Ex Mercatone Uno, spiraglio per i lavoratori dall’Inps che autorizza l’anticipo del Tfr. Lunedi’ la nomina dei nuovi commissari.

BLANCA: «URGE CABINA DI REGIA PERMANENTE, PRONTI A LAVORARE IN SINERGIA PER LA RIAPERTURA DEI PUNTI VENDITA E PER ASSICURARE UN FUTURO AI LAVORATORI»Roma, 14 giugno 2019 – Arriva dall'Inps uno spiraglio di luce per i lavoratori ex Mercatone Uno che attendono la nomina dei nuovi Commissari prevista per lunedì prossimo. L'istituto pensionistico nazionale ha infatti emanato la circolare operativa finalizzata a rispondere dalle sedi territoriali alle istanze presentate da tutti i lavoratori sull’anticipo del Tfr. «Fermo restando che questa sicuramente rappresenta una boccata di ossigeno che non arriverà certamente entro fine mese, ancora molto c'è da fare» ha dichiarato la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca auspicando che «entro lunedì, come da ultimo annuncio, si arrivi alla nomina dei nuovi Commissari e che la settimana prossima si giunga a concordare la data per l'incontro finalizzato alla retrocessione dei dipendenti all'Amministrazione Straordinaria» percorso che consentirebbe l’attivazione dell’ammortizzare sociale. La sindacalista confida che «i prossimi Commissari siano attenti, scrupolosi, trasparenti ed empatici e che affrontino con responsabilità il compito che gli verrà affidato». La sindacalista stigmatizza «le dimissioni dei tre amministratori avvenuta ancora una volta a mezzo stampa mortificando la dignità umana, dimissioni che avrebbero potuto essere presentate dopo aver sottoscritto l'accordo sull’attivazione l'ammortizzatore sociale ma, la sensibilità e il senso del dovere li ha portati a fare scelte differenti». «Urge una cabina di regia permanente» stigmatizza Blanca sottolineando che «sono in corso delle indagini per appurare le responsabilità» e che «in uno stato di giustizia e di diritto, in uno stato basato sul lavoro, non è tollerabile tale situazione». «La Fisascat Cisl è pronta a lavorare per le proprie competenze sinergicamente con tutti gli attori sociali coinvolti, – Mise, Ministero del lavoro, amministratori, curatela, tribunali, Regioni, inps, fornitori, creditori, operatori economici – per valutare i progetti, piani industriali, tesi alla riapertura in tempi rapidi dei punti vendita» ha poi rilanciato la sindacalista evidenziando che «l'ammortizzatore sociale rappresenta solo un paracadute temporaneo» e che «bisogna lavorare tempestivamente a soluzioni tese a ripristinare il senso di fiducia nelle istituzioni, nello Stato, nel potere di acquisto, nel poter progettare un futuro occupazionale per i lavoratori». «La vertenza Mercatone Uno – ha concluso la sindacalista – ha fatto vacillare le certezze di tutti e in una situazione complessa non è possibile rintracciare soluzioni semplici ma solo attraverso il lavoro sinergico e responsabile si potrà elaborare in piano con prospettive a breve, medio e lungo tempo garante dei diritti di quanti sono stati travolti da questo tsunami».

Shernon Holding ex Mercatone Uno, i sindacati sollecitano l’attivazione dell’ammortizzatore sociale e l’apertura del tavolo al Mise sulle prospettive dei lavoratori e dei punti vendita.

Roma, 13 giugno 2019 – Cassa integrazione subito alle stesse condizioni contrattuali individuali precedenti e prospettive per il lavoro per i 1860 dipendenti dei 55 punti vendita ex Mercatone Uno acquisiti da Shernon Holding in fallimento. E’ quanto sollecitato dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che invitano il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ad aprire subito il tavolo di confronto sul futuro di Mercatone Uno «perchè le lavoratrici e i lavoratori hanno bisogno di prospettive certe». Le tre sigle stigmatizzano di aver appreso attraverso una nota stampa delle dimissioni rassegnate dai Commissari straordinari e che gli stessi definiscono «un atto dovuto». Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs avevano già indicato al Mise la necessità di affrontare la complicata fase che si è aperta dopo il fallimento di Shernon Holding, mediante un confronto costante e continuo, con «impegno, trasparenza e un forte segno di discontinuità rispetto al passato». Il Mise ha intanto aperto la procedura per la selezione dei nuovi commissari attraverso un invito alla presentazione delle candidature con scadenza 14 Giugno; a questa data saranno trascorsi 20 giorni dalla dichiarazione di fallimento ed i lavoratori non possono più aspettare, affondano i sindacati, e «attendono certezze a partire dalla continuità del proprio reddito». E ancora «è necessario che la commissione nominata dal ministro svolga con carattere di urgenza la procedura per arrivare a selezionare i nuovi Commissari». «La condizione di 1860 lavoratrici e lavoratori, dei lavoratori dell’indotto, insieme alla situazione dei clienti e dei fornitori di Shernon Holding – concludono le tre sigle – ha carattere prioritario per rispondere all’emergenza ed ai disagi che attanagliano i lavoratori ogni giorno di più».

Fist Cisl, la II Conferenza Organizzativa ridisegna la strategia di azione contrattuale e organizzativa della fedreazione del terziario. L’attività di rappresentanza riparte dal territorio e dai nuovi servizi agli iscritti.

Roma, 11 giugno 2019– Riparte dal territorio l’attività di rappresentanza di Fisascat Cisl e Felsa Cisl, i sindacati di seconda affiliazione della Fist Cisl – la federazione del terziario della Cisl nata dall’operazione di accorpamento avviata nel 2014 – in una nuova strategia di azione politico-contrattuale-organizzativa finalizzata a presidiare in misura crescente i luoghi di lavoro anche attraverso una maggiore sinergia con il sistema dei servizi Cisl, con l’Inas Cisl e il Caf Cisl. Sono queste in sintesi le nuove linee programmatiche approvate dalla Conferenza Nazionale Organizzativa della categoria sindacale in programma oggi a Roma in presenza della segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan. In particolare la Fist Cisl ritiene strategico offrire servizi sempre più specifici alle diverse tipologie di lavoratori del terziario privato – settore prevalente dell’economia con oltre 15milioni 300mila addetti riconducibili al commercio, turismo e servizi – siano essi dipendenti, atipici, somministrati e autonomi, questi ultimi in crescita esponenziale in Italia dove rappresentano, secondo l’Istat, il 23,2% degli occupati con oltre 5,3 milioni di lavoratori indipendenti, ben oltre la media Ue che si attesta al 15,3%. Da qui la necessità di ridisegnare politiche contrattuali ad hoc orientate non solo a garantire, attraverso la contrattazione, salari adeguati collegati alla redditività aziendale, ma anche nuovo welfare riferito al benessere ed alla crescita delle competenze. Dunque politiche formative mirate, garantite da un sistema bilaterale solido che sia in grado di di fornire accoglienza e un primo orientamento ai lavoratori, anche in tema fiscale e previdenziale, e di accompagnare in modo costante l’iscritto. Un percorso già avviato da Fisascat Cisl e Felsa Cisl, presenti sul territorio con sportelli dedicati, che confermano e rinnovano l’impegno di collaborazione nel sistema della previdenza complementare e nella promozione di un welfare sociale finalizzato a contrastare le forme di lavoro irregolare e la precarietà dilagante in un mercato del lavoro in continua evoluzione. «Il terziario nel suo complesso – ha dichiarato il segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri nella relazione introduttiva ai lavori – è caratterizzato, sia nei settori tradizionali del commercio, turismo e servizi che nei settori ad alto contenuto tecnologico, da una apprezzabile espansione dell’occupazionale che però continua a confermare la polverizzazione strutturale dei posti di lavoro con aziende sotto i 15 addetti, dove l’esigibilità della contrattazione e le aree di sindacalizzazione e di tutela sono limitate a porzioni minoritarie di lavoro dipendente». Il sindacalista ha poi evidenziato «l’opportunità occupazionale del lavoro in somministrazione, caratterizzato da flessibilità, che ha consentito a molte lavoratrici e lavoratori di entrare nel mondo del lavoro per la prima volta o di rientrarci dopo la fase di crisi che ha vissuto il Paese» sottolineando che «il compito principale del sindacato resta quello della contrattazione, a fianco delle azioni a sostegno della confederalità e della solidarietà». «Il sindacato partecipativo – ha enfatizzato Raineri – realizza la propria strategia contrattuale a partire dal nuovo sistema di relazioni sindacali e dai livelli di confronto che derivano dalla prassi contrattuale». «Tuttavia nei settori del terziario, commercio, turismo e servizi – ha aggiunto – esistono opportunità occupazionali che, pur confermate dalle tendenze del mercato, non sono sfruttate fino in fondo dall’iniziativa imprenditoriale pubblica». Per il sindacalista «una politica di sviluppo del terziario reclama il superamento di carenze di politiche pubbliche e contraddizioni di mercato che devono impegnare il sindacato a contrattualizzare il lavoro, quali che siano le forme individuali di rapporto di lavoro subordinato, le sedi lavorative, le nuove professionalità». Un obiettivo ambizioso quello della categoria cislina che dall’anno della costituzione è cresciuta costantemente passando da quota 347.837 associati nel 2013 a 422.751 iscritti nel 2018 confermando una buona capacità di rappresentanza svolta dalle federazioni di seconda affiliazione Fisascat Cisl e Felsa Cisl «che dovranno continuare a lavorare nel tentativo di contrastare anche quelle forme di dumping contrattuale che provengono da centinaia di contratti e “contrattini” che hanno trattamenti economici assolutamente insufficienti per rappresentare il mondo del lavoro». Ed è per questo che «anche sul salario minimo – ha aggiunto il sindacalista – occorre dare valore erga omnesalla contrattazione stipulata dalle parti più rappresentative ed ai minimi retributivi in essi previsti». Senza dimenticare poi le grandi sfide dell’innovazione digitale e dell’invecchiamento demografico, sottolinea Raineri, «sfide che anche il sindacato dovrà essere in grado di fronteggiare con la creazione di nuove forme di tutela contrattuale, come ad esempio quella della long term care, ovvero sviluppare la capacità di offrire cure a lungo termine per una popolazione che crescerà in termini di longevità, affiancando l’azione contrattuale alla tutela del welfare» ma «cogliendo anche l’opportunità occupazionale soprattutto nel settore dell’assistenza alla persona e familiare». E ancora «le attività terziarie, nonostante l’evoluzione tecnologica, rimangono quelle a più alta densità di lavoro» ed è proprio per questo, incalza Raineri, «che la Fist Cisl deve confermare nella vocazione del sindacato del terziario globale». Dopo 45 anni di militanza sindacale, gli ultimi 5 passati nell’incarico segretario generale della federazione del terziario della Cisl – dopo 12 passati nella segreteria generale della Fisascat Cisl – Raineri ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di segretario generale della Fist Cisl, nel rispetto delle norme statutarie e regolamentari Cisl. Anni di passione e dedizione sindacale in cui Raineri ha avuto l’opportunità di stipulare più di 140 contrati di lavoro nazionali, aziendali, territoriali, con oltre 10mila ore effettive di trattativa, e di partecipare alla elaborazione e alla costituzione di decine di commissioni bilaterali, enti bilaterali, enti di formazione, fondi interprofessionali, fondi sanitari integrativi, fondi di previdenza complementare ai quali aderiscono complessivamente oggi oltre tre milioni di lavoratrici e lavoratori del terziario e del lavoro somministrato che ora possono beneficiare di un vasto sistema di welfare contrattuale. «Un percorso – ha concluso il sindacalista – che dovrà proseguire con la nuova segreteria della Fist Cisl, per individuare sempre le migliori soluzioni per portare avanti le importanti scelte organizzative e contrattuali nell’ampio panorama della federazione del terziario, primo anello di congiunzione nel sindacato tra economia tradizionale, nuova economia e nuovi lavori tra vecchie e nuove generazioni». Il consiglio generale della Fist Cisl convocato nel pomeriggio eleggerà la nuova squadra dirigente della categoria cislina. La segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan nell'intervento conclusivo dei lavori ha sottolineato che per «molto tempo il terziario è stato considerato secondario nell'economia nazionale ma che oggi è un settore trainante dove c'è stata una grande capacità di innovazione ed evoluzione contrattuale». «La grande sfida del Sindacato e della Cisl sta nell'avere capacità di evoluzione contrattuale per ridare protagonismo ai lavori nel cambiamento e in questo percorso la Fist Csl può fare da apripista con gli strumenti creati dalla contrattazione, dalla bilateralità al welfare».«Dobbiamo guardare al nostro futuro – ha concluso Fulran – e iniziare a parlare nel sindacato di attività e di piattaforme contrattuali capaci di intercettare i poveri del lavoro nelle periferie dove metteremo ancora alla prova la nostra capacità organizzativa e contrattuale».

Fist Cisl, dalla II Conferenza organizzativa l’appello alla unione europea del sindacato internazionale dei servizi.

ALKE BOESSIGER (UNI GLOBAL UNION): «PROMUOVERE UN PROGRAMMA DI AZIONE SOCIALE PER RAFFORZARE LA CONTRATTAZIONE E GARANTIRE SALARI ADEGUATI E LAVORI DIGNITOSI» Roma, 11 giugno 2019 – «Abbiamo bisogno di un'Europa che metta al centro i diritti sociali e promuova il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per tutti i cittadini nell'UE. Abbiamo bisogno di allontanarci da un'Unione europea che continua a costruire un mercato interno neo-liberale con modelli di business e nuove forme di occupazione che impoveriscono gli standard di lavoro esistenti e non riescono a reagire alle nuove sfide del mercato del lavoro. Dobbiamo invertire l'aumento della disuguaglianza e la perdita di fiducia nella democrazia». E’ questo l’appello lanciato al neo eletto Parlamento dell’Ue da Alke Boessiger, segretaria generale aggiunta del sindacato internazionale dei servizi Uni Global Union, intervenuta a Roma ai lavori della II Conferenza Nazionale Organizzativa della Fist Cisl, la federazione del terziario della Cisl nata nel 2014 dall’accorpamento di Fisascat Cisl e Felsa Cisl, rispettivamente le federazioni del commercio, turismo e servizi e del lavoro atipico, autonomo e somministrato. In particolare Uni Global Union chiede che «il neoeletto Parlamento europeo e i nuovi commissari adottino un programma di azione sociale della Unione europea completo e giuridicamente vincolante che promuova una contrattazione collettiva capace di plasmare l'economia dei servizi e dei lavoratori ai quali bisogna garantire un salario dignitoso e un lavoro degno per tutti». «Abbiamo tre esigenze fondamentali – ha concluso Boessiger – rafforzare la contrattazione collettiva nazionale e settoriale, in particolare anche per quanto riguarda l’aggiornamento professionale e l'apprendimento permanente, assicurare che i lavoratori autonomi abbiano il diritto di essere rappresentati collettivamente e negoziare termini e condizioni di lavoro dignitose e giuste».

Fist Cisl, rinnovo dei vertici della categoria del terziario della Cisl : Davide Guarini è il nuovo Segretario generale . Aurora Blanca e Mattia Pirulli rieletti in segreteria nazionale.

Roma, 11 giugno 2019 – Rinnovo dei vertici in casa Fist Cisl. Il consiglio generale, ha eletto all’unanimità Davide Guarini nuovo segretario generale della categoria del terziario della Cisl. Guarini succede a Pierangelo Raineri dimessosi nel rispetto delle previsioni statutarie e regolamentari. Rieletti in segreteria nazionale Aurora Blanca e Mattia Pirulli, già componenti di segreteria nazionale Fisascat Cisl e Felsa Cisl. Un progetto pienamente condiviso dalla Cisl presente all’assise con il segretario confederale Cisl Piero Ragazzini. «Una giornata importante per la Cisl e per la Fist, il nuovo segretario generale Davide Guarini eletto all’unanimità conferma la forte condivisione della proposta del segretario generale uscente Pierangelo Raineri che ha condotto fin qui la prima categoria dei lavoratori attivi della Cisl e che guarda al futuro pronta ad affrontare le nuove sfide» ha dichiarato Ragazzini. Davide Guarini, appena insediato, ha accolto il nuovo incarico con grande senso di responsabilità «con la consapevolezza che buona parte del lavoro per far funzionare questa grande federazione è già stato fatto con l’aggiunta che nella squadra vi sono persone che hanno già avuto modo di contribuire al suo sviluppo». «La Fist Cisl – ha aggiunto – deve continuare nella direzione fino ad ora intrapresa, individuando ulteriori spazi per rilanciare il ruolo del sindacato anche nelle periferie del lavoro». «Con una politica ostile alle organizzazioni sindacali – ha sottolineato il sindacalista – c’è la necessità di progettare un sindacato in grado di cogliere le peculiarità del cambiamento, di dare risposte alle nuove esigenze di tutela, di cogliere le opportunità di una evoluzione tecnologica e digitale. Serve innovare un Sindacato per renderlo al passo con i tempi che evolvono in estrema rapidità. Un Sindacato che sappia rappresentare a 360 gradi donne e uomini del terziario e dei servizi». «Le sinergie delle due federazioni, Fisascat e Felsa, mantenendo le loro specifiche identità, – ha concluso il sindacalista – diventeranno essenziali per sviluppare nuovi modelli di Welfare Contrattuali, di bilateralità, di Formazione e di tutela degli iscritti anche attraverso una maggiore collaborazione con il sistema dei servizi Cisl».

Fist Cisl, l’11 giugno a Roma la II Conferenza Organizzativa. Oltre 300 i delegati a confronto sulle linee programmatiche della federazione del terziario della Cisl.

RAINERI: «NECESSARIE NUOVE STRATEGIE E POLITICHE CONTRATTUALI PER ACCRESCERE LA CAPACITA’ DI RAPPRESENTANZA»Roma, 7 giugno 2019 – Il terziario si conferma comparto prevalente dell’economia italiana dove si concentra oltre il 70% dell’occupazione in un mercato del lavoro sempre più caratterizzato da forme di impiego riconducibili alla gig economy. Ma come ampliare diritti e tutele ai nuovi lavori dell’economia on demand a prescindere dalla tipologia del rapporto di lavoro? L’11 giugno a Roma la II Conferenza Organizzativa della Fist Cisl – la Federazione Italiana dei Sindacati del Terziario nata nel 2014 dall’accorpamento delle federazioni sindacali del commercio turismo e servizi e del lavoro autonomo, atipico e somministrato Fisascat Cisl e Felsa Cisl – si confronterà sui nuovi scenari e sulle linee programmatiche da attuare per assicurare nuove forme di rappresentanza e tutela nel settore dei servizi nell’era dell’innovazione digitale e dell’invecchiamento demografico. I lavori si apriranno con la relazione introduttiva del segretario generale della Fist Cisl nazionale Pierangelo Raineri e con l’intervento di Alke Boessinger, segretaria geenrale aggiunta di UniGlobal Union, il sindacato internazionale del terziario e dei servizi. A seguire il dibattito degli oltre 300 delegati e l’intervento conclusivo della segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan. «Partiremo da un’analisi del sindacato del terziario, interlocutore attento alle evoluzioni del mercato del lavoro e ai nuovi scenari economici che inevitabilmente riflettono sulle condizioni di impiego di milioni di lavoratori per i quali il sindacato dovrà essere sempre più capace, attraverso la contrattazione e strategie e politiche negoziali, di assicurare salari adeguati, nuovo welfare e soprattutto l’occupabilità ai tanti esclusi dal mercato del lavoro» ha dichiarato il segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri. «Affrontare i temi economici, sociali ed occupazionali e ragionare sugli scenari globali e sulle prospettive del lavoro nel terziario, comparto sempre più prevalente della nostra economia e nel mondo – ha concluso il sindacalista – è inevitabile per un sindacato che sempre più vuole interpretare le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori del terzo millennio».

Carrefour, raggiunta l’intesa sui 580 licenziamenti gestiti con l’esodo volontario incentivato e la ricollocazione interna.

DELL’OREFICE: «SOLUZIONE IMPRONTATA AD UNA LOGICA INTEGRATA DI GESTIONE DEL PIANO ESUBERI VOLTA ANCHE ALLA RIQUALIFICAZIONE PROFESSIONALE»Roma, 6 giugno 2019 – Fumata bianca nella complessa vertenza dei dipendenti Carrefour coinvolti dalla ristrutturazione della rete vendita. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno siglato con la direzione aziendale l’intesa sulla procedura di licenziamento collettivo avviata dalla multinazionale francese della grande distribuzione organizzata per 580 lavoratrici e lavoratori impiegati in 32 dei 50 ipermercati presenti in Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Lazio e Sardegna. La risoluzione dei rapporti di lavoro avverrà esclusivamente su base volontaria, con un importante incentivo all’esodo volto a garantire il potere di acquisto ai lavoratori che potranno percepire la differenza tra l’indennità naspi e la retribuzione lorda – circa 33mila euro lordi per un IV livello medio full time – al quale si aggiungerà un ulteriore incentivo pari a 8mila euro per chi formalizzerà l’uscita volontaria entro il 16 luglio 2019 e di 4mila euro per chi formalizzerà l’uscita volontaria dal 16 luglio al 15 agosto 2019. L’intesa contempla anche processi di ricollocazione interna nei format minori nei canali super ed express oltre che il sostegno alla rioccupazione con un apposito servizio di outplacement individuale della durata di sei mesi. L’accordo rinvia al livello territoriale la trattazione di specifiche misure operative volte a far fronte alle singole situazioni di esubero. Entro il 15 ottobre si svolgerà un incontro nazionale per valutare l’esito dei confronti locali e gli impatti organizzativi ed occupazionali del modello e-commerce. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vicenzo Dell’Orefice «all’esito di un confronto serrato ed articolato la direzione di Carrefour e i sindacati hanno condiviso una parte fondamentale del complesso processo di ristrutturazione del format ipermercati». Il sindacalista in particolare sottolinea «le misure condivise volte ad offrire soluzioni di ricollocazioni per i lavoratori coinvolti dai licenziamenti fortemente volute dalle organizzazioni sindacali». «Questa strada – ha concluso il sindacalista – è improntata ad una logica integrata di strutturazione del piano di gestione degli esuberi e consentirà, sulla base della volontà di ogni singolo lavoratore, anche la possibilità di riqualificazioni professionali».

Shernon holding ex Mercatone Uno, domani 7 giugno il presidio dei lavoratori davanti le regioni a dieci giorni dalla sentenza di fallimento.

BLANCA: «ATTESA PERICOLOSA, PROCEDERE AL PIU’ PRESTO AL TRASFERIMENTO DELLE RISORSE UMANE E ALL’ATTIVAZIONE DELL’AMMORTIZZATORE SOCIALE»Roma, 6 giugno 2019 – Approda davanti le sedi delle Regioni la vertenza dei 1860 lavoratori dei 55 punti vendita Shernon Holding ex Mercatone Uno. Domani 7 giugno i lavoratori manifesteranno in presidio tutta l’angoscia dettata dall’attesa a dieci giorni dalla sentenza di fallimento decretata dal competente Tribunale di Milano mentre sembrerebbe che i Commissari abbiano presentato istanza presso il Tribunale di Bologna finalizzata alla retrocessione in Amministrazione Straordinaria, passaggio che consentirebbe l’attivazione dell’ammortizzatore sociale. Proprio per la mancanza di risposte ed il lungo silenzio e per dare continuità al percorso attivato da molto tempo, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno inviato una comunicazione al Curatore Fallimentare di Shernon Holding al fine di promuovere un costante e proficuo contatto teso ad efficientare le informazioni rivolte direttamente a lavoratori e dissipare dubbi, equivoci e interpretazioni. I sindacati hanno anche sollecitato il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ad attivare in tempi brevi un confronto trasparente sulle prospettive aziendali ponendo il problema della lunga attesa e delle diverse problematiche, compresa la necessità di procedere alla sospensione delle rate di mutui, finanziamenti, cessioni, ecc. considerato che i lavoratori sono senza retribuzione dal mese di maggio. I sindacati invitano anche i lavoratori, individualmente, a trasmettere comunicazione di “messa a disposizione” alla curatela fallimentare. «L’attesa lascia spazio a soggetti che tentano di promuovere azioni autogestite e spontanee che hanno tutta l’aria di essere strumentali e spinte dall’esterno» stigmatizza la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca sottolineando che «occorrerà appena possibile procedere al trasferimento delle risorse umane e all’attivazione dell’ammortizzatore sociale». Per la sindacalista è inoltre «necessario che l’Inps provveda a liquidare il Tfr pregresso visto che al momento risultano essere rigettate le istanze presentate dai lavoratori». «L’intervento dell’Inps – ha concluso Blanca – potrebbe essere fonte di ristoro per i lavoratori e le loro famiglie in attesa dell’ammortizzatore sociale».

Imprese di pulizia, servizi integrati, multiservizi: massiccia l’adesione allo sciopero per il contratto nazionale scaduto da oltre 6 anni. 600mila addetti in attesa del rinnovo, in 7mila alla manifestazione a Roma.

 #ContrattoAdessoRoma, 31 maggio 2019 – Comunicato Stampa – Massiccia l’adesione allo sciopero con punte del 100% nei servizi non essenziali e di oltre l’80% in moltissimi altri luoghi di lavoro in tutta Italia per il nuovo contratto nazionale di lavoro che riguarda 600mila addetti del settore delle imprese di pulizia, servizi integrati, multiservizi, scaduto da oltre sei anni. Oltre 7mila addetti del comparto hanno poi preso parte a Roma alla manifestazione unitaria organizzata in piazza Bocca della Verità dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti. Alla mobilitazione hanno aderito anche i lavoratori in somministrazione con le federazioni di categoria Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp. #ContrattoAdesso l’hastag di questa mobilitazione, finalizzata ad accendere i riflettori sulle condizioni di lavoro in un settore spesso dimenticato, dove si opera prevalentemente in regime di appalto: lavoratori spesso invisibili e resi fragili dalla precarietà, ma la cui opera è essenziale per garantire un ambiente salubre, pulito e confortevole nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali e negli altri luoghi pubblici. Prestazioni lavorative garantite nonostante le difficili condizioni di impiego, con orari ridotti e salari ai limiti della sostenibilità, a fronte di fatturati che superano quota 135 miliardi di euro. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti denunciano lo stallo dei negoziati con le associazioni imprenditoriali Anip Confindustria, Legacoop Servizi, Federlavoro e Servizi Confcooperative, Unionservizi Confapi e Agci, per il rinnovo del contratto scaduto da 72 mesi – dal 30 aprile 2013 – nel comparto dei servizi privati in appalto, particolarmente esposto alle logiche del massimo ribasso e al dumping contrattuale, con le inevitabili ripercussioni sui livelli occupazionali e retributivi con drastica riduzione dell’orario di lavoro. Emergenza nell’emergenza, come evidenziano le federazioni sindacali in un volantino unitario, le ripercussioni della crisi degli ultimi anni, che «lavoratrici e lavoratori hanno pagato pesantemente con la riduzione dei contratti individuali e l’angoscia di vedere a rischio il proprio posto di lavoro ad ogni cambio di appalto». Le tre organizzazioni sindacali di categoria puntano il dito anche «contro il decreto “sblocca cantieri”, che ripristina il massimo ribasso per l’aggiudicazione degli appalti e allarga il ricorso al subappalto senza indicazione dei subappaltatori», modifiche che potrebbero avere ripercussioni drastiche sui lavoratori, che subiranno da un lato ulteriori tagli sugli orari di lavoro e dall’altro, per effetto dell’allentamento dei controlli sui subappalti, rischiano di diventare un ingranaggio di un sistema criminale. «La misura è colma per i lavoratori – affondano i sindacati – che non vedono rinnovato il contratto nazionale di lavoro perché le associazioni imprenditoriali non sono disponibili ad accettare un irrisorio aumento salariale contrattuale ed a riconoscere diritti come quello della retribuzione dei primi tre giorni di malattia». Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti considerano diritto inalienabile dei lavoratori il rinnovo un contratto collettivo nazionale che affronti i temi già ampiamente discussi ed approfonditi nel corso delle trattative, rispetto ai quali hanno elaborato articolate proposte sul cambio di appalto e/o affidamento di servizio, nonché sui contenuti della contrattazione di secondo livello e sull'importante tema della salute e sicurezza. I lavoratori reclamano il rinnovo del contratto nazionale per un salario dignitoso, diritti e tutele contro la precarietà e lo sfruttamento e regole certe, trasparenza, legalità.

Imprese di pulizia, servizi integrati, multiservizi, il 31 maggio è sciopero per il contratto nazionale scaduto da oltre 6 anni. In piazza bocca della verità a Roma la manifestazione promossa dai sindacati.

#ContrattoAdessoRoma, 30 maggio 2019 – Oltre 600.000 lavoratrici e lavoratori dei settori delle pulizie e dei servizi integrati/multiservizi sciopereranno domani 31 maggio e molti di loro saranno in piazza Bocca della Verità a Roma alla grande manifestazione nazionale indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti per reclamare il rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da oltre 72 mesi. In piazza per chiedere un salario dignitoso, diritti e tutele contro la precarietà e lo sfruttamento e per chiedere interventi legislativi sugli appalti, che garantiscano regole certe, trasparenza, legalità e servizi di qualità. Per l’ennesima volta i lavoratori pulizie/multiservizi sciopereranno per chiedere innanzitutto di essere considerati per l’importante lavoro che svolgono. Sono, infatti, quelle lavoratrici e quei lavoratori che nessuno vede e pochi considerano, che permettono tutti i giorni a tutti i cittadini di utilizzare ospedali, scuole, tribunali, uffici, banche, poste, caserme, svolgendo servizi essenziali che permettono il funzionamento e il decoro di tali attività. Le parti datoriali, Anip, Confcooperative, Legacoop e Agci, dopo un lungo silenzio hanno richiamato le organizzazioni sindacali ad un atto di responsabilità dichiarando di non comprendere la scelta delle stesse di non voler affrontare il confronto per il rinnovo del contratto nazionale. “È un assurdità, dopo oltre 6 anni di continue scomposizioni e ricomposizioni delle loro delegazioni, di inaccettabili proposte di rinnovo economico, eccoli accusare le organizzazioni sindacali di essere state contrarie all’uso anomalo dell’istituto della malattia” affermano in un comunicato sindacale Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti; “una proposta che, però, nascondeva il vero obiettivo: non pagare i giorni di carenza malattia recuperando ancora una volta soldi dalle tasche dalle lavoratrici e dai lavoratori.” “Al contrario” proseguono i sindacati “è bene evidenziare che la nostra volontà a chiudere presto e bene il rinnovo del contratto nazionale, ed è altresì direttamente associata alla nostra fermezza nel difendere e rafforzare i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori incrementando in modo adeguato e sostanziale le loro retribuzioni.” I dipendenti del settore hanno già pagato pesantemente la crisi di questi ultimi dieci anni, con riduzioni dei contratti individuali di lavoro e delle ore di impiego, perché finiti stritolati nell’ingranaggio di una norma che ancora permette alle ditte appaltanti di speculare sul costo del lavoro. Come nel caso del decreto cosiddetto “sblocca cantieri” che, se approvato, reintrodurrà la regola del massimo ribasso nelle assegnazioni degli appalti e del ricorso ai subappalti senza indicazione del criterio con cui si sceglieranno i subappaltatori. Normative poco trasparenti, che apriranno le porte ad un lavoro povero, con pochi controlli sulla sicurezza e al limite della legalità, con il rischio di tornare ad un sistema corruttivo che mette lavoratrici e lavoratori nella posizione più debole della filiera, causando pesanti danni in termini di riduzioni di orario e di retribuzione, in molti casi addirittura la perdita del posto di lavoro. Il valore del loro lavoro e della loro dignità va riconosciuto e rispettato.~ Per questo i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno indetto per il 31 maggio una intera giornata di sciopero perché, si legge nel volantino diffuso sui luoghi di lavoro per chiamare lavoratrici e lavoratori alla mobilitazione, “La misura è colma”. Alla mobilitazione aderiscono anche i lavoratori in somministrazione e le federazioni sindacali di categoria Nidil Cigil, Felsa Cisl e UIltemp.