UNICOOP TIRRENO, SOLO PASSI INDIETRO PER LA COOPERATIVA DI CONSUMATORI. CONFERMATO LO STATO DI AGITAZIONE INDETTO DAI SINDACATI.

DELL’OREFICE: «INDIVIDUARE UNA SOLUZIONE CHE PRESERVI VALORE NEGOZI DEL SUD DEL LAZIO E L’OCCUPAZIONE DEI 270 LAVORATORI COINVOLTI DALLA RIORGANIZZAZIONE».Roma, 30 novembre 2018 – Resta confermato lo stato di agitazione dei lavoratori di Unicoop Tirreno indetto dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Dopo l’annuncio sulla sospensione della cessione degli otto punti vendita del Sud del Lazio solo passi indietro per la cooperativa di consumatori del sistema Coop. Al tavolo con i sindacati la direzione aziendale non solo ha confermato l’ipotesi di chiusura dei quattro punti vendita ad Aprilia, Frosinone, Pomezia Via Cavour e Velletri, ma ha anche proposto la cessione degli otto negozi a terzi, unitamente alla possibilità di ricollocare 100 lavoratori (di cui 40 specializzati, vale a dire banconisti, gastronomi ecc.) presso la rete toscana. L’alternativa aziendale alla chiusura contempla anche incentivi all’esodo volontario, previa apertura di una procedura di mobilità, al fine di offrire una opzione al passaggio alle dipendenze di chi acquisirà i negozi. Corollario della proposta aziendale il superamento del contratto integrativo aziendale, limitando le chiusure ad un numero non precisato di punti vendita inferiore ai quattro citati. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «resta fondamentale perseguire una strada che possa individuare una soluzione volta a non disperdere il valore che i negozi del sud del Lazio possono ancora produrre e, soprattutto, finalizzata a salvaguardare un'occupazione stabile e di qualità per tutti i 270 lavoratori coinvolti». «Ribadiamo la nostra disponibilità ad un confronto di merito che controlli la dinamica del costo del lavoro a condizione che si salvaguardi l’intero perimetro commerciale e dell’occupazione o, comunque, si preservi un nucleo di negozi utile anche a consentire ricollocazioni nell’ambito di un contesto territoriale il più possibile prossimo alla attuale ubicazione dei negozi oggetto del confronto». Il confronto azienda sindacati è aggiornato al prossimo 15 dicembre a Firenze.

CARE WORK, FA TAPPA IN COREA DEL SUD LA RIUNIONE DEL DIALOGO SOCIALE NEL SETTORE DI CURA E ASSISTENZA ALLA PERSONA PROMOSSO DAL SINDACATO INTERNAZIONALE UNICARE.

RAINERI (FIST CISL): «SEMPRE PIU’ LONGEVI, SVILUPPARE STRATEGIA GLOBALE E CONTRASTARE PIAGA LAVORO NERO E SOMMERSO NEL SETTORE»Roma, 27 novembre 2018 – Si sposta a Seoul, in Corea del Sud, la riunione del dialogo sociale nel settore della cura e dell’assistenza alla persona promosso dal sindacato internazionale UNICare Global Union e dal sindacato asiatico UNI Asia & Pacific. Una tappa non scelta a caso, quella coreana, tra le più longeve al mondo con una aspettativa di vita media di oltre 90anni secondo un recente studio pubblicato dalla rivista scientifica inglese Lancet, condizione anche favorita dal basso rischio di malattie cardiovascolari e dalla scarsa natalità del Paese, dove cresce il bisogno di assistenza alla persona. Presente alla kermesse anche la Fist Cisl insieme al sindacato argentino Fatsa, al sindacato di Singapore Smmwu e al sindacato sud coreano Khmu. Il segretario generale della categoria cislina Pierangelo Raineri, che ricopre anche l'incarico di vice presidente di Unicare Europa, ha illustrato in particolare il caso Italia, dove operano circa 2milioni di badanti e oltre 5milioni di caregivers familiari, e l’esperienza della contrattazione di settore stipulata con aziende private che forniscono servizi alla persona in modo strutturato (Uneba, Agidae, Agespi, Cooperative Sociali, ecc.) ma anche con le associazioni che rappresentano la famiglia (Fidaldo e Domina) e con l’associazione imprenditoriale di aree professionali non sufficientemente coperte dal welfare pubblico (Confprofessioni). «Fin dalla grande riforma del sistema pensionistico, a metà degli anni ’90, la Cisl e in particolare le federazioni di categoria Fisascat e Felsa, hanno posto grande attenzione alle variazioni demografiche e produttive nonché agli effetti della contrazione del welfare pubblico che si protrae purtroppo nei nostri tempi» ha dichiarato Raineri sottolineando «l’intervento contrattuale nei sistemi della classificazione del personale, con l’inserimento di figure professionali ad hoc» oltre al «supporto fornito dai sistemi bilaterali italiani di welfare privato, buon punto di riferimento per destinare le risorse, economiche e sociali, necessarie per una long term care realmente esigibile». «Un passaggio da costruire a livello globale» ha aggiunto il sindacalista evidenziando che «il sindacato internazionale della cura e dell’assistenza alla persona dovrà essere capace di sviluppare una strategia globale con il duplice obiettivo di proteggere il ruolo crescente ed i diritti dei lavoratori che operano nel comparto della cura e dell’assistenza alla persona ma anche di creare meccanismi contrattuali che assicurino la possibilità di accesso alla long term care». Secondo il sindacalista molta attenzione dovrà essere posta «ai percorsi di formazione del personale, che dovrà essere sempre più capace di rispondere alle esigenze di una popolazione che invecchia ma che non sempre gode di buona salute, spesso ai limiti della sufficienza». Prioritaria infine per la Fist Cisl l’emersione del lavoro nero e sommerso, piaga che attanaglia il comparto dell’assistenza e della cura in Italia prestato da colf, baby sitter e badanti, con un elevato tasso di irregolarità nel settore, secondo le recenti stime Istat e le analisi condotte da Domina e Fondazione Moressa, «che occupa complessivamente 2 milioni di addetti di cui oltre un milione sconosciuti a fisco e agli enti previdenziali e assistenziali Inps e Inail» ha stigmatizzato Raineri. «Occorre un approccio culturale diverso – ha sottolineato il sindacalista – prendendo coscienza che anche in Italia, paese tra quelli a più alto tasso di longevità al globo e in sesta posizione nella classifica mondiale, avremo sempre più bisogno dei servizi di cura e assistenza». «Garantire la qualità dell’occupazione nel settore – ha concluso Raineri – va anche nell’interesse di chi riceve il servizio».

AMAZON, NEL GIORNO DEL BLACK FRIDAY E’ SCIOPERO IN GERMANIA, FRANCIA E SPAGNA. LA SOLIDARIETA’ DELLA FIST CISL AI SINDACATI VER.DI, COMISIONES OBRERAS E CGT.

RAINERI (FIST CISL): «NECESSARIO DEFINIRE CON LA MULTINAZIONALE UN ACCORDO GLOBALE SULL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO»#AmazonWeAreNotRobots #OrganizeAmazon #HuelgaAmazonRoma, 23 novembre 2018 – La Fist Cisl esprime piena solidarietà ai sindacati Ver.Di., Comisiones Obreras e Cgt nel giorno dello sciopero dei lavoratori Amazon indetto in Germania, Spagna e Francia in concomitanza del Black Friday. La protesta è finalizzata ad accendere i riflettori sulle condizioni di lavoro e per chiedere salari più alti anche connessi alla produttività del colosso dell’e-commerce e del web services che nel mondo conta oltre 613mila dipendenti, di cui 83mila circa in Europa e 9mila in Italia. La categoria cislina ha preso parte con una delegazione Fisascat Cisl e Felsa Cisl alla settimana di studio e analisi di Uni Amazon Alliance, la rete dei sindacati che nel mondo rappresentano i lavoratori della multinazionale, promossa dal 20 al 23 novembre a Londra dal sindacato internazionale del terziario e dei servizi Uni Global Union e dal sindacato europeo Uni Europa. La kermesse, che ha registrato la partecipazione di circa 70 delegati e rappresentanti sindacali provenienti da 17 paesi del mondo, ha preso in esame il mercato e la logistica nel prossimo futuro, sotto tutti gli aspetti, analizzando in particolare le ripercussioni dell’organizzazione del lavoro sull'occupazione, ma anche l'impatto ambientale e sociale. «La dimensione di Amazon, che si occupa di ogni aspetto della commercializzazione e della distribuzione di prodotti e servizi, necessita di essere analizzata per comprenderne l’evoluzione e i possibili effetti della nuova organizzazione del lavoro sui diritti sociali e civili previsti dalla contrattazione» ha dichiarato il segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri. «Per evitare che ci sia una regressione, serve una sinergia tra le parti sociali» ha aggiunto il sindacalista sottolineando che «Uni Amazon Alliance intende essere un punto fermo per sviluppare questa grande alleanza». «Oggi rilanciamo sulla necessità di definire un accordo globale sull’organizzazione del lavoro al tempo in cui innovazione, robot e velocità stanno dettando nuove regole nel mercato nelle quali per l’uomo non è facile inserirsi» ha aggiunto il sindacalista. «Garantire la qualità del lavoro ai lavoratori dell'era digitale, questo è il l'obiettivo del sindacato del terzo millennio. Da conquistare ci sono spazi sempre più qualificati, professionalità e nuove buste paga in grado di garantire un’esistenza dignitosa – ha concluso il sindacalista – Ai tempi della quarta rivoluzione industriale il confronto tra azienda e sindacati resta necessario e passa ancora dalla conquista di diritti, dal salario e dalla sicurezza sul lavoro».

CONTRASTO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE, CONTRATTAZIONE NEL COMMERCIO, TURISMO E SERVIZI SEMPRE PIU’ ATTENTA AL TEMA.

GUARINI: «PIAGA DA DEBELLARE, I LUOGHI DI LAVORO DIVENTINO OPPORTUNITA’ DI RISCATTO SOCIALE»#NESSUNASCUSA #STOPGBVATWORK #ALLWORKERSMATTERRoma, 22 novembre 2018 – La violenza di genere è una piaga da debellare anche sui luoghi di lavoro dove, stima una recente indagine Istat, circa 1milione e 173mila donne ne sono state vittima per essere assunte, per mantenere il posto di lavoro o per ottenere progressioni nella carriera. Un obiettivo perseguibile attraverso la contrattazione a tutti i livelli nei settori del terziario privato del commercio, turismo e servizi, comparti dove si concentra oltre il 70% dell’occupazione in Italia, a carattere prevalentemente femminile. Negli ultimi anni la Fisascat Cisl ha sottoscritto convintamente rinnovi contrattuali che prevedono espressamente norme finalizzate al contrasto alla violenza sulle donne ampliando le tutele previste dalla Legge con l’inserimento di specifici codici di condotta o intese nell'ambito degli istituti di welfare. Il contratto nazionale del terziario, distribuzione e servizi, applicato alla più vasta platea di lavoratori del settore privato in Italia con oltre 3milioni e mezzo di addetti, già nel rinnovo contrattuale del 2004 ha introdotto un “Codice di condotta relativo ai provvedimenti da adottare nella lotta contro le molestie sessuali”; anche il contratto nazionale della distribuzione cooperativa contempla dal 2011 un articolato sulle misure da adottare in tema di prevenzione e repressione delle molestie sessuali nell’ambiente di lavoro. Un impegno condiviso anche nei recenti rinnovi contrattuali dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e del turismo, con l’introduzione di un codice di tutela in linea con la normativa europea, che impone alle imprese precise norme di comportamento a difesa delle vittime di molestie e di atti di violenza nei luoghi di lavoro anche prevedendo azioni di contrasto, segnalazione o denuncia con l’introduzione del divieto di licenziamento previsto dalla finanziaria 2018. Tra gli accordi più significativi si annovera l'intesa internazionale, recepita in Italia, raggiunta tra la direzione aziendale di Sodexo, il gruppo francese leader mondiale dal facility management, con il sindacato europeo Uita contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, che impegna le parti al rispetto dei diritti fondamentali sui luoghi di lavoro e sulle attività di contrasto alla violenza di genere,~a diffondere informazioni a tutti i dipendenti, a eseguire attività di formazione sul tema, a eseguire monitoraggi e definizioni di eventuali azioni. Un impegno messo nero su bianco anche nel contratto integrativo di Starhotel; la catena alberghiera ha sottoscritto un articolato che impegna l'impresa a contrastare fenomeni di molestie e violenza nei luoghi di lavoro anche ad opera dei clienti e a tutelare le vittime. Un tema sentito anche in casa del colosso mondiale dell’hotellerie Marriot sia a livello internazionale che in Italia, dove impresa e sindacati hanno preso l’impegno entro il 2019 a definire un protocollo di intesa. In molti integrativi aziendali è inoltre prevista l'estensione dei periodi di congedo per le vittime di violenza prevendendo anche la copertura economica. Nel recente rinnovo del contratto integrativo H&M è prevista la conservazione del posto di lavoro nei 6 mesi di aspettativa non retribuita riconosciuta in aggiunta alle previsioni di Legge. Anche negli integrativi Dm Drogherie Markt e Synlab le parti si impegnano a contrastare le molestie e le violenze nei luoghi di lavoro; alle lavoratrici inserite nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere è riconosciuto il diritto di astenersi per un periodo di congedo retribuito fino ad un massimo di 3 mesi oltre ai 3 mesi previsti dalla normativa vigente. Anche il contratto Alpitour riconosce sei mesi di aspettativa non retribuita alle vittime di violenza di genere inserite nei programmi certificati dai servizi sociali del Comune, dai centri antiviolenza o dalle Case Rifugio oltre quelli previsti per legge; le parti si sono impegnate ad adottare misure adeguate, anche di natura sanzionatoria, nei confronti di chi pone in essere molestie e violenze; le vittime riceveranno sostegno e, se necessario, verranno assistite nel processo di reinserimento. L’integrativo Ales estende il periodo di congedo retribuito fino a 6 mesi per le vittime di violenza; in Comifar il congedo arriva a 1 anno, in Arval a 4 mesi. Il contratto di Ikea contempla l'aspettativa per stalking e maltrattamenti familiari fino a 6 mesi. I lavoratori e le lavoratrici di Gucci possono usufruire di misure a sostegno delle vittime di violenza di genere con la previsione di congedi ad hoc per l’accesso ai percorsi di protezione; in aggiunta al periodo massimo di astensione di tre mesi tutte le dipendenti inserite in percorsi di protezione relativi alla violenza di genere possono usufruire di ulteriori 60 giorni di aspettativa non retribuita. Anche l’integrativo Ied prevede un sistema di tutele di genere attraverso campagne contro la violenza fisica e psicologica e aggiunge un mese di congedo retribuito ai tre mesi previsti dalla normativa vigente. «Contrastare la piaga della violenza di genere e sulle donne è una battaglia di civiltà e la Fisascat Cisl è in prima linea per debellare il fenomeno in crescita anche nei luoghi di lavoro» ha dichiarato la coordinatrice donne e politiche di genere della Fisascat Cisl nazionale Elena Maria Vanelli. «La contrattazione nel commercio, turismo e servizi, sempre più attenta al tema – ha aggiunto il segretario generale della categoria Guarini – deve intervenire in misura crescente prevedendo specifiche norme di supporto concreto alla lavoratrice che ha subìto violenza, anche attribuendo un ruolo specifico alla bilateralità di settore nelle attività di prevenzione, formazione e monitoraggio attraverso sportelli dedicati». «I luoghi di lavoro – ha concluso il sindacalista – devono divenire una opportunità di riscatto sociale per chi ha subìto molestie e ricatti ma anche economico, superando il gap salariale uomo donna che attanaglia prevalentemente i comparti privati». In occasione della giornata internazionale del 25 novembre contro la violenza sulle donne la Fisascat Cisl aderisce alla campagna del sindacato internazionale Uni Global Union contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro #NESSUNASCUSA #STOPGBVATWORK #ALLWORKERSMATTER http://en.breakingthecircle.org.

IKEA, DELL’OREFICE: «IL COLOSSO SVEDESE CONDIVIDA CON I SINDACATI IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE ANNUNCIATO A MEZZO STAMPA»

Roma, 22 novembre 2018 – «Vogliamo sapere quali saranno gli effetti occupazionali sull'Italia del piano di ristrutturazione mondiale annunciato da Ikea. Non è comprensibile da parte aziendale voler procedere ad una riorganizzazione tanto radicale e profonda, almeno stando alle anticipazioni giornalistiche, e adottare delle modalità di confronto individuale con i singoli lavoratori». Così il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell'Orefice ha commentato l’annuncio a mezzo stampa sulle azioni del colosso svedese in Italia. «Il comportamento di Ikea in questa fase delle relazioni sindacali ha fatto emergere una discreta distanza tra le parole ed i fatti. Sulla piazza di Roma per esempio – ha stigmatizzato il sindacalista – le federazioni sindacali territoriali, a seguito di un confronto con la direzione aziendale che non ha prodotto alcun risultato, si sono viste costrette a chiedere un intervento degli uffici decentrati del ministero del Lavoro». «L’ordinamento in Italia – ha sottolineato Dell’Orefice – prevede per le aziende interessate da processi di riorganizzazione anche il ricorso agli ammortizzatori sociali, al fine di facilitarli e minimizzare l’impatto sociale che da questi potrebbe derivare». «Ikea sappia da subito che se intende concordare e condividere con i sindacati percorsi finalizzati a dotarsi di una struttura aziendale più competitiva e capace di rispondere alle mutate necessità della propria clientela – ha aggiunto – troverà interlocutori sindacali attenti e, come sempre è stato in passato, capaci di dare un apporto positivo per prefigurare le congrue soluzioni». «Ci aspettiamo dalla multinazionale svedese un atteggiamento coerente e proporzionato all’ambizione dei suoi piani. Se al contrario dovesse agire unilateralmente interloquendo con singoli lavoratori per ottenere ciò che maggiormente gli interessa in tempi strettissimi – ha chiosato – dovrà misurarsi con la determinazione di sindacati e lavoratori che pur essendo disponibili al confronto non hanno mai rinunciato ad affermare con la mobilitazione le proprie ragioni». «Ci aspettiamo pertanto – ha concluso – che a stretto giro si possa individuare una data per rassicurare lavoratrici ed lavoratori che in questi giorni vivono con apprensione l’annunciato processo riorganizzativo e per ricondurre tale delicato tema al centro del confronto azienda sindacati».

CONTRATTO TERZIARIO DISTRIBUZIONE E SERVIZI, LA FISASCAT CISL SI CONFRONTA SUI TEMI DEL RINNOVO.

GUARINI: «PIU’ SALARIO, PARTECIPAZIONE E WELFARE PER LA VASTA PLATEA DI OLTRE 3MILIONI E MEZZO DI LAVORATORI»Roma, 21 novembre 2018 – Messa a punto della proposta Fisascat Cisl per il nuovo contratto nazionale di lavoro del terziario distribuzione e servizi scaduto lo scorso luglio. Si tratta del contratto applicato alla più vasta platea di lavoratori del settore privato in Italia con oltre tre milioni e mezzo di addetti interessati al rinnovo. In primo piano gli incrementi salariali e l’estensione del welfare contrattuale riferito all’assistenza sanitaria integrativa ed alla previdenza complementare ma anche proiettato alla long term care ed alla dread desease, tenendo conto del progressivo invecchiamento della popolazione. Per la Fisascat Cisl è necessario inoltre rafforzare la normativa su diritti e relazioni sindacali ai due livelli, nazionale e decentrato, e prevedere un intervento sui capitoli riferiti a secondo livello di contrattazione, mercato del lavoro – da rendere più inclusivo anche per le persone con disabilità – e sistemi di classificazione del personale con l’introduzione delle nuove figure professionali connesse alle nuove tecnologie. Prioritaria per la categoria cislina anche la definizione di nuove norme in tema di flessibilità contrattata, conciliazione vita-lavoro, contrasto alla violenza ed alle molestie sui luoghi di lavoro, formazione professionale, salute e sicurezza, bilateralità e sostegno al reddito attraverso la costituzione dei fondi di solidarietà bilaterali. Variamente affrontata nel dibattito anche la questione del lavoro domenicale e festivo, che ha visto di recente formalizzare una posizione unitaria dalle federazioni del terziario di Cgil, Cisl e Uil nel corso delle audizioni della competente Commissione parlamentare chiamata a pronunciarsi sui diversi Ddl sul tema. «Il servizio di vendita, sia del commercio al dettaglio sia della grande distribuzione organizzata, che dal 2013 non ha visto aggiornamenti salariali erogati ai lavoratori in termini condivisi, ha risposto alla crisi epocale che ha coinvolto il nostro Paese assottigliando le proprie strutture organizzative e comprimendo i perimetri aziendali» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto. «Questa profonda trasformazione ha imposto ai lavoratori una maggiore flessibilità finalizzata all’affermazione commerciale delle imprese» ha sottolineato il sindacalista evidenziando che «i temi oggetto del confronto interno in casa Fisascat Cisl recepiscono la necessità di costruire risposte adeguate alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche allo sviluppo delle imprese per la crescita dell’occupazione nel settore, nella convinzione che i contratti nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali confederali siano un forte punto di riferimento per i lavoratori e le realtà imprenditoriali che vi operano». «Il rinnovo del contratto nazionale del terziario, distribuzione e servizi – ha aggiunto il segretario generale della categoria Davide Guarini – ha obiettivi importanti e molteplici, che dovranno prevedere la tendenza a creare nuove forme di partecipazione dei lavoratori, attraverso relazioni sindacali più partecipate ad ogni livello, offrendo così strumenti al decentramento contrattuale, una più efficace gestione dei sistemi bilaterali nazionali e locali nonché forme avanzate di tutela lavorativa e sociale». «Le tematiche elaborate dalla Fisascat Cisl, offerte quale contributo al confronto unitario con le altre organizzazioni sindacali, – ha concluso il sindacalista – sono improntate ai nuovi scenari imposti da un mercato del lavoro fortemente caratterizzato da precarietà e da elementi distorsivi che vanno rimossi per garantire alle lavoratrici ed ai lavoratori il pieno esercizio dei diritti e delle tutele, per una vera affermazione della dignità della persona e dell’occupazione».

SCUOLE BELLE, IL MIUR CONVOCA I SINDACATI. SUL TAVOLO LA STABILIZZAZIONE DEI 16MILA EX LSU E APPALTI STORICI E LE PROBLEMATICHE DEL LOTTO 6 DELLA CONVENZIONE CONSIP.

FERRARI: «IL CONFRONTO SIA FINALIZZATO AD ASSICURARE UNA SOLUZIONE DI PROSPETTIVA OCCUPAZIONALE E DEL REDDITO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI»Roma, 19 novembre 2018 – Si riunirà il 27 novembre il tavolo politico previsto dalle intese governative nella vertenza dei 16mila Ex Lsu e dei cosiddetti Appalti Storici addetti ai servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole italiane. L’attesa convocazione del ministero dell’Istruzione è arrivata nel corso della manifestazione promossa a Roma dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti Uil per accendere i riflettori sulla annosa situazione dei lavoratori impiegati nel progetto Scuole Belle e precari da oltre 20 anni. I rappresentanti del Gabinetto del Ministro e la Dirigenza del Miur, che nel corso della mobilitazione hanno ricevuto una delegazione delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, hanno anche convocato per il prossimo 3 dicembre una specifica riunione finalizzata alla risoluzione delle problematiche registrate nel Lotto 6 della convenzione Consip Scuole a Napoli e a Salerno e nei Lotti di competenza del Consorzio CNS-Kuadra in Liquidazione, dove i sindacati denunciano i continui ritardati del pagamento degli stipendi e l’inaffidabilitaÌ delle aziende che attualmente gestiscono l’appalto. Nel merito i sindacati, si legge in un comunicato unitario diramato sui luoghi di lavoro, «hanno rappresentato al Miur la necessità di avere risposte chiare e precise circa le soluzioni da adottare per reale stabilità ai circa 16.000 addetti del settore, dopo la scorsa manifestazione dell’11 settembre, dove lo stesso ministero aveva affermato di voler ricorrere all’internalizzazione dei servizi e degli operatori degli attuali appalti». «Il susseguirsi di notizie e smentite in merito alla soluzione prospettata e quanto inserito nel disegno di legge di bilancio 2019, che prevede uno stanziamento di ulteriori risorse fino al 2021 per la continuitaÌ occupazionale e la garanzia del reddito – prosegue la nota sindacale congiunta – non supportano quanto affermato dal ministero».Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti «hanno denunciato che la prospettiva di proseguire un ulteriore anno scolastico nelle medesime condizioni odierne non eÌ sostenibile per le difficoltaÌ che si sono registrate nel corso della gestione di “Scuole Belle”». Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari «è urgente e necessario definire una soluzione di prospettiva per i lavoratori precari da oltre 20 anni che hanno bisogno di garanzie occupazionali e di prospettive certe sulle retribuzioni». «Il nostro auspicio – ha concluso – è che gli incontri convocati dal ministero possano stabilire un progetto condiviso sulla stabilizzazione dei lavoratori e sulla annunciata internalizzazione dei servizi come anche sulla risoluzione delle problematiche che attanagliano la convenzione Consip Scuole nel mezzogiorno d’Italia».

SCUOLE BELLE, IL 19 NOVEMBRE AL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE LA MANIFESTAZIONE DEGLI EX LSU E DEGLI APPALTI STORICI ADDETTI AI SERVIZI DI PULIZIA E AUSILIARIATO.

FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL E UILTRASPORTI: «IL MIUR CONVOCHI IL TAVOLO PREVISTO DALLE INTESE GOVERNATIVE, URGENTE ASSICURARE STABILITA' OCCUPAZIONALE E DEL REDDITO».Roma, 16 novembre 2018 – Rimane alto il pressing dei sindacati nella vertenza dei 16mila addetti ex Lsu e dei cosiddetti Appalti Storici addetti ai servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole italiane che prenderanno parte il 19 novembre a Roma alla manifestazione promossa da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti davanti la sede del ministero dell’Istruzione in Piazza Bernardino da Feltre. Le tre sigle sindacali, dopo una valutazione necessaria sugli elementi di criticità sollevati dalla Commissione di Garanzia, hanno ritenuto opportuno sospendere temporaneamente lo sciopero già indetto, per riprogrammarlo alla luce dell’esito della manifestazione del 19 novembre 2018. L’iniziativa sindacale è stata indetta vs la mancata convocazione del tavolo politico previsto dalle intese governative e sul quale il ministero dell’Istruzione aveva confermato la disponibilità in occasione della manifestazione nazionale promossa dai sindacati a Roma lo scorso 11 settembre. Il dicastero si era impegnato ad avviare entro tre settimane un confronto specifico finalizzato ad individuare le soluzioni da adottare per la stabilizzazione dei 16mila lavoratori coinvolti, tra cui l’ipotesi della internalizzazione del servizio annunciata da esponenti del Governo ed oggetto della risoluzione approvata nelle scorse settimane in Commissione Cultura impegnando l’Esecutivo a stabilizzare i suddetti lavoratori precari che hanno prestato servizio nel settore. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti ritengono non più rinviabile il confronto con la compagine governativa per avviare il confronto sul futuro delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, con la previsione di risposte certe per tutti i 16mila addetti che da oltre 20 anni vivono in uno stato di precarietà e in molti casi sottoposti al ritardo o al mancato pagamento dei salari già ai limiti della sostenibilità. Le organizzazioni sindacali auspicano che «l’annunciato processo di internalizzazione sia effettivamente attivato, ma dovrà inderogabilmente coinvolgere tutti i 16mila addetti, non uno di meno». «Se non giungeranno risposte soddisfacenti a seguito della manifestazione del prossimo 19 novembre – concludono le tre sigle – verranno messe in campo nuove e più importanti iniziative per ottenere le risposte dovute alle lavoratrici e ai lavoratori che all’oggi hanno solo una certezza: a giugno 2019 termineranno i contratti di appalto».

GIOCO LEGALE. A RISCHIO 150MILA ADDETTI, DOMANI LAVORATORI E SINDACATI IN PIAZZA CONTRO LA STRETTA NORMATIVA.

GUARINI: «SI ATTIVI IL CONFRONTO ISTITUZIONALE, GIUSTO CONTRASTARE LA LUDOPATIA MA ANCHE RICONOSCERE IL VALORE DELL’OCCUPAZIONE DI UN SETTORE CHE RAPPRESENTA LO 0,6% DEL PIL ITALIANO»Roma, 15 novembre 2018 – Prenderà il via domani 16 novembre la mobilitazione nazionale dei 150mila lavoratori del settore del gioco legale #VogliamoUnGiocoPulito indetta congiuntamente dalle federazioni nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs contro la stretta normativa introdotta dagli Enti Locali e dal Governo. Sotto i riflettori dei sindacati i provvedimenti legislativi adottati da alcune amministrazioni regionali e comunali, come il distanziometro e la riduzione degli orari di apertura, e le nuove misure introdotte con la recente manovra finanziaria, che, stigmatizzano le tre sigle, «rischiano solo di produrre nuove elusioni» e che «stanno già avendo effetti negativi sull’occupazione nella filiera del gioco legale in assenza di un confronto con le Parti Sociali». Diverse le iniziative promosse a livello regionale. In Piemonte i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, già scesi in piazza lo scorso 18 settembre, hanno sollecito un incontro alla Regione Piemonte con il coinvolgimento diretto di una delegazione dei lavoratori del settore gioco legale. In Emilia Romagna a Bologna, dove sarà presente anche il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto, le tre sigle promuoveranno un presidio a partire dalle ore 11.00 davanti la sede della Prefettura per chiedere che “legalità e buona occupazione, insieme a strumenti di contrasto alle forme di dipendenza” diventino la priorità del settore; stessa iniziativa nel Lazio dove i sindacati e i lavoratori manifesteranno a Roma dalle 10.00 alle 13.00 sotto la sede della Prefettura in Piazza Santissimi Apostoli. In Puglia la campagna di mobilitazione avviata dai sindacati lo scorso 30 ottobre proseguirà con presìdi promossi dalle ore 9.30 davanti le sedi delle Prefetture di Bari, Foggia, Legge, Taranto e Brindisi. Nelle scorse settimane Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sollecitato il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ad attivare un tavolo istituzionale sulla crisi del settore «finalizzato ad analizzare e misurare gli effetti dei provvedimenti sul gioco legale e ad individuare soluzioni volte alla salvaguardia occupazionale e alla tutela dei lavoratori». Le tre sigle, che stigmatizzano l’assenza di un intervento da parte della Conferenza Unificata delle Regioni «utile a rendere omogeneo il quadro normativo» condividono anche la necessità di intervenire sul settore per rendere compatibili le occasioni di gioco con la sostenibilità sociale, contrastare gli abusi e combattere l’illegalità e le attività illecite, a volte controllate dalla criminalità, guardando con preoccupazione il diffondersi di fenomeni difficilmente controllabili come il gioco on line». E ancora «mancano risposte concrete alle forme di dipendenza al gioco, in quanto le strutture sanitarie sono ancora largamente impreparate ad affrontare il fenomeno che, con la sola soppressione dei luoghi di gioco legale, oltre a creare seri problemi di tenuta occupazionale, rischia di essere consegnato completamente a dinamiche illegali». Per il segretario nazionale della Fisascat Mirco Ceotto «i provvedimenti per il contrasto alla ludopatia sono senza dubbio necessari ma devono anche tenere conto dei presìdi di legalità e buona occupazione che rischiano di essere compromessi a favore di un’offerta illegale e incontrollabile spesso sede di riciclaggio di denaro sporco derivante dal gioco d’azzardo come ha dimostrato in questi giorni la maxi inchiesta della direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo». E’ il segretario generale della categoria cislina Davide Guarini a sollecitare l’attivazione di un confronto istituzionale che «pur confermando la necessità di contrastare le patologie sappia riconoscere il valore dell’occupazione in un settore che rappresenta oltre lo 0,6% del Pil e più del 2% delle entrate tributarie nel nostro Paese e che avrebbe piuttosto bisogno di un quadro normativo di riferimento». «Cancellare le prospettive occupazionali a migliaia di addetti, con il rischio di generare un nuovo far west nel settore giochi, a vantaggio dell’illegalità, – ha concluso il sindacalista – non è una risposta né all’occupazione né alla lotta alla ludopatia».

GIOCO LEGALE, SINDACATI IN CAMPO VS LA STRETTA NORMATIVA DEGLI ENTI LOCALI E DEL GOVERNO CENTRALE. A RISCHIO 150MILA ADDETTI, IL 16 NOVEMBRE AL VIA LA MOBILITAZIONE #VOGLIAMOUNGIOCOPULITO.

Roma, 8 novembre 2018 – Il 16 novembre prenderà il via la mobilitazione nazionale dei 150mila lavoratori del settore del gioco legale. #VogliamoUnGiocoPulito l’hashtag della protesta indetta congiuntamente dalle federazioni nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs contro la stretta normativa introdotta dagli Enti Locali e dal Governo. La mobilitazione nazionale segue le manifestazioni regionali promosse in Piemonte e in Puglia nelle scorse settimane. Sotto i riflettori dei sindacati i provvedimenti legislativi adottati da alcune amministrazioni regionali e comunali, come il distanziometro e la riduzione degli orari di apertura, e le nuove misure introdotte con la recente manovra finanziaria, che, stigmatizzano le tre sigle, «rischiano solo di produrre nuove elusioni» e che «stanno già avendo effetti negativi sull’occupazione nella filiera del gioco legale in assenza di un confronto con le Parti Sociali». Nelle scorse settimane Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sollecitato il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ad attivare un tavolo istituzionale sulla crisi del settore «finalizzato ad analizzare e misurare gli effetti dei provvedimenti sul gioco legale e ad individuare soluzioni volte alla salvaguardia occupazionale e alla tutela dei lavoratori» si legge nella missiva congiunta. Le tre sigle, prosegue la nota, «condividono la necessità di intervenire sul settore per rendere compatibili le occasioni di gioco con la sostenibilità sociale, contrastare gli abusi e combattere l’illegalità e le attività illecite, a volte controllate dalla criminalità, guardando con preoccupazione il diffondersi di fenomeni difficilmente controllabili come il gioco on line». Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs inoltre «mancano risposte concrete alle forme di dipendenza al gioco, in quanto le strutture sanitarie sono ancora largamente impreparate ad affrontare il fenomeno che, con la sola soppressione dei luoghi di gioco legale, oltre a creare seri problemi di tenuta occupazionale, rischia di essere consegnato completamente a dinamiche illegali».~Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs stigmatizzano infine l’assenza di un intervento da parte della Conferenza Unificata «utile a rendere omogeneo il quadro normativo».