«PIANO INDUSTRIALE INIQUO, SI INTERVENGA SUI COSTI DI STRUTTURA»Roma, 7 settembre 2018 – Non convince i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs il nuovo piano industriale annunciato da Unicoop Tirreno, la cooperativa di consumatori del sistema Coop presente in Toscana, Lazio, Umbria e Campania con oltre 110 punti vendita e circa 5mila dipendenti. Le tre sigle, impegnate al tavolo Mise attivato sulla chiusura dell’Ipercoop di Avellino Distribuzione Centro Sud (controllata da Coop Allenza 3.0), hanno intanto proclamato lo stato di agitazione, stigmatizzando in particolare l’annunciata cessione di 8 punti vendita del Sud del Lazio a Pomezia, Fiuggi, Velletri, Aprilia, Genzano, Colleferro, Frosinone nei quali sono occupati complessivamente circa 270 dipendenti e il superamento della contrattazione integrativa e del patto occupazionale siglato nel 2017 con l’ulteriore flessibilità dell’organizzazione del lavoro e le inevitabili ripercussioni sul taglio delle ore lavorate e delle retribuzioni. I sindacati denunciano anche i diversi tentativi avviati da Unicoop Tirreno di cedere in franchising dei negozi «tentativi che hanno solo prodotto contenziosi legali» e di terziarizzare i reparti pescheria «danneggiando l’immagine della cooperativa e facendo perdere i clienti» oltre alla «folle ristrutturazione del supermercato di Colle Ferro trasformato in Ipercoop» e infine «l’abbandono del territorio e la scarsa capacità imprenditoriale che viene scaricata tutta sui lavoratori». Per Alessio Di Labio, Vincenzo Dell’Orefice e Paolo Andreani di Filcams Cil, Fisascat Cisl e UIltucs «la stretta sul lavoro non può essere in alcun modo condivisa» e «le misure individuate da Unicoop Tirreno per il risanamento aziendale, oltre che inique perché colpiscono unicamente il costo del lavoro, sono del tutto sproporzionate e decontestualizzate tenuto anche conto che la direzione della cooperativa nulla ha riferito per intervenire su altre componenti dei costi di struttura». «E’ evidente la volontà del sistema Coop di attuare un programma di disinvestimenti della rete vendita nel Lazio e in Campania ed è inevitabile la proclamazione dello stato di agitazione. Ora – concludono le tre sigle – sarà necessario coinvolgere al tavolo attivato al Mise anche la direzione di Unicoop Tirreno».
COMMERCIO E LIBERALIZZAZIONI, GUARINI: «BENE AVVIO ITER REVISIONE DECRETO MONTI, IL MINISTRO DI MAIO CONVOCHI I SINDACATI MAGGIORMENTE RAPPRESENTATIVI, NECESSARIO RICONDURRE IL TEMA DELLE APERTURE COMMERCIALI A CONCERTAZIONE E A CONTRATTAZIONE»
Roma, 6 settembre 2018 – «Bene l’avvio dell’iter di revisione del Decreto Salva Italia sulle liberalizzazioni degli orari di apertura degli esercizi commerciali varato nel 2011 e il superamento di una deregulation che ha generato solo disagi e difficoltà per oltre 3milioni di lavoratrici e di lavoratori del commercio al dettaglio e della grande distribuzione organizzata» così il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini ha commentato le dichiarazioni a mezzo stampa del sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Michele Dall’Orco. «Nei mesi scorsi abbiamo sollecitato unitariamente con le federazioni di categoria Cgil e Uil un incontro al ministro del Lavoro Luigi Di Maio per valutare una soluzione condivisa, attendiamo solo di essere convocati» ha aggiunto il sindacalista. «Siamo fortemente convinti che la materia delle aperture commerciali debba essere necessariamente ricondotta al confronto concertativo tra Governo e Parti Sociali maggiormente rappresentative ed alla contrattazione tra aziende e sindacati maggiormente rappresentativi in raccordo con le amministrazioni locali» ha concluso il sindacalista.
SCUOLE BELLE, L’11 SETTEMBRE AL MIUR LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEI 16MILA ADDETTI AI SERVIZI DI PULIZIA E AUSILIARIATO PER LA CONTINUITA’ OCCUPAZIONALE E DEL REDDITO.
FERRARI: «APPELLO AL GOVERNO: LAVORATORI PRECARI DA OLTRE 20 ANNI, LA STABILIZZAZIONE PASSI DAL CONFRONTO TRA PARTI SOCIALI» Roma, 6 settembre 2018 – Approda al ministero dell’Istruzione la protesta dei 16mila ex Lsu e dei cosiddetti Appalti Storici da oltre 20 anni addetti ai servizi di pulizia, ausiliariato e di ripristino del decoro delle scuole italiane e dei centri di alta formazione. A ridosso della ripresa delle attività scolastiche i sindacati del settore Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, che nelle scorse settimane avevano proclamato lo stato di agitazione della categoria, hanno organizzato a Roma davanti la sede del dicastero per il prossimo 11 settembre una manifestazione nazionale con il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto che “da giugno scorso e nonostante un ulteriore sollecito trasmesso ad agosto – si legge nel comunicato sindacale unitario diramato tra i lavoratori – sono in attesa di una convocazione del Tavolo Politico composto dalla compagine governativa e dai Ministeri dell’Istruzione e del Lavoro per avere risposte certe sul loro futuro”. Le tre sigle in particolare denunciano “le gravi condizioni in cui si trovano le lavoratrici e i lavoratori” dei Lotti 5 (Frosinone e Latina) e 6 (Napoli e Salerno) della convenzione Consip “dove da più di un anno le maestranze non vengono retribuite” e “la continua incertezza di ricevere lo stipendio mensile quand’anche non viene posticipato o rateizzato” e sottolineano le difficoltà che quotidianamente riscontrano “le lavoratrici e i lavoratori che per avere riconosciuta la continuità occupazionale e la garanzia del reddito devono fare centinaia di chilometri al giorno per svolgere le attività di decoro del progetto Scuole Belle”. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari «è urgente attivare il tavolo di confronto tra parti sociali previsto dalle intese governative per definire soluzioni adeguate e i passaggi del processo di internalizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole annunciato nei mesi scorsi da esponenti del Governo Conte che dovrà prevedere in modo inequivocabile la continuità occupazionale e di reddito di tutti i 16mila lavoratori impiegati nei servizi in appalto di pulizia, ausiliariato e di ripristino del decoro delle scuole che da oltre 20 anni versano in uno stato di precarietà». «Il Governo Conte che tanto ha rilanciato sulla dignità del lavoro – ha aggiunto il segretario generale della categoria cislina Davide Guarini – dia seguito agli annunci fatti sull’internalizzazione del servizio e assicuri il via libera alla stabilizzazione dell’occupazione e del reddito di migliaia di addetti che da anni vivono in uno stato di incertezza assoluta sul proprio futuro lavorativo».
APPALTI PULIZIA E AUSILIARIATO SCUOLE, I SINDACATI DI CATEGORIA CGIL CISL UIL PROCLAMANO LO STATO DI AGITAZIONE DEI 17MILA EX LSU E DEGLI APPALTI STORICI E SOLLECITANO L’ATTIVAZIONE DEL TAVOLO ISTITUZIONALE.
FERRARI: «IL GOVERNO E I MINISTERI DELL’ISTRUZIONE E DEL LAVORO CONTEMPLINO LA CONTINUITA’ OCCUPAZIONALE E DEL REDDITO DEI LAVORATORI PRECARI DA OLTRE 20 ANNI»Roma, 21 agosto 2018 – A poco meno di un mese dalla ripresa delle attività scolastiche i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti denunciano ancora una volta “la situazione di grave precarietà in cui versano i circa 17mila addetti ex Lsu e dei cosiddetti Appalti Storici addetti ai servizi di pulizia, ausiliariato e di ripristino del decoro degli istituti scolastici” e proclamano “lo stato di agitazione di tutti i lavoratori del settore”. In una nota congiunta trasmessa al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, al ministro del Lavoro Luigi Di Maio, al Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane del Miur, alla Commissione di Garanzia per l’attuazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali, nonché alle associazioni imprenditoriali e cooperative ed ai consorzi del settore, le tre sigle rivendicano l’attuazione dell’accordo quadro governativo sottoscritto il 4 novembre 2016. L’intesa contemplava “un impegno specifico ad una soluzione stabile e di prospettiva alle problematiche sociali ed occupazionali dei lavoratori, che dopo vent’anni di continue di continue traversie – affonda la nota unitaria – hanno il diritto a vedersi riconosciuta la possibile stabilità di un posto di lavoro e uno stipendio dignitoso”. Già lo scorso 22 giugno i sindacati, a pochi giorni dalla chiusura estiva delle scuole, avevano sollecitato un incontro ai dicasteri competenti denunciando i “comportamenti gravissimi e ormai non più sostenibili riscontrati nei Lotti 5 e 6” della Convenzione Consip “messi in atto dalle imprese assegnatarie ed esecutrici dei servizi” oltre alle “diverse difficoltà in ordine al “mantenimento in via continuativa delle attività lavorative sia per difetto di appostamento delle risorse alle scuole, sia per la gestione discutibile di molte imprese che approfittano della situazione”. Nella missiva Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltrasporti evidenziano inoltre “la necessità di riprendere il confronto ad un tavolo politico in grado di assicurare risposte concrete alle lavoratrici ed ai lavoratori ex Lsu e Appalti Storici per l’immediato ed in prospettiva futura” ritenendo “grave ed inaccettabile l’assenza di risposte e soluzioni positive e la mancata convocazione” del confronto richiesto. Per la Fisascat Cisl non è più rinviabile l’attivazione del tavolo di confronto volto alla definizione di una soluzione idonea. «E’ necessario che il Governo e i dicasteri competenti dell’Istruzione e del Lavoro, nel rispetto delle norme e degli accordi governativi, confermino che qualunque processo, compresa l’internalizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole annunciata nei mesi scorsi, contempli in modo inequivocabile la continuità occupazionale e di reddito di tutti i 17mila lavoratori impiegati nei servizi in appalto di pulizia, ausiliariato e di ripristino del decoro delle scuole che da oltre 20 anni versano in uno stato di precarietà» ha dichiarato il segretario nazionale della categoria cislina Fabrizio Ferrari. «L’annosa vertenza che vede i sindacati da anni impegnati nel tentativo di assicurare la continuità occupazionale e del reddito dei 17mila ex Lsu e degli Appalti Storici, nonché la destinazione delle risorse in Finanziaria non sfugga all’attenzione dei ministri Di Maio e Bussetti» ha aggiunto il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini. «La dignità del lavoro e della persona – ha concluso il sindacalista – passa anche dalla stabilizzazione dell’occupazione e del reddito di migliaia di addetti che da anni vivono in uno stato di incertezza assoluta sul proprio futuro lavorativo».
LAVORO FESTIVO, A FERRAGOSTO IN TUTTA ITALIA LA MOBILITAZIONE SINDACALE VS LE APERTURE DEI NEGOZI. LA FISASCAT CISL RILANCIA SULLA VOLONTARIETA’ DELLA PRESTAZIONE.
GUARINI: «RINNOVIAMO L’INVITO AL CONFRONTO AL MINISTRO DI MAIO, NECESSARIO RICONDURRE IL TEMA DELLE APERTURE COMMERCIALI A CONCERTAZIONE E A CONTRATTAZIONE»Roma, 13 agosto 2018 – Il giorno di festa sia dedicato alle relazioni familiari e sociali pertanto gli esercizi commerciali restino chiusi e comunque il lavoro festivo sia riconducibile alla esclusiva volontarietà della prestazione espressa dal lavoratore. E’ una posizione chiara quella che la Fisascat, la federazione sindacale del commercio, turismo e servizi della Cisl, rilancia alla vigilia della celebrazione religiosa dell'Assunzione di Maria, coincidente con la giornata di festa popolare di Ferragosto, convinta sia necessario porre un freno alla liberalizzazione selvaggia degli orari di apertura dei negozi introdotta nel 2011. «Il superamento del Decreto Salva Italia annunciato nelle scorse settimane dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico è senz’altro una notizia positiva. Rinnoviamo l’invito rivolto congiuntamente da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs a Luigi di Maio a convocare i sindacati per definire una soluzione condivisa per porre fine al disagio a cui sono esposti oltre tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori del commercio al dettaglio e della grande distribuzione organizzata» ha dichiarato il segretario generale della categoria cislina Davide Guarini. «Crediamo sia giunto il momento di ricondurre il tema delle aperture commerciali alla concertazione tra Governo e Parti sociali maggiormente rappresentative, alla quale affidare la competenza sul calendario di aperture, ed alla contrattazione decentrata aziendale per regolamentare una flessibilità contrattata e la volontarietà della prestazione lavorativa domenicale e festiva» ha sottolineato il sindacalista. In attesa che si formalizzi la stretta del Governo sull’apertura degli esercizi commerciali prosegue intanto la mobilitazione dei sindacati a livello locale. Il 15 agosto le federazioni regionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs hanno indetto sciopero in Toscana, Lazio e Puglia mentre in Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo e Molise le tre sigle invitano i lavoratori ad astenersi dal lavoro ricordando che “la prestazione lavorativa nel giorno della festività nazionale è assolutamente volontaria”.In Calabria ha funzionato la linea del dialogo e del confronto fortemente voluta dalla Fisascat Cisl; dopo varie richieste e sollecitazioni da parte della categoria cislina di Catanzaro Crotone e Vibo Valentia, la direzione del Centro Commerciale dei Due Mari di Maida, la più grande area commerciale della Regione, ha optato per la chiusura nel giorno di Ferragosto e le lavoratrici ed i lavoratori potranno trascorrere la festività con le proprie famiglie rispettando le tradizioni popolari e religiose. Un piccolo passo avanti. Ma la meta è ancora lontana.
SERVIZI DI DOCUMENTAZIONE ATTI PROCESSUALI, SIGLATO L’ACCORDO INTERAZIENDALE PER I 1500 FONICI, TRASCRITTORI E STENOTIPISTI DIPENDENTI DELLE COOPERATIVE SOCIALI CONSORZIATE CICLAT.
CAROFRATELLO: «DISCIPLINATI STABILMENTE I RAPPORTI DI LAVORO IN UN COMPARTO FONDAMENTALE PER IL BUON FUNZIONAMENTO DELLA MACCHINA DELLA GIUSTIZIA»Roma, 31 luglio 2018 – Buone notizie per gli oltre 1500 fonici, trascrittori e stenotepisti addetti ai servizi di documentazione degli atti processuali dipendenti dalle cooperative sociali Ricina, Nuovi Orizzonti e Verbatim consorziate alla Ciclat, affidataria del servizio da parte della Consip per conto del ministero della Giustizia. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti e le direzioni delle tre cooperative sociali hanno siglato a Roma l’ipotesi di accordo interaziendale integrativo al contratto nazionale dei servizi di pulizia, servizi integrati/multiservizi. L’intesa interviene sul sistema di classificazione del personale, sulla tabella delle retribuzioni e sulle indennità, sull’organizzazione e sul mercato del lavoro e sulla regolamentazione del lavoro agile/smartworking, con uno specifico rimando alla contrattazione integrativa aziendale su conciliazione vita lavoro, sostegno alla genitorialità, flessibilità organizzativa e welfare aziendale. Nel merito il sistema di classificazione contempla sei figure professionali specifiche per le attività svolte nella documentazione degli atti processuali: il Fonico, addetto ai servizi di assistenza alla fonoregistrazione in corso di udienza in aula; il Data Entry addetto all’inserimento dei dati relativi ai procedimenti di udienza nel portale del ministero e pubblica i documenti necessari all’attività; il Correttore di Bozze addetto alla correzione delle bozze trascritte da un sistema di trascrizione automatizzata; il Trascrittore addetto alla trasformazione della fonia dei verbali processuali in testo scritto con l’utilizzo di qualsiasi strumento informatico; lo Stenotipista addetto alla redazione in aula, mediante apparato di stenotipia, il testo integrale degli atti processuali in corso di svolgimento con eventuale consegna della bozza dei documenti processuali al termine dell’udienza; il Plurimansione addetto a due o più attività. La tabella paga prevede 5 livelli retributivi correlati all’anzianità lavorativa, omnicomprensivi di paga base, contingenze ed Edr da 1.127,82€ fino a 1.375,75€. L’intesa contempla inoltre il rimborso delle spese sostenute in caso di trasferta, l’indennità di disagio e il compenso per la reperibilità, pari a € 13,00 per ogni turno di reperibilità programmato nei giorni feriali e pari a € 25,00 per ogni turno di reperibilità richiesto nei giorni considerati di norma festivi, compreso il sabato. Le prestazioni effettuate nel periodo di reperibilità saranno retribuite con il trattamento equivalente a quello previsto per il lavoro straordinario, notturno e festivo così come disciplinato dal contratto nazionale del settore. L’accordo introduce una indennità individuale per i servizi di trascrizione effettuati da trascrittori, stenotepisti, fonici e addetti plurimansione pari ad 1,10€ riconosciuti per la prestazione lavorativa resa oltre la produzione di 11 pagine ad ora. L’articolato sull’orario di lavoro prevede – in via sperimentale per l’anno 2018/2019 – il ricorso alle clausole elastiche nel caso dei lavoratori part -time e la gestione in orario flessibile per i lavoratori a tempo pieno; le ore confluiranno nel Sistema di Regolamentazione delle Risorse, detto Srr, finalizzato ad una più corretta gestione della programmazione delle ferie e dei permessi. Il regime orario sperimentale è finalizzato all’esclusione della riduzione dei contratti individuali e della sospensione della retribuzione a fronte dei periodi di sospensione dell’attività ordinaria dei Tribunali, cosiddetti “periodi feriali” nel periodo estivo e in concomitanza con le festività natalizie, che di norma cumulano circa 55 giorni di calendario superando il monte ore permessi e ferie a disposizione dei dipendenti. Il saldo positivo del Srr individuale sarà liquidato con la retribuzione del mese di novembre; la normale retribuzione sarà garantita anche nel caso di saldo negativo. La prestazione in lavoro agile/telelavoro potrà essere svolta in media per un periodo pari alla metà dell’orario individuale o giornaliero/settimanale avvalendosi degli strumenti informativi idonei a consentire lo svolgimento dell’attività lavorativa nel rispetto delle previsioni di legge e dei contratti in materia di prevenzione, sicurezza e infortunio, formazione professionale, diritti di informazione e pari opportunità. Soddisfazione in casa Fisascat Cisl per la sottoscrizione dell’intesa che sarà trasmessa ai ministeri della Giustizia e del Lavoro e delle Politiche Sociali affinché possa essere possibile riferimento per le future gare di appalto. Per il funzionario sindacale della categoria cislina Salvo Carofratello «è importante aver definito un livello di contrattazione integrativa che riconduce le specificità dei servizi svolti nel perimetro del contratto nazionale dei servizi integrati/multiservizi, disciplinando stabilmente i rapporti di lavoro, anche ai fini di un riordino complessivo del settore, e riconoscendo la professionalità dei lavoratori di un settore ad oggi non del tutto regolamentato, nato alla fine degli anni ‘80 con l’entrata in vigore del Nuovo Codice di Procedura Penale, dove si opera prevalentemente in regime di appalto e fondamentale per il buon funzionamento della macchina della giustizia». «L’intervento sulla flessibilità contrattata in un comparto dei servizi privati indispensabile per l’apparato statale – ha aggiunto il segretario nazionale della Fisascat Cisl Davide Guarini – dimostra ancora una volta che attraverso la contrattazione è possibile raggiungere i livelli di efficientamento aziendale nel nome di una occupazione di qualità che riconosce specificità e professionalità delle mansioni in un sistema regolamentato».
COOP ALLEANZA 3.0 SIGLA CON I SINDACATI DUPLICE INTESA SULLA GESTIONE DEL FRANCHISING E SUL PIANO DI DISMISSIONE 2018.
DELL’OREFICE: «UN AVANZAMENTO IMPORTANTE CHE FA CRESCERE IL LIVELLO DI PARTECIPAZIONE NELL’AMBITO DELLA STRATEGIA DI IMPRESA»Roma, 30 luglio 2018 – Sviluppi negoziali tra i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e la direzione di Coop Allenza 3.0 nell’ambito del confronto sulla realizzazione del piano industriale 2018/2021 annunciato nei mesi scorsi dalla più grande cooperativa d’Europa presente in Italia con 427 punti vendita in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia, e, tramite società controllate, anche in Trentino, Lazio e Campania. Le parti hanno siglato a Bologna due significative intese sulla gestione del progetto franchising – componente importante della distribuzione commerciale in Italia che rappresenta il 23% delle vendite lorde e il 55% dei punti vendita – e sul piano di dismissione 2018 dei negozi connotati da un andamento critico e irrecuperabile. La prima intesa contempla le linee guida a cui fare riferimento nella realizzazione del franchising; il progetto prevede la costituzione di contratti sia di Master Franchising, da sviluppare nelle Regioni del Sud d'Italia con operatori di dimensioni rilevanti, che del Franchising Classico, da implementare nelle Regioni del Centro Nord, in particolare nei territori a più bassa densità di rete diretta di Veneto, Abruzzo e Marche. Caposaldo dell’accordo l’integrale applicazione da parte del franchisee, del Master franchisee – e/o di suoi affiliati – della contrattazione nazionale del terziario stipulata dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative; inoltre, l'intesa riserva molta un'attenzione particolare al rispetto delle normative vigenti in materia di lavoro ed al confronto periodico – a cadenza almeno semestrale – anche a livello territoriale/regionale finalizzato al monitoraggio dell’andamento del franchising e degli eventuali impatti sulla rete tradizionale giocati dai franchisees, anche con riferimento alla salvaguardia dei livelli occupazionali. Sempre secondo le previsioni dell'intesa, il progetto di Master Franchising non riguarderà la rete a gestione diretta di Coop Alleanza 3.0 in Puglia e in Basilicata e, pertanto, i negozi non saranno ceduti a terzi; al fine di preservare la continuità occupazione della rete vendita diretta pugliese, si è, inoltre, pattuito di prorogare l’intesa raggiunta in sede ministeriale nel 2015 relativa alla sospensione di alcuni istituti economici previsti dal contratto integrativo aziendale. Le parti, consapevoli del fatto che la Cooperativa non potrà difendere e potenziare la sua struttura di vendita presente nel Mezzogiorno solo ed unicamente per mezzo della calmierazione del costo del lavoro, hanno anche stabilito che Coop Alleanza 3.0 dovrà dotarsi di un piano di rilancio per le suddette regioni. L’intesa sul piano di dismissione 2018, che complessivamente riguarderà 14 chiusure, prevede garanzie di continuità occupazionale per i lavoratori coinvolti dalla cessazione dei punti vendita, il confronto finalizzato alla definizione di intese per il recupero occupazionale ed il rinvio ad intese temporanee presso i punti vendita che dovranno accogliere i lavoratori provenienti dai negozi che saranno chiusi. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «le intese sottoscritte con Coop Allenza 3.0 rappresentano un avanzamento importante che fa crescere il livello di partecipazione nell’ambito della strategia di impresa e concretizzano i primi risultati negoziali raggiunti nell’ambito di un confronto inaugurato all’indomani della presentazione dei dati del bilancio consuntivo 2017 della Cooperativa certamente non esaltanti». «Ciò che è stato condiviso sullo sviluppo del franchising costituisce una intesa che non ha eguali nell’ambito della grande distribuzione organizzata. Monitorare l’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro applicati dai franchisees ed anche gli andamenti delle vendite di questi ultimi rappresentano un risultato significativo ed impegnativo» ha aggiunto il sindacalista. «L’intesa riguardante il piano di dismissioni per l’anno in corso, inoltre, oltre ad introdurre un termine temporale di preavviso in caso di cessione dei punti vendita maggiore rispetto ai 25 giorni previsti dalla legge 428 del '90, ha l’indubbio merito di stabilire in maniera univoca e stringente che tale piano di razionalizzazione non avrà ricadute negative sui livelli occupazionali, prevedendo, in buona sostanza, che detto processo dovrà concludersi a saldo occupazionale invariato» ha concluso il sindacalista. Positivo anche il commento del segretario generale della categoria cislina Davide Guarini. «Ci sembra di aver raggiunto un livello relazionale maturo e rispondente al livello delle sfide di una delle maggiori imprese italiane in termini di presenza commerciale e di occupati, che si trova ad affrontare una fase congiunturale certamente complicata» ha dichiarato. «Le intese sottoscritte con Coop Allenza 3.0 – ha aggiunto – vanno a dimostrare che le imprese che si trovano ad affrontare progetti di ristrutturazione e riorganizzazione, se sono capaci di valorizzare il ruolo responsabile e proattivo delle organizzazioni sindacali, sono nella condizione di disporre di una strumentazione efficace e condivisa per dare risposte ad una situazione competitiva in continua evoluzione». «Ricercare la condivisione in tali processi – ha concluso Guarini – non è solo utile, ma necessario».
DECRETO DIGNITA’, NO ALLA REINTRODUZIONE DEI VOUCHER NEL TURISMO. IL 1° AGOSTO FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL E UILTUCS IN PRESIDIO A PIAZZA MONTECITORIO, «NELLA CONTRATTAZIONE ESISTONO GIA’ STRUMENTI PER GESTIRE LA FLESSIBILITA’ E LA STAGIONALITA’»
Roma, 30 luglio 2018 – Il ricorso ai voucher nel turismo avrebbe come effetto la produzione di nuove forme di irregolarità e di precarizzazione dei rapporti di lavoro in un mercato già fortemente condizionato dalla stagionalità. Ne sono convinti i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che il 1° agosto dalle 9.00 alle 13.00 saranno in presidio davanti la sede del Parlamento in Piazza Montecitorio a Roma per protestare contro la reintroduzione dei buoni lavoro nel comparto turistico, misura prevista negli emendamenti al Decreto Dignità in discussione alla Camera dei Deputati. Nei giorni scorsi le tre sigle, in una nota congiunta trasmessa al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Di Maio e ai presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, hanno evidenziato il ruolo della contrattazione nazionale di settore che “da decenni si misura con le esigenze di flessibilità delle imprese, individuando diverse soluzioni negoziali condivise e utili a rispondere alle problematiche di una domanda in larga parte condizionata da una strutturale stagionalità”. “La contrattazione nazionale del turismo – dettaglia la nota unitaria – ha individuato da anni strumenti di flessibilità prevedendo il lavoro extra e di surroga, che consente di poter assumere lavoratori con contratti della durata massima di 3 giorni, l’apprendistato in cicli stagionali per giovani fino a 29 anni, contratti a tempo determinato stagionale e somministrazione di lavoro a tempo determinato”. La flessibilità contrattata, spiegano i sindacati, consente di ricorrere al “part time anche di 15 ore settimanali con clausole elastiche” nonché al “part time weekend della durata di otto ore settimanali” ed interviene anche sull’organizzazione del lavoro con “la possibile gestione di orari multi periodali funzionali ai picchi di attività in tutti i periodi dell’anno”. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ritengono necessara “una nuova Governance di settore partecipata, di indirizzi strategici, di investimenti, di lavoro di qualità e adeguatamente tutelato e non di iniziative che abbiano come unica finalità quella di fornire alle imprese uno strumento volto a produrre esclusivamente una compressione del reddito dei lavoratori e, soprattutto, ad aumentare la maggiore precarietà del rapporto di lavoro che, invece, il Decreto si propone DI contenere”.
FALLIMENTO CASINO’ CAMPIONE D’ITALIA, I SINDACATI DI CATEGORIA CGIL CISL UIL SOLLECITANO UN INTERVENTO DEL MINISTRO DELL’INTERNO SALVINI.
FERRARI: «I 600 LAVORATORI DIPENDENTI DIRETTI DELLA CASA DA GIOCO E DELL’INDOTTO DEI SERVIZI NON PAGHINO COLPE DI ALTRI»Roma, 29 luglio 2018 – Non si arrendono al fallimento del Casinò di Campione D’Italia i sindacati di categoria del settore gioco Fisascat Cisl, Slc Cgil e Uilcom. In una nota congiunta tramessa al ministro dell’Interno Matteo Salvini le tre sigle hanno sollecitato un “tempestivo intervento finalizzato ad evitare il tracollo della storica Comunità campionese, struttura che tra dipendenti diretti ed in appalto garantisce occupazione a circa 600 lavoratori” e che attraverso l’indotto, sottolinea la missiva, “garantisce la sopravvivenza dei 2000 abitanti dell’unica enclave italiana che, nelle ultime settimane, ha già dovuto rinunciare ai servizi minimi precedentemente garantiti ai cittadini”. Secondo i sindacati la profonda crisi della casa da gioco del comasco sarebbe stata “aggravata dalla decisione della Banca Centrale Svizzera di eliminare il limite al tasso di cambio Euro/Franco svizzero nel 2015, facendo perdere in un solo giorno circa 20 milioni di franchi dal bilancio del Casinó” determinando “l’impossibilità della prima azienda campionese ad onorare la convenzione con il Comune di Campione d’Italia costringendo il Tribunale di Como a dichiararne il fallimento per insolvenza”. “Tanti e vani sono stati i tentativi di evitare tale tracollo – sottolineano Fisascat Cisl, Slc Cgil e Uilcom – a partire dal taglio di orario e salariale dei dipendenti della Casa da Gioco che rinunciano a un’importante quota di stipendio fin dal 2012, sacrificio confermato il 15 maggio 2018 attraverso referendum, fino alla revisione al ribasso di tutti i servizi in appalto”. «La giustizia dovrà fare il suo corso e chi ha colpe dovrà assumersi le proprie responsabilità» ha commentato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari. «Di certo non vi sono responsabilità in capo ai 600 lavoratori che stanno vivendo in questo momento qualcosa di surreale che ha stravolto le loro vite in poche ore e che verte in una incertezza senza tempo» ha aggiunto il sindacalista evidenziando anche «la carenza di ammortizzatori sociali dedicati con pesanti ripercussioni sociali». «Ci auguriamo che il riscontro del ministro Salvini non tardi ad arrivare» ha aggiunto il segretario generale della categoria cislina Davide Guarini. «Il nuovo Governo – ha concluso il sindacalista – dovrà pensare ad una legislazione di sostegno del gioco legale all’interno delle Case da Gioco italiane anche finalizzata al mantenimento dei livelli occupazionali».
DECRETO DIGNITA’, NO ALLA REINTRODUZIONE DEI VOUCHER NEL TURISMO. FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL E UILTUCS SCRIVONO AL MINISTRO DEL LAVORO DI MAIO
GUARINI: «LA DISCUSSIONE IN PARLAMENTO TENGA CONTO DELLE SEGNALAZIONI DEI SINDACATI, L'URGENZA E' SEMMAI RIFERITA ALL'ALLUNGAMENTO DEI RAPPORTI DI LAVORO»Roma, 24 luglio 2018 – No alla reintroduzione dei voucher nel turismo dove la contrattazione nazionale di settore da decenni si misura “con le esigenze di flessibilità delle imprese, individuando diverse soluzioni negoziali condivise e utili a rispondere alle problematiche di una domanda in larga parte condizionata da una strutturale stagionalità”. Così i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uilltucs, in una nota congiunta trasmessa al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Di Maio e ai presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, intervengono al dibattito politico sulla reintroduzione dei buoni lavoro nel comparto turistico previsti negli emendamenti al Decreto Dignità che nei prossimi giorni verrà discusso alla Camera dei Deputati. “La paventata reintroduzione dei voucher, peraltro già presenti ora nel nostro ordinamento seppur vincolati a determinati requisiti – affondano le tre sigle nella nota unitaria – avrebbe l’effetto di vanificare le scelte contrattuali fin qui operate, favorendo il rischio di sostituzione che i dati degli anni precedenti hanno fortemente evidenziato: i buoni lavoro, del valore nominale di 10 euro, venduti nel turismo nei primi sei mesi del 2016, furono 10.410.045 e, parallelamente, i contratti a tempo determinato stipulati per stagionalità diminuirono” Nella missiva i sindacati di categoria Cgil Cisl Uil sottolineano anche che la contrattazione nazionale del turismo individua strumenti di flessibilità prevedendo “il lavoro extra e di surroga, che consente di poter assumere lavoratori con contratti della durata massima di 3 giorni; apprendistato in cicli stagionali per giovani fino a 29 anni; contratti a tempo determinato stagionale e somministrazione di lavoro a tempo determinato”. “Inoltre – prosegue la nota – i Ccnl prevedono dispositivi di flessibilità sull’orario di lavoro come il part time anche di 15 ore settimanali con clausole elastiche; part time weekend della durata di otto ore settimanali e possibile gestione di orari multi periodali funzionali a far fronte a picchi di attività in tutti i periodi dell’anno”. “Il Turismo – si legge nella missiva – determina annualmente il 12% del P.I.L. del nostro paese ed occupa quasi due milioni di lavoratori; nonostante questi dati rilevanti, il settore soffre di elementi di precarietà – nella durata dei rapporti di lavoro e nel reddito – che possono trovare tutela attraverso un’azione mirata nella contrattazione collettiva e con uno specifico e coerente sostegno legislativo. Se è vero che una parte del lavoro nel Turismo ha infatti carattere di stagionalità, difficilmente si può sostenere che il medesimo lavoro presenti carattere occasionale ed imprevedibile”. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs esortano infine le istituzioni del Governo Conte sulla necessità “che questo comparto rilevantissimo nella crescita dell’economia italiana divenga oggetto di una nuova Governance partecipata, di indirizzi strategici, di investimenti e non di iniziative che abbiano come unica finalità quella di fornire alle imprese uno strumento volto a produrre esclusivamente una compressione del reddito dei lavoratori e, soprattutto, ad aumentare la maggiore precarietà del rapporto di lavoro che, invece, il Decreto vuole contenere”. I sindacati si rendono infine "disponibili ad attivare tutte le sedi di confronto utili per discutere delle prospettive di crescita, delle problematiche, delle potenzialità del settore del turismo, di cui il lavoro è aspetto centrale" ed invitano il dicastero a "modificare l'orientamento rispetto alla introduzione dei voucher”. «Il nostro auspicio – ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini – è che la discussione in Parlamento tenga conto delle segnalazioni e delle richieste delle Parti Sociali e in particolare dai sindacati, sulla inopportunità di reintrodurre i voucher nel settore del turismo dove la contrattazione individua validi strumenti di flessibilità finalizzati a conciliare l’occupazione con la stagionalità, fenomeno strutturale del comparto e dove l’urgenza è semmai riferita all’allungamento dei rapporti di lavoro e alla revisione della Naspi”.