TURISMO E CULTURA, A MATERA LA TAVOLA ROTONDA FISASCAT CISL. IL RILANCIO DI UN COMPARTO STRATEGICO DELL’ECONOMIA ITALIANA PASSA DALLA PROMOZIONE DELL’OFFERTA TURISTICA MATERIALE E IMMATERIALE E DALLA PROGRAMMAZIONE DEGLI EVENTI

Matera, 12 marzo 2019 – Turismo e Cultura binomio vincente in Italia, Paese che detiene il primato per disponibilità di patrimonio artistico mondiale, con 53 siti Unesco, quasi 5mila siti culturali tra monumenti, musei e aree archeologiche, ma anche con le innumerevoli iniziative culturali, festival, sagre e produzioni enogastronomiche che caratterizzano l’identità del territorio. Da una delle città più antiche del mondo, Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, la Fisascat Cisl rilancia sulla necessità di investire nel comparto turistico, volano di crescita e occupazione con un contributo totale all’economia italiana nel 2017 di 223,2 miliardi di euro, pari al 13% del Pil, 426 milioni di presenze nel 2018 e oltre un milione e mezzo di addetti. “I luoghi della Storia, Arte, Cultura e Ambiente per il rilancio dell’economia turistica italiana” è il leit motiv della tavola rotonda promossa dalla categoria cislina nella città dei sassi, dichiarata vergogna d’Italia negli anni ’50 per arretratezza e sottosviluppo, oggi simbolo di rinascita e memoria di un meridione che non smette mai di stupire, come ha amabilmente sottolineato il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri nei saluti di apertura.E’ il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari, nella relazione introduttiva alla kermesse, moderata dal segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri, a sottolineare la necessità “di una strategia di sviluppo che punti all’integrazione dei contenuti, perché l’unicità del patrimonio culturale italiano arricchita dalle eccellenze enogastronomiche e del made in Italy è un vero vantaggio competitivo rispetto alle altre destinazioni nel mondo, e alla destagionalizzazione per un turismo accessibile tutto l’anno”. Il sindacalista ha poi evidenziato che “occorrono politiche di investimento nello sviluppo e nella valorizzazione dell’occupazione destinata a raggiungere quota 4 milioni nei prossimi 10 anni, secondo stime del World Travel Tourism Council” e che “la contrattazione ha un ruolo di primo piano nell’attivazione dei percorsi di formazione professionale attraverso la bilateralità di settore e nel rilancio del territorio”.Il presidente Fondazione Matera 2019 Salvatore Adduce ha evidenziato che “i fallimenti nella storia dell’umanità sono stati all’ordine del giorno ma hanno rappresentato una spinta a ottenere il successo desiderato in un territorio che con politiche attive e buone pratiche può giocarsi oggi la carta dell’accoglienza”. Il passaporto dell’abitante culturale è una delle originali invenzioni di Matera 2019 che Adduce definisce “uno degli esperimenti innovativi che consente al turista, pagando una quota minima per tutto l’anno, di accedere agli eventi programmati in un’ottica di sostenibilità”.“Questo in una Regione, la Basilicata – ha poi rimarcato Patrizia Minardi, dell’Ufficio Sistemi Culturali e Turistici della Regione Basilicata – che riconosce nella cultura il valore identitario e una risorsa per lo sviluppo, veicolo di inclusione, fondamentale perno di crescita, e che per la prima volta ha investito nella programmazione triennale degli eventi con risorse dedicate nel piano regionale dello spettacolo e sulla promozione digitale, sviluppando un’occupazione di oltre 10mila addetti dal 2016 al 2018”. Ed è proprio sulla buona occupazione, sull’innovazione e sulla ricerca, come anche sugli investimenti e sulla promozione che si basa l’intrapresa economica del modello cooperativo aziendale nel turismo e nella cultura realizzato da Confcooperative Cultura Turismo e Sport.Il vicepresidente nazionale con delega al mezzogiorno Domenico Bracciodieta, tra i relatori all’iniziativa, ha sottolineato che “cultura e turismo sono un connubio fondamentale per lo sviluppo sostenibile” e che “il modello cooperativo persegue finalità sociali quale il benessere dei residenti e dei turisti, in un evoluto sistema di partenariato pubblico e privato con al centro la persona ed il lavoro”. Senza dimenticare poi il ruolo della promozione del Paese Italia che, secondo le recenti stime Bankitalia, nel 2018 ha registrato un maggiore afflusso dei turisti stranieri saliti a 93,8 milioni contro i 90,6 dell’anno precedente.Il presidente dell’Enit Giorgio Palmucci, reduce dall’Itb di Berlino, ha sottolineato che “i turisti sono sempre più interessati a scoprire angoli e destinazioni poco conosciuti, nella ricerca non solo di un turismo materiale ma anche immateriale ma anche fatto di sensazioni, emozioni”. “Per rinnovare le strategie – ha aggiunto Palmucci – occorre un dialogo continuo tra istituzioni ed attori coinvolti per attrarre i turisti che, nel 2030, saranno oltre 1 miliardo e 700 milioni a livello mondiale”.E’ il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini a ribadire “il ruolo del sindacato e della contrattazione nella valorizzazione del turismo, settore labour intensive dove anche l’occupazione e le risorse umane sono patrimonio da preservare con adeguate politiche di sistema e di ammortizzatori sociali dedicati per supportare una caratteristica strutturale del comparto, la stagionalità”. Il segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra, che ha chiuso i lavori della tavola rotonda, suggerisce di “coltivare la cultura dello sviluppo sostenibile che riconosce nella difesa del creato e nella valorizzazione ambientale qualcosa di compatibile e coessenziale all’attività produttiva”. E ancora, in un settore emblematico come il turismo, il sindacalista ha sottolineato la necessità di agire sulla leva “del coordinamento e della concertazione tra tutti i soggetti coinvolti, rinnovando il ruolo sussidiario del sindacato nell’attività contrattuale e di rappresentanza e di creazione di sistemi di tutela e protezione dei lavoratori”. “La parola d’ordine – ha concluso il sindacalista – è quella di fare sistema tra le amministrazioni, le agenzie, i tour operator, i vettori, le strutture ricettive e della ristorazione che vanno orientate su modelli diversificati e sulla destagionalizzazione, in una nuova strategia organica con sinergie che incrociano politiche economiche e ambientali, valorizzando le prerogative della contrattazione decentrata, e sciogliendo il nodo delle infrastrutture con nuove politiche di investimento e sostegno ai modelli territoriali”.

CONFORAMA ITALIA, PROROGATA LA SOLIDARIETA’

Roma, 12 marzo 2019 – La direzione aziendale della società attiva nel settore del retail di arredamenti e complementi di arredo Conforama Italia ha ribadito ai sindacati la necessità di avviare il piano di razionalizzazione dei costi finalizzato al pareggio di bilancio per 2milioni di euro. L’intervento si tradurrebbe con la proroga del contratto di solidarietà con percentuali ridotte al 18% nelle sedi di Cagliari, Catania, Sassari, Udine; si aggiungono i punti vendita di Tortona in provincia di Alessandria e Siracusa dove la percentuale di riduzione è pasi al 16%. La direzione aziendale ha respinto la proposta sindacale di condividere il piano di solidarietà con il gruppo dirigente, capo negozio e responsabili di negozio; verranno comunque utilizzare misure solidali come ad esempio la riduzione del premio per obiettivi. I sindacati hanno chiesto di valutare l’utilizzo della cassa straordinaria per cessazione per i 74 dipendenti di Emmezeta Moda al fine di trovare altre soluzioni alla chiusura tout-court dei 5 negozi; per gli altri 6 punti vendita la richiesta di parte sindacale verte sull’attivazione dei contratti di solidarietà. Mentre si rimane in attesa della convocazione da parte del ministero del Lavoro a livello territoriale verranno valutate eventuali uscite volontarie o prepensionamenti per abbassare il numero di esuberi.

TURISMO E CULTURA, DOMANI A MATERA LA TAVOLA ROTONDA DELLA FISASCAT CISL ORE 10.00 – CASA CAVA, VIA SAN PIETRO BARISANO 47

#strategieturismoMatera, 11 marzo 2019 – Turismo asse strategico dell’economia italiana ma ancora non opportunamente sostenuto da adeguate politiche di sistema. Da Matera Capitale della Cultura 2019, luogo simbolo di rinascita e di sviluppo, la Fisascat Cisl, la federazione del commercio, turismo e servizi della Cisl, rilancia ancora una volta sulla necessità di investire nel comparto, volano di crescita e occupazione. La Città dei Sassi, Patrimonio Mondiale Unesco, domani 12 marzo presso Casa Cava alle ore 10.00 in Via San Pietro Barisano 47, ospiterà una tavola rotonda promossa dalla categoria cislina sul tema “I luoghi della Storia, Arte, Cultura e Ambiente per il rilancio dell’economia turistica” #strategieturismo. Tra i relatori all’iniziativa, introdotta dal segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini e moderata dal segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri, il segretario nazionale Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari, il presidente Enit Giorgio Palmucci, il presidente della Fondazione Matera 2019 Salvatore Adducen oltre a Patrizia Minardi dell’Ufficio Sistemi Culturali e Turistici della Regione Basilicata e Domenico Bracciodieta vicepresidente Confcooperative Cultura Turismo Sport. Le conclusioni sono affidate al segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra. Porteranno un saluto Raffaello De Ruggeri, sindaco di Matera, Enrico Gambardella, segretario generale Usr Cisl Basilicata e Aurora Blanca segretario nazionale Fisascat Cisl nazionale e reggente della Fisascat Cisl Basilicata.

TERZIARIO, OLTRE 4MILIONI E MEZZO I LAVORATORI IN ATTESA DEI NUOVI CONTRATTI. GUARINI: «IL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO RIMANE LO STRUMENTO PIÙ EFFICACE PER DARE RISPOSTE SALARIALI E NORMATIVE AI LAVORATORI».

 Matera, 11 marzo 2019 – Il contratto nazionale di lavoro rimane lo strumento più efficace per dare risposte salariali e normative ai lavoratori. Ne è convinta la Fisascat Cisl, riunita a Matera per fare il punto sullo stato dei rinnovi contrattuali nei settori del commercio, turismo e servizi – dove trovano occupazione oltre otto milioni di addetti – e sullo scenario economico e sociale italiano in un mercato del lavoro caratterizzato dalla crescente precarizzazione dell’occupazione e dagli elevati tassi di disoccupazione femminile e giovanile. Dopo le recenti sottoscrizioni del nuovo contratto della distribuzione moderna organizzata e del rinnovo del contratto nazionale della distribuzione cooperativa, che di fatto hanno sancito il completamento dei rinnovi contrattuali nel settore della distribuzione commerciale, la categoria cislina analizza i tavoli contrattuali ancora aperti che coinvolgono complessivamente circa quattro milioni e mezzo di lavoratori dei servizi e del turismo A cominciare dai negoziati per i nuovi contratti nazionali applicati ai lavoratori delle cooperative sociali e del terzo settore socio sanitario assistenziale educativo, agli addetti al lavoro domestico, degli studi professionali, dei dipendenti da proprietari di fabbricati, dello sport, delle farmacie, degli agenti e dei rappresentanti di commercio per la Fisascat è urgente imprimere una svolta alle trattative in fase di stallo nei diversi comparti delle imprese di pulizia multiservizi, della vigilanza privata e dei servizi fiduciari come anche nel settore acconciatura ed estetica dove i lavoratori sono in attesa del rinnovo del contratto in media da oltre cinque anni. Nel turismo, dove nei prossimi giorni prenderanno il via le trattative con le associazioni imprenditoriali di Confindustria per il rinnovo del contratto nazionale dell’industria turistica, sono ancora senza contratto i lavoratori delle agenzie di viaggio e dei tour operator. Il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini ha sottolineato che «il contratto nazionale di lavoro rimane lo strumento più efficace per dare risposte salariali e normative ai lavoratori» e che «la Fisascat Cisl nei prossimi mesi si adopererà per attuare il necessario raccordo in ordine non solo ai temi ed ai contenuti ma anche rispetto ai tempi di vigenza e di applicazione dei vari strumenti contrattuali che insistono nell’ambito del settore commerciale» ma anche per «sollecitare significativi avanzamenti delle trattative di rinnovo dei contratti nel settore dei servizi che, sebbene sia il settore prevalente della nostra economia, è quello maggiormente interessato dalla crescente precarizzazione dell’occupazione anche in seguito ad alcuni aspetti applicativi delle norme sul mercato del lavoro varate dal Governo con la stretta sui contratti a termine e in somministrazione». Grande attenzione anche agli ammortizzatori sociali, alle politiche attive e al mercato del lavoro. «Si tratta di settori dalle importanti opportunità, si pensi, ad esempio, al trend di espansione del turismo, ma anche dalle grandi criticità, dumping e lavoro sommerso su tutte, e da vicende annose come quelle degli ex Lsu appalti storici delle imprese di pulizia nelle scuole ma anche dei lavoratori coinvolti dalla riorganizzazione nel settore distributivo» senza dimenticar poi e la questione sempre in primo piano delle aperture commerciali, tornata alla ribalta dopo la volontà espressa dal Governo di voler superare il Decreto Salva Italia sulle Liberalizzazioni del 2011. «Occorrerà ribadire il ruolo della contrattazione anche nella creazione di fondi di solidarietà bilaterali che possano supportare e accompagnare i lavoratori del settore privato che scelgano ad esempio di aderire ai nuovi meccanismi pensionistici in un percorso di prepensionamento». Senza dimenticare le vertenze, illustrate dai segretari nazionali Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice, Aurora Blanca, Fabrizio Ferrari, che coinvolgono i lavoratori di Carrefour, di Coop Alleanza 3.0, Unicoop Tirreno, Conforama ed ex Mercatone Uno coinvolti dalla ristrutturazione delle reti commerciali come anche le migliaia di lavoratrici e lavoratori ex lsu e dei cosiddetti appalti storici in attesa della annunciata internazionalizzazione dei servizi di pulizia e decoro scolastico oltre ai lavoratori dei centri di accoglienza richiedenti asilo che subiscono gli effetti dirompenti del recente Decreto Sicurezza varato dal Governo e per i quali la Fisascat ha attivato una attenta attività di monitoraggio denunciando la mancanza di controlli sui livelli occupazionali. Ma non solo. La categoria cislina investe sempre più sui servizi dedicati agli iscritti ed ai lavoratori del commercio, turismo e servizi con il rafforzamento degli sportelli opendoors come anche nella promozione delle previsioni contrattuali in ordine alla previdenza complementare e in materia di prevenzione dai rischi per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, realizzando così il protocollo di intesa siglato della federazione di prima affiliazione Fist Cisl insieme all’Inas, il Patronato della Cisl. «Politiche che ad oggi hanno consentito di accrescere il consenso dei lavoratori e delle lavoratrici alla nostra federazione – ha poi sottolineato il segretario organizzativo della Fisascat Cisl Mirco Ceotto – che anche nel 2018 ha confermato il trend di crescita degli ultimi anni, con un incremento della base associativa Fisascat del 3,64%, chiudendo il tesseramento dello scorso anno a quota 380.250 con 13.351 nuovi iscritti rispetto al 2017». «Un risultato importante – ha concluso il sindacalista – frutto del grande lavoro delle strutture territoriali che hanno saputo rispondere positivamente alle sollecitazioni dei lavoratori, attraverso risposte di tutela e contrattazione e che premia l’impegno della federazione nazionale che sempre più investe nei percorsi e nei progetti di crescita e proselitismo come anche nella formazione dei delegati e degli operatori che con dedizione assistono le lavoratrici ed i lavoratori».

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

GUARINI: «CONTRATTAZIONE NEL COMMERCIO, TURISMO E SERVIZI SEMPRE PIU’ TESA A VALORIZZARE IL LAVORO FEMMINILE E CONTRASTARE LA VIOLENZA DI GENERE, PROSSIMO OBIETTIVO SUPERARE IL GAP SALARIARE UOMO DONNA E RECEPIRE LE ESIGENZE DI UNA MAGGIORE CONCILIAZIONE VITA LAVORO»Roma, 8 marzo 2019 – Nella Giornata Internazionale della Donna la Fisascat Cisl rilancia contenuti e previsioni della contrattazione nel commercio, turismo e servizi, settori dove l’occupazione assume una connotazione prevalentemente femminile. «Nel terziario privato la contrattazione nazionale e decentrata pone le condizioni per la valorizzazione del lavoro femminile con accordi che si muovono sempre più nell’ampliamento delle prestazioni di welfare e per contrastare la piaga della violenza di genere che quotidianamente purtroppo riempie la cronaca, piaga da debellare anche sui luoghi di lavoro» ha dichiarato il segretario generale della catgoria cislina Davide Guarini. «Da diversi anni, in linea con le opportunità offerte dalla legislazione – ha sottolineato il sindacalista – la contrattazione nel commercio turismo e servizi ha valorizzato e implementato l’intervento del welfare contrattuale riferito a prestazioni di assistenza sanitaria integrativa dedicate, che ad esempio accompagnano il percorso della maternità oppure estendono il periodo di comporto nelle malattie gravi, ma anche riferito a periodi di congedo più o meno estesi previsti in caso di violenza o in presenza di difficoltà familiari». Ma non solo. Il sindacalista ricorda «la possibilità di convertire parte o tutto il salario variabile in beni e prestazioni di welfare aziendale anche in servizi di assistenza familiare». Ma non basta. «Il sindacato attraverso la contrattazione – ha sottolineato Guarini – ha come obiettivo quello di superare il gap salariale uomo donna che nel settore privato tocca quota 17,9%, come anche assicurare progressioni di carriera per le donne e recepire nei nuovi contratti le esigenze di una maggiore conciliazione vita-lavoro spesso miraggio in settori, come i servizi, il commercio e la grande distribuzione organizzata, coinvolti dalla liberalizzazione degli orari di apertura dove è necessario contrattare una flessibilità che tenga anche conto del lavoro di cura familiare prestato dalla donne». «Obiettivo finale – ha concluso il sindacalista – quello di garantire un lavoro di qualità in cui produttività e buona occupazione, anche femminile, siano facce di una stessa medaglia».

CASE DA GIOCO, PRENDE IL VIA DA CAMPIONE D’ITALIA IL CONFRONTO SINDACATI E IMPRESE SULLO STATO DI CRISI DEL SETTORE. RINNOVATA LA RICHIESTA DI ATTIVAZIONE DI UN TAVOLO ISTITUZIONALE AI MINISTERI DELL’INTERNO E DEL LAVORO

Roma, 4 marzo 2019 – Ha preso il via da Campione D’Italia il confronto tra i sindacati di categoria delle case da gioco Slc Cgil, Fisascat Cisl, Uilcom Uil, Ugl Terziario, Savt, Snalc Cisal, Libersind Confsal e Rlc e l’associazione imprenditoriale di settore Federgioco, con il supporto della federazione di categoria Fipe Confcommercio. Le parti hanno scelto Campione d’Italia quale prima sede dell’incontro per sottolineare la gravità nella quale versa il territorio e al contempo per dare un segnale congiunto di vicinanza ai tanti lavoratori della casa da gioco fallita nel 2018. Preso atto che la richiesta congiunta di incontro ai ministeri competenti dell’Interno e del Lavoro formalizzata in data 4 ottobre 2018 non ha avuto riscontro, il tavolo all’unanimità ha deliberato di rinnovare l’istanza sollecitando nuovamente i due dicasteri ad attivare «un tavolo interministeriale di confronto che coinvolga tutti i soggetti firmatari al fine di tutelare l’intero settore delle Case da Gioco italiane a garanzia dei relativi ritorni economici ed occupazionali sui territori». Sindacati e imprese nella nota congiunta chiedono espressamente di definire «con determinazione un intervento urgente che porti alla nomina che porti alla nomina del Commissario Straordinario a cui vengono attribuiti i poteri necessari a procedere alla tempestiva riapertura del Casinò di Campione d’Italia che permetta di ridare conforto e dignità all’intera comunità». Le parti ricordano che «lo stato generale di crisi delle Case da Gioco Italiane, ulteriormente aggravato dall’assenza di strumenti e interlocuzioni che agevolino le possibili soluzioni per garantire un futuro alle suddette aziende, mette a rischio oltre 3mila posti di lavoro diretti e del relativo indotto». Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto «la situazione delle case da gioco italiane va affrontata in sede istituzionale prevedendo una tavolo ad hoc con i ministeri competenti, ad oggi sordi alle nostre richieste di aiuto». «Sulla vertenza della casa di gioco del comasco – ha stigmatizzato il sindacalista – non dimentichiamo che la politica e il Governo centrale stanno pagando fior di quattrini per tenere chiuso il Casino di Campione D’Italia, continuando a pagare mutui, fornitori e dipendenti». «Il nostro auspicio – ha concluso il sindacalista – è che la nomina di un Commissario Straordinario possa assicurare la riapertura della casa da gioco a garanzia di ripresa dell’intera comunità campionese». Il confronto sindacati e imprese è aggiornato alla prima settimana di aprile; le riunioni proseguiranno nelle diverse sedi dei casino italiani. Sul tavolo il monitoraggio delle case da gioco e la definizione di una contrattazione nazionale di settore.

UNICOOP TIRRENO, BATTUTA D’ARRESTO AL TAVOLO CON I SINDACATI SULLA RISTRUTTURAZIONE DEI NEGOZI DEL SUD DEL LAZIO. LA COOPERATIVA IRREMOVIBILE SUI 135 TRASFERIMENTI COATTI.

DELL’OREFICE: «LE IMPRESE COOPERATIVE DOVREBBERO ESSERE MAGGIORMENTE SENSIBILI SULLE RICADUTE SOCIALI DELLA RIORGANIZZAZIONE»Roma, 2 marzo 2019 – Battuta d’arresto delle trattative tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs e la direzione di Unicoop Tirreno. Sul tavolo la ristrutturazione della rete commerciale del Sud del Lazio, con la chiusura dei punti vendita di Pomezia via Cavour, Velletri, Aprilia e Frosinone. Per i 135 dipendenti coinvolti la cooperativa di consumatori è stata irremovibile dal pretendere dai sindacati mano libera sui trasferimenti coatti anche oltre i 100 km di distanza. I sindacati hanno tentato in extremis di risolvere la vertenza consegnando alla direzione aziendale una proposta scritta che contempla 40mila euro di incentivo all'esodo volontario oltre ad una indennità di trasferimento per chi volontariamente si candidasse ad essere trasferito in negozi più distanti da quelli di Roma o in alternativa trasferimenti presso i negozi di Roma per chi non dovesse accettare l'incentivo all'esodo o il trasferimento incentivato negli altri negozi della rete. «Unicoop Tirreno si è riservata di ragionare sulla nostra proposta, Il nostro auspicio è che in questo lasso temporale rifletta sulla grave responsabilità che si assumerebbe in caso di rottura definitiva del tavolo» ha stigmatizzato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice. «Pensare di adoperare strumentalmente una intesa con le organizzazioni sindacali e volere comunque mano libera nell’operare i trasferimenti coatti anche a più di 100 km di distanza nel caso in cui l’incentivo all’esodo non risultasse sufficiente per risolvere il problema degli esuberi – ha aggiunto – è una posizione incomprensibile e che il sindacato unitariamente ha sempre rigettato nei confronti di qualsivoglia azienda». «Le imprese cooperative, per i valori che incarnano nell’ambito dell’economia del nostro paese – ha concluso il sindacalista – dovrebbero essere maggiormente sensibili alle ricadute sociali che i piani di riorganizzazione e ristrutturazione inevitabilmente producono».

LAVORO: CGIL CISL UIL, PROCEDURA LICENZIAMENTO PER 351 LAVORATORI SERVIZI IMMIGRAZIONE IMPIEGATI PRESSO MEDIHOSPES, CHIESTO INCONTRO A DI MAIO

Roma, 1 marzo 2019 – Procedura di licenziamento collettivo per 351 lavoratrici e lavoratori impiegati nei servizi per l’immigrazione nella cooperativa Medihospes. Simbolo di un settore che, per effetto del decreto Salvini, mette a rischio la metà di tutti gli operatori del settore: 18 mila su un totale di 36 mila. A denunciarlo sono Fp Cgil, Fisascat Cisl, Cisl Fp e Uil Fpl che, in una lettera inviata al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, chiedono un incontro urgente “per l’individuazione di soluzioni immediate per il personale interessato dalla vicenda Medihospes e, più in generale, viste le ricadute complessive in termini occupazionali, sull’intero settore. Come ai fatti verificatisi al Cara di Castelnuovo di Porto, con circa 100 lavoratori ora nel fondo di integrazione salariale, e ai licenziamenti attuati dalle cooperative che gestiscono il Cara di Mineo in Sicilia, che tra l'altro rischiano di aumentare”. La Cooperativa sociale Medihospes Onlus ha nei giorni scorsi, infatti, comunicato alle organizzazioni sindacali l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per riduzione di attività legate ai servizi di accoglienza per 351 lavoratrici e lavoratori coinvolti, distribuiti su 12 regioni. Nella lettera al titolare del dicastero di via Veneto, le categoria di Cgil, Cisl e Uil scrivono: “Gli effetti del decreto Sicurezza si stanno abbattendo in maniera sempre più preoccupante per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nel sistema di accoglienza, generando riflessi sull’occupazione e sui servizi erogati. Come nel caso della vicenda che investe la cooperativa Medihsopes che ha comunicato l’avvio delle procedure di licenziamento per 351 lavoratori, distribuiti su 12 regioni, e che riguardano figure professionali altamente qualificate: psicologi, assistenti sociali, mediatori culturali, amministrativi, operatori dell’accoglienza, medici e infermieri”. Per queste ragioni Fp Cgil, Fisascat Cisl, Cisl Fp e Uil Fpl hanno scritto al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, per chiedere un incontro urgente “per l’individuazione di soluzioni immediate utili imprimo luogo alla ricollocazione del personale interessato dalla vicenda Medihospes e, più in generale, viste le ricadute complessive in termini occupazionali su un settore che coinvolge all’incirca 36 mila operatori, di cui 18 mila sono a rischio di perdere il posto di lavoro per effetto del decreto sicurezza, al fine di valutare tutte le azioni possibili a tutela delle professionalità e dei livelli occupazionali delle lavoratrici e lavoratori coinvolti nell’ambito di un rinnovato contesto legato alle politiche di accoglienza”, concludono.

COMMERCIO MONDIALE E SFIDE GLOBALI, A SYDNEY IN AUSTRALIA LA RIUNIONE DEL COMITATO ESECUTIVO UNI COMMERCE GLOBAL UNION.

IL SINDACATO INTERNAZIONALE A CONFRONTO SUI NUOVI SCENARI DEL LAVORO E SUL RUOLO DELLA CONTRATTAZIONE TRANSNAZIONALE, AL VIA L’ALLIANCE PER GLI IPERMERCATIRoma, 28 febbraio 2019 – Prosegue la crescita dell’economia globale ma si indeboliscono le prospettive per il commercio mondiale. Sull’espansione dell’attività economica internazionale gravano numerosi fattori di rischio: le ripercussioni di un esito negativo del negoziato commerciale tra Stati Uniti e Cina, il riacutizzarsi delle tensioni finanziarie nei paesi emergenti, le modalità con le quali si concluderà la Brexit, il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Lo scenario globale è stato analizzato a Sydney in Australia dal Comitato Esecutivo di Uni Global Commerce, il sindacato mondiale del settore commercio affiliato ad Uni Global Union, il sindacato internazionale dei servizi con oltre 20milioni di iscritti al quale aderisce convintamente anche la Fist Cisl, la Federazione dei Sindacati del Terziario della Cisl. L’assise ha analizzato gli effetti del deciso contenimento delle previsioni di incremento delle vendite al dettaglio ed il loro riflesso sui livelli occupazionali delle multinazionali presenti in tutto il mondo. Si assiste ad una progressiva sofferenza del mercato al dettaglio a fronte di un sostanziale consolidamento del settore degli ipermercati gestito dalle multinazionali. La forte concorrenza, la modifica delle preferenze dei consumatori, la sfida dell’e-commerce e le difficoltà di realizzazione di una crescita organica stanno inoltre spingendo molti operatori a valutare e ristrutturare il portafoglio di punti vendita e a prendere in considerazione alternative strategiche, comprese fusioni ed acquisizioni per ottimizzare l’impiego di capitale e la compressione del costo del lavoro, operazioni che a livello mondiale hanno registrato nel 2017 un valore complessivo pari a 132 miliardi di dollari, con un aumento di circa il 90% rispetto all’anno precedente. Alla luce di queste tendenze anche il sindacato globale si trova di fronte a sfide epocali, comuni a molti Paesi, in termini di rapporti contrattuali con le aziende, la retribuzione, l’orario e le condizioni di lavoro e l’impatto della tecnologia. L’ampia diffusione del lavoro a tempo parziale, soprattutto involontario, dei contratti di lavoro atipici, salari bassi e il maggior carico di lavoro assieme a norme di salute e sicurezza scadenti sono le principali difficoltà per la maggior parte dei lavoratori del settore, esposti alle logiche di una concorrenza spietata che determina una bassa inflazione e la stagnazione delle retribuzioni. Uni Commerce Global Union ritiene sia necessario dare una risposta a livello mondiale e avere un coordinamento tra i sindacati affiliati che organizzano i lavoratori del settore. Da qui la necessità di dare vita ad una nuova Alliance capace di avviare un dialogo con le multinazionali e di definire una contrattazione transnazionale efficace che abbia lo scopo di garantire condizioni di lavoro accettabili e il rispetto dei diritti dei lavoratori oltre a salari adeguati per i milioni di lavoratrici e lavoratori del commercio al dettaglio, dei supermercati e degli ipermercati ma anche dei discount, dei punti vendita rionali, dei negozi di generi alimentari con franchigia e dei grossisti. Per il segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri intervenuto alla kermesse australiana «Uni Commerce Global Union dovrà avere la capacità di rafforzare l’azione sindacale globale anche nel commercio elettronico attraverso la definizione di accordi con Amazon e con gli altri player del settore per tutelare in misura crescente i lavoratori di un comparto che nei prossimi anni gestirà oltre il 40% del commercio mondiale». Il sindacalista, che ha illustrato i contenuti della contrattazione nazionale di settore esistente in Italia nel commercio al dettaglio e siglata lo scorso anno con l’associazione imprenditoriale della grande distribuzione organizzata e più recentemente con le associazioni imprenditoriali della distribuzione cooperativa, ha in particolare sottolineato «il ruolo fondamentale dei percorsi di formazione professionale continua da assicurare attraverso la contrattazione, del life-long learning, dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita che consentirà di acquisire abilità, capacità e competenze e quindi l’occupabilità dei lavoratori». Il futuro del lavoro sarà anche uno dei temi principali della conferenza mondiale dell’Ilo, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, una delle più antiche organizzazioni internazionali attive e rilevanti oggi, in occasione della celebrazione del 100 ° anniversario dalla fondazione che si svolgerà a Ginevra dal 10 al 21 giugno 2019. L’Ilo, al fine di comprendere e rispondere efficacemente ai cambiamenti del mondo del lavoro e far avanzare l’obiettivo della giustizia sociale, ha dato impulso ad un’iniziativa rivolta universalmente a tutti i costituenti dell’Ilo ma anche al mondo accademico e agli altri attori coinvolti nei processi dei grandi cambiamenti, tecnologico e climatico in primis, che minacciano di esacerbare le attuali sfide globali nel mondo dove 300 milioni di lavoratori sono in una condizione di povertà, 190 milioni sono i disoccupati e dove crescono disuguaglianze, mancano meccanismi di protezione sociale in un sistema di schiavitù moderna, gli orari di lavoro sono eccessivi, aumentano le morti sul lavoro, le malattie professionali e gli infortuni e milioni di persone non sono ancora connesse a Internet escluse dall'enorme potenziale della digitalizzazione. La conferenza 2019 svilupperà un documento finale che diventerà la dichiarazione dell'Ilo per gli anni a venire; centrale l’investimento nelle capacità umane incluso il diritto universale alla formazione permanente; il sostegno ai lavoratori in situazioni di transizione, anche in relazione ai cambiamenti climatici e alle nuove tecnologie oltre ad un'agenda ad hoc per l'uguaglianza di genere, compresi i servizi di assistenza pubblica e la protezione sociale universale. Il lavoro sostenibile e dignitoso dovrà divenire una priorità per tutti i Governi del mondo che dovranno incentivare la creazione dei posti di lavoro, economie rurali ed infrastrutture digitali ma supportare lo sviluppo di un sistema di governance internazionale e standard per le piattaforme digitali del lavoro e per governare l'uso dei dati e la responsabilità algoritmica nel mondo del lavoro. Obiettivo finale la realizzazione di un contratto sociale globale basato sul rispetto dei diritti dei lavoratori, sul riconoscimento della libertà di associazione e di contrattazione, sulla parità di genere e sulla protezione universale.

SERVIZI DI RISTORAZIONE CARCERI, ALTISSIMA ADESIONE ALLO SCIOPERO INDETTO PER IL 25 FEBBRAIO SCORSO IN VENETO, TRENTINO ALTO ADIGE, FRIULI VENEZIA GIULIA, EMILIA ROMAGNA, UMBRIA E PUGLIA.

LA SODDISFAZIONE DEI SINDACATI: «LE AMMINISTRAZIONI CARCERARIE SI SOSTITUIRANNO NEI PAGAMENTI DEGLI STIPENDI ARRETRATI GIA’ NEI PROSSIMI GIORNI. MA RESTA ANCORA IL NODO DELLA PRESENZA DI AZIENDE CHE NON PAGANO E NON VENGONO ESTROMESSE»Roma, 27 febbraio 2019 – Altissima adesione allo sciopero indetto per lo scorso 25 febbraio da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs dei lavoratori addetti ai servizi di ristorazione nelle mense di servizio per il personale della Polizia Penitenziaria nelle sedi degli Istituti penitenziari delle circoscrizioni territoriali di competenza di Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria, Puglia. Il servizio è gestito da Food & Facility Srl in qualità di consorziata di Unilabor titolare del contratto di appalto. Nonostante Food&Facility Srl abbia, nei giorni precedenti lo sciopero, mandato ai propri dipendenti messaggi vocali con chiaro intento di far fallire l’iniziativa e lanciando invettive contro le Organizzazioni Sindacali – su cui si stà procedendo con le denunce per attività antisindacale – le lavoratrici e i lavoratori hanno risposto in modo compatto astenendosi dall’attività lavorativa. Che il Consorzio Unilabor e Food&Facility siano colpevoli di non retribuire gli addetti ai servizi di ristorazione delle mense per le Guardie Penitenziarie è dimostrato dal fatto che dai prossimi giorni saranno direttamente i Provveditorati regionali dell’amministrazione carceraria a sostituirsi nell’erogazione degli stipendi arretrati di dicembre e gennaio scorsi. Proprio il Consorzio ha scritto alle amministrazioni committenti di procedere col pagamento in surroga perché non in grado di sopperirvi, non escludendo che anche le prossime mensilità vegano erogate direttamente dai Provveditorati. Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs sottolineano «l’importante risultato ottenuto dalla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, ma resta il nodo aperto di vedere mantenere affidato l’appalto a società che hanno comprovato non essere in grado di retribuire le proprie maestranze» e chiedono ai Provveditorati «di procedere nei pagamenti in surroga nel più breve tempo possibile, dato che sono oltre 60 giorni che gli addetti alle mense non percepiscono un euro e non sono più in grado di sostenere le spese necessarie per recarsi al lavoro». Le Organizzazioni Sindacali chiedono anche che «i Provveditorati agiscano rispetto alla revoca dell’appalto a Unilabor al più presto e rivedano i bandi di gara in corso di svolgimento, in quanto essendo al massimo ribasso, riprodurranno le stesse identiche drammatiche condizioni per le lavoratrici e i lavoratori». La riprova di quanto affermato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs è data dalla gara andata deserta sul lotto delle Case Circondariali del Triveneto, in quanto la base d’asta è sotto al limite di mercato e le aziende possono partecipare solo proponendo il ribasso di tale valore, per cui nessun operatore di mercato ha valutato opportuno partecipare per vedersi assegnato un appalto non sostenibile già in partenza. «Al netto delle positive soluzioni poste in essere dall’Amministrazione carceraria per dare risposta alle questioni contingenti, le Organizzazioni Sindacali di categoria rinnovano la richiesta di attivare un tavolo di confronto con il Ministero della Giustizia sugli appalti in corso e futuri – come tra l’altro già da tempo sono insediati con altri dicasteri – per evitare che ciclicamente le proprie strutture periferiche debbano intervenire in surroga nei confronti di lavoratori terzi che operano in appalto, nonché permettere una erogazione dei servizi quotidiana e di qualità ai propri dipendenti».