CAMPEOTTO E GOLA: «SCONGIURATI I LICENZIAMENTI E LA DELOCALIZZAZIONE, SALVAGUARDATA LA PROFESSIONALITA’»Roma, 28 settembre 2018 – Sviluppi positivi nella vertenza dei lavoratori delle società spoletine di recupero crediti Maran Credit Solution e R&S. L’incontro al ministero del Lavoro tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs e i vertici aziendali ha consentito di giungere ad un accordo con il gruppo svedese Hoist nei tempi dettati dal tribunale di Spoleto nell’ambito della procedura di concordato preventivo aperta dal gruppo Maran nei mesi scorsi. Giovedì 5 ottobre si formalizzerà al dicastero l’intesa sulla chiusura della procedura di licenziamento con il criterio della non opposizione al licenziamento e un incentivo all’esodo volontario fino a 7 mensilità, compreso di preavviso erogato dalla Nuova Maran che si impegna alla riassunzione di 175 lavoratori sui 245 coinvolti. Il ministero del Lavoro ha impegnato le parti ad incontri annuali, il primo entro un anno dall’intesa, finalizzati a monitorare l’attività di sviluppo della Nuova Maran. La newco, che si è resa disponibile ad erogare l’anticipo della retribuzione del mese di ottobre e dei ratei di tredicesima al giorno 15 del mese, ha comunicato a recuperare, qualora il fatturato dovesse attestarsi sui 6milioni di euro, 4 posizioni lavorative entro giugno 2019 e 5 sostituzioni maternità dal 1° gennaio 2019 dal bacino dei 67 lavoratori esclusi dal passaggio ai quali verrà comunque riconosciuto per 30 mesi il diritto di prelazione nella riassunzione. L’intesa, il cui perfezionamento consentirà di formalizzare anche l’accordo di subaffitto della sede di Catanzaro con 72 dipendenti, contempla la costituzione di una commissione paritetica che trimestralmente valuterà la possibilità di incrementare l’occupazione ed effettuerà una verifica e il monitoraggio sul salario variabile e il taglio delle retribuzioni del 15%, operazione che ha consentito di recuperare 10 posizioni lavorative rispetto ai numeri della procedura di licenziamento trasmessa a luglio. Sul salario variabile si sottoscriverà un apposito accordo sperimentale, requisito essenziale il mantenimento del fatturato previsto da Hoist nel progetto di insediamento nazionale. Il referendum dei lavoratori ha approvato a larghissima maggioranza le intese esprimendo dunque un parere favorevole sull’esito della vertenza. Simona Gola della segreteria regionale Fisascat Cisl Umbria ha espresso «soddisfazione per aver raggiunto un accordo che scongiura i licenziamenti e limita il danno occupazionale in un territorio che rappresenta il deserto dell’occupazione in una regione già martoriata dagli eventi sismici degli ultimi anni». Per il funzionario sindacale della Fisascat Cisl nazionale Dario Campeotto «il confronto ha consentito di raggiungere un importante risultato, a cominciare dalla permanenza delle attività sul territorio italiano evitando così la delocalizzazione». «Dopo molti anni di calo – ha concluso il sindacalista – finalmente si può ipotizzare una prospettiva occupazionale positiva».
SMA SIMPLY, I SINDACATI PROCLAMANO OTTO ORE DI SCIOPERO E ASSEMBLEE NEI LUOGHI DI LAVORO VS LA RIORGANIZZAZIONE AZIENDALE
CEOTTO: «URGENTE SERIO CONFRONTO DI MERITO SU CESSIONI E CHIUSURE, PRIORITA’ MANTENIMENTO LIVELLI OCCUPAZIONALI»Roma, 26 settembre 2018 – Fumata nera al tavolo tra i sindacati di categoria Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs e Sma Simply, la catena francese di supermercati del Gruppo Auchan presente in Italia conta oltre 200 punti vendita e circa 8.700 addetti. La direzione aziendale, che nelle scorse settimane aveva annunciato la chiusura dell’Iper Simply di Teramo dal prossimo 10 ottobre e la disdetta della contrattazione integrativa, ha dichiarato consistenti perdite di fatturato e la riorganizzazione del retail, a cominciare dalla cessione di due punti vendita a Roma (Mezzavia e Anagnina) e dalla cessione e chiusura di altri negozi in tutto il territorio nazionale. Mentre proseguirà lo stato di agitazione dei lavoratori i sindacati hanno proclamato otto ore di sciopero da organizzare a livello locale e hanno deciso lo svolgimento di assemblee in tutti i negozi della rete vendita per sabato 29 settembre. Nel volantino unitario diramato sui luoghi di lavoro le tre sigle hanno stigmatizzato l’assenza di “trasparenza” e il mancato riscontro alle sollecitazioni sul “piano generale delle cessioni per cui sono in corso trattative e quello di ulteriori eventuali chiusure” consentendo di governare la razionalizzazione annunciata attraverso “una intesa che permetta di condividere strumenti a tutela della occupazione con l’obiettivo di gestire gli effetti delle scelte aziendali e non solo di subirli”. «E’ evidente la volontà aziendale di Sma Simply di ridurre la presenza in Italia con inevitabili ripercussioni sui livelli occupazionali anche se non è ben chiaro allo stato come intenda attuare l’annunciata riorganizzazione» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto sottolineando anche che «la disdetta della contrattazione integrativa di riferimento complica ulteriormente la vertenza di lavoratrici e lavoratori che non possono neanche contare su un contratto nazionale di riferimento della grande distribuzione organizzata». Per il sindacalista «è necessario ricondurre la ristrutturazione ad un serio confronto di merito con i sindacati su chiusure e cessioni al fine di individuare una soluzione che consenta di evitare la perdita occupazionale e il mantenimento del perimetro aziendale attraverso nuove politiche commerciali adeguate al format distributivo». «Oltre alla ricerca del profitto – ha concluso Ceotto – l’azienda ha anche una responsabilità sociale di impresa».
UNICOOP TIRRENO, IL TAVOLO AL MISE NON SCIOGLIE I NODI DELLA VERTENZA E LE PERPLESSITA’ DEI SINDACATI SULLA TENUTA COMMERCIALE.
DELL’OREFICE: «LA COOPERATIVA DI CONSUMATORI RIVEDA LA POSIZIONE SULLA CESSIONE DEI NEGOZI, NECESSARIO CONCILIARE SALVAGUARDIA OCCUPAZIONALE E RILANCIO DI IMPRESA»Roma, 26 settembre 2018 – Il tavolo attivato al ministero dello Sviluppo Economico non scioglie i nodi della vertenza che ha coinvolto i 5mila dipendenti della cooperativa di consumatori del sistema Coop Unicoop Tirreno, oggi in sciopero e in presidio al dicastero contro il nuovo piano industriale, la cessione di 8 punti vendita del Sud del Lazio a Pomezia, Fiuggi, Velletri, Aprilia, Genzano, Colleferro, Frosinone e il superamento della contrattazione integrativa e del patto occupazionale siglato nel 2017. Presenti all’incontro, oltre ai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs, i rappresentanti delle amministrazioni regionali Lazio e Toscana oltre ai rappresentanti degli schieramenti politici di maggioranza e opposizione. I sindacati, sollecitando uno stop alla riorganizzazione, hanno ribadito la forte preoccupazione sulla tenuta complessiva di Unicoop Tirreno sia da un punto di vista commerciale che finanziario e patrimoniale. In particolare il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice ha stigmatizzato «la manifestata volontà dell’impresa di procedere non solo alla cessione dei negozi nel Sud del Lazio, dove circa 270 lavoratori vivono nell’incertezza sul loro futuro occupazionale, ma anche rispetto al superamento della contrattazione integrativa e dell’accordo sull’occupazione che avrebbe avuto naturale scadenza al 30 giugno 2020». «Per la Fisascat Cisl – ha aggiunto Dell’Orefice – non è comprensibile che un interlocutore chiunque esso sia, si disimpegni da condizioni condivise e sottoscritte poco più di un anno fa e che dovrebbero trovare vigenza per due anni e mezzo». «Con quella intesa, denominata non a caso Linee Guida – ha sottolineato – i sindacati e la direzione aziendale formalizzarono un comune punto di vista sia pure sofferto e mediato per fare fronte alla crisi patrimoniale della cooperativa e garantirle un sostenibile allineamento dei costi del personale alle potenzialità performanti dell’impresa». «E’ evidente che l’operazione di cessione sottenda ulteriori alleggerimenti della rete commerciale anche in direzione dell’implementazione del progetto franchising» ha poi stigmatizzato il sindacalista. «Il nostro auspicio è che il management della cooperativa riveda la sua posizione. Se il mantenimento dei livelli occupazionali e la salvaguardia commerciale anche nelle regioni Lazio e Umbria sarà ritenuto dalla cooperativa una opzione possibile – ha concluso il sindacalista – siamo certi che un confronto negoziale franco e aperto riuscirà nello scopo di conciliare la salvaguardia occupazionale ed il rilancio dell’impresa». I rappresentanti di Unicoop Tirreno si sono riservate. di riportare le richieste dei sindacati alla presidenza della cooperativa. Il Mise ha espresso la disponibilità a riprendere il tavolo di confronto. Prosegue dunque lo stato di agitazione dei lavoratori.
UNICOOP TIRRENO, DOMANI E’ SCIOPERO VS IL PIANO INDUSTRIALE E IL SUPERAMENTO DELLA CONTRATTAZIONE DECENTRATA. ATTIVATO IL TAVOLO AL MISE.
DELL’OREFICE: «I LAVORATORI HANNO GIA’ SUBITO LA SOSPENSIONE DI PARTI IMPORTANTI DEL CIA, LA COOPERATIVA DI CONSUMATORI INTERVENGA SUI COSTI DIVERSI DAL LAVORO»Roma, 25 settembre 2018 – Incroceranno le braccia domani 26 settembre i circa 5mila dipendenti della cooperativa di consumatori del sistema Coop presente in Toscana, Lazio, Umbria e Campania con oltre 110 punti vendita. Lo sciopero è stato indetto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs contro il nuovo piano industriale e la cessione di 8 punti vendita del Sud del Lazio a Pomezia, Fiuggi, Velletri, Aprilia, Genzano, Colleferro, Frosinone nei quali sono occupati complessivamente circa 270 dipendenti. A complicare la vertenza anche il superamento della contrattazione integrativa e del patto occupazionale siglato nel 2017 annunciato dalla direzione aziendale insieme all’ulteriore flessibilità dell’organizzazione del lavoro e le inevitabili ripercussioni sul taglio delle ore lavorate e delle retribuzioni. La protesta si svolgerà nella stessa giornata dell’incontro convocato a Roma dal ministero dello Sviluppo Economico con le rappresentanze sindacali, le direzioni societarie di Unicoop Tirreno e Distribuzione Lazio Umbria e le Regioni interessate Lazio, Toscana e Umbria. «La stretta sul lavoro non può essere in alcun modo condivisa, il nostro auspicio è che la mobilitazione induca il gruppo dirigente di una delle più grandi cooperative di consumo italiane ad individuare vie d’uscita credibili e rispettose dei lavoratori» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice. Il sindacalista ha sottolineato che «i dipendenti di Unicoop Tirreno hanno già significativamente contribuito a riallineare il costo del lavoro al volume dei ricavi acconsentendo alla sospensione di parti importanti del contratto integrativo aziendale». «Infliggere l’ulteriore penalizzazione della disdetta della contrattazione integrativa sarebbe oltre che ingiusto anche incomprensibile» ha poi stigmatizzato Dell’Orefice. «Unicoop Tirreno – ha concluso – potrà riuscire ad allineare la propria struttura di costo di funzionamento alle sue capacità di vendita solo ed esclusivamente se sarà capace di ridurre l’incidenza di oneri che gravano sulla gestione di componenti di costo diversi dal lavoro».
MARAN R&S, APPRODA AL MINISTERO DEL LAVORO LA VERTENZA DEI LAVORATORI DELLE SOCIETA’ DI RECUPERO CREDITI
Roma, 20 settembre 2018 – Approda al ministero del Lavoro la vertenza dei lavoratori delle società spoletine di recupero crediti Maran Credit Solution e R&S. Il nodo principale rimane l’accordo da trovare entro fine settembre con il gruppo svedese Hoist, seguendo i tempi dettati dal tribunale di Spoleto nell’ambito della procedura di concordato preventivo aperta dal gruppo Maran nei mesi scorsi. Il dicastero ha tentato di mediare le distanze tra le parti; il gruppo svedese, che ha dato vita alla newco Nuova Maran con la quale vuole prendere in affitto il gruppo, sarebbe però disposto a riassumere solo 171 dei 245 lavoratori coinvolti lasciando fuori 74 lavoratori. Il mancato accordo trascinerebbe nel baratro I 72 dipendenti della sede di Catanzaro, per la quale è stato trovato un accordo di subaffitto, da formalizzare successivamente all’intesa. La perdita occupazionale è inaccettabile per la Fisascat Cisl, presente all’appuntamento al ministero con il funzionario nazionale Dario Campeotto e con Simona Gola della segreteria regionale Fisascat Cisl Umbria. La categoria cislina punta alla sulla salvaguardia complessiva dei posti di lavoro in un territorio già pesantemente colpito dal terremoto negli ultimi anni. Nel frattempo a Spoleto è proseguita la mobilitazione dei lavoratori di nuovo in sciopero dopo aver appreso del taglio del 35% degli stipendi di agosto. Lunedì 24 e martedì 25 settembreproseguirà in Umbria il confronto azienda sindacati; il ministero del Lavoro convocherà le parti per il prossimo 27 settembre.
QUI!GROUP, LA CURATELA FALLIMENTARE AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO CONFERMA LA SOSPENSIONE DELLE ATTIVITA’.
VANELLI: «ALTO RISCHIO OCCUPAZIONALE, POSSIBILE EFFETTO DOMINO SU TUTTE LE SOCIETA’ DEL GRUPPO E SUGLI ESERCENTI IN MOLTE REGIONI ITALIANE»Roma, 20 settembre 2018 – Si complica la vertenza dei circa 600 dipendenti occupati nelle società del Gruppo italiano QUI!GROUP dichiarato fallito lo scorso 7 settembre dal Tribunale di Genova a fronte di un passivo di circa 326milioni di euro. La curatela fallimentare, al tavolo convocato al ministero dello Sviluppo Economico con i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs, i consulenti delle aziende partecipate, gli assessori al Lavoro di Campania, Liguria, Lazio, Piemonte e Lombardia, ha annunciato la sospensione delle attività, che allo stato coinvolgerebbe 187 dipendenti diretti della società che si occupa della fornitura di buoni pasto, i quali vanterebbero crediti da lavoro per oltre 1milione e 800mila euro. La sospensione delle attività avrebbe un effetto domino anche sull’occupazione delle altre società controllate del gruppo; le ripercussioni anche per i 123mila esercenti presenti in Liguria, Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania e Toscana che vanterebbero crediti per oltre 200milioni di euro. Il dicastero, presente nella persona del vice capo di gabinetto Giorgio Sorial, ha invitato la direzione societaria a proseguire le attività ed ha sollecitato un impegno comune volto a ricercare una soluzione. Il tavolo ministeriale tornerà a riunirsi il prosssimo 1° ottobre. Per la funzionaria sindacale della Fisascat Cisl nazionale Elena Maria Vanelli presente all’incontro «è importante capire quali siano i numeri reali di questa vertenza, perchè il rischio occupazionale anche legato all’effetto domino è molto alto oltre al fatto che non si intravede una possibile prospettiva sulla continuità occupazionale». La sindacalista ha sollecitato «l’attivazione di ammortizzatori sociali dedicati per questi lavoratori, oltre la metà della città di Genova, città già martoriata dalla tragedia di questa estate». Domani l’assemblea dei lavoratori nel capoluogo ligure deciderà le iniziative di mobilitazione da intraprendere a supporto della vertenza.
DECRETO DIGNITA’, LA FISASCAT CISL A CONFRONTO SUI CONTENUTI DEL DL 87/2018 E SUGLI EFFETTI DEL PROVVEDIMENTO SULL’OCCUPAZIONE NEL COMMERCIO, TURISMO E SERVIZI.
GUARINI: «APPREZZABILE LA STRETTA SULLE DELOCALIZZAZIONI SELVAGGE, NECESSARIO MIGLIORARE NORMATIVA SU LAVORO OCCASIONALE E ACCESSORIO»Roma, 19 settembre 2018 – Le buone intenzioni del Decreto Dignità (DL 87/2018) non bastano a stemperare le perplessità della Fisascat Cisl sugli effetti del provvedimento normativo sull’occupazione nel commercio, turismo e servizi. A confronto sui contenuti del testo di Legge che~detta le nuove norme del mercato del lavoro, la categoria cislina rilancia sulla necessità di rivisitare la nuova disciplina del lavoro occasionale, dalla reintroduzione dei voucher nel settore turistico ai nuovi limiti sul ricorso al contratto a termine ed alla somministrazione lavoro, tipologie contrattuali in crescita nei diversi nel terziario privato dove anche è necessario ripensare ad un sistema di ammortizzatori sociali dedicati. «Pur apprezzando le norme sulle delocalizzazioni selvagge e sui divieti alla pubblicità del gioco d’azzardo il risultato del Decreto Dignità nel suo complesso rischia di produrre risultati controversi» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini introducendo la giornata di approfondimento sulla nuova normativa illustrata nel dettaglio da Livia Ricciardi del Dipartimento Cisl Mercato del Lavoro. «Quello del mercato del lavoro è un cantiere perennemente attivo nel quale non devono prevalere atteggiamenti preconcetti e dogmatici, ma un approccio laico ai problemi che lo contraddistinguono. In tal senso crediamo vada migliorata la normativa sul lavoro occasionale ed accessorio al fine di evitare contenziosi, ridurre le possibilità di piegare tale strumento alla copertura di casi di lavoro irregolare e non far ricadere sul prestatore oneri economici insensati» ha aggiunto Guarini. Il sindacalista è intervenuto anche al dibattito sulla reintroduzione della Cigs per cessazione di attività annunciata dal ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio. «Non dimentichiamo che i settori privati del commercio, turismo e servizi sono tradizionalmente esclusi dal sostegno al reddito ordinario e la cancellazione dell’intervento straordinario in caso di cessazione creò non pochi problemi negli anni della crisi in questi settori, il cui andamento è strettamente correlato anche alla capacità di spesa dei consumatori» ha evidenziato Guarini sottolineando «il ruolo di sostegno al reddito che potrebbero svolgere i fondi di solidarietà bilaterali di origine contrattuale». Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «i contenuti relativi al mercato del lavoro impongono alle organizzazioni sindacali un costante lavoro di verifica in sede applicativa» e «le apparentemente ragionevoli motivazioni che hanno indotto il legislatore a reintrodurre elementi restrittivi rispetto alle causali ed alla durata dei contratti a termine potrebbero impattare negativamente sui tanti rapporti di lavoro subordinato a tempo determinato in essere e che, stante la difficoltà in cui si dibatte l’economia nazionale, non solo non potrebbero essere consolidati con una trasformazione a tempo indeterminato, ma addirittura esaurirsi ed imporre a tanti lavoratori del commercio, turismo e servizi, soprattutto giovani, la risoluzione del rapporto di lavoro essendo impossibile attivare ulteriori proroghe».Il sindacalista ha stigmatizzato anche «la reintroduzione dei voucher nel settore turistico, dove la contrattazione collettiva nazionale del settore già prevede meccanismi di flessibilità regolamentata che tiene conto della stagionalità strutturale che caratterizza il comparto». E’ il segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra a sottolineare nell’intervento conclusivo della giornata di approfondimento che «il contrasto alla precarietà non si ottiene soltanto riducendo le possibilità per le imprese di assumere a termine ma anche contrastando forme di precarietà e sfruttamento più gravi, dalle cooperative spurie, all’abuso dei tirocini e alla vasta platea di false partite iva che celano rapporti di lavoro subordinato e incentivando il lavoro stabile a tempo indeterminato». Sbarra ha rilanciato poi sulla necessità «di avviare un tavolo di confronto Governo Parti Sociali sugli interventi in materia di mercato del lavoro», sollecitato ieri congiuntamente da Cgil Cisl Uil al ministro Di Maio, anche rispetto alle misure che saranno definite nella prossima Legge di Bilancio 2019 «con particolare riferimento alla normativa sugli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro ed in caso di cessazione di attività ed alle politiche attive del lavoro con il potenziamenti dei centri per l'impiego e dela raccordo tra questi e le agenzie di somministrazione». Il sindacalista ha infine espresso l'auspicio «sulla creazione di nuovi posti di lavoro attraverso i necessari investimenti di adeguamento delle infrastutture e sulla riforma fiscale, sul sistema previdenziale italliano ma anche su innovazione, ricerca e impresa 4.0».
SICUREZZA PRIVATA, RIPARTE LA MOBILITAZIONE SINDACALE PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE SCADUTO NEL 2015 E ATTESO DA OLTRE 70MILA ADDETTI.
DELL’OREFICE: «CCNL STRUMENTO DI REGOLAMENTAZIONE SETTORIALE, URGENTE ARGINARE DUMPING E CONCORRENZA SLEALE»Roma, 14 settembre 2018 – Riparte la mobilitazione sindacale per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro della vigilanza privata e dei servizi integrati di sicurezza sussidiaria scaduto nel 2015 e atteso da oltre 70mila addetti del settore. A 140 giorni dallo sciopero nazionale e dalla imponente manifestazione romana del 4 maggio scorso i sindacati di categoria Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs rilanciano sull’urgenza di riprendere i negoziati con le associazioni imprenditoriali di settore Univ, Anivip, Assiv e le imprese cooperative Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Federlavoro e Servizi e Agci Servizi. Il coordinamento nazionale unitario, convocato a Roma, ha deciso lo svolgimento di nuove iniziative di mobilitazione con un pacchetto di due giornate di sciopero articolate a livello regionale e nazionale, con manifestazioni e presidi nei centri e nelle piazze più importanti mentre sui luoghi di lavoro sarà avviata una massiva campagna di informazione e diffusione della vertenza attraverso assemblee dei lavoratori.«E’ necessario diffondere il più possibile le rivendicazioni sindacali affinchè la mobilitazione cresca anche in termini di consenso presso la pubblica opinione» – ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice a margine dell’assise – «come anche c’è bisogno – ha sottolineato – di coinvolgere le amministrazioni centrali e periferiche che hanno competenza in materia di vigilanza privata in quanto il loro ruolo è fondamentale per assicurare un servizio di qualità in un mercato di qualità rispettoso dei diritti dei lavoratori». Ma non solo. «Il mercato dei servizi di vigilanza e sicurezza privata – ha evidenziato Dell’Orefice – ha bisogno del contratto anche come strumento di regolamentazione settoriale imprescindibile». «In questa situazione di stallo contrattuale crescono le imprese che fanno dumping e concorrenza sleale – ha stigmatizzato il sindacalista -che riducono i diritti dei lavoratori facendo emergere la parte peggiore dell’imprenditoria, quella che riesce a mortificare il lavoro e ad affermarsi nelle dinamiche competitive».
SCUOLE BELLE, IL MIUR RICEVE SINDACATI E LAVORATORI E DICHIARA LA DISPONIBILITA’ ALL’AVVIO DEL CONFRONTO SULLA STABILIZZAZIONE DEI 16MILA ADDETTI AI SERVIZI DI PULIZIA E AUSILIARIATO.
FERRARI: «IMPEGNATI AL MASSIMO PER ASSICURARE LA CONTINUITA’ OCCUPAZIONALE E DEL REDDITO A TUTTI I LAVORATORI COINVOLTI»Roma, 11 settembre 2018 – Disponibilità ad avviare uno specifico confronto sulle soluzioni da adottare per la stabilizzazione dei 16mila lavoratori ex Lsu e dei cosiddetti Appalti Storici addetti ai servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole italiane, tra cui l’ipotesi della internalizzazione annunciata da esponenti del Governo nei mesi scorsi. Sono queste le rassicurazioni fornite dal Capo della Segreteria del ministro dell’Istruzione Biagio Del Prete, in presenza del Capo Dipartimento Programmazione Daniela Beltrame, del Direttore Generale Risorse Umane e Finanziarie Jacopo Greco e del Dirigente di Gabinetto Rocco Pinneri, ad una delegazione di lavoratrici e lavoratori provenienti dalla Campania, dalla Puglia, dalla Sicilia, dal Lazio e dall'Umbria, unitamente alle segreterie nazionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, ricevuta nel corso della manifestazione unitaria promossa a Roma davanti la sede del dicastero a supporto dell’annosa vertenza che si protrae da oltre 20 anni.Le parti si sono aggiornate tra tre settimane, tempo utile per il ministero di elaborare una bozza di proposta su cui aprire la discussione. I sindacati, si legge nel verbale di incontro, “hanno rappresentato le preoccupazioni dei lavoratori rispetto il loro futuro ed hanno avanzato la richiesta di ricomporre il Tavolo Politico per poter giungere alla definizione delle soluzioni per garantire la continuità occupazionale e del reddito dei lavoratori”. In particolare le tre sigle Cgil Cisl Uil hanno denunciato le gravi condizioni in cui versano le lavoratrici e i lavoratori” dei Lotti 5 (Frosinone e Latina) e 6 (Napoli e Salerno) della convenzione Consip “dove da più di un anno le maestranze non vengono retribuite” e “la continua incertezza di ricevere lo stipendio mensile”, spesso “posticipato o rateizzato” come anche le difficoltà che quotidianamente riscontrano “le lavoratrici e i lavoratori che per avere riconosciuta la continuità occupazionale e la garanzia del reddito devono fare centinaia di chilometri al giorno per svolgere le attività di decoro del progetto Scuole Belle”. «E’ positiva la disponibilità al confronto dichiarata dai vertici del ministero dell’Istruzione che auspichiamo possa definire una soluzione di continuità occupazione e del reddito per le lavoratrici ed i lavoratori, prevalentemente del Mezzogiorno d’Italia, che da oltre due decenni vivono in uno stato di precarietà» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari a margine dell’incontro al Miur. «Il nostro impegno sarà massimo per assicurare la stabilizzazione dei rapporti di lavoro anche attraverso l’annunciato processo di internalizzazione che dovrà inderogabilmente coinvolgere tutti i 16mila addetti, non uno di meno» ha concluso il sindacalista.
SCUOLE BELLE, DOMANI AL MIUR LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEI 16MILA ADDETTI AI SERVIZI DI PULIZIA E AUSILIARIATO PER LA CONTINUITA’ OCCUPAZIONALE E DEL REDDITO.
FERRARI: «LAVORATORI PRECARI DA OLTRE 20 ANNI, L'INTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI PASSI DAL CONFRONTO TRA PARTI SOCIALI»Roma, 10 settembre 2018 – Circa 600 lavoratori addetti ai servizi di pulizia e ausiliariato nelle scuole italiane prenderanno parte domani mattina alla manifestazione nazionale organizzata a Roma dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti davanti la sede del ministero dell’Istruzione in Largo Bernardino da Feltre. La mobilitazione, preceduta nelle scorse settimane dalla proclamazione dello stato di agitazione, è finalizzata all’attivazione del tavolo di confronto con il Miur e il ministero del Lavoro volto a definire la continuità occupazionale e del reddito e una soluzione di prospettiva per i 16mila ex Lsu e dei cosiddetti Appalti Storici coinvolti, così come previsto dalle intese governative. I sindacati, che hanno sollecitato a più riprese l’avvio del negoziato, in particolare denunciano “le gravi condizioni in cui si trovano le lavoratrici e i lavoratori” dei Lotti 5 (Frosinone e Latina) e 6 (Napoli e Salerno) della convenzione Consip “dove da più di un anno le maestranze non vengono retribuite” e “la continua incertezza di ricevere lo stipendio mensile quand’anche non viene posticipato o rateizzato” e sottolineano le difficoltà che quotidianamente riscontrano “le lavoratrici e i lavoratori che per avere riconosciuta la continuità occupazionale e la garanzia del reddito devono fare centinaia di chilometri al giorno per svolgere le attività di decoro del progetto Scuole Belle”. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari «è urgente definire soluzioni adeguate e i passaggi del processo di internalizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole annunciato nei mesi scorsi da esponenti del Governo Conte che dovrà prevedere in modo inequivocabile la continuità occupazionale e di reddito di tutti i 16mila lavoratori impiegati nei servizi in appalto di pulizia, ausiliariato e di ripristino del decoro delle scuole che da oltre 20 anni versano in uno stato di precarietà». «Il Governo Conte che tanto ha rilanciato sulla dignità del lavoro – ha aggiunto il segretario generale della categoria cislina Davide Guarini – dia seguito agli annunci fatti sull’internalizzazione del servizio e assicuri il via libera alla stabilizzazione dell’occupazione e del reddito di migliaia di addetti che da anni vivono in uno stato di incertezza assoluta sul proprio futuro lavorativo».