Roma, 22 gennaio 2019 – I sindacati di categoria che tutelano i lavoratori degli ippodromi, Slc Cgil, Fisascat Cisl e Uilcom Uil, hanno chiesto un incontro al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per le questioni ormai annose e croniche che caratterizzano l’ippica italiana, settore dalle grandi potenzialità che oggi occupa circa 5mila addetti. In particolare i sindacati rilevano come nel Decreto ministeriale nel quale vengono indicati i criteri generali per l’erogazione delle sovvenzioni in favore delle società di corse per l’anno 2019 sia stato superato ogni riferimento all’impiantistica e quindi alla presenza di box e di piste di allenamento. «Siamo pertanto in presenza di un clamoroso arretramento in termini di tutela della qualità ed efficienza dei servizi degli ippodromi e soprattutto della salvaguardia della buona occupazione» sottolineano le segreterie nazionali dei sindacati. «Sono anni che chiediamo al ministero di condividere con le parti sociali le caratteristiche dei criteri a cui dovrebbe essere ispirata una riforma del settore – prosegue la nota – dalla qualità, della trasparenza, del rispetto di leggi e contratti come punto irrinunciabile per un concreto e stabile rilancio del settore alla valorizzazione del lavoro, con particolare riferimento al riconoscimento del lavoro dipendente come uno dei parametri di valutazione nella attribuzione della classificazione e nella stipula delle “convenzioni/sovvenzione”». «Ad essi – conclude la lettera unitaria – si aggiungono il sostegno ad un positivo intreccio tra l’attività ippica e l’intera filiera alla certezza delle risorse e della programmazione dell’attività, per qualificare una imprenditoria sana. Non da ultima attenzione alle “relazioni sindacali”, come valore aggiunto per un’ippica rinnovata».
UNICOOP TIRRENO, 145 LAVORATORI COINVOLTI DALLA RIORGANIZZAZIONE DEI PUNTI VENDITA DEL SUD DEL LAZIO
DELL’OREFICE (FISASCAT CISL): «INADEGUATO IL PIANO DI GESTIONE DEGLI ESUBERI, IL RICORSO ALLA CIGS FAVORIREBBE LA RICOLLOCAZIONE»Roma, 21 gennaio 2019 – Fumata nera all’ultimo incontro in sede sindacale sulla vertenza dei lavoratori della cooperativa di consumatori Unicoop Tirreno. Sul tavolo il piano di dismissione dei punti vendita del sud del Lazio di Pomezia – via Cavour, Velletri, Frosinone e Aprilia e il ridimensionamento dei negozi di Colleferro, Pomezia-via del Mare e Genzano, operazione che coinvolge complessivamente 135 dipendenti interessati dalle chiusure e dalle riduzioni di superfici cui si aggiungerebbero anche altre 10 posizioni su tutto il resto della rete laziale. La direzione cooperativa ha ribadito alle federazioni di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs la proposta presentata nei giorni scorsi al tavolo aperto Mise nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo, in ordine agli incentivi ai trasferimenti e all’esodo volontario pari a 7.500 euro netti per chi si renderà disponibile a trasferirsi presso la rete commerciale toscana ed a 35mila euro lordi per le lavoratrici ed i lavoratori che accetteranno la risoluzione del rapporto di lavoro. Per le eventuali posizioni in esubero Unicoop Tirreno opererebbe trasferimenti coatti presso i punti vendita della rete Toscana. I sindacati, pur prendendo atto dei tentativi della direzione cooperativa di trovare una soluzione, in un comunicato sindacale diramato sui luoghi di lavoro, hanno ritenuto «non condivisibili la quantità di chiusure ed i tempi di attuazione del piano, che escluderebbe il ricorso alla Cigs». Il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice ha stigmatizzato «l’inadeguatezza del piano di gestione degli esuberi» che «risulterebbe anche dal fatto che l’esito certo che deriverebbe dalla sua parziale riuscita sarebbe il trasferimento coatto del personale proveniente dai negozi oggetto di riduzione della superficie di vendita e di chiusura». Il sindacalista ha sottolineato «la necessità e l’urgenza di fare ricorso alla Cigs al fine di poter disporre di un congruo numero di mesi per gestire la riorganizzazione della rete commerciale del Lazio e per consentire ai lavoratori che non dovessero optare sia per l’accettazione della risoluzione dei rapporti di lavoro che per il trasferimento economicamente assistito in Toscana di uno strumento utilmente finalizzato alla ricollocazione».
COMIFAR, PROSEGUE IL NEGOZIATO PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO INTEGRATIVO.
Roma, 18 gennaio 2019 – Prosegue il negoziato tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e il gruppo leader della distribuzione farmaceutica in Italia Comifar per il rinnovo del contratto integrativo aziendale, scaduto a gennaio 2018, applicato ai circa 1500 dipendenti. Sul tavolo il tema della turnazione sperimentale notturna prestata dalle ore 24.00 alle ore 6.00; la direzione aziendale ha recepito la richiesta dei sindacati in ordine alla volontarietà ed alla natura sperimentale della prestazione che allo stato si applicherà alle sole unità distributive di Novate, Roma e Catania. Tra i temi oggetto di trattativa anche il welfare riferito ai permessi per visite mediche aumentate fino ad 8 ore all’anno, 18 per patologie gravi e continuative. Condivisa pure l’utilità di introdurre il “lavoro agile” (smartworking), per il quale le parti si incontreranno successivamente per la definizione operativa. Migliorano le condizioni di accesso al premio di risultato, in media pari a 1200 euro annuali, correlato al raggiungimento degli obiettivi aziendali ed a livello individuale. Il confronto è aggiornato al 28 gennaio a Milano.
EATALY, AL VIA LA TRATTATIVA PER IL NUOVO INTEGRATIVO AZIENDALE. I SINDACATI PRESENTANO LA PIATTAFORMA DI RINNOVO.
Roma, 18 gennaio 2019 – Al via la trattativa per il rinnovo del contratto integrativo aziendale Eataly, scaduto il 31 ottobre dello scorso anno, applicato ai circa ai circa 2mila addetti della catena di punti vendita specializzati nella vendita e nella somministrazione di generi alimentari italiani di alta qualità fondata nel 2007 da Oscar Farinetti oggi presente nel Bel Paese con 14 punti vendita e nel mondo con 10 negozi. I sindacati hanno esposto le previsioni della piattaforma unitaria che mira essenzialmente a rafforzare il sistema di relazioni sindacali ai vari livelli e ad estendere le tutele per chi opera negli stand e negli appalti a partire dalle norme su salute e sicurezza e regolarità retributiva. Il focus del documento congiunto sull’evoluzione dell’impresa che per i sindacati, deve crescere di pari passo alla partecipazione dei lavoratori non solo agli obiettivi economici ma anche rispetto alla organizzazione del lavoro, orari e gestione delle difficoltà operative e buone pratiche. E così la plurimansione dovrà essere oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali finalizzato alla definizione del corretto inquadramento professionale e la flessibilità oraria collettiva e del part time andranno concordate e normate seguendo le direttive della contrattazione nazionale di riferimento. Ma non solo. I sindacati credono sia necessario stabilire una distribuzione dell’orario di lavoro coerente alle esigenze di conciliazione vita lavoro come anche proseguire sul potenziamento del welfare, un capitolo qualificante e innovativo del primo contratto integrativo anche riferito alla previdenza complementare, ai permessi per visite mediche, per assistenza figli disabili e per l’inserimento dei figli a scuola ed ai congedi per malattie gravi. Si conferma poi strategica la leva della formazione professionale per tutti i lavoratori. Confermato anche l’impianto del sistema premiante con la valorizzazione delle performances a livelli di punto vendita dove si dovrà maggiormente investire nelle relazioni sindacali. Non meno significativa la richiesta di definire un protocollo di azioni a contrasto delle molestie sessuali sui luoghi di lavoro.
LAVORO DOMESTICO, LA COMMISSIONE NAZIONALE AGGIORNA AL MINISTERO DEL LAVORO I MINIMI RETRIBUTIVI.
Roma, 18 gennaio 2019 – La Commissione nazionale per la variazione dei minimi retributivi del Lavoro Domestico, composta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf e dalle associazioni imprenditoriali di settore Fildaldo, Domina ha definito in sede ministeriale i nuovi minimi retributivi per i lavoratori domestici in vigore dal 1° gennaio 2019. Proseguirà il 5 febbraio la trattativa per il nuovo contratto nazionale di lavoro scaduto nel 2016. Sul tavolo le previsioni della piattaforma unitaria presentata dai sindacati a cominciare dalla contrattazione di secondo livello, dal welfare riferito all’assistenza sanitaria integrativa ed alla previdenza complementare, bilateralità formazione professionale e certificazione delle competenze. Nel documento congiunto spazio anche all’inquadramento professionale, all’orario di lavoro, alla tutela della malattia e al trattamento economico della malattia. Sul salario i sindacati chiedono espressamente l’inserimento della quattordicesima mensilità oltre ad un incremento retributivo che tenga conto della professionalità dei lavoratori e delle lavoratrici del settore.
TERZO SETTORE, PROSEGUONO CON LE COOPERATIVE SOCIALI LE TRATTATIVE PER IL NUOVO CCNL
Roma, 18 gennaio 2019 – Terzo Settore Socio Sanitario Assistenziale, proseguono a ritmo serrato con le cooperative sociali le trattative per il nuovo contratto nazionale di lavoro atteso da cinque anni da circa 400mila addetti del comparto dei servizi. Ampia condivisione tra le parti su contrattazione di secondo livello, profili professionali e sistemi di classificazione del personale. Il negoziato, aggiornato al 30 gennaio, al 7,8, 12 e 18 febbraio proseguirà sui temi dell’organizzazione del lavoro e sul salario. Per il segretario nazionale della Fisascat Fabrizio Ferrari è urgente chiudere positivamente e a breve i negoziati e garantire un trattamento di miglior favore ai lavoratori e accrescere le professionalità in un comparto in espansione e sempre più essenziale per le famiglie italiane».
VIGILANZA PRIVATA E SERVIZI FIDUCIARI, STRAPPO AL TAVOLO PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE. I SINDACATI PROCLAMANO SCIOPERO PER IL 1 E IL 2 FEBBRAIO.
BLANCA: «ATTEGGIAMENTO DATORIALE INACCETTABILE, IL SETTORE NECESSITA DI UNO STRUMENTO REGOLATORE ESSENZIALE QUALE IL CCNL».Roma, 17 gennaio 2019 – Strappo al tavolo per il rinnovo del contratto nazionale della vigilanza privata e dei servizi fiduciari scaduto nel 2015 e atteso da oltre 70mila addetti del settore. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno risposto con la proclamazione dello stato di agitazione senza escludere due giornate di sciopero per l’1 e il 2 febbraio 2019 con manifestazione a Milano e Napoli alla inattesa chiusura delle associazioni imprenditoriali di settore Univ, Anivip, Assiv e delle imprese cooperative Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Federlavoro e Servizi e Agci Servizi. La lunga trattativa avviata nei mesi scorsi non ha sciolto i nodi in ordine all’aumento salariale ed ai tecnicismi connessi al cambio di appalto come anche su bilateralità, contrattazione di secondo livello, classificazione del personale e salute e sicurezza, temi sui quali i sindacati hanno presentato nelle scorse settimane una concreta proposta di riforma. Le tre federazioni Cgil Cisl Uil in una nota congiunta stigmatizzano il «metodo irriguardoso verso le organizzazioni sindacali ed i lavoratori, non considerabile come mero tatticismo dilatorio, la cui gravità sarebbe comunque forte considerato il tempo trascorso» ma, sottolineano «evidente sintomo di fragilità strutturale delle associazioni datoriali che, incuranti delle condizioni del settore e dei problemi dei lavoratori, insistono nel perseguire una politica deflagrante per tutti, in primis, i dipendenti». Inevitabile dunque la nuova mobilitazione dei lavoratori «conformemente alla decisione assunta dal coordinamento nazionale» delle strutture e dei delegati, evidenziano i sindacati pur confermando la disponibilità a proseguire il negoziato già programmato per fine gennaio. Per la segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca «i lavoratori subiscono gli effetti distorsivi di un mercato, quello dei servizi di sicurezza, dove proliferano contratti in dumping con tutte le conseguenze del caso, dal peggioramento delle condizioni di lavoro a quelle salariali che la definizione di una contrattazione nazionale da parte delle associazioni maggiormente rappresentative riuscirebbe invece a regolamentare». «Il negoziato si è dimostrato ancora una volta infruttuoso ed ha evidenziato le problematiche insite nelle associazioni datoriali che non possono essere più accettate in un settore che piuttosto necessita in tempi rapidi di nuove regole condivise atte a salvaguardare il comparto rispondendo alle esigenze normative e reddituali di tutti gli addetti ivi inclusi gli operatori economici» ha concluso la sindacalista.
UNICOOP TIRRENO, APPRODA AL MISE LA VERTENZA DEI 135 LAVORATORI DEI PUNTI VENDITA DEL SUD DEL LAZIO PROSSIMI ALLA CHIUSURA ED AL RIDIMENSIONAMENTO.
DELL’OREFICE: «SI INDIVIDUI UN PERCORSO CONDIVISO FINALIZZATO ALLA RICOLLOCAZIONE»Roma, 15 gennaio 2019 – Approda al ministero dello Sviluppo Economico la vertenza dei lavoratori di Unicoop Tirreno, la cooperativa di consumatori del sistema coop presente in Toscana, Lazio, Umbria e Campania con oltre 110 punti vendita e circa 5mila dipendenti. Sul tavolo l’operazione di dismissione dei punti vendita del sud del Lazio di Pomezia – via Cavour, Velletri, Frosinone e Aprilia e il ridimensionamento dei negozi di Colleferro, Pomezia-via del Mare e Genzano che coinvolge complessivamente 135 lavoratori dipendenti interessati dalle chiusure e dalle riduzioni di superfici. La direzione cooperativa ha presentato ai sindacati una nuova proposta nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo, in ordine agli incentivi ai trasferimenti e all’esodo volontario pari a 7.500 euro lordi per chi si renderà disponibile a trasferirsi presso la rete commerciale toscana ed a 35mila euro lordi per le lavoratrici ed i lavoratori che accetteranno, entro il prossimo 15 febbraio data di cessazione dei negozi, la risoluzione del rapporto di lavoro. La Fisascat Cisl ha si è dichiarata non del tutto soddisfatta rispetto alla struttura complessiva della proposta aziendale perché, ha stigmatizzato il segretario nazionale della categoria cislina Vincenzo Dell’Orefice «un accordo in seno ad una procedura di licenziamento collettivo dovrebbe trarre origine da poche ed essenziali premesse condivise omesse clamorosamente da Unicoop Tirreno». Il sindacalista ha sottolineato in particolare che «l’ambito applicativo di una eventuale intesa sulla mobilità volontaria dovrà essere costituito da un ambito più esteso di quello rappresentato dai sette punti vendita del sud del Lazio impattati da chiusure e trasferimenti» e che «necessariamente si dovrà individuare il ricorso ad un ammortizzatore sociale conservativo consentito in caso di riorganizzazione e ristrutturazione». Per Dell’orefice si dovrà anche prevedere «l’estensione del periodo temporale entro il quale si potrà accedere alla risoluzione incentivata dei rapporti di lavoro su base volontaria, coerentemente ai termini di durata che saranno eventualmente condivisi dalle parti per gestire opportunamente l'intero processo di riorganizzazione della presenza commerciale di Unicoop Tirreno nel Lazio». «Naturalmente, se ricorressero le condizioni per addivenire ad un'intesa, – ha concluso il sindacalista – avanzeremo la richiesta di prevedere anche l'attivazione dell'Assegno di Ricollocazione». Le parti torneranno ad incontrarsi sabato 19 gennaio 2019 a Roma a delegazioni ristrette per proseguire il confronto di merito.
COOP ALLENZA 3.0 ANNUNCIA LA RIORGANIZZAZIONE, ENTRO IL 2021 OLTRE 750 ESUBERI.
DELL’OREFICE: «SI DEFINISCANO LE LINEE GUIDA PER ACCOMPAGNARE LA RIORGANIZZAZIONE DELLA COOPERATIVA SALVAGUARDANDO I LIVELLI OCCUPAZIONALI»Roma, 14 gennaio 2019 – Coop Alleanza 3.0, la più grande cooperativa di consumatori d’Europa con 427 punti vendita e 22 mila dipendenti, presenta ai sindacati il conto della riorganizzazione. La cooperativa ha confermato la necessità di recuperare i costi attraverso il piano di dismissioni avviato nel 2018 con la decisione di chiudere tutte le sedi secondarie; sarebbe già in corso la chiusura della sede di Ravenna e della sede siciliana mentre entro il 2021 chiuderanno i battenti le articolazioni amministrative secondarie presenti in Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. L’intera operazione di ristrutturazione comporterebbe una riduzione totale della forza lavoro di 752 addetti occupati nelle sedi amministrative; la direzione aziendale si è tuttavia dichiarata disponibile ad attivare un confronto sindacale specifico per analizzare in modo più approfondito il progetto e per ricercare le soluzioni al fine di evitare traumi e a non prevedere nessuna dispersione occupazionale come sollecitato dai sindacati attraverso la ricollocazione presso la rete commerciale o altre società controllate, il ricorso agli ammortizzatori sociali, incentivi all’esodo volontario oltre all’avvio di percorsi di riconversione professionale e politiche attive del lavoro. La riorganizzazione coinvolgerà anche l’impianto delle relazioni sindacali che la cooperativa di consumatori chiede di rendere più moderno con la definizione di un accordo sperimentale sulla definizione del tipo di rappresentanza e sulla fissazione della cosiddetta numerica degli Rsu come anche sulla composizione della delegazione sindacale per i diversi livelli del sistema delle relazioni sindacali. L’incontro già stabilito per il 5 febbraio chiarirà gli aspetti attuativi della riorganizzazione aziendale e la collocazione degli esuberi. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «la situazione generale della riorganizzazione della Cooperativa desta molte preoccupazioni ed è assolutamente necessario concentrare la nostra attenzione su tutti gli strumenti a disposizione per proteggere l’occupazione». «Il confronto sindacale individui soluzioni alternative di contrasto agli esuberi soprattutto attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali conservativi e progetti di riqualificazione ed aggiornamento professionale per quanti vorranno rivedere il proprio percorso professionale adeguandolo alle nuove necessità derivanti dal critico passaggio che Coop Alleanza 3.0» ha aggiunto il sindacalista. «Occorre proseguire il percorso avviato lo scorso anno e definire le linee guida che accompagneranno il percorso di riorganizzazione, le stesse che hanno consentito lo scorso anno di garantire continuità occupazionale ai lavoratori coinvolti dalla cessazione dei punti vendita prevista dal piano di dismissioni» ha concluso il sindacalista.
MANOVRA. IL 9 FEBBRAIO A ROMA LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE CGIL, CISL, UIL.
Roma, 10 gennaio 2019 – Cgil Cisl Uil hanno espresso una valutazione positiva del percorso di mobilitazione svoltosi negli scorsi mesi a sostegno della piattaforma unitaria. «Il consenso delle decine di migliaia di lavoratori, pensionati e giovani alle proposte di Cgil, Cisl, Uil, emerso in occasione delle centinaia di assemblee organizzate su tutto il territorio nazionale, – spiegano ancora nel comunicato unitario – è stato pressoché unanime ed ha rappresentato un primo importante momento di confronto e discussione delle proposte sindacali con i lavoratori e i pensionati italiani sul documento consegnato nello scorso mese di dicembre al Presidente del Consiglio che si era impegnato a dare continuità al confronto, mai avvenuto, su alcuni capitoli indicati dal Sindacato». «La legge di bilancio, appena approvata, – sottolineano – ha lasciato irrisolte molte questioni fondamentali per lo sviluppo del Paese, a partire dai temi del lavoro, delle pensioni, del fisco, degli investimenti per le infrastrutture, delle politiche per i giovani, per le donne e per il Mezzogiorno. Temi sui quali Cgil, Cisl e Uil hanno avanzato indicazioni e proposte credibili e realizzabili che non hanno trovato riscontro nella legge di stabilità avanzata dal Governo» concludono. «Abbiamo il dovere di ascoltare il grido di sofferenza del nostro mondo. Lavoratori e pensionati ci hanno chiesto di chiarire al governo la nostra posizione. E di farlo con la massima forza e determinazione». E' quanto sottolinea la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sulla grande manifestazione nazionale di Cgil, Cisl, Uil che si terrà il 9 febbraio a Roma per sostenere -come si legge in una nota congiunta- le proposte unitarie contenute nella piattaforma sottoposta ai lavoratori, per cambiare le scelte dell’Esecutivo e per aprire un confronto serio e di merito». «Per noi -prosegue Furlan- il tema della crescita e dunque quello del lavoro sono la vera priorità. Il Governo ha fatto delle scelte che non condividiamo e che vogliamo cambiare. Per questo scenderemo in piazza il 9 febbraio con una grande manifestazione unitaria. Non si è voluto aprire un confronto serio su tanti provvedimenti sociali ed economici che riguardano la vita di milioni di lavoratori e pensionati e questo è stato un errore. Ecco il perché di questa grande mobilitazione: per provare a scuotere il governo e per far cambiare la linea sui temi importanti delle infrastrutture, delle opere pubbliche, della rivalutazione delle pensioni, del fisco, dei contratti del Pubblico Impiego, delle politiche per lo sviluppo».