Grancasa, prosegue la mobilitazione dei lavoratori vs i 158 esuberi. Fumata nera al Ministero del Lavoro, nuovo sciopero il 1° giugno

Roma, 29 maggio 2019 – Prosegue la mobilitazione dei dipendenti del Gruppo Grancasa, l'azienda italiana specializzata nel settore dell'arredamento e degli elettrodomestici. Dopo le due giornate di sciopero del 26 e 27 maggio i lavoratori incroceranno nuovamente le braccia il prossimo 1° giugno; la protesta vs i 158 esuberi annunciati dalle società del gruppo Grancasa S.p.A., Mercatone di Desenzano, S.r.l., Mercatone dell’Umbria S.r.l. e Gest Due S.r.l., del Gruppo Grancasa Nell’incontro del 27 maggio al Ministero del Lavoro l’azienda, che ha avviato una procedura di licenziamento collettivo, ha mantenuto lo stesso approccio di chiusura senza cercare di trovare soluzioni condivise per ridurre quanto più possibile l’impatto occupazionale. Nonostante l’andamento positivo, Grancasa ritiene il licenziamento l’unica soluzione per salvarsi, mentre i sindacati temono che queste riduzioni di personale siano una strategia mirata a ridurre le dimensioni dell’azienda e renderla più appetibile per una vendita. Le organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs saranno al fianco dei lavoratori, per il loro futuro e per tutelarli da qualsiasi tentativo di limitare o dissuadere al diritto allo sciopero.

Acquisizione Conad/Auchan, nulla di fatto al tavolo al Mise. I sindacati chiedono garanzie occupazionali per i 18mila lavoratori coinvolti.

DELL’OREFICE: «LA MAXI OPERAZIONE NON ABBIA SOLO CARATTERE IMMOBILIARE, CONAD INVESTA ANCHE IN PROMOZIONE E ORGANIZZAZIONE DI IMPRESA»Roma, 28 maggio 2019 – Si è concluso con un nulla di fatto il tavolo attivato al Mise sulla maxi operazione di acquisizione Conad/Auchan. All’incontro, coordinato da Giorgio Sorial, vice capo di gabinetto del ministro Di Maio, hanno preso parte i dirigenti di Auchan, Sma e Conad, il segretario generale dell’associazione Ancd e i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uilltucs mentre oltre 300 lavoratori hanno preso parte al presidio organizzato davanti il dicastero. I rappresentanti di Conad hanno riferito in termini molto generali dell’operazione di subentro negli asset aziendali attualmente detenuti da Auchan Sma, che riguarderebbe 246 supermercati più 46 ipermercati del gruppo francese e circa 18mila lavoratori. L’operazione, il cui preliminare di vendita risale al 13 maggio scorso e che dovrebbe concludersi entro la fine dell’estate, avverrà per il tramite dell’acquisizione delle azioni di controllo Auchan Retail Italia Spa da parte di Bdc Italia Spa, newco costituita per il 51% da Conad e per il restante 49% dal finanziere Mincione che ha interesse nel mercato immobiliare. I sindacati in particolare hanno chiesto chi gestirà direttamente i punti vendita, stante la particolarità della specifica esperienza associativa di impresa operata da Conad, consorzio di dettaglianti. Conad di contro non ha definito in maniera chiara chi gestirà i negozi; un aspetto non di poco conto per i sindacati e per i 18mila lavoratori convolti dall’acquisizione. I sindacati hanno poi sollecitato la definizione di una nuova data di incontro finalizzato a fare chiarezza sulla portata dell’operazione, al perimetro commerciale impattato e, non da ultimo, al piano industriale e degli investimenti. Il Mise ha convocato le parti per il 20 giugno; i sindacati hanno espressamente richiesto la partecipazione dei rappresentanti del Gruppo Arena interessato a rilevare i 33 punti vendita Sma siciliani. Il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’orefice presente al tavolo ha espresso «preoccupazione sulla tenuta dei livelli occupazionali» con particolare riferimento agli 800 impiegati addetti alle funzioni centrali – in quanto l’impresa subentrante può già contare su un sistema organico di funzioni e di servizio alla rete vendita – e anche in ordine «al modello organizzativo che Conad adotta all’interno delle realtà commerciali, estremamente semplificate rispetto alla struttura degli ipermercati francesi». Per il sindacalista è poi «innegabile che la grande distribuzione organizzata è provata da una crisi trasversale che ha investito tutti i format distributivi e che ha avuto ripercussioni anche sui bilanci Auchan Sma». La differenza tra i costi e valore della produzione nel 2018 si aggirano a circa 300milioni di euro a fronte di 193 milioni di euro nel 2017. Il sindacalista ha espresso apprensione anche per gli effetti collaterali della cessione sulla rete dei 1300 punti vendita affiliati Simply e Sma e sul futuro lavorativo dei circa 6500 addetti coinvolti. Dell’Orefice ha infine espresso l’auspicio «che la maxi operazione non abbia solo carattere immobilitare ma che chi abbia investito nell’acquisizione sia disponibile ad investire economicamente sia sul margine della promozione che sulla struttura organizzativa di impresa».

Shernon holding, concluso il confronto al Mise. Sul tavolo la retrocessione all’amministrazione straordinaria. I sindacati chiedono l’attivazione dell’ammortizzatore sociale e il ripristino della condizione contrattuale ante luglio 2018.

Roma, 27 maggio 2019 – Non si arrendono al fallimento i 1800 lavoratori dei 55 punti vendita Shernon Holding ex Mercatone Uno. Oltre 200 dipendenti hanno preso parte al presidio sotto le finestre del Mise, concomitante al confronto tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, la curatela fallimentare, i tre commissari straordinari, le Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia e il ministro Luigi Di Maio che ha confermato l’impegno del dicastero nel trovare una soluzione alla complicata vertenza. Sul tavolo la retrocessione all’amministrazione straordinaria decisa dal competente Tribunale fallimentare di Milano. Il passaggio, che~ richiede l’intervento del Tribunale di Bologna, consentirebbe l’attivazione dell’ammortizzatore sociale – nella fattispecie della Cigs – che i sindacati chiedono di attivare il prima possibile, nel rispetto dei tempi burocratici, garantendo momentaneamente un sussidio al reddito per i lavoratori in compartecipazione con le Regioni e a far fronte all’emergenza. Per i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs «qualsiasi soluzione in tal senso sarebbe solo temporanea nella consapevolezza che quanto più tempo passerà con le serrande abbassate tanto più sarà difficile trovare soluzioni idonee a ridare fiducia e prospettiva ai lavoratori, ai clienti, ai fornitori e alle maestranze che per loro lavorano». E ancora «bisognerà ipotizzare soluzioni ed ogni possibile interlocuzione con operatori del settore idonei ad evitare la vendita a spezzatino di un marchio storico della grande distribuzione organizzata». La riunione è aggiornata in sede tecnica il 30 maggio sempre presso il Mise. Fondamentale per i sindacati anche «il ruolo che potranno rivestire le Regioni per non disperdere la forza lavoro». «Ogni possibile soluzione – concludono le tre sigle – verrà analizzata nella consapevolezza che i locali e la merce in questi contenuta insieme alla forza lavoro contrariamente a quanto proposto dalla Shernon Holding nell’udienza del 23 maggio presso il Tribunale di Milano, torneranno in capo all’Amministrazione Straordinaria e verrà esaminato dettagliatamente il piano industriale che qualsiasi operatore vorrà porre in campo». In sede ministeriale il curatore fallimentare ha edotto le organizzazioni sindacali in merito alla bozza di piano industriale presentato e non ritenuto affidabile; Shernon Holding intendeva infatti provvedere alla vendita degli immobili e ad una riduzione drastica dell’occupazione. I sindacati, che hanno chiesto al Mise di vigilare sull'evoluzione della vertenza, convergono su quelle che sono state le scelte del Tribunale di Milano e si rendono disponibili ad una piena collaborazione nella consapevolezza che si tratta di una situazione complessa e inedita e che necessità di trasparenza, sinergia e concretezza.

Terziario, al via la settimana di mobilitazione sindacale. Approdano al Mise le vertenze Shernon Holding e Conad/Auchan. Il 31 maggio in sciopero i lavoratori delle imprese di pulizia, servizi integrati, multiservizi da oltre sei anni senza contratto.

GUARINI: «MAGGIORE ATTENZIONE DELLA POLITICA E DELLE ISTITUZIONI, SINDACATI IN CAMPO PER ASSICURARE ACCESSO AD AMMORTIZZATORI SOCIALI E OCCUPAZIONE»Roma, 26 maggio 2019 – Settimana di mobilitazione sindacale nei settori del terziario e dei servizi. Numerose le vertenze aperte nella grande distribuzione organizzata approdate da tempo al ministero dello Sviluppo Economico dove nei prossimi giorni si aggiorneranno i tavoli di crisi attivati dal dicastero su sollecitazione dei sindacati di categoria Cgil Cisl e Uil. Il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini sollecita «maggiore attenzione da parte della politica e delle istituzioni al settore del terziario e dei servizi che oggi in Italia risulta essere di tutto rilievo sia per dimensioni occupazionali che in termini di fatturato». «La troppa precarizzazione, la flessibilità non governata e i fenomeni di dumping contrattuale – ha sottolineato il sindacalista – si riverberano sulle tante lavoratrici e lavoratori che quotidianamente sono chiamati a svolgere la propria attività per garantire servizi di qualità». «Continueremo con tenacia nella nostra azione sindacale di tutela e valorizzazione delle tante persone che svolgono quotidianamente con responsabilità il loro lavoro come saremo in prima linea per assicurare il massimo accesso agli ammortizzatori sociali e garantire il mantenimento dei livelli occupazionali» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini sottolineando «l’urgenza di rinnovare i contratti nazionali scaduti e di dare seguito alle previsioni della contrattazione di settore nella gestione delle crisi aziendali». Si parte domani 27 maggio alle ore 15.30 con la vertenza che ha coinvolto i 1800 lavoratori dei 55 punti vendita Shernon Holding ex Mercatone Uno dopo la sentenza di fallimento decretata dal Tribunale di Milano. I lavoratori, appreso nella notte via social della chiusura dei negozi, hanno partecipato ai diversi presidi e sit in organizzati da Filcams, Fisascat e Uiltucs davanti i punti vendita. E’ previsto anche un sit-in a Roma concomitante al confronto al Mise. Martedì 28 maggio alle ore 10.00 sarà la volta del tavolo sulla maxi operazione di acquisizione Conad/Auchan che coinvolge complessivamente 18mila lavoratori; i sindacati, che hanno organizzato un presidio sotto le finestre del ministero, chiederanno a Conad impegni certi sul destino occupazionale dei dipendenti mentre cresce l’apprensione per gli effetti collaterali della cessione sulla rete dei 1300 punti vendita affiliati Simply e Sma e sul futuro lavorativo dei circa 6500 addetti. Nella stessa giornata i sindacati hanno intanto proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori degli ipermercati Auchan e lo sciopero territoriale dei lavoratori Simply, Sma e Auchan. Appuntamento al 31 maggio ore 9.30 a Roma in Piazza Bocca della Verità con la manifestazione dei lavoratori delle imprese di pulizia, servizi integrati, multiservizi organizzata dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti nella giornata dello sciopero dei 600mila addetti del comparto da oltre sei anni senza il contratto nazionale di lavoro scaduto il 30 aprile 2013. #ContrattoAdesso è l’hastag della protesta che registrerà la partecipazione di oltre 7mila lavoratori provenienti da tutta Italia. Sullo sfondo la protesta confederale Cgil Cisl e Uil contro il Decreto Sblocca Cantieri prevista per il 28 maggio alle ore 9.30 in Piazza Monte Citorio a Roma; i sindacati puntano il dito vs il provvedimento che ripristina il massimo ribasso per l’aggiudicazione e allarga il ricorso al subappalto senza indicazione dei subappaltatori, con ripercussioni drastiche per i lavoratori del settore dei servizi in appalto già particolarmente esposto al dumping contrattuale e alla riduzione dell’orario di lavoro e dei salari. Il 30 e 31 maggio a Roma incroceranno le braccia anche i 2500 lavoratori delle mense scolastiche della Capitale; «il bando di gara – denunciano le segreterie territoriali Roma e Lazio Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti – non garantisce diritti salariali e occupazionali dei dipendenti e allo stesso tempo abbassa la qualità dei servizi».

Shernon Holding

BLANCA: «IL FALLIMENTO GENERA UN VERO E PROPRIO DRAMMA SOCIALE, COINVOLTI CIRCA 2500 LAVORATORI E 10MILA FAMIGLIE. DOMANI AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO URGENTE INDIVIDUARE UNA SOLUZIONE VOLTA AL MANTENIMENTO DELL’INTERA FILIERA»Roma, 26 maggio 2019 – La Fisascat Cisl, dopo aver appreso della serrata dei negozi a marchio Mercatone Uno ceduti alla Shernon Holding nel luglio scorso a causa del fallimento della stessa disposto dal Tribunale di Milano, sottolinea l’importanza del previsto tavolo al ministero dello Sviluppo Economico anticipato a domani alle ore 15:30. E’ stato nel frattempo autorizzato il sit-in dei lavoratori concomitante al confronto al dicastero. Secondo la segretaria nazionale della categoria cislina Aurora Blanca «il tribunale fallimentare di Milano si è visto costretto a interrompere una cattiva gestione che, approfittando della buona fede, continuava a perpetrare danni ed ad accumulare perdite con ripercussioni di ora in ora sempre più gravi sull’intera filiera occupazionale, ancor oggi di difficile quantificazione, creando quello che è un vero e proprio dramma sociale». «Oltre ai 1800 lavoratori ex Mercatone Uno – ha sottolineato la sindacalista – non possiamo ignorare il dramma degli oltre 500 fornitori e di oltre 10000 famiglie coinvolte». La Blanca anticipa la posizione del sindacato. «Essendo venuto meno il contratto tra la Shernon e Mercatone Uno al Mise chiederemo il ripristino della condizione contrattuale ante luglio 2018 e il ripristino di tutta la base occupazionale e delle condizioni reddituali» ha dichiarato la sindacalista annunciando che «sarà anche chiesto di rivedere la compagine commissariale al fine di una proficua collaborazione con tutti gli attori, ivi incluso il curatore» come anche «sarà verificata da subito la possibilità di attivare gli ammortizzatori sociali garantendo momentaneamente un sussidio al reddito». «L’auspicio – ha aggiunto – è che, mediante una operazione di trasparenza, si pongano le basi per una sana collaborazione, tesa a mettere in sicurezza tutti e ad individuare soluzioni finalizzate al mantenimento dell’intera filiera». La sindacalista ha poi sottolineato la buona fede del sindacato nel passaggio dei lavoratori alla Shernon Holding, «newco costituita ad hoc, presentata come unica chance per salvaguardare un marchio storico e per non decretare a luglio dello scorso anno la perdita di oltre 2000 posti di lavoro». L’operazione di subentro ~comunque ha generato perdite occupazionali e reddituali ingenti. La sindacalista parla di «sacrifici accettati allo scopo di continuare ad avere una prospettiva e far fronte alle esigenze quotidiane dei singoli lavoratori e delle loro famiglie». E infine, rispetto al presunto interesse di tre operatori economici che, da quanto si è appreso a mezzo stampa, starebbero valutando i dati societari per poter effettuare una proposta, la sindacalista sottolinea senza preclusioni di sorta «che appare legittimo interrogarsi in merito al mancato interesse in tempi recenti». «Mercatone Uno non è solo un marchio storico da non disperdere nel panorama italiano ma alla stregua dei testimonial del brand – ha concluso Blanca – Ci impegneremo affinchè possa esser sinonimo di obiettivi comuni, voglia di fare, impegno, competenza, professionalità, sinergie e successi».

Shernon Holding, si complica la vertenza dei dipendenti ex-Mercatone Uno. I sindacati chiedono l’intervento del Mise a salvaguardia dei lavoratori.

Roma, 25 maggio 2019 – Con sentenza del 23 maggio, il Tribunale di Milano ha decretato il fallimento della Shernon, azienda che aveva acquisito lo scorso anno dalla ditta Mercatone in AS ben 55 punti vendita, con l’obbligo assuntivo di oltre 2000 lavoratori. In realtà, sino a questo momento, la stessa era subentrata solo in 47 Pdv con l’impiego di oltre 1800 risorse umane. Si ricorda che, la vendita dei 55 punti vendita fu proposta dall’AS, dopo una lunga trattativa con i soci di Shernon, ritenuta degna di un positivo riscontro da parte del Comitato di Vigilanza del Mise. Successivamente, e dopo una lunga e difficile trattativa, Filcams, Fisascat e Uiltucs, presso il Mise stipularono un Accordo Sindacale regolante il passaggio dei lavoratori, ben consci che, senza l’accordo, la vendita non si sarebbe perfezionata e sarebbe intervenuto il fallimento già a luglio 2018 con la conseguente perdita dei posti di lavoro e delle relative professionalità. Già nei primi mesi dell’ingresso di Shernon, buona parte dei soci che avevano costituito la società ad hoc per l’acquisizione, sono fuoriusciti dall’assett societario, senza destar alcun allarme da parte dei commissari che erano preposti a sovrintendere le operazioni. Col passare del tempo, la mancanza di finanziamenti e di liquidità ha fatto si che, già negli ultimi mesi del 2018, la merce nei magazzini, e di conseguenza nei negozi, cominciasse a scarseggiare. A marzo 2019, come denunciato dalle tre federazioni confederate, i punti vendita risultavano sprovvisti di merce e la stessa non veniva più consegnata sebbene già venduta e pagata dagli acquirenti. Nell’incontro tenutosi a marzo fra Filcams, Fisascat, Uiltucs e l’AD di Shernon, quest’ultimo preannunciava un imminente capitalizzazione della Shernon e informava le rappresentanze sindacali in merito ad una non meglio precisata trattativa con potenziali investitori. La ricapitalizzazione annunciata doveva esser effettuata entro la fine di marzo e presupponeva un investimento pari a circa 20 mln di €, cifra che, da subito le organizzazioni di categoria hanno ritenuto assolutamente insufficiente a garantire la ripresa dell’azienda. A metà aprile, senza darne informazione alcuna, nemmeno al Mise, l’azienda ha presentato istanza di Concordato Preventivo presso il Tribunale di Milano. La decisione assunta il 23 dal Tribunale di Milano, dimostra che le preoccupazioni delle tre sigle sindacali erano del tutto fondate e che, la situazione è molto più grave di quanto l’AD di Shernon abbia raccontato al Mise il 18 di aprile ed ai lavoratori nei vari comunicati ad essi diretti. FILCAMS Cgil, FISASCAT Cisl e UILTUCS, si sono già attivate presso il Mise per avere un incontro in tempi brevi con l’Amministrazione Straordinaria di Mercatone e con il Curatore Fallimentare di Shernon. È urgente ed indispensabile l’intervento del Mise per salvaguardare i lavoratori e preservare il futuro delle loro famiglie. Dopo anni di incertezza, Shernon aveva rappresentato il lumino nel quale tutti avevano riposto le loro speranze e la propria capacità di progettare un futuro. Il fallimento sembra aver reso nulli i sacrifici e gettato le maestranze in uno stato di profonda angoscia. Serve, dichiarano i sindacati, un intervento tempestivo e garante!

Grancasa dichiara 158 esuberi: è sciopero il 26 e 27 maggio. Presidio davanti la sede del Gruppo di Via Carlo Jucker a Legnano

Roma, 24 maggio 2018 – È stato, sin qui, vano il tentativo di cercare una soluzione alternativa alle procedure di licenziamento collettivo avviate dalle società Grancasa S.p.A., Mercatone di Desenzano, S.r.l., Mercatone dell’Umbria S.r.l. e Gest Due S.r.l., del Gruppo Grancasa. Il Gruppo Grancasa ha confermato tutti i complessivi 158 esuberi inseriti nelle diverse procedure, sottraendosi a qualsiasi confronto per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti e respingendo tutte le proposte che la delegazione sindacale ha avanzato. “Nonostante la direzione aziendale abbia confermato che anche maggio si chiuderà con un +7% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso che testimonia una crescita in termini di fatturato” affermano in una nota congiunta Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, “è emersa la chiara volontà di arrivare alla fine dei tempi delle procedure per procedere ai licenziamenti, dichiarando che è l’unico modo per tentare di salvare l’azienda”. Secondo i sindacati queste riduzioni di personale non sono mirate solamente ad un contenimento dei costi del lavoro, ma sono una strategia mirata a ridurre le dimensioni dell’azienda e renderla più appetibile per una vendita. A fronte di quanto sopra, vista l’indisponibilità di trovare percorsi condivisi nonostante la disponibilità dei lavoratori, o ad intraprendere percorsi anche insoliti finalizzati alla salvaguardia occupazionale, il Coordinamento Sindacale ha deciso di proclamare lo stato di agitazione dichiarando due giornate di sciopero nazionale da tenersi il 26 e 27 maggio. L’auspicio è che si possa riaprire un confronto già in occasione dell’incontro previsto per il prossimo 27 maggio presso il Ministero del Lavoro. Inoltre, nella stessa mattinata del 27 maggio, è previsto un presidio davanti la sede del Gruppo di Via Carlo Jucker, a Legnano. La mobilitazione è il percorso naturale per incidere nella trattativa non solo per gli esuberi dichiarati, ma per il futuro della platea occupazionale nella sua interezza.

GAMING HALL, SIGLATO IL PROTOCOLLO PER LA DISCIPLINA DEL RAPPORTO DI LAVORO DEGLI 8MILA DIPENDENTI DELLE SALE BINGO ITALIANE.

FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL E UILTUCS: «GARANTITA L‘APPLICAZIONE DELLA CONTRATTAZIONE NAZIONALE DEI PUBBLICI ESERCIZI E DELLA RISTORAZIONE, DOPO 18 ANNI ADEGUATA LA NORMATIVA ALL’EVOLUZIONE DEL SETTORE»Roma, 23 maggio 2019 – Buone notizie per i lavoratori delle gaming hall adibite al gioco del bingo. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno siglato con la Fipe – Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi Confcommercio il protocollo per la disciplina del rapporto di lavoro degli 8000 dipendenti delle circa 200 sale bingo in Italia. L’intesa è parte integrante del contratto nazionale di lavoro dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva, commerciale e turismo siglata dalle parti l’8 febbraio del 2018. L’accordo interviene sul sistema di classificazione del personale – razionalizzando le figure professionali delle gaming hall alla luce delle evoluzioni tecnologiche e della diversa organizzazione del gioco del Bingo -, sul mercato del lavoro – con la disciplina del contratto di apprendistato professionalizzante e limiti quantitativi del contratto a tempo determinato – e sulla formazione professionale da erogare attraverso la bilateralità di settore. Soddisfazione in casa sindacale. Per le segreterie nazionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs «il protocollo a distanza di 18 anni sostituisce le normative definite nella fase di start up in un settore fortemente caratterizzato da frammentazioni e da fenomeni di concorrenza sleale, anche attraverso l'applicazione di contratti pirata sottoscritti da organizzazioni non rappresentative sostanzialmente incentrati su un drastico abbattimento del costo del lavoro». «L’intesa – concludono le tre sigle – risponde alla necessità di tutelare i lavoratori del gioco legale in un contesto di imprevedibilità normativa ed economica definendo regole e impegni precisi da parte delle aziende per la legalità e per una maggiore responsabilità verso i clienti e i dipendenti garantendo nel contempo l’applicazione integrale delle norme e delle retribuzioni previste dal contratto nazionale dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva, commerciale e turismo».

COOPERATIVE SOCIALI, LA CONSULTAZIONE DEI LAVORATORI APPROVA L’ACCORDO SUL NUOVO CONTRATTO NAZIONALE APPLICATO AI 400MILA ADDETTI DEL COMPARTO SOCIO SANITARIO ASSISTENZIALE EDUCATIVO.

FERRARI: «NECESSARIO DEFINIRE IL GRADUALE ALLINEAMENTO ECONOMICO E NORMATIVO DELLA CONTRATTAZIONE IN UN SETTORE IN ESPANSIONE»Roma, 22 maggio 2019 – Siglato l’accordo per il nuovo contratto nazionale delle cooperative sociali applicato agli oltre 400mila addetti ai servizi privati alle dipendenze delle circa 30mila cooperative sociali nel comparto socio sanitario assistenziale educativo ed alle attività connesse. La sottoscrizione dell’intesa tra i sindacati di categoria Fp Cgil, Fp Cisl, Fisascat Cisl, Uiltucs, Uil Fpl e le associazioni imprenditoriali Legacoopsociali, Confcooperative Federsolidarietà, Agci Solidarietà – alla quale seguirà la stesura definitiva del contratto programmata nel mese di luglio – arriva a circa due mesi dalla definizione dell’ipotesi di accordo approvata da oltre il 95% delle lavoratrici e dei lavoratori nella fase di consultazione. Tangibili nell’immediato gli effetti economici del rinnovo contrattuale in vigore fino al 31 dicembre 2019: ai lavoratori del comparto verrà erogato un importo complessivo di 300 € a titolo di una tantum, di cui 200,00 € erogati con la retribuzione del mese di maggio oltre a € 100,00 erogati nel mese di luglio. L’aumento economico a regime di 80€ sarà erogato in tre tranche (35 euro a novembre 2019, 25 euro ad aprile 2020; 20 euro a settembre 2020). L’intesa prevede anche una indennità di funzione di 50,00€ per l’affiancamento all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Ambito di applicazione, relazioni sindacali, diritti di informazione e struttura della contrattazione ai due livelli nazionale e decentrata, norme di garanzia del funzionamento dei servizi essenziali, mercato e organizzazione del lavoro, orario di lavoro e welfare sono i principali capitoli del nuovo contratto nazionale che definisce un nuovo sistema di classificazione del personale – con l’introduzione di figure professionali che lavorano in ambiti assistenziali e socio assistenziali anche riferite all’assistenza domiciliare ed ai servizi alla persona – oltre alle linee guida su sistema premiante territoriale e banca delle ore. L’accordo recepisce integralmente la nuova normativa sul contrasto alla violenza di genere disciplinando un articolato ad hoc sul congedo per le donne vittime di violenza di genere. Corollario dell’intesa un accordo di impegno tra le parti sulla corretta e completa applicazione delle previsioni della contrattazione nazionale di settore e a sviluppare il confronto sulle tematiche del terzo settore anche con le istituzioni competenti, il Mise, la Conferenza Stato Regioni e l’Anci. Le parti rinnovano l’impegno a sostenere l’attività degli Osservatori Provinciali sulla Cooperazione, istituiti presso gli Ispettorati Territoriali del Lavoro, come sede di contrasto al mancato rispetto della contrattazione siglata dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative. Il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari ha espresso «grande soddisfazione per l’esito della consultazione tra i lavoratori che hanno pienamente approvato e condiviso l’intervento di rivisitazione degli articolati contrattuali, anche riferito ai sistemi di classificazione del personale, rendendoli più aderenti alle tipologie professionali che operano in un settore in profonda trasformazione e che nei prossimi anni avrà una evoluzione significativa in termini occupazionali, considerati il progressivo invecchiamento della popolazione e la riduzione degli interventi di welfare pubblico». «Il nostro auspicio – ha concluso il sindacalista – è che il contratto delle cooperative sociali diventi leader nel comparto socio sanitario assistenziale educativo dove è necessario definire il graduale allineamento economico e normativo della contrattazione esistente e garantire l’applicazione di regole certe ed esigibili».

TERZIARIO, DISTRIBUZIONE E SERVIZI CONFCOMMERCIO, PROROGATA AL 31 DICEMBRE 2019 LA VALIDITA’ DEL CONTRATTO NAZIONALE

Roma, 17 maggio 2019 – I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno siglato con l’associazione imprenditoriale Confcommercio l’accordo di proroga della validità del contratto nazionale del Terziario, Distribuzione e Servizi al 31 dicembre 2019.L’intesa è funzionale all’omogeneizzazione dei i tempi di vigenza dei diversi contratti applicati nel comparto. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «questa soluzione, oltre a rappresentare un necessario coordinamento temporale rispetto l’applicazione dei contratti di settore, risponde alla necessità di perseguire l’obiettivo di riunificazione degli strumenti contrattuali nel comparto della distribuzione commerciale».