdettato la maggior parte dei contratti di locazione dei negozi. Una scelta contestata dai sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil, e Uiltucs in assenza di un Piano Commerciale ufficiale ed anche alla luce della proroga dei licenziamenti stabilita dal Dl Sostegni al 31 ottobre 2021.

Le tre organizzazioni sindacali hanno ribadito la ferma contrarietà alle chiusure ed hanno sollecitato la convocazione del tavolo di crisi presso il ministero dello Sviluppo Economico già richiesta nelle scorse settimane. Il confronto con la direzione aziendale è stato aggiornato al 9 aprile, data entro la quale Douglas dovrebbe presentare il Piano Commerciale palesando i criteri di individuazione utilizzati e quali sono le misure che intende mettere in campo volte alla salvaguardia occupazionale, atteso che grazie all’e-commerce il calo di fatturato è stato decisamente contenuto.

«Abbiamo chiesto di sviluppare e illustrare un piano industriale di ampio respiro e serio che dia valore al capitale umano, che è il vero valore aggiunto a maggior ragione per un'azienda che offre prodotti e servizi per la cura della persona, postulato sulla salvaguardia occupazionale» ha ribadito la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca.

«Quella di Douglas di chiudere i negozi è una scelta inaccettabile» ha aggiunto la sindacalista sottolineando che «si tratta di un'azienda che impiega prevalentemente donne e che, qualora non si dovessero trovare delle soluzioni, questo segnerebbe ancor di più il gap di genere esistente nel nostro Paese». Blanca, pur comprendendo le tempistiche legate al riordino del Mise, evidenza «l’urgenza e l’indifferibilità della convocazione dal dicastero a fronte della situazione che si sta paventando di ora in ora».

«E’ una battaglia contro il tempo – ha evidenziato – ma dobbiamo convogliare tutte le forze affinchè le risorse umane tornino a rappresentare il fulcro nevralgico della discussione senza assistere in modo passivo alla debacle totale».

Per la sindacalista «urge anche il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali territoriali e una attenzione da parte della clientela che esortiamo in modo solidaristico a continuare ad acquistare i prodotti di bellezza direttamente nei punti vendita». «Ogni loro contributo – ha concluso – potrà favorire la salvaguardia dei posti di lavoro».

Cura e Assistenza alla persona, il Report di Uni Global Union: nell’anno della pandemia la forza lavoro di tutto il mondo è stata duramente colpita dal Covid-19

L'indagine ha messo in evidenza la carenza di DPI, bassi salari, carenza di personale e mancanza di supporto per la salute mentale.

Roma, 25 novembre 2021 – Il settore della cura e dell’assistenza alla persona ha gravemente risentito dell’impatto della pandemia da Covid-19: carenze di personale e di DPI, bassi salari e mancanza di supporto per la salute. E’ quanto emerge dall’ultimo studio pubblicato da UNI Global Union, il sindacato internazionale dei servizi ad un anno dall’inizio della pandemia. L’indagine, che ha analizzato i dati di 3.001 operatori in 37 paesi, documenta la situazione degli operatori sanitari e di chi presta servizi di cura e assistenza alla persona in tutto il mondo, pericolosamente esposti al rischio contagio e condizioni di vita e di lavoro al limite della sostenibilità.

La maggior parte degli intervistati da Uni lavora nell'assistenza a lungo termine, nelle case di cura o nelle case dei clienti. Oltre il 52% degli intervistati ha affermato che la retribuzione non consente un tenore di vita e di garantire i bisogni più elementari come alloggio, cibo e trasporti. A peggiorare le cose, un terzo intero dei lavoratori ha affermato di non essere stato pagato in attesa dei risultati dei test del coronavirus e quasi un quarto ha affermato di non avere un periodo di ferie retribuito per recuperare se si ammala.

Oltre il 30 per cento non dispone ancora di adeguati DPI e la percentuale è più alta nei paesi più colpiti dal virus. Il 65% dei lavoratori che ha inoltre assistito alla morte di un collega o di un paziente non ha segnalato alcun supporto da parte dei datori di lavoro per ansia, paura e altri problemi di salute mentale associati al proprio lavoro. Il 48% di tutti gli intervistati ha affermato che il personale è la loro principale preoccupazione e circa tre quarti hanno affermato che un personale inadeguato ha avuto un impatto sulla loro capacità di fornire cure di alta qualità. Oltre ai rischi posti dal virus, il 14% dei lavoratori intervistati ha dichiarato di aver subito molestie e violenze a causa della propria professione.

Oltre l'80% della forza lavoro globale nel settore di cura e assistenza è di sesso femminile e il 90% dei lavoratori di assistenza a lungo termine sono donne.

La natura di genere del lavoro di cura influisce su tutte le questioni più importanti che i lavoratori hanno sollevato nel sondaggio. «Per troppo tempo, le nostre società hanno diminuito l'assistenza in quanto "lavoro femminile" e durante la pandemia abbiamo assistito alle tragiche conseguenze di una forza lavoro con risorse insufficienti, sottovalutata e sopraffatta» ha affermato Christy Hoffman, segretario generale di UNI Global Union.

«Sentiamo spesso che il Covid-19 ha cambiato tutto, ma una cosa che non è cambiata abbastanza è il modo in cui diamo valore agli operatori sanitari, specialmente nell'assistenza a lungo termine».

«Questo sondaggio – ha proseguito – è un campanello d'allarme per il settore dell'assistenza a livello globale. Dimostra che se vogliamo un'assistenza di qualità, se vogliamo riprenderci da questa pandemia e prevenire la diffusione futura, dobbiamo rivalutare il lavoro di cura e dobbiamo rispettare gli operatori sanitari».

«I lavoratori di tutto il mondo dicono di aver bisogno di una revisione urgente del settore dell'assistenza per mettere la vita al centro dell'assistenza. Ciò significa un salario dignitoso, posti di lavoro sicuri, rappresentanza sindacale e innalzamento degli standard globali», ha affermato Adrian Durtschi, direttore di Unicare, sindacato affiliato ad Uni Global Union che rappresenta due milioni di lavoratori.

L’esperienza italiana, con oltre 3milioni di lavoratori addetti ai servizi socio sanitari assistenziali e al lavoro domestico, è caratterizzata dall’apporto della bilateralità contrattuale che ha consentito di supportare lavoratrici e lavoratori nella fase emergenziale.

«Se nell’immediato è urgente migliorare le condizioni di lavoro e gli standard di sicurezza, con l’utilizzo di adeguati dpi, è anche urgente accrescere attraverso la contrattazione livelli di professionalità che assicurino assistenza di qualità per fruitori del servizio di cura, un carico di lavoro gestibile e salari sostenibili per famiglie per i lavoratori» ha dichiarato la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca. Blanca ha acceso i riflettori sull’esperienza italiana, con oltre 3milioni di lavoratori addetti ai servizi socio sanitari assistenziali e al lavoro domestico «fortemente caratterizzata dall’apporto della bilateralità contrattuale che ha consentito di supportare lavoratrici e lavoratori nella fase emergenziale».

«Il lockdown – ha aggiunto – ha messo in evidenza la necessità di definire una normativa dedicata all’ accesso agli ammortizzatori sociali in caso di sospensione della prestazione lavorativa ed anche una normativa più pertinente sulla regolazione dei flussi migratori, anche stipulando specifiche convenzioni con i Paesi di origine volte alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro anche al fine di assicurare un trattamento pensionistico di miglior favore».

Per Aurora Blanca «nell’anno della Famiglia Amoris Laetitia l’azione del sindacato globale e nei diversi paesi del mondo deve essere volta a sostenere l’occupazione, la formazione, la sicurezza ma anche le politiche di genere, il welfare e l’inclusione sociale». Per la sindacalista sarà necessario «accrescere le competenze dei lavoratori attraverso adeguati percorsi di formazione certificata delle competenze, attraverso il rafforzamento della contrattazione e della concertazione in grado di assicurare anche la Long Term Care anche rispetto alle previsioni demografiche che segnalano un trend di longevità in crescita in tutto il mondo».

Blanca auspica infine che «il Governo prenda in esame quanto prima l’ultimo Avviso Comune firmatarie dai firmatari del Ccnl del Lavoro Domestico volto a garantire piena dignità agli assistenti familiari».

Decreto Sostegni, le misure per gli Agenti e i Rappresentanti di Commercio: dal superamento dei Codici Ateco al Contributo a Fondo Perduto

Fisascat Cisl: accolte molte nostre richieste ma aiuti ancora lontani dalle necessità della categoria

Roma, 23 marzo 2021 – Il Decreto Sostegni, pubblicato in Gazzetta Ufficiale in vigore dal 23 marzo 2021, prevede alcune misure che interessano la categoria degli Agenti e dei Rappresentanti di Commercio. Il provvedimento ha accolto alcune delle richieste del Sindacato e della Fisascat Cisl in particolare sul superamento dei Codici Ateco e del discriminatorio sistema di calcolo della perdita subita basato esclusivamente sul differenziale delle fatture emesse ad aprile del 2019 e ad aprile del 2020.  Tra le misure del Dl Sostegni il contributo a Fondo Perduto che spetta agli Agenti e ai Rappresentanti di Commercio con la sola esclusione di coloro che hanno cessato o iniziato l'attività alla data di entrata in vigore del decreto. La federazione cislina è consapevole che gli importi di sostegno per la categoria sono ben lontani dall'essere veramente d'aiuto e dalle necessità del settore sul quale hanno gravemente impattato la crisi pandemica e le misure per il contenimento del contagio da Covid-19. Lo stralcio delle cartelle fino a 5.000 euro, applicato solo ai debiti affidati alle agenzie di riscossione tra il 2000 ed il 2010, e per contribuenti con redditi fino a 30.000 euro, darà ossigeno a pochissimi agenti di commercio, per i quali sarebbe stata più utile un'abolizione temporanea di alcune spese.

Condizioni per l’accesso al Contributo a Fondo Perduto

Non bisogna aver avuto compensi e ricavi relativi nel periodo d’imposta 2019 superiori a 10 milioni di euro. L’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2020 deve essere inferiore almeno del 30% rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2019. Per gli agenti di commercio che hanno iniziato l’attività dal 1° gennaio 2019, il contributo spetta anche senza quest'ultimo requisito. Per determinare gli importi, si fa riferimento alla data di effettuazione dell’operazione di cessione di beni o di prestazione dei servizi.

Come si calcola

Alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2019 si applicano queste percentuali:

1- 60% per i soggetti con ricavi e compensi non superiori a centomila euro;

2- 50% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a centomila euro e fino a quattrocentomila euro;

3- 40% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a quattrocentomila euro e fino a 1 milione di euro;

4- 30% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro;

5- 20% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro.

L’importo del contributo non può essere superiore a centocinquantamila euro ed inferiore a mille euro per le persone fisiche e a duemila euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. 

Esempio

  • € 60.000,00 euro di fatturato e corrispettivi nel 2019 
  • € 15.000,00 euro di fatturato e corrispettivi nel 2020

Media mensile del 2019: € 60.000,00 :12= € 5.000,00

Media mensile del 2020: € 15.000,00 :12 = € 1.250,00

Differenza = € 3.750,00

Avendo un fatturato inferiore a € 100.000,00 si applica la percenutale del 60% sulla differenza quindi: 3.750,00 x 60% = € 2.250,00

 Quando e come fare domanda

La domanda si farà esclusivamente in via telematica attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate, come per i precedenti ristori, con l’indicazione dei requisiti richiesti. Onde evitare spiacevoli errori, vi invitiamo a presentare la domanda con l'assistenza del vostro commercialista, fermo restando che potrete farla anche autonomamente, seguendo le istruzioni che verranno pubblicate. L’istanza deve essere presentata, a pena di decadenza, entro sessanta giorni dalla data di avvio della procedura telematica. Le modalità di effettuazione dell’istanza, il suo contenuto informativo ed i termini di presentazione della stessa sono definiti con un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, che dovrebbe uscire nei prossimi giorni. 

 

Turismo, il Piano per il rilancio del ministro Garavaglia. Le proposte della Fisascat Cisl per sostenere il settore che vale il 13% del Pil e occupa oltre 2milioni di addetti

Guarini: «Bene la disponibilità al confronto con le Parti Sociali, lavorare insieme per sostenere il Brand Italia»

Roma, 19 marzo 2021 – Parte dall’operatività del ministero del Turismo il rilancio del comparto turistico che in Italia vale il 13% del Pil e occupa oltre due milioni di addetti di cui circa 300mila stagionali. Il ministro Garavaglia, in audizione davanti alle Commissioni riunite Attività Produttive di Camera e Senato sulle linee programmatiche del dicastero, ha annunciato un piano a tutto campo “per distribuire nel modo più equo e veloce possibile le risorse a disposizione”. Il ministro ha annunciato la riattivazione del Comitato permanente per la promozione del turismo proponendo “un lavoro di coordinamento a livello centrale e un miglioramento nel rapporto con Regioni e Comuni”. Senza tralasciare il tema della sicurezza, essenziale per ripartire.

Il ministro ha sottolineato l’esistenza di "protocolli efficaci che rendono possibile riaprire con tranquillità anche nella situazione attuale". Sul tema degli aiuti alle imprese, risorse importanti ancora da distribuire, a cominciare dai 228 milioni da destinare ai rimborsi ad agenzie e tour operator, il Ministero del Turismo sta lavorando per inserire nella parte di Pnrr di sua competenza una estensione del superbonus al 110% alle strutture alberghiere per i lavori di efficientamento. E ancora il ministro propone il passaporto sanitario e un gioco di squadra con Regioni e Comuni per promuovere il brand Italia anche attraverso un piano per digitalizzare tutta la filiera. Garavaglia pensa poi ad un hub digitale, il portale Italia.it, che funga da soggetto aggregatore dell’offerta privata e pubblica dove prenotare e programmare le vacanze Made in Italy in tutta la penisola e “sviluppare nuove tipologie di offerta e di attività imprenditoriali”.

La Fisascat Cisl, che valuta positivamente il piano annunciato dal ministro Garavaglia, propone una serie di azioni per rilanciare il comparto turistico nel suo complesso. A cominciare dalla costituzione di un Osservatorio nazionale per monitorare il rispetto delle regole e delle norme per la riapertura in sicurezza delle strutture e dal potenziamento delle attività di promozione del turismo italiano nel mondo, anche prevedendo una maggiore sinergia tra il comparto turistico e l’enogastronomia per stimolare la competitività e la commercializzazione dei prodotti, lo scambio di beni e nuove rotte turistiche nel bacino del mediterraneo. Tra le proposte Fisascat Cisl anche l’utilizzo delle risorse del Recovery Plan per la promozione di iniziative volte allo sviluppo turistico, alla riqualificazione delle infrastrutture ricettive e al potenziamento dei vettori del trasporto aereo a lungo raggio.

Senza tralasciare l’accrescimento della competitività del settore e dei servizi turistici a livello internazionale con l’avvio di percorsi di formazione continua per la riqualificazione degli addetti del settore come pure è necessario promuovere un canale dedicato all’incontro tra domanda ed offerta di lavoro nel settore anche attraverso il collegamento tra scuola, formazione post-scolastica, master e mondo del lavoro, valorizzando gli strumenti contrattuali finalizzati all’inserimento nel mercato attraverso il sistema della bilateralità di origine contrattuale.

«Il nostro auspicio – ha dichiarato il segretario generale della categoria cislina Davide Guarini – è che, nell’ambito del confronto aperto dal ministro del Lavoro Orlando sulla riforma degli ammortizzatori sociali, venga rafforzata la struttura degli ammortizzatori universali anche prevedendo uno strumento selettivo che salvaguardi la stagionalità, caratteristica strutturale del comparto turistico e le professionalità che vi operano». Il sindacalista rilancia anche sulla «definizione di politiche attive di formazione e riqualificazione ad hoc per il settore alberghiero ricettivo e della ristorazione».

Per Guarini sono anche necessarie «azioni legislative nazionali e regionali per favorire la destagionalizzazione e l’ampliamento del periodo ricettivo, con la programmazione delle manifestazioni e degli eventi durante tutto l’anno, sostenendo un turismo sociale accessibile nei diversi periodi dell’anno».

Il sindacalista suggerisce «l’introduzione di incentivi all’utilizzo dei buoni vacanza nei periodi di minor afflusso e valorizzare il turismo della terza età attraverso elementi di sostegno economico». «Bene la disponibilità del ministro al confronto con le Parti Sociali – ha concluso Guarini – bisogna lavorare insieme per sostenere il Brand Italia e rafforzare ulteriormente il sistema di relazioni sindacali esistente e il rapporto con le istituzioni, con l’auspicio si possa innescare la possibilità di un ruolo attivo del sistema della bilateralità settoriale e dei fondi interprofessionali».