GIOCO LEGALE, SINDACATI IN CAMPO VS LA STRETTA NORMATIVA DEGLI ENTI LOCALI E DEL GOVERNO CENTRALE. A RISCHIO 150MILA ADDETTI, IL 16 NOVEMBRE AL VIA LA MOBILITAZIONE #VOGLIAMOUNGIOCOPULITO.

Roma, 8 novembre 2018 – Il 16 novembre prenderà il via la mobilitazione nazionale dei 150mila lavoratori del settore del gioco legale. #VogliamoUnGiocoPulito l’hashtag della protesta indetta congiuntamente dalle federazioni nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs contro la stretta normativa introdotta dagli Enti Locali e dal Governo. La mobilitazione nazionale segue le manifestazioni regionali promosse in Piemonte e in Puglia nelle scorse settimane. Sotto i riflettori dei sindacati i provvedimenti legislativi adottati da alcune amministrazioni regionali e comunali, come il distanziometro e la riduzione degli orari di apertura, e le nuove misure introdotte con la recente manovra finanziaria, che, stigmatizzano le tre sigle, «rischiano solo di produrre nuove elusioni» e che «stanno già avendo effetti negativi sull’occupazione nella filiera del gioco legale in assenza di un confronto con le Parti Sociali». Nelle scorse settimane Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sollecitato il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ad attivare un tavolo istituzionale sulla crisi del settore «finalizzato ad analizzare e misurare gli effetti dei provvedimenti sul gioco legale e ad individuare soluzioni volte alla salvaguardia occupazionale e alla tutela dei lavoratori» si legge nella missiva congiunta. Le tre sigle, prosegue la nota, «condividono la necessità di intervenire sul settore per rendere compatibili le occasioni di gioco con la sostenibilità sociale, contrastare gli abusi e combattere l’illegalità e le attività illecite, a volte controllate dalla criminalità, guardando con preoccupazione il diffondersi di fenomeni difficilmente controllabili come il gioco on line». Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs inoltre «mancano risposte concrete alle forme di dipendenza al gioco, in quanto le strutture sanitarie sono ancora largamente impreparate ad affrontare il fenomeno che, con la sola soppressione dei luoghi di gioco legale, oltre a creare seri problemi di tenuta occupazionale, rischia di essere consegnato completamente a dinamiche illegali».~Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs stigmatizzano infine l’assenza di un intervento da parte della Conferenza Unificata «utile a rendere omogeneo il quadro normativo».

IPERDI’/SUPERDI’, SIGLATA AL MISE L’INTESA SUL RICORSO ALLA CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA PER I 669 LAVORATORI COINVOLTI DALLA CRISI AZIENDALE.

DELL’OREFICE: «NECESSARIO PIANO DI RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO E GARANTIRE UN SOSTEGNO AL REDDITO AI DIPENDENTI ESCLUSI DALLA CIGS» Roma, 6 novembre 2018 – Spiragli nella vertenza che ha coinvolto i lavoratori della catena discount Superdì/Iperdì. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs e la direzione societaria Gruppo Commercianti Associati General Market srl hanno sottoscritto al ministero dello Sviluppo Economico, in presenza del sottosegretario Davide Crippa, l’accordo per il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, in applicazione del recente Decreto Legge Emergenze. Il sostegno al reddito è destinato a 669 lavoratori dei punti vendita in Lombardia e Piemonte coinvolti dalla crisi aziendale per 12 mesi con decorrenza dal 29 settembre del 2018. L'intesa ha anche stabilito i termini del ricorso all’assegno di ricollocazione. Per la Fisascat è necessario che l’impresa operi le annunciate cessioni di parte della propria rete commerciale salvaguardando gli interessi dei propri dipendenti e dell’occupazione. «In particolare la proprietà societaria – ha sottolineato il segretario nazionale della categoria cislina Vincenzo Dell’Orefice – anche alla luce delle determinazioni assunte per superare l’attuale situazione di crisi che l’impresa sta attraversando e per fuoriuscire dallo stato di non solvibilità che potrebbe cronicizzarsi, deve necessariamente dotarsi di un piano di ristrutturazione del debito che dia concrete garanzie di successo a qualsivoglia procedura che si vorrà intraprendere, soprattutto da un punto di vista patrimoniale». Per il sindacalista «è altresì necessario dare una concreta risposta ai lavoratori che, operando in entità societarie comunque riferibili al gruppo ma con un organico inferiore alle 50 unità, non hanno la garanzia della cassa integrazione straordinaria».

UNICARE EUROPA, IL SINDACATO EUROPEO DEI LAVORATORI ADDETTI AI SERVIZI DI CURA E ASSISTENZA ALLA PERSONA A CONFRONTO SUI NUOVI SCENARI DEMOGRAFICI.

RAINERI (FIST CISL): «L’ASPETTATIVA DI VITA CRESCE IN TUTTO IL MONDO, NECESSARIO SVILUPPARE UN SISTEMA DI TUTELE PER I LAVORATORI E FAVORIRE L’ACCESSO ALLA LONG TERM CARE»Roma, 31 ottobre 2018 – La vita media si allunga in molti paesi del mondo. I nuovi scenari sull’aspettativa di vita nei prossimi 20 anni, secondo una recente ricerca pubblicata dalla rivista scientifica inglese di ambito medico Lancet, classificano la Spagna al primo posto (85,8 anni) seguita dal Giappone (85,7 anni), Singapore (85,4 anni), Svizzera (85,2), Portogallo (84,5). L’Italia, con una vita media di 84,5 anni, si colloca al sesto posto della classifica mondiale, guadagnando una posizione rispetto al 2016. In settima posizione c'è Israele (84,4 anni), all'ottavo posto la Francia (84,3), poi il Lussemburgo (84,1) e l'Australia (84,1). Il Regno Unito, con 83,3 anni, salirà al 23.mo posto nel 2040 mentre gli Stati Uniti con 79,8 anni si classificano al 64° posto. I dati sono stati oggetto di analisi a Bruxelles al Comitato Esecutivo di Unicare Europa, il sindacato europeo dei lavoratori addetti ai servizi di cura e di assistenza alla persona, comparto in crescita esponenziale in tutto il globo. «La necessità di proteggere il proprio futuro sta diventando ormai argomento universalmente riconosciuto. Dovremo considerare sempre più le tendenze demografiche per poter prevedere lo sviluppo del settore dell’assistenza in Europa e nel mondo» ha dichiarato il vice presidente di Unicare Europa e segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri. «Nel nuovo scenario economico e sociale – ha sottolineato – il sindacato internazionale ed europeo dovrà essere capace di sviluppare una strategia globale con il duplice obiettivo di proteggere il ruolo crescente ed i diritti dei lavoratori che operano nel comparto e di creare meccanismi contrattuali che diano la possibilità di accesso alla Long Term Care». Al centro dell’assise anche le strategie per accrescere la sindacalizzazione nelle grandi multinazionali, quali Orpea e Korian, presenti anche in Italia sotto forma di cooperative, ma anche i punti di collaborazione con le associazioni europee che rappresentano gli interessi delle persone anziane e della terza età. Molta attenzione è stata posta sulla struttura e sulle risorse da destinare alla costruzione della Long Term Care anche attraverso la contrattazione. «L'esperienza italiana della bilateralità è un buon punto di riferimento per costruire le risorse, economiche e sociali, necessarie per una Long Term Care realmente esigibile» ha concluso Raineri ricordando l’appuntamento congressuale del sindacato internazionale Unicare Uniglobal Union in programma a Roma nel 2019, dal 13 al 15 febbraio. Il focus della kermesse mondiale sarà sulla struttura e sulle potenzialità occupazionali nel settore di cura e assistenza e sul ruolo del sindacato e della contrattazione di settore.

UNICOOP TIRRENO, LA COOPERATIVA DI CONSUMATORI TORNA SUI PROPRI PASSI E ANNUNCIA LA CHIUSURA DI QUATTRO NEGOZI NEL SUD DEL LAZIO.

DELL’OREFICE: «DISPONIBILI AL CONFRONTO, SALVAGUARDIA RETE VENDITA E OCCUPAZIONE CONDIZIONE IRRINUNCIABILE»Roma, 30 ottobre 2018 – Falsa partenza per Unicoop Tirreno. La cooperativa di consumatori, al tavolo attivato al ministero dello Sviluppo Economico con i sindacati di categoria Cgil Cisl Uil, ha annunciato la chiusura di quattro punti vendita ad Aprilia, Frosinone, Pomezia Via Cavour e Velletri, tornando di fatto indietro rispetto alle posizioni dichiarate nell’ultimo incontro al dicastero sulla sospensione della cessione degli otto punti vendita del Sud del Lazio. «Come Fisascat Cisl – ha dichiarato il segretario nazionale della categoria Vincenzo Dell’orefice – abbiamo comunicato la disponibilità ad un confronto di merito per mettere sotto controllo la dinamica del costo del lavoro a condizione che si salvaguardi l’intero perimetro commerciale e dell’occupazione o, comunque, si preservi un nucleo di negozi utile anche a consentire ricollocazioni nell’ambito di un contesto territoriale il più possibile prossimo agli attuali luoghi di lavoro dei 270 impiegati negli otto negozi oggetto del confronto fra le parti». Il Mise ha riconvocato il tavolo per il prossimo 7 novembre. Il pressing dei sindacati resta alto.

COMMERCIO E APERTURE FESTIVE. IL 1° NOVEMBRE MOBILITAZIONI IN TUTTA ITALIA, I SINDACATI INVITANO ALL’ASTENSIONE DAL LAVORO.

GUARINI: «IL GOVERNO TENGA CONTO DELLA NOSTRA PROPOSTA SULLE APERTURE COMMERCIALI»Roma, 30 ottobre 2018 – Nel giorno di festa non c’è l’obbligo alla prestazione lavorativa. Lo ricordano i sindacati del commercio, turismo e servizi Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs alla vigilia della festività religiosa di Ognissanti del 1° novembre. Diverse le iniziative di mobilitazione indette a livello locale. Nel Lazio e in Puglia i sindacati hanno proclamato una giornata di sciopero “per restituire diritti e dignità sottratti in nome di una liberalizzazione che ha determinato abusi e tanto precariato” si legge nel volantino diramato nei negozi, nei supermercati, negli iper e nei centri commerciali. In Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Calabria, Sardegna e Sicilia le tre federazioni invitano i lavoratori ad astenersi dal lavoro considerato che “la prestazione nelle giornate di festa è solo su base volontaria e ogni lavoratore può esercitare il diritto al riposo e santificare la festa senza conseguenze”. La mobilitazione è in linea con le proposte presentate nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati dai sindacati e dalle rispettive confederazioni Cgil Cisl Uil, ricevuti in audizione dalla X Commissione Attività Produttive nell’ambito dell’esame delle proposte di Legge sulla revisione della normativa sulle liberalizzazioni. La ricetta suggerita dai sindacati contempla il divieto di apertura domenicale e festiva in linea di principio generale con deroghe fino ad un massimo di 12 domeniche all’anno – stabilite dalle Regioni con apposito decreto dirigenziale da emanare di intesa con gli Enti Locali e sentito il parere delle associazioni imprenditoriali del commercio, dei consumatori e delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale – oltre alla chiusura nelle 12 festività nazionali, civili e religiose del 1° gennaio, 6 gennaio, Pasqua e lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre, 8 dicembre, 25 e 26 dicembre.Leggi la proposta completa Per il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini «si tratta di una proposta equilibrata, pienamente condivisa dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, che rimette al centro la concertazione tra parti sociali e la contrattazione tra aziende e sindacati restituendo la competenza della materia alle Regioni ed agli Enti Locali nel rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori». «Il nostro auspicio – ha concluso il sindacalista – è che il Governo, nella ridefinizione del provvedimento normativo sugli orari di apertura dei negozi, tenga conto della mediazione da noi proposta che risponde ad una chiara e precisa esigenza dei lavoratori del settore, prevalentemente donne, che tenda dunque ad una maggiore conciliazione vita-lavoro e ad una flessibilità contrattata in cui la prestazione domenicale e festiva sia volontaria e retribuita ad hoc».

SMA SIMPLY, PROSEGUE LA MOBILITAZIONE VS LA RIORGANIZZAZIONE AZIENDALE. OGGI E’ SCIOPERO A MILANO, DOMANI I LAVORATORI INCROCERANNO LE BRACCIA A BRESCIA, IL 1° DICEMBRE IN VENETO.

CEOTTO: «ATTENDIAMO LA CONVOCAZIONE AL MISE. OLTRE 300 I LAVORATORI COINVOLTI DALLA RISTRUTTURAZIONE, SI INDIVIDUI UNA SOLUZIONE CONDIVISA»Roma, 30 ottobre 2018 – Non si arresta la mobilitazione dei lavoratori di Sma Simply, la catena francese di supermercati del Gruppo Auchan presente in Italia con oltre 200 punti vendita e circa 8.700 addetti. Oggi a scioperare vs la riorganizzazione aziendale sono i dipendenti dei negozi di Milano mentre domani incroceranno le braccia i lavoratori dei punti vendita di Brescia e il 1° dicembre la mobilitazione farà tappa in Veneto. Le iniziative territoriali seguono la protesta cominciata a Teramo e a Roma dopo l’annunciata chiusura dell’Iper Simply di Piano d’Accio e la cessione dei due punti vendita di Anagnina e Mezzavia. La vertenza è ulteriormente aggravata dalla disdetta unilaterale della contrattazione integrativa decisa dalla direzione aziendale a partire dal 1° gennaio 2019. A livello nazionale intanto i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs rimangono in attesa della convocazione del ministero dello Sviluppo Economico dopo la richiesta di attivazione del tavolo di crisi trasmessa al dicastero nelle scorse settimane. Il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto stigmatizza «il mancato rispetto delle previsioni dell’accordo nazionale che impegnava l’azienda ad attivare preventivamente anche a livello territoriale la trattativa con i sindacati».«L’annunciata riorganizzazione del retail, il piano di chiusure e cessioni in tutto il territorio nazionale, che complessivamente coinvolgono oltre 300 addetti – ha concluso il sindacalista – merita l’avvio di un serio confronto di merito al Mise finalizzato ad individuare una soluzione condivisa tra le parti sulla salvaguardia complessiva dell’occupazione e sul mantenimento del perimetro aziendale».

COMMERCIO E LIBERALIZZAZIONI, I SINDACATI DI CATEGORIA CGIL CISL UIL IN AUDIZIONE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI PRESENTANO LA PROPOSTA DI REVISIONE DEL DECRETO SALVA ITALIA. DIVIETO DI APERTURA IN LINEA GENERALE CON POSSIBILE DEROGHE PER 12 DOMENICHE ALL’ANNO

GUARINI: «NECESSARIO RISTABILIRE IL RUOLO DELLA CONCERTAZIONE E DELLA CONTRATTAZIONE TRA PARTI SOCIALI»Roma, 24 ottobre 2018 – Divieto di apertura domenicale e festiva in linea di principio generale con possibile deroghe per un massimo di 12 domeniche all’anno – stabilite dalle Regioni con apposito decreto dirigenziale da emanare di intesa con gli Enti Locali e sentito il parere delle associazioni imprenditoriali del commercio, dei consumatori e delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale – e 12 festività nazionali, civili e religiose nelle quali non deve essere prevista la possibilità di deroga (1° gennaio, 6 gennaio, Pasqua e lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre, 8 dicembre, 25 e 26 dicembre). E’ questa la proposta avanzata dalle federazioni nazionali di categoria Filcams, Fisascat e Uiltucsr, insieme alle rispettive confederazioni Cgil Cisl Uil, ricevute oggi in audizione dalla X Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati sul tema degli orari di apertura degli esercizi commerciali nell’ambito dell’esame delle proposte di Legge sulla revisione della normativa sulle liberalizzazioni e sulla promozione della concorrenza e della competitività. Le tre sigle propongono inoltre la definizione di una normativa nazionale sul meccanismo sanzionatorio, di prevedere il rispetto dell’obbligo della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell’esercizio commerciale, di escludere che la riduzione del numero di aperture degli esercizi commerciali possa costituire di per sé giustificato motivo per operare licenziamenti collettivi plurimi ed individuali e di stanziare risorse finalizzate a finanziare piani aziendali di riconversione degli orari individuali di lavoro per i lavoratori dipendenti aventi le prestazioni nelle giornate domenicali come ordinarie. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ritengono inoltre opportuno affidare alle Regioni il compito di revisione dei parametri sulla definizione dei comuni a prevalente economia turistica e dei centri storici delle città d’arte. «L’esperienza concreta della liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali ha ampiamente dimostrato che le misure varate dai Governi che negli anni si sono succeduti non hanno determinato un aumento dei consumi mentre sul piano occupazione hanno invece contribuito ad una precarizzazione dei rapporti di lavoro, scardinando la contrattazione sull’organizzazione del lavoro costruita con le aziende, peggiorando le condizioni di lavoro e minando il faticoso equilibrio nella vita privata delle lavoratrici e dei lavoratori in un comparto ad occupazione prevalentemente femminile e basato sul lavoro part time» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto prendendo parte all’audizione con il segretario confederale Cisl Andrea Cuccello aggiungendo che «un deciso cambio di passo in tema di aperture selvagge è un obiettivo alla portata del nostro Paese». «Riteniamo sia necessario sviluppare percorsi che consentano alle amministrazioni pubbliche e a tutte le Parti Sociali di tornare protagoniste sulla programmazione delle aperture ristabilendo il ruolo della concertazione e della contrattazione tra le parti, valorizzando il patrimonio sociale e relazionale che è la struttura portante del nostro Paese» ha aggiunto a margine della audizione il segretario generale della categoria cislina Davide Guarini. «Il confronto con gli altri Stati europei dimostra chiaramente che una regolamentazione seria e condivisa sulle aperture commerciali non necessariamente implica crisi di consumi e maggiore disoccupazione» ha aggiunto il sindacalista suggerendo «politiche di investimento e di rilancio dei consumi, facendo leva sulla fiscalità dei redditi da lavoro dipendente e delle pensioni». «In questo senso – ha concluso Guarini – il potenziamento di salari e pensioni potrebbe avere affetti positivi anche sull’economia e sulla ripresa dei consumi nel settore commerciale».

LAVORO DOMESTICO, CONTRATTO NAZIONALE SCADUTO NEL 2016.

GUARINI: «URGENTE DEFINIRE IL RINNOVO E CONTRASTARE LE IRREGOLARITA’ DEI RAPPORTI DI LAVORO DI COLF E BADANTI»Roma, 23 ottobre 2018 – Lavoro domestico settore in espansione in Italia, tra i paesi del mondo al top per longevità, ma fortemente caratterizzato dal lavoro nero e sommerso con 860mila rapporti regolarizzati, stima l’Inps, e oltre 1milione senza alcun tipo di contratto secondo i dati diffusi da un recente rapporto Censis Assindatcolf. «Un dato che deve far riflettere sulla necessità di mettere in campo azioni volte all’emersione del lavoro irregolare in un settore destinato a crescere esponenzialmente considerate le previsioni di invecchiamento demografico in Italia dove gli ultrasessantacinquenni nel 2056 saranno oltre il 34% della popolazione» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini intervenuto oggi alla tavola rotonda promossa a Roma da Cassacolf, la cassa di assistenza sanitaria integrativa di origine contrattuale per colf e badanti. «Sono necessarie politiche di incentivazione del lavoro regolare anche attraverso politiche fiscali che consentano la deduzione dei costi sostenuti per il lavoro domestico oggi completamente a carico delle famiglie» ha aggiunto Guarini sottolineando che «anche la contrattazione di settore può e deve intervenire su diversi fronti a cominciare da un nuovo assetto contrattuale con la previsione di adeguati percorsi di formazione professionale che valorizzino le professionalità legate al lavoro di cura operato dalle badanti in crescita esponenziale». Da qui l’invito rivolto alle associazioni imprenditoriali di settore Fidaldo e Domina presenti alla kermesse sulla necessità di rinnovare il contratto nazionale scaduto del 2016. «E’ necessario ristabilire il confronto per il rinnovo contrattuale in un settore sempre più determinante per la tenuta socio-economica» ha esortato il sindacalista sottolineando che «nella piattaforma unitaria presentata alle associazioni di settore abbiamo richiesto espressamente di riqualificare il settore attraverso la bilateralità esistente e la costituzione di un fondo interprofessionale come anche di prevedere il rafforzamento del welfare contrattuale». «La sfida che dovremo affrontare anche attraverso i fondi negoziali e la cassa di assistenza sanitaria integrativa – ha concluso – sarà anche quella di garantire la long term care, la possibilità di accesso alle cure e ai trattamenti per vivere con più certezze la terza età in un Paese che invecchia velocemente».

TURISMO E PIATTAFORME DIGITALI. LA FIST CISL AL 44° CONGRESSO ITF, IL SINDACATO INTERNAZIONALE DEI TRASPORTI, DEI TOUR OPERATOR E DELLE AGENZIE DI VIAGGIO.

RAINERI: «URGENTE DEFINIRE TUTELE GLOBALI PER I LAVORATORI DI UN MERCATO IN ESPANSIONE, GARANTIRE COMPETITIVITA’ DEL SETTORE MA ANCHE LA DIMENSIONE UMANA»Roma, 19 ottobre 2018 – Anche la Fist, la federazione del Terziario della Cisl, ha preso parte nel Sud Est Asiatico a Singapore al 44° congresso dell’ITF, il sindacato internazionale dei trasporti, dei tour operator e delle agenzie di viaggio fondato 122 anni fa, oggi con oltre 19milioni di associati in 140 Paesi del mondo. Oltre 2mila i partecipanti alla kermesse – in rappresentanza di oltre 600 sindacati aderenti – incentrata sulla necessità di dotare il comparto di una contrattazione transnazionale che definisca tutele e diritti minimi per i lavoratori in tutto il globo, anche in previsione della crescita del settore correlata non solo agli scambi commerciali in espansione ma anche ai flussi turistici generati in misura crescente dalle Ota, le agenzie di viaggio on line. Un mercato quello dei viaggi on line in continua evoluzione che, stima la società di ricerche di mercato Phocuswright, incide per il 46% sul totale dei viaggi in Europa, per il 47% negli Usa e per il 44% a livello mondiale, con un fatturato che cresce esponenzialmente del 19% all’anno. Nel 2017 due noti operatori del settore, Booking ed Expedia, hanno registrato 23miliardi di dollari di fatturato conquistando importanti quote di mercato rispetto ai canali tradizionali, a fronte di un investimento minimo nel marketing on line e di una percentuale sempre più bassa di dipendenti, formula utilizzata anche dal portale AirBnB. Per il segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri intervenuto all’assise internazionale «la realtà digitale è la matrice che sviluppa e svilupperà sempre più il turismo, settore che genera un mercato globale di oltre 1.600 miliardi di dollari. Proprio la digitalizzazione sarà il più importante fattore di sviluppo del comparto insieme ai vettori ma occorrerà anche creare sistemi di protezione e di mantenimento dell’occupazione che nel mondo interessa oltre 100milioni di lavoratrici e lavoratori». «Il sindacato anche a livello globale dovrà interrogarsi sempre di più su come agire per tutelare i lavoratori delle piattaforme digitali, prevalentemente professionalizzati e preparati ma sottopagati ed esposti alla spasmodica ricerca del profitto operata dai colossi della rete e che quindi diventano i soggetti deboli del sistema» ha aggiunto il sindacalista. «Se l’approccio degli operatori tradizionali delle agenzie di viaggio, degli alberghi e dei tour operator, oberati da costi fissi, dovrà sempre più orientarsi verso una offerta multicanale attraverso il potenziamento del canale web, la contrattazione a tutti i livelli dovrà rivedere i sistemi di classificazione del personale ed includere le figure professionali che operano nelle piattaforme digitali» ha evidenziato Raineri sottolineando la necessità «di un intervento negoziale anche sui regimi di orario che dovranno garantire la competitività del turismo ma essere anche a dimensione umana».

SOSTENTAMENTO CLERO, RINNOVATO IL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO PER I CIRCA 1000 DIPENDENTI DELL’ISTITUTO CENTRALE E DELLE DIOCESI ITALIANE.

GUARINI: «SLANCIO ALLE RELAZIONI SINDACALI E AL WELFARE CONTRATTUALE, AL VIA LA LONG TERM CARE»Roma, 19 ottobre 2018 – Sottoscritto il nuovo contratto nazionale di lavoro per i circa 1000 dipendenti dell'Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero e delle Diocesi italiane. I sindacati di categoria Fisascat Cisl e Filcams Cgil hanno siglato con l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero – costituito nel 1984 dalla Conferenza Episcopale Italiana – l’accordo di rinnovo contrattuale con vigenza retroattiva dal 1° gennaio 2017 fino al 31 dicembre 2019. Sfera di applicazione, mercato, orario e organizzazione del lavoro anche in telelavoro, sistema di classificazione, salario e welfare contrattuale, salute e sicurezza, relazioni sindacali nazionali e diritti di informazione a livello di Istituto i punti cardine dell’intesa dall’alta valenza sociale che sostiene la famiglia e la genitorialità e introduce la normativa sulla cessione solidale di ferie e permessi ai colleghi bisognosi. L’aumento economico a regime al 3° livello, da riparametrare per gli altri, è di 80,33 euro erogati in 4 tranche dal 1° gennaio 2017 al 1° giugno 2019. Ai lavoratori sarà inoltre riconosciuto un importo a titolo di arretrati contrattuali. L’intesa contempla il Trattamento Famiglia, una erogazione economica della stessa misura e alle stesse condizioni previste dalla Legge e dall’Inps. Significativo l’intervento sul welfare contrattuale. Sull’assistenza sanitaria gli Istituti provvederanno dal 1° gennaio 2018 al versamento dei contributi, fino a 300 euro, in favore dei dipendenti che si iscriveranno ad Assicattolica. Ai lavoratori in quiescienza dal 1° gennaio 2018 viene estesa la possibilità di iscrizione per se stessi e per i componenti il nucleo familiare. Sulla previdenza complementare il contratto conferma l’adesione al Fondo Fon.Te.. Le parti individuano definitivamente in Fonder il fondo interprofessionale di riferimento per l’accesso agevolato ai percorsi di formazione professionale. Soddisfazione in casa Fisascat Cisl che ha preso parte alle trattative con il funzionario confederale Cisl Daniele Meniconi. Per il segretario nazionale della categoria cislina Fabrizio Ferrari «il nuovo contratto nazionale siglato con l’Istituto Centrale per il Sostentamento al Clero rilancia una impostazione sociale e solidaristica valorizzando il sostegno alla famiglia anche con un importante intervento sul welfare contrattuale». E’ il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini a valorizzare la norma sull’estensione dell’assistenza sanitaria «intervento che realizza uno dei nostri obiettivi dei rinnovi contrattuali nel terziario privato, ossia la long term care, la possibilità di creare un sistema di cura e di assistenza sanitaria integrativa nella terza età e per i propri familiari». «Il rafforzamento delle relazioni sindacali a livello nazionale e decentrato con l’Istituto e nelle oltre 200 Diocesi italiane rappresenta un ulteriore passo avanti della contrattazione in uno dei comparti di frontiera» ha concluso il sindacalista.