Roma, 28 maggio 2018 – A confronto con la direzione aziendale Carrefour i sindacati nazionali di categoria Cgil Cisl Uil hanno sollecitato l’attivazione del confronto territoriale sulla vertenza che ha coinvolto i 130 lavoratori dipendenti dell’ipermercato campano di Marcianise per il quale la multinazionale nelle scorse settimane ha comunicato alle rappresentanze sindacali aziendali la chiusura il prossimo 30 giugno e ha proposto la ricollocazione dei lavoratori in altri punti vendita e incentivi all’esodo volontario. La direzione societaria ha illustrato l’andamento aziendale; nel 2017 il Gruppo Carrefour ha avuto una contrazione dell’8,6% nel canale iper e del 4,4% nel canale super. L’andamento negativo coinvolge 238 punti vendita sui 1068 locali; 37 iper sui 52 totali, 121 market su 223, 75 express su 183. Nei mesi scorsi il nuovo direttore generale di Carrefour Italia aveva annunciato il piano di trasformazione globale per il rilancio aziendale da ricondurre sostanzialmente alla omnicanalità del canale vendita, alla revisione dell’offerta commerciale e ad una politica dei prezzi competitivi.
AMAZON, INTESA STORICA NELLO STABILIMENTO DI CASTEL SAN GIOVANNI A PIACENZA. LA DIREZIONE DEL COLOSSO STATUNITENSE SIGLA CON LE RAPPRESENTANZE SINDACALI AZIENDALI L’ACCORDO SULL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO.
LA SODDISFAZIONE DELLA FISASCAT CISL DI PARMA E PIACENZA CHE NEL SITO VANTA UNA FORTE RAPPRESENTANZA TRA I LAVORATORI ISCRITTI AL SINDACATO.Roma, 22 maggio 2018 – Rivalutazione dell’attuale modello di turnazione e miglioramento dell’organizzazione del lavoro al fine di conciliare ulteriormente le necessità aziendali di Amazon di accrescere i livelli di produttività con quelle dei lavoratori. E’ questo il fulcro dell’intesa siglata a Castel San Giovanni presso la sede di Amazon Italia Logistica s.r.l. tra le rappresentanze sindacali aziendali e la direzione del colosso statunitense del web services, del cloud computing e dell’e-commerce. L’accordo, approvato a larghissima maggioranza dal referendum dei lavoratori ed in vigore per 12 mesi dal prossimo 17 giugno, prevede il superamento dei turni fissi pomeridiano e notturno e la ridefinizione dei turni di lavoro, articolati su tre fasce orarie per complessive 40 ore di lavoro prestato su cinque giorni alla settimana. Tutti i 1656 dipendenti diretti ruoteranno settimanalmente su due turni dalle 7.00 alle 15.00 e dalle 15.30 alle 23.30 durante tutto l’anno; il turno notturno – su base fissa dalle 20.00 alle 04.00 da Gennaio ad Agosto e dalle 23.30 alle 07.30 dal mese di Settembre a metà Novembre e da metà Novembre a Dicembre – sarà presidiato dai soli lavoratori volontari ai quali sarà riconosciuta una maggiorazione economica del 25%; qualora non si raggiungesse il numero necessario per fare fronte alle esigenze aziendali verrà implementata una rotazione omogenea su tre turni. Nell’ambito di 8 settimane, i lavoratori presteranno servizio durante un fine settimana lungo un sabato ed una domenica e garantiranno 2 week end di lavoro con prestazione di sabato e 1 week end di lavoro con prestazione di domenica a fronte di 4 week end consecutivi di riposo oltre ad un riposo di 3 giorni consecutivi comprendenti il week end. Durante i mesi da settembre a dicembre potrebbe inoltre verificarsi la necessità di anticipare di un’ora l’inizio del turno nei reparti di ricevimento merce dai fornitori (inbound) e di evasione degli ordini dei clienti (outbound) previa informazione alle Rsa e ai dipendenti interessati. Dal periodo da metà Novembre a Dicembre potrebbe essere richiesto un giorno di lavoro straordinario a settimana – a rotazione alternando sabato e domenica – per fare fronte ai volumi del picco di Natale. Soddisfazione in casa Fisascat Cisl Parma e Piacenza che nello stabilimento Amazon di Castel San Giovanni può vantare una forte rappresentanza tra i lavoratori iscritti al sindacato. «Quello di oggi è un risultato storico che recepisce le nostre istanze, raggiunto anche grazie all’impegno delle rappresentanze sindacali aziendali firmatarie dell’intesa, prevalentemente alla Fisascat Cisl, che hanno portato a buon fine negoziato anche connotato da momenti di forte tensione anche culminati con iniziative di mobilitazione e sciopero» ha dichiarato la segretaria generale della categoria cislina Francesca Benedetti. «Il nuovo modello turni garantisce nei vari reparti del sito di Castel San Giovanni la job rotation omogenea nelle mansioni e nei carichi di lavoro eliminando di fatto i turni imposti unilateralmente da Amazon che apre finalmente le porte alla volontarietà della prestazione notturna riconoscendo anche un ristoro economico per chi svolge i turni disagiati, con un importante incremento economico mensile, stimato da 70€ a 97€ a seconda del periodo lavorato» ha sottolineato la sindacalista. Apprezzamenti anche dalla segreteria nazionale della Fisascat Cisl. «E’ un risultato importante e significativo raggiunto grazie all’impegno delle organizzazioni sindacali e in particolare della Fisascat Cisl Parma e Piacenza che con caparbietà ha portato avanti una trattativa volta a contrattare la flessibilità organizzativa e a migliorare le condizioni di lavoro in una attività considerata di prospettiva, connessa all’evoluzione dei mercati digitali caratterizzati dall’estrema volatilità dei volumi» ha dichiarato il segretario generale Davide Guarini. «Il nostro auspicio – ha concluso il sindacalista – è che l’intesa sia solo il primo tassello di relazioni sindacali strutturate che portino a migliorare le condizioni di lavoro per tutti i lavoratori e le lavoratrici degli stabilimenti italiani di Amazon e a raggiungere significativi livelli di partecipazione ai risultati di una multinazionale in espansione in Europa e nel mondo».
AMAZON, RAINERI (FIST CISL): «ACCORDO DI CASTEL SAN GIOVANNI SULL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO UNA SVOLTA NEL SISTEMA DI RELAZIONI SINDACALI CON IL COLOSSO USA. DIVENTI PUNTO DI RIFERIMENTO ANCHE NEGLI ALTRI STABILIMENTI IN EUROPA E NEL MONDO»
Roma, 22 maggio 2018 – «Una svolta nel sistema di relazioni sindacali con Amazon che può essere il preludio allo sviluppo di un sistema contrattuale transnazionale anche negli altri stabilimenti in Europa e nel mondo. Questo accordo conferma l'Italia nel ruolo di protagonista del cambiamento in un segmento di avanguardia come quello delle piattaforme digitali. Innovazione e diritti non solo possono coesistere ma sono elementi portanti della crescita di un'impresa e dell'occupazione» così il segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri ha commentato l’intesa sull’organizzazione del lavoro siglata a Castel San Giovanni tra la direzione aziendale del colosso statunitense e le rappresentanze sindacali aziendali con una forte rappresentanza della Fisascat Cisl Parma e Piacenza. «L’accordo territoriale, il primo nel mondo nella storia di Amazon, premia il forte impegno della categoria del commercio turismo e servizi di Parma e Piacenza da sempre in prima linea nello stabilimento di Castel San Giovanni per le tutele dei lavoratori e per contrattare nuove norme in grado di accompagnare le performance aziendali nel rispetto delle mansioni e di carichi di lavoro equi e sostenibili dalle lavoratrici e dai lavoratori delle attività del terziario» ha concluso il sindacalista.
MERCATONE UNO, IL MISE AUTORIZZA LA CESSIONE DI 68 PUNTI VENDITA DEL GRUPPO DI VENDITA MOBILI E COMPLEMENTI D’ARREDO IN A.S.. IL PASSAGGIO GARANTITO PER 2.063 DIPENDENTI.
DELL’OREFICE: «TROVARE UN EQUILIBRIO TRA SOSTENIBILITA’ DI IMPRESA E LA SALVAGUARDIA DEI POSTI DI LAVORO»Roma, 22 maggio 2018 – Sviluppi nella vertenza che ha coinvolto i lavoratori di Mercatone Uno, il gruppo di vendita di mobili e complementi di arredo in Amministrazione Straordinaria dal 7 aprile 2015. I Commissari straordinari a confronto al ministero dello Sviluppo Economico con i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e i rappresentanti degli Enti Locali, hanno formalizzato l’autorizzazione alla cessione di 68 punti vendita (dei 74 previsti nel bando), costituiti da 59 negozi attualmente attivi e dai 9 chiusi nel corso della procedura di Amministrazione straordinaria. Gli acquirenti individuati dalla gestione commissariale sono, per 55 punti vendita, la Shernon Holding Srl – società che opererà nell’ambito dello stesso settore merceologico di Mercatone Uno e garantirà, pertanto, per i negozi oggetto di acquisizione continuità di business – e, per 13 negozi, la Cosmo SpA, società attiva in Italia ed all’estero con negozi a marchio Globo, che opererà, relativamente ai negozi oggetto di acquisizione, una radicale modifica del core business aziendale. Rispetto ai livelli occupazionali le garanzie sul passaggio riguarderebbero allo stato 2.063 dipendenti su complessivi 2745 lavoratori riferiti ai negozi oggetto di passaggio; nei prossimi giorni la formalizzazione della procedura chiarirà le ripercussioni dell’operazione di cessione sui livelli occupazionali. «Per la Fisascat Cisl le proposte di acquisto e di passaggio dei lavoratori presentate in occasione della riunione al Mise sono da considerarsi un punto di partenza; il confronto negoziale con gli acquirenti dovrà essere teso a verificare la praticabilità di soluzioni finalizzate a migliorare le ricadute dell’operazione rispetto alla componente occupazionale, considerato che per circa 1.000 lavoratori attualmente alle dipendenze del Gruppo Mercatone Uno si profila la prospettiva della disoccupazione. Inoltre il confronto che si aprirà a breve con gli acquirenti servirà anche ad approfondire i contenuti dei piani industriali sia di Shernon che di Cosmo» ha dichiarato il segretario nazionale della categoria Vincenzo Dell’Orefice. «Sarà necessario impegnarsi per individuare un equilibrio tra sostenibilità di impresa e il recupero delle posizioni occupazionali per assicurare la maggior salvaguardia di posti di lavoro» ha concluso il sindacalista.
AUCHAN, LA MULTINAZIONALE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA CONFERMA LE CHIUSURE DEGLI IPERMERCATI DI NAPOLI ARGINE E CATANIA LA RENA. 246 DIPENDENTI A RISCHIO OCCUPAZIONE, I SINDACATI SOLLECITANO L’ATTIVAZIONE DEL TAVOLO AL MISE
CEOTTO: «PRIORITARIO IL MANTENIMENTO DEI LIVELLI OCCUPAZIONALI NELLE AREE DISAGIATE DEL MEZZOGIORNO»Roma, 9 maggio 2018 – Fumata nera al previsto tavolo di confronto tra la direzione aziendale di Auchan e i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. La catena francese della grande distribuzione organizzata ha confermato la volontà di procedere alla chiusura degli ipermercati di Napoli Argine e di Catania La Rena senza soluzioni di sorta per i 246 lavoratori coinvolti dalla cessazione di attività. Le tre sigle, che nelle scorse settimane avevano indetto lo stato di agitazione, hanno sollecitato l’attivazione del tavolo al ministero dello Sviluppo Economico «al fine di approfondire piano e strategie commerciali di Auchan SpA e ricadute organizzative nonché di definire soluzioni che consentano la piena salvaguardia occupazionale dei lavoratori interessati da tali processi» si legge nella richiesta unitaria di incontro trasmessa al dicastero. La vertenza è aggravata anche «dall’andamento del confronto a livello territoriale che, a causa delle rigidità mantenute dall’azienda, non hanno consentito di definire alcuna soluzione volta alla complessiva salvaguardia occupazionale» sottolineano i sindacati nella nota unitaria «Dopo la procedura di licenziamento collettivo avviata da Auchan nel 2015 per più di 1400 dipendenti, le diverse procedure aperte a livello territoriale, anni di ricorso agli ammortizzatori sociali, la disdetta della contrattazione integrativa e considerati i termini di chiusura dei menzionati punti di vendita – prosegue la nota congiunta – è la più complessiva situazione occupazionale a destare ad ogni modo forte preoccupazione, in primo luogo in relazione al mantenimento della rete di vendita nelle aree del Mezzogiorno ma anche in ordine alla tenuta del perimetro aziendale a livello nazionale». Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto «la richiesta inviata al ministero dello Sviluppo Economico riveste carattere d’urgenza». «La direzione di Auchan al Mise dovrà chiarire le reali strategie commerciali della multinazionale in Italia, dove è presente anche con il canale dei supermercati» ha aggiunto il sindacalista. «La nostra priorità – ha affondato – rimane il mantenimento dei livelli occupazionali e del perimetro aziendale soprattutto nelle aree disagiate del Mezzogiorno d’Italia già pesantemente colpite dalla disoccupazione». «Occorre ristabilire corrette relazioni sindacali e riprendere al più presto il confronto per il rinnovo della contrattazione integrativa di settore disdettata unilateralmente nel 2015» ha concluso il sindacalista..
VIGILANZA PRIVATA E SERVIZI FIDUCIARI, MASSICCIA L’ADESIONE ALLO SCIOPERO NAZIONALE PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO. MEDIA NAZIONALE DEL 70% CON PUNTE DEL 90% A MILANO, COMO, VARESE, TORINO, BOLOGNA, ROMA, BARI, NAPOLI E PALERMO
Roma, 4 maggio 2018 – Massiccia l’adesione allo sciopero nazionale della vigilanza privata e dei servizi fiduciari indetto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, in media nazionale del 70% con punte del 90% a Milano, Como, Varese, Torino, Bologna, Roma, Bari, Napoli e Palermo. Buona l’adesione anche in Veneto, Campania, Puglia, Sicilia e nelle Marche. Circa 5mila lavoratori hanno preso parte alla manifestazione organizzata a Roma in Piazza Santissimi Apostoli in rappresentanza degli oltre 70mila addetti del comparto dei servizi. Molti gli interventi dei delegati e delle delegate territoriali da aziende del settore nelle quali il ricorso a forme di flessibilità organizzativa non è frutto di contrattazione. La protesta è finalizzata a rivendicare il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto nel 2015, aumenti economici dignitosi e contro le posizioni avanzate dalle associazioni imprenditoriali del settore Univ, Anivip, Assiv e le imprese cooperative Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Federlavoro e Servizi e Agci Servizi su orario di lavoro, turnazioni e flessibilità ma anche sul maggiore ricorso al lavoro a chiamata e intermittente ed ai contratti a termine. La mobilitazione anche contro le proposte datoriali sulle minori tutele nei cambi appalto e sulla revisione delle norme sul trattamento economico della malattia, sul riposo e sulla riduzione del periodo di comporto utile alla conservazione del posto di lavoro. «Una protesta composta e pacifica per manifestare tutto il dissenso ma anche propositiva – ha sottolineato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice – Riconosciamo la necessità di innovare profondamente gli schemi organizzativi del servizio ma crediamo sia una manovra da condividere con i sindacati» ha aggiunto. «La maggiore efficienza – ha evidenziato – deve necessariamente coniugarsi con le esigenze di vita dei lavoratori e trovare in una chiara ed univoca condivisione negoziale contenimenti e limiti» ha affondato il sindacalista. «Servizi di qualità e imprese di qualità – ha concluso – non possono prescindere dalla qualità del lavoro e dalla maggiore professionalità». Alla manifestazione romana ha preso parte anche Davide Guarini, neo segretario generale della Fisascat Cisl eletto ieri alla guida della categoria cislina. «L’imponente adesione alla mobilitazione di oggi lancia un messaggio forte e chiaro alle associazioni imprenditoriali di settore, alle fantomatiche associazioni datoriali e ai sindacati “gialli” sprovvisti di qualsiasi elemento di rappresentatività ed al ministero dell’Interno» ha dichiarato il sindacalista. «Per far compiere un salto di qualità al settore della sicurezza privata – ha concluso – occorre che tutti gli attori coinvolti investano sulla riqualificazione del lavoro».
FESTA DEI LAVORATORI, RAINERI (FIST CISL): «SICUREZZA SUL LAVORO PRIORITA’ ANCHE NEI SETTORI DEL TERZIARIO PRIVATO E DEI SERVIZI, URGENTE CONTRASTARE LE LOGICHE AL MASSIMO RIBASSO NEGLI APPALTI E DEBELLARE IL DUMPING CONTRATTUALE»
ASCOLTA il "Comunicato stampa Fist Cisl – FESTA DEI LAVORATORI”.Roma, 30 aprile 2018 – «La sicurezza nei luoghi di lavoro è una priorità anche nei settori del terziario e dei servizi dove purtroppo aumentano gli infortuni mortali e le malattie professionali» così il segretario generale della Fist Cisl Pierangelo Raineri, alla vigilia della Festa dei Lavoratori e del tradizionale corteo del 1° maggio Cgil Cisl Uil quest’anno a Prato, commenta i dati divulgati dall’Inail sugli infortuni sul lavoro. «Il tragico aumento delle morti bianche, con 212 casi mortali nel primo trimestre 2018, interessa principalmente la gestione industria e servizi, con 193 nuovi casi, dove in crescita sono date anche le malattie professionali con oltre 500 casi, su complessivi 877 accertati, attribuibili alla stessa gestione» ha aggiunto il sindacalista. «Nei servizi delle pulizie civili ed industriali ma anche nei settori privati dell’assistenza socio sanitaria assistenziale e alla persona, della vigilanza privata e dei servizi fiduciari e nei servizi alle imprese, dove oltre un milione e mezzo di lavoratori operano prevalentemente in regime di appalto, è sempre più urgente contrastare le logiche al massimo ribasso e il crescente fenomeno del dumping contrattuale che abbassano diritti e tutele dei lavoratori anche in tema di salute e sicurezza» ha sottolineato Raineri. «Se da un lato è fondamentale prevenire dall’altro è necessario potenziare il ruolo dei contratti leader siglati dalle associazioni maggiormente rappresentative. La qualità del lavoro – ha concluso il sindacalista – passa dal recepimento della normativa vigente e dall’applicazione dei contratti nazionali e dei protocolli in materia di prevenzione, salute e sicurezza».
VIGILANZA PRIVATA E SERVIZI FIDUCIARI, IL 4 MAGGIO IN SCIOPERO I 70MILA ADDETTI DEL COMPARTO SENZA RINNOVO DEL CONTRATTO DAL 2015. A ROMA LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE, OLTRE 4MILA I LAVORATORI ATTESI IN PIAZZA SANTISSIMI APOSTOLI.
DELL’OREFICE: «IL SETTORE, SE VUOLE AVERE UN FUTURO, DEVE SCOMMETTERE SULLA VALORIZZAZIONE DEL LAVORO».ASCOLTA il "Comunicato Stampa Fisascat Cisl – Sciopero Vigilanza”.Roma, 27 aprile 2018 – Appalti al massimo ribasso e dumping contrattuale sono fenomeni in espansione anche nel comparto della vigilanza privata e dei servizi fiduciari dove circa 70mila lavoratori dipendenti attendono dal 2015 il rinnovo del contratto nazionale leader sottoscritto dalle associazioni maggiormente rappresentative. Ostiche ed inique, per i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, le proposte avanzate al tavolo negoziale dalle associazioni imprenditoriali di settore Univ, Anivip, Assiv e delle imprese cooperative Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Federlavoro e Servizi e Agci Servizi. Tanto basta ai sindacati per proclamare lo sciopero generale della categoria il prossimo 4 maggio (l'8 maggio per il solo personale addetto al servizio di accesso ai varchi di imbarcopasseggeri negli aeroporti). “Senza contratto non c’è sicurezza” lo slogan della mobilitazione, supportata da una manifestazione nazionale a Roma. Sono oltre 4mila i lavoratori attesi in Piazza Santissimi Apostoli dove si alzerà la voce degli addetti del comparto dei servizi e si alterneranno gli interventi delle segreterie nazionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs. «Le soluzioni caldeggiate dalle parti datoriali, per quanto eterogenee, sono accomunate da un unico fine: peggiorare le attuali condizioni praticate alle lavoratrici ed ai lavoratori del settore. Se fossero integralmente accolte, farebbero compiere alla categoria un salto indietro di 30 anni e spoglierebbero i lavoratori di tutele, garanzie e diritti conquistati a prezzo di sacrifici, lotte e mobilitazioni» ha stigmatizzato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice. «L’attacco senza precedenti sferrato alle garanzie salari, organizzative, di orario di lavoro, di trattamento economico di malattia e relative al diritto ai riposi settimanali, combinato alle richieste datoriali di prevedere contrattualmente per le imprese la prerogativa generalizzata ed incondizionata di fare ricorso al lavoro a chiamata/intermittente, di liberalizzare indiscriminatamente il contratto a tempo determinato in deroga alla normativa vigente e di smantellare l’apparato di tutele e garanzie attualmente previste dal contratto nazionale per gli addetti coinvolti in procedure di cambio di appalto e/o di subentro in servizio di altra impresa, – sottolinea il sindacalista – farebbe della categoria una sorta di cavia da laboratorio sulla quale sperimentare i nefasti effetti della visione più spinta di un business che trae la sua ragion d’essere dalla negazione dei più basici ed elementari principi di qualità della vita e del lavoro e che concepisce sé stesso in forte chiave antitetica alle finalità sociali che l’impresa pur dovrebbe avere». «I lavoratori di un settore nel quale si opera prevalentemente in regime di appalto meritano un rinnovo dignitoso in termini economico-normativi, un congruo aumento salariale, anche rapportato al rischio a cui quotidianamente sono esposti» ha aggiunto. «Il contratto nazionale, specie in un comparto altamente frammentato, spesso connotato da episodi di illegalità e da perduranti fenomeni di elusione delle norme vigenti su fisco, salute, sicurezza e salario, ha un ruolo fondamentale ed imprescindibile finanche ai fini di una maggiore qualificazione e selezione dei soggetti che vi operano. Rinnovare il contratto, in estrema sintesi, serve a costituire un argine rispetto alle logiche della concorrenza al ribasso favorita dai contratti in dumping sottoscritti dai sindacati non rappresentativi» ha affondato Dell’Orefice. «E’ necessario ridefinire una contrattazione nazionale leader del settore siglata dalle associazioni maggiormente rappresentative. La scommessa sulla crescita del comparto, che la mobilitazione della categoria vuole rilanciare – ha concluso il sindacalista – passa soprattutto da un salario dignitoso e da norme che accrescano la qualità del lavoro attraverso nuovi istituti condivisi su organizzazione, orario di lavoro, mantenimento delle condizioni normative ed economiche anche nei passaggi di gestione dei servizi forniti a terzi e per un ruolo più incisivo della bilateralità di settore».
SMA SIMPLY, INDETTO LO STATO DI AGITAZIONE DEI 9MILA DIPENDENTI DELLA CATENA DI SUPERMERCATI DEL GRUPPO AUCHAN.
CEOTTO (FISASCAT CISL): «RIPRISTINARE IL CONFRONTO DECENTRATO, IL NOSTRO OBIETTIVO E’ LA SALVAGUARDIA DEI LIVELLI OCCUPAZIONALI E IL MANTENIMENTO DEL PERIMETRO AZIENDALE».ASCOLTA il "Comunicato Stampa Fisascat Cisl – SMA Agitazione”.Roma, 26 aprile 2018 – Sono in stato di agitazione i circa 9mila dipendenti Sma Simply, la catena di supermercati del Gruppo Auchan presente in Italia con oltre 200 punti vendita. A pochi mesi dalla sottoscrizione dell’accordo di proroga del contratto integrativo fino al 31 dicembre 2018, i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e UIltucs, hanno deciso la nuova iniziativa di mobilitazione. Alla base della protesta l’atteggiamento “ambiguo” di Sma Simply al livello territoriale dove i sindacati denunciano il mancato coinvolgimento delle rappresentanze sindacali territoriali “nella ricerca di soluzioni ai problemi legati ad un persistente problema di vendite” mentre “il tanto esaltato nuovo piano commerciale sta registrando significative battute di arresto” si legge in un comunicato sindacale congiunto diramato sui luoghi di lavoro. Le tre sigle stigmatizzano il mancato riscontro alla richiesta di incontro del 29 gennaio scorso trasmessa alla direzione aziendale “per avere un quadro completo del piano di riorganizzazione e delle eventuali chiusure su scala nazionale, a seguito della notizia della imminente cessazione di attività dell'IperSimply di Mantova”. “Quanto poi recentemente verificatosi nel canale ipermercati, con la improvvisa chiusura di due importanti punti vendita a Napoli e Catania, – prosegue il comunicato unitario – non fa che accrescere la preoccupazione per il futuro di tutto il perimetro di Auchan Retail Italia, che pare essere a rischio nel suo complesso, a causa dell'assenza di una chiara politica di investimenti e rilancio, a partire dal Sud”. «E’ urgente chiarire le reali intenzioni della multinazionale francese della grande distribuzione organizzata nel nostro Paese che complessivamente nei canali iper e super occupa circa 19mila addetti» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto. «Al livello territoriale è necessario ripristinare il confronto decentrato per individuare soluzioni adeguate alla battuta di arresto e a livello nazionale sarà necessario affrontare l’attuale scenario. Il nostro obiettivo – ha concluso il sindacalista – rimane la salvaguardia dei livelli occupazionali e il mantenimento del perimetro aziendale».
MEDIAMARKET, LA PROROGA DI DUE MESI DEL CONTRATTO DI SOLIDARIETA’ NON SCIOGLIE LE PERPLESSITA’ DEI SINDACATI. FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL E UILTUCS SOLLECITANO SOLUZIONI CONDIVISE SULLE SORTI DEI 700 DIPENDENTI COINVOLTI DALLA RISTRUTTURAZIONE.
Roma, 24 aprile 2018 – Permangono le incertezze nella vertenza dei lavoratori di Mediamarket, la catena di elettronica di consumo presente sul mercato con le insegne Mediaworld, Saturn e Media World Compra On Line. La proroga di due mesi fino al 30 giugno 2018 del contratto di solidarietà siglata oggi a Roma con la direzione aziendale non ha dissipato le perplessità dei sindacati di categoria Filcams Cgil Fisascat Cisl e UIltucs sulle sorti occupazionali dei circa 200 dipendenti dei 17 punti vendita Mediaworld coinvolti dalla riduzione oraria a Torino, Genova, Roma, Napoli, Caserta, Pompei, Molfetta, Cosenza e Sassari. «La proroga del contratto di solidarietà è uno strumento assolutamente provvisorio, che non rappresenta nessun passo avanti concreto. Le parti hanno dovuto prendere atto di distanze immutate sulle possibili soluzioni a quelli che per le organizzazioni sindacali restano esuberi e non semplicemente addetti da trasferire. L’impresa conferma che l’unica soluzione alternativa ai trasferimenti è quella di trovare volontari per la riduzione di orario e che qualora i volontari non fossero sufficienti si prospettano azioni unilaterali da parte dell’impresa» si legge in un comunicato sindacale unitario diramato al termine del confronto. «Mediamarket conferma di non voler trovare una soluzione collettiva con le organizzazioni sindacali rispettosa delle lavoratrici e dei lavoratori. Pertanto rimane incertezza sulle eventuali future criticità della rete vendita, la mancanza di risorse economiche per supportare strumenti che risolvano il problema occupazionale, negata anche la disponibilità a concedere ulteriore tempo ai lavoratori di Grosseto per verificare prospettive occupazionali con Unieuro così come resta invariata la situazione del trasferimento della sede» prosegue la nota congiunta. «Resta confermata la disponibilità di Filcams, Fisascat e Uiltucs a livello nazionale e territoriale a confronti con l’impresa, è altrettanto confermato che a nessun livello saranno condivisi accordi che non garantiscano una soluzione definitiva e collettiva» conclude il documento unitario. Il prossimo 4 maggio si svolgerà a Bergamo il confronto territoriale tra i sindacati di categoria e la direzione aziendale sul trasferimento della sede amministrativa da Curno a Verano Brianza; coinvolti circa 500 lavoratori che dal 1° ottobre – anche se i rumors parlano del trasferimento operativo già dal mese di luglio – saranno costretti a sobbarcarsi quotidianamente i 50 km che separano le due province lombarde. Il punto vendita di Grosseto ha intanto chiuso i battenti dal 1° aprile e i 25 dipendenti sono stati trasferiti in diversi negozi sul territorio nazionale mentre viene rinviata a fine mese la chiusura del punto vendita di Milano Stazione Centrale e per gli attuali 30 occupati si profila la ricollocazione negli altri negozi presenti nel capoluogo lombardo.